Sole24ore - Alessandro Nicosia

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Sole24ore - Alessandro Nicosia
A Roma un viaggio onirico nel mondo di
Gauguin
di Natalia Marra
4 OTTOBRE 2007
Oli, disegni, sculture e ceramiche, complessivamente 150 opere, per scoprire e
apprezzare il percorso umano e artistico di Paul Gauguin, nel suo viaggio onirico
nella mitica Età dell'Oro e nei suoi richiami alla cultura e alla tradizione. Tutto
questo in «Paul Gauguin. Artista di mito e sogno», dal 6 ottobre al 3 febbraio
2008, al Complesso del Vittoriano di Roma. Un'opportunità unica, a due passi
dalla Colonna Traiana, dal Foro, e da altri antichi siti archeologici, per scoprire le
radici romane dell'opera di Gauguin, il suo debito nei confronti dei miti del
passato e del presente primitivo, nella prima monografica mai dedicata a Roma
all'artista francese. Approdano al Vittoriano capolavori provenienti da
importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il mondo, tra
cui spiccano il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art
di Washington e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, che ripercorrono
l'intero cammino della vita e dell'opera del pittore da cui traspare la costante
ricerca di una sorta di mitico Eden.
Come sottolinea Stephen F. Eisenman, «nessun artista, nè prima nè dopo, ha
così assiduamente raffigurato l'incontro tra un colonizzatore europeo e gli
indigeni, nè trasformato in modo così radicale tale difficile rapporto in opere
altrettanto incantate e inquietanti. Gauguin, l'artefice di miti e sogni, Gauguin il
Simbolista era anche Gauguin il virgiliano ed il classicista, i cui modelli di
pensiero sono strettamente legati all'arte e alle tradizioni letterarie di Roma
antica». Gauguin non è un classicista o un accademico convenzionale. La sua Età
dell'Oro non è quella di Corot, pittore di ninfe dei boschi e albe eterne, nè di
Puvis de Chavannes, artista di boschi sacri e Monti Parnasi. Gauguin
sicuramente attinge dalle sue conoscenze sulle divinità e sugli eroi dei tempi
antichi quando dipinge i suoi soggetti bretoni, tahitiani e delle isole Marchesi. I
riferimenti all'antichità classica sono, per certi versi, inevitabili: in un momento
storico in cui la ricerca etnologica e la comprensione delle cosiddette «culture
primitive» sono ancora agli inizi, Gauguin non avrebbe potuto rappresentare la
società indigena bretone, della Martinica o del Pacifico meridionale senza fare in
parte riferimento ai paradigmi dell'antica Grecia, romani, virgiliani e dell'Età
dell'Oro. Tuttavia, il suo legame con l'antichità va ben oltre qualcosa di istintivo.
Gauguin menziona Virgilio in molte delle sue lettere e in altri scritti, e deriva una
serie di composizioni da fotografie di monumenti di Roma antica. Per l'artista
francese, stanco della lotta quotidiana per la sopravvivenza, imprigionato nella
moderna Parigi, i miti di una cultura superstite e primitiva in Martinica,
Bretagna e Arles, e il sogno di una vita libera tra i pacifici abitanti dell'Oceania
rappresentano una liberazione, infiammano la fantasia e nutrono le sue energie
artistiche. L'ampia antologica «Paul Gauguin. Artista di mito e sogno» intende
proporre una ulteriore meditazione sull'opera dell'artista francese e offre
l'opportunità di ripercorrere tappa per tappa il cammino artistico di Gauguin.
La mostra è aperta dal lunedì al giovediì, dalle 9.30 alle 19.30, il venerdì e il
sabato fino alle 23.30, la domenica dalle 9.30 alle 20.30.