Te la do io l`America che conta davvero
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Te la do io l`America che conta davvero
villaggio globale Te la do io l’America che conta davvero Fernando Napolitano ha creato un’impresa con lo scopo di presentare agli investitori Usa le migliori start-up italiane. Come funziona e quali sono le prime aziende innovative su cui ha deciso di puntare. d i zo r n i t z a k r at c h m a r ova « I taly will punch above its weight». Fernando napolitano, 47 anni, fondatore e numero uno della Why Italy matters Corp., società di diritto Usa nata la scorsa primavera per promuovere oltreoceano il meglio dell’industria italiana hi-tech, ricorre a una metafora mutuata dal mondo della boxe per spiegare il suo progetto: fare in modo che l’Italia pesi di più sulla scena internazionale. molto di più. «C’è chi crede che il nostro sia un paese di tarantelle, imbrogli e governi traballanti. Le difficoltà ci sono, per carità. ma quel che conta è fare emergere il talento. puntando sulle startup e sulle piccole e medie imprese più promettenti». Il nome del progetto è: Italian Business & Investment Initiative (www.italianbusiness.org) e si avvale della partnership con il primo web magazine italiano scritto in inglese, panoramaeconomy.com, realizzato dal settimanale Panorama Economy che punta a quei 2 miliardi di persone che leggono l’inglese nel mondo e che sono interessati a conoscere il made in Italy raccontato dagli italiani. L’idea che è alla base di tutto è semplice: selezionare il meglio che offre la nostra piazza e metterlo in contatto con potenziali finanziatori o partner commerciali americani. «ma perché questo accada bisogna passare al settaccio centinaia, se non addirittura migliaia, www.tipsimages.it Un Napolitano a New York Fernando Napolitano, 47 anni, fondatore della Why Italy Matters Corp. fatt i panorama 9 novembre 2011 117 globale Le magnifiche 13 che sfilano a New York 40South EnErgy www.40southenergy.com Fondata nel 2008 da Michele Grassi, sviluppa tecnologie capaci di estrarre elettricità dalle onde marine. Ha sede a Londra. SprEakEr www.spreaker.com Lanciata nel 2009 da Francesco Baschieri, permette di creare una web radio unendo contenuti audio a quelli dei blog e dei social network. admantx www.admantx.com Nata nel 2010 per volontà di Luca Scagliarini da uno spin-off della Expert System, offre una piattaforma all’avanguardia per la pubblicità online. angElantonI ClEantECh www.angelantoni.it È attiva nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica. Partecipa al progetto Archimede Solar Energy insieme con la Siemens. haCkIng tEam www.hackingteam.it David Vincenzetti e Valeriano Bedeschi sviluppano software per le intercettazioni pescando dati da pc, telefoni e altro. CaSCaad www.cascaad.com Fondata nel 2008 da Erik Lumer, sviluppa applicazioni per filtrare i messaggi presenti sui social network e catalogarli in base agli interessi. h-umuS www.h-umus.it Fondata nel 2007 da Fabio Carraro, ha sviluppato la piattaforma per vendere online articoli fashion di ogni tipo anche su iPad e iPhone. Fondata nel 2005 da Andrea Piccioni, ex eBay, controlla diverse piattaforme online attive sul fronte real estate tra cui Immobiliare.it. SavEllI Fondata nel 2010 da Alex Savelli, vuole sviluppare cellulari di lusso. Nel parco investitori ci sono i numeri uno di Harrods, Emi Music, Svedka Vodka, De Beers, Vertu, Ysl e altri. Sbarco in Usa La sede della Bloomberg: qui, il 14 novembre, si terrà l’incontro con gli investitori. CEntErvuE www.centervue.com Creata nel 2008 da Giuliano Barbaro e Aldo Cocchiglia, sviluppa strumenti diagnostici per la cura degli occhi. Ha sedi a Padova e in California. CrowdEngInEErIng www.crowdengineering.com Fondata nel 2009 da Gioacchino La Vecchia, ribalta la logica dell’outsourcing: non affida a terzi le attività non core ma attira talenti per la gestione dei progetti. mutuIonlInE www.mutuionline.it Fondata nel 2001, è il primo broker di mutui in Italia con un intermediato 2010 di quasi 2 miliardi. Quotata, è guidata da Marco Pescarmona. prIma InduStrIE www.primaindustrie.com Fondata nel 1977, sviluppa sistemi laser per l’industria. È guidata da Gianfranco Carbonato. fatt i rEal wEb di realtà all’avanguardia» dice napolitano, che per l’occasione ha chiamato a raccolta i migliori acchiappatalenti d’Italia. a cominciare dall’Innogest sgr, il più grande fondo nazionale per start-up con un patrimonio di oltre 90 milioni di euro. o ancora: l’Intesa Sanpaolo, che con il progetto Start-up Initiative e i fondi atlante Ventures ha accesso a un portafoglio pressoché infinito di società in erba. Sul progetto convergono anche Italian angels for Growth (Iag), ossia il principale gruppo di business angel in Italia; H-Farm, l’incubatore tecnologico guidato da riccardo Danadon con oltre 30 realtà finanziate e un tasso di sopravvivenza superiore al 90 per cento; m31, l’acceleratore veneto specializzato in biotecnologie guidato 118 panorama 9 novembre 2011 Radius images/CoRbis villaggio da ruggero Frezza; il fondo Dpixel, creato dall’ex ragazzo prodigio dell’hi-tech italiano Gianluca Dettori (ideatore di Vitaminic); 360° Capital partners, il venture capital di Emanuele Levi, Fausto Boni, Diana Saraceni e François Tison, fra i sostenitori di Yoox o mutuionline; e alcuni superangel, ossia imprenditori pronti a puntare a titolo personale i propri soldi sulle realtà che giudicano promettenti. «I più bravi sono con noi» riassume napolitano, a cui fa capo pure il programma italiano di borse di studio Fulbright Best (www.bestprogram.it). Fra i partner della Why Italy matters Corp. ci sono orrick, Herrington & Sutcliffe (uno degli studi legali più quotati oltreoceano, con clienti come Facebook), Finsbury (una multinazionale tascabile della comunicazione economico-finanziaria con sedi a new York, Londra, Bruxelles, abu Dhabi e Dubai, che garantisce assistenza anche alle nostre start-up) o Booz&Co., società di consulenza quotata a Wall Street con un giro d’affari 2010 di oltre 6 miliardi di dollari, assai cara a napolitano perché per un paio di decenni è stato a capo della filiale italiana. mentre tra i personaggi di spicco con passaporto americano che appoggiano l’iniziativa figurano ronald Spogli, ex ambasciatore di Washington in Italia, che ha comprato il 10 per cento dell’Innogest sgr, e mike mcCollough, partner della Booz&Co. ed ex capo della national Security agency. «proprio mcCollough ha incontrato i giovani della milanese Hacking Team, specializzata in software per le intercettazioni in uso alle forze dell’ordine, con l’obiettivo di aiutarli a entrare nel difficile mercato statunitense» riferisce napolitano, citando solo uno degli innumerevoli esempi di contatti ai vertici creati dal suo gruppo per chi merita davvero. «La nostra forza sta nel networking» aggiunge, citando fra i sostenitori dell’iniziativa Henry Kissinger, ex segretario di Stato Usa, e l’ex presidente Gerald Ford. mentre sul fronte italiano segnala il sostegno assicuratogli dai numeri uno di alcuni tra i più importanti colossi. Tra gli altri, rocco Sabelli (alitalia), Giovanni perissinotto (Generali), Fulvio Conti (Enel), paolo Scaroni (Eni), Corrado passera (Intesa Sanpaolo), Giancarlo Innocenzi (Invitalia), panorama 9 novembre 2011 Fedele Confalonieri (mediaset), maurizio Costa (mondadori, casa editrice di questo giornale) e ossama Bessada (Wind). «Con molti di loro ho un rapporto di amicizia e stima reciproca» sottolinea napolitano. E richiama l’attenzione pure sulle istituzioni coinvolte. La Invitalia, che fa capo al ministero dello Sviluppo economico, ma anche il consolato generale d’Italia e l’Italian trade commission, entrambi con sede a new York. proprio Bessada della Wind giudica l’iniziativa «unica. E potrebbe rivelarsi una grande opportunità anche per chi è coinvolto nel Wind Business Factor», una piattaforma online realizzata in collaborazione con TheBlogTv, con l’obiettivo di sostenere le start-up più innovative. «La connessione con l’Italian Business & Investment Initiative è naturale, direi strategica» aggiunge Bessada. ma che cosa fa esattamente la Why Italy matters Corp.? Semplice: seleziona i migliori e li presenta a chi conta con incontri one-to-one nel corso di tutto l’anno tarati sui bisogni di ogni singola realtà, oppure con appuntamenti istituzionali organizzati ogni 6 mesi. Il primo si è tenuto il 5 maggio e il secondo è in programma il 14 novembre nel cuore della Grande mela, presso il quartiere generale della Bloomberg L.p., al 731 di Lexington avenue. a fare in modo che fosse proprio quella la sede è stato il numero uno del colosso dell’informazione economico-finanziaria Dan Doctoroff, egli stesso sostenitore della Why Italy matters Corp. «Le società chiamate a raccolta saranno 13, tutte finanziate da uno o più venture capitalist» precisa Livio Scalvini, head of innovation & marketing dell’Intesa Sanpaolo, a capo del progetto Start-Up Initiative e fra i selezionatori delle realtà presenti all’evento. Ci sarà la aDmantX, «nata da uno spin-off della bolognese Expert System e che offre una piattaforma all’avanguardia per la pubblicità online» precisa Davide Turco, responsabile dei fondi Intesa Sanpaolo atlante Ventures e atlante Ventures mezzogiorno, entrambi con 25 milioni di euro di dotazione (che ha puntato tra gli altri proprio su aDmantX). «E ci sarà la Cascaad, a cui fa capo l’applicazione 119 villaggio globale lE trE azIEndE ChE Sono gIà partItE SIlICon bIoSyStEmS noodlS L’incontro con Bob Proulx, per oltre 25 anni attivo sul fronte biotecnologie, è stato decisivo nella scelta di inaugurare una sede a San Diego e avviare una collaborazione serrata con alcuni dei centri di ricerca Usa più all’avanguardia. A cominciare dal Fox Chase Cancer Center di Filadelfia. «Lo spazio per crescere è pressoché infinito» afferma Giuseppe Giorgini, presidente e cofondatore della bolognese Silicon Biosystems, proprietaria di tecnologie che danno la possibilità di isolare singole cellule circolanti nei tessuti o nel sangue. Comprese quelle rare. La scoperta è rivoluzionaria perché permette di ricorrere a un semplice prelievo anziché alla biopsia per decidere la cura giusta. A farla sono stati i soci Gianni Medoro e Nicolò Manaresi, entrambi ingegneri elettronici. E a scommettervi sono stati alcuni investitori istituzionali per un totale di 19 milioni di euro raccolti: Innogest sgr, Atlante Ventures (Intesa Sanpaolo) e Focus Gestioni (Banca delle Marche). «Con i nostri prodotti la ricerca nel campo dei tumori e delle diagnosi preimpianto fa un salto importante» commenta Giorgini, con alle spalle una solida esperienza nella farmaceutica che richiama l’attenzione sulle 28 famiglie di brevetti già in cassaforte. Sito: www.siliconbiosystems.com Ristrutturare la rete di vendita per dare un impulso al mercato Usa: è l’esigenza che ha spinto Paolo Pascale, numero uno della Tecnam, specializzata in aerei ultraleggeri, a rivolgersi all’amico di vecchia data Fernando Napolitano, all’epoca a capo della Booz Allen Hamilton Italia. «Era il 2008 quando abbiamo organizzato a Capua, presso il nostro quartiere generale, il primo incontro con i concessionari americani» ricorda Pascale e parla di risultati importanti anche in termini di posizionamento. Con una particolarità: la stretta creditizia si fa sentire anche negli Usa. E il problema è assicurarsi accordi con banche disposte a finanziare chi acquista i suoi prodotti. O, ancora, con istituti disposti a comprare vere e proprie flotte per poi darle in leasing a scuole di volo o centri di addestramento tra i più diversi. «Oggi lavoriamo con Fernando su questo» precisa Pascale (nella foto, al centro tra Elio Catania, a sinistra, e Fedele Confalonieri). Ha 150 dipendenti, fattura 25 milioni di euro l’anno e ha una quota export del 90 per cento. «Il mio sogno nel cassetto? Trasferire la società in Florida». «In pochi giorni ho incontrato i vertici del New York Times e della Bloomberg raccontando loro nei dettagli i benefici di Noodls»: Giacomo Gambiaso, 40 anni, numero uno e cofondatore, con i soci Filippo Novella, 40, e Renzo Sala, 37, è entusiasta. Perché ha fatto conoscere la sua maxibanca dati di notizie ufficiali, aggiornata in tempo reale, ad alcuni dei mostri sacri del giornalismo Usa. E, in barba alla diffidenza iniziale, ha attirato la loro attenzione. «Ora speriamo che firmino, è ovvio». Confessa che senza il ponte assicuratogli dall’Italian Business & Investment Initiative difficilmente avrebbe potuto avviare quelle trattative o, ancora, aprire una filiale a New York. La Noodls, fondata nel 2007 a Milano, tiene monitorate 33 mila fonti in tutto il mondo, governative, di società non-profit o aziendali che siano, coprendo 60 lingue. «È il modo più facile e veloce per avere accesso a tutte le informazioni ufficiali» dice Gambiaso, che finora ha raccolto 2,5 milioni di euro di finanziamenti, perlopiù dall’Innogest sgr, ed entro dicembre dovrebbe chiudere un ulteriore aumento di capitale da 1 milione. Media, uffici stampa, associazioni e blogger di ogni tipo sono i suoi clienti naturali. Le notizie sono a pagamento e i pacchetti disponibili sono diversi. non sono tanti». E, numeri alla mano, racconta che su 500-600 start-up vagliate ogni anno solo tre-quattro passano l’esame e si aggiudicano i fondi Innogest sgr. perché un fatto è certo: avere una buona idea non basta. per diventare imprenditori veri è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare giorno e notte, o quasi. «Gli americani, nonostante abbiano la pancia piena, sanno come fare» ricorda Giuliano, ricordando il celebre «Stay hungry, stay foolish» proprio di Jobs quale ricetta indispensabile per avere successo. mentre sulla Why Italy matters Corp. è categorico: «È una iniziativa preziosa per tutti noi perché fornisce contatti unici con un mondo altrimenti difficile da penetrare». La pensa così anche Scalvini: «I veri affari si fanno oltreoceano, dove è possibile passare dalle parole ai fatti in tempi stretti». a seguire tutto in presa diretta c’è lo stesso napolitano che per l’occasione ha trasferito negli Stati Uniti l’intera famiglia: la moglie matilde e i tre figli di 12, 10 e 2 anni. «È n una scommessa anche per loro». che filtra i messaggi presenti sui social network e li cataloga in base agli interessi dei singoli» aggiunge Claudio Giuliano, amministratore delegato dell’Innogest sgr che vedrà sfilare a new York ben quattro aziende partecipate, Cascaad compresa (l’elenco completo è a pagina 110). E rilancia: «Sono settimane che sento dire che se il padre della apple Steve Jobs fosse nato in Italia non sarebbe diventato Steve Jobs. non sono d’accordo. Il nostro contesto è meno favorevole che altrove, d’accordo, ma anche i giovani disposti al sacrificio fatt i 120 tECnam panorama 9 novembre 2011