– 1 – ANDREA GIBELLI, Presidente della Commissione attività
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– 1 – ANDREA GIBELLI, Presidente della Commissione attività
“Pianificazione della politica spaziale italiana e della programmazione in ambito europeo” ANDREA GIBELLI, Presidente della Commissione attività produttive e delegato al coordinamento delle attività del Comitato VAST. Diamo rapidamente inizio ai nostri lavori. Il seminario organizzato per la giornata di oggi dal Comitato VAST sul tema «Pianificazione della politica spaziale italiana e programmazione in ambito europeo» fa seguito all’audizione del commissario straordinario dell’ASI, ingegner Saggese, presso la X Commissione, e testimonia dell’attenzione che il Parlamento dedica alla politica spaziale. Ricordo che i nostri lavori sono trasmessi in diretta sul sito internet della Camera dei deputati. Ci troviamo di fronte a un’importante scadenza per l’Europa e l’Italia, rappresentata dalla Conferenza ministeriale dell’ESA, che si terrà la prossima settimana e che prenderà delle decisioni sugli stanziamenti per i programmi spaziali europei del triennio 2009-2011 e sull’entità delle contribuzioni per le quali i Paesi europei si impegnano con l’ESA. Per questa ragione abbiamo chiamato il Governo – che, per voce del sottosegretario Pizza, interverrà a concludere i nostri lavori – e il commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana, Saggese, per illustrare le prospettive della politica spaziale e le loro previsioni circa la Conferenza ministeriale dell’ESA, che si terrà a L’Aja la prossima settimana. L’occasione è importante anche per riferire al Parlamento in merito al programma di osservazione della terra COSMO-SkyMed, il cui terzo satellite è stato lanciato lo scorso ottobre, dalla California. Su questo tema e sulle prospettive di sviluppo delle applicazioni spaziali che esso può consentire abbiamo chiamato ad intervenire una serie di relatori qualificati. Molte sono le questioni aperte. In generale, vi è l’esigenza di favorire una maggiore programmazione degli interventi per lo spazio. –1– “Pianificazione della politica spaziale italiana e della programmazione in ambito europeo” Ciò vale, in primo luogo, in Europa. Negli ultimi due Space Council – del 22 maggio 2007 e del 26 settembre 2008 – sono stati approvati documenti e risoluzioni per una politica spaziale europea (ESP) e per il coordinamento degli interventi tra ESA, Unione europea e Agenzie nazionali. Ma vale anche in Italia, dove il decreto legislativo n. 128 del 2003 prevede che l’Agenzia spaziale italiana sottoponga al Ministero dell’università e della ricerca un piano aero-spaziale nazionale con orizzonte temporale triennale. La programmazione degli interventi e il coordinamento tra i vari operatori del settore – anche con riferimento alla Difesa, che nei programmi spaziali ha un ruolo rilevante in Europa e nel mondo – deve favorire la concentrazione delle risorse finanziarie su obiettivi definiti. Stabilendo le priorità di intervento tra i tanti progetti spaziali esistenti, occorre far sì che vi sia un effettivo ritorno, in termini industriali e di risultati scientifici, più evidente di quanto avvenuto in passato, specie se rapportato all’ingente volume di risorse finanziarie pubbliche impegnate. Questo è un tema che vale per gli importanti programmi spaziali internazionali: per la stazione spaziale ISS, ad esempio, circa il cui effettivo ritorno in termini industriali e scientifici rispetto alle risorse impiegate è in corso un dibattito; ovvero per i progetti Galileo e Kopernicus, le cui previsioni di spesa sono enormemente lievitate rispetto ai piani iniziali. Va anche effettuata una scelta circa l’effettiva percorribilità di nuovi programmi ambiziosi, come l’esplorazione spaziale umana con vettori europei, che assorbirebbero ingenti risorse, specie in un periodo di crisi finanziaria ed economica internazionale e di mutamento dei quadri di riferimento politico-amministrativi dei partner internazionali, in primis degli Stati Uniti. Lo spazio, oggi, non è più solo un settore di attività prevalentemente orientata alla ricerca scientifica: lo sviluppo delle tecnologie satellitari e delle applicazioni per usi civili – ad esempio, per l’osservazione della terra, la tutela dell’ambiente e le telecomunicazioni, nonché per esigenze di sicurezza e difesa – lo ha reso un settore –2– “Pianificazione della politica spaziale italiana e della programmazione in ambito europeo” di infrastrutture e servizi a forte contenuto industriale e a valenza strategica. Il tema del ritorno economico in termini industriali è ben presente nella comunità europea dello spazio. Nella risoluzione conclusiva dell’ultima Conferenza interparlamentare per lo spazio (EISC) di Praga, cui ha partecipato una delegazione del VAST, è stato ancora una volta riaffermato, proprio su impulso della delegazione italiana, il valore del principio del giusto ritorno tra contribuzioni e commesse industriali, sia per le attività spaziali realizzate dall’ESA, sia per i progetti gestiti dall’Unione europea. Si tratta, però, di valutare in concreto, rispetto alle risorse impiegate, i risultati prodotti dagli investimenti pubblici, anche per tutelare la specificità della ricerca e dell’industria italiana. L’Italia vanta punti di eccellenza, diffusi nei vari comparti dell’attività spaziale: le infrastrutture, i centri di rilevazione a terra, i satelliti, la ricerca scientifica, i vettori (con l’importante progetto Vega) e la ormai consolidata tradizione dell’astronautica italiana dimostrano che l’Italia è un Paese all’avanguardia nelle attività spaziali. Avremo occasione, tra poco, di parlare del programma di osservazione della terra con il sistema radar di COSMO-SkyMed, del quale sono stati collocati in orbita già tre satelliti. È essenziale, in questo caso, che al successo della fase della realizzazione infrastrutturale segua una fase altrettanto efficace di sviluppo delle applicazioni concrete, che potrebbe avere un ampio mercato italiano e internazionale, e che richiede una programmazione adeguata, coinvolgendo anche le piccole e medie imprese. Nell’ambito dei programmi europei, è importante che l’Italia sappia affermare il proprio ruolo e difendere le proprie eccellenze, anche rispetto alla concorrenza internazionale crescente. Oggi l’economia dimostra che non è vero che solo i grandi soggetti industriali –3– “Pianificazione della politica spaziale italiana e della programmazione in ambito europeo” possono raggiungere grandi risultati: può farlo l’insieme, sul medesimo piano di collaborazione, di grandi soggetti industriali e delle piccole e medie imprese che, in genere, detengono grandi eccellenze. Per progetti importanti come, ad esempio, il progetto Exomars per l’esplorazione robotica di Marte, le aspettative italiane devono essere adeguatamente tutelate dalle nostre istituzioni competenti. Un altro problema, infine, è quello di monitorare l’effettiva capacità di spesa nel settore rispetto agli impegni sottoscritti. È noto che, rispetto agli impegni della precedente Conferenza ministeriale ESA per il triennio 2005-2008, l’Italia ha speso solo una parte degli stanziamenti per cui si era impegnata. In periodi di limitazione delle risorse pubbliche, condizionata dalla grave crisi finanziaria ed economica internazionale, diventa decisivo, per gli operatori del settore, garantire un’adeguata capacità di realizzazione degli impegni assunti e assicurare l’equilibrio tra sottoscrizioni e ritorno per i Paesi, quali l’Italia, maggiormente contributori dell’ESA, ferma restando la necessità di favorire una politica industriale basata su criteri di competitività ed efficienza. Su questi temi ascolteremo ora i contributi di molti relatori. Proporrei di entrare subito nel vivo della nostra giornata, dando la parola all’ingegner Enrico Saggese, commissario straordinario dell’ESA, che ringrazio e a cui auguro buon lavoro, a nome di tutto il Comitato VAST, sia per la giornata di oggi, sia per gli impegni che dovrà assumere a nome di tutti noi a livello internazionale. Do quindi la parola al Commissario straordinario dell’ASI, Enrico Saggese. –4–