leggi articolo - Ospedali riuniti di Trieste

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OSPEDALI/PROGETTI
La medicina va nello spazio. Per curarci meglio
Esperienza di studio all’European Astronaut Center per due giovani professionisti di
Cattinara
Sono due giovani medici che lavorano a Cattinara e sono appena rientrati dall’European
Astronaut Centre (Eac) di Colonia, proprio quello in cui l’Agenzia spaziale europea (Esa)
addestra i futuri astronauti per le missioni sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Si
tratta di Lara Prisco, specializzanda in Anestesia e rianimazione, e di Mario Ganau, dirigente
medico in Neurochirurgia. Selezionati a seguito di un bando di concorso che ha visto centinaia
di domande da tutt’Europa, hanno potuto assistere alle lezioni magistrali di docenti
provenienti dalla Nasa, dall’Esa e dall’Agenzia spaziale canadese. E le loro proposte di studio
sono state incluse nel pool di progetti che l’Esa intende sviluppare nel prossimo futuro.
In occasione del recente workshop di Medicina spaziale hanno avuto modo di vivere, insieme
ad altri trenta partecipanti, l’esperienza dell’Eac, di toccare con mano i simulatori del modulo
Columbus, assistere agli esperimenti in microgravità nella piscina del Centro e alle
simulazioni in accelerazione di gravità 3G sul braccio rotante. Ma soprattutto hanno potuto
toccare con mano le metodiche di addestramento che l’Esa adotta per i propri astronauti,
incontrando quelli appena entrati in formazione come Timothy Peake (Gran Bretagna), o
appena rientrati dalla Stazione spaziale come Frank de Winne (Belgio) e tanti altri ancora
condividendo le loro esperienze.
“L’ESA sta cercando di individuare nuove soluzioni per la rianimazione cardiopolmonare
durante le missioni spaziali - racconta Lara Prisco. - Il mio progetto proponeva un protocollo
di Basic Life Support accuratamente adattato alle diverse condizioni di assenza di gravità o a
quelle di microgravità, pari a un terzo di quella terrestre su Marte e a un sesto sulla Luna”.
Fra i temi toccati durante il corso anche quello della trasmissione e analisi di dati medici
multiparametrici, o ancora della medicina funzionale, cioè quella superpersonalizzata e volta
a prevenire l’insorgenza di malattie degenerative. A tal proposito Mario Ganau ha suggerito
l’impiego delle nanotecnologie per rispondere alle esigenze diagnostiche e terapeutiche che i
lunghi viaggi spaziali o la colonizzazione di nuovi pianeti potrebbero porre. Un approccio che
ha ottenuto il plauso di Jeffrey Davis, direttore del Nasa Life Science, che ha confermato la
necessità di puntare su tali filoni di ricerca per trovare nuove soluzioni a problematiche
ancora irrisolte come la conservazione e somministrazione di farmaci in qualsiasi ambiente
remoto. Come hanno infatti ribadito i responsabili del corso Volker Damann, Direttore
dell’ESA Crew Medical Support Office, e Simon Evetts, docente al King’s College di Londra, la
ricerca spaziale, così ipertecnologica e futuristica, ha in primo luogo lo scopo di migliorare le
condizioni di vita sul nostro pianeta. Progetto di questo genere possono dunque implicare
importanti conseguenze per la qualità delle cure e dell’assistenza.
Le proposte di studio presentate dai due medici triestini sono state incluse nel pool di progetti
di ricerca e sviluppo che l’Esa si ripropone di avviare, fondi permettendo, nei prossimi anni.
L’Ospedale di Cattinara aveva avviato già in passato proficue collaborazioni con l’Esa e nel
2010 la città aveva ospitato il 58° Congresso internazionale di Medicina spaziale; la
partecipazione dei due giovani alle attività dell’Agenzia Spaziale Europea rappresenta
pertanto un segno di continuità per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria e del rapporto
speciale che Trieste ha da sempre con lo Spazio.
L’uscita di scena della navetta Shuttle proietta l’ESA in una posizione di leadership nello
scenario internazionale, l’Iss dipende infatti dai razzi Arianne V per i rifornimenti semestrali,
e le opportunità per i cittadini europei si faranno sempre più numerose. Le parole
dell’astronauta Paolo Nespoli rivolte ai partecipanti del corso in occasione della serata
conclusiva sono perciò quanto mai più concrete “ragazzi puntate in alto perché le stelle non
sono poi così lontane…”. E se a parlare è qualcuno che ha all’attivo missioni sulla Soyuz, sullo
Shuttle e sull’Iss c’è proprio da credere che anche i sogni possono diventare realtà. (Nella foto,
da sin. Mario Ganau, Paolo Nespoli e Lara Prisco).