Gli Amici di Padre Marco ci hanno inoltrato questa lettera, scritta in
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Gli Amici di Padre Marco ci hanno inoltrato questa lettera, scritta in
Gli Amici di Padre Marco ci hanno inoltrato questa lettera, scritta in occasione della Giornata Mondiale delle Missioni del 23 ottobre 2016 Cari amici, troppi racconti sulla missione sono carichi di sentimentalismi, tesi a voler commuovere, a far leva sul sentimento, magari per avere più contributi e offerte. Anche in molte riviste missionarie e racconti di missione si respira sempre un’aria carica di tale sentimentalismo. Purtroppo, la società odierna è ormai segnata da un accentuato individualismo, con i tratti di narcisismo, egoismo, ma sappiamo che c’è ancora posto per "l’arte del donare". Donare è sempre stato difficile: l’essere umano ne è capace perché è capace di rapporto con l’altro. Nel donare c’è un soggetto, il donatore, che nella sua libertà, non costretto, ma per generosità, per amore, fa un dono all’altro, indipendentemente dalla risposta di questo. Voi state continuando volentieri a farvi coinvolgere in una partecipazione personale e diretta alla soluzione del problema di altre persone lontane delle quali conoscete solo il volto grazie a una foto. Vi fidate di un programma saltuario, di aiuto emergenziale… Ecco allora la storia, la testimonianza di coloro che hanno ricevuto il vostro dono e sono legati a voi. Donando si costruiscono relazioni tra gli uomini e il mondo. Allora non si può negare la validità testimoniale e stimolante dell’incontro con Honoré, Olivier, Joel, i piccoli Olivier e Yannick dalla Costa d’Avorio, o con Bering e suo figlio Cauã Henrique, con Eduardo e i vari amici dell’Amazzonia brasiliana che in questi anni hanno beneficiato della vostra bontà. Non c’è vera gioia senza gli altri, com’è vero che non c’è speranza se non sperando insieme. Ma la speranza è frutto del donare, della condivisione, della solidarietà e dell'amore. Grazie della fiducia... un abbraccio padre Marco