pdf L`imPiccione - anno III - n° 2 - Giugno 2012

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L’imPiccione
Giugno 2012
Pag. 1
L’imPiccione
Periodico di informazione dell’I.T.C.S. «Maria Lazzari» di Dolo (VE)
Anno III n. 2 Giugno 2012
Editoriale
Dante o De Andrè
Vince il populismo
Un intero consiglio di istituto si
mobilita per chiedere alla giunta
comunale di Bologna di cambiare
nome a una scuola secondaria. Il
nome proposto è quello di Fabrizio De Andrè. Quello precedente?
Dante Alighieri. E il Comune cosa
fa? Approva. Con una magniloquente «delibera»: «La produzione
artistica di Fabrizio De Andrè, ponendo l’ attenzione verso gli esclusi e verso il senso profondo della libertà interiore, ha saputo dimostrare che anche la canzone, quando è
opera di alto livello, si configura
come nuova letteratura e nuova
poesia popolare e che, proposta
ai ragazzi con l’ immediatezza del
linguaggio musicale, può avviarli
ed accompagnarli in un percorso di
appropriazione della cultura in tutte le sue forme espressive sino alle
più complesse». Niente da dire sulla grandezza di De Andrè, cantante
e cantautore eccelso. La solita banalità, però, (lo dimostra la «delibera») lo vorrebbe poeta, come se
non gli bastasse la qualifica di ottimo cantante; ma i poeti sono altri,
che in compenso non sono cantanti
né cantautori, così come gli ottimi
pittori non necessariamente sono
ottimi imbianchini, anche se questi e quelli lavorano con il colore.
Bisognerebbe poter entrare nelle teste dei prof che hanno preso
questa iniziativa per capire cosa
li ha spinti a rinunciare a Dante
Alighieri. Troppo abusato? Poco
trendy? Poco pop? Poco intonato?
Poco immediato? C’è un intollerabile populismo che ha invaso il
tessuto culturale e politico, per cui
tutto va programmaticamente confuso con tutto: il che è negativo in
linea generale, ma soprattutto è nefasto se applicato alla scuola, dove
invece bisognerebbe insegnare (e
imparare) a distinguere non solo i
valori ma le specificità, anche se
le antologie letterarie contemplano, a volte, i cantautori, e anche se
sono state consegnate lauree honoris causa alle star del rock e dello
sport. E poi, vedersi intitolare un
istituto scolastico, probabilmente
non piacerebbe neanche al grande
De Andrè, che ha fatto della marginalità anti-istituzionale la sua poetica. Infine, visto che siamo a Bologna: a quando un’ Università Lucio
Dalla? Paolo Di Stefano (Corriere
della Sera, 22 aprile 2012).
C’è da meditare gente! E sentite
questa: in seguito ai fatti di Brindisi ora abbiamo genitori e famiglie
che non vogliono più mandare i
figli a scuola se queste portano il
nome di giudici o magistrati che
hanno combattuto la mafia. C’è da
meditare gente!
Dentro la storia
A 19 anni in un lager
e la speranza di vita affidata a un clarinetto
Dopo che la nostra scuola ha
avuto il piacere di incontrare
Aldo Valerio Cacco, sopravvissuto ai lager nazisti e protagonista del libro-diario autobiografico, curato da Patrizio Zanella, Un clarinetto nel lager.
Diario di Prigionia 1943-1945,
un gruppo di ragazzi del biennio che ha aderito al progetto
teatro ha avuto l’onore di portare in scena un riadattamento
del libro.
Il progetto è stato curato dalle
proff. Luisa Favero, Antonella Rappini e Laura Modonese,
con la supervisione dell’esperta
attrice Martina Pittarello. Questo progetto è stato accolto con
molto entusiasmo dagli attori,
che non hanno esitato a mettersi in gioco e misurarsi con
questa sfida.
Il progetto si è articolato in
due fasi: nella prima il gruppo
leggeva e cercava di capire il
libro, nella seconda si passava
ad allestire lo spettacolo vero
e proprio. Il percorso è durato
quattro mesi, durante i quali ci
sono stati momenti di sconforto contrapposti da momenti di
felicità: per rappresentare un
diario autobiografico non ci si
può limitare a raccontare i fatti
bensì comunicare al pubblico la
carica emotiva di quelle parole
scritte in momenti di sconforto
totale, di paura, di tristezza, ma
anche parole di speranza, dove
traspare sempre l’attaccamento
alla vita dell’autore.
Poche parole che avrebbero
riassunto momenti di vita e sarebbero diventate testimonianza storica: un onere da portare
in scena per i giovani attori che
si è trasformato in onore.
Ed a coronare la loro “vittoria”
e felicità non sono stati tanto
gli applausi ricevuti dal pubblico ma le semplici parole di
un semplice grande uomo, il
signor Cacco, presente alla rappresentazione, il quale ha detto
ai ragazzi “Ho capito che avete
capito!”
Speriamo che in molti “abbiano
capito” e che si facciano carico
di “ricordare” a se stessi e agli
altri la tragedia umana vissuta
affinché ci sia più consapevolezza delle nostre azioni.
Enrico Giordano – I D
Grandi opere
in italia
di Gianluca Salmaso - Alberto Lazzarin
Pagina 2
Ho trovato lavoro!
di Sabrina Bertocco
Pagina 3
La LIM a scuola
Botta e risposta
di Diego Marchiori - Classe 2A
Pagine 4-5
Gli scambi culturali
in Europa
Pagine 6-7-8
L’imPiccione
Pag. 2
Giugno 2012
Grandi opere
Cercasi vera progettualità
Quando si deve fare qualcosa in Italia si forma subito un Comitato contro.
E se provassimo a condividere prima i progetti?
Non sapendo come cominciare
questo mio articolo su un tema
tanto scottante, mi son messo,
come sempre in questi casi, a
frugare nella mia libreria. Avere una libreria, una raccolta di
libri di vario genere, è sempre
fonte di ispirazione. Anche più
di internet, e questo caso ne è
l’ennesima conferma. Accatastato nel mezzo della letteratura
balneare eccola lì, la mia ispirazione.
Un librone grosso, copertina
cartonata verde, 280 pagine
buone di carta Kodak fotografica in formato abnorme. Il Passante di Mestre una strada per
l’Europa edito da Regione Veneto a cura di Passante di Mestre S.C.p.A. e Impregilo.
“Il Passante di Mestre è una realizzazione unica nel suo genere.
Per i tempi e per la progettazione condivisa, 32 chilometri di
autostrada sono stati realizzati in quattro anni e non in una
zona desertica, ma in uno dei
territori più densamente abitati
ed economicamente sviluppati
del nostro Paese. Mille ostacoli,
mille giudizi in Tribunale, mille
interessi di campanile bloccano tutte le opere pubbliche in
un Paese che è assolutamente
carente dal punto di vista infrastrutturale”.
Molto coreografica la premessa, un’introduzione coi fuochi
d’artificio alle successive trenta pagine di commenti, chiose
e “bene, bravo, bis” di quelle
autorità che il Passante l’han
voluto e realizzato e che, più
che giustamente, si concedono
il loro momento a peritura memoria.
Secondo i detrattori, opere faraoniche, titaniche (o, più semplicemente, “grandi”, come vuole
la vulgata corrente) sono inutili
a prescindere. I camion non devono esistere, i treni sì, ma solo
se non escono dalle stazioni e le
merci non devono spostarsi. Il
mondo globalizzato è out, biso-
Terremoto in Emilia.
17 morti, 16 mila sfollati
Si possono donare 2 euro
inviando un sms
al numero solidale
45500
Il ricavato andrà al fondo
della Protezione Civile
gna tornare all’autarchia rinominata “km 0”.
L’uomo costruisce, plasma il
mondo a sua immagine e somiglianza. Piega la natura alle sue
esigenze, erige monumenti a sé
stesso e al benessere della sua
specie, è nella sua natura.
L’Italia è un paese iellato, non
stiamo a raccontarcela, l’alta
velocità ferroviaria è a macchia
di leopardo, ci sono troppi aeroporti e troppo piccoli, autostrade spesso sovraffollate, carenti,
capaci di trasformare una gitarella domenicale in un esodo.
Migliorarsi non è un reato.
Checché ne dicano gli uomini
del “No”, gli indignados veri o
presunti, il progresso non è un
fenomeno arrestabile per il nido
del cuculo o per la beccaccia.
Va però posto l’accento sul
come vengano fatte le grandi
opere. Farle e basta è peggio
che non averle fatte. Cosa diranno i nostri figli di ciò che
abbiamo costruito? Cosa penseranno i nostri nipoti delle
nostre infrastrutture, di queste
lingue d’asfalto protese spesso fra il nulla e il deserto più
totale?
Manchiamo di pianificazione,
di idea di massima, di visione
presbite, e finiamo per fregarci
con le nostre mani. Prendiamo
Mestre, senza andare troppo distante. Una città nuova, nuovissima. Ha, in linea di massima,
mezzo secolo, eppure è un capolavoro della disfunzionalità.
Ha una tangenziale che la taglia
nel mezzo, un petrolchimico ai
piedi, un aeroporto sulla testa e
il vuoto infrastrutturale attorno.
Non parliamo poi di Genova,
con la sua Sopraelevata che è
tutto fuorché integrata nello
skyline.
Il problema maggiore, a mio
avviso, non è nel fare, anche se
pure da quel punto di vista facciamo di tutto per complicarci
la vita. Hanno torto gli estremisti del NO a tutti i costi, come
lo hanno quelli del SÌ sempre e
comunque. Il Paese ha bisogno
di progresso? Certamente, ne ha
una sete smodata, ma ha bisogno soprattutto di pianificazione e di organizzazione.
Ben vengano strumenti come il
project financing, la collaborazione dei grandi imprenditori,
ma lo Stato seguiti ad arrogarsi
il ruolo di macchinista, assieme
alla società civile, della locomotiva delle infrastrutture. Non
stia sempre a frenare, dimostri
di non essere quel petulante
socio occulto che s’è rivelato
finora.
Gianluca Salmaso – V AI
Il binario infinito
della Val di Susa
La Val di Susa è una terra di
fuoco e fiamme. Dal 1992 c’è
un’aspra lotta contro il progetto europeo della linea ad alta
velocità tra Torino e Lione.
Con l’apertura delle frontiere
europee, dovute agli accordi di
Schengen, l’Unione Europea ha
cercato di sviluppare il trasporto di merci e persone all’interno
della stessa area. Potendo esserci dei notevoli vantaggi per
la velocità di trasporto di persone e beni, con la Torino-Lione
si potrebbero creare numerosi
nuovi posti di lavoro. Come c’è
un fronte Pro-Tav, ce n’è uno
No-Tav. I No-Tav sono molto
numerosi e soprattutto rumorosi, movimentando l’opinione
pubblica. I No-tav si oppongono alla costruzione dell’opera,
portando avanti idee alternative
come la ristrutturazione dell’attuale linea ferroviaria tra Torino
e Lione. Per i contrari alla Tav,
la linea già presente è sottoutilizzata, quindi la costruzione di
una nuova linea sarebbe soltanto uno spreco di denaro pubblico collegato a un ingente impatto ambientale. Il 27 febbraio
scorso, Luca Abbà, un attivista
del gruppo dei No-tav, si è aggrappato ad un traliccio dell’alta tensione volendo testimoniare la sua contrarietà all’opera.
Nei pressi della zona erano presenti degli uomini delle forze
dell’ordine che ripetutamente
l’avevano avverto del pericolo
incombente. Dopo aver atteso
alcuni minuti, alcuni poliziotti
decisero di salire su per il traliccio per scoraggiare l’attivista
a scendere. Tutto ad un tratto,
Abbà fece una mossa sbagliata tra i cavi dell’alta tensione
e rimase scioccato all’istante.
Immediatamente si sono attivati
tutti i soccorsi del caso e l’uomo fu trasportato in ospedale
in gravissime condizioni. Abbà
trovò la forza di resistere durante le ore successive alla tragedia. Nella sera stessa, in alcune
città italiane come Milano e Torino, vennero organizzate delle
fiaccolate per tenere alta la speranza di una possibile sopravvivenza dell’attivista della Val di
Susa. Dopo pochi giorni, sciolta
la prognosi, il giovane riuscì a
scongiurare il pericolo di vita.
Ancora oggi però, la tensione
resta ancora molto alta e i lavori vengono spesso interrotti
perché minati dagli attivisti Notav. Nel bene e nel male l’opera
procede, anche se le polemiche
sono ancora aspre.
Alberto Lazzarin – V AI
L’imPiccione
Periodico di informazione dell’I.T.C.S.
«Maria Lazzari» di Dolo (VE)
Anno III N. 2 Giugno 2012
IN REDAZIONE
Enrico Giordano, Alberto Lazzarin,
Diego Marchiori, Gianluca Salmaso,
Patrizio Zanella
Hanno collaborato a questo numero
S. Basso Moro, F. Giurastante,
L. Modonese, A. Novello, A. Rappini,
G. Vettore, R. Cancellada, A. Benussi
Telefono: 3420548960
SITO INTERNET
Impiccione.wordpress.com
Anche su Facebook
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L’imPiccione
Giugno 2012
Ho trovato lavoro!
(E non è uno scherzo...!)
Vi ricordate di Sabrina? Nell’ultimo numero dell’«Impiccione»
si era lamentata perché nessuno
la prendeva in considerazione
e tanto meno rispondevano ai
suoi curriculum vitae. Il 12 gennaio scorso ci ha scritto di nuovo per dirci che ha trovato lavoro. Le diamo subito la parola
Le scrivo per esprimere la mia
grande gioia, l’anno è iniziato
alla grande, le avevo detto che
dovevo fare quello stage, ma
poco prima di iniziare mi è arrivata un offerta di lavoro diciamo stabile in apprendistato 3/4
anni di contratto, in uno studio
di una commercialista. Ho fatto il primo colloquio poi mi ha
richiamato per un secondo e
proprio ieri mi ha chiamato per
darmi la bella notizia che fra tutte le ragazze a cui aveva fatto il
colloquio vuole assumere me!
Oggi sono andata di nuovo nello
studio per accordarci, e da martedì mi tiene in prova qualche
giorno per farmi ambientare e
per farmi vedere un po’ come
funziona se mi piace l’ambiente
e sopratutto il lavoro. Di certo
come lavoro mi piace, è il lavoro per il quale ho studiato, sarò
nell’economia 8 ore al giorno,
e di certo imparerò moltissime
cose e approfondirò quello che
ho imparato in questi anni di
scuola passati... quindi che altro
dire, speriamo bene, la gioia è
tanta e appena vedrò l’assunzione fatta e tutto l’aggiornerò con
grande gioia!! (spero).
Due mesi dopo: Sono ufficialmente assunta con un apprendistato di 3 anni, mi trovo
veramente bene con la collega
e con la Dott.ssa. Il lavoro sta
diventando molto impegnativo
e faticoso, ma sto imparando
moltissime cose e sono felice.
La scuola che ho fatto nell’ambito dell’economia mi è servita
molto, anche se bisogna essere
sempre aggiornati quotidianamente.
Ho avuto molta fortuna, ma purtroppo ci sono ancora molte mie
ex compagne di classe che sono
ancora in cerca di lavoro, spero
per loro che riescano a trovar
un posto il prima possibile. Un
ringraziamento voglio farlo anche al Prof. Zanella che mi ha
sempre sostenuto e dato molti
consigli e lezioni di vita.
Sabrina Bertocco – V AI anno
scolastico 2010-2011
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Tappi di sughero
Metteteli al
loro posto
Il nostro istituto, tra le azioni
promosse dal progetto “DifferenziarSì”, ha aderito ad una
rete di raccolta di TAPPI di
SUGHERO promossa dall’azienda internazionale Amorim
Cork, che sostiene il processo
di riciclo dei tappi, devolvendo i proventi a delle ONLUS,
tra cui “Oltre il Labirinto” di
Treviso (che si dedica al sostegno delle persone affette da
Autismo). Un apposito cartone
contenitore, denominato “ETI-
CO” è presente nell’atrio della
scuola, vicino al centralino.
Tutti sono invitati a raccogliere
a casa e tra i propri conoscenti
i tappi di SUGHERO (attenzione a non confonderli con
quelli di materiale artificiale),
che altrimenti vengono gettati
nel rifiuto indifferenziato (secco). Con questa iniziativa ciascuno di noi può contribuire al
risparmio di risorse, al rispetto
dell’ambiente e ad una maggiore attenzione verso il sociale.
Sabrina carissima, rifarti i miei
più sentiti complimenti è più che
doveroso. Sento che hai la grinta giusta e la carica necessaria
per affrontare questo tuo impegno di vita. Chi ha visto in te
una persona affidabile, ha visto
bene. In ogni caso le vere dinamiche del lavoro ti si presenteranno più avanti... ora siamo
ancora nella fase della luna di
miele... (è comunque importante
che tu abbia trovato qualcosa
per iniziare a confrontarti col
mondo del lavoro e con le sue
tante e incredibili contraddizioni). Buon avvio dunque.
Curiosità DAL MONDO DELLA SCUOLA
Marinano la scuola. Intervengono i carabinieri
I carabinieri hanno dichiarato guerra agli studenti che “marinano” la scuola. Con un’operazione senza precedenti, i militari dell’Arma hanno acquisito le assenze in 82 scuole medie e superiori della provincia di Treviso e
hanno individuato 21 studenti che bighellonavano ai giardinetti, al bar o
vicino alle stazioni. Le famiglie sono state avvertite. I carabinieri hanno
passato a setaccio, seppure in modo molto discreto, i registri di più di ottanta scuole medie inferiori e superiori della Marca Trevigiana. Hanno acquisito dai presidi i nominativi degli studenti assenti proprio sulla base dei
registri di classe: poi, sono stati attivati dei controlli nelle aree a maggior
frequentazione giovanile, ad esempio vicino alle stazioni o nei parchi. Così
21 studenti sono stati trovati a zonzo durante l’orario scolastico anziché in
aula. L’esito dei controlli, che hanno avuto soprattutto un carattere preventivo contro possibili condotte a rischio, è stato comunicato ai genitori dei
diversi minori.
Il blitz delle forze dell’ordine ha scatenato naturalmente un’ondata di polemiche. Prudentemente d’accordo il mondo dei dirigenti, anche se non
mancano i distinguo. «È un atto doveroso, purché abbia finalità educative»
spiega il presidente del Liceo Artistico di Treviso, Antonio Chiarparin. «Il
tema è complesso e non ritengo si possa risolvere con servizi di questa
natura. Casomai vanno fatti degli interventi coordinati con il mondo sco-
lastico» aggiunge Francesco Tammaro, dirigente scolastico dell’istituto
comprensivo Felissent 3 che abbraccia anche due scuole medie. Critica la
reazione degli studenti: «È semplicemente una stupidaggine». E voi cosa
ne dite? (Corriere della Sera, 25 marzo 2012)
L’uomo del XXI secolo
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LIM / 1
La tecnologia va a scuola
Negli ultimi anni, l’avvento
delle nuove tecnologie ha investito anche il mondo della
scuola, che per tenersi al passo
coi tempi si è dotata di nuovi
computer, e di mega proiettori
passando per tessere magnetiche che registrano l’entrata degli studenti e microscopi con le
più sofisticate tecnologie.
Quella che però, ha destato una
grande curiosità nella tecnologia scolastica è la dotazione in
molte scuole della Lavagna Interattiva Multimediale (LIM).
Quella che molti proclamano
una vera e propria innovazione, una proiezione in anteprima
della scuola del futuro.
Ma è veramente così? Davvero
questo nuovo tipo di tecnologia
è in grado di rivoluzionare il
mondo scolastico, e migliorare
l’apprendimento degli studenti
oltre che le modalità di insegnamento dei professori? Sono
in molti a sostenere che non è
così.
Finora infatti, questo progetto
non ha ancora dato delle risposte tanto forti da sostenere che
si è in presenza di uno stru-
mento in grado di migliorare
il futuro scolastico delle nuove
generazioni.
C’è da dire che non stiamo parlando di uno strumento da buttare al macero però è altrettanto
vero che la cosa è stata venduta
ad una classe insegnante colta
impreparata dalla novità, che ha
creduto di avere tra le mani lo
strumento del secolo ma che in
realtà non sa ancora bene cosa
possiede e bisogna lasciare loro
del tempo per adeguarsi all’utilizzo del nuovo strumento.
Bisogna essere realisti il corpo
docente non conosce tutte le
qualità che questa nuova tecnologia può dare, o se le conosce non sa sfruttarle al meglio
come è normale che sia, passare da una lavagna in ardesia ad
una lavagna touch screen con
accesso a internet è un bel salto è come dire ad un bambino
che gira in bicicletta di guidare
un’auto, sa che bisogna tenere
il volante ma non sa tenerla in
strada.
Insomma, ad oggi si sa che la
LIM è uno strumento di lavoro che può agevolare molto
il compito degli insegnanti e
l’apprendimento degli studenti,
ma affinché questo possa avvenire c’è bisogno di una scuola
moderna, con un computer
per ogni studente, connessione
veloce a internet, ampio set di
applicazioni, orario flessibile e
tavoli mobili, insomma un luogo di lavoro adatto.
La LIM ha bisogno di tutto ciò
affinché le sue capacità siano
sfruttate a pieno, il viale che
porta alla scuola del futuro è
ancora lungo ma le possibilità
che questa nuova tecnologia
esprime, rivoluzionerà il metodo di studio delle prossime
generazioni.
Diego Marchiori – V AI
LIM / 3
Noi pensiamo questo...
Siamo grati agli studenti della
II A per il loro contributo e la
loro testimonianza. Le nostre
riflessioni non erano certo rivolte a loro, ma si limitavano
a riportare qualche autorevole parere sull’argomento relativo all’impiego della LIM
a scuola. La preparazione degli insegnanti, la banda larga
e l’uso in contemporanea dei
libri cartacei… Solo un mixer equilibrato di questi tre
elementi potrà fare emergere
in futuro tutto il valore della
LIM a scuola. Per continua-
re la riflessione proponiamo
il giudizio di alcuni esperti
(questa volta con tanto di
nome e cognome).
1. «Attenzione a non lasciarsi incantare dal marketing
formativo...». È il monito di
Piercesare Rivoltella docente
di Tecnologie dell’istruzione
e dell’apprendimento all’Università Cattolica di Milano,
re-sponsabile del Centro di
ricerca per la formazione ai
media all’informazione e alla
tecnologia, e autore per Corti-
na del volume Neurodidattica
di prossima uscita. «Quando
si tratta di nuove tecnologie
nella scuola il rischio è di
abbandonare una seria riflessione sull’apprendimento per
cedere invece al sensazionalismo. Dobbiamo abbassare
i toni e arrivare a considerare
lavagne multimediali o tablet
come normali dispositivi che
possono aiutare nella didattica evitando di attendere da
essi la soluzione di ogni problema o – peggio – di ritenerli
strumenti per attrarre studen-
ti nel proprio istituto. Resto
piuttosto scettico riguardo a
un inserimento massiccio e
indiscriminato delle tecnologie nelle classi: credo siano
meglio le esperienze in cui si
parte gradualmente e si cura
in particolare la formazione
degli insegnanti» (Avvenire, 6
marzo 2012, p. 3).
2. «In Italia l’introduzione
delle LIM è relativamente
recente e in fase di rapido
sviluppo; per poter effettuare
una valutazione degli impat-
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LIM / 2
A proposito di un articolo ingeneroso
Siamo gli studenti della classe
2a A, ovvero la classe 2.0 del
“Lazzari”.
Un paio di mesi fa, ci siamo
sentiti direttamente coinvolti
nel pesante giudizio espresso
nell’articolo il cui tema principale era l’insegnamento ed apprendimento nelle classi dotate
di L.I.M. (Lavagna Interattiva
Multimediale) e personal computer.
C’era scritto che, in base ad alcune ricerche statunitensi (delle quali non si è menzionato
però alcun riferimento ad esse
riconducibile), il “metodo sperimentale” risultava scadente e
controproducente sotto qualsiasi punto di vista. Noi possiamo
parlare per esperienza diretta in
quanto stiamo sperimentando
questo nuovo approccio scolastico sulla nostra pelle e, di conseguenza, possiamo esprimere
un nostro giudizio come testimonianza dei risultati ottenuti
o meno.
In questa sperimentazione, siamo ancora all’inizio del nostro
lungo viaggio e, di conseguenza, il giudicare una qualsiasi
cosa ancor prima che abbia concluso il suo percorso ci sembra
quantomeno azzardato. Come
in ogni cosa, ci sono ovviamente i punti di vantaggio e svantaggio.
Svantaggio. È vero, in alcune
materie siamo indietro con il
programma. Vantaggio. Tuttavia va considerato che in ogni
cambiamento ci sono dei tempi
di adeguamento: non dobbiamo
limitare la nostra valutazione a
un effetto immediato, ma a un
effetto stabile e di lunga durata.
I ricercatori non impiegano forse mesi o anni prima di scoprire
medicine che poi saranno universalmente valide? Così noi
stiamo cercando la strada per
sperimentare un metodo nuovo
e migliore che possa essere applicato su larga scala.
Noi riteniamo che i computer e
la lavagna multimediale siano
una grande opportunità: infatti
come ulteriore punto di vantaggio possiamo sicuramente
confermare che, utilizzando la
lavagna multimediale, si possono effettuare ricerche molto più
facilmente e in tempi più brevi
rispetto alla consultazione dei
libri. Libri che, già dall’anno
prossimo, potremo sostituire
con gli e-book (libri multimediali, che si possono sfogliare
nel PC): così facendo avremo
tutto il necessario scolastico (ed
anche più) con meno peso da
portare sulle spalle.
Tutto il lavoro è condiviso in un
social network di classe: www.
sabbione2.ning.com a testimo-
nianza di quanto prodotto. Abbiamo imparato a fare ricerca,
ad approfondire, a collegare
diverse discipline superando la
divisione degli argomenti per
arrivare a una visione più ampia
del sapere. Nell’articolo, sono
stati illustrati solo gli aspetti negativi del nuovo metodo; secondo noi un’informazione corretta
dovrebbe prendere in considerazione più punti di vista e permettere di avere un’idea anche
degli aspetti positivi che questo
cambiamento può portare.
Non sappiamo se lo studio tecnologico sostituirà quello tradizionale, ma davanti alle cose
che subiscono un’evoluzione,
non possiamo tapparci gli occhi
o temere.
Dopo la scoperta dell’America,
ci vollero anni prima che il caffè si diffondesse in quanto considerato “bevanda del diavolo”:
vogliamo ripetere lo stesso errore?
La classe 2a A
ti, tuttavia, i dati sono ancora
poco rappresentativi. Secondo le indicazioni fornite dallo
stesso MPI (Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’Autonomia scolastica Piano per
la diffusione delle Lavagne
Interattive Multimediali) le
esperienze relative all’utilizzo della Lavagna multimediale interattiva in Italia
sono limitate e riconducibili
a esperienze ancora locali.
Le prime sperimentazioni si
sono date a partire dal 2006.
I progetti conclusi sono relativamente pochi rispetto a
quelli ancora in corso (…).
Il progetto è ancora in atto
e molte scuole stanno ricevendo ora le prime lavagne
interattive. Le analisi condotte sulle prime esperienze
ad oggi concluse offrono risultati significativi. Sulla valutazione dell’impatto della
LIM nel contesto scolastico
si sofferma l’analisi presentata a Cagliari nel maggio 2010
relativa al progetto DiGiScuola che ha coinvolto 2449
insegnanti e 128 dirigenti.
Dal monitoraggio emerge
che i docenti tendono ad essere mediamente soddisfatti
dall’introduzione della LIM
anche se insieme ai vantaggi
manifestano alcune perplessità. L’utilizzo di questa tecnologia è ancora limitato all’interno della normale attività
didattica, il 53,2% dei docen-
ti utilizza la LIM per meno
del 25% delle proprie ore. I
docenti non si sentono ancora completamente a proprio
agio nell’utilizzo dello strumento: il 53% dei docenti in
merito all’utilizzo dello strumento si colloca nei livelli intermedi della scala (per nulla
familiare-completamente familiare). Attraverso l’utilizzo della LIM però sono state
attivate forme di didattica più
interattiva: più del 70% dei
docenti afferma di condurre
le lezioni in modo attivo richiamando l’attenzione degli
studenti, gli stili di coinvolgimento degli studenti alle attività risulta prevalentemente
collaborativo (partecipa con
interventi, lavora alla LIM
per alcune attività c.a 25%)
e attivo (partecipa con interventi, è coinvolto con la LIM
per più del 25% delle attività
con la LIM). Dai dati emerge che gli studenti grazie alla
LIM aumentano i livelli di attenzione e motivazione, interagiscono maggiormente tra
di loro e con l’insegnante, si
sentono e sono al centro del
processo di apprendimento».
(Patrizia Cocchi è docente
di Storia e Filosofia presso il
Liceo Scientifico Giulio Casiraghi, Cinisello Balsamo MI.
Emiliana Murgia è docente di
scuola primaria presso l’Istituto Onnicomprensivo Stoppani di Milano).
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Quando l’estero si chiama “Comenius”... e non solo
Gli scambi culturali fra varie scuole in Europa
Un’educazione multiculturale per affrontare con più strumenti le sfide della globalizzazione
Spesso hanno nomi che richiamano “grandi” del passato, come
Erasmo da Rotterdam o Leonardo da Vinci, Socrate o Comenio
(quest’ultimo, vissuto nel XVII
secolo, è stato teologo, filosofo
e pedagogista e riteneva che solo
attraverso l’educazione l’uomo
potesse dispiegare le sue piene
potenzialità e condurre una vita
armoniosa. È considerato uno dei
padri fondatori della pedagogia
moderna), ma il concetto rimane
lo stesso: fare un’esperienza all’estero, durante o dopo gli studi, è
fondamentale.
Venendo ai fatti di casa nostra, i
progetti Comenius multilaterali
sono dei “pluri-gemellaggi”, che
in un arco temporale piuttosto
lungo, due anni scolastici, uniscono più scuole europee.
Il Lazzari ha sempre avuto una
vocazione europea ed internazionale: lo testimoniano i numerosi
scambi organizzati da molti anni
dal nostro istituto, con i Paesi
Bassi, la Francia e la Germania.
Dal 2009 l’istituto è diventato
ancora più europeo, usufruendo
di due consecutivi finanziamenti dell’Unione Europea pari a
40,000 euro complessivi. Questi
hanno consentito a trenta ragazzi
di andare in Turchia, Francia, Polonia, Gran Bretagna e Germania,
a costo zero, e permetterà a una
decina di altri allievi di recarsi
gratuitamente in Francia e in Norvegia, prima della fine del 2012!
Al progetto hanno lavorato le
prof. di inglese, la prof. A. Solida,
che ha curato il social network dedicato al progetto, basta andare su
Gruppo Comenius in Inghilterra.
http://telltalethrills.iremebru.com.
Vi troverete le fiabe e leggende
dei paesi partner e quelle scritte
dai nostri ragazzi.
Il secondo progetto Comenius ha
preso il via nel settembre scorso e
si concluderà nel giugno del 2013,
e ci vede gemellati con una scuola
inglese, una scuola tedesca, una
scuola francese ed una scuola
norvegese.
Al progetto stanno lavorando
alacremente una trentina di ragazzi delle classi seconde e terze.
I docenti coinvolti sono le prof.
di inglese (Fulvia Cuni, Flavia
Giurastante, Laura Modonese,
Antonella Rappini, Antonella Novello), ed inoltre le proff Luisa
Favero, Eva Puntel e Maria Luisa
Trevisan.
Il progetto ha come tema il viaggio
culturale alla scoperta dell’identità
attraverso varie forme espressive:
la scrittura creativa, la musica, la
pittura, la scultura ed il teatro.
Per le prime tre mobilità i ragazzi
si sono cimentati nella scrittura di
saggi creativi in lingua inglese,
nella creazione di una canzone,
nell’apprendimento di una canzone popolare inglese, nella stesura
e rappresentazione di varie scene
teatrali, in un cortometraggio e
in un balletto, coadiuvati dagli
esperti esterni Basso Barbara (coreografa), Roberto Bettio (prof. di
musica), Gianni Ferraretto (regista), Giuseppe Laudani (prof. di
musica), Andrea Pennacchi (attore) ed Alberto Toso Fei (scrittore).
I lavori possono essere visti nel
Gruppo Comenius a Burano.
social network dedicato al progetto, http://thyself.ning.com Siamo
a tre quinti dell’opera... ci aspetta
tanto lavoro ancora... ma anche
un fantastico viaggio in Norvegia,
a fine settembre. E tutti i partner
ci faranno visita tra meno di un
anno, nel marzo del 2013.
Le testimonianze di alcuni studenti
È stato fantastico!
La mia avventura è cominciata
quando sono stata selezionata
per la prima mobilità in Inghilterra. Quasi non
ci credevo che sarei partita per
questa meravigliosa esperienza.
La partenza era prevista per il 13
novembre ed il ritorno per il 17
novembre 2011. Nei giorni precedenti la partenza io e le mie compagne di viaggio, oltre ad essere
molto emozionate, ci siamo preparate per affrontare al meglio il
suolo inglese. Il tema della prima
mobilità era rappresentare con degli oggetti, da inserire in una valigia, il nostro Paese. Inoltre dovevamo preparare una scena teatrale
da rappresentare in Inghilterra.
Posso dire che la preparazione per
la scena è stata la più divertente
in assoluto, ci siamo fatti tante
risate.
La partenza è arrivata all’improvviso e noi non resistevamo
più. Per noi era la prima volta
che viaggiavamo in aereo ed è
stato strepitoso. Il primo giorno
l’abbiamo passato tra aeroporti e pullman per raggiungere il
college Wycliffe nella località di
Stonehouse, a sud-ovest dell’Inghilterra.
Successivamente ho raggiunto
la casa della mia famiglia. Dalla
stanchezza mi “sono tuffata” subito sul letto precipitando in un
sonno profondo. Posso dire però,
che sono stati i cinque giorni più
divertenti della mia vita. Ho avuto la possibilità di conoscere usi
e costumi di questo meraviglioso
paese e ho conosciuto fantastiche
persone.
Il soggiorno a scuola è stato impegnativo, ma divertente. La famiglia che mi ospitava è stata molto gentile e disponibile e la mia
corrispondente inglese è senza
dubbio una persona meravigliosa. Anche se ho potuto constatare che i ragazzi inglesi sono più
introversi rispetto a noi italiani,
ma tutto sommato sono simpatici. La parte più bella di questa
avventura è stata sicuramente la
visita a Londra. È semplicemente
stupenda, perché è una città ricca
di monumenti unici e particolari
oltre che a essere tra le più famose
e visitate al mondo.
Alessia Santiglia – II AI
La partenza è la fine
di tutto un percorso
L’esperienza del Comenius è
un’esperienza diversa da quella
di un normale scambio. Qui non
parti solo per imparare una lingua
Giugno 2012
ma parti per portare le idee, tue e
dei tuoi compagni di progetto, davanti a persone di altri paesi.
La partenza verso un altro paese europeo, però, è solo una parte
del progetto, forse la meno importante. La parte più importante
è il lavoro di gruppo che ci sta
dietro, l’incontrarsi al pomeriggio
per preparare gli elaborati da mostrare, l’impegno nel farlo costantemente, l’inventiva nel trovare
sempre idee nuove e simpatiche.
La partenza segna solo l’inizio
della seconda parte del progetto.
In collaborazione con gli altri ragazzi, provenienti da diverse nazionalità europee, si svolge tutta
una serie di attività quali le discussioni, lo svolgimento di scenette e l’illustrazione del lavoro
svolto a “casa”. Al ritorno il ciclo
ricomincia.
Alice Levorato – III BI
Ho conosciuto
un nuovo mondo
I progetti Comenius nascono da
un desiderio di avvicinamento tra
culture di varie nazioni.
I due progetti a cui la nostra scuola ha aderito come scuola partner
sembra siano piaciuti molto all’Unione Europea, che ha finanziato
entrambe le iniziative, dando agli
studenti che vi hanno aderito la
possibilità di partecipare gratuitamente alle mobilità nei paesi
stranieri.
Io ho preso parte al primo dei due
Comenius menzionati, che ha previsto quattro mobilità, rispettivamente in Italia, Francia, Turchia e
Polonia, e per i quali è stato stabilito un numero massimo di otto
persone a nazione, per un totale di
trentadue, tra alunni e professori.
La mia destinazione era la Polonia, penultimo giro di scambi,
prima dell’Italia, dove sono stati
ospitati i ragazzi francesi, turchi e
italiani, nell’ottobre del 2010.
Nel momento in cui mi è stato
L’imPiccione
proposto questo viaggio l’entusiasmo non era propriamente incontenibile: avevo già partecipato
ad altri scambi interculturali, con
Germania e Olanda, e la Polonia
non rientrava tra i paesi che avrei
voluto visitare, per il semplice
motivo che non la consideravo
una meta turistica, o culturale.
Ma non avevo idea di quanto
questo mio atteggiamento fosse
sbagliato.
Il ragazzo a cui ero stato abbinato si chiamava Daniel. Tra di noi
è nata una bella amicizia. Già
durante il primo giorno da me
trascorso a casa sua qualsia-si distacco emotivo era stato abbattuto.. Lui e la sua famiglia mi hanno
fatto sentire come a casa mia.
Durante quella settimana ho realmente afferrato l’essenza del progetto, che mi ha permesso di conoscere a fondo una cultura prima
sconosciuta, e quasi disprezzata.
Ho così compreso che l’unica
differenza tra un diciassettenne
italiano e un quindicenne polacco
è la lingua, e ho superato i pregiudizi che nutrivo verso quel paese.
Alberto Cerato – V AR
Gruppo Comenius a Stoccarda.
4: Italia, Francia, Turchia e Polonia.
È stata una grande esperienza, che
ci ha insegnato che non bisogna
giudicare un paese basandosi su
dei pregiudizi, o sull’idea spesso
erronea che di quel paese possiamo avere. È stato molto positivo anche relazionarci con dei
coetanei in un’altra lingua (cioè
l’inglese): abbiamo capito quanto
importante sia potersi esprimere
bene in una lingua straniera comprensibile a tutti.
Sono anche nati forti legami di
amicizia con i nostri compagni di
progetto, amicizie tuttora mantenute.
Nicola Racovita – V BM
Non bisogna giudicare
un paese basandosi su
pregiudizi
Essenziale per
Cari
lettori,
imparare una lingua
dopo una lunga
insistenza
da
parte della nostra insegnante
di inglese, ho
deciso di accettare di partire
verso un paese lontano e sconosciuto come la Turchia. La nostra
è stata la prima di una lunga serie
di mobilità Comenius. Si deve
però spiegare in cosa consisteva il nostro progetto. Le classi
partecipanti dovevano preparare
delle fiabe (popolari e inventate),
tradurle in lingua inglese e poi
esporle. I paesi partecipanti erano
La mia esperienza del Comenius
dell’anno scorso fatta in Polonia è
stata divertente ed educativa. Ho
imparato molte cose interessanti
dalla ragazza che mi ha ospitato
(Angelika), in più abbiamo scoperto di avere molto in comune:
la musica, i vestiti, insomma tutto, è stato come avere una sorella!
Penso che sia un esperienza che
ognuno dovrebbe provare, è un
ottimo modo per farsi degli amici, per affinare una lingua ed impararne un’altra e “spezzare” gli
stereotipi che si hanno di alcune
realtà geografiche.
Elisa Puliero – 5 AR
L’esperienza continua…
Gruppo Comenius a Bedzin.
Pag. 7
Il progetto Comenius del 2010
a cui abbiamo
preso parte comprendeva oltre
all’Italia e al
nostro istituto
“Maria Lazzari”
anche le scuole di Francia, Polonia e Turchia. Io (Alessio Giral-
di) e un mio compagno di classe
(Nicola Racovita), insieme ad altri alunni del Lazzari, siamo stati
ospitati dalle famiglie di alcuni
ragazzi e ragazze turchi per una
settimana. All’inizio eravamo
diffidenti riguardo al paese che
avremmo dovuto visitare ma
dopo questa esperienza devo dire
che ne è valsa la pena. Il viaggio è
stato molto bello e istruttivo poiché abbiamo migliorato le nostre
conoscenze della lingua inglese e
soprattutto siamo riusciti a creare
dei rapporti di amicizia che sono
continuati, per molti di noi, attraverso Facebook o altri social
network.
Alessio Giraldi – V BM
Non basta solo
la voglia di visitare
un paese nuovo
Avendo partecipato sia a un normale scambio culturale che ad un
progetto Comenius in Inghilterra,
ho notato alcune importantissime
differenze: nel primo si prende
parte per imparare la lingua, visitare il paese e soprattutto vivere l’esperienza di abitare con una
famiglia locale; mentre in un progetto Comenius, o perlomeno nel
mio caso, ciò che è stato importante è stata soprattutto l’attività
svolta all’interno della scuola, il
lavorare insieme su uno o più argomenti di interesse comune.
Questo permette a chi partecipa
non solo di mettersi alla prova
con la lingua e conoscere ed apprezzare altre abitudini, ma anche
di esprimere le proprie idee su
importanti argomenti ed imparare
ad accettare i punti di vista degli
altri. Ovviamente per raggiungere
l’obiettivo c’è bisogno di molto
impegno e lavoro, quindi non bisogna iniziare solo con l’intenzione di visitare un paese nuovo!
Sara Babato – III AI
Pag. 8
L’imPiccione
Quando l’estero si chiama...
“PontCharra”
Per il secondo anno consecutivo il nostro istituto ha organizzato uno scambio culturale
con la Francia e precisamente
con il Lycée “Pierre du Terrail”
di Pontcharra (Grenoble), che
ha coinvolto 31 allievi delle
classi seconde e terze. Hanno
partecipato con entusiasmo al
soggiorno in Francia che si è
svolto dal 27 febbraio al 5 marzo e alla seconda fase in Italia,
con l’ospitalità dei corrispondenti francesi, dal 28 marzo
al 4 aprile. Dai questionari di
gradimento fatti compilare ai
ragazzi nell’ultimo periodo
dell’anno scolastico, è emerso
che quest’esperienza ha avuto
senza alcun dubbio un riscontro
positivo, non solo
sul piano linguistico e culturale,
ma anche a livello
umano. A riprova
di ciò, sono nati
dei
rapporti d’
amicizia destinati
a durare; infatti alcuni allievi stanno
progettando di recarsi nuovamente
in Francia durante
le vacanze estive.
Quando l’estero si chiama...
“Winschoten”
Anche quest’anno, seguendo
una tradizione decennale, si è
svolto lo scambio Italia-Olanda, che vede coinvolto il nostro
istituto in collaborazione con il
Dollard College di Winschoten. L’esperienza iniziale nasce dall’esigenza di incontrare
persone e luoghi nuovi, diversi,
talvolta scomodi ma pur sempre fonti culturali arricchenti
e di avere l’opportunità di praticare la lingua studiata in entrambi gli istituti, l’inglese.
Recandosi in questo paese all’inizio di novembre i nostri studenti, infatti, hanno avuto l’opportunità di incontrare studenti
di cinque nazionalità diverse:
olandese, inglese, polacca, spagnola e giapponese e di lavorare
con loro a un progetto di crescita
e di apertura basato sui principi
del cooperative learning; i ragazzi, divisi in gruppi multietnici dalle colleghe olandesi, hanno organizzato il proprio gruppo seguendo l’organigramma di
una società, individuando fra i
propri membri: il CEO (Chief
Executive Officer), il Creative
Design Director, il Marketing
Director e l’Operation Director, dividendosi compiti e opportunità, scoprendo ogni giorno le potenzialità proprie e dei
compagni di viaggio, cimentandosi in ambiti diversi rispetto al
percorso scolastico. Come per
ogni scambio, l’opportunità
che questa mobilità offre ai ragazzi interessati è un momento
di crescita non solo culturale
ma soprattutto personale, perché sia nel ricevere l’ospitalità
sia nel darla si scoprono competenze ed abilità trasversali utili
per la vita. In marzo lo scambio
è stato ricambiato e si è cercato
di lavorare anche in Italia con le
stesse modalità, per proseguire
nell’esperienza intrapresa in
Olanda senza limitare l’occasione ad una visita guidata. A
fine scambio è stato compilato
un questionario di gradimento
sia dai ragazzi olandesi sia da
quelli italiani con risultati molto positivi.
Alcune testimonianze
Era la prima volta che visitavo
il paese poiché ero curiosa di
conoscere il luogo e d’incontrare una persona di una realtà a me sconosciuta. In Olanda è stato divertente anche se
ho avuto qualche difficoltà ad
abituarmi alla quotidianità
olandese. È stato impegnativo
il lavoro a scuola ma la sua
realizzazione è stata soddisfacente. Molto interessante è stato anche vedere come funziona
l’istituto e scoprire i diversi
ruoli occupati dagli studenti.
Ritengo che qualora ce ne fosse
la possibilità sarebbe un pecca-
Giugno 2012
to non cogliere l’occasione.
Anna Zornetta – 4
Un’esperienza interessante che offre la
possibilità di scoprire
nuove usanze e modi
di vivere e di mangiare. Un’occasione di
fare nuove amicizie,
che possono durare a lungo nel
tempo. Il lavoro prodotto a scuola, infine, è stato il frutto di una
collaborazione tra ragazzi di paesi diversi.
Marianna Cavallaro – 4 AI
È stato molto divertente. Ho
imparato nuovi modi di dire
e ho praticato tanto la lingua
e non vedo l’ora di visitare il
paese.
Davide Ultini – 2A
Quando l’estero si chiama...
“Schwalmtal”
Schwalmtal am Niederrhein
è una cittadina tedesca della
Westfalia a circa 50 km da Colonia e da Düsseldorf . Il locale
liceo “St.Wolfsheim” è da vari
anni nostro partner per uno
scambio linguistico con ospitalità reciproca che interessa
una ventina di studenti delle
classi seconde e terze. In aprile le famiglie italiane ospitano
per una settimana i partner dei
propri figli mentre le famiglie
tedesche ricambiano l’ospitalità accogliendoci nelle loro case
a settembre dello stesso anno
solare. Durante la permanenza
in Italia e in Germania i ragazzi conoscono e condividono
la quotidianità dei loro nuovi
amici in famiglia, a scuola e nel
tempo libero. Sono coinvolti
inoltre in diverse attività culturali e uscite nel territorio (come
Venezia, Padova e Riviera del
Brenta - Colonia, Düsseldorf
e Aquisgrana). Il contatto continuo permette a tutti i partecipanti di migliorare la conoscenza rispettivamente della lingua
tedesca e della lingua italiana
studiate a scuola.
Le amicizie nate negli anni
scorsi tra studenti che hanno
preso parte a precedenti edizioni di questo scambio proseguono tuttora non solo in rete, ma
con visite reciproche e vacanze
insieme. Parlate con Chiara,
Davide, Alessandro, Annachiara... Gli studenti di seconda e
terza coinvolti quest’anno erano tutti alla prima esperienza
di scambio. Dopo i contatti via
e-mail e facebook hanno atteso
con impazienza di incontrare personalmente i compagni
all’arrivo in aeroporto e hanno
subito sperimentato cosa significhi fare da interpreti per i loro
genitori. Forti emozioni anche
una settimana dopo quando,
alla partenza degli amici, i saluti e gli abbracci sono stati
spesso accompagnati da qualche lacrima. Per fortuna ci si
rivede a settembre e l’estate
passa presto...
Alcune testimonianze
Anastasia e io abbiamo molto
in comune e non è stato certo
difficile parlare con lei. Mi
sono piaciute le attività organizzate per la settimana in Italia. Non vedo l’ora di andare in
Germania.
Rusu Joana - 2F
È stata davvero una bella
esperienza, persino migliore
di quanto mi aspettassi. Ho
scherzato e mi sono divertito
parlando in tedesco! Incredibile: studio questa lingua solo da
quest’anno. Con Joseph continuo a sentirmi molto spesso.
Alberto Maretto - 3AR
Annabelle è la sorella di
Stephan che ha partecipato
allo scambio tre anni fa! È una
ragazza aperta e disponibile,
pensate che riusciva a comunicare
anche con la nonna, nonostante l’età
e le lingue diverse.
Verrà a trovarmi già
quest’estate.
Giorgia Dovico - 3BI