Attenti al nazionalismo delle regole
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Attenti al nazionalismo delle regole
Identificativo: SS20081012018AAA Data: 12-10-2008 Testata: IL SOLE 24 ORE SPECIALE - L'ITALIA Riferimenti: NELLA TEMPESTA DEL CREDITO Pag. 18 L'ITALIA NELLA TEMPESTA DEL CREDITO Il confronto internazionale Attenti al nazionalismo delle regole I giganti globali con attività cross-border sfuggono alla vigilanza dei singoli Paesi - TROPPE DIVISIONI - Per gestire i mercati all'Europa servono interventi armonizzati Giorgio Barba Navaretti Gli interventi pubblici a tutela del sistema creditizio europeo adottati in questi giorni sono necessari a riportare un po' di fiducia sui mercati. Ma l'ambito nazionale delle azioni varate finora è in conflitto con la dimensione globale della crisi. Dopo la convergenza delle dichiarazioni del G7 di Washington, è essenziale che i paesi Ue nel vertice di stamattina a Parigi adottino finalmente un piano comune, soprattutto per sciogliere il nodo del mercato interbancario. Lo sfilacciamento del fronte, non solo rende meno efficace l'azione di emergenza ma, soprattutto, modifica la prospettiva di armonizzare le regole nazionali che sovrintendono al mercato del credito. I risvolti strutturali degli interventi anti-crisi sul sistema delle regole sono altrettanto importanti dell'obiettivo immediato di stabilizzare i mercati. Limitarsi alla difesa dell'orto locale rischia di farci fare una grave passo indietro nell'integrazione dei mercati, anche reali. Il nodo sono le banche multinazionali con attività cross-border in più paesi, a cui fa capo il 60% circa degli attivi del sistema bancario. Data la dimensione, è ovvio che gran parte delle istituzioni finanziarie salvate dai contribuenti siano di questo tipo. Ma la natura cross-border delle loro attività è un altro elemento importante: Royal Bank of Scotland o Dexia hanno oltre metà degli asset all'estero. Quanto le attività internazionali influenzano la stabilità finanziaria? Se la dimensione aumenta la concentrazione dei rischi, la dispersione geografica delle attività permette invece di diversificarli, di compensare i cali su un mercato con risorse generate in un altro. Anche nella crisi globale le economie nazionali mantengono caratteristiche differenti e trend non correlati. La possibilità di gestire in modo efficace la geografia della volatilità degli investimenti, però, dipende dalle regole che governano i mercati. E l'Europa ha regole adeguate per supervisionare le attività cross-border? Nei grandi gruppi il coordinamento dei rischi è ovviamente accentrato a livello di casa madre. Ma le regole nazionali, che oggi sovrintendono alla supervisione del credito, hanno l'obiettivo di salvaguardare la stabilità del mercato finanziario locale e spesso ostacolano il trasferimento di informazioni, liquidità e capitali tra unità del gruppo. Fattori invece essenziali per un'azione di risk management efficace. Dunque, abbiamo il paradosso di giganti globali che non hanno il controllo globale delle proprie attività. Questa incongruenza delle regole impedisce alle banche di sfruttare economie di scala e opportunità di diversificazione per rafforzare la propria stabilità finanziaria. La crisi non sembra finora ridurre la riluttanza europea a coordinare le proprie regole. L'Ecofin di questa settimana ha frenato sull'approvazione della direttiva "Solvency II" sulla struttura di vigilanza delle assicurazioni che prevede il rafforzamento del ruolo di supervisione della capogruppo, la direzione in cui dovrebbe muoversi anche la riforma della regolamentazione bancaria. Inoltre, la mancanza di interventi comuni d'emergenza consolida nel lungo periodo, anche se in modo non coerente, la dimensione nazionale delle regole. La situazione è paradossale. Da un lato, la ricapitalizzazione delle banche da parte dei governi nazionali apre un ombrello anche sui cittadini di altri Paesi e rafforza il ruolo della casa madre nel preservare la stabilità del gruppo: il miglioramento patrimoniale della Royal Bank of Scotland tutela indirettamente i correntisti olandesi della controllata Abn Amro. D'altro canto, le garanzie nazionali sui depositi rafforzano la dimensione locale della salvaguardia e il principio che sono gli interventi e le regole nazionali a garantire i correntisti e la stabilità del sistema. La tendenza al nazionalismo delle regole riflette un problema più ampio. Nello scetticismo sul mercato, che cresce con lo sprofondare dei corsi di borsa, è facile concludere che il credito multinazionale abbia corrotto la solida economia reale europea e debba essere ricondotto ad una dimensione nazionale: l'ambito della finanza sana deve essere il territorio e l'economia reale. Questa è una grave miopia, che rischia di farci fare grandi passi indietro nel processo fondamentale di integrazione dei mercati. L'internazionalizzazione del credito ha in molte circostanze migliorato il funzionamento dei mercati con l'introduzione di nuovi metodi e prodotti e una crescita dell'efficienza. Soprattutto, ha favorito la transizione, seppur parziale, dalle garanzie reali ad una valutazione del merito dei progetti finanziati. Un sistema finanziario che accompagni lo sviluppo dell'economia deve essere in grado di valutare i progetti che finanzia. Certo, la crisi dimostra che sono stati presi abbagli colossali da questo punto di vista, ma la soluzione non è limitare l'attività finanziaria ad attività a basso rischio, tornando alle garanzie reali e neppure rinforzare i confini nazionali del credito. Finché avremo mercati integrati dove le merci circolano liberamente, la finanza cross-border è essenziale e complementare a realtà più piccole e radicate nel territorio. I governi europei devono darsi regole comuni per gestire i mercati finanziari. La difesa dell'orto locale è inefficace e spesso dannosa. Solo l'armonizzazione porta a più stabilità e ad una migliore tutela dei cittadini in economie che comunque sono e rimangono globali. Speriamo che a Parigi si faccia un passo avanti. [email protected] di Giorgio Barba Navaretti «Come devono cambiare le banche?» Scrivi la tua opinione a: [email protected] www.ilsole24ore.com 439 Merger and acquisition negli ultimi dodici mesi negli Stati Uniti, in Svizzera e nell'Unione Europea Gli interventi più significativi Le misure adottate dai Governi a favore delle banche, delle imprese e dei cittadini GERMANIA Stato garante Il Governo (nella foto Angela Merkel) ha chiarito che la garanzia è illimitata e riguarda i depositi presso le banche al dettaglio. Secondo l'Abi tedesca l'ammontare garantito sarebbe di 1.600 miliardi di euro Beneficiari Garantiti conti correnti, conti di risparmio e depositi a termine dei cittadini tedeschi GRAN BRETAGNA Aiuti alle banche Il Governo (nella foto Gordon Brown) ha varato un piano da 500 miliardi di sterline: destina 50 miliardi alla ricapitalizzazione di 8 istituti; 200 miliardi per i prestiti a tre mesi della Bank of England e una garanzia fino a 250 miliardi sui crediti a medio termine Beneficiari Hsbc, Abbey, Hbos, Lloyds Tsb, Barclays, Royal Bank of Scotland, Standard Chartered, Nationwide FRANCIA Un ente per le emergenze Il presidente Nicolas Sarkozy (nella foto) ha annunciato la creazione di un ente statale che possa agire rapidamente nel caso uno o più istituti francesi si trovassero in difficoltà Sostegno al credito delle imprese È previsto un piano di finanziamento straordinario da 22 miliardi di euro per sostenere l'accesso al credito delle piccole e medie imprese IRLANDA Depositi al sicuro Garanzia totale sui depositi bancari: un impegno, quello del primo ministro Brian Cowen (nella foto) che potenzialmente supera i 400 miliardi di euro (due volte il Pil del Paese). Banche straniere La garanzia è stata estesa a cinque istituti stranieri presenti nel Paese: la Postbank (Germania), Ulster Bank (GB), Hbos (GB), First Active (Gran Bretagna) e Kbc (Belgio). I libri John Lanchester, "Dalla bolla al crack" Fusi Orari, giugno 2008, 62 pp, 7,50 euro Un viaggio nel mondo delle banche e delle loro speculazioni Joseph Stiglitz Bruce Greenwald "Verso un nuovo paradigma dell'economia monetaria" Vita & Pensiero, 2008 400 pp, 25 euro Stiglitz è vincitore del premio Nobel per l'economia nel 2001, è stato membro del gabinetto del Presidente Clinton e capo economista presso la Banca Mondiale James O'Loughlin, "Il vero Warren Buffett", edizioni Lindau, 346 pagine, 24 euro Peter L. Bernstein, "A Primer on Money, Banking and Gold", John Wiley & Sons, 2008, 272 pagine, 9,34 £ Una raccolta di saggi curata dallo scrittore esperto di finanza ed editore Alla 5 edizione, il libro è diventato un classico per capire le crisi dei mercati. Charles P. Kindleberger e Robert Z. Aliber "Manias, Panics and Crashes, 5th Edition A History of Financial Crises" Palgrave Macmillan, 1978, 320 pagine, 22,99 £ Terry Burnham, "Mean Markets and Lizard Brains: How to Profit from the New Science of Irrationality" John Wiley & sons, Ottobre 2008, 324 pagine, 11,30 euro Docente da tempo all'Harvard Business School, applica la ricerca biologica alla finanza, per capire i comportamenti, apparentemente, irrazionali I siti e i blog www.voxeu.com Il sito è un portale nato dalla collaborazione tra il Centre for Economic Policy Research (fondato nel 1983) e un consorzio di siti nazionali. Ospita le opinioni dei maggiori economisti europei www.ilsole24ore.com La crisi minuto per minuto: le analisi e gli approfondimenti degli esperti http://www.imf.org/external/pubs/cat/longres.cfm?sk=22345.0 Un nuovo database mondiale sul sistema bancario e la crisi sul sito del Fondo Monetario Internazionale http://bankingreview.blogspot.com/ Il punto di vista australiano attraverso il blog aggiornato di due esperti di servizi finanziari http://cafehayek.typepad.com/hayek/ Un blog libertario su politica, economia e società. È gestito da due docenti e commentatori di economia americani, Don Boudreax e Russ Roberts http://angrybear.blogspot.com/ Tempo di «orso arrabbiato»: il blog americano, nato nel 2003, raccoglie le opionioni di un folto gruppo di economisti http://rodrik.typepad.com/dani_rodriks_weblog/ Il blog di Dani Rodrick, docente di economia politica all'Università di Harvard e autore, tra gli altri, di "One economics, many recipes" L'inizio della crisi. Settembre 2007, correntisti della Northern Rock Bank in fila per Foto: ritirare i depositi. La banca verrà nazionalizzata dal Governo inglese Torna alla lista titoli Operazione fiducia, il Ceo in prima fila di Massimiliamo Del Barba Dirigenti a caccia di azioni delle aziende in cui lavorano per rincuorare il mercato. Una forte iniezi...