pdf L`imPiccione - anno III - n° 2 - Giugno 2012
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L’imPiccione Giugno 2012 Pag. 1 L’imPiccione Periodico di informazione dell’I.T.C.S. «Maria Lazzari» di Dolo (VE) Anno III n. 2 Giugno 2012 Editoriale Dante o De Andrè Vince il populismo Un intero consiglio di istituto si mobilita per chiedere alla giunta comunale di Bologna di cambiare nome a una scuola secondaria. Il nome proposto è quello di Fabrizio De Andrè. Quello precedente? Dante Alighieri. E il Comune cosa fa? Approva. Con una magniloquente «delibera»: «La produzione artistica di Fabrizio De Andrè, ponendo l’ attenzione verso gli esclusi e verso il senso profondo della libertà interiore, ha saputo dimostrare che anche la canzone, quando è opera di alto livello, si configura come nuova letteratura e nuova poesia popolare e che, proposta ai ragazzi con l’ immediatezza del linguaggio musicale, può avviarli ed accompagnarli in un percorso di appropriazione della cultura in tutte le sue forme espressive sino alle più complesse». Niente da dire sulla grandezza di De Andrè, cantante e cantautore eccelso. La solita banalità, però, (lo dimostra la «delibera») lo vorrebbe poeta, come se non gli bastasse la qualifica di ottimo cantante; ma i poeti sono altri, che in compenso non sono cantanti né cantautori, così come gli ottimi pittori non necessariamente sono ottimi imbianchini, anche se questi e quelli lavorano con il colore. Bisognerebbe poter entrare nelle teste dei prof che hanno preso questa iniziativa per capire cosa li ha spinti a rinunciare a Dante Alighieri. Troppo abusato? Poco trendy? Poco pop? Poco intonato? Poco immediato? C’è un intollerabile populismo che ha invaso il tessuto culturale e politico, per cui tutto va programmaticamente confuso con tutto: il che è negativo in linea generale, ma soprattutto è nefasto se applicato alla scuola, dove invece bisognerebbe insegnare (e imparare) a distinguere non solo i valori ma le specificità, anche se le antologie letterarie contemplano, a volte, i cantautori, e anche se sono state consegnate lauree honoris causa alle star del rock e dello sport. E poi, vedersi intitolare un istituto scolastico, probabilmente non piacerebbe neanche al grande De Andrè, che ha fatto della marginalità anti-istituzionale la sua poetica. Infine, visto che siamo a Bologna: a quando un’ Università Lucio Dalla? Paolo Di Stefano (Corriere della Sera, 22 aprile 2012). C’è da meditare gente! E sentite questa: in seguito ai fatti di Brindisi ora abbiamo genitori e famiglie che non vogliono più mandare i figli a scuola se queste portano il nome di giudici o magistrati che hanno combattuto la mafia. C’è da meditare gente! Dentro la storia A 19 anni in un lager e la speranza di vita affidata a un clarinetto Dopo che la nostra scuola ha avuto il piacere di incontrare Aldo Valerio Cacco, sopravvissuto ai lager nazisti e protagonista del libro-diario autobiografico, curato da Patrizio Zanella, Un clarinetto nel lager. Diario di Prigionia 1943-1945, un gruppo di ragazzi del biennio che ha aderito al progetto teatro ha avuto l’onore di portare in scena un riadattamento del libro. Il progetto è stato curato dalle proff. Luisa Favero, Antonella Rappini e Laura Modonese, con la supervisione dell’esperta attrice Martina Pittarello. Questo progetto è stato accolto con molto entusiasmo dagli attori, che non hanno esitato a mettersi in gioco e misurarsi con questa sfida. Il progetto si è articolato in due fasi: nella prima il gruppo leggeva e cercava di capire il libro, nella seconda si passava ad allestire lo spettacolo vero e proprio. Il percorso è durato quattro mesi, durante i quali ci sono stati momenti di sconforto contrapposti da momenti di felicità: per rappresentare un diario autobiografico non ci si può limitare a raccontare i fatti bensì comunicare al pubblico la carica emotiva di quelle parole scritte in momenti di sconforto totale, di paura, di tristezza, ma anche parole di speranza, dove traspare sempre l’attaccamento alla vita dell’autore. Poche parole che avrebbero riassunto momenti di vita e sarebbero diventate testimonianza storica: un onere da portare in scena per i giovani attori che si è trasformato in onore. Ed a coronare la loro “vittoria” e felicità non sono stati tanto gli applausi ricevuti dal pubblico ma le semplici parole di un semplice grande uomo, il signor Cacco, presente alla rappresentazione, il quale ha detto ai ragazzi “Ho capito che avete capito!” Speriamo che in molti “abbiano capito” e che si facciano carico di “ricordare” a se stessi e agli altri la tragedia umana vissuta affinché ci sia più consapevolezza delle nostre azioni. Enrico Giordano – I D Grandi opere in italia di Gianluca Salmaso - Alberto Lazzarin Pagina 2 Ho trovato lavoro! di Sabrina Bertocco Pagina 3 La LIM a scuola Botta e risposta di Diego Marchiori - Classe 2A Pagine 4-5 Gli scambi culturali in Europa Pagine 6-7-8 L’imPiccione Pag. 2 Giugno 2012 Grandi opere Cercasi vera progettualità Quando si deve fare qualcosa in Italia si forma subito un Comitato contro. E se provassimo a condividere prima i progetti? Non sapendo come cominciare questo mio articolo su un tema tanto scottante, mi son messo, come sempre in questi casi, a frugare nella mia libreria. Avere una libreria, una raccolta di libri di vario genere, è sempre fonte di ispirazione. Anche più di internet, e questo caso ne è l’ennesima conferma. Accatastato nel mezzo della letteratura balneare eccola lì, la mia ispirazione. Un librone grosso, copertina cartonata verde, 280 pagine buone di carta Kodak fotografica in formato abnorme. Il Passante di Mestre una strada per l’Europa edito da Regione Veneto a cura di Passante di Mestre S.C.p.A. e Impregilo. “Il Passante di Mestre è una realizzazione unica nel suo genere. Per i tempi e per la progettazione condivisa, 32 chilometri di autostrada sono stati realizzati in quattro anni e non in una zona desertica, ma in uno dei territori più densamente abitati ed economicamente sviluppati del nostro Paese. Mille ostacoli, mille giudizi in Tribunale, mille interessi di campanile bloccano tutte le opere pubbliche in un Paese che è assolutamente carente dal punto di vista infrastrutturale”. Molto coreografica la premessa, un’introduzione coi fuochi d’artificio alle successive trenta pagine di commenti, chiose e “bene, bravo, bis” di quelle autorità che il Passante l’han voluto e realizzato e che, più che giustamente, si concedono il loro momento a peritura memoria. Secondo i detrattori, opere faraoniche, titaniche (o, più semplicemente, “grandi”, come vuole la vulgata corrente) sono inutili a prescindere. I camion non devono esistere, i treni sì, ma solo se non escono dalle stazioni e le merci non devono spostarsi. Il mondo globalizzato è out, biso- Terremoto in Emilia. 17 morti, 16 mila sfollati Si possono donare 2 euro inviando un sms al numero solidale 45500 Il ricavato andrà al fondo della Protezione Civile gna tornare all’autarchia rinominata “km 0”. L’uomo costruisce, plasma il mondo a sua immagine e somiglianza. Piega la natura alle sue esigenze, erige monumenti a sé stesso e al benessere della sua specie, è nella sua natura. L’Italia è un paese iellato, non stiamo a raccontarcela, l’alta velocità ferroviaria è a macchia di leopardo, ci sono troppi aeroporti e troppo piccoli, autostrade spesso sovraffollate, carenti, capaci di trasformare una gitarella domenicale in un esodo. Migliorarsi non è un reato. Checché ne dicano gli uomini del “No”, gli indignados veri o presunti, il progresso non è un fenomeno arrestabile per il nido del cuculo o per la beccaccia. Va però posto l’accento sul come vengano fatte le grandi opere. Farle e basta è peggio che non averle fatte. Cosa diranno i nostri figli di ciò che abbiamo costruito? Cosa penseranno i nostri nipoti delle nostre infrastrutture, di queste lingue d’asfalto protese spesso fra il nulla e il deserto più totale? Manchiamo di pianificazione, di idea di massima, di visione presbite, e finiamo per fregarci con le nostre mani. Prendiamo Mestre, senza andare troppo distante. Una città nuova, nuovissima. Ha, in linea di massima, mezzo secolo, eppure è un capolavoro della disfunzionalità. Ha una tangenziale che la taglia nel mezzo, un petrolchimico ai piedi, un aeroporto sulla testa e il vuoto infrastrutturale attorno. Non parliamo poi di Genova, con la sua Sopraelevata che è tutto fuorché integrata nello skyline. Il problema maggiore, a mio avviso, non è nel fare, anche se pure da quel punto di vista facciamo di tutto per complicarci la vita. Hanno torto gli estremisti del NO a tutti i costi, come lo hanno quelli del SÌ sempre e comunque. Il Paese ha bisogno di progresso? Certamente, ne ha una sete smodata, ma ha bisogno soprattutto di pianificazione e di organizzazione. Ben vengano strumenti come il project financing, la collaborazione dei grandi imprenditori, ma lo Stato seguiti ad arrogarsi il ruolo di macchinista, assieme alla società civile, della locomotiva delle infrastrutture. Non stia sempre a frenare, dimostri di non essere quel petulante socio occulto che s’è rivelato finora. Gianluca Salmaso – V AI Il binario infinito della Val di Susa La Val di Susa è una terra di fuoco e fiamme. Dal 1992 c’è un’aspra lotta contro il progetto europeo della linea ad alta velocità tra Torino e Lione. Con l’apertura delle frontiere europee, dovute agli accordi di Schengen, l’Unione Europea ha cercato di sviluppare il trasporto di merci e persone all’interno della stessa area. Potendo esserci dei notevoli vantaggi per la velocità di trasporto di persone e beni, con la Torino-Lione si potrebbero creare numerosi nuovi posti di lavoro. Come c’è un fronte Pro-Tav, ce n’è uno No-Tav. I No-Tav sono molto numerosi e soprattutto rumorosi, movimentando l’opinione pubblica. I No-tav si oppongono alla costruzione dell’opera, portando avanti idee alternative come la ristrutturazione dell’attuale linea ferroviaria tra Torino e Lione. Per i contrari alla Tav, la linea già presente è sottoutilizzata, quindi la costruzione di una nuova linea sarebbe soltanto uno spreco di denaro pubblico collegato a un ingente impatto ambientale. Il 27 febbraio scorso, Luca Abbà, un attivista del gruppo dei No-tav, si è aggrappato ad un traliccio dell’alta tensione volendo testimoniare la sua contrarietà all’opera. Nei pressi della zona erano presenti degli uomini delle forze dell’ordine che ripetutamente l’avevano avverto del pericolo incombente. Dopo aver atteso alcuni minuti, alcuni poliziotti decisero di salire su per il traliccio per scoraggiare l’attivista a scendere. Tutto ad un tratto, Abbà fece una mossa sbagliata tra i cavi dell’alta tensione e rimase scioccato all’istante. Immediatamente si sono attivati tutti i soccorsi del caso e l’uomo fu trasportato in ospedale in gravissime condizioni. Abbà trovò la forza di resistere durante le ore successive alla tragedia. Nella sera stessa, in alcune città italiane come Milano e Torino, vennero organizzate delle fiaccolate per tenere alta la speranza di una possibile sopravvivenza dell’attivista della Val di Susa. Dopo pochi giorni, sciolta la prognosi, il giovane riuscì a scongiurare il pericolo di vita. Ancora oggi però, la tensione resta ancora molto alta e i lavori vengono spesso interrotti perché minati dagli attivisti Notav. Nel bene e nel male l’opera procede, anche se le polemiche sono ancora aspre. Alberto Lazzarin – V AI L’imPiccione Periodico di informazione dell’I.T.C.S. «Maria Lazzari» di Dolo (VE) Anno III N. 2 Giugno 2012 IN REDAZIONE Enrico Giordano, Alberto Lazzarin, Diego Marchiori, Gianluca Salmaso, Patrizio Zanella Hanno collaborato a questo numero S. Basso Moro, F. Giurastante, L. Modonese, A. Novello, A. Rappini, G. Vettore, R. Cancellada, A. Benussi Telefono: 3420548960 SITO INTERNET Impiccione.wordpress.com Anche su Facebook MAIL [email protected] FOTOCOMPOSIZIONE: C.F.P. Padova - 049.609714 [email protected] CENTRO FOTOCOMPOSIZIONE PADOVANO 35010 Limena (PD) - Via Martin Piva, 10 Tel. 049 8898293 - 049 609714 Fax 049 8896620 [email protected] - www.cfpgrafica.it L’imPiccione Giugno 2012 Ho trovato lavoro! (E non è uno scherzo...!) Vi ricordate di Sabrina? Nell’ultimo numero dell’«Impiccione» si era lamentata perché nessuno la prendeva in considerazione e tanto meno rispondevano ai suoi curriculum vitae. Il 12 gennaio scorso ci ha scritto di nuovo per dirci che ha trovato lavoro. Le diamo subito la parola Le scrivo per esprimere la mia grande gioia, l’anno è iniziato alla grande, le avevo detto che dovevo fare quello stage, ma poco prima di iniziare mi è arrivata un offerta di lavoro diciamo stabile in apprendistato 3/4 anni di contratto, in uno studio di una commercialista. Ho fatto il primo colloquio poi mi ha richiamato per un secondo e proprio ieri mi ha chiamato per darmi la bella notizia che fra tutte le ragazze a cui aveva fatto il colloquio vuole assumere me! Oggi sono andata di nuovo nello studio per accordarci, e da martedì mi tiene in prova qualche giorno per farmi ambientare e per farmi vedere un po’ come funziona se mi piace l’ambiente e sopratutto il lavoro. Di certo come lavoro mi piace, è il lavoro per il quale ho studiato, sarò nell’economia 8 ore al giorno, e di certo imparerò moltissime cose e approfondirò quello che ho imparato in questi anni di scuola passati... quindi che altro dire, speriamo bene, la gioia è tanta e appena vedrò l’assunzione fatta e tutto l’aggiornerò con grande gioia!! (spero). Due mesi dopo: Sono ufficialmente assunta con un apprendistato di 3 anni, mi trovo veramente bene con la collega e con la Dott.ssa. Il lavoro sta diventando molto impegnativo e faticoso, ma sto imparando moltissime cose e sono felice. La scuola che ho fatto nell’ambito dell’economia mi è servita molto, anche se bisogna essere sempre aggiornati quotidianamente. Ho avuto molta fortuna, ma purtroppo ci sono ancora molte mie ex compagne di classe che sono ancora in cerca di lavoro, spero per loro che riescano a trovar un posto il prima possibile. Un ringraziamento voglio farlo anche al Prof. Zanella che mi ha sempre sostenuto e dato molti consigli e lezioni di vita. Sabrina Bertocco – V AI anno scolastico 2010-2011 Pag. 3 Tappi di sughero Metteteli al loro posto Il nostro istituto, tra le azioni promosse dal progetto “DifferenziarSì”, ha aderito ad una rete di raccolta di TAPPI di SUGHERO promossa dall’azienda internazionale Amorim Cork, che sostiene il processo di riciclo dei tappi, devolvendo i proventi a delle ONLUS, tra cui “Oltre il Labirinto” di Treviso (che si dedica al sostegno delle persone affette da Autismo). Un apposito cartone contenitore, denominato “ETI- CO” è presente nell’atrio della scuola, vicino al centralino. Tutti sono invitati a raccogliere a casa e tra i propri conoscenti i tappi di SUGHERO (attenzione a non confonderli con quelli di materiale artificiale), che altrimenti vengono gettati nel rifiuto indifferenziato (secco). Con questa iniziativa ciascuno di noi può contribuire al risparmio di risorse, al rispetto dell’ambiente e ad una maggiore attenzione verso il sociale. Sabrina carissima, rifarti i miei più sentiti complimenti è più che doveroso. Sento che hai la grinta giusta e la carica necessaria per affrontare questo tuo impegno di vita. Chi ha visto in te una persona affidabile, ha visto bene. In ogni caso le vere dinamiche del lavoro ti si presenteranno più avanti... ora siamo ancora nella fase della luna di miele... (è comunque importante che tu abbia trovato qualcosa per iniziare a confrontarti col mondo del lavoro e con le sue tante e incredibili contraddizioni). Buon avvio dunque. Curiosità DAL MONDO DELLA SCUOLA Marinano la scuola. Intervengono i carabinieri I carabinieri hanno dichiarato guerra agli studenti che “marinano” la scuola. Con un’operazione senza precedenti, i militari dell’Arma hanno acquisito le assenze in 82 scuole medie e superiori della provincia di Treviso e hanno individuato 21 studenti che bighellonavano ai giardinetti, al bar o vicino alle stazioni. Le famiglie sono state avvertite. I carabinieri hanno passato a setaccio, seppure in modo molto discreto, i registri di più di ottanta scuole medie inferiori e superiori della Marca Trevigiana. Hanno acquisito dai presidi i nominativi degli studenti assenti proprio sulla base dei registri di classe: poi, sono stati attivati dei controlli nelle aree a maggior frequentazione giovanile, ad esempio vicino alle stazioni o nei parchi. Così 21 studenti sono stati trovati a zonzo durante l’orario scolastico anziché in aula. L’esito dei controlli, che hanno avuto soprattutto un carattere preventivo contro possibili condotte a rischio, è stato comunicato ai genitori dei diversi minori. Il blitz delle forze dell’ordine ha scatenato naturalmente un’ondata di polemiche. Prudentemente d’accordo il mondo dei dirigenti, anche se non mancano i distinguo. «È un atto doveroso, purché abbia finalità educative» spiega il presidente del Liceo Artistico di Treviso, Antonio Chiarparin. «Il tema è complesso e non ritengo si possa risolvere con servizi di questa natura. Casomai vanno fatti degli interventi coordinati con il mondo sco- lastico» aggiunge Francesco Tammaro, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Felissent 3 che abbraccia anche due scuole medie. Critica la reazione degli studenti: «È semplicemente una stupidaggine». E voi cosa ne dite? (Corriere della Sera, 25 marzo 2012) L’uomo del XXI secolo M a t u r i t à l a v o r o F a m i g l i a by Alberto p e n s i o n e L’imPiccione Pag. 4 Giugno 2012 LIM / 1 La tecnologia va a scuola Negli ultimi anni, l’avvento delle nuove tecnologie ha investito anche il mondo della scuola, che per tenersi al passo coi tempi si è dotata di nuovi computer, e di mega proiettori passando per tessere magnetiche che registrano l’entrata degli studenti e microscopi con le più sofisticate tecnologie. Quella che però, ha destato una grande curiosità nella tecnologia scolastica è la dotazione in molte scuole della Lavagna Interattiva Multimediale (LIM). Quella che molti proclamano una vera e propria innovazione, una proiezione in anteprima della scuola del futuro. Ma è veramente così? Davvero questo nuovo tipo di tecnologia è in grado di rivoluzionare il mondo scolastico, e migliorare l’apprendimento degli studenti oltre che le modalità di insegnamento dei professori? Sono in molti a sostenere che non è così. Finora infatti, questo progetto non ha ancora dato delle risposte tanto forti da sostenere che si è in presenza di uno stru- mento in grado di migliorare il futuro scolastico delle nuove generazioni. C’è da dire che non stiamo parlando di uno strumento da buttare al macero però è altrettanto vero che la cosa è stata venduta ad una classe insegnante colta impreparata dalla novità, che ha creduto di avere tra le mani lo strumento del secolo ma che in realtà non sa ancora bene cosa possiede e bisogna lasciare loro del tempo per adeguarsi all’utilizzo del nuovo strumento. Bisogna essere realisti il corpo docente non conosce tutte le qualità che questa nuova tecnologia può dare, o se le conosce non sa sfruttarle al meglio come è normale che sia, passare da una lavagna in ardesia ad una lavagna touch screen con accesso a internet è un bel salto è come dire ad un bambino che gira in bicicletta di guidare un’auto, sa che bisogna tenere il volante ma non sa tenerla in strada. Insomma, ad oggi si sa che la LIM è uno strumento di lavoro che può agevolare molto il compito degli insegnanti e l’apprendimento degli studenti, ma affinché questo possa avvenire c’è bisogno di una scuola moderna, con un computer per ogni studente, connessione veloce a internet, ampio set di applicazioni, orario flessibile e tavoli mobili, insomma un luogo di lavoro adatto. La LIM ha bisogno di tutto ciò affinché le sue capacità siano sfruttate a pieno, il viale che porta alla scuola del futuro è ancora lungo ma le possibilità che questa nuova tecnologia esprime, rivoluzionerà il metodo di studio delle prossime generazioni. Diego Marchiori – V AI LIM / 3 Noi pensiamo questo... Siamo grati agli studenti della II A per il loro contributo e la loro testimonianza. Le nostre riflessioni non erano certo rivolte a loro, ma si limitavano a riportare qualche autorevole parere sull’argomento relativo all’impiego della LIM a scuola. La preparazione degli insegnanti, la banda larga e l’uso in contemporanea dei libri cartacei… Solo un mixer equilibrato di questi tre elementi potrà fare emergere in futuro tutto il valore della LIM a scuola. Per continua- re la riflessione proponiamo il giudizio di alcuni esperti (questa volta con tanto di nome e cognome). 1. «Attenzione a non lasciarsi incantare dal marketing formativo...». È il monito di Piercesare Rivoltella docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università Cattolica di Milano, re-sponsabile del Centro di ricerca per la formazione ai media all’informazione e alla tecnologia, e autore per Corti- na del volume Neurodidattica di prossima uscita. «Quando si tratta di nuove tecnologie nella scuola il rischio è di abbandonare una seria riflessione sull’apprendimento per cedere invece al sensazionalismo. Dobbiamo abbassare i toni e arrivare a considerare lavagne multimediali o tablet come normali dispositivi che possono aiutare nella didattica evitando di attendere da essi la soluzione di ogni problema o – peggio – di ritenerli strumenti per attrarre studen- ti nel proprio istituto. Resto piuttosto scettico riguardo a un inserimento massiccio e indiscriminato delle tecnologie nelle classi: credo siano meglio le esperienze in cui si parte gradualmente e si cura in particolare la formazione degli insegnanti» (Avvenire, 6 marzo 2012, p. 3). 2. «In Italia l’introduzione delle LIM è relativamente recente e in fase di rapido sviluppo; per poter effettuare una valutazione degli impat- Giugno 2012 L’imPiccione Pag. 5 LIM / 2 A proposito di un articolo ingeneroso Siamo gli studenti della classe 2a A, ovvero la classe 2.0 del “Lazzari”. Un paio di mesi fa, ci siamo sentiti direttamente coinvolti nel pesante giudizio espresso nell’articolo il cui tema principale era l’insegnamento ed apprendimento nelle classi dotate di L.I.M. (Lavagna Interattiva Multimediale) e personal computer. C’era scritto che, in base ad alcune ricerche statunitensi (delle quali non si è menzionato però alcun riferimento ad esse riconducibile), il “metodo sperimentale” risultava scadente e controproducente sotto qualsiasi punto di vista. Noi possiamo parlare per esperienza diretta in quanto stiamo sperimentando questo nuovo approccio scolastico sulla nostra pelle e, di conseguenza, possiamo esprimere un nostro giudizio come testimonianza dei risultati ottenuti o meno. In questa sperimentazione, siamo ancora all’inizio del nostro lungo viaggio e, di conseguenza, il giudicare una qualsiasi cosa ancor prima che abbia concluso il suo percorso ci sembra quantomeno azzardato. Come in ogni cosa, ci sono ovviamente i punti di vantaggio e svantaggio. Svantaggio. È vero, in alcune materie siamo indietro con il programma. Vantaggio. Tuttavia va considerato che in ogni cambiamento ci sono dei tempi di adeguamento: non dobbiamo limitare la nostra valutazione a un effetto immediato, ma a un effetto stabile e di lunga durata. I ricercatori non impiegano forse mesi o anni prima di scoprire medicine che poi saranno universalmente valide? Così noi stiamo cercando la strada per sperimentare un metodo nuovo e migliore che possa essere applicato su larga scala. Noi riteniamo che i computer e la lavagna multimediale siano una grande opportunità: infatti come ulteriore punto di vantaggio possiamo sicuramente confermare che, utilizzando la lavagna multimediale, si possono effettuare ricerche molto più facilmente e in tempi più brevi rispetto alla consultazione dei libri. Libri che, già dall’anno prossimo, potremo sostituire con gli e-book (libri multimediali, che si possono sfogliare nel PC): così facendo avremo tutto il necessario scolastico (ed anche più) con meno peso da portare sulle spalle. Tutto il lavoro è condiviso in un social network di classe: www. sabbione2.ning.com a testimo- nianza di quanto prodotto. Abbiamo imparato a fare ricerca, ad approfondire, a collegare diverse discipline superando la divisione degli argomenti per arrivare a una visione più ampia del sapere. Nell’articolo, sono stati illustrati solo gli aspetti negativi del nuovo metodo; secondo noi un’informazione corretta dovrebbe prendere in considerazione più punti di vista e permettere di avere un’idea anche degli aspetti positivi che questo cambiamento può portare. Non sappiamo se lo studio tecnologico sostituirà quello tradizionale, ma davanti alle cose che subiscono un’evoluzione, non possiamo tapparci gli occhi o temere. Dopo la scoperta dell’America, ci vollero anni prima che il caffè si diffondesse in quanto considerato “bevanda del diavolo”: vogliamo ripetere lo stesso errore? La classe 2a A ti, tuttavia, i dati sono ancora poco rappresentativi. Secondo le indicazioni fornite dallo stesso MPI (Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’Autonomia scolastica Piano per la diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali) le esperienze relative all’utilizzo della Lavagna multimediale interattiva in Italia sono limitate e riconducibili a esperienze ancora locali. Le prime sperimentazioni si sono date a partire dal 2006. I progetti conclusi sono relativamente pochi rispetto a quelli ancora in corso (…). Il progetto è ancora in atto e molte scuole stanno ricevendo ora le prime lavagne interattive. Le analisi condotte sulle prime esperienze ad oggi concluse offrono risultati significativi. Sulla valutazione dell’impatto della LIM nel contesto scolastico si sofferma l’analisi presentata a Cagliari nel maggio 2010 relativa al progetto DiGiScuola che ha coinvolto 2449 insegnanti e 128 dirigenti. Dal monitoraggio emerge che i docenti tendono ad essere mediamente soddisfatti dall’introduzione della LIM anche se insieme ai vantaggi manifestano alcune perplessità. L’utilizzo di questa tecnologia è ancora limitato all’interno della normale attività didattica, il 53,2% dei docen- ti utilizza la LIM per meno del 25% delle proprie ore. I docenti non si sentono ancora completamente a proprio agio nell’utilizzo dello strumento: il 53% dei docenti in merito all’utilizzo dello strumento si colloca nei livelli intermedi della scala (per nulla familiare-completamente familiare). Attraverso l’utilizzo della LIM però sono state attivate forme di didattica più interattiva: più del 70% dei docenti afferma di condurre le lezioni in modo attivo richiamando l’attenzione degli studenti, gli stili di coinvolgimento degli studenti alle attività risulta prevalentemente collaborativo (partecipa con interventi, lavora alla LIM per alcune attività c.a 25%) e attivo (partecipa con interventi, è coinvolto con la LIM per più del 25% delle attività con la LIM). Dai dati emerge che gli studenti grazie alla LIM aumentano i livelli di attenzione e motivazione, interagiscono maggiormente tra di loro e con l’insegnante, si sentono e sono al centro del processo di apprendimento». (Patrizia Cocchi è docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico Giulio Casiraghi, Cinisello Balsamo MI. Emiliana Murgia è docente di scuola primaria presso l’Istituto Onnicomprensivo Stoppani di Milano). L’imPiccione Pag. 6 Giugno 2012 Quando l’estero si chiama “Comenius”... e non solo Gli scambi culturali fra varie scuole in Europa Un’educazione multiculturale per affrontare con più strumenti le sfide della globalizzazione Spesso hanno nomi che richiamano “grandi” del passato, come Erasmo da Rotterdam o Leonardo da Vinci, Socrate o Comenio (quest’ultimo, vissuto nel XVII secolo, è stato teologo, filosofo e pedagogista e riteneva che solo attraverso l’educazione l’uomo potesse dispiegare le sue piene potenzialità e condurre una vita armoniosa. È considerato uno dei padri fondatori della pedagogia moderna), ma il concetto rimane lo stesso: fare un’esperienza all’estero, durante o dopo gli studi, è fondamentale. Venendo ai fatti di casa nostra, i progetti Comenius multilaterali sono dei “pluri-gemellaggi”, che in un arco temporale piuttosto lungo, due anni scolastici, uniscono più scuole europee. Il Lazzari ha sempre avuto una vocazione europea ed internazionale: lo testimoniano i numerosi scambi organizzati da molti anni dal nostro istituto, con i Paesi Bassi, la Francia e la Germania. Dal 2009 l’istituto è diventato ancora più europeo, usufruendo di due consecutivi finanziamenti dell’Unione Europea pari a 40,000 euro complessivi. Questi hanno consentito a trenta ragazzi di andare in Turchia, Francia, Polonia, Gran Bretagna e Germania, a costo zero, e permetterà a una decina di altri allievi di recarsi gratuitamente in Francia e in Norvegia, prima della fine del 2012! Al progetto hanno lavorato le prof. di inglese, la prof. A. Solida, che ha curato il social network dedicato al progetto, basta andare su Gruppo Comenius in Inghilterra. http://telltalethrills.iremebru.com. Vi troverete le fiabe e leggende dei paesi partner e quelle scritte dai nostri ragazzi. Il secondo progetto Comenius ha preso il via nel settembre scorso e si concluderà nel giugno del 2013, e ci vede gemellati con una scuola inglese, una scuola tedesca, una scuola francese ed una scuola norvegese. Al progetto stanno lavorando alacremente una trentina di ragazzi delle classi seconde e terze. I docenti coinvolti sono le prof. di inglese (Fulvia Cuni, Flavia Giurastante, Laura Modonese, Antonella Rappini, Antonella Novello), ed inoltre le proff Luisa Favero, Eva Puntel e Maria Luisa Trevisan. Il progetto ha come tema il viaggio culturale alla scoperta dell’identità attraverso varie forme espressive: la scrittura creativa, la musica, la pittura, la scultura ed il teatro. Per le prime tre mobilità i ragazzi si sono cimentati nella scrittura di saggi creativi in lingua inglese, nella creazione di una canzone, nell’apprendimento di una canzone popolare inglese, nella stesura e rappresentazione di varie scene teatrali, in un cortometraggio e in un balletto, coadiuvati dagli esperti esterni Basso Barbara (coreografa), Roberto Bettio (prof. di musica), Gianni Ferraretto (regista), Giuseppe Laudani (prof. di musica), Andrea Pennacchi (attore) ed Alberto Toso Fei (scrittore). I lavori possono essere visti nel Gruppo Comenius a Burano. social network dedicato al progetto, http://thyself.ning.com Siamo a tre quinti dell’opera... ci aspetta tanto lavoro ancora... ma anche un fantastico viaggio in Norvegia, a fine settembre. E tutti i partner ci faranno visita tra meno di un anno, nel marzo del 2013. Le testimonianze di alcuni studenti È stato fantastico! La mia avventura è cominciata quando sono stata selezionata per la prima mobilità in Inghilterra. Quasi non ci credevo che sarei partita per questa meravigliosa esperienza. La partenza era prevista per il 13 novembre ed il ritorno per il 17 novembre 2011. Nei giorni precedenti la partenza io e le mie compagne di viaggio, oltre ad essere molto emozionate, ci siamo preparate per affrontare al meglio il suolo inglese. Il tema della prima mobilità era rappresentare con degli oggetti, da inserire in una valigia, il nostro Paese. Inoltre dovevamo preparare una scena teatrale da rappresentare in Inghilterra. Posso dire che la preparazione per la scena è stata la più divertente in assoluto, ci siamo fatti tante risate. La partenza è arrivata all’improvviso e noi non resistevamo più. Per noi era la prima volta che viaggiavamo in aereo ed è stato strepitoso. Il primo giorno l’abbiamo passato tra aeroporti e pullman per raggiungere il college Wycliffe nella località di Stonehouse, a sud-ovest dell’Inghilterra. Successivamente ho raggiunto la casa della mia famiglia. Dalla stanchezza mi “sono tuffata” subito sul letto precipitando in un sonno profondo. Posso dire però, che sono stati i cinque giorni più divertenti della mia vita. Ho avuto la possibilità di conoscere usi e costumi di questo meraviglioso paese e ho conosciuto fantastiche persone. Il soggiorno a scuola è stato impegnativo, ma divertente. La famiglia che mi ospitava è stata molto gentile e disponibile e la mia corrispondente inglese è senza dubbio una persona meravigliosa. Anche se ho potuto constatare che i ragazzi inglesi sono più introversi rispetto a noi italiani, ma tutto sommato sono simpatici. La parte più bella di questa avventura è stata sicuramente la visita a Londra. È semplicemente stupenda, perché è una città ricca di monumenti unici e particolari oltre che a essere tra le più famose e visitate al mondo. Alessia Santiglia – II AI La partenza è la fine di tutto un percorso L’esperienza del Comenius è un’esperienza diversa da quella di un normale scambio. Qui non parti solo per imparare una lingua Giugno 2012 ma parti per portare le idee, tue e dei tuoi compagni di progetto, davanti a persone di altri paesi. La partenza verso un altro paese europeo, però, è solo una parte del progetto, forse la meno importante. La parte più importante è il lavoro di gruppo che ci sta dietro, l’incontrarsi al pomeriggio per preparare gli elaborati da mostrare, l’impegno nel farlo costantemente, l’inventiva nel trovare sempre idee nuove e simpatiche. La partenza segna solo l’inizio della seconda parte del progetto. In collaborazione con gli altri ragazzi, provenienti da diverse nazionalità europee, si svolge tutta una serie di attività quali le discussioni, lo svolgimento di scenette e l’illustrazione del lavoro svolto a “casa”. Al ritorno il ciclo ricomincia. Alice Levorato – III BI Ho conosciuto un nuovo mondo I progetti Comenius nascono da un desiderio di avvicinamento tra culture di varie nazioni. I due progetti a cui la nostra scuola ha aderito come scuola partner sembra siano piaciuti molto all’Unione Europea, che ha finanziato entrambe le iniziative, dando agli studenti che vi hanno aderito la possibilità di partecipare gratuitamente alle mobilità nei paesi stranieri. Io ho preso parte al primo dei due Comenius menzionati, che ha previsto quattro mobilità, rispettivamente in Italia, Francia, Turchia e Polonia, e per i quali è stato stabilito un numero massimo di otto persone a nazione, per un totale di trentadue, tra alunni e professori. La mia destinazione era la Polonia, penultimo giro di scambi, prima dell’Italia, dove sono stati ospitati i ragazzi francesi, turchi e italiani, nell’ottobre del 2010. Nel momento in cui mi è stato L’imPiccione proposto questo viaggio l’entusiasmo non era propriamente incontenibile: avevo già partecipato ad altri scambi interculturali, con Germania e Olanda, e la Polonia non rientrava tra i paesi che avrei voluto visitare, per il semplice motivo che non la consideravo una meta turistica, o culturale. Ma non avevo idea di quanto questo mio atteggiamento fosse sbagliato. Il ragazzo a cui ero stato abbinato si chiamava Daniel. Tra di noi è nata una bella amicizia. Già durante il primo giorno da me trascorso a casa sua qualsia-si distacco emotivo era stato abbattuto.. Lui e la sua famiglia mi hanno fatto sentire come a casa mia. Durante quella settimana ho realmente afferrato l’essenza del progetto, che mi ha permesso di conoscere a fondo una cultura prima sconosciuta, e quasi disprezzata. Ho così compreso che l’unica differenza tra un diciassettenne italiano e un quindicenne polacco è la lingua, e ho superato i pregiudizi che nutrivo verso quel paese. Alberto Cerato – V AR Gruppo Comenius a Stoccarda. 4: Italia, Francia, Turchia e Polonia. È stata una grande esperienza, che ci ha insegnato che non bisogna giudicare un paese basandosi su dei pregiudizi, o sull’idea spesso erronea che di quel paese possiamo avere. È stato molto positivo anche relazionarci con dei coetanei in un’altra lingua (cioè l’inglese): abbiamo capito quanto importante sia potersi esprimere bene in una lingua straniera comprensibile a tutti. Sono anche nati forti legami di amicizia con i nostri compagni di progetto, amicizie tuttora mantenute. Nicola Racovita – V BM Non bisogna giudicare un paese basandosi su pregiudizi Essenziale per Cari lettori, imparare una lingua dopo una lunga insistenza da parte della nostra insegnante di inglese, ho deciso di accettare di partire verso un paese lontano e sconosciuto come la Turchia. La nostra è stata la prima di una lunga serie di mobilità Comenius. Si deve però spiegare in cosa consisteva il nostro progetto. Le classi partecipanti dovevano preparare delle fiabe (popolari e inventate), tradurle in lingua inglese e poi esporle. I paesi partecipanti erano La mia esperienza del Comenius dell’anno scorso fatta in Polonia è stata divertente ed educativa. Ho imparato molte cose interessanti dalla ragazza che mi ha ospitato (Angelika), in più abbiamo scoperto di avere molto in comune: la musica, i vestiti, insomma tutto, è stato come avere una sorella! Penso che sia un esperienza che ognuno dovrebbe provare, è un ottimo modo per farsi degli amici, per affinare una lingua ed impararne un’altra e “spezzare” gli stereotipi che si hanno di alcune realtà geografiche. Elisa Puliero – 5 AR L’esperienza continua… Gruppo Comenius a Bedzin. Pag. 7 Il progetto Comenius del 2010 a cui abbiamo preso parte comprendeva oltre all’Italia e al nostro istituto “Maria Lazzari” anche le scuole di Francia, Polonia e Turchia. Io (Alessio Giral- di) e un mio compagno di classe (Nicola Racovita), insieme ad altri alunni del Lazzari, siamo stati ospitati dalle famiglie di alcuni ragazzi e ragazze turchi per una settimana. All’inizio eravamo diffidenti riguardo al paese che avremmo dovuto visitare ma dopo questa esperienza devo dire che ne è valsa la pena. Il viaggio è stato molto bello e istruttivo poiché abbiamo migliorato le nostre conoscenze della lingua inglese e soprattutto siamo riusciti a creare dei rapporti di amicizia che sono continuati, per molti di noi, attraverso Facebook o altri social network. Alessio Giraldi – V BM Non basta solo la voglia di visitare un paese nuovo Avendo partecipato sia a un normale scambio culturale che ad un progetto Comenius in Inghilterra, ho notato alcune importantissime differenze: nel primo si prende parte per imparare la lingua, visitare il paese e soprattutto vivere l’esperienza di abitare con una famiglia locale; mentre in un progetto Comenius, o perlomeno nel mio caso, ciò che è stato importante è stata soprattutto l’attività svolta all’interno della scuola, il lavorare insieme su uno o più argomenti di interesse comune. Questo permette a chi partecipa non solo di mettersi alla prova con la lingua e conoscere ed apprezzare altre abitudini, ma anche di esprimere le proprie idee su importanti argomenti ed imparare ad accettare i punti di vista degli altri. Ovviamente per raggiungere l’obiettivo c’è bisogno di molto impegno e lavoro, quindi non bisogna iniziare solo con l’intenzione di visitare un paese nuovo! Sara Babato – III AI Pag. 8 L’imPiccione Quando l’estero si chiama... “PontCharra” Per il secondo anno consecutivo il nostro istituto ha organizzato uno scambio culturale con la Francia e precisamente con il Lycée “Pierre du Terrail” di Pontcharra (Grenoble), che ha coinvolto 31 allievi delle classi seconde e terze. Hanno partecipato con entusiasmo al soggiorno in Francia che si è svolto dal 27 febbraio al 5 marzo e alla seconda fase in Italia, con l’ospitalità dei corrispondenti francesi, dal 28 marzo al 4 aprile. Dai questionari di gradimento fatti compilare ai ragazzi nell’ultimo periodo dell’anno scolastico, è emerso che quest’esperienza ha avuto senza alcun dubbio un riscontro positivo, non solo sul piano linguistico e culturale, ma anche a livello umano. A riprova di ciò, sono nati dei rapporti d’ amicizia destinati a durare; infatti alcuni allievi stanno progettando di recarsi nuovamente in Francia durante le vacanze estive. Quando l’estero si chiama... “Winschoten” Anche quest’anno, seguendo una tradizione decennale, si è svolto lo scambio Italia-Olanda, che vede coinvolto il nostro istituto in collaborazione con il Dollard College di Winschoten. L’esperienza iniziale nasce dall’esigenza di incontrare persone e luoghi nuovi, diversi, talvolta scomodi ma pur sempre fonti culturali arricchenti e di avere l’opportunità di praticare la lingua studiata in entrambi gli istituti, l’inglese. Recandosi in questo paese all’inizio di novembre i nostri studenti, infatti, hanno avuto l’opportunità di incontrare studenti di cinque nazionalità diverse: olandese, inglese, polacca, spagnola e giapponese e di lavorare con loro a un progetto di crescita e di apertura basato sui principi del cooperative learning; i ragazzi, divisi in gruppi multietnici dalle colleghe olandesi, hanno organizzato il proprio gruppo seguendo l’organigramma di una società, individuando fra i propri membri: il CEO (Chief Executive Officer), il Creative Design Director, il Marketing Director e l’Operation Director, dividendosi compiti e opportunità, scoprendo ogni giorno le potenzialità proprie e dei compagni di viaggio, cimentandosi in ambiti diversi rispetto al percorso scolastico. Come per ogni scambio, l’opportunità che questa mobilità offre ai ragazzi interessati è un momento di crescita non solo culturale ma soprattutto personale, perché sia nel ricevere l’ospitalità sia nel darla si scoprono competenze ed abilità trasversali utili per la vita. In marzo lo scambio è stato ricambiato e si è cercato di lavorare anche in Italia con le stesse modalità, per proseguire nell’esperienza intrapresa in Olanda senza limitare l’occasione ad una visita guidata. A fine scambio è stato compilato un questionario di gradimento sia dai ragazzi olandesi sia da quelli italiani con risultati molto positivi. Alcune testimonianze Era la prima volta che visitavo il paese poiché ero curiosa di conoscere il luogo e d’incontrare una persona di una realtà a me sconosciuta. In Olanda è stato divertente anche se ho avuto qualche difficoltà ad abituarmi alla quotidianità olandese. È stato impegnativo il lavoro a scuola ma la sua realizzazione è stata soddisfacente. Molto interessante è stato anche vedere come funziona l’istituto e scoprire i diversi ruoli occupati dagli studenti. Ritengo che qualora ce ne fosse la possibilità sarebbe un pecca- Giugno 2012 to non cogliere l’occasione. Anna Zornetta – 4 Un’esperienza interessante che offre la possibilità di scoprire nuove usanze e modi di vivere e di mangiare. Un’occasione di fare nuove amicizie, che possono durare a lungo nel tempo. Il lavoro prodotto a scuola, infine, è stato il frutto di una collaborazione tra ragazzi di paesi diversi. Marianna Cavallaro – 4 AI È stato molto divertente. Ho imparato nuovi modi di dire e ho praticato tanto la lingua e non vedo l’ora di visitare il paese. Davide Ultini – 2A Quando l’estero si chiama... “Schwalmtal” Schwalmtal am Niederrhein è una cittadina tedesca della Westfalia a circa 50 km da Colonia e da Düsseldorf . Il locale liceo “St.Wolfsheim” è da vari anni nostro partner per uno scambio linguistico con ospitalità reciproca che interessa una ventina di studenti delle classi seconde e terze. In aprile le famiglie italiane ospitano per una settimana i partner dei propri figli mentre le famiglie tedesche ricambiano l’ospitalità accogliendoci nelle loro case a settembre dello stesso anno solare. Durante la permanenza in Italia e in Germania i ragazzi conoscono e condividono la quotidianità dei loro nuovi amici in famiglia, a scuola e nel tempo libero. Sono coinvolti inoltre in diverse attività culturali e uscite nel territorio (come Venezia, Padova e Riviera del Brenta - Colonia, Düsseldorf e Aquisgrana). Il contatto continuo permette a tutti i partecipanti di migliorare la conoscenza rispettivamente della lingua tedesca e della lingua italiana studiate a scuola. Le amicizie nate negli anni scorsi tra studenti che hanno preso parte a precedenti edizioni di questo scambio proseguono tuttora non solo in rete, ma con visite reciproche e vacanze insieme. Parlate con Chiara, Davide, Alessandro, Annachiara... Gli studenti di seconda e terza coinvolti quest’anno erano tutti alla prima esperienza di scambio. Dopo i contatti via e-mail e facebook hanno atteso con impazienza di incontrare personalmente i compagni all’arrivo in aeroporto e hanno subito sperimentato cosa significhi fare da interpreti per i loro genitori. Forti emozioni anche una settimana dopo quando, alla partenza degli amici, i saluti e gli abbracci sono stati spesso accompagnati da qualche lacrima. Per fortuna ci si rivede a settembre e l’estate passa presto... Alcune testimonianze Anastasia e io abbiamo molto in comune e non è stato certo difficile parlare con lei. Mi sono piaciute le attività organizzate per la settimana in Italia. Non vedo l’ora di andare in Germania. Rusu Joana - 2F È stata davvero una bella esperienza, persino migliore di quanto mi aspettassi. Ho scherzato e mi sono divertito parlando in tedesco! Incredibile: studio questa lingua solo da quest’anno. Con Joseph continuo a sentirmi molto spesso. Alberto Maretto - 3AR Annabelle è la sorella di Stephan che ha partecipato allo scambio tre anni fa! È una ragazza aperta e disponibile, pensate che riusciva a comunicare anche con la nonna, nonostante l’età e le lingue diverse. Verrà a trovarmi già quest’estate. Giorgia Dovico - 3BI