Leggofacile sulla ricerca

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Leggofacile sulla ricerca
LEGGOFACILE
sulla ricerca clinica.
Sperimentazione
di nuove e migliori cure
l Lo studio clinico
l Partecipare a uno studio clinico
l Il metodo e le fasi
l Le garanzie
Per la partecipazione consapevole di
pazienti, familiari e cittadini
PRESENTAZIONE
Tutti desideriamo una vita sana e libera da malattie per noi e
per le persone a cui vogliamo bene. Questo obiettivo dipende
in gran parte dai nostri stili di vita e dalle scelte politiche per
la salute. Se però ci ammaliamo speriamo sempre che ci siano
farmaci o presidi medici capaci di guarirci o di farci vivere meglio la nostra malattia.
A cura di
Regione Toscana
Direzione generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale
Settore Ricerca, Innovazione e Risorse umane
In collaborazione con
Comitato Etico per la sperimentazione clinica della Regione Toscana
Sezioni:
Comitato Etico Area Vasta Centro
Comitato Etico Area Vasta Nord Ovest
Comitato Etico Area Vasta Sud Est
Comitato Etico Pediatrico
Tavolo di lavoro della Consulta per le sperimentazioni cliniche ex DGR n. 788/2006 con
rappresentanti delle Aziende sanitarie e delle Aziende farmaceutiche partner firmatarie
del Protocollo d’intesa con la Regione Toscana.
Stampa 2014
La ricerca scientifica consente il progresso della medicina attraverso la realizzazione di studi clinici (sperimentazioni cliniche o trials clinici) che, coinvolgendo direttamente le persone,
comprendono le cause, lo sviluppo e gli effetti delle malattie,
migliorano la prevenzione e la diagnosi, rendono disponibili
sempre migliori interventi terapeutici e garantiscono l’appropriatezza di quelli già in uso.
La partecipazione informata e consapevole delle persone alla
sperimentazione clinica è dunque molto importante, anche
per orientare il progresso medico verso priorità sempre più
adeguate ai bisogni reali delle persone.
In questo opuscolo sono raccolte le informazioni di base per
comprendere cosa sono gli studi clinici, a cosa servono e cosa
è importante sapere prima di decidere di prendere parte ad
uno studio clinico.
Queste informazioni non esauriscono tutto quello che è utile
sapere sull’argomento, ma stimolano l’interesse al tema della sperimentazione clinica, per realizzare una partecipazione
consapevole e informata della cittadinanza ai processi della
ricerca, i cui benefici ricadono sulla salute di tutti noi.
INDICE
LEGGOFACILE
sulla ricerca clinica.
Sperimentazione
di nuove e migliori cure
STUDIO CLINICO
Cos’è
Tipologie
Come nasce
Quanto dura
Chi lo finanzia
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PARTECIPARE A UNO STUDIO CLINICO
Perché partecipare
Eventuali rischi
Effetti collaterali
Sperimentazione per i bambini
Ruolo del medico o del pediatra di famiglia
I ricercatori
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Il METODO E LE FASI
Trattamento scientificamente provato
Metodologia della ricerca
Fasi della sperimentazione clinica di un nuovo farmaco
Cos’è un placebo
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LE GARANZIE
Il protocollo di uno studio clinico
Il Comitato etico
Il consenso informato
Criteri di partecipazione
Ritirarsi da uno studio clinico
APPROFONDIMENTI
Link utili
Normativa e codici di riferimento
Al centro del libretto è presente il modulo
staccabile con le domande da fare al medico dello
studio clinico prima di decidere se partecipare.
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STUDIO CLINICO
COS’È
É uno studio scientifico finalizzato ad aumentare la conoscenza su un determinato stato patologico e a testare sulle persone un trattamento sperimentale (medicinali, procedure diagnostiche o terapeutiche non farmacologiche) e valutare i suoi effetti clinici in termini di sicurezza ed efficacia per una
patologia che non ha una cura adeguata o per la quale si ritiene che il nuovo
trattamento possa essere migliore rispetto ad uno già in uso. Altri scopi per
i quali uno studio può essere condotto sono studiare gli effetti collaterali di
una terapia efficace o la sua utilità anche per un’altra patologia; indagare
l’efficacia e la sicurezza di un nuovo esame diagnostico o di un dispositivo
medico (ad esempio una protesi d’arto) o di un nuovo approccio chirurgico.
A volte si fanno studi clinici per vedere tra terapie egualmente efficaci quale costa meno, o quale comporta meno sforzo organizzativo per il sistema
sanitario.
TIPOLOGIE
Gli studi clinici si dicono sperimentali quando le modalità di intervento sono
rigidamente stabilite dai ricercatori sulla base delle esigenze dello studio
stesso: si dicono studi osservazionali quando i pazienti sono osservati nella
normale pratica, cioè quando i medici si limitano come ricercatori, a raccogliere i dati relativi a quelle cure. Gli studi epistemologici servono invece a
capire come le malattie siano distribuite nella popolazione e con che frequenza, anche al fine di definire le politiche sanitarie o le strategie di prevenzione.
COME NASCE
L’idea per uno studio nasce in genere dai ricercatori che, sulla base dell’esperienza e seguendo spesso una loro originale intuizione, compiono prove di
laboratorio e su animali per validare la loro ipotesi. Questa fase, detta preclinica, dura molti anni, e solo i trattamenti sperimentali con maggiori possibilità di successo, passano alla fase clinica, cioè vengono studiati attraverso
sperimentazioni che coinvolgono soggetti umani (gli studi clinici appunto).
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QUANTO DURA
Lo sviluppo di un nuovo trattamento medico può durare moltissimi anni
(anche 15 anni dalla fase pre-clinica alla registrazione del nuovo farmaco).
Un singolo studio clinico, invece, dura in genere da alcuni mesi ad alcuni
anni, e prevede anche una fase di follow-up durante la quale i pazienti arruolati nello studio vengono seguiti dai medici ricercatori e sottoposti ad
esami clinici e diagnostici per verificare gli esiti del trattamento e garantire
la loro sicurezza.
CHI LO FINANZIA
La ricerca clinica può avere differenti fonti di finanziamento. Uno studio può
essere profit (finalizzato allo sviluppo commerciale del prodotto risultante
dallo studio) o non profit. Lo studio può essere sponsorizzato o finanziato da
diverse organizzazioni, sia pubbliche che private, con scopo di lucro e non.
In genere i costi della ricerca sono molto alti e per questa ragione la maggior
parte degli studi viene condotta da aziende private del settore industriale
del farmaco e biomedicale. I singoli ricercatori, in genere, nella ricerca sponsorizzata, percepiscono un compenso per ogni paziente arruolato nello studio e la struttura sanitaria che ospita la ricerca riceve una somma per spese
e adempimenti necessari allo svolgimento.
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PARTECIPARE A UNO
STUDIO CLINICO
PERCHÉ PARTECIPARE
Partecipare a uno studio clinico è una decisione personale molto importante: può essere un’opportunità per contribuire ad una nuova conoscenza utile per la salute di molti e per avere accesso ad una terapia innovativa potenzialmente efficace, ma ancora non disponibile. Inoltre, partecipando ad uno
studio clinico, si ha spesso la possibilità di essere seguiti in strutture sanitarie
autorizzate di primaria importanza, ottenendo cure mediche specialistiche
con percorsi agevolati e personale sanitario coinvolto a disposizione per
qualsiasi evenienza.
É però fondamentale che si capisca bene che cosa si sta facendo e il percorso, spesso complesso, nel quale ci si sta incamminando. Prima di decidere,
dunque, è bene sempre confrontarsi con il proprio medico curante o di riferimento e con chi si ritiene utile per condividere tale scelta, che deve sempre
essere pienamente informata, consapevole e responsabile.
EVENTUALI RISCHI
Quando un trattamento è ancora in fase di studio non si può escludere che
si riveli inefficace per il paziente o possa provocare effetti collaterali o reazioni avverse, a volte anche gravi. Chi partecipa ad una sperimentazione è
coperto da una polizza assicurativa.
I protocolli di ricerca stabiliscono un calendario di accurati controlli e visite
proporzionate ai rischi ed è dunque fondamentale collaborare in maniera
attiva al monitoraggio dei medici ricercatori. Bisogna infatti essere consapevoli che il protocollo di uno studio può richiedere al paziente più tempo e
attenzione rispetto ad un normale trattamento medico e procedure a volte
più complesse.
EFFETTI COLLATERALI
Sono quei fenomeni indesiderati (nausea, mal di testa, sonnolenza, ecc.)
riconducibili all’assunzione dei trattamenti in studio, da segnalare ai ricercatori durante la sperimentazione: uno degli scopi delle sperimentazioni
è sempre quello di descrivere il profilo di sicurezza del prodotto che si sta
studiando.
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COSA CHIEDERE AL MEDICO
DELLO STUDIO
PRIMA DI DECIDERE
SE PARTECIPARE
Quando si conosceranno i risultati e quando saprò se il nuovo farmaco funziona?
E cosa succederà se decidessi invece di uscire volontariamente dallo studio? Avrò degli obblighi o delle
penalizzazioni?
Cosa succederà se mi dovesse accadere un evento avverso anche grave? Continuerò ad essere seguito
dagli stessi medici e con le stesse modalità assistenziali previste dallo studio?
Mi verranno forniti i risultati parziali dello studio?
In che modo verrà garantita la mia sicurezza durante lo studio?
Come farò a sapere che il trattamento sperimentale sta funzionando?
Sarò rimborsato per le eventuali spese (ad esempio spese di viaggio?)
Sarò seguito anche dopo la fine dello studio, da chi e per quanto tempo?
In caso di bisogno io e la mia famigli a chi potremmo rivolgerci?
Lo studio prevede un ricovero?
Le modalità con le quali sarò assistito saranno differenti rispetto a quelle previste per le cure standard?
Quale personale medico e infermieristico mi seguirà? Dove farò i trattamenti e con quali procedure?
Oltre me quante altre persone prenderanno parte allo studio e in quali altri centri in Italia e nel mondo?
Quanto durerà?
Potrò prendere i miei medicinali abituali durante lo studio?
In che misura lo studio cambierà le mie normali abitudini di vita?
Quali sono i possibili rischi e gli effetti collaterali rispetto a quelli previsti nelle cure standard previste per
la mia malattia?
Quali differenze ci sono tra questi esami e quelli che farei se non partecipassi allo studio?
Che tipo di esami, trattamenti e procedure sono previsti? Sono dolorosi, complicati o molto onerosi?
Perché io dovrei prendervi parte?
Quali risultati sono stati ottenuti nelle fasi precedenti?
Quali sono gli obiettivi?
SPERIMENTAZIONE PER I BAMBINI
La maggior parte dei farmaci e dei presidi medici non sono sperimentati per
i bambini: un regolamento del Parlamento europeo ha di recente vincolato l’immissione in commercio di ogni nuovo farmaco ad avere un piano di
indagine pediatrico: è dunque prevedibile che nei prossimi anni il numero
di studi su minori andrà aumentando. La sperimentazione in pediatria ha
problemi particolari e il coinvolgimento di un minore deve essere tutelato con particolari garanzie definite da codici e regolamenti internazionali. Il
consenso informato è reso da entrambi i genitori sebbene il minore debba
sempre essere coinvolto in misura proporzionata all’età e alle sue capacità.
RUOLO DEL MEDICO O DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA
Uno studio clinico non fornisce l’assistenza sanitaria di base ed inoltre è sempre bene che il medico curante sappia che il proprio paziente ha intenzione di essere inserito in un protocollo sperimentale: può orientare meglio la
scelta e può collaborare con il personale dello studio per assicurare la compatibilità dei farmaci assunti dal paziente con quelli previsti nella sperimentazione. Anche farmaci apparentemente banali o sostanze contenti principi
attivi come fitofarmaci o integratori alimentari, possono rivelarsi pericolosi
o anche fatali nell’interazione con un farmaco sperimentale.
I RICERCATORI
La sperimentazione clinica coinvolge ricercatori sia nel settore privato che
in quello pubblico, a livello nazionale e internazionale: in Italia, nel 2012, gli
addetti in ricerca e sviluppo nell’industria farmaceutica erano 5.950. In Europa il numero complessivo nello stesso anno era di 115.251.
I giovani possono pensare di investire nella ricerca la propria formazione,
considerando anche che in essa sono coinvolti diversi profili professionali
che richiedono differenti specializzazioni (medici, farmacisti, biologici, infermieri, statistici, etc).
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IL METODO E LE FASI
TRATTAMENTO SCIENTIFICAMENTE PROVATO
La scienza fonda le sue nuove conoscenze sui risultati che riesce ad ottenere per mezzo di complessi e strutturati esperimenti: non è infatti sufficiente l’esperienza testimoniata da alcuni, magari anche molto positiva,
se questa non è supportata da prove strutturate secondo una metodologia rigorosa e codificata, il più possibile oggettiva, ripetibile e controllabile. Un trattamento medico, dunque, è scientificamente provato solo
quando ha superato una serie di studi clinici e i risultati ottenuti sono
stati resi pubblici e disponibili alla comunità scientifica che deve poterli
analizzare, per accettarli o contestarli proprio sulla base della correttezza
o meno dei procedimenti adottati. Il metodo scientifico non è infallibile, è soggetto a continui miglioramenti e è influenzato da fattori storici, sociali ed economici: al momento è quanto di meglio abbiamo per
provare sicurezza, efficacia e sostenibilità dei trattamenti medici ai quali
ci sottoponiamo. Nessun progresso medico è stato ottenuto per strade
differenti.
METODOLOGIA DELLA RICERCA
Per mettere a confronto due trattamenti diversi, si dividono i pazienti arruolati nello studio in due gruppi: un braccio sperimentale (che prende il nuovo
trattamento da testare) e un braccio di controllo (che prende il trattamento
convenzionale). Il confronto tra i due però può essere inficiato da molti errori (bias) che la metodologia della ricerca scientifica ha imparto a correggere. Per evitare che il ricercatore selezioni in modo arbitrario i pazienti, i
due bracci di una sperimentazione sono stabiliti a caso (random): lo studio
si dice randomizzato e vuol dire che un paziente viene inserito in un braccio
o nell’altro secondo un criterio stabilito casualmente dal computer. Un altro
errore deriva dall’influenza psicologica dei convincimenti tanto dei ricercatori che dei pazienti; se ci si aspetta che il medicinale sperimentale funzioni
meglio di quello tradizionale, l’organismo mette in atto delle reazioni che
non dipendono dal farmaco, ma dalle aspettative stesse, e avrà un effetto
confondente rispetto alla valutazione della reale efficacia del principio attivo. Per evitare questo problema ai pazienti non viene detto quale trattamento stanno prendendo, se quello convenzionale o quello sperimentale, e
lo studio si dice condotto in singolo cieco; si dice invece in doppio cieco o in
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triplo cieco, quando a non conoscere il trattamento sono i ricercatori o anche
coloro che svolgono l’analisi dei dati.
In questi casi al posto del nome del farmaco viene messa un’etichetta con
un codice, che viene aperto solo a studio concluso, o se emergono situazioni
per le quali è necessario sapere quale trattamento sta assumendo un determinato paziente. Quando lo studio è ben condotto e ha superato tutte le
preventive fasi di valutazione scientifica ed etica, questa metodologia non
comporta alcun rischio per il paziente e garantisce i migliori risultati per lo
studio.
FASI DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA DI
UN NUOVO FARMACO
La sperimentazione di un nuovo farmaco passa sempre per quattro fasi: ciascuna fase risponde ad esigenze differenti e deve necessariamente essere
condotta dai ricercatori.
FASE I: finalizzata a valutare tollerabilità e sicurezza del farmaco e a raccogliere indicazioni per il dosaggio. Coinvolge un piccolo numero di volontari
sani e solo eccezionalmente pazienti.
FASE II: viene indagata l’attività terapeutica del farmaco e ulteriormente studiati i suoi effetti, la sua sicurezza e il dosaggio: il farmaco viene testato su un
gruppo più ampio di pazienti.
FASE III: il farmaco viene somministrato ad un numero molto ampio di soggetti con grandi trial clinici in genere multicentrici, internazionali, randomizzati, per confermare la sua efficacia e sicurezza rispetto al trattamento convenzionale già in uso (“gold standard”). Se la sperimentazione supera questa
fase, può essere richiesta l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC).
FASE IV: sono studi di sorveglianza condotti, dopo l’immissione in commercio del farmaco, su una popolazione ampia di pazienti per raccogliere informazioni aggiuntive (efficacia, eventi avversi – rari o a lungo termine – interazioni, effetti collaterali).
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LE GARANZIE
COS’È UN PLACEBO
In alcuni rari casi i trattamenti sperimentali sono confrontati non con i trattamenti efficaci già in uso, ma con un placebo. Il placebo è una sostanza che
si presenta in una forma del tutto uguale al trattamento in sperimentazione
(una fiala, una compressa, una flebo ecc.), ma non contiene nessun principio
attivo e non ha alcuna efficacia terapeutica. Bisogna sapere che l’utilizzo del
placebo nelle sperimentazioni cliniche è lecito solo a condizioni ben precise. I benefici, i rischi e l’efficacia di un nuovo trattamento, infatti, devono
sempre essere valutati nei confronti delle migliori alternative di intervento
disponibili, a cui i pazienti hanno sempre diritto: non si può mai privare un
paziente di un farmaco utile perché in questo modo la ricerca scientifica ne
trarrebbe vantaggio. L’uso del placebo è dunque accettabile unicamente in
studi su patologie per le quali non esista attualmente un trattamento di dimostrata efficacia, o in studi in cui tale uso sia giustificato da solide ragioni
metodologiche, adeguatamente vagliate dal comitato etico competente, e
sempre che il paziente, che abbia espresso il proprio consenso libero e informato, non corra rischi aggiuntivi irreversibili o seri danni.
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IL PROTOCOLLO DI UNO STUDIO CLINICO
É il documento che contiene le informazioni sullo studio: perché si fa, modalità di svolgimento, obiettivi da raggiungere e criteri di valutazione dei
risultati, numero e caratteristiche dei pazienti coinvolti, procedure a cui
sottoporre i pazienti compreso se, come, quando e per quanto dura l’assunzione dei farmaci sperimentali, centri coinvolti, nomi e qualificazioni dei
responsabili, informazioni per i pazienti e i loro curanti, consenso informato
dei pazienti e altri dettagli fondamentali.
I ricercatori sono tenuti ad attenersi rigorosamente a queste indicazioni,
seguendo le norme di buona pratica clinica (good clinical practice), cioè l’insieme di requisiti internazionali etici e scientifici, che disciplinano la correttezza delle sperimentazioni cliniche e sulla base dei quali vengono condotti
il monitoraggio dello studio clinico e le eventuali ispezioni delle autorità
competenti.
IL COMITATO ETICO
Nessuno studio clinico può essere avviato senza che un comitato etico competente abbia espresso su di esso un parere di carattere etico e scientifico:
il comitato etico è un organismo indipendente, composto di personale sanitario e non (medici, infermieri, statistici, giuristi, bioeticisti, genetisti ecc.),
incaricato di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei
soggetti della sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di questa tutela. Il comitato etico si esprime sulla qualità del protocollo di sperimentazione, sull’idoneità degli sperimentatori, sulle strutture, sui metodi e documenti da impiegare per informare i soggetti della sperimentazione prima di
ottenerne il consenso informato. Il comitato etico garantisce che lo studio
tuteli i diritti delle persone che verranno arruolate e che i rischi che queste
persone correranno siano bilanciati dai possibili benefici prevedibili. Solo
questi prevedibili benefici e il rispetto della buona pratica clinica giustificano l’utilizzo di esseri umani nella ricerca scientifica: i diritti, gli interessi
e il benessere dei soggetti coinvolti in uno studio, infatti, devono sempre
prevalere sugli interessi della scienza e della società. Ogni struttura presso la
quale sono condotti studi clinici ha un comitato etico di riferimento.
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APPROFONDIMENTI
IL CONSENSO INFORMATO
É il processo di informazione con cui il paziente è posto nelle condizioni di
scegliere consapevolmente e liberamente se partecipare o meno alla sperimentazione. Inizialmente sono fornite informazioni scritte (foglio informativo per il paziente) ed è dato il tempo necessario per leggerle, maturare eventuali dubbi, confrontarsi col medico di fiducia, con famigliari o con altri. In
seguito la persona può parlare nuovamente con i medici responsabili dello
studio che ne illustrano tutti i dettagli (finalità, durata, procedure richieste,
rischi, benefici ecc.). Il paziente in questo colloquio deve sentirsi libero di
fare domande per chiarire ogni possibile dubbio e, se lo desidera, farsi accompagnare da una persona di fiducia. Solo quando questo processo è finito, e solo se il paziente è realmente convinto ed ha compreso a fondo tutte
le informazioni ricevute, pone la firma sul foglio di consenso informato per
entrare nello studio.
CRITERI DI PARTECIPAZIONE
Nel protocollo di ogni sperimentazione sono specificate indicazioni dettagliate su chi può prendere parte a quello studio (criteri di inclusione) e chi
invece non può parteciparvi (criteri di esclusione).
Questi criteri (età, sesso, tipo e stadio della malattia, malattie concomitanti,
precedenti terapie ecc.) servono a tutelare la sicurezza delle persone e a garantire l’attendibilità dei risultati.
RITIRARSI DA UNO STUDIO CLINICO
Il consenso accordato con la firma del modulo può essere revocato in qualsiasi momento, anche senza che nuove ragioni siano sopraggiunte. Il paziente
deve avvisare i responsabili dello studio che useranno unicamente i dati fino
a quel momento raccolti.
È bene sapere che lo studio può essere sensibilmente danneggiato da una
simile scelta in quanto i risultati potrebbero non essere più attendibili a
causa del numero ridotto di pazienti. Fermo restando, dunque, il diritto di
ciascuno a ritirarsi, è sempre bene valutare con molta attenzione tutti gli
aspetti critici di uno studio nel momento in cui si sceglie di parteciparvi e
chiedere ai medici di chiarire sin da subito ogni possibile dubbio.
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LINK UTILI
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www.agenziafarmaco.gov.it
www.partecipasalute.it/cms_2/saperericerca
www.partecipasalute.it/cms_2/node/44 (glossario)
www.clinicaltrials.gov
NORMATIVA E CODICI DI RIFERIMENTO
- D.M. 15 luglio 1997, Recepimento delle linee guida dell’U.E. di Buona Pratica
Clinica per la esecuzione delle sperimentazioni cliniche dei medicinali
- D.Lgs. 24 giugno 2003, 2001, Attuazione della direttiva 2001/20/CE relativa
all’applicazione della buona pratica clinica nell’esecuzione delle sperimentazioni cliniche di medicinali per uso clinico
- D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 200, Attuazione della direttiva 2005/28/CE recante principi e linee guida dettagliate per la buona pratica clinica relativa
ai medicinali in fase di sperimentazione a uso umano, nonché requisiti per
l’autorizzazione alla fabbricazione o importazione di tali medicinali
- Dichiarazione di Helsinki, 1964 (ultima revisione, Fortaleza, Brazil, October
2013)
- Convenzione sui diritti umani e la biomedicina/Convenzione di Oviedo (L. 8
marzo 2001, n. 145)
- Regolamento (CE) N. 1902/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del
20 dicembre 2006 che modifica il regolamento 1901/2006 relativo ai medicinali utilizzati in pediatria
- D.M. 08 febbraio 2013, Criteri per la composizione e il funzionamento dei
comitati etici
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www.regione.toscana.it/salute
Regione Toscana