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EMISSIONE 229
(CD
IN USCIT A IL
26
OTTOBRE)
NOTIZIE UTILI
GIANLUCA PETRELLA
COMING TOMORROW –
PART ONE
SPACEBONE RECORDS
8015948301906
BONE 1001
DIGIPACK
2009
I maestri Franco D’Andrea ed Enrico Rava
si trovano d’accordo su diversi aspetti
riguardo la musica. Su uno in particolare
non hanno dubbi: “Se dovessi scegliere un
trombonista in tutto il mondo non avrei
dubbi, prenderei Gianluca Petrella”. Non è
un caso infatti che
ch entrambi si esibiscano
stabilmente con il trombonista barese,
classe 1975. Come loro tanti altri lo hanno
scelto in passato, da Roberto Gatto a
Roberto
Ottaviano.
Ma
soprattutto
Gianluca Petrella oggi è un leader
affermato e valoroso, persino la critica
statunitense se ne è accorta, premiandolo
e inneggiandolo ad ogni occasione. Così
ha presentato un progetto inedito – ideato
ultimamente e pensato già per il futuro
immediato con un ulteriore sviluppo,
affiancando alla musica letture di brani
originali ispirati
isp
e dedicati a Sun Ra –
concepito per un’orchestra di undici
elementi. “Desidero trovare costantemente
nuovi stimoli, così ero molto stimolato ad
occuparmi di un organico variopinto, con
quattro fiati, i sintetizzatori, la chitarra
elettrica, il pianoforte
pianof
e la ritmica
tradizionale affiancata alle percussioni”.
L’incitamento più grande infatti è stato
circondarsi di musicisti giovani, molti di
loro poco conosciuti. “Non vorrei essere il
promotore dei giovani, anche se è
importante far conoscere nuovi volti.
vo Sono
tutti musicisti sotto i trent’anni, pescati
nell’area bolognese, persone che suonano
bene, stanno crescendo, sono volenterosi
e adatti a quello che ho in mente.” Stile
personale, competenza storica incredibile,
propulsione innovativa, continua ricerca,
ri
Petrella è artista dalle multiple esperienze.
“Passaggi fondamentali ce ne sono stati
molti. Partirei ricordando i funerali, le
marce funebri, vale a dire le mie prime
esperienze ad undici anni, quando partivo
con il trombone per i paesi della zona a
suonare in occasione di qualche funerale.
Poco dopo sono passato ai matrimoni,
suonavo le tastiere così potevo capire
l’armonia, gli accordi e le basi creative
dell’improvvisazione.
Naturalmente
trasportai
questi
insegnamenti
sul
trombone. Nei primi anni Novanta ho
partecipato alla florida scena Acid Jazz e
Nu Jazz che si sviluppava vicino Bari
attorno a produttori come Nicola Conte e
qualche
altro.
Contemporaneamente
Genere: jazz
SPACEBONERECORDS PRESENTA
PRE
COMING TOMORROW PART ONE
GIANLUCA PETRELLA COSMIC
CO
BAND, PRENDE PRESTO IL
PASSO E GUADAGNA LE
SEMBIANZE DEL LEADER
GIANLUCA PETRELLA CON
CO
QUESTO APPASSIONATO
OMAGGIO A SUN RA:
GIANLUCA PETRELLA COSMIC
CO
BAND “COMING TOMORROW
BAND—
PART ONE”.
IN CONCERTO
Mercoledì, 20/10/2009
Feltrinelli
Milano, 18,30h
frequentavo il conservatorio che mi è
servito per un discorso prettamente
tecnico e di metodo”. Vive esperienze
importanti, ad esempio in Germania dove
risiede per qualche tempo e incrocia la
scena radicale europea. “Dopodichè
un’altra svolta nel 1997 quando Enrico
Rava mi ha chiamato per suonare con lui”.
Da lì in poi è storia di successi continui, di
un’ascesa fulminante e di un’evoluzione
che ben presto regalerà altri capitoli
importanti. Tra i primi paragrafi certamente
un secondo disco per Blue Note come
"Kaleido" (2008) e del nuovo straordinario,
incredibile, inaspettato lavoro discografico
"Coming tomorrow - Pt. One" di cui
sentiremo parlare a lungo.
ANGELO VALORI
NOTTURNO MEDITERRANEO
EGEA
8015948001547
SCA 154
DELUXE DIGIPACK
2009
Che cos’è la musica mediterranea?
Questa è la domanda che mi ha rivolto Gil
Goldstein durante la registrazione di
questo lavoro. Non riuscendo a trovare
una risposta che descrivesse la miriade di
culture musicali che convivono nel nostro
mare – eppure di Mediterraneo mi
interesso da quando, dopo aver percorso i
primi
faticosi
gradini
di
giovane
compositore di musica “d’avanguardia”, ho
smesso per anni di scrivere musica – gli
ho detto che il significato che ho voluto
dare a questo lavoro è soprattutto
melodico. Naturalmente mi sono pentito
subito, pensando a quanto pregnante e
ricca sia la tradizione ritmica di questa
musica. Ma ho insistito: quello che
interessa me della musica mediterranea è
la straordinaria varietà melodica, con la
ricchezza di scale ed inflessioni che
caratterizza ogni area geografica. Il
Mediterraneo che ho immaginato è molto
diverso da quello solare dei mercati arabi
o delle pizziche salentine; è un luogo
intimo, notturno, nascosto, lunare, più
vicino ai sassi di Gino Paoli che alle
Tammurriate. Le melodie mettono in
risalto i colori arcaici della nostra area: il
Lidio di Canzone di terra, il Frigio di Altri
cieli, nuove terre sono i poli estremi di una
varietà di accenti che ho cercato di
ricostruire all’interno di quel linguaggio
“spurio” che è il jazz. […] Questo lavoro
vede la luce in occasione dei Giochi del
Mediterraneo che nel 2009 si tengono a
Pescara […] Poco prima di registrare le
composizioni è avvenuta la tragedia del
terremoto in Abruzzo: alle 3 e 32 del 6
aprile stavo scrivendo gli arrangiamenti di
questo disco e ho sentito distintamente la
scossa. Ho cambiato il progetto originario,
ed ho voluto lasciare una mia piccola
testimonianza in questo lavoro con Il volo
dell’Aquila ferita.
NOTIZIE UTILI
Genere: jazz
EGEA PRESENTA
NOTTURNO MEDITERRANEO
DI
ANGELO VALORI
PROGETTO REGISTRATO NEL
PERIODO DEL TERREMOTO IN
ABRUZZO. L’AUTORE LASCIA
UNA SUA TESTIMONIANZA
CON IL VOLO DELL’AQUILA
FERITA.
FORMAZIONE:
di Angelo Valori
Gabriele Mirabassi
Pietro Tonolo
Marco Zurzolo
Peo Alfonsi
Erasmo Petringa
Salvatore Maiore
Antonio Mambelli
Gil Goldstein
Angelo Valori
NOTIZIE UTILI
PIPPO POLLINA
FRA DUE ISOLE
STORIE DI NOTE
9120033750145
IVESDN 001
FORMATO
2009
“Fra Due Isole”: un live con l’orchestra
sinfonica del conservatorio di Zurigo, per
festeggiare i 25 anni di carriera di Pippo
Pollina. Un
evento speciale, con
un'orchestra di oltre settanta elementi per
festeggiare i suoi primi venticinque anni di
musica: ha deciso di fare le cose in grande
Pippo Pollina per la realizzazione del suo
nuovo album, intitolato Fra Due Isole, in
uscita con Storie di Note. Sabato 5
settembre 2009 il cantautore è infatti salito
sul palco della Volkshaus di Zurigo
sostenuto
dall'entusiasmo
del
suo
affezionato pubblico per rievocare le
emozioni di venticinque anni intensamente
dedicati alla musica con il meglio del suo
ricco repertorio di canzoni. Ora quel
concerto è diventato un disco, una sorta di
vero e proprio Best Of di Pippo Pollina, in
cui ad esaltare le composizioni di Pollina
è l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio
di Zurigo, Ggià incontrata nel 2008 per
due repliche dell'opera Ultimo volo Orazione Civile per Ustica, "La potenza e
l'espressività di un'orchestra sinfonica"
ammette lo stesso Pippo Pollina "con i
suoi settanta elementi ha conferito alle mie
canzoni una dimensione "classica" che mi
ha affascinato anche grazie al sapiente
lavoro del maestro Massimiliano Matesic,
compositore e direttore dell'orchestra". Da
una co-produzione italo-austriaca ecco un
disco da non perdere per i tanti
appassionati del cantautore palermitano.
Una summa di tutta la sua opera in una
straordinaria veste 'sinfonica' per chi
invece ne ha perso qualche puntata.
GERARDO BALESTRIERI
UN TURCO NAPOLETANO A
VENEZIA
INTERBEAT
8015948302019
INT 02-09
JEWEL BOX
2009
L’idea
di
questo
disco
mi
è
acquaticamente balenata in mente un
giorno quando in barca da San Marco
guardando il bacino mi sono comparsi il
Vesuvio e il Bosforo tra l'isola di San
Giorgio e la Giudecca. Napoli, Venezia e
Istanbul: armoniose, sincretiche, città…da
far incontrare attraverso la musica. Ho
scelto
la
forma
canzone,
quella
napoletana che meglio conosco e che
desideravo incidere da tempo per tentare il
sogno: una nuova virtuosa battaglia di
Lepanto o una pacifica invasione di
Otranto. Napoli città storicamente aperta
alle contaminazioni che s’imbatte nella
Istanbul imperiale attraverso Venezia
porta tra Oriente ed Occidente questa
volta non in guerra…ma in musica Son
partito da una canzone precisa che ha poi
trascinato le altre in un vario repertorio:
trattasi di "Scetate" la più "turca" di tutte
Per “turco” non è da intendersi
esclusivamente la Turchia/Istanbul come
area d’incontro. L’aggettivo e la scontata
citazione intendono in realtà un’area
molto più ampia che va dal Maghreb alla
Genere: cantautorato
STORIE DI NOTE PRESENTA
FRA DUE ISOLE
LA POTENZA E L'ESPRESSIVITÀ
DELL’ ORCHESTRA SINFONICA
DI PIPPO POLLINA CON
SETTANTA ELEMENTI
CONFERISCE ALLE CANZONI
UNA DIMENSIONE CLASSICA.
NOTIZIE UTILI
Genere: cantautorato
INTERBEAT PRESENTA
UN TURCO NAPOLETANO A
VENEZIA
REPERTORIO ESEGUITO CON
STRUMENTI MEDIORIENTALI…
COME SE FOSSE SUONATO
COSÌ DA SEMPRE.
Persia. Dalla struttura armonica, alle
melodie, ai passaggi obbligati, all'uso di
una scala musicale comune, ai ritmi, la
canzone napoletana ha da sempre in sé
qualcosa di profondamente “turco” Mi è
sembrato naturale pensare ad un
repertorio
eseguito
con
strumenti
mediorientali… …come se fosse suonato
così da sempre Di Napoli ho scelto la
canzone, dai “turchi”è arrivata la dolcezza
e l’improvviso impeto, l’ospitale Venezia
ha offerto le fondamenta per sostenere
tutto questo Partendo dall' arte dell'
incontro siamo arrivati dopo alcuni giorni di
residenza in teatro all'incisione e allo
spettacolo Una visione intorno alla
canzone napoletana visitata con musicisti
e strumenti provenienti dall’Azerbaijan,
dall’Armenia, dall’Iran, dalla Tunisia, da
Venezia, da Napoli, dalla Grecia, da
Istanbul… con la voce di Paola Fernandez
dell’Erba cantante argentina di origini
lucane. Ho cercato di dare un ‘impronta
diversa anche alla voce e alla lingua Il
napoletano con la cadenza spagnola mi è
sembrato il suono più adatto per questo
progetto il cerchio che chiude e che apre
secoli di mescolanze, le mie roche
devozioni un tentativo di rendere la
canzone napoletana più “blues” e meno
melodica, più “greca” e meno “barocca”. Il
repertorio nel suo preciso volare
navigando tende a cancellare le differenze
tra musica colta, popolare,sceneggiata,
macchietta ecc.e a distinguere più le
tematiche. Salvatore Di Giacomo, Raffaele
Viviani, Roberto De Simone,Renato
Carosone e tanti altri autori su un comune
tappeto volante lungo ed oltre il
Mediterraneo E’ un invito all’ascolto, alla
poesia, al rendersi conto attraverso la
musica che il confine, la separazione
Oriente Occidente talvolta è solo inganno
e che come scriveva qualcuno “né un Dio,
né un’idea potranno mai salvarci ma solo
una relazione vitale”
Gerardo Balestreri
THE KLEZMATICS
WONDER WHEEL
FELMAY DIST.
8712618406427
MWCD 4064
JEWEL BOX
2009
Apparsi all'improvviso nel 1986 nell'East
Village di New York THE KLEZMATICS fin
da subito hanno dato una nuova
giovinezza alla musica klezmer con
un'energia e vitalità che si ritrova
ancor'oggi nel loro sound. Il loro è un
klezmer che nasce dallo spiritualismo
ebraico e dalla tradizione dell'Europa
dell'Est per incorporare temi come i diritti
umani e la tolleranza anti-fondamentalista
con influenze musicali che spaziano dal
gospel and punk, dai ritmi balcanici a
quelli arabi ed africani. Nel corso della loro
carriera ventennale la band ha pubblicato
sei album di musica selvaggia, spirituale,
provocativa,
meditativa,
estatica
e
ballabile sempre ridefinendo e forzando le
definizioni tradizionali. Dopo un concerto
con Itzak Perlman, furono presentati a
Nora Guthrie — figlia di Wody e sorella di
Arlo. Il gruppo, però, vide in lei la nipote di
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA
WONDER WHEEL
Aliza Greenblatt, importante poetessa
Yiddish, che visse a Coney Island, e
madre della moglie ebrea di Woody
Guthrie. Fino a quel momento Nora
Guthrie non aveva capita l'importanza di
sua nonna per coloro che apprezzavano la
lingua e la cultura Yiddish sapeva però
che suo padre aveva scritto una collezione
di canzoni ebraiche che chiese alla
registrare come era già avvenuto in
precednza con Billy Bragg ed i Wilco
(Mermaid Avenue I & II). Wonder Wheel,
che ha impiegato sette anni per
completarsi, riflette le urgenze politiche e
sociali di Woody Guthrie in uno specchio
più ampio e globale e porta un'icona della
musica americana del XX° secolo in
contatto con il pubblico del XXI°. TH E
KLEZMATICS in modo appassionato
danno vita ai testi di Woody con sonorità
dell'Est Europa, Klezmer, Latine, Celtiche,
Afro-Caraibiche e folk dandogli una vitalità
universale. Con la collaborazione ddella
cantante Celtica Susan McKeown e del
multistrumentista Boo Reinerse, prodotto
da GoodAndEvil (Sex Mob, Elysian Fields,
Felix Da Housecat), Wonder Wheel è
un'intensa combinazione di elementi
famigliari ed esotici, ma soprattutto è
completamente naturale ed intensamente
umano. Queste poesie nate a Coney
Island aggiungono una dimensione
urbana, spesso ignorata, ad un uomo visto
come l'incarnazione del suono rurale. Ma,
come migliaia di altre sue canzoni, non
erano fino ad oggi mai state registrate,
mentre la musica andava persa.
Abbastanza stranamente Wonder Wheel
non ha mai avuto una pubblicazione
ufficiale in Europa e oggi questo gap è
colmato dalla casa olandese Music &
Words che ha arricchito questa versione
con 4 bonus tracks finora inedite.
VARTTINA
25
FELMAY DIST.
4047179214124
CD 87171
SUPERJEWEL BOX
2009
VÄRTTINÄ, il famoso gruppo di folk
contemporaneo finlandese, celebra i 25
anni di esistenza. Questa antologia, «25»,
comprende 22 tracce rimasterizzate
provenienti dagli 11 album del gruppo, dal
DVD «Archive Live», ed un brano
pubblicato solo in Finlandia. «25» contiene
inoltre i testi delle varie canzoni, la
traduzione in inglese e foto che illustrano
la carriera della band. VÄRTTINÄ sono
oggi considerate il fenomeno mondiale in
ambito folk, della Finlandia. Formatosi nel
1983 come gruppo di 21 elementi, ridotti a
10 nel 1990 ed oggi a 9, questo gruppo
estremamente trascinate e dinamico con
una front line di tre cantanti ed una band di
6 strumentisti ha registrato 10 album, sei
dei quali hanno raggiunto la vetta della
World Charts europee, americane e
giapponesi ed uno dei quali ha raggiunto il
disco di platino. Il loro stile fortemente
innovativo ed originale che trae ispirazione
dalle tradizioni Ugro-Finiche e della
Karelia ha stupito il pubblico di tutto il
mondo con concerti e tournee in
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA 25
DI NUOVO INSIEME AL
PRODUTTORE JANNE
HAAVISTO, CON L'AGGIUNTA
DELLA NUOVA CANTANTE
JOHANNA VIRTANEN.
Giappone, Australia, Nord e Sud America
ed in tutta Europa. Il loro ultimo Cd, «6.12
(live 2001)», ha ricevuto unanimi consensi
su tutte le principali riviste mondiali. Il
decimo album «iki», realizato in occasione
della celebrazione dei 20 anni di carriera
della band è stato un altro punto fermo
nella discografia del gruppo. Di nuovo
insieme al produttore Janne Haavisto, con
l'aggiunta della nuova cantante Johanna
Virtanen, il ritorno del violinista originale
Lassi Logren, il nuovo bassista Hannu
Rantaen e nuovo percussionista Jaakko
Lukkarinen, le Värttinä sono tornate alla
semplicità
degli
inizi
mostrando
un'inaspettata
varietà
e
versatilità
melodica.
ORCHESTRA BAILAM
HAREM BAILAM
FELMAY
8021750815326
FY 8153
DIGIPACK
2009
L’ORCHESTRA BAILAM si ripresenta con
un album dal vivo, registrato nel corso di
uno spettacolo tenutosi nel celebre Teatro
della Tosse di Genova nel marzo 2009.
Harem Bailam è utile non soltanto a fare il
punto su un viaggio in musica che dura
ormai dal 1988, ma anche, per i neofiti, a
collocare la formazione in quella che è
senz’altro la sua dimensione più
congeniale,
il
live.
L’acusticissima
ORCHESTRA BAILAM si è sempre
contraddistinta
per
un
approccio
essenziale e misurato al suo repertorio,
senza che questo abbia mai significato
distacco
dalla
materia
o
scarsa
partecipazione emotiva. L’album-concerto
si apre con Mamma li turchi e Gatto morto,
due brani assai dinamici a firma di Franco
Minelli, chitarrista e suonatore di oud
dell’ensemble, che richiamano alla mente,
rispettivamente, le scorribande klezmer
dell’Europa orientale e i serrati ritmi
balcanici. Senza un attimo di tregua si
passa subito dopo a Rumenia Rumenia (di
Aaron Lebedeff) che racconta una
divertente storiella ebraica, la cui morale è
universalmente
valida.
La
quarta
composizione, Semai nahawand lamma
bada, introduce una sorta di ampia suite
che omaggia la tradizione mediorientale
con tracce quali Enta aumri (un brano in
passato reso immortale dalla divina Oum
Kalsum),
Cimbali
(un tradizionale),
L’anima ha preso tutto in gioventù (su
testo del poeta del XII secolo Ibn Hamdis)
e Longa farahfaza (di Ismail Haqqi bey).
Ne risulta un’atmosfera tra il colto e il
popolare che ci fa passare davanti agli
occhi con molto garbo danzatrici del
ventre e orchestrone d’archi e di plettri
arabe, harem popolati di flessuose
bellezze e frequenze radio che s’involano
la sera verso il deserto. Secondo il
medesimo
stile
orientaleggiante
è
affrontata la splendida cover di Il volto
della vita, brano con cui Caterina Caselli si
presentò al Cantagiro del 1968 e che qui è
cantato da Roberta Alloisio. Nell’occasione
del concerto all’ORCHESTRA BAILAM
(formata oltre al citato Minelli da Luciano
Ventriglia,
percussioni
e
batteria;
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA HAREM BAILAM
L’ACUSTICISSIMA
ORCHESTRA BAILAM SI È
SEMPRE
CONTRADDISTINTA PER
UN APPROCCIO
ESSENZIALE E MISURATO
AL SUO REPERTORIO,
SENZA CHE QUESTO
ABBIA MAI SIGNIFICATO
DISTACCO DALLA
MATERIA O SCARSA
PARTECIPAZIONE
EMOTIVA.
Edmondo Romano sax e clarinetto;
Roberto Piga violino; Luca Montagliani
fisarmonica e tastiere; Tommaso Rolando
basso) si sono uniti, tra gli altri, il trio degli
Arcotrafficanti,
Marco
Fadda
alle
percussioni, Cosimo Francavilla al sax. e
le voci di Marco Beasley e Eyal Lerber.
NUVOLEINCANTO
NON PER UN DIO (MA
NEMMENO PER GIOCO)
FELMAY
8021750301225
FY 3012
DIGIPACK
2009
A dieci anni esatti dalla morte, il mito De
André appare più saldo che mai nella
considerazione del pubblico. Allo stesso
modo, e non certo per denaro quanto
semmai per amore, sono tanti i musicisti e
gli artisti che, considerandolo ancora e
sempre “uno di loro”, non hanno mancato
di
rendergli
omaggio
in
questo
anniversario. NUVOLEINCANTO – che
non è soltanto una band ma anche uno
spettacolo nato per ricordare gli eroi di De
André, realizzato con la regia di Lucio
Diana e il contributo della voce recitante di
Michele Di Mauro – si inserisce a pieno
titolo in questo filone proponendo con il
disco Non per un Dio (ma nemmeno per
gioco) un originale percorso rievocativo.
La formazione è composta da strumentisti
che vantano un ampio bagaglio di
esperienze e rispondono ai nomi di
Fabrizio Cotto (chitarra e voce), Gigi
Venegoni
(chitarre),
Piero
Mortara
(fisarmonica e pianoforte), Angelo Ieva
(basso) e Fabrizio Gnan (percussioni). I
brani di De André oggetto di interesse da
parte del gruppo provengono soprattutto
dagli album Non al denaro, non all’amore
né al cielo (1971) e Fabrizio De André
(Indiano) (1981) e, fermo restando il
rispetto per le melodie, si possono
ascoltare in versioni davvero particolari. È
lo stesso Fabrizio Cotto a spiegare che nel
disco «abbiamo costruito un percorso sui
temi a lui [De André] più cari: l’amore, la
guerra, la religione. Abbiamo rielaborato in
chiave leggermente più rock, inventando
ritmiche e arrangiamenti più consoni al
nostro modo di suonare, molte canzoni
della produzione precedente alla svolta
etnica di Crêuza de mä» (“Sistema
Musica”, n. 7, 2009).La canzone
dell’amore perduto assume così i tratti
della ballata pop, Franziska muta pelle e si
colora di umori latinoamericani, La città
vecchia viene rallentata dal suono di una
fisarmonica dal puro charme francese,
Geordie cambia decisamente aspetto
abbandonando
i
suoi
caratteri
cinquecenteschi per travestirsi in un blues
(acustico) dai toni caldi e coinvolgenti.
Quasi sul finale dell’incisione, un’articolata
introduzione pianistica di derivazione
classica mette in moto una rimarchevole
cover di Bocca di Rosa. Essenziale ma
non semplicistico, assai prossimo allo
spirito irrequieto di De André, molto curato
nella produzione, Non per un Dio (ma
nemmeno per gioco) si pone senz’altro
come termine di paragone a venire per chi
intenda
intraprendere
una
rilettura
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA NON PER DIO (MA
NEMMENO PER GIOCO)
dell’opera del cantautore genovese.
LA MORESCA
AMMORE, TRIVOLO,
CURRIVO E DEVOZIONE
FELMAY
8021750815425
FY 8154
DIGIPACK
2009
Torna a noi LA MORESCA, formazione
campana di riconosciuto valore e grande
spessore artistico, che si ripresenta
all’attenzione del suo pubblico dopo un
lungo silenzio discografico. Ammore,
trivolo, currivo e devozione (sottotitolo vota
la rota de la mia vita… e s’avota la rota
n’auta vota) è il titolo della nuova opera,
concepita a otto anni distanza dal notevole
Senza cchiù terra. Avvalendosi della
direzione artistica di Rosario Del Duca,
l’ensemble formato da Alfredo Notarloberti
(violino), Fabio Roselli (darbouka, djembé,
percussioni, zarb), Giovanni Migliaccio
(voce, chitarra classica, flamenco e
battente, mandolino, basso, bouzouki,
tammorre, tamburello, djembé), Paolo Di
Giorgio (chitarra classica e battente, oud,
mandoloncello), Salvatore Zeno (flauto
traverso e dolce, ottavino, ciaramella),
Tilde Punzo e Vittorio Acone (voci) ci
offrono un ampio sguardo sulla tradizione
musicale radicata nella loro regione con
opportuni
allargamenti
mediterranei.
L’album, come si evince dal titolo,
presenta al suo interno una suddivisione
quadripartita, segnata da tre intermezzi. Il
primo capitolo è dedicato all’amore, qui
rappresentato tanto dall’innamoramento
adolescenziale (Ajeri sera virietti roi stelle),
quanto da quello materno (La ninna ri la
ria), per finire in una satirica Burlata a
sfondo sessuale. Segue il paragrafo delle
tribolazioni: il lamento della Terra violata, i
tentativi di tenere lontano il dolore (sulle
note di una Danza arabesca gitana
cantata in spagnolo), . la disperazione di
una donna in carcere (Dint’a a la Vicaria,
un brano ottocentesco). Poi è la volta della
collera: per la libertà maltrattata e per il
tradimento di una bella che si è maritata a
un riccone. Una rabbia che si trasforma in
odio come esprime bene una libera
trascrizione dal sonetto di Cecco Angiolieri
S’i’ fosse fuoco. Infine, al termine del
viaggio, ecco il ritorno, tra ironia e serietà,
al sacro, alla santità e alla saggezza,
concetti che LA MORESCA fa rivivere
sempre in chiave concreta, popolare e
“democratica”, lontano tanto dai riti
istituzionali quanto dalle superstizioni.
Ammore, trivolo, currivo e devozione è
una sorta di concept-album che non si
dimentica del passato e allo stesso tempo
risulta profondamente calato nella realtà
(come
testimonia,
ad
esempio,
l’improvvisazione di Marcello Colasurdo in
Traditor’) e che sa accompagnare testi
sempre pregnanti con un intreccio
strumentale sovente vicino alla perfezione.
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA AMMORE,
TRIVOLO, CURRIVO E DEVOZIONE
MASSIMO FERRANTE
JAMU
FELMAY
8021750815821
FY 8158
JEWEL BOX
2009
Dopo i sorprendenti U Ciucciu (fy 8090)
del 2005 e Ricuordi (fy 8113) dell’anno
successivo, ecco in uscita la nuova e
originale prova di MASSIMO FERRANTE,
che con Jamu prosegue nel suo impegno
teso a perlustrare ad ampio raggio la
realtà musicale e sociale dell’Italia del
Sud. Il suo canto inconfondibile e il suono
altrettanto riconoscibile di una chitarra a
12 corde marcano un’incisione che vive di
accostamenti stilistici arditi. L’apertura e la
chiusura del disco sono affidate alla
ripresa (suddivisa in due parti) di una
celebre poesia di Ignazio Buttitta, Lingua e
dialettu, tramutata in canzone grazie
all’arrangiamento e ai corposi interventi
strumentali di Antonello Paliotti (chitarra
classica, fisarmonica, mandolino, basso).
L’ incipit è celebre (Un popolo / mettetelo
in catene / spogliatelo / tappategli la
bocca, / è ancora libero), non meno che la
prosecuzione (Un popolo / diventa povero
e servo / quando gli rubano la lingua /
ricevuta dai padri: / è perso per sempre).
Appartengono sempre a Buttitta le parole
di Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali,
dedicati al sindacalista ucciso dalla mafia
in Sicilia nel 1955, che FERRANTE
interpreta accompagnandosi con la
chitarra catanese. Un recupero importante
è la Strina du judeo, un tradizionale
calabro proposto con belle variazioni da
Ferrante in compagnia di Lutte Berg alla
chitarra elettrica, Lello Petrarca al basso e
Enrico Del Gaudio alla batteria. Le strine
sono canti augurali eseguiti in genere
durante il periodo natalizio, ma quella in
oggetto si caratterizza per i toni arrabbiati
e caustici indirizzati verso le istituzioni civili
e religiose. Ari cincu è invece un canto
joggese trasposto in stile bandistico, in cui,
tra i fiati, si ascolta il clarinetto di
Francesco Banchini. Si prosegue con
l’amaro e ironico Ha detto De Gasperi a
tutti i divoti, interpretato in “bianco e nero”
dal solo FERRANTE alla maniera dei
vecchi cantastorie, e con Tu compagno,
un brano scritto in origine dal Canzoniere
delle Lame, che FERRANTE dedica ai
politici di sinistra odierni e a cui Lutte Berg
aggiunge azzeccati suoni “rumoristici”. E
sempre il chitarrista nato in Svezia ma di
padre calabrese è responsabile del bel
fraseggio jazzato presente nel salace ’U
monacu. E se non può mancare una
sostenuta tarantella (Tarantella minore),
FERRANTE nemmeno si scorda delle
minoranze
occitane
di
Guardia
piemontese, in provincia di Cosenza,
riprendendo una surreale canzone in
lingua d’oc (La piov e la fa soulelh).
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA JAMU
GATTAMOLESTA
CZELESTE
FELMAY
8021750815920
fy 8159
DIGIPACK
2009
file under> world music
I GATTAMOLESTA sono senza dubbio tra
le migliori formazioni di (power) folk venute
allo scoperto negli ultimi anni in Italia e
Czeleste, la loro terza prova discografica
dopo l’ep I pesci, i pani e gli esemplari e
l’album Alla festa del brigante, ne è una
conferma probante. Si tratta naturalmente
di un folk atipico, irregolare e bizzarro, che
tiene conto e interagisce con i suoni del
mondo, com’è giusto che sia nel nostro
tempo. La formazione proviene da Forlì,
città che li ha visti muovere i primi passi
nel 2006. La loro musica è scesa sin da
subito
nelle
strade,
preferendo
l’immediatezza del contatto con il pubblico
alle sedute di studio al chiuso. Un modo
ineccepibile per provare e provarsi, per
valutare la tenuta di un brano e cogliere in
tempo reale la risposta emozionale di chi
ascolta. Così, da una piazza all’altra, da
una piccola festa paesana al Buskers
festival di Barcellona e ai palchi delle
rassegne jazz, GATTAMOLESTA si è
costruita una solida reputazione di band
sanguigna e travolgente. Il front-man e
ideatore del gruppo è Andrea Gatta,
cantante e chitarrista dall’indubbio appeal,
che grazie al suo carisma è in grado di
stabilire un’immediata complicità con i
presenti. A completare il quartetto
troviamo musicisti di ottimo livello quali
Nicolò Fiori al contrabbasso, Jader Nonni
alla batteria e Luigi Flocco alla
fisarmonica. Se amici e ospiti non
mancano mai durante gli spettacoli dal
vivo, lo stesso accade in Czeleste, dove si
ascoltano il trombettista Eusebio Martinelli,
Aleksandar Rajkovic al bombardino e
Fabrizio «Biccio» Benevelli ai sassofoni e
clarinetti. Il suono di GATTAMOLESTA è
vivo e pulsante sin dai titoli (Estasiatica,
Polka Punk. Boia Giuda Criminale) e nei
brani, tutti originali e firmati dal
capobanda, si percepisce forte e chiara, a
livello strumentale, la fascinazione per i
mille rivoli della musica balcanica sia del
passato sia del presente (Bregovic,
Kusturica, Gogol Bordello), nonché in
generale il debito verso l’estetica gitana. I
testi, rigorosamente in italiano, rivelano
invece la tensione verso il superamento
dei cliché del cantautorato del Bel Paese,
proponendo versi surreal-dadaisti ubriachi
di
ironia
e
sentimenti
forti,
contestualizzabili in una linea d’autore che
da Tom Waits arriva sino a Vinicio
Capossela. Un canto libero, quello
dispiegato
dai
romagnoli
GATTAMOLESTA, che testimonia come la
musica possa ancora essere vissuta,
anche nella nuova era glaciale e digitale,
sotto una forma semplice ma dal
contenuto traboccante di umanità.
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA CZELESTE
LALGUDI VIJAYALAKSHMI
VADHYA SUNADHA
PRAVAHAM
FELMAY
0885016815226
FY 8152
DIGIPACK
2009
file under> world music
Il rinnovamento della musica indiana di
ascendenza
classica
passa
anche
attraverso incisioni come Vadhya Sunadha
Pravaham, in cui si può ascoltare un trio al
femminile di grande qualità e originalità.
La novità è rappresentata dalla particolare
scelta strumentale della formazione, che
vede implicato il violino, il flauto e la veena
(un cordofono a pizzico di grandi
dimensioni provvisto, oltre che di una
cassa armonica semisferica, anche di un
secondo risuonatore posto al di sotto del
cavigliere); quest’ultimo, qui presente nella
tipologia
saraswati,
rappresenta
lo
strumento che nell’India del Sud meglio
incarna la tradizione carnatica. Le
esecutrici implicate sono rispettivamente
LALGUDI VJ VIJAYALAKSHMI, MALA
CHANDRASHEKAR e JAISHREE JAIRAJ,
impegnate in un repertorio di grande
bellezza e attrattiva che non manca di
coinvolgere l’ascoltatore sin dalle prime
note. Il progetto ripropone quello che negli
anni 60 fu uno dei gruppi storici della
musica carnatica. Lalgudi G Jayaraman,
padre di Vijayalakshmi e uno dei grandi
del violino del secolo scorso, aveva infatti
costituito un gruppo comprendente anche
Dr N Ramani, flauto, e R. Venkatraman,
veena accompagnati da due suonatori di
mridangam. Una vera rivoluzione musicale
e concettuale nella musica carnatica. A
distanza di 40 anni VJ h ripreso quell'idea
e ce la ripropone in una versione tutta
femminile mantenendo intatta la carica
innovativa ed emozionale del gruppo
originario. Anche chi non ha particolare
dimestichezza con la musica indiana, e in
particolare con quella carnatica, viene
subito reso partecipe dello svolgersi degli
a solo e dei momenti collettivi. Purezza di
suono, precisione di tocco o di emissione,
trasporto emotivo consentono al trio di
dispiegare
una
particolare
energia
creativa. In particolare si nota come il
dialogo fra i tre strumenti si sviluppi alla
pari, con continui interscambi, un call and
response a “triangolo” continuamente
variato e perfezionato. La violinista Lalgudi
VIJAYALAKSHMI appartiene a una
famiglia di musicisti e insieme al padre e
maestro Lalgudi G Jayaraman e al fratello
Lalgudi Krishnan si è resa già protagonista
di altre incisioni per la nostra etichetta
(Singing Violins, fy 8094; Bow to the
Violins, fy 8105; Violin Soul, fy 8121; Violin
Waves, fy 8130), che testimoniano del suo
stile unico e assai rappresentativo, ai
nostri giorni, del filone musicale carnatico.
Mala
CHANDRASHEKAR
è
una
eccellente suonatrice di flauto, abile tanto
a perpetuare i dettami classicisti del suo
strumento quanto a cogliere e a soddisfare
le esigenze del pubblico davanti al quale si
trova ad esibirsi. La suonatrice di veena
Jaishree JAIRAJ è cresciuta alla scuola di
importanti maestri, i cui insegnamenti le
hanno permesso in breve di divenire una
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA VADHYA SUNADHA
PRAVAHAM
delle artista di punta di All India Radio.
Insieme al marito Jeyaraaj Krishnan è
solita tenere concerti di duetti per veena
che la stanno facendo conoscere anche
all’estero. Kallidaikurichi Sivakuma al
mrudangam e N. Guruprasad al ghatam
sono
i
due
accompagnatori
alle
percussioni, discreti e precisi quanto serve
a contribuire alla riuscita di un disco
davvero unico nel suo genere.
USTAD ALI AHMAD HUSSAIN
KHAN & PARTY
SERENITY
FELMAY
0885016814625
FY 8146
DIGIPACK
2009
file under> world music
Protagonista di Serenity è lo shehnai, un
strumento a fiato a doppia ancia
apparentabile, nel mondo occidentale, alla
famiglia dell'oboe. È costituito di una
canna in legno (sulla quale vengono
praticati fino a nove fori, che possono
essere in parte chiusi con cera in
occasione dell’esecuzione di particolari
raga) e di una campana metallica Pur
essendo originario dell’India del Nord è
diffuso anche nel Sud del Paese, d ove
assume
la
denominazione
di
nadhaswaram e presenta caratteristiche
leggermente differenti (in genere ha
dimensioni maggiori). In ogni luogo venga
suonato è conosciuto per essere uno
strumento in grado di “portare fortuna”, ed
è per tale ragione che viene utilizzato in
occasione di grandi cerimonie e nei
matrimoni. Non è raro che l’esecutore
adotti la tecnica cosiddetta della
“respirazione circolare”, al fine di poter
meglio sostenere i passaggi più lunghi e
veloci dei raga. Quando si pensa a un
maestro di shehnai non si può fare a meno
di citare il grandissimo Bismillah Khan,
vera autorità in materia, scomparso nel
2006 all'età di 90 anni. Chi ne conosce e
apprezza l’arte non potrà comunque fare a
meno di considerare con favore le
performances contenute in Serenity, opera
di USTAD ALI AHMAD HUSSAIN KHAN.
Nato a Kolkata nel 1939 ed appartenente
a una famiglia di musicisti pluripremiati, il
maestro si rivela qui uno specialista
dimostrando di essere oggi il più grande
esponente dello strumento. Oltre a
conoscere alla perfezione la tradizione di
uno strumento che nel corso del tempo ha
mutato le sue origini popolari e folkloriche
in forme d’arte classica, ALI AHMAD
HUSSAIN KHAN ha saputo introdurre
innovazioni nella scelta del repertorio,
impiegando lo shehnai in raga anche
molto complessi ed atipici. Il primo brano
presentato
(Raga
Jhinjhoti)
si
contraddistingue per il calore avvolgente
ma trattenuto della melodia, che si dipana,
sinuosa, a ondate progressive. La
seconda traccia, Raga MadhumadSarang, non è tra i raga più conosciuti, ma
dispone di uno sviluppo accattivante e
incisivo, ed è tutto giocato su tempi rapidi
ed essenziali, capaci di catturare
l’orecchio di chi ascolta sin dal primo
istante. Infine, Mishra Bhairavi, un raga
NOTIZIE UTILI
Genere: world music
FELMAY PRESENTA SERENITY
molto popolare ed apprezzato per
l’insieme di spiritualità e gioia che sa
suscitare. Insieme al leader partecipa un
ampio ensemble costituito da Ahmed
Abbas Khan e Hassan Haider Khan
(shehnai di “bordone”), Pandit Subhen
Chatterjee e Pandit Sandip Banerjee
(dukkar,
tabla),
Mohammad
Ali
(sharmandal), Ahmad Ali e Debal
Mukherjee (tampura), Kyasar Hussain
Rizvi (swarpeti).
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti da EGEA Records & Distribution.
Silvia Valderrama
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