Il numero di Maggio 2011
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Il numero di Maggio 2011
Nel 150.mo Gli esuli giuliani e dalmati per l’Unità d’Italia Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi O ER M U E N IN G O T PA ES 0 U 2 Q 5 !!"#$%&&#$#!' ( ))&"#*+,,#$#%&!'(#"')*") (#!+)#$#!%(,"-"& (#" #)..& )/( '&#%&!')*(#$#,0*0#12134551#6789:0#;9#*0#4<3543455=#90#=>?#)@'0#A#B&//)#4#,B.#C#@&/) Le nuove frontiere della Diaspora giuliano-dalmata ! uccede spesso che nostri interlocutori, anche amici, esterni ed interni, ci vengano a dire che quando si sarà spenta, per ineluttabili motivi anagrafici, l’ultima generazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati, di noi, delle nostre vicende, del nostro esodo, delle Foibe, non parlerà più nessuno. E gli italici governi cesseranno anche di finanziare le iniziative tese alla conoscenza del nostro patrimonio culturale. Insomma tutte le leggi che siamo riusciti ad ottenere da questa patria matrigna, e dallo Stato che la rappresenta, compreso il Giorno del Ricordo, finiranno nel dimenticatoio e nessun governo, né di destra né di sinistra, vorrà più saperne delle nostre lacrimevoli storie. La triste considerazione viene sia da destra che da sinistra. Da destra per voluttà di autocommiserazione e per rabbia di sconfitti che non sono riusciti a ricacciare in gola ai vincitori i torti subiti. Da sinistra per il gusto di deridere le nostre smanie di far conoscere le ingiustizie patite. «Finalmente la pianteranno questi esuli, fascisti del c…, a romperci i c…». INDIRIZZARE LE FORZE VERSO PIÙ ALTI OBIETTIVI " vari fatalisti, dentro e fuori delle nostre associazioni, innamorati e succubi come sono del destino cinico e baro, hanno capito ben poco della nostra battaglia culturale degli ultimi decenni e neppure degli innegabili successi che essa ha conseguito. Ancor meno hanno capito le finalità che ci proponiamo, con coraggioso reW 4'#5'%('$!$6%57%8$9.:"."5'. '$6!55%$&:.&:'%$-#50#:%; alismo, ma senza ombra di rinunÈ la gentile espressione di tanti cia, per l’avvenire. Riconoscere «sinistrorsi» che mal hanno di- la realtà per quella che è significa gerito il Giorno del Ricordo e misurare le proprie forze e indirizle parole di tre Presidenti della zarle agli obiettivi raggiungibili, i loro e nostra Repubblica. più alti possibili. ,#-'.$/.01$$$ !"#!$%$&%"'(%$ 2 I convocati per il «Triangolare del Ricordo» Completate le formazioni delle storiche squadre el numero di aprile abbiamo presentato gli allenatori, ora è la volta dei convocati. E con la definizione della Fiumana, ad opera di Vatta, si è chiusa la fase preliminare del Triangolare del Ricordo, che ha visto i tre tecnici scegliere i 18 ragazzi delle tre squadre che scenderanno in campo il prossimo 21 settembre allo Stadio dei Marmi. Ecco dunque il riepilogo dei nomi convocati, ma ricor- - #./0 1&"!/#.&23"!0/ Indennizzi, se ne ha diritto soltanto se già richiesti con le precedenti leggi #4567#89::; <<'#%=>?7@=7# @869=4=4A *$&%"'(%$ + diamo che quelli esclusi potrebbero rientrare man mano che si dovessero presentare rinunce a causa di impegni di campionato dei convocati. Per ogni nome sono indicate l’età, la residenza e l’origine. Tutti gli aggiornamenti vengono inseriti sul sito www. triangolaredelricordo.it F.C. GRION POLA. Tecnico Lucio Mujesan. Giocatori di origine istriana: Portieri Enrico Lana, 23 anni, Padova, originario di Pola Antonio Russo, 35 anni, Trieste, originario di Capodistria !"#!$%$&%"'(%$ 32 Norma e i suoi allievi Le immagini inedite da un anno di scuola, in Istria, nel 1942 D na giovane donna guarda verso l’obiettivo, da una lontana estate del 1942, in Istria. È circondata da un nugolo di scolari, i suoi, sorridenti e inconsapevoli, ritratti tutti - lei e loro - nelle immagini cristallizzate per sempre nel colore seppiato che un tempo ammorbidiva il bianco e nero e dava alle fotografie una patina elegante di dolcezza. Sorride, la giovane Norma, e ancora più ridono i suoi alunni, felici di stare finalmente in braghette con i piedi nel mare e con la loro maestra che studiava all’Università di Padova. Piccoli magri nella loro infanzia, pieni del futuro che portavano nelle loro piccole menti speranzose e ignare. Non tutto si perde, nel tempo. Le vie della memoria W >.:7%$?. !@.$-.($%5-#(!$ sono innumerevoli e sorpren%55'!A!$ #5$5#(".7%:!$6'$B%:!(C.$ denti, attraversano i tempi, i 6+EF#G0#70#&FHI9J8#/IFK9;? luoghi, le persone, giungono dove ci si meraviglia di trovarle inaspettatamente. Così è stato per queste immagini inedite, che abbiamo guardato per la prima volta non senza un moto profondo di commozione e di tenerezza. Ma, razionalmente, dobbiamo ricordare esattamente, senza !"#!$%$&%"'(%$ ) Forum Giovani A, seconde e terze generazioni da tutta Italia A Rimini dal 20 al 22 maggio 2011 " n questo mese si svolge a Rimini, dal 20 al 22 maggio, il «Forum Giovani» giuliano-dalmati, un appuntamento promosso dall’A al quale hanno aderito seconde e terze generazioni dell’esodo provenienti da tutta Italia. Una conferma arriva anche dall’Argentina. Ecco le città dalle quali ci sono giunte le prenotazioni: Roma, Bergamo, Torino, Caserta, Trieste, Asti, Campobasso, Barletta, Padova, Sassari, Venezia, Varese, Monza, Genova, Fermo e Belluno, per un confronto W 4'.A%('$*HIJKL$5%$ aperto e senza formalismi sui temi dell’as-.7#('-%C'.(!$-.::!$ sociazionismo e della testimonianza storica, %@:%A!: .$'$ .-'%5$ ma anche per momenti - previsti dal pro(!0M.:N gramma - di condivisione sportiva e gioiosa. Il programma dettagliato è accessibile sul nostro sito alla pagina www.anvgd.it/PDF/FORUM_GIOVANI_2011_VADEMECUM. pdf, che verrà aggiornato in tempo reale. Mesic sells a false, Croatian Marco Polo to the Chinese <($!("5' 1$5%("#%"!$0.$&%"!$ 3= Mesic vende a los chinos el falso Marco Polo croata D($5!("#%$! &%E.5%$!($5%$&F"'(%$ 3G 2 !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # !""#$%$&'(()*"# !87::7#>6=B7#>7E=@7 ,D$>OPQD$RSP>/<DSD$TD,,*$T<*UBPS*$4<O,<*>PVT*,W*/* I disfattisti di turno mai avrebbero creduto dieci anni fa che avremmo ottenuto da un Parlamento quasi unanime le Leggi n.72 del 2001 e n. 92 del 2004, e tanto meno il rinnovo triennale della prima, e non si rendono conto della vittoria politica riportata, politica in senso alto, non come revanche di fascisti vinti - come vogliono ancora rappresentarla i nostri nemici di estrema sinistra - ma come conquista di verità dell’intera nazione, che ha voluto finalmente riconoscere, dopo mezzo secolo di oblìo, che esiste un confine orientale italiano, che questo confine ha sanguinato per generazioni, che lungo questo confine è fiorita una società civile di convivenza con etnie diverse e di partecipazione a tutte le vicende della nazione italiana, dall’antichità ai tempi moderni. Onorare i nostri morti nelle Foibe e ricordare la lunga umiliazione dei campi-profughi, come rivendicare i nostri diritti sui beni perduti, non ci è mai bastato. Perché non siamo e non vogliamo essere la gente del piagnisteo e della lagna perpetua. Siamo una gente dall’animo fiero, orgogliosa dei sacrifici e della grandezza morale che è alla propria origine. Orgogliosa anche della propria cultura e dell’apporto dato alla vita del popolo italiano, di cui facciamo parte da quando è nata una nazione italiana. Perché questo era ciò che i nostri nemici, di dentro e di fuori, ci avevano negato: che le nostre terre, l’Istria, il Quarnaro, la Dalmazia fossero anche terre italiane da sempre, malgrado la presenza sul territorio di genti di lingua diversa. SUPERARE LE CONTRAPPOSIZIONI IDEOLOGICHE & ggi questa negazione viene meno, perché abbiamo saputo superare le contrapposizioni politiche e ideologiche che annebbiavano la vista di chi guardava alle nostre vicende. Sgombrata la nebbia delle strumentalizzazioni partitiche, da una parte e dall’altra, anche uomini di sinistra, personalità di primo piano, hanno accettato e fatto propria la nostra visione della vicenda: un popolo che è stato sradicato dalla terra natale perché voleva difendere la propria identità di italiani, costruita nei secoli e tramandata di generazione in generazione. Come studiosi e storici hanno riconosciuto apertamente, i nostri esuli sono riusciti a versare la loro memoria personale nella memoria della nazione facendola diventare storia riconosciuta, della quale tutti gli italiani si devono interessare se vogliono comprendere le vicende stesse dell’intero Paese. I libri, i convegni, gli articoli sui giornali più importanti, i saggi sulle riviste più prestigiose si sono moltiplicati in questi ultimi anni: segno di un’attenzione dei media e del mondo della cultura e della storiografia che in passato ci potevamo sognare. È chiaro che non possiamo fermarci qui. Che l’opera di penetrazione nella cultura italiana va proseguita e allargata, fino a raggiungere strati sempre più vasti. Ed è quello che le associazioni degli esuli stanno facendo, con inaspettata concordia, al di là di ogni antica divisione, con l’azione costante che gli esuli di seconda generazione stanno conducendo nelle scuole e nelle università. E se incontrano ostacoli, tanto meglio! Vuol dire che ne uscirà più rumore. AGIRE CON DETERMINAZIONE E INTELLIGENZA POLITICA " seminari nazionali e regionali del Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca sono il riconoscimento di quest’opera di penetrazione. Non è un interesse puramente politico che spinge i governi a questi riconoscimenti. È lo spazio che le nostre vicende hanno conquistato nel dibattito storico che inducono la classe politica, di qualsiasi orientamento, a dare rilievo alle nostre tematiche per il loro interesse oggettivo. Anziché piangere quindi sul triste declino delle generazioni occorre agire con determinazione e intelligenza «politica», nel senso nobile del termine. Primo obiettivo è coinvolgere sempre di più il mondo della scuola e dei media nel dibattito sui nostri temi (più allargati possibile nel tempo storico e nella materia trattata, dall’arte alla letteratura), come essenziali alla comprensione della storia d’Italia e d’Europa tra il XIX e il XX secolo, e quindi per comprendere anche i problemi del presente, che sono il risultato di ritardi culturali e di provincialismi tipicamente italiani. Secondo obiettivo, non memo ambizioso, è portare il dibattito fuori dei confini nazionali, allargandolo proprio ai Paesi che ci sono stati un tempo nemici e agli altri popoli europei coinvolti comunque nelle nostre vicende. E quindi aprire un confronto di idee con sloveni, croati, serbi, e anche con austriaci, tedeschi, inglesi, ungheresi, che hanno condiviso in un modo o nell’altro i drammi e le aspettative di questa parte d’Europa che è l’Adriatico orientale. APRIRE ALLA SECONDA GENERAZIONE, AI GIOVANI TUTTI " giovani delle nostre associazioni hanno capito bene questa finalità e basta vedere il taglio nuovo e anticonformista che sanno dare alle mostre che vanno organizzando e che vengono finanziate da Regioni, Comuni e Province di ogni tendenza politica, perché ne apprezzano il valore culturale e formativo per le giovani generazioni. Occorre quindi aprire le nostre associazioni a tutti i giovani che si interessano alle nostre vicende, siano o non siano figli o nipoti di esuli. Sono loro il nostro avvenire. Gli esuli di seconda generazione, che oggi sono nel pieno della loro vita lavorativa, devono dedicare le loro energie per formare questi giovani. Tutte le associazioni poi dovranno al più presto dare vita ad un organismo comune, capace di richiamare finanziamenti e di coordinare strategie di presenza culturale ad alto livello, il solo in grado di vincere le miserie di polemiche anacronistiche. Venezia Giulia, il 25 Aprile non fu liberazione Nella ricorrenza della Liberazione, l’A con il vicepresidente nazionale Rodolfo Ziberna ha diffuso da Gorizia alle agenzie il comunicato stampa che riproduciamo integralmente. " l 25 aprile, festività nazionale per ricordare la liberazione dal fascismo e dal nazismo, nella Venezia Giulia, diversamente che nel resto del Paese, ha coinciso non con una liberazione bensì con la brutale occupazione delle truppe comuniste del maresciallo Tito. Che la volontà non fosse quella di liberare dalle truppe naziste ma di annettere alla Jugoslavia tutta la Venezia Giulia e il Friuli sino al Tagliamento, con il benestare di Togliatti, era evidente e dichiarata. X 4.:'C'%L$Y$7%""'.$3Z)+[$ Se non fossero entrate le truppe B%:8"'%('$6'$/'0.$\%--.5".(.]$'$ titine, infatti, sarebbero entrate .56%8$(!.C!5%(6! '$'(%5^!:%(6.$ quelle neozelandesi, che invece -%:0!55'$'((!""'%(8$%55_%((! '.(!$ furono rallentate dai titini proprio 6!55%$-'@`$%55%$a#". 5%A'% per poter vantare diritti di occupazione al tavolo dei vincitori. Per snazionalizzare rapidamente i territori italiani della regione per soffocare sul nascere ogni tentativo di ribellione dal 2 maggio iniziò il rastrellamento di tutti coloro che potevano rappre- ,#-'.$/.01 Mesic vende ai cinesi il falso Marco Polo croato ! ul “Corriere della Sera” del 22 aprile Gian Antonio Stella - firma di punta del giornalismo italiano - sigla un lungo articolo a tutta pagina di commento all’incredibile appropriazione, da parte della Croazia, del personaggio di Marco Polo, cittadino veneziano vissuto come noto fra XIII e XIV secolo e autore del notissimo libro Il Milione, soltanto perché se ne è ipotizzata la nascita (non documentata) nell’isola dalmata di Curzola, nel «Golfo di Venezia» come fu per molti secoli chiamato l’Adriatico, oggi appartenente alla Croazia. Una delle tante appropriazioni indebite da parte di ambienti “culturali” e governativi croati, che tentano così di assegnare un’identità inesistente a figure storiche e movimenti artistici di chiara impronta italiana. L’ANVGD nazionale ha emesso un immediato comunicato, ripreso dalla agenzie di stampa, nel quale si legge fra l’altro: La cancellazione della cultura di un popolo o, in alternativa, l’appropriazione indebita delle sue memorie storiche possono ben considerarsi la prosecuzione in altri termini della violenza ideologica ed etnica che nel Novecento ha travolto e depauperato intere regioni e popolazioni in Europa. In questo nuovo millennio, e nella prospettata cornice di un’integrazione continentale all’insegna dei diritti e del rispetto reciproci, la Croazia - così come nei decenni passati la Jugoslavia di Tito - ha fatto proprio questo metodo, della “traduzione” - impunita e ridicola - dei nomi, delle origini e dei luoghi per adattarli alla misura impossibile di una «croaticità» senza fondamenti storici. L’ultima trovata, […] è dell’ex presidente Stipe Mesic il quale ha siglato con la sua firma la definitiva, assurda e risibile consacrazione di Marco Polo alla nazione croata proprio in Cina, annettendo il grande veneziano al pantheon dei personaggi storici «croati». […] Ora, allo stesso modo le basiliche dell’Istria - come a Parenzo -, sorelle e contemporanee delle grandiose chiese di Ravenna, vengono “tradotte” in capolavori dell’arte croata; così le città di Traù, di Spalato, di Zara, di Sebenico, adorne delle più raffinate architetture di maestranze italiane da rendere la Dalmazia uno scrigno dell’Umanesimo e del Rinascimento, sono “tradotte” in lingua croata. La cancellazione, rozza e volgare, dell’identità autentica della civiltà artistica e culturale dell’Istria e della Dalmazia si configura esattamente come pulizia etnica della memoria storica. […] Abbiamo già assistito alle mostre di «arte croata» nelle prestigiose sale dei Musei Vaticani con le più belle opere di artisti italiani, e all’assegnazione di una nuova nazionalità al Bronzo di Lussino, solo perché rinvenuto in acque oggi croate. I prossimi passi saranno la certificazione di autentico croato dell’imperatore Diocleziano perché nato a Spalato, o di Giuseppe Verdi perché correntemente tradotto in Josip Zelenilo. *HIJK$X$U!6!$(%C'.(%5! Crimini di guerra, l’Aja condanna l’ex generale croato Gotovina Rabbia e proteste dal governo di Zagabria e dagli ambienti nazionalisti " l Tribunale Penale internazionale per la ex Jugoslavia, insediato all’Aja, ha condannato a 24 anni di reclusione l’ex generale croato Ante Gotovina per crimini commessi nella prima metà degli anni Novanta contro la popolazione serba della Croazia. A Gotovina è stata imputata la morte di oltre 300 civili, oltre che di gravi saccheggi e dell’espulsione di oltre 90.000 persone dalla regione della Krajina, allora abitata da serbi. La procura aveva chiesto una condanna a 27 anni di reclusione. La notizia ha sollevato scalpore e rabbia in patria, dove Gotovina è considerato un eroe nazionale. A suo favore manifestarono in più di centomila a Spalato perché non fosse 3 !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # &+,"+-!$%$,#.-# sentare un pericolo per le aspirazioni annessionistiche di Tito. Tra questi i rappresentanti dello Stato e dell’amministrazione e chi aveva manifestato con eccessivo entusiasmo la propria italianità. Oltre 650 goriziani e migliaia di istriani, fiumani e dalmati pagarono con la deportazione -avvenute a guerra finita dopo il 25 aprile - e la vita il loro amore per l’Italia. Questo rappresenta per i giulianodalmati il 25 aprile, e non certo la Liberazione, che invece avverrà dopo i cosiddetti «quaranta giorni di terrore». Rispettiamo i sentimenti di tutti coloro che, in diversa misura, hanno subito torti o violenze dai regimi. In primo luogo la comunità ebraica, che ha pagato duramente con milioni di vittime la ferocia dell’uomo sull’uomo. Anche la comunità slovena che ha subito tentativi di snazionalizzazione in questa area di confine, anche con inammissibili atti di violenza e soprusi. Rispettiamo tutti coloro che individuano nel 25 aprile la festa della Liberazione, ma parimenti va rispettato anche chi associa il 25 aprile non già ad una liberazione, bensì alla brutale occupazione comunista, che rappresenta, per tempi e modalità con cui è avvenuta, la pagina più nera della storia della nostra città: consumata a guerra finita e come vittime inermi degli innocenti. Al di là della data, l’A è vicina a chi festeggia la liberazione da regimi (nazista, fascista, comunista) che si sono imposti e mantenuti con soprusi e violenze. È vicina a quegli eroi che in tutt’Italia hanno liberato il suolo patrio da questi regimi, condannando invece chi ha imbracciato il fucile non per liberarci bensì per imporci un regime diverso. Siamo vicini, pertanto, anche ai giovani della X Mas che hanno imbracciato il fucile per un atto di amore verso la loro Patria nel tentativo di difendere la terra su cui oggi viviamo. Siamo vicini infine ai militari italiani che, eroi dei nostri giorni e paladini di pace, stanno rischiando la propria vita per aiutare popolazioni a vivere nella libertà e democrazia, affrancate dagli oppressori. S.6.5b.$c'^!:(% M;7E+FEN;JE9OE#9IP;89IHE estradato all’Aja, ed oggi si rinnovano le pubbliche proteste, caratterizzate da una netta avversione all’ingresso del Paese nell’UE. La maggior parte dei cittadini scesi in piazza a Zagabria e in altre città considera la sentenza come un’inaudita ingiustizia. L’operazione «Oluja», con la quale nell’agosto 1995 fu liberata la regione occupata dall’auto-proclamata Repubblica serba di Krajina, in Croazia è sempre stata ritenuta una legittima operazione militare, tant’è che il 5 di quel mese, giorno di inizio dell’operazione, è stato W R.0.":%d!$6!55_!e$"!(!:%5!$ -:.%0.$A!(6#0!$'( '!7!$-.($ %:8-.5'$:!5'"'. ' 6Q8O8#RRR098:;H;NO0SF#3#)%? dichiarato «giorno del ringraziamento» celebrato come festività nazionale. Gotovina venne incriminato per crimini di guerra nel 2001, ma negò ogni responsabilità. Il suo curriculum è degno di un avventuriero spietato: arruolatosi nella Legione Straniera, si costruì una “fama” di soldato temibile, combatté in Ciad e trascorse gran parte degli anni Ottanta in America Latina, dove addestrò i paramilitari alla lotta nella feroce guerra civile in Guatemala. Dopo periodi trascorsi in Paraguay, Colombia, Argentina e Brasile, Gotovina ottenne la cittadinanza francese. Nel 1980 un tribunale francese lo condannò per rapina ed estorsione, e fu segnalato altresì un suo crescente coinvolgimento nelle formazioni della destra estrema. Primo fra i suoi alleati fu Franjo Tudjman, primo presidente della Croazia indipendente. Nel 2000, il nuovo presidente croato Stjepan Mesic ordinò che Gotovina ed altri sei generali in pensione anticipata fossero arrestati dopo aver rifiutato di cooperare con il Tribunale dell’Aja. Latitante, venne arrestato nel 2005 a Tenerife, nelle Canarie. Duri i comunicati del governo e del mondo politico croati: «è inaccettabile» ha affermato la premier Jadranka Kosor in una conferenza stampa. «Faremo tutto quello che è nel nostro potere per contestare queste affermazioni nella procedura d’appello», ha aggiunto, ricordando che si tratta di una sentenza di primo grado. 6[$%[ La vetrina dei libri Ne tratteremo sui prossimi numeri di “Difesa” B i giungono settimanalmente per recensione numerosi volumi afferenti la Venezia Giulia e la Dalmazia in ogni disciplina delle scienze umane, dalla letteratura alla geografia, dalla ricerca storica alla memorialistica: segno tangibile della grande vivacità che da ormai almeno dieci anni e più anima autori e case editrici attenti ai temi, i più vari, del confine orientale in un ampio arco di tempo e di epoche. La periodicità mensile di “Difesa” non permette di segnalarli tutti in tempo reale, ma vogliamo intanto citare quattro titoli che andremo a recensire sui prossimi numeri. Gli altri testi pervenutici non sono naturalmente di minore rilievo, ma la tirannia dello spazio ci costringe a rinviarli oltre. A tutti, autori ed editori, assicuriamo come sempre che le copie donateci vanno ad arricchire la Biblioteca della Sede nazionale, già importante per numero di volumi, ampiezza di argomenti trattati e rarità di edizioni conservate. Piero Ambrosini - Roberto Rossini, Da Venezia a Cattaro. Le località costiere dell’Adriatico orientale nelle cartoline d’epoca. Regione del Veneto-Cierre Edizioni, Verona 2010, con il contributo dell’A-Comitato provinciale di Verona, pp. 335, euro 33 + spese di spedizione. In un volume di grande formato e pregiata eleganza grafica, gli Autori presentano un’ampia selezione di cartoline ed immagini delle località dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia splendidamente riprodotte ed accompagnate da testi esplicativi. Non solo una strenna ma un’edizione d’arte che esalta e documenta la grande storia artistica, sociale, culturale, economica dell’italianità adriatica. Luigi Tomaz, In Adriatico nel secondo millennio, Edizioni Think ADV, Conselve (Padova) 2010, progetto dell’A-Comitato provinciale di Venezia, pp. 588. L’Autore, nato a Cherso, è studioso della civiltà adriatica ed autore di numerosi saggi ed interventi monografici sulla storia dell’arte istriana e dalmata, personalità eminenti della cultura e delle scienze e momenti salienti della storia del Novecento nei territori orientali. Questo volume, che ha per sottotiolo Dai Dogi Orseolo alla Prima guerra mondiale, copre un vasto arco di secoli e prosegue il primo volume, apparso nel 2003, L’Adriatico nell’antichità e nell’Alto medioevo: a conferma della rara competenza di Tomaz nella complessa evoluzione della civiltà latina e veneziana. Rachele Denon Poggi, Atti di dedizione a Venezia delle città dell’Adriatico orientale, Fondazione Scientifico-Culturale Rustia Traine, Trieste 2010, pp. 332 Un volume prezioso e documentato, che testimonia - mediante la pubblicazione e il commento degli atti di dedizione delle città dalmate alla Serenissima - il rilievo e il ruolo della Repubblica di San Marco in Dalmazia (così come li ebbe in Istria). L’Autrice, giovane discendente di dalmati, pubblica ed illustra ogni singolo documento, contestualizzandolo in relazione alla più ampia vicenda degli equilibri politici ed economici dell’intera area adriatica. Stelio Spadaro - Lorenzo Nuovo, L’Europeismo nella cultura giuliana, LEG editrice, Gorizia 2010, pp. 228, euro 22,00. Con questo volume antologico, edito con il contributo dell’Associazione Volontari della Libertà, Spadaro prosegue nel suo percorso, intrapreso alcuni anni addietro, volto ad illuminare la cultura politica giuliana di matrice liberale e democratica, ed ancor prima risorgimentale e repubblicana, nell’impegnativo intento di rettificare la colpevole emarginazione di cui è stata vittima nel secondo dopoguerra; scomoda, quella cultura politica se fosse stata ben conosciuta, in quanto avrebbe smentito clamorosamente l’etichetta di «fascista» all’intera storia della Venezia Giulia. In questo volume sono raccolti interventi di grandi esponenti della politica e della letteratura giuliane, dai primi, del 1909, sulle colonne de “La Voce” di Prezzolini, ad altri degli anni Quaranta e Cinquanta (di Leo Valiani, Carlo Schiffrer, Giulio Cervani e molti altri), le cui voci diverse restituiscono grazie a Stelio Spadaro il ritratto autentico di un pluralismo di idee e di analisi accresciuto dalla delicatezza della configurazione geo-politica dell’area giuliana e dalmata nel Novecento. I cento veli, il filo nero dell’inquietudine Ambientato in Istria il romanzo d’esordio di Massimiliano Comparin L o incontrato al Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma il giovane autore, Massimiliano Comparin, del libro I cento veli (Nuova Editrice Magenta, pp. 170, euro 4C@F=@57#" 4 !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # !87::7#>6=B7#>7E=@7 14,00) che ho ricevuto in diverse copie per la lodevole iniziativa di «book-sharing» una simpatica forma di promozione editoriale. Chiariamo il significato dell’iniziativa: essa prevede la distribuzione gratuita di 500 copie, in edizione limitata ma assolutamente identiche a quelle in vendita, ad eccezione della quarta di copertina che riporta il seguente testo: «Caro lettore, questa copia è per te. Non è in vendita, è in tiratura limitata di 500 esemplari ed è un dono che noi, autore e casa editrice, desideriamo farti. In cambio ti chiediamo due cose: la prima, leggila. La seconda, donala a tua volta». Naturalmente ho letto il libro, l’ho letto tutto d’un fiato e già questo è un punto a suo favore. Debbo dire che inizialmente avevo qualche remora. Trattare in un libro che ha il taglio del giallo psicologico anche una pagina difficile e complessa, come quella delle Foibe e del nostro confine orientale, è una cosa da far tremare le vene e i polsi anche a scrittori provetti. Debbo dire però che l’esordiente autore se la cava alla grande. Innanzitutto la storia inizia nella modernità di una Milano che lavora e ci porta nel vissuto di una coppia dei nostri giorni in cui la “lei” scompare inspiegabilmente facendo sorgere mille domande al suo compagno che, di fronte al fatto improvviso ed inspiegabile della sua sparizione, scopre di non conoscere realmente chi fosse Gaia, la donna con cui ha diviso la vita per 6 mesi e che, dopo la prima stordente fase dell’innamoramento, aveva incominciato a dare per scontata come un accessorio del suo vivere quotidiano. Il giro frenetico di telefonate ad amiche e parenti gli fanno conoscere man mano nuove sfumature e nuovi aspetti della fuggitiva che ha lasciato dietro sé telefonino, vestiti ed un computer. Proprio quest’ultimo si rivelerà la chiave d’ingresso al suo mondo più intimo in cui lei riversava i pensieri più nascosti ed un misterioso file aprendo il quale il nostro protagonista scoprirà i fantasmi di un passato che non passa mai. La ricerca di Gaia diventa così un lungo viaggio iniziatico che lo porterà a Trieste, la città «italianissima», perché contrariamente a Milano, Roma o Firenze ha sempre il bisogno di affermare la sua italianità di frontiera, la città di origine della sua ragazza, la città di «veci e mati», una città dalla memoria lunga, in cui gli avvenimenti che l’hanno percorsa 60-70 anni fa sembrano ancora ferite vive nella sua carne; e proprio quelle ferite che hanno il terribile nome di Foibe vengono incontro al giovane Alessandro con una forza dirompente. La terribile storia che ha sconvolto quella che allora si chiamava Venezia Giulia sembra rivivere col suo corollario di morti infoibati, cani neri e strane atmosfere. Seguendo questo filo nero il viaggio lo porterà nell’Istria, la terra nelle cui voragini ancora giacciono insepolti migliaia di povere vittime, e che quella storia ha vissuto e rivive continuamente sinché resterà in vita uno solo dei suoi carnefici. Carnefici e parenti delle vittime che, come scoprirà il protagonista, possono ancora vivere tra noi e sconvolgere la sua vita e quella della scomparsa Gaia. Inutile addentrasi oltre, anche perché il libro pur avendo un ampio respiro, resta un appassionante thriller e non penso sia il caso di guastare il gusto della lettura rivelandone il finale. Voglio aggiungere soltanto che i caratteri dei personaggi sono trattati con maestria, dal protagonista Alessandro, a quella del Maresciallo Cantoni, all’enigmatica figura del padre di Gaia, quel signor Paoletti che si rivelerà il fulcro nascosto dell’intera storia, una storia appassionante e ben scritta da un autore esordiente ma di sicuro avvenire. 4'%(-5%#6'.$6!$*("!5'(' >PSW*$D$<$UOP<$*,,<DQ< poesia superflua, ciò che è accaduto: la giovane insegnante il cui sguardo incrociamo ora sorridente ora più severo è quanto il caso, le circostanze fortuite o altro - si dica e si pensi ciò che si vuole ci hanno lasciato di lei, a parte la memoria ostinata e fiera della sorella, signora Licia. Bisogna sapere, mentre si guardano queste fotografie, quale ferina violenza venuta dalla notte dell’umanità ne ha fatto scempio perché “nemica” per ceto, lingua e sentimenti, perché donna e dunque, ovunque nel mondo ed ancora ai nostri giorni, essere sottomesso sul quale è lecito scaricare la vendetta covata dall’odio di classe ed etnico travestito malaW S.7%L$g#':'(%5!L$4'.:(.$6!5$S'-.:6.$ mente da liberazione 2hh=[$'5$B:! '6!(0!$6!55%$S!&#^^5'-%$ degli oppressi - come ?'%7&'$-.(b!:' -!$%55%$ .:!55%$ '"(.:%$ ,'-'%$5%$W!6%"5'%$6iP:.$%5$W!:'0.$?'A'5!$ è accaduto nell’Istria martoriata dall’occupa%55%$W!7.:'%$6'$>.:7%$?. !@.$ zione jugoslava - o da guerra santa contro gli infedeli nel mondo, o da costumi tribali in forza dei quali la donna è un comodo accidente da calpestare. Uno dei suoi scolari qui ritratti, Orlando Martini, ha conservato queste fotografie. Le avrà guardate e riguardate tante volte nel corso della sua vita, ed oggi per la prima volta ha acconsentito a renderle pubbliche attraverso “Difesa” e grazie ai buoni uffici della presidente del Comitato A NVGD di Bergamo, Maria Elena Depetroni, che è l’insegnante di sua nipote: ecco quali curiose strade intraprende la memoria per rigenerarsi. Lo ringraziamo sentitamente: con queste immagini l’antico alunno di Norma ha voluto condividere con noi e con i nostri lettori l’emozione mai sopita di rivedere la sua insegnante, nella cornice immutabile di quell’ultima estate istriana, di un’infanzia ancora veramente innocente. B%0:'C'%$?[$f%( !( Quella insegnante severa e comprensiva La testimonianza del suo alunno ! ono Orlando Martini, nato a San Lorenzo del Pasenatico, Istria, nel lontano 1929. Ho frequentato la scuola elementare nel paese e la prima scuola media dell’anno scolastico 1941/1942 all’Istituto Magistrale “Regina Margherita” di Parenzo. La mia insegnante di Lettere era la professoressa Norma Cossetto. La ricordo come una giovane laureanda, iscritta alla Facoltà di Lettere dell’università di Padova, piena di voglia di vivere, sportiva, sempre allegra e con il sorriso sul suo giovane volto, zelante e scrupolosa nel suo lavoro di insegnante, comprensiva e nello stesso tempo severa con se stessa e con gli alunni che pur le volevano un gran bene. Pretendeva disciplina in classe, attenzione alle sue lezioni che sempre finivano con accenni all’amor di patria, che in quel tempo, ricordiamolo, era coinvolta in una terribile guerra. Rammento che in primavera ci faceva fare delle bellissime ed istruttive L’Ateneo di Padova onora la sua giovane studentessa Il Rettore, Giuseppe Zaccaria, la ricorda nella cerimonia di inaugurazione della nuova targa In occasione dell’apposizione nel cortile nuovo di Palazzo del Bo, sede dell’Ateneo di Padova della nuova targa in memoria della martire istriana, il cui testo finalmente risponde alla verità storica e per la quale si è impegnato con tutte le sue forze il Comitato patavino dell’A NVGD presieduto da Italia Giacca, il Magnifico Rettore ha pronunciato un discorso ufficiale che riproduciamo nei passaggi più significativi. B ertamente ben interpretando i sentimenti e la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, il nostro Parlamento, con una scelta nobile ed alta, ha voluto che il 10 febbraio, come «giornata del ricordo», sia dedicato a non dimenticare la tragedia degli italiani d’Istria e di Dalmazia, territori a noi cari e così profondamente legati, nel nome della Serenissima Repub- blica, alla nostra storia e alla nostra cultura, per ricordare la vicenda drammatica di popolazioni inermi vittime delle foibe e di efferati massacri, compiuti nel quadro di un disegno egemonico ed espansionistico […]. Popolazioni innocenti, colpevoli soltanto di esser italiani e di opporsi alla ferocia di quanti, magari sbandierando ideali di libertà, negavano a quegli italiani il diritto di vivere come uomini liberi nella loro terra. […]. Non sono più accettabili omissioni o silenzi su crimini o responsabilità di singoli o di gruppi: e la pacificazione nazionale, obiettivo cui meritoriamente la «giornata del ricordo» aspira, deve nascere anzitutto dal rispetto di una verità storica che si tenga lontana sia da immotivate ed ingiuste rimozioni sia da revisionismi interessati e strumentali. Tra questi uomini e queste W B%6.A%L$B%5%CC.$6!5$j.L$ !6!$ 6!55_O('A!: '0`[$,%$&:! '6!(0!$ 6!5$?.7'0%0.$*(A"6L$<[$4'%--%L$!$ '5$W%"('d-.$S!@.:!$4[$c%--%:'%$ '(%#"#:%(.$5%$(#.A%$0%:"%$'($ 7!7.:'%$6'$>.:7%$6Q8O8#DT7;8# BEF;U89;IHE#JEHHV)OE9E8? donne capaci di sacrificare la propria esistenza pur di resistere alla violenza prevaricatrice e alla negazione della libertà, spicca la figura-simbolo di Norma Cossetto, a poco più di vent’anni torturata, sottoposta ad ogni forma di violenza e di umiliazione ed infine uccisa per non aver accettato di collaborare con le bande che stavano costituendosi in Istria in appoggio all’esercito del Maresciallo Tito, nel tormentato e drammatico contesto storico che portò alla conclusione della seconda guer- 5 !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # - #./0 1&"!/#.&23"!0/ Indennizzi, se ne ha diritto soltanto se già richiesti con le precedenti leggi W ,%$"'.A%(!$>.:7%$-.($'$\ #.']$ X :%"%CC'L$%$B%:!(C. *$-#:%$6!55_*AA[$Q'& %('%$*(6:!'-'-1 6+EF#G0#70#&FHI9J8#/IFK9;? Nel 2001, a seguito dell’emanazione della Legge n. 137/2001, inviai una raccomandata al Ministero del Tesoro chiedendo di poter ottenere l’indennizzo in relazione ai beni appartenuti a mia madre ed abbandonati nella ex Jugoslavia. A distanza di circa un anno ricevetti da parte del Ministero stesso una lettera nella quale mi veniva negato l’indennizzo per tali beni in quanto non era stato possibile rintracciare il fascicolo relativo ai beni di mia madre, della quale avevo indicato i soli dati anagrafici. Pochi mesi fa ho ritrovato tra le carte di mia madre dei documenti relativi alla pratica dei beni abbandonati in Jugoslavia e delle lettere del Ministero relative a tale pratica. Desideravo sapere se ero ancora in tempo per ottenere l’indennizzo da parte del Ministero. passeggiate lungo la costa e nelle fitte pinete di Parenzo, che scendevano degradanti fino al mare, lo documentano le foto ricordo. La sua triste fine in una foiba carsica e quella di suo padre e di tanti altri istriani, mi ha addolorato molto, e mi è spiaciuto che in Italia, nessun governo, nessun partito, nessuna autorità, pur conoscendo i fatti accaduti in Istria, abbia in qualche modo protestato, chiesto giusti processi per i colpevoli di quei crimini, ma si è inchinata al fatidico vae victis, senza farne parola, o intentare una minima divulgazione di quanto è accaduto, presso gli italiani tutti. ,!@!:%$d:7%0% * a legge 137 del 2001, ha previsto un’ ulteriore integrazione agli indennizzi precedentemente elargiti dallo Stato italiano; ciò sta a significare che il diritto all’indennizzo era attribuito solo a coloro che avevano presentato la prima domanda entro i termini previsti dalle precedenti leggi, ovvero da ultimo dalla Legge n. 135/1985. Infatti, l’art. 1 della Legge 29 marzo 2001 n. 137 dispone che: «Ai titolari di beni, diritti ed interessi abbandonati nei territori ceduti alla ex Jugoslavia in base al trattato di pace del 10 febbraio 1947 e all’Accordo di Osimo del 10 novembre 1975, già indennizzati o da indennizzare ai sensi della Legge 5 aprile 1985 n. 135 e della Legge 29 gennaio 1994 n. 98, è riconosciuto un ulteriore indennizzo». Tale legge, quindi, prevede una integrazione di indennizzo solo per coloro che fecero domanda entro i termini previsti dalla Legge 135 del 1985, mentre nulla è previsto per coloro che non avevano in precedenza attivato la procedura di richiesta di indennizzo nei confronti dello Stato italiano. Per rispondere ora alla domanda che mi è stata rivolta, bisogna innanzitutto verificare se è stata presentata una domanda sulla base delle precedenti leggi aventi ad oggetto i beni abbandonati e solo nel caso positivo si avrebbe il diritto ad ottenere l’ulteriore indennizzo previsto dalla Legge 137 del 2001. Bisogna inoltre precisare che anche la Legge 137/2001 ha previsto dei termini per la presentazione delle domande di conferma della richiesta iniziale di indennizzo. Tale termine era stato inizialmente fissato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, ma successivamente il termine è stato prorogato di ulteriori 180 giorni. Alla luce delle precedenti considerazioni, mi sembra di poter ritenere che, se sono state ritrovate delle lettere del Ministero del Tesoro (oggi dell’Economia e Finanze), questo fa presumere che vi siano stati dei precedenti indennizzi e che quindi la domanda sulla base delle Legge 137/2001 possa essere accolta. In merito ai termini previsti dalla Legge 137/2001, la raccomandata inviata nel 2001, pur se non indicante il numero della pratica aperta presso il Ministero del Tesoro, ha sicuramente determinato la tempestività della domanda. Pertanto, sussistendo sia l’esistenza di un fascicolo riguardante domande di indennizzo presentate sulla base delle precedenti leggi sugli indennizzi dei beni abbandonati nella ex Jugoslavia, sia la domanda di indennizzo sulla base della Legge 137/2001 inoltrata nei termini di legge, non dovrebbero esserci ostacoli all’ottenimento dell’indennizzo previsto dall’ultima legge citata. L’uso dei verbi al condizionale è reso necessario dal fatto che ogni singolo caso dovrà essere autonomamente valutato. P:5%(6.$W%:8('$ ra mondiale. La “colpa”, se così può dirsi, di Norma è stata solo quella di aderire ad una causa di italianità che significava difesa della sua terra e delle sue tradizioni da parte di chi si sentiva italiana, senza alcun calcolo di convenienza. Norma Cossetto era studentessa di Lettere dell’Università di Padova e aveva partecipato con entusiasmo ai Giochi giovanili tenutisi a Como. Quando fu uccisa in Istria nel 1943 stava preparando la sua tesi di laurea con Concetto Marchesi, il grande Rettore che nel memorabile discorso inaugurale del 722° anno accademico dell’Ateneo, circa un mese dopo la tragica fine di Norma, aveva lanciato un vibrante appello agli studenti contro l’oppressione nazifascista e aveva concluso la sua altissima allocuzione con queste parole: «Giovani, confidate nell’Italia. Confidate nella sua fortuna se sarà sorretta dalla vostra disciplina e dal vostro coraggio: confidate nell’Italia che non può cadere in servitù senza che si oscuri la civiltà delle genti». […] Non deve quindi troppo stupire il fatto che fu proprio Concetto Marchesi, esponente di spicco del Partito Comunista, ma nel contempo uomo dotato di un’alta autorità intellettuale e morale e di uno spirito libero ed indipendente, a proporre all’Università di Padova di conferire a Norma la laurea ad honorem. Secondo la testimonianza della sorella di Norma, Licia, ella stessa aveva ben chiarito a Concetto Marchesi che il loro padre era fascista e che Norma era sua figlia. Ma Marchesi rispose, cito testualmente, «che non importava; era una ragazza meritevole, morta così tragicamente, per la libertà dell’Istria». A seguito della proposta di Marchesi, l’8 maggio del 1949 il Rettore dell’Ateneo Aldo Ferrabino concesse a Norma Cossetto la laurea in Lettere per onorarne la memoria con una motivazione ufficiale, quella di «caduta per la difesa della libertà», identica a quella di numerosi studenti e di quei 116 caduti che meritarono alla nostra Università - unica in Italia ad ottenere questo riconoscimento - la medaglia d’oro per il ruolo avuto nella lotta di Liberazione. Anche nell’Atrio degli Eroi qui al Bo, nella grande lapide dedicata ai combattenti che non hanno esitato a sacrificare il bene supremo della vita per la libertà della loro Patria e per la liberazione dall’oppressione, è presente il nome di Norma Cossetto: e so bene che questo fatto ha destato polemiche e critiche. Si è detto che Norma non fece parte di nessuna brigata partigiana che combatté la guerra di liberazione dal nazifascismo, ma fu anzi vittima della violenza degenerata di bande armate che agivano contro il nazifascismo. Senza alcuno spirito di polemica, soprattutto in una giornata che deve e vuol essere di riconciliazione e di pace, osservo che ogni azione compiuta per la difesa delle proprie idee, ogni atto compiuto nel segno della libertà, degno del motto del nostro Ateneo: Universa universis patavina libertas. […] Quanto quella di altri studenti dell’Università di Padova - ricordiamolo in quest’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia - anch’essi ricordati in una lapide nel nostro Bo, che hanno combattuto e sono morti per la libertà nelle guerre di indipendenza nazionale un secolo prima, che sono andati a morire per l’Italia sui campi di battaglia di Curtatone e Montanara, che sono caduti a San Martino o a Solferino, che hanno sacrificato il bene supremo della vita in nome di un ideale superiore, quello dell’unità e dell’indipendenza della loro Patria. Oggi l’Ateneo onora un debito di riconoscenza nei confronti di Norma Cossetto. Accogliendo la richiesta dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato provinciale di Padova e della sua presidente Italia Giacca, il Senato Accademico ha voluto onorare Norma Cossetto e con lei gli italiani e le italiane vittime in anni eroici e tragici in Istria e Dalmazia di inumana ferocia, solo perché colpevoli di aver difeso e pagato con la morte e con l’esilio l’italianità della terra natia. Ad onore di Norma Cossetto, studentessa dell’Ateneo, insignita nel 2006 dal presidente Ciampi di Medaglia d’oro al merito civile per la sua luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio, e di tutti gli italiani e le italiane che ne condivisero le sofferenze e il coraggio, la lapide che andremo tra poco a scoprire esalta il loro sacrificio per la Patria e per la libertà. […] Nel nome di Norma Presentato a Trieste il libro di Luciano Garibaldi e Rossana Mondoni orma, studentessa istriana di ventitré anni, venne seviziata e gettata agonizzante in una foiba nella notte tra il 4 e 5 ottobre 1943 da una banda di partigiani comunisti di Tito. La sua figura è assurta a simbolo del martirio di tutto la popolazione italiana del confine orientale. Fiore strappato dalla zolla, quando era sul punto di sbocciare. La sua sarà purtroppo solo l’inizio di una tragedia che avrebbe mietuto, nel corso e al termine della Seconda guerra mondiale, migliaia di vittime innocenti, colpevoli solo di sentirsi italiane e di rifiutare l’imposizione dell’ideologia comunista. In questo volume parlano i testimoni. Le vicende narrate portano l’eco di un mondo che non vuole e non deve essere sepolto. L’opera, edita da Solfanelli, introdotta dal vicepresidente nazionale Rodolfo Ziberna, è stata presentata dalla stessa Autrice, la studiosa e ricercatrice Rossana Mondoni, il 14 marzo scorso, presso il Ridotto del Teatro “G. Verdi”, gentilmente concesso dal Comune di Gorizia. 6 !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # Commissione indennizzi, le sedute del 7 e 14 aprile 2011 % ubblichiamo l’elenco delle posizioni sulle quali la «Commissione sugli indennizzi dei beni perduti all’estero», che tratta dei beni degli italiani di Istria e Dalmazia che quelli di altre zone già sotto la sovranità italiana o comunque detenuti da cittadini italiani all’estero. Ha deliberato nelle tre sedute di aprile 2011. Ricordiamo che la Ragioneria Generale dello Stato ha espresso parere favorevole circa la possibilità di considerare operante la Commissione collegiale, nella sua attuale composizione, a partire dal 24 febbraio e fino alla data del 5 maggio 2011. Queste delibere non hanno nulla a che vedere con gli indennizzi della Legge 137/2001, ma sono pendenze precedenti legate alla concessione di avviamento commerciale, revisione di stima e alla identificazione degli eredi beneficiari. Seduta del 7 aprile 2011 3C?'#GHGHIJK M M (eredi) -.(-! .$'(6!(('CC. 3C?'#*+M+DIJK H G :! &'(0%$:'-1'! 0% '(6!(('CC. 3C?'#GDNMIJK W M (eredi) -.(-! .$'(6!(('CC. 3C?'#NMDGI1O S -.(-! .$'(6!(('CC. 3C?'#GM,PI1O G A (eredi) P S e C (eredi) -.(-! .$'(6!(('CC. /!#$&'(#"!"# 3C?'#,MPHPQ*,,+HIJK 3C?'#MG+HI1O S A (eredi) :!kd-%0.$!6$'(0!":%0.$ '(6!(('CC. Seduta del 14 aprile 2011 Prosegue dai numeri precedenti la pubblicazione delle cronache relative alle manifestazioni che hanno visto impegnati i Comitati e le Delegazioni provinciali A NVGD su tutto il territorio nazionale. Proseguiranno ancora sui prossimi numeri di “Difesa”, unitamente ai resoconti che ci giungono dalle comunità giuliano-dalmate d’oltre oceano. Per un aggiornamento in tempo reale, si può naturalmente consultare il sito www.anvgd.it *** COMITATO DI COMO -.(-! .$'(6!(('CC. 3C?'#MLNPI1O V F 3C?'#,+MNIJK '(0!":%0.$'(6!(('CC. D M O F B M (eredi) 3C?'#**HLP#Q#*+H*MI#JK '(A'%0%$%55_O/D$&!: A%5#0%C'.(! '(0!":%0.$'(6!(('CC. :! &'(0%$:'-1'! 0%$'(6!(('CC. 3C?'#HNH+IJK 3C?'#LGNGI1O C G G E '(0!":%0.$'(6!(('CC. -.(-! .$'(6!(('CC. 3C?'#LM*+IJK S - B 3C?'#DNGDI1O B F -.(-! .$'(6!(('CC. '(0!":%8A. gnato la lettura del «Giuramento di Perasto», mentre l’intera cerimonia è stata chiusa dal Va’ pensiero. Il 17 febbraio, nella Biblioteca comunale di Como incontro di studio Il confine orientale. Italiani e sloveni fra due Stati, relatori Antonio Orecchia (Università degli Studi dell’Insubria), Valter Merazzi (direttore Istituto di Storia contemporanea “Pier Amato Perretta”) e Nevenka Troha, (Istituto di Storia contemporanea, Lubiana). el capoluogo lariano il 10 Febbraio istituzionale si è aperto nelle prime ore della mattina presso i giardini di Albate, con l’alzabandiera e la sfilata che ha preceduto la cerimonia commemorativa. Dopo i saluti delle autorità presenti, l’intervento del rappresentante * Ad Albese e radici del ricordo. Storia e drammi dell’Istria, questo il titolo dell’incontro tenutosi l’11 febbraio al Centro civico “Fabio Casartelli” di Albese con Cassano con Guido Giraudo, giornalista, e Federico Goglio, scrittore, organizzato dall’associazione culturale “InOltre” con il patrocinio del Comune di Albese con Cassano. Il catasto croato accessibile anche per nome Come richiedere una o più consultazione olti di quanti ci contatttano sanno che il catasto croato è consultabile online, ma solo per chi già conosce il numero di particella da verificare. Questo impedisce di fatto agli Esuli e ai loro discendenti di effettuare ricerche vere e proprie. E se è necessaria una ricerca anagrafica per conoscere quali immobili o terreni risultano intestati ad un parente o conoscente in Croazia? Dovreste incaricare qualcuno sul posto per una verifica a tappeto nei vari comuni catastali, ma la cosa è alquanto complessa e costosa, soprattutto per chi in Croazia non ci vive! Oggi però si apre una nuova opportunità che viene offerta da Giuseppe Scuccimarri, consulente immobiliare di Roma che vive e opera nel Quartiere giuliano-dalmata della Capitale e che conosce bene la nostra comunità e le sue necessità. Il servizio che ha attivato offre la possibilità di consultazioni con ricerca nominativa su tutto il catasto croato ad un costo accessibile grazie all’ottimizzazione delle ricerche. Con 100 euro + Iva, è possibile ottenere in tempi brevi l’elenco aggiornato / delle particelle intestate ad un singolo nominativo. Con questi dati si possono verificare online le schede delle particelle o richiederne la stampa. È anche disponibile un servizio di traduzione dei contenuti delle schede. Queste le indicazioni fornite da Scuccimarri utili ad usufruire del servizio: 1. Versare 120 euro per richiedere la consultazione per un nominativo o un multiplo di 120 euro a seconda di quanti nominativi richiedete. Accreditare la somma a Giuseppe Scuccimarri sul conto corrente postale 7409592, utilizzando un qualsiasi bollettino in bianco presso tutti gli Uffici postali italiani oppure effettuare un bonifico bancario utilizzando il codice Iban IT74 X076 0103 2000 0000 7409 592 oppure, se siete residenti all’estero, effettuare un bonifico utilizzando anche il codice Bic/Swift BPPI ITRRXXX. 2. Informare dell’avvenuto accredito inviando una mail a info@italidea. info citando il proprio nome e indirizzo (necessari per la fattura), oltre ai nominativi su cui effettuare la ricerca ed eventualmente la zona catastale. La comunicazione può essere fatta anche via fax allo 06. 9936 7506 o per telefono allo 06. 8902 1043. In pochi giorni l’esito della ricerca verrà inviato direttamente al vostro indirizzo mail, fax o a casa. 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Il «Silenzio» ha accompa- COMITATO DI CREMONA Nel capoluogo e nella provincia presente l’A * e manifestazioni per il Giorno del Ricordo si sono aperte la mattina del 10 nel Teatro “Monteverdi” con 7 Q ?:!7%L$3h$ b!^^:%'.$2h33[$ /.77% .$?%'CC'L$ ! #5!$6%57%0%o$ 90:%7%(6'%7.$ %55!$(#.A!$ "!(!:%C'.('$ 5%$7!7.:'%$ 6'$n#!55%$ 0:%"!6'%; Q ?:!7%L$ 5_'(0!:A!(0.$6!5$ '(6%-.$j:#(.$ j:#@.7! . la rappresentazione «Voci dal buio» di Federico Benna allestita dalla Compagnia “Spazio Mythos”, dedicata agli studenti dell’ultimo anno degli istituti superiori su iniziativa dell’Assessorato alle politiche educative: un copione che prevede la ricerca, da parte di due medici sul fondo di una foiba, dei resti delle vittime. Il giorno prima, 9 febbraio, nel Teatro di Cremona è stato proiettato per gli studenti dell’ultimo anno delle classi superiori «La citta dolente» introdotto e commentato successivamente dal presidente del Comitato A Mario Ive. Quindi, la cerimonia solenne al Cimitero, nel settore dedicato ai Caduti, presenti le autorità civili e militari, l’assessore Chaira Capelletti in rappresentanza della Provincia e tutte le associazioni d’Arma con i labari, cittadini ed esuli. Il prefetto di Cremona Bruno di Clarafond e il sindaco Perri hanno rievocato le tragedie di 65 anni fa ed hanno evidenziato il significato del Giorno del Ricordo. È seguita la testimonianza del presidente del Comitato A cremonese, Ive, che ha ringraziato le autorità per la loro preziosa partecipazione. Quindi al suono del Silenzio fuori ordinanza due vigili hanno posato, a nome della città di Cremona, la corona al monumento ai Caduti giulianodalmati di tutte le guerre. Fiori sono stati deposti anche presso la Croce che, sul viale, ricorda tutti gli esuli giuliano-dalmati morti lontano dalle loro terre. Diverse le manifestazioni svoltesi nei giorni immediatamente precedenti il 10 Febbraio anche nella provincia cremonese. Il 4 febbraio, a Castelvetro piacentino, proiezione del Dvd dell’A «Esodo» nella sede della Biblioteca comunale, de- dicata agli studenti delle terze medie e al pubblico e seguita dal commento degli insegnanti e dalle testimonianze rese da Laura Calci e Mario Ive. Il 12 febbraio, a Bonemerse nella sala del Consiglio comunale, dinnazi ad un folto pubblico, e con l’introduzione della presidente della Biblioteca civica e del sindaco, testimonianze del prof. Luigi Bisicchia, esule da Villa del Nevoso, della prof. Laura Calci, esule da Fiume, e di Mario Ive, esule da Pola. Il 13 febbraio, nella Chiesa di Borgo Loreto il parroco ha celebrato una Messa solenne per le vittime delle Foibe e gli esuli deceduti lontano dalle loro terre. Il coro del CAI di Cremona ha accompagnato la Messa ed alIa fine ha intonato il «Va’ pensiero» mentre l’officiante ed il vicesindaco hanno posato un mazzo di fiori presso il grande quadro dei Patroni giuliani e dalmati. Commoventi le parole del parroco e del vicesindaco Carlo Malvezzi, che unitamente ad autorità e pubblico si sono intrattenuti con i convenuti per un momento di fratellanza. Il 16 febbraio nel’aula magna dell’ITIS di Cremona lo storico triestino Fabio Todero ha tenuto una seguitissima lezione agli studenti giunti da tutte le scuole, organizzata dall’Assessorato alle politiche educative. " A Crema l 10 Febbraio in piazza Istria e Dalmazia è stata posata una corona di alloro alla bella lapide raffigurante l’Istria, posta in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo. Presenti le autorità civili e militari, le associazioni patriottiche e i molti cittadini. Hanno preso la parola il sindaco e l’esule da Zara Tommaso Caizzi a nome del Comitato A. «Sento la nostalgia della storia passata !5B96C#D#$#(7EE=C#*+,, # e del filo che per oltre 400 anni ha legato la Dalmazia all’Italia e a Crema, data la comunanza sotto la Serenissima. Ho gratitudine per questa città che mi ha accolto molti fa, esule dalla mia terra. Il mio dovere è quello di ringraziare tutte le persone che sono qui oggi, con la loro presenza, a ricordare i 350 mila dalmati e istriani che sono stati uccisi o costretti all’esilio». Così Tommaso Caizzi, fuggito da Zara nel 1944. Da segnalare infine le diverse conferenze, cerimonie e lezioni con testimonianze svoltesi in svariate località della provincia di Cremona e di Piacenza, riportate nelle cronache de “La Provincia”, quotidiano che ha dedicato più volte intere pagine agli eventi. Altrettanto ha fatto anche il quotidiano “La Cronaca” e la emittente televisiva Telecolor con un servizio speciale la sera del 10 Febbraio, corredato da interviste a Mario Ive e Laura Calci e rievocando il compianto amico Mario de’ Vidovich. *** COMITATO DI GENOVA Inaugurati i Giardini '10 Febbraio' ! ono stati inaugurati a Genova-Pegli i giardini pubblici «10 Febbraio. Giorno del Ricordo per le Vittime delle Foibe». Alla cerimonia hanno partecipato gli assessori comunali alla Cultura e all’Educazione, Andrea Ranieri e Paolo Veardo, oltre al presidente del Comitato A, Claudio Eva. Questi ha ricordato tra l’altro che dei 350.000 esuli italiani da Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, circa 5.000 scelsero Genova come rifugio e luogo dove farsi una nuova vita, in Italia, lontani dalle persecuzioni dell’esercito titino a seguito della sconfitta del nazifascismo. La sistemazione dell’area, una sorta di cerniera di passaggio verso la parte bassa del parco di Villa Pallavicini, ha permesso anche di realizzare opere per la garanzia e tutela degli alberi, delle essenze e del cedro del Libano posto vicino all’ingresso. La lettera del presidente Claudio Eva a “Il Giornale” ( il presidente del Comitato, prof. Claudio Eva, ha indirizzato una lettera al quotidiano “Il Giornale” per rettificare alcune imprecisioni comparse in un articolo apparso l’11 febbraio scorso e nella quale si legge tra l’altro: «Scrivo per apportare alcune doverose correzioni all’articolo a firma di Matteo Agnoletto comparso su “Il Giornale” dell’11 febbraio 2011, titolato Giardini per le vittime delle foibe. Sottolineo che alla manifestazione ero presente in qualità di presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, associazione assolutamente apolitica, e quindi non nelle vesti di responsabile regionale PdL della Protezione Civile. Inoltre un significativo errore esiste in quanto riportato nel virgolettato a me attribuito: “Da quel momento gli italiani ‘insediatisi’ in quei territori furono messi davanti ad un bivio: disconoscere le proprie origini Q <(%#"#:%8$%$ X 4!(.A%$B!"5'$ '$4'%:6'('$93h$ R!^^:%'.;$6Q8O8# RRR0+EGH;078U? e diventare slavi oppure ‘rientrare’ in Italia”. Ricordo che gli italiani non si erano insediati ma rappresentavano una comunità autoctona valutabile in circa 60% della popolazione residente, mentre la componente slava era, secondo il censimento del 1920, al 36%. Come la storia insegna, le genti italiane occupavano quei territori da centinaia di anni pur in una realtà che vide, specie con l’impero austro-ungarico,un massiccio apporto di gruppi etnici slavi. Quindi, dopo il trattato di pace del 1947, gli italiani residenti dovettero optare se essere e rimanere italiani o divenire sudditi della Jugoslavia. W <5$&:.b[$?5%#6'.$DA%L$&:! '6!(0!$ 6!5$?.7'0%0.$*HIJK$"!(.A! !L$ p$6.-!(0!$6'$R' '-%$0!::! 0:!$ %55%$R%-.50`$6'$U-'!(C!$>%0#:%5'$ 6!55_O('A!: '0`$6'$4!(.A%$!$(.0.$ ' 7.5.". Sottolineo che fu assolutamente negata la possibilità di una scelta referendaria ma fu concessa solo un’opzione che fu subordinata alla concessione dell’espatrio da parte delle autorità slave. 350.000 italiani, circa 80% dei residenti in Istria, Fiume e Dalmazia scelsero tra grandi difficoltà di voler essere italiani. Prendendo la via dell’esilio. […] Quest’anno, in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è estremamente importante restituire alla storia il sacrificio di quei 350.000 che rappresenta uno dei più fulgidi esempi di attaccamento alla madre Patria, che la Storia d’Italia possa annoverare». *** COMITATO DE L’AQUILA Nell’Abruzzo colpito dal sisma le celebrazioni del 10 Febbraio onostante le difficoltà ambientali e logistiche che persistono nel territorio aquilano e che condizionano inevitabilmente l’operatività, il Comitato A presieduto da Livio Gobbo - a sua volta trasferito in diverse sedi per l’inagibilità della sua abitazione - non ha mancato di presenziare alle manifestazioni indette per il 10 Febbraio 2011. Nel capoluogo, il presidente 4C@F=@57#" 8 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! del Consiglio provinciale, Filippo Santilli, ha voluto convocare un Consiglio aperto e, in ossequio alle sollecitazioni del Ministero della Pubblica Istruzione, è stata utilizzata quale sede l’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Dopo l’introduzione del presidente Santilli e la proiezione del filmato «Un’altra storia» è stata data la parola alla prof.ssa Maria Luisa Aniceti, vicepresidente A per L’Aquila. Nel corso della manifestazione sono stati commemorati i 100 militari abruzzesi che si trovarono a condividere con i fratelli istriani l’orrore delle Foibe; si è reso un tributo agli Esuli giuliani e dalmati che, W !"#$%&'&(&(%)*&(+",(-$.!'&'$( &/)!,&0$(12345(,&(.".$*!&( +",,6"7$+$("(+"8,!("%%!+!(!0( 9"0":!&(;!),!& con la riservatezza loro propria molto hanno dato alla vita ed alle istituzioni della città altro non chiedendo - primi in Italia - , l’intitolazione di una strada alla martire istriana Norma Cossetto, assurta a simbolo della tragedia italiana del fronte orientale. L’intervento della relatrice ha sollecitato e profondamente coinvolto il pubblico intervenuto. In considerazione di ciò, la prof.ssa Aniceti, a nome dell’A, ha voluto manifestare la disponibilità a donare alla Biblioteca Provincia pubblicazioni utili a costituire una sezione dedicata alla Venezia Giulia e alla Dalmazia, che possa costituire un riferimento per studiosi, giovani e scuole. ) In provincia d Avezzano, su invito del sindaco Antonio Floris, il presidente Gobbo accompagnato da Osvaldo Ciocca ha preso parte alla conferenza indetta dall’Amministrazione per commemorare le vittime delle Foibe. All’incontro sono state invitate diverse classi degli istituti superiori che hanno seguito con attenzione gli interventi del sindaco, del dirigente scolastico Adamo frigioni, dell’assessore alla Cultura Luca Dominici e dello stesso Gobbo, al termine dei quali è stato proiettato il docu-film A «Ritorno a casa», molto apprezzato dagli studenti. Sempre ad Avezzano è tor- nata in seguito una delegazione del Comitato, invitata dai dirigenti dell’Istituto “Camillo Corradini” in collaborazione con gli istituti comprensivi “Galileo”, per un incontro con i gli allievi tenutosi nel salone dello storico castello Orsini Colonna, per l’occasione gremito di ragazzi e pubblico. Hanno preso la parola il prof. Angelo Bernardini, commissario del distretto 2, amico fraterno dell’Associazione, il presidente Gobbo e l’avv. Valeria Misticoni che ha richiamato l’attenzione dei docenti e degli alunni sugli eventi salienti dell’esodo e delle violenze perpetrate. Anche in questa circostanza è stato proiettato «Ritorno a casa», cui sono seguiti diversi interventi di giovani interessati ad approfondire alcuni aspetti, dimostrando così l’interesse delle giovani generazione per accadimenti ancora scarsamente tratttai nei testi canonici. Un doveroso ringraziamento il presidente Gobbo desidera rivolgere alla prof.ssa Sabina Torti, per il suo fattivo impegno nella organizzazione del Giorno del Ricordo. Infine, a Sulmona l’associata Antonietta Stocchi ha tenuto una serie di conferenze negli istituti scolastici del territorio. *** CONSULTA LOMBARDIA Premiati gli studenti del concorso «L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Storie, persone, affetti» el Giorno del Ricordo, celebrato nell’Aula del Consiglio del Palazzo della Regione dal presidente del Consiglio regionale Davide Boni e dal presidente della Giunta Roberto Formigoni in ricordo dei valori del martirio e dell’esodo giuliano-dalmata, come vuole dal 2008 una specifica legge regionale, sono riecheggiati i ricordi e il terrore delle foibe che, come ha ricordato il presidente Boni, «hanno colpito duramente l’identità e il territorio di una nazione». La cerimonia si è conclusa con le premiazioni delle scolaresche che hanno partecipato al concorso regionale «L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Storie, persone, affetti». I lavori sono stati valutati da una apposita giuria composta dallo stesso presidente del Consiglio Boni, da Luciana Ruffinelli, presidente della Commissione Cultura, dal consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul, da Lucio Toth, presidente nazionale dell’A, dall’avv. Sissy Corsi, presidente della Consulta regionale lombarda della stessa Associazione e dalla prof.ssa Annamaria Romagnolo, rappresentante dell’Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia. I premi, consegnati dai membri della Giuria, dal presidente della Regione Roberto Formigoni e dal consigliere e segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Carlo Spreafico, sono andati allo studente Giacomo Florio della classe 1° B della Scuola “Sant’Angela Merici” di Bergamo (insegnante coordinatore Laura Santini), alle classi 3° B, 3°D e 2° B dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Vergiate (insegnante coordinatore Corrado Macchi), allo studente Davide Salvatori della classe 1° B del Liceo Scientifico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Sesto Calende (insegnante coordinatore Alfonso Pagliuca), e alla classe 2° B del Liceo Scientifico “G. Gandini” di Lodi (insegnante coordinatore Elisabetta Baldini). Nel suo indirizzo di saluto ai partecipanti, il presidente Formigoni ha voluto rimarcare il significato del Giorno del Ricordo e le ragioni della promulgazione, nel 2008, della relativa legge regionale: «Lo dobbiamo innanzitutto a coloro che qui onoriamo, ricordando il loro estremo sacrificio. A distanza di oltre mezzo secolo il martirio delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata pesa ancora sulla coscienza civile italiana, che non può e non deve dimenticare questa tragedia dalle dimensioni inumane» Ed ha aggiunto: «È stata innanzitutto una motivazione culturale quella che ha spinto Regione Lombardia a prestare attenzione verso un capitolo così forte e drammatico della storia italiana. Si è trattato cioè di un tributo di natura ideale nei confronti della tragedia di migliaia di persone ingiustamente dimenticate dai nostri libri di storia e coperte da un silenzio imperdonabile. Una verità a lungo nascosta, ma che ora anche grazie alla nostra legge regionale è possibile recuperare attraverso attività che comprendono la pubblicazione di studi, ricerche e saggi, raccolta di materiali e testimonianze […]. Per questi motivi ha concluso Formigoni - desidero […] congratularmi in particolare con i giovani vincitori che verranno premiati oggi: con i vostri numerosi elaborati, volti a ricordare il dramma istriano, avete testimoniato concretamente l’irrinunciabilità di un valore assoluto, quello della difesa della persona - chiunque essa sia - contro ogni gesto di violenza. In questo senso attraverso le vostre opere avete riconosciuto la dignità insostituibile di quelle povere persone e soprattutto riaffermato le ragioni della vita, della pacifica convivenza e della costruzione del bene comune, che sono fondamento della nostra Res publica». *** COMITATO DI LATINA Istituzioni e scuole coinvolte Q <!,&0$=(7"+"( +",,&( "8!$0"( >$.?&*+!&=( %"*!.$0!&(+!( @*".!&:!$0"( +"8,!(7')+"0'!A( >6!0'"*#"0'$( +",(@*"7!+"0'"( B$*.!8$0!=(&,,&( 7)&(+"7'*&(,&( @*"7!+"0'"(+",,&( -$07),'&(12345( >$.?&*+!&=( C!77D(-$*7! Q B$'$(+!(8*)@@$( +"!(8!$#&0!( #!0%!'$*!(+",( %$0%$*7$( !0+"''$(+&,,&( "8!$0"( ,$.?&*+& B ome da diversi anni a questa parte, il Giorno del Ricordo è stato commemorato nel capoluogo pontino con una serie di manifestazioni realizzate su iniziativa e con la collaborazione del Comitato presieduto da Benito Pavazza. Il 10 Febbraio, nella Chiesa dell’Immacolata è stata celebrata una S. Messa in suffragio delle vittime delle Foibe, cui è seguita la deposizione di una corona al monumento intitolato ai Martiri delle Foibe in Piazzale Trieste. Quindi, in collaborazione con l’associazione culturale “Lestra”, presso il Teatro A. Ponchielli si è tenuta una manifestazione commemorativa aperta a tut- W E,(@*"7!+"0'"(+",(-$.!'&'$(12345( @$0F0$=(GA(H&#&::& X E,(#!%"@*"7!+"0'"(HA(C!.$0"7%I! ta la cittadinanza: il programma prevedeva letture di testi, proiezioni di materiale video e fotografico e l’incontro diretto con alcuni testimoni della tragedia. «Un’occasione - ha commentato il Commissario straordinario Prefetto Guido Nardone - per condividere un momento di riflessione che punta a fare del ricordo, della memoria, un punto di forza per far sì che tali tragedie non debbano più accadere». Il presidente nazionale Toth a Latina l Comitato A pontino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Dalmata di Roma, ha organizzato un incontro presso la sala conferenze del Teatro “D’Annunzio” per la presentazione del volume edito con finanziamento della Regione Lazio, Trattamento degli italiani da parte Jugoslava dopo l’8 settembre 1943, a cura di Guido Cace. Il volume è una ristampa del documento che fu pubblicato a cura dei Servizi Segreti della Marina Militare nel 1946, per essere presentato al trattato di pace di Versailles. Il suo contenuto è fatto di drammatiche testimonianze e immagini degli orrori perpetrati dai partigiani titini contro gli italiani dell’Istria, con il preciso scopo di costringerli all’esodo. 9 Ha introdotto il presidente del Comitato di Latina Benito Pavazza, con un caloroso saluto e ringraziamento a tutti i presenti, sottolineando quanto fosse l’argomento occasione di coinvolgimento emotivo, trattandosi di fatti dei quali molti dei presenti hanno vissuto come una delle pagine più nere della nostra storia in riferimento a Fiume, Pola, Zara, Gorizia e Trieste. Ha poi preso la parola il vicepresidente Piero Simoneschi, coordinatore dell’evento che, citando l’Arcivescovo di Trieste mons. Antonio Santin con le sue parole ancora attuali «Il mondo vive di principi proclamati e violati dagli stessi che li proclamano», ha rimarcato l’occasione che quella frontiera che è stata teatro di fatti san- l’impiego di simili mezzi per la soluzione dei problemi etnici e di confine. Guido Cace, presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata, ha poi fatto un’ampia sintesi del libro (Palladino Editore) in tutti i suoi aspetti e soprattutto nelle sue prove fotografiche agghiaccianti, citando l’evolversi e i particolari della originaria stampa del testo, riguardo la sua realizzazione e la requisizione, allora, di tutte le copie da parte del Governo Italiano per essere poi distribuite alla Conferenza di Pace. È stata poi la volta del sen. Ajmone Finestra, ex combattente ufficiale dei Bersaglieri, il quale ha portato le sue innumerevoli testimonianze sui fatti accaduti in quel periodo con particolare riferimento alla città di Zara W >&F0&=(E7F')'$( Q 18*&*!$(+!(G$*8$( H!&#"=(!0%$0'*$( %$0(8,!(7')+"0FA(E,( '&#$,$(+"!(*",&'$*!("( ,6!0'"*#"0'$(+!()0&( 7')+"0'"77& guinosi, pur nella riconoscenza del sacrificio di tanti martiri italiani, dovrà necessariamente essere luogo d’incontro tra i diversi popoli che vi abitano perché le ragioni della convivenza debbono prevalere su quelle di appartenenza e identità: l’Unione Europea dovrà, nella libertà e nel rispetto delle autonomie, facilitare questa convivenza. Simoneschi ha voluto concludere che, dopo questa immane tragedia, è da condannare nel modo più assoluto, dove fu a quel tempo presente. La giornalista RAI Mila Mihajlovich (di origine serba) ha rievocato il percorso della sua infanzia toccata per molti aspetti dalle violenze tra soldati delle diverse etnie ed ha sottolineato per esperienza diretta come, alla fine, proprio gli italiani hanno dimostrato di tenere in conto i valori della civiltà, e sicuramente di un maggior rispetto dei nemici durante la belligeranza, documentando la sua opinione con l’immagine di un campo di !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! contenzione italiano. Ha concluso l’incontro Lucio Toth, presidente nazionale A, il quale ha ringraziato il Comitato di Latina per questa manifestazione, ha esposto i vari aspetti ricollegabili al contenuto del testo in presentazione. H!"'*$(C!.$0"7%I! Convegno sulle Foibe. Il dibattito con gli studenti sull’esodo giuliano dalmata # i è svolto lunedì 18 aprile, presso l’Istituto Agrario di Borgo Piave, un incontro tra gli studenti e i membri del Comitato A di Latina. Desiderosi di conoscere ed approfondire le drammatiche vicende dei confini orientali del nostro Paese, dell’Esodo e delle Foibe, la direzione didattica dell’Istituto, gli insegnanti e gli studenti hanno incontrato il presidente cav. Pavazza, il vicepresidente Simoneschi, i consiglieri Musco e Sicconi, e Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume in Roma, in qualità di rappresentanti degli esuli che hanno illustrato all’attenta platea con dovizia di particolari le vicende che hanno portato all’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia. Presenti oltre 200 studenti, i professori D’Agostini, Ferruti, Tripodi e Danieli. Dopo i rituali saluti espressi dal presidente Benito Pavazza, alcuni allievi hanno letto componimenti e poesie riguardanti il dramma giuliano-dalmata. Ha preso quindi la parola Marino Micich, che ha ricostruito il contesto storico e geografico dei territori dell’Istria e della Dalmazia durante il periodo bellico e post-bellico. Si sono succedute quindi le testimonianze di Sicconi (Parenzo) e Musco (Dignano d’Istria). Alcuni studenti hanno formulato numerose domande per avere conferme e chiarimenti sulla vicenda. Ha concluso poi il vicepresidente Simoneschi, che, riallacciandosi alla recente celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha espresso il fervido sentimento di autentica italianità dei giuliano-dalmati, dimostrata inequivocabilmente con la scelta dell’Esodo. Ha quindi ringraziato il dirigente scolastico per aver ospitato la delegazione di Latina e poi tutti gli studenti presenti, insieme al corpo insegnante. COMITATO DI MODENA Inaugurato il Monumento dedicato ai Martiri delle Foibe $ iverse e qualificate le iniziative promosse nel territorio modenese. Nel capoluogo le celebrazioni hanno avuto inizio il 7 febbraio, quando presso il Tempio dei Caduti il picchetto d’onore e le associazioni combattentistiche e d’Arma con i rispettivi labari hanno reso omaggio alla memoria ed assistito alla celebrazione liturgica officiata da mons. Giacomo Morandi, vicario generale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Successivamente, in piazza Natale Bruni l’evento più importante, la inaugurazione del Monumento dedicato ai Martiri delle Foibe. Il monumento, in pietra carsica, è stato realizzato e posto in opera grazie all’intervento del Comune e della Provincia di Modena, della Cava Romana di Aurisina (Trieste) e della “Saima Avandero SpA”. Estremamente toccante e solenne la cerimonia di inaugurazione, svoltasi alla presenza delle massime autorità civili e militari, del sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi e del presidente nazionale A Lucio Toth, il quale, insieme con il sindaco di Modena Pighi, il presidente della Provincia Sabattini e il sottosegretario Giovanardi, ha sollevato il drappo tricolore che copriva il cippo di pietra carsica. Gli Esuli, duemila nella provincia, non hanno fatto mancare la loro presenza. Un presidio di forse dell’ordine si è reso necessario a fronte di alcuni «antifascisti modenesi e carpigiani» che hanno esposto cartelli sugli «Ipocriti del ricordo al servizio degli sgherri fascisti» ed hanno distribuito volantini che descrivevano le foibe come un falso storico. Ignorati comunque, perché nel frattempo, in processione ordinata, gli Esuli e i loro discendenti deponevano una rosa ai piedi del cippo in pietra carsica. Si apprende dalla stampa locale che, considerando il fresco precedente del vandalismo ai danni della stele in memoria delle vittime dell’Olocausto, sussiste il timore di danneggiamenti anche al nuovo monumento. Per questo è in corso un’opera di riposizionamento della telecamera che vigila su piazzale Natale Bruni. E non solo: le forze dell’ordine intensificheranno i controlli delle pattuglie con quattro giri di ronda per notte. A differenza della stele del parco della Resistenza, sul cippo non ci saranno scritte scolpite nella pietra, ma solo una targa recante una terzina dantesca tratta dalla Divina Commedia realizzata con una verniciatura particolare che agevola la pulizia in caso di “vandalo graffitaro”. Grande commozione, naturalmente, anche da parte del gen. Giampaolo Pani, presidente del Comitato A modenese: «Il monumento diventerà punto di riferimento della nostra associazione di esuli: ci raccoglieremo il 2 novembre per ricordare i morti nei territori che abbiamo perso e ci ritroveremo il 10 Febbraio per rinnovare il ricordo per queste terre geograficamente lontane, ma vicine negli affetti». Successivamente, presso l’ex Cinema Principe è stata inaugurata la mostra fotografica «Il Giorno Del Ricordo» curata dal prof. Guido Rumici. Cicerone d’eccezione per i visitatori il presidente Lucio Toth. «Il conflitto ideologico si è risolto in una vicenda che dal punto di vista della drammaticità e dell’atrocità ha pochi eguali alla fine della Guerra Mondiale - ha riconosciuto dal canto suo il sindaco di Modena Pighi -. Questo non è un pezzo di storia che appartiene ai vinti, ma alla storia della riacquisizione della libertà con la vicenda drammatica del confine orientale che ha portato allo scatenarsi di conflitti non comuni ad altre zone d’Europa». Il giorno seguente, 11 febbraio, presso la Sala conferenze “Giacomo Ulivi” dell’Istituto Storico di Modena la conferenza «Venezia Giulia 19181954. Luoghi e immagini di un percorso tra le violenze del Novecento al confine orientale», con gli interventi di Fabio Todero (Istituto storico del Friuli Venezia Giulia), Lorenzo Bertucelli (Presidente della Fondazione ex Campo Fossoli, docente presso l’Università di Modena e Reggio Emilia) e coordinamento di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto Storico modenese. % In provincia Sassuolo il sindaco, Luca Caselli, ha presenziato alla breve cerimonia commemorativa in Via Martiri delle Foibe, in prossimità della sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza, ed ha deposto una corona sulla targa. Le altre iniziative: nell’Auditorium comunale, azione scenica sugli eccidi delle Foibe, La nave del ricordo a cura del Teatro dell’Aleph. Quindi una conferenza-dibattito, in Sala Biasin, con il prof. Luciano Monzani (Università /%01+0!)& 10 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! degli Studi di Bari) sul tema «Gli Esuli Giuliano-Dalmati nell’Italia repubblicana: problemi e momenti», incontro a cura dell’A. Mentre il sindaco ha richiamato gli esponenti politici a di ogni schieramento a partecipare, perché «il giorno del Ricordo non è di destra o di sinistra, ma di tutti e in un momento di crisi politica generale c’è bisogno di dare segnali forti di unione e collaborazione», l’assessore alla Cultura, Luca Cuoghi, ha caldamente invitato l’intera cittadinanza a partecipare a questa solennità civili ed ha invitato tutti i sassolesi ad esporre il Tricolore dai balconi e dalle finestre. Tra le altre iniziative previste nel territorio provinciale, a Campogalliano il 10 Febbraio presso la Sala del Consiglio Comunale conferenza «Il confine orientale», a cura di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto Storico di Modena. Nella stessa giornata, a Nonantola nel cinema teatro “Troisi” e nell’ambito della rassegna di documentari «Ma che storia è questa», proiezione del film «Le vie della memoria», il Novecento nella provincia di Trieste a cura dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Interventi di Franco Cecotti sul «confine mobile» tra Italia e Jugoslavia, sui conflitti nazionali, gli esodi e le foibe. Non è mancato, ovviamente, a Mirandola l’ennesima inaugurazione della mostra «Fascismo, foibe, esodo. Le tragedie del confine orientale», realizzata dalla Fondazione della memoria della deportazione (Milano), periodicamente e da anni allestita intorno al 10 Febbraio in chiave giustificazionista. ' el capoluogo toscano le celebrazioni ufficiali hanno rispettato il tradizionale omaggio reso al cippo di Marina di Pisa, luogo dove trovò rifugio una comunità di profughi giuliano-dalmati. Un momento solenne al quale ha fatto seguito la S. Messa nella Chiesa di S. Gregorio Magno presso il cimitero suburbano. In Sala delle Baleari le celebrazioni ufficiali, aperte dall’intervento del sindaco Filippeschi che ha voluto incentrare il suo discorso ufficiale sul tema dell’oblio e del ruolo delle comunità italiane della costa adriatica orientale alla cultura e all’unità del nostro Paese. «Troppe volte in passato, ha ricordato Filippeschi, sapendo abbiamo taciuto, abbiamo cercato di condannare all’oblio ciò che gettava ombre su ragioni che ragioni non erano, poiché non vi può essere ragione nel tener nascosto l’orrore dell’iniqua violenza perpetrata su gente inerme, rea solo di esistere, colpevole della sola appartenenza ad un popolo, ad una nazione o a una confessione religiosa». «Nel corso del Novecento - ha aggiunto il Sindaco - troppe volte l’oblio ha oscurato verità che per diplomazia o per opportunità politica si è cercato di rimuovere e non è certo con il silenzio della ragion di Stato che si afferma il principio di una pace perpetua tra i popoli». Dopo l’intervento del sindaco ha preso la parola il presidente della Provincia, Andrea Pieroni, e il Prefetto di Pisa De Bonis. *** COMITATO DI TRENTO Ricollocata in centro città la lapide in memoria dell’esodo ntensa l’attività del Comitato trentino, al cui attivo può vantare diversi interventi nelle scuole del territorio, tenuti unitamente alla Delegazione di Rovereto ed avente come tema conduttore il «Confine orientale e la sua gente». Ai rappresentanti degli Esuli ha dato spesso supporto il direttore generale del Museo Storico del Trentino, insegnante di Storia Moderna. Nel corso degli incontri con gli studenti, alcuni membri del Direttivo hanno portato la loro storia e testimonianza: Rino Girardelli, Mariangela Fabris Tarticchio, Sabina Garbin, Edmondo Giacomelli, e chi scrive sempre. Un adeguato corredo alle testimonianze è stato assicurato dal Dvd prodotto dal Museo Storico in Trento «Volti di un Esodo», molto apprezzato dal prof. Raoul Pupo il quale ha espresso l’auspicio di poterlo integrare con un video esplicativo della storia politica, civile, militare e religiosa delle popolazioni vissute nei territori appartenuti all’Italia. Il prof. Pupo ed il prof. Spazzali hanno tenuto, per conto e con il Museo Storico in Trento, due relazioni sulle vicende del confine orientale sia a Bolzano che a Trento. Oltre che da studenti degli ultimi anni dei Licei, gli interventi sono stati seguiti anche dai cittadini e dagli iscritti alle scuole serali. Quest’anno nel Giorno del Ricordo si è finalmente realizzato il desiderio degli Esuli di Trento: per volontà del Consiglio Comunale è stata ricollocata la lapide, pe- Il Giorno del Ricordo a Canberra Gli interventi del presidente Donda, dell’ambasciatore e della presidente della Federazione nazionale & er iniziativa dell’Associazione Giuliani di Canberra è stata celebrata anche quest’anno la ricorrenza del 10 Febbraio, nel corso di una cerimonia presso il Centro Culturale Italiano (dove nel 2009 fu affissa una targa commemorative) in memoria delle vittime delle Foibe e di coloro che furono costretti all’esodo dopo l’annessione di parte dell’Italia Orientale alla Jugoslavia comunista di Tito. Per prendere parte alla celebrazione sono convenuti da Sydney i rappresentanti dei circoli giuliani di Santa Maria di Cherso (incluso il presidente Daniele Velcich) e dell’Associazione Fiumani con Carlo Stupar); da Wollongong sono giunti Adriana Douglass, presidente della Federazione Australiana dei Circoli GiulianoDalmati, con il marito Warren Douglass e Carlo Brugnatti. La giornata è iniziata con la il danno incommensurabile che l’odio condotto all’estremo può causare nel cuore delle persone, fino a condurle a commettere azioni atroci, in questo caso contro innocenti. Il celebrante ha quindi menzionato Don Francesco Bonifacio, un sacerdote istriano trentaquattrenne che per la sua fede fu catturato, picchiato, seviziato e buttato in una foiba. È stato elevato agli altari pochi anni addietro in quanto vittima di odio verso la fede cristiana. Don Franco ha osservato come «la cosa più brutta è stato il silenzio per tanti anni su questi eventi: non se ne poteva parlare. C’è stata una grande ingiustizia ma finalmente non la si può più tacere. Dobbiamo ricordare queste atrocità perché non succedano più» ha dichiarato. Al Centro Culturale Italiano la parte formale della cerimonia ha incluso interventi del presiden- W -&0?"**&=(,6&.?&7%!&'$*"(+6E'&,!&( *** Q E,(.&0!K"7'$( COMITATO DI PISA L’omaggio al Cippo di Marina di Pisa PRESENTI I GIULIANI DI SYDNEY,WOLLONGONG E DELLA CAPITALE AUSTRALIANA @*"+!7@$7'$( +&,(-$.)0"(+!( L*"0'$(@"*(!,(MN( B"??*&!$(ONMM X H!7&=(-$07!8,!$(-$.)0&,"( +"+!%&'$(&,(;!$*0$(+",( !%$*+$A(1( +"7'*&(,&(@*"7!+"0'"(+",(-$.!'&'$( 12345=( $77",,&(G&*! raltro devastata nell’autunno scorso, dalla periferia in centro città. Infine, da rilevare che quest’anno sia a Rovereto che a Trento è stato possibile commemorare le vittime degli eccidi perpetrati dal regime titoista, senza manifestazioni di disturbo, che vi sono anche state ma in altre sedi. 100&(<&*!&(<&*%$::!(J",,"* S. Messa celebrata nella chiesa di San Gregorio a Queanbeyan da Don Franco Leo della nunziatura apostolica alla presenza dell’ambasciatore e di un nutrito numero di soci del sodalizio. Nella sua omelia Don Franco ha rimarcato +"(<&*F0$(+!(<$0'"8!$*+&0$ R 1+*!&0&(P$)8,&77=(@*"7!+"0'"( +",,&(B"+"*&:!$0"(1)7'*&,!&0&(+"!( -!*%$,!(;!),!&0$QP&,.&F X E(@*"7!+"0F(+"!(7$+&,!:!(8!),!&0$Q +&,.&F(%$0(,6&.?&7%!&'$*" 11 te dell’Associazione di Canberra, dell’ambasciatore e della presidente della Federazione nazionale. Mario Donda Jnr, presidente dell’Associazione Giuliani di Camberra, ha dato il benvenuto all’ambasciatore d’Italia, Gianludovico de Martino di Montegiordano; a Don Franco Leo; ad Adriana Douglass; ai presidenti dei circoli venuti da Sydney e Wollongong e agli altri convenuti, invitandoli ad ascoltare l’Inno di Mameli. Il presidente Donda ha sottolineato come il Giorno del Ricordo abbia «finalmente sollevato il velo del silenzio della tragedia delle ‘foibe’ e riconosciuto il torto orribile che fu compiuto agli istriani, fiumani, chersini e dalmati costretti all’esodo senza alcuna colpa se non quella di essere o sentirsi italiani». Ha concluso con emozione affermando «Alle vittime delle foibe, a quelle 350.000 dell’esodo e a tutti quelli che da quel periodo buio ad oggi ci hanno lasciato per un mondo migliore, la pace eterna e il nostro ricordo». Ha quindi preso brevemente la parola l’ambasciatore de Martino di Montegiordano che si è detto «onorato» di essere presente per commemorare la tragedia che colpi parte dell’Istria e della Dalmazia» nel dopoguerra. Dopo aver rammentato che il 10 Febbraio fu istituito dal governo italiano come Giorno del Ricordo, l’ambasciatore ha spiegato che è proprio per evitare tragedie simili a quella delle foibe, che i popoli europei dopo la seconda guerra mondiale decisero di forgiare forti legami d’amicizia, dai quali è scaturita l’Unione Europea. Il terzo intervento è stato della signora Adrana Douglass, presidente della Federazione Australiana dei Circoli GiulianoDalmati, la quale si è soffermata sullo scopo di questa giornata: mantenere e tramandare la me- moria dell’esodo forzato di oltre 350.000 persone e di coloro che furono gettati negli abissi delle foibe, molti ancora in vita. Ha aggiunto con tristezza che «nelle nostre strade e nelle nostre piazze non si sente più parlare la nostra lingua, non c’è più la nostra gente». I fatti “scomodi” delle foibe e dell’esodo (un doppio esodo: prima in Italia, e poi in vari Paesi del mondo) erano stati ufficialmente “dimenticati” per tanti anni , ma non erano mai stati dimenticati da chi li aveva sofferti. E solo con la caduta del comunismo moderno che vi si è fatto luce Per ultimo, Don Franco ha recitato una preghiera composta dall’arcivescovo di Trieste e Capodistria, mons Antonio Santin, in cui ricorda il “calvario” delle foibe e chiede a Dio di donare conforto alle famiglie. Egli ha quindi benedetto la targa commemorativa e le tre corone di fiori che sono state deposte sotto la targa dall’ambasciatore, da Adriana Douglass e da Mario Donda Jnr al suono di un emozionante Va’ pensiero concludendo con un abbraccio e il segno di pace la cerimonia al Centro Culturale Italiano. I convenuti si sono spostati all’adiacente Italo-Australian Club per consumare assieme un ottimo pranzo e passare qualche ora in allegria, rinnovando amicizie tra giuliani residenti a Sydney, Wollongong e Canberra e anche cantando qualche vecchia canzone. I commensali si sono dati appuntamento per l’anno prossimo per continuare a mantener viva la memoria di questa immane tragedia nella storia d’Italia. <&*!$(P$0+&(R0*( !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! Zara, inaugurata la sede del Comitato della «Dante Alighieri» l 18 settembre 2010 il Comitato di Zara della «Soc. Dante Alighieri» ha inaugurato la sua nuova sede e si è gemellato con l’omologo Comitato di Padova. La sede, fornita dal Comune, che era presente con un suo rappresentante, è piccola ma in ottima posizione: nel centro storico, tra la Facoltà di Italianistica e la Comunità degli Italiani. Successivamente, nella vicina e più capiente sede della Comunità, il vicepresidente del Comitato padovano, prof. Giuseppe Iori, ha tenuto una conferenza su Dante e la poesia. I rapporti con Zara del Comitato padovano della «Dante», Esuli giuliani e dalmati, l’antica idea di patria Un contributo di riflessioni pubblicate su «Analisi Politica» La rivista on line «Analisi Politica» - mensile di ricerca e comunicazione diretto da Arnaldo Ferrari Nasi - pubblica sul numero 2/2011 dedicato al tema Morire per la Patria? un nostro contributo, espressamente richiestoci, che riproduciamo. l concetto di «patria», quale si è formato e modificato nell’Europa moderna in almeno tre secoli di storia, rinvia a tutta la lunga e complessa storia dell’evoluzione statuale, politica, civile e culturale delle nazioni del Vecchio Continente, tra le quali naturalmente è l’Italia. Quell’idea, che affonda comunque le sue radici nel mondo classico, greco e latino, ha conosciuto evoluzioni e modificazioni, arretramenti, strumentalizzazioni e aggiornamenti che ne hanno profondamente variato nel tempo la percezione e il consenso. Ma trascina con sé, la «patria», anche la questione della nazionalità e della cittadinanza, temi rilevanti sul quale gli storici contemporanei si sono ampiamente soffermati ed oggi ancora di straordinaria attualità perché in corso di revisione e di trasformazione nel quadro di una società globale alla faticosa e controversa ricerca di nuovi, possibili equilibri. Un terreno sul quale quel principio ha trovato linfa e suscitato innumerevoli contrasti è il confine orientale italiano, quella estesa area dalle Alpi Giulie all’Adriatico già veneziano, che sino al 1918 fu soggetto all’impero austro-ungarico ed abitato da una prevalente popolazione di lingua e cultura italiane accanto a comunità slavofone e germanofone; le prime più consistenti nell’interno dell’Istria e dietro Fiume, le seconde presenti e diffuse sullo spartiacque alpino. In questa cornice, piuttosto estesa e morfologicamente variegata, si sono storicamente incontrate e frequentemente confrontate le due distinte concezioni di appartenenza e di identità, quelle che potremmo definire europeo-«occidentale» e quella «orientale», radicalmente diverse. Nella prima accezione, l’appartenenza è – anche, unitamente ad altri fattori – la risultante di un percorso individuale di «civilizzazione», cioè di acquisizione consapevole di uno status percepito come migliorativo rispetto ad una condizione precedente; ovvero l’esito di una scelta che prescinde dalle origini naturali per conseguire una migliore o più conveniente posizione sociale, economica e culturale. Entra in gioco, dunque, la libera scelta, che può prescindere ed allontanarsi anche di molto dalla nascita, dalla pertinenza al gruppo di origine, in una parola al «sangue». Un percorso che può compiersi nel giro di una generazione come di un tempo più lungo. Nella seconda accezione, l’identità è definita tout court dalla nascita: si appartiene sempre alla comunità di origine per ragioni, ap- W V&*&=(!0&)8)*&:!$0"(+",,&(0)$#&( risalgono addirittura alla sua fondazione, nel 1890. Il suo primo presidente fu infatti il prof. Giuseppe De Leva, nato a Zara nel 1821 e che a Padova era stato preside della Facoltà di Lettere e Rettore Magnifico. D’altronde l’Università di Padova fu per molti secoli l’Università dei Dalmati. Particolarmente numerosi furono infatti i Dalmati, come gli Istriani, che la frequentarono, sia come studenti che come docenti. Agli avvenimenti hanno preso parte i partecipanti ad un viaggio realizzato dal presidente provinciale di Padova dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, con la 7"+"(+",,&(WP&0'"X( collaborazione di chi scrive. Fra i più di quaranta partecipanti vi erano anche soci della «Dante» e dell’A. Il viaggio, a Medjugorje, Lesina , Spalato e Zara, è stato occasione di incontro con le Comunità degli Italiani di Lesina, Spalato e, come si è detto, Zara. La presidente del Comitato di Zara, la giovanissima Andrea Bevanda, da poco eletta, potrà ora incrementare l’attività del Comitato, precedentemente molto limitata dalla mancanza di sede. U,!$( !%%!&*+! punto, di sangue, di idioma, di condivisione di costumi: in questo caso, la «patria» è una condizione sostanzialmente immutabile e non discutibile. Nel caso degli italiani autoctoni della Venezia Giulia e della Dalmazia, l’identità è intimamente connessa con una opzione, per così dire, aggiuntiva: nati in una marca di confine, lungo una faglia di contatto e di intersecazione con popolazioni alloglotte, la loro scelta ha avuto un carattere assertivo più forte e ribadito di quanto non sarebbe stato se fossero nati in qualsivoglia altro luogo della Penisola. Il W ;)8,!",.$(Y?"*+&0(!0()0&(%&*'$,!0&( sentimento di appartenenza si è %$..".$*&F#&(+",,6"@$%& nutrito di un patrimonio complesso e strutturato di valori, antichi e riconoscibili perché discendenti da Venezia e dalle libertà comunali, e nel quale più tardi, dalla metà del XIX secolo, ebbero un ruolo importante le aspirazioni nazionali di affrancamento da Vienna e da Budapest. Quello che la storiografia ha definito «irredentismo» si è formato in realtà sui principi risorgimentali e mazziniani di libertà e di autodeterminazione: principi che hanno condotto i giuliani e i dalmati ad offrire un contributo di alto profilo nelle guerre italiane d’indipendenza e nel primo conflitto mondiale. Il loro apporto, in quei passaggi storici, si è caratterizzato da una volontarietà fortemente intrisa di motivi ideali ed etici, per quanto ciò possa sembrare oggi remoto e distante dalla sensibilità contemporanea. La difesa della patria assume, in questa luce, molteplici significati sedimentati: non limitati alla difesa di un suolo o di un bene materiale, ma comprensiva di un insieme di valori culturali ai quali l’italianità dell’Adriatico orientale si è richiamata nel tempo – e si richiama tutt’oggi – per identificarsi: l’eredità latino-veneta in primo luogo, con il suo patrimonio storico, civile e giuridico che ha creato in quell’area – solo apparentemente periferica – un ambiente pressoché unico in termini di elaborazione di civiltà, di capacità di interazione con soggetti e collettività diversi e di convivenza. Una storia, questa, che molteplici fattori interni e internazionali del secondo dopoguerra hanno tenuto sottotraccia, al punto da estrometterla, quasi, dalla grande storia della nazione italiana nel Novecento, e che si inizia ora a “riscoprire” anche nelle sue potenziali lezioni per il presente e per i possibili assetti futuri della società globalizzata, a partire dalla plurisecolare esperienza maturata nei rapporti con comunità diverse per lingua e cultura di provenienza. 1S9;P(T(C"+"(0&:!$0&," 12 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! !"2)33)&4$+")&4)*+0) E(-YS9Y-1LE(HU (E>(WL E1S;Y>1 U(PU>( E-Y PYX Difensori Roberto Amore, 36 anni, Roma, originario di Buie d’Istria Angelo Amore, 32 anni, Roma, originario di Buie d’Istria Giuliano Moggi, 21 anni, Roma, originario di Pinguente Andrea Pozzi, 27 anni, Varese, originario di Pola Daniele Diminich, 29 anni, Trieste, originario di Albona Cristina Perini, 37 anni, Canada, originaria di Capodistria Centrocampisti Manuel Geroni, 29 anni, Trieste, originario di Pisino Daniel Perini, 37 anni, Canada, originario di Capodistria Matteo Maniero, 29 anni, Padova, originario di Montona Stefano Silli, 35 anni, Treviso, originario di Albona Tommaso Fortuna, 23 anni, Varese, originario di Pola Attaccanti Gabriele Luciano Picone, 26 anni, Torino, originario di Dignano d’Istria Miguel Angel Perez, 31 anni, Argentina, originario di Rovigno Paolo Valenta, 27 anni, Torino, originario di Visinada Danilo Giannini, 26 anni, Taranto, originario di Pola Luigi Fattorini, 26 anni Roma, originario di Pola. U.S. FIUMANA. Tecnico Sergio Vatta. Giocatori di origine fiumana e quarnerina: Portieri Luca Ferrante, 36 anni, Latina, originario di Abbazia Alessandro Pelco, 38 anni, Pistoia, originario di Fiume Difensori Cristiano Bussani, 24 anni, La Spezia, originario di Lussino Gabriele Fassina, 21 anni, Torino, originario di Fiume Kim Cossutta, 40 anni, Australia, originario di Fiume Giulio Matthew Giuricich, 21 anni, Sudafrica, originario di Lussino Marco Cvetnich Margarit, 28 anni, Torino, originario di Fiume Marco Peretti, 28 anni, Genova, originario di Fiume Centrocampisti Andrea Pregel, 26 anni, Tori- no, originario di Fiume Niccolò Caucci, 22 anni, Milano, originario di Fiume Tiziano Jurinovich, 21 anni, Livorno, originario di Draga di Moschiena Mirko Cuttini, 28 anni, Torino, originario di Fiume Marco Vidulich, 28 anni, Sudafrica, originario di Lussino Luca Giuseppe Muscardin, 26 anni, Sudafrica, originario di Lussino Attaccanti Tiziano Puzzer, 27 anni, Trieste, originario di Fiume Ludovico Fassina, 20 anni, Torino, originario di Fiume Alessandro Sirotich, 30 anni, Milano, originario di Fiume Diego Cambiaso, 24 anni, Alessandria, originario di Fiume. A.C. DALMAZIA. Tecnico Pierluigi Pizzaballa. Giocatori di origine dalmata: Portieri Filippo Jurinic, 33 anni, Milano, originario di Zara Giorgio Savinetti, 21 anni, Roma, originario di Zara Difensori Tomislav Caruz, 25 anni, Monza, originario di Zara Massimo Avezzano, 23 anni, Sassari, originario dell’isola di Pago Chris Mezich, 40 anni, Stati Uniti, originario dell’isola Lunga Hideki Del Corso, 16 anni, Torino, originario di Zara Victor Bucarizza, 18 anni, Sudafrica, originario di Zara Richard Lockhart, 19 anni, Stati Uniti, originario dell’isola Lunga Centrocampisti Stefano Gherdovich, 22 anni, Firenze, originario di Zara Neven Adzaip, 23 anni, Varese, originario dell’isola di Brazza Alessandro Petrich, 20 anni, Roma, originario di Zara Guido Filippo Becich, 22 anni, Milano, originario di Cattaro Riccardo Ferrari Cupilli, 29 anni, Torino, originario di Zara Attaccanti Augustin Chiappetta, 18 anni, Argentina, oroginario di Zara Federico Chiappetta, 20 anni, Argentina, originario di Zara Nicolò Tommaso Becich, 20 anni, Milano, originario di Cattaro Anton Bucarizza, 25 anni, Sudafrica, originario di Zara Massimiliano Mancino, 29 anni, Torino, originario di Zara. Le divise delle squadre e l’abbigliamento completo con i colori sociali! Già disponibili per quanti vogliano acquistare i capi preferiti W >"('*"(+!#!7"(+",,"(7'$*!%I"( ono disponibili per quanti vogliano acquistarle le linee d’abbi7/)&+*" gliamento delle squadre di Pola, Fiume e Dalmazia che parteciperanno al «Triangolare del Ricordo», curate dall’ANVGD con la col- X Z0("7".@!$(+",(*"'*$(+",,"(+!#!7" laborazione della LEGEA, azienda leader nell'abbigliamento sportivo in Italia. Si tratta di polo, felpe, tute, rain jacket e delle divise da gioco, nelle taglie S - M - L e XL. Per ordinarle è sufficiente scrivere a [email protected] o chiamare la Sede nazionale A NVGD al numero 06. 581 68 52 il martedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00, o inviare un fax allo 06. 6220 7985, in tutti i casi specificando il materiale scelto, le taglie richieste e l'indirizzo a cui inviarle. Nel plico, con il materiale ordinato, sarà inserito il bollettino postale per il pagamento o le coordinate per effettuare un bonifico. Diamo con queste immagini un “assaggio” delle divise. Foto, descrizioni e costi sono riportati nelle news del nostro sito www.anvgd. it o, con foto più definite, su www.triangolaredelricordo.it. La disponibilità dell’abbigliamento è limitata. # Sul numero di giugno di “Difesa Adriatica” il simpatico catalogo completo, per raggiungere tutti i lettori e i soci. Pizzaballa, allenatore del Dalmazia: «felice e onorato di poter partecipare a questo importante appuntamento» ( na simpatica intervista all’allenatore del «Dalmazia», Pierluigi Pizzaballa, indimenticato portiere nerazzurro degli anni Sessanta, è apparsa sul numero del 16 aprile scorso di “Nerazzurro”, periodico della tifoseria dell’Atalanta di Bergamo, a firma di Raffaello Brunasso. Alla domanda su come sia giunto a dare la sua adesione al Triangolare, così risponde: «sono stato contattato dagli organizzatori, ho dato la mia disponibilità ed eccomi seduto sulla panchina del Dalmazia. Non ci sono delle ragioni particolari, ma sono senz’altro ben felice e onorato di poter partecipare a questo importante appuntamento non solo sportivo, ma che affonda le radici nella memoria, nella storia e nella cultura di un popolo». L’intervistatore osserva che i giocatori provengono un po’ da tutti gli angoli dei continenti: Sud Africa, Argentina, Stati Uniti… e Pizzaballa commenta: «Sì, la scelta è stata piuttosto complessa. Tutti gli atleti, ovviamente, diretti discendenti di parenti che per nascita o residenza hanno vissuto nelle terre della Venezia Giulia e della Dalmazia. C’è stato dietro un grande lavoro da parte dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia. Praticamente tutte le sedi dei cinque continenti si sono messe in moto per recuperare il maggior numero di atleti e formare così una rosa il più possibile ampia». Alla domanda di prammatica, su quale squadra ritiene possa vincere, l’allenatore così: «Come sempre, vinca il migliore o, meglio, vincano i migliori. Ovvero, tutti quei partecipanti che con sacrificio e spirito di identità hanno voluto dimostrare il grande amore per la loro Terra e l’Italia». 13 ELARGIZIONI E ABBONAMENTI Questa rubrica riporta: - le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario; - le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD; - gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”; All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD. ABBONAMENTI CON ELARGIZIONI A “DIFESA ADRIATICA” CCP 32888000 Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in occasione del rinnovo dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato comunque una quota maggiore dell’ordinario. Segue dal numero precedente. MARZO 2011 Andreicich Vipsania € 50, Andretti Vanni € 50, Andreuzzi Pietro € 50, Antollovich Italo € 50, A Belluno € 40, Apostoli Silveria € 50, Armeni Guglielmo € 35, Bedendo Moro Mirta € 100, Bellasich Scarpa Silvana € 50, Belletti Albino € 40, Borroni Antonio € 50, Bracco Diana € 100, Cardin Davide P. Andrea € 50, Castoldi Filippo € 60, Cergna Sergio € 50, Concina Antonio € 50, Damiani Arianna € 50, Damiani Luciano € 50, Debrevi Tarcisio € 50, De Petris Giannella € 50, De Toma Francesco € 50, De Tonetti Maria Grazia € 50, Di Grande Foscarina € 50, Drizzi Vittorio € 50, Fantato Anna € 50, Fiorina Crosilla € 50, Fontanot Nadia € 50, Gabrio Gabriele € 50, Harzarich Giuseppina € 60 in memoria dei genitori Giuseppe e Margherita, Iurzolla Viviana € 50, Ivanov Adriana € 50, Kniffitz Wally € 50, Lanfredi Annamaria € 400, Martinis Marchi Felicità € 50, Mattiazzi Dinora € 50, Merviz Bari Amalia € 40, Miani Mario € 50, Pace Tullia € 35, Palaziol Antonio € 50, Palmich Maria € 50, Pertile Maria € 40, Polgar Giovanni € 50, Ricciardi Elio € 40, Ricci Luciana € 50, Scala Iolanda € 50, Stefani Donatella € 50, Stocco Moretti Silvia € 50, Tentardini Enrico Aurel € 55, Torissich Odette € 50, Venturini Erminio € 50, Wolf Anna Maria € 50. APRILE 2011 Allazetta An- nalisa € 50, Bolognani Giorgio € 60, Buccaran Nidia € 50, Centro di Documentazione Multimediale € 50, Fam. Germanis € 40, Hausbrandt Ermanno € 50, Madrinato Dalmatico € 50, Piasentier Evelino € 60 in ricordo di Piasentier Vittorio, Sotte Francesco € 35, in ricordo dei miei genitori Antonio ed Elisabetta Marinoni, Skull Diana Petrelli € 50, Superina Pietro € 50, Vianello Mariagrazia € 50. ELARGIZIONI DIRETTE ALLA SEDE NAZIONALE ANVGD CCP 52691003 MARZO 2011 Borroni Antonio € 50. ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” CCP 32888000 Il rinnovo degli abbonamenti si concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento. Segue dal numero precedente. D’Ambrosio Riccardo, D’Ancona Bruno, D’Ancona Livia, D’Andre Mario, Dambrosi Ida, Damiani Gino, Dapretto Arrigo, De Bernardi Egle, De Carli Rino, De Cleva Guido, Decastello Elena, De Fanfogna Gabriella, Deffar Ennio, Defranza Edoardo, De Franza Margherita, De Lazzarini Battiala Lavinia, Dellavia Maria Grazia, De Lombardo Claudio, Delise Lucia, Dellino Rezzi Onda, Demarin Antonio, Del Caro Ferruccio, Del Linz Pietro, Dell’Arti Enrico, Dell’Olio Rosita, Deltin Ermanno, Deltin Silvano, Demori Andrea, Depicolzuane Carmelo, Depicolzuane Pietro, Deponte Giuseppe, Devescovi Attilio, Devescovi Giovanna, Del Sarto Umberto, Diana Luigi, Diana Maria Grazia, Dinelli Glauco, Dirce David, Divari Greco Maria, Diviacchi Bruno, Dolenti Livio, Donaggio Carmela, Donaio Livio, Donati Palmira, Dorich Miranda, Dorigo Dora, Doz Giovanni, Drandi Beatrice, Dubs Renata, Dugan Gemma, Duiella Franco, Dujimovic Slava, Ellero Iolanda, Erario Clara, Fabich Vincenzo, Fabris Elsa, Fabris Mariangela, Fabris Massimiliano, Fabroni Sandro, Faraguna Ezio, Faraguna Lina, Fedel Ernesto, Ferrarese Sergio, Ferri Giuliana, Filippi Maria, Fillich RFiume Anna, Fioranti Maria, Fioranti Silva, Fioretti Fioretto, Fiorescino Selmi Nirvana, Fisichella Giovanna, Florido Marino, Fodor Buttignoni Arianna, Fornasar Luciano, Fornasaro !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! Renata, Fracchiolla Maria Teresa, Franco Gino, Franco Giuseppe, Franco Teresa, Franzelli Marialuisa, Friedmann Eliana, Frighetto Annamaria, Frosini Molinari Edda, Gabrielli Lussi Silvana, Gallessi Emilio, Gallovich Marcello, Galimberti Maria, Gambetti Laura, Gandolfi Giuseppina, Gasperini Giovanni, Geletti Flavia, Giurina, Garbelotto Renzo, Gatti Gabriella, Gatti Rosa, Gelleni Lidia, Ghersini Gigliola, Giachin Antonio, Giachin Lauretta, Giachin Silvana, Giacomelli Edmondo, Giacometti Maria, Giadrossich Gianni, Gianesini Ines, Giantomassi Mirella, Giordani Carla, Giorgini Anna, Giorgini Ireneo, Giorgi Mario, Giormani Virgilio, Giovanelli Maria, Giovanni Carlo, Giovannini Luciano, Giuricich Mario, Giuricco Leonia, Giusepponi Luigi, Gliubich Caterina, Gnesda Lucia, Gobbo Anita, Gobbo Vittorio, Godina Piero, Gorlato Giorgio, Gorlato Uccio, Gortan Armerina, Gortan Ermanno, Graber Regina, Grandi Duilio, Grebaz Dino, Gregori Mario, Grilli Arnaldo, Grohovaz Luciano, Grossi Enrica, Handl Argentina, Harzarich Giuseppina, Hechis Elda, Iacobacci Giulia, Ianora Livia, Iannotta Tullia, Iurman Giovanni, Ivessa Lidia, Jelich Paolo, Jurassich Emilio, Jurinich Salvatore, Kalebich Annamaria, Kauten Giancarlo, Kotlar Guerrino, Kucich Ronaldo, Labianca Antonia, La Grasta Giovanni, Laube Sergio, Laureati Gianfranco, Leinweber Antonietta, Lenzovich Maria, Locatelli Tullio, Lollis Roberto, Lubiana Aquilino, Lughi Silvia, Luini Bandino Aurelia, Lunardi Andrea, Maburzio Armando, Maggi Lorenzo, Malesi Giannotti, Malusà Annamaria, Maniglio Rosanna, Manni Dario, Mansillo Annibale, Manzin Ida, Manzini Bruno, Manzoni Gianna, Maracich Giovanni, Maracich Giuseppe, Maracich Renato, Maracich Stefano, Marampon Licia, Mariconti Giacomo, Marinaz Icilio, Marini Franco, Marini Maddalena, Marioni Aldo, Marozzi Renato, Marsi Campi Alba, Marussi Luisa, Marussich Ettore, Massalin Gigliola, Massi Giovanni, Massidda Paolico, Maso Roberto, Matcovich Antonia, Matcovich Claudia, Matesich Luigi, Matessich Mario, Mattiussi Antonio, Mattossovich Adele, Matulich Aldo, Mauri Marina, Maurini Mariano, Maurovich Mario, Mazzanovich Ivo, Medved Vladimiro, Meladossi Antonio, Melini Marchese Edda, Melli Corva Maria, Mengaziol Licia, Merluzzi Elena, Mezzacasa Mariaelisa, Miancich Giancarlo, Miani Mario, Michele Fabrizio, Micheli Caterina, Michicich Maria, Migioni Silvana, Mihich Manlio, Mikulich Serenella, Milani Daniela, Milliava Ireo, Millo Nerina, Minguzzi Anna, Mini Nidi Anna, Momi Giovanni, Moise Dionisia, Montanari Claudio, Montanari Maria, Moraro Marino, Morpurgo Valli Graziella, Moscolin Bruno, Mouton Nella, Multisch Caterina e Paolo, Muscardin Isacco, Musich Russo Maria, Musina Livio, Nasazio De Pol Silvana, Nani Tamino Melita, Negovetich Boris, Neri Rode Claudio, Nerini Fiammetta, Nicolich Federica, Niero Marco, Nincevich Gianfranco, Novelli Eugenia, Nunziante Marussi Paola, Marzola Mario, Nutti Mario, Ognibene Ada, Olivi Premuda Fulvia, Onida Gavino, Ortali Luciano, Ostoni Gualtiero, Ostrini Bruna, Ostrogovich Flavia Maria, Pagnetti Franco, Palaoro Narciso, Palci Nella, Pallavicini Antonio, Pallavicini Marino, Palin Augusta, Pamich Irma, Panella Luigi, Paniek Albino, Parisi Marco, Passelli Barazzetti Gabriella, Paulovich Adriano, Paulovich Maria Cristina, Pavcovich Codazzi Mirella, Pavich Adalgisa, Pellegrini Alessandro, Pellegrini Paolo, Penso Paolo, Perich Eligio, Perini Fulvio, Pernetti Licia, Persi Paoli Francesco, Persich Bruno, Persich Carlo, Persurich Nello, Perruccio Gianfranco, Petani Ennio, Petrani Edoa, Petricich Gallo Liliana, Petris Giovanni, Petronio Guido, Pezzoli Paolo, Pianezzola Giancarlo, Pibernik Elena, Pierucci Giovanbattista, Pilla Aldo, Pillepich Franco, Pillepich Livio, Pinz Luciana Trombetta, Pisani Franco, Pistan Editta, Pitacco Riccardo, Pitamitz Honore, Pivac Bulian Liliana, Pizzinat Armando, Pizzinat Giovanni, Plank Anna Maria, Politi Giuseppe, Polonio Giuseppe, Poretti Silvi Mercedes, Poropat Guido, Porro Renata, Poso Armanda, Postet Piero, Pravi Quirino, Predonzani Favretto M. Luisa, Premate Gabriella, Prodan Giovanni, Prosperi Diana, Pugliese Aldo, Puz Miriam, Quagliano Cenci Vittoria, Quaglierini Teodoro, Quattrone Maria Ausilia, Rabar Meda, Racchi Franco, Racozzi Anna, Radolovich Danilo, Raffin Osvaldo, Ragnan Marina, Raldi Rare Stellia, Rammo Rosanna, Randi Renato, Ratti Vidoli Paola, Rauni Andrea, Redovnicovich Graziella, Retta Guido, Rezzara Kiswarday Lelia, Richard Vittoria, Ricotti Einhorn Laura, Rijavec Anna Maria, Rinaldi Mariano, Rinaldo Alda, Rizzi Mariarosa, Rocchetti Piergiorgio, Rock Laura, Rodizza Horvat Edda, Rolli Giovanni, Rossi Aldo, Rossi Flavia, Rossi Imperia, Rossi Nerina, Rossi Nidia, Rubinich Marino, Rude Mario, Ruju Gianna, Saccomandi Boico Rita, Sala Claudio, Salghetti Giovanni, Sanguinetti Bruna, Sardo Silvana, Sarti Giuseppe, Sartori Giuseppina, Sascor Stelio, Sauco Elisa, Saule Lombardi Fiorella, Savinetti Mirelli Consuelo, Savini Savina, Scatton Manlio, Sceusa Gioacchino, Schoenburg Pignatelli Anna Luisa, Sciacchero Vezia, Schiavoni Marisa, Schiulaz Ezio, Schlegl Aurea, Scomazzetto Luciano, Scomersich Giordano, Scomersich Tarsilla, Scotto Lachianca Giuliana, Scrobogna Adriana, Seguini Glauco, Semprevivo Gabriele, Serdoz Laura, Sergi Ernesto, Sergi Sonia, Sevieri Enzo, Sidroni Giuliana, Sigovini Aldo, Silvino Giuseppe, Silz Nella Lia, Sirola Bessona Anna Maria, Sirotich Silvio, Sivieri Arnaldo, Smillovich Pietro, Società Studi Fiumani, Soletti Olga Grusovin, Soppa Alvaro, Sorich Ziliotto Lupo, Spada Paolo, Spadavecchia Giovanni, Spizzamiglio Dario, Stanich Ottavio, Stanfli Maria Cristina, Stipanovich Maria, Stipcevich Pietro, Stipcevich Sergio, Stivaletta Maria Gabriella, Stocco Luciana, Stoja Fiorella, Stradi Diego, Stroligo Adelina, Svorinich Anna, Svorinich Loretta, Suaulich Mario, Suffi Guido, Superina Mario, Superina Olinda, Superina Remigio, Suppan Dario, Tagini Amalia, Talatin Edda, Talatin Maucci, Tamaro Franco, Tamino Eugenia, Tamino Gianni, Tecovich Antonio, Tesi Liliana, Tessaris Ida, Tessarolo Aurelio, Tinebra Nicolò, Toffetti Dolores, Tollardo Maria Lodovica, Tomasello Angelo, Tomasini Giacomina, Tomassoni Poggiolini Myriam, Tommaso Roberto, Tonsi Ersilia, Tornari Tito, Tosolin Fabio, Travas Bruna, Troiani Cicogna Ervina, Tuchtan Anna, Turre Enrico, Uccello Enrico, Udovicich Iginio, Ulianich Giuseppe, Unich Gianni, Urbano Michele, Urbinati Eugenia, Urbini Vanna, Vajente Nereo, Valdemarin Maria, Valdini Massimo, Valente Santo, Valenti Livio, Valenti Ralza Maria, Vallery Tullio, Varlyen Maria, Veggian Giorgio, Velenich Vittorio, Venier Carmen, Verdin Lucio, Vernier Luisa, Verona Ilse ved. Crast, Vesnaver Marcello, Viale Ugonevio, Vianello Maria, Vianello Silvestro, Vidotto Maria, Vidotto Maria Pia, Vidovich Franco, Vincenzi Apollonio Xenia, Viroli Aldo, Viti Sergio, Viscovi Ferruccio, Vittori Maria Cristina, Viverit Lucio, Viviani Fiorina, Voivoda Nadia, Zambon Minla Liliana, Zanella Silvio, Zanelli Aldo, Zanelli Gigliola, Zelco Giuliana, Zerauscek Graziella, Zevoli Giuseppe, Zizzi Maria Pia, Zoltan Andrea, Zorich Antonietta, Zuccheri Antonio, Zucchi Flaminio, Zuccon Cesari Maria, Zuccon Flavia, Zupicich Marco, Zurk Rodolfo, Zurich Vladimiro, Zustovich Sergio, Zvietich Violetta. 14 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. !! !""#$%!&"'!()! I Luxardo a Zara donano i classici della letteratura italiana Marsilio: grave viaggio sottotono in Istria di studenti romani “Slobodna Dalmacija” / 9 marzo 2011 ADNKRONOS / 11 marzo 2011 fratelli Franco e Paolo Luxardo, discendenti della famiglia che nella propria fabbrica iniziò la produzione di uno dei più noti “brand” zaratini, il celebre liquore «Maraschino», sono W B*&0%$(>)]&*+$=(@*"7!+"0'"(+"!( P&,.&F(E'&,!&0!(0",(<$0+$("( F'$,&*"(%$0(!,(K*&'",,$(H&$,$(+",,&( $.$0!.&(&:!"0+&(@*$+)^*!%"(+",( 0$'$(W.&*&7%I!0$X 01232!4445672829:;9;7<;=>?;5@AB tornati nella nativa Zara […] per regalare al Dipartimento di Italianistica dell’Università zaratina la più grande collana di classici della letteratura italiana “ I Classici Ricciardi”, curata da storici e critici letterari di massimo livello. «Solo la cultura e la conoscenza reciproca possono evitare le tragedie che hanno caratterizzato la storia di questi nostri spazi adriatici» ha detto Franco Luxardo nella sua emotiva allocuzione dinanzi agli studenti zaratini, riandando col pensiero al destino toccato alla sua famiglia. […] Il periodo glorioso terminò con la Seconda Guerra Mondiale e con la tragedia della famiglia. La fabbrica fu dapprima chiusa e poi completamente distrutta nel corso dei bombardamenti alleati su Zara. Bruciò perfino una settimana. Dei quattro figli, Nicolò e Pietro furono uccisi dai partigiani, il terzo s’ammalò, sopravvisse solo il papà di Franco, che fuggì in Italia su un peschereccio. La fabbrica […] fu confiscata e nazionalizzata dal Governo Jugoslavo nel 1945. Suo padre morì nel 1963, ma la famiglia continuò la produzione del “Maraschino”. Della fabbrica che lasciarono alle spalle, a Zara, e della sua odierna produzione parlano malvolentieri; sottolineano che a Zara visitano regolarmente la tomba dell’avo Girolamo Luxardo, che è sepolto nel cimitero cittadino. 10&(9)%"F%(C[*?!% )* onsidero grave il viaggio sottotono in Istria e Dalmazia appena concluso, che rischia di oscurare un ricordo per lungo tempo dimenticato e sul quale, malgrado esista una legge nazionale, c’è ancora da lavorare per considerarlo parte di una memoria condivisa». Lo dichiara Laura Marsilio (Pdl), ex assessore alla Scuola, alla Famiglia e all’Infanzia al Comune di Roma. La valorizzazione della tradizione cittadina e nazionale aggiunge - ha dato una forte impronta identitaria a progetti come quello sui 150 anni dell’Unità d’Italia, dei Viaggi della Memoria in Istria e Dalmazia, a Berlino, in Giappone e a Praga che vanno ad aggiungersi al percorso avviato e ampliato della Memoria della Shoah. Progetti di conoscenza ed esperienza, utili ai giovani per formare una propria coscienza critica e favorire l’adesione ai valori di libertà e democrazia». «Roma - conclude Laura Marsilio - con il suo ampio ventaglio di proposte culturali ha fin qui recitato un ruolo da protagonista attivo nel mondo della scuola tanto da diventare un ‘modello pilota’ a livello nazionale […]». *** Dalmazia: soffio d’italianità sulla sponda orientale “La Voce del Popolo” suppl. “Voce più Dalmazia”/ 12 marzo 2011 +,- Consistente fu la partecipazione degli istriani e dei dalmati alla Prima Guerra d’Indipen- denza, con l’adesione di centinaia di volontari a difesa della Repubblica di Venezia e della Re¬pubblica Romana e nelle file del¬l’esercito piemontese. […] A Venezia, oltre a Nicolò Tommaseo, con Daniele Ma¬nin alla guida della Repubblica, molti membri del governo erano dalmati e istriani: il ministro del¬la Marina e della Guerra Antonio Paulucci, Matteo Ballovich, W P&,( !7$*8!."0'$(&,,&(H*!.&( 8)"**&(.$0+!&,"=(!(#$,$0'&*!( 8!),!&0!("(+&,.&F(7!(+!7F07"*$( @"*(8"0"*$7!'b("(#&,$*"(c0",,&( K$'$()0&('*!0%"&(!'&,!&0&(0"8,!( &00!(+",,&(;*&0+"(;)"**&d So¬vrintendente alla Marina, Leone Graziani, Vincenzo Solitro, Mat¬teo Petronio. Si formò un’intera Legione Dalmato-Istriana. A Roma collabora con i Triu¬mviri il liberale raguseo Federi¬co Seismit-Doda (autore de «la Romana», l’inno dei difensori di Roma), che più tardi sarà ministro nel governo Crispi. E nella difesa della città si distinsero numerosi volontari dalmati e istriani. […] E poi, accanto a quanti si batterono nella penisola appen¬ninica, non possiamo scordare gli uomini di cultura, che pur animati da sentimenti di italia¬nità, dopo la rinascita nazionale degli altri popoli con cui convi¬vevano, assunsero posizioni di apertura e di dialogo, come di¬mostrano le opere e gli atteg¬giamenti concreti degli scrit¬tori triestini, istriani e dalmati italiani e la loro attenzione alle culture e alle discipline lingui¬stiche dei popoli vicini. I più importanti germanisti, slavisti e studiosi di lingua ungherese erano proprio giuliani, dalmati e fiumani. […] P!0$(C&\ *** Lamezia Terme: ancona niente strada ai Martiri delle Foibe Lameziaweb.bis / 15 marzo 2011 W $.&=(!,(.$0)."0'$(&,(+&,.&'$( B"+"*!%$(C"!7.!'(P$+&A(1( $.&( 0",,&( "@)??,!%&(+",(M_`a(%$0( !(L*!).#!*!=(K)(7)%%"77!#&."0'"( .!0!7'*$(+",(8$#"*0$(-*!7@!A 01232!444562CA;>:3D:9D:E;A2<;5>3B )* he fine ha fatto la strada intitolata ai Martiri delle Foibe?» A chiederlo è il capogruppo dell’Udc Massimo Cristiano che sottolinea come a quasi un anno dall’approvazione della delibera di giunta comunale n. 113 del 26.03.2010, con cui si dava mandato alla toponomastica stradale di individuare una strada da assegnare ai “Martiri delle Foibe”, «oggi purtroppo ancora non è stata individuata, sul territorio comunale, una strada […]». «Premettendo che tale richiesta risale al 12.02.2009 - afferma Cristiano - mio malgrado sono costretto a denunciare l’insopportabile ritardo provocato dall’Ente, su di un argomento che dovrebbe riguardare l’intera collettività, rievocando anche le parole del presidente Giorgio Napolitano e del sottosegretario di Stato Letta che, nel giorno della memoria, hanno paragonano le foibe alle deportazioni, provocando l’eccidio di migliaia e migliaia di persone la cui unica colpa era quelle di essere italiani». […] *** Fiume: rileggere la figura di Palatucci “La Voce del Popolo” / 29 marzo 2011 . iovanni Palatucci (Montella, 31 maggio1909 - Dachau, 10 febbraio 1945), ultimo questore W ;"*)7&,".."=(<)7"$(e&+( 9&7I".=(,6!08*"77$(+",(W;!&*+!0$( +"!(;!)7FX=(0",(/)&,"()0(&,?"*$( f(+"+!%&'$(&,,6),F.$(/)"7'$*"(+!( B!)."(!'&,!&0&=(H&,&')%%!A(1+($80!( ;!)7'$('*&(,"(0&:!$0!(#!"0"(+"+!%&'&( ,&(."77&(!0(+!.$*&((+!()0(&,?"*$=( @$!%Ig(0",,&('*&+!:!$0"("?*&!%&( !0+!%&(!,(+"7!+"*!$(+!(*!%$*+$("'"*0$( @"*()0&(@"*7$0&(%&*& italiano di Fiume, Medaglia d’oro al merito civile, nominato Giusto tra le nazioni, venerato col titolo di Servo di Dio dalla Chiesa cattolica. Non lo hanno mai dimenticato gli ebrei di Fiume sopravvissuti all’immane tragedia della Seconda guerra mondiale - molti grazie anche al suo aiuto -, dalle persecuzioni e dai campi di sterminio... […]. A poco meno di sei decenni da quest’evento, gli italiani e gli ebrei di Fiume che ancora oggi vivono e sono attivi nel capoluogo quarnerino, propongono una rilettura e rivi- sitazione delle vicende legate a Palatucci, tramite un’iniziativa che si articolerà in due momenti, a Palazzo Modello, sede della Comunità degli Italiani, […] coordinata da Rina Brumini, docente di Lingua e Letteratura italiana alla Scuola media superiore italiana, che ha compiuto diversi studi sul “caso” Palatucci (argomento della sua tesi di laurea e del saggio con cui l’anno scorso ha vinto al Concorso d’Arte e di Cultura “Istria Nobilissima”). […] Un contributo alla (corretta) comprensione della figura di Palatucci […] - dal 1937 responsabile dell’ufficio stranieri, poi questore reggente di Fiume tra il 1944 e il 1945, arrestato dai nazisti con l’accusa di “intelligenza con il nemico” e deportato a Dachau, dov’è morto […] -, arriva dallo storico Marco Coslovich, che […] è riuscito a collocare i fatti in una prospettiva più realistica, storicamente documentata, rispetto a quanti hanno seguito la strada dell’esaltazione agiografica. […] Marco Coslovich, […] docente di Storia Contemporanea dell’Università degli studi di Trieste, originario di Cittanova d’Istria, esule a Trieste, da diversi anni raccoglie la memoria dei testimoni dei grandi eventi storici del Novecento. In particolare si è dedicato alle testimonianze dei sopravvissuti dei campi di concentramento nazisti. Ultimamente segue una nuova pista di ricerca inerente la persecuzione e l’internamento nei campi dell’ex Jugoslavia comunista. […] E,&*!&( $%%I! *** Isola d’Istria: torna la lapide abbattuta dai titini “Il Piccolo” / 4 aprile 2011 / una sera dell’aprile 2011 e a Isola d’Istria si parla di Garibaldi. L’incontro si svolge nella casa dove nel 1842 nacque un garibaldino, amico dell’Eroe dei due mondi, oltre che scienziato e professore: Domenico Lovisato. Oggi Palazzo Manzioli, a Isola, è sede della Comunità degli italiani e sulla sua facciata campeggia la lapide che ricorda Lovisato «che il nome istriano onorò nelle cattedre 15 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. !! W E7$,&(+6E7'*!&=(!,(.$."0'$( +",,$(7%$@*!."0'$(+",,&(,&@!+"( %$..".$*&F#&(+!(P$."0!%$( >$#!7&'$(+&(@&*'"(+",(7!0+&%$( +",,&(%!^&+!0&=(L$.!7,&#( J,$[$i$#0![=(("(+",(@*"7!+"0'"( +",,&(-1S(!7$,&0&=(C!,#&0$(C&)( 01232!4445>7<;:9A;==@>252AHB universitarie e sui campi di battaglia con Garibaldi che l’ebbe carissimo». Ma quella lapide è stata rimessa al suo posto appena quattro anni fa, nel 2007. «E tra coloro che l’hanno ricollocata - racconta Silvano Sau, animatore della comunità italiana locale - c’era almeno uno di quelli che oltre cinquant’anni prima l’avevano buttata giù». «Nel 1953, per volere del “potere popolare” al quale dava disturbo l’opera di questo studioso che in vita, durante la presenza dell’impero austroungarico, aveva professato anche il suo profondo attaccamento all’identità nazionale italiana - si legge sul Mandracchio online, portale della comunità italiana di Isola - la lapide venne tolta di nascosto e mai più ritrovata». «Negli ultimi decenni - lamenta lo storico piranese Kristjan Knez dinanzi a una platea attenta anche se avanti con gli anni - c’è stata la volontà sistematica di rimuovere tutto ciò che era stato espressione di sentimenti italiani. Dal 1945 è stato privilegiato il discorso univoco dei movimenti nazionalisti sloveno e croato. C’era quasi un divieto sacrale di parlare della storia italiana perché l’italianità espressa anche in periodo risorgimentale veniva etichettata come preludio al fascismo». E Fulvio Senardi, professore triestino, ha messo in guardia dagli attacchi che dallo stesso suolo italiano vengono portati a Garibaldi tacciato di essere stato al soldo degli inglesi oppure uno stru- mento della Massoneria, in particolare da ambienti vicino alla Lega o da nostalgici filoborbonici o clericali, «mentre la sua - ha affermato - è una figura di eroe a tutto tondo». Di Lovisato, Salvatore Moscolin ha ricordato che, «frequentato il ginnasio di Capodistria, per ben otto volte deve subire il carcere austriaco prima di passare all’Università di Padova». E ancora che «già nel 1866 era a combattere con Garibaldi alla Bezzecca; ed era a Pola, sotto le spoglie di muratore, e asportava i piani delle fortezze per consegnarli alle autorità militari italiane o a Giuseppe Garibaldi stesso». Nel 1915 chiede di seguire l’unico figlio Mario «sul campo della gloria». […] (c7A(.Ad *** Censimento croato: istriani discriminati “Il Piccolo” / 6 aprile 2011 l censimento della popolazione in Croazia continua a far parlare di sé per il comportamento per lo meno strano di certi rilevatori. Diversi cittadini di Parenzo, Jursici e di alcuni borghi nel sud della penisola si sono lamentati del fatto che i rilevatori si sono rifiutati di riportare sul questionario la dichiarazione di istrianità nella casella dell’appartenenza nazionale. Il fatto ha indotto il presidente del Forum giovanile della Dieta democratica istriana Vili Rosanda a convocare una conferenza stampa. Proprio Rosanda e altri giovani dietini a suo tempo avevano promosso la campagna a favore dell’istrianità nel censimento. È un tipico esempio di violazione dei W H*$'"7'"(&(H&*"0:$(c0",,&(K$'$d( "(+!0'$*0!(@"*(,"(.$+&,!'b(+!( *!,"#&:!$0"(+",,6&@@&*'"0"0:&( 0&:!$0&,"(@"*(!,(%"07!."0'$(ONMM diritti umani, ha spiegato ai giornalisti, visto che i cittadini possono dichiararsi istriani. […] c@A*Ad *** Slovenia: il partigiano e l’Euro www.balcanicaucaso.org / 8 aprile 2011 dell’indipendenza. L’iniziativa dal titolo «Stringi il pugno» è stata presentata con un manifesto simil-ciclostilato di impronta real-socialista su cui capeggia un pugno chiuso rosso. […] Il centrosinistra e gli eredi del partito comunista tornati alla guida del governo dopo diciotto anni stanno facendo così riscoprire al Paese la vecchia iconografia di regime. D’altronde sembra più facile b buttarsi sul nostalgico che dare risposte adeguate alla gravissima crisi economica in cui la Slovenia si trova immersa. C'"K&0$(>)7& associativi e le istituzioni di studio e di ricerca senza fini di lucro che si caratterizzano per iniziative di approfondimento della cultura istro-veneta e dalmata e dei problemi relativi alle minoranze linguistiche. […] *** Revere (Mantova) e il dramma degli istriani “La Gazzetta di Mantova” / 15 aprile 2011 . iornata ricca di emozioni e delle storie dei dispersi: sono quelle evocate al convegno «L’esodo degli *** Bruno CrevatoSelvaggi e le terre orientali F a stella a cinque punte torna sulle monete europee a più di vent’anni di distanza dal crollo del muro di Berlino. La Slovenia ha infatti emesso da poco un milione di monete da due euro, dedicate ad un leggendario comandante partigiano, Franc Rozman. […] Nato in un paesino nei pressi di Lubiana, Rozman fece della resistenza il suo scopo di vita. […] Ben presto divenne comandante di una brigata partigiana e nel luglio del 1943 fu nominato comandante del Comando superiore dell’esercito resistente in Slovenia. […] In Slovenia sono intitolate a Rozman una miriade di vie e scuole e persino una delle caserme più importanti dell’esercito. Nella Slovenia socialista, come molti altri “eroi popolari”, egli fu elevato sugli altari della patria diventando, per la retorica del regime, una sorta di santo laico che ancora ai giorni nostri evoca in una fetta consistente della popolazione un certo fascino mistico. […] Sulla moneta, a lui dedicata, oltre all’effige, il nome e la data di nascita e di morte compare anche la stella. […] La scelta di privilegiare un partigiano e di usare l’iconografia del regime comunista ha provocato una serie di polemiche sia in patria sia all’estero. […] Del resto, nei mesi scorsi, lo stesso ministero dell’Istruzione ha pensato bene di accomunare nelle scuole il ricordo del settantesimo anniversario della costituzione del Fronte di liberazione con il ventesimo anniversario www.vaccari.it / 15 aprile www 2011 FG esperto figura nel Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell’Istria e nella Dalmazia. […] Dopo l’incarico di progettare ed organizzare la mostra «Quel magnifico biennio 1859-1861», un altro compito prestigioso per Bruno Crevato-Selvaggi. Figura tra i W $.&=(-&."*&(+"!(P"@)'&F=(Oa( .&*:$(ONMM=(,6!0&)8)*&:!$0"( +",,&(.$7'*&(j)",(.&80!k%$( ?!"00!$(M_laQM_mM(&(%)*&(+!(GA( -*"#&'$(C",#&88! 01232!4445=;<DA;5>3B membri del Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell’Istria e nella Dalmazia. A firmare la deliberazione, pubblicata oggi sul “Bollettino ufficiale”, è il presidente della stessa Regione Veneto, Luca Zaia. L’organismo è previsto dalla legge regionale n°15 del 1994 «Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia»; il suo compito è proporre alla Giunta le iniziative da inserire nel programma degli interventi nonché collaborare nel realizzare quelli decisi. Insieme ad altri cinque esperti, rappresenterà gli organismi W "#"*"(c<&0'$#&d=(<&*!0$( <!%!%I("(,6"7),"(<&*!$(C)@"*!0&( &,('"*.!0"(+",(%$0#"80$(W>h"7$+$( +"8,!(!'&,!&0!(+&,,hE7'*!&=(B!)."("( P&,.&:!&A(Z0&(H&8!0&(+!(7'$*!&( !'&,!&0&X(( italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia. Una pagina di storia italiana», svoltosi a Revere. Il convegno ha saputo raccontare, grazie a Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume e Mario Superina, reverese ed esule fiumano, la tragedia di un popolo. […] Micich, ha parlato della tragica scoperta delle foibe: «Occorre saper studiare e contestualizzare la storia […] perché simili eventi non debbano più ripetersi. Città come Pola e Fiume, furono svuotate, centinai di profughi furono obbligati ad abbandonare case, beni e famigliari; molti altri subirono soprusi, persecuzioni, in un clima di sospetto e terrore, che ben presto si tramutò in vere e proprie violenze, nonché in veri massacri con la scomparsa e l’uccisione di moltissime persone». Un popolo quello dalmata, istriano e fiumano a cui è stata negata una terra, una storia: «Subivamo strane perquisizioni -dice Superina, allora bambino - con la scusa di evasioni dal vicino carcere, la polizia segreta jugoslava, veniva a cercare gli evasi in mezzo ai libri, nei cassetti e sotto il materasso. Il clima era quello di sospetto e terrore ed ogni punto di riferimento come sacerdoti e maestri, un esempio fra tutti don Cesare, furono fatti sparire». 16 !"#$%&'&"&()**+%&,-.. ! #%$*+", $ ecember 31st of last year was the deadline for signing up for the “Triangolare del Ricordo” soccer tournament, to take place in Rome on September 21st, 2011, with three teams: Grion Pola, Fiumana, and Dalmazia. There are a total of eighty young descendents of exiles who have signed up, divided into three historical teams. It is surprising to note that the participants come from literally all over the globe: there are 3 from Canada, 6 from South Africa, 3 from Argentina, 3 from the United States, 1 from Switzerland and 1 from Australia. There are Italians from 14 regions: 5 from Tuscany, 13 from Lombardy, 12 from Latium, 11 from Piedmont, 8 from Veneto, 3 from Friuli Venezia-Giulia, 1 from Apulia, 2 from Sicily, 2 from Liguria, 1 from the The “Triangolare del Ricordo” Tournament: participants from Italy and the rest of the World Young descendents of Exiles to be divided into three historical teams: Grion Pola, Fiumana, and Dalmazia arena was inaugurated in 1932, together with the Physical Education Academy. The stands surrounding it are of white Carrara marble, obtained by raising the terrain by about 7 yards. At the top of these stands there were 60 statues (today, 59) offered by the Provinces of Italy. Two of these, still recognizable today, are from the cities of Pola and Fiume. Originally, the stadium was to be used for gymnastic sporting events, and not for soccer: soccer was to be played in the adjacent National Teams Members. Nino Benvenuti, Abdon Pamich, Mario Andretti and Ottavio Missoni (a sports champion before becoming a world-renowned stylist) are some of the names from our regions that are still quite present in the memories of Italian sports fans. THE COACHES’ BIOGRAPHIES J ere are the three coaches who will be leading their respective Q LI"(nC'&+!$( +"!(<&*.!o( 7'&+!).( +)*!08(!'7( %$07'*)%F$0=(!0( &(@I$'$(K*$.( 'I"(k*7'(I&,K($K( 'I"(MapN7 before retiring in 2001. Lucio Mujesan will be coaching the Grion Pola side. He is an unforgettable former player, having played for Roma, Bologna, and Verona. Born in Pirano in 1943, he joined Roma farm teams, and later played for Messina, Venice, Avellino, Bari, Salernitana, and Bologna (in Serie A), then Verona and Roma. In the Italian Cup of 19671968, he was the top goal scorer, with 6 goals while he played for Bari; in that same season, he was top marker of Serie B. In his career, he played in 73 matches, and scored 21 times, in Serie A, with Bologna, Verona and Roma. He also played in 141 matches in Serie B, scoring 43 times. Later he became a coach, working mainly with teams in Serie C, in the south of Italy. R LI"(&*"0&(!7( 7)**$)0+"+(?D( #!*!,(7'&')"7=( "&%I($K(qI!%I( *"@*"7"0'( &(%"*'&!0( 7@$*F08( +!7%!@,!0"A(LI"( $0"(7I$q0( I"*"=($?#!$)7,D=( *"@*"7"0'7( 7$%%"* Marches, 2 from Campania, 3 from Emilia-Romagna, 1 from Abruzzi and 1 from Sardinia. It was on the Day of Remembrance, February 10th, that the Italian Olympic Committee made the official declaration that Rome’s “Stadio del Marmi” Stadium would be available for the tournament, an event that will bring back to life the three historical teams, at least for a day. THE STADIUM: “STADIO DEI MARMI” # ituated between the Olympic Stadium, the headquarters of the Italian Olympic committee, and the “Farnesina” (Foreign Affairs Ministry) this historical Olympic later. Stadium, built THE FIRST CONVENTION ON GIULIANO DALMATIAN SPORTS I hanks to the organization of the Youth Group of the A, the “descendents” of the historic teams will be playing in the tournament in September. These three teams gave a great contribution to Italy’s Serie A in those years, with 687 goals scored, and prestige enjoyed among the top clubs. As a parallel event, there will be a convention, on Giuliano-Dalmatian sports, organized by the Italian Society for Sports History, and the National Association of Olympic Athletes and teams: Sergio Vatta will be coaching the Fiumana team. Born in Zara in 1937, he is a soccer coach and sports manager. He first began coaching with the team from Ivrea in 1975. In 1977 he became the head coach of Torino’s youth team, where he remained until 1991. Then he became part of the Italian federation management, as coach and head of the Under-16 and Under-17 national teams, a role he covered until 1997. From 1997 to1998, he was the coach of the National Women’s team, bringing them to the final phases of the World Championships. He then started to train the youth section of the Lazio soccer club, in 1998, and coached them to two major championship victories, Pierluigi Pizzaballa will be coaching the Dalmazia team. He was a notable goalkeeper for Roma and Atalanta, and although he is not of Dalmatian origins, he was happy to accept this latest coaching job. Born in Bergamo in 1939, he played as goalie throughout the 1960s and 1970s. He first played in Serie A for Atalanta and then for Roma, as well as for Verona and Milan, before bringing his career to a close once again with Atalanta, having played 275 times in Serie A. He also played for the national team: he substituted for Albertosi in the second half of the Italy-Austria match on June 18th, 1966. In his career he won four Italian Cup championships, and one Cup Winners’ Cup. INFORMATION AND RESERVATIONS K est Western is the world’s largest hotel chain, with 180 hotels in Italy, in over 120 locations, including all major art cities and business centers, and tourist areas, whether near lakes, the sea, spas or in the mountains. Best Western has “teamed up”, if you will pardon the pun, with the A: participants and spectators of the tournament can have a 10% discount with Best Western. Through the courtesy of Best Western, this agreement is already valid, and will be open for the entire year of 2011, and for all of its hotels in Italy. This means that you can begin taking advantage of this offer as of now, and until December 31st, 2011. You can use the following preferential code: 01511890. The discount will be calculated on the Best Available Rate for room plus breakfast, depending on availability. It is not cumulative with other offers. There is no need to be an A member to have access to the discount. 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From Outside Italy: either log on to www. bestwestern.it, or, for telephone service, we provide here a list of the most common places of origin: ARGENTINA Telephone: ALA Spanish -AT&T Access 0-800 288 5288 Telecom - AT&T Access 0-800-555-4288 Telefonica - AT&T Access 0 800 222 1288 then 800 332-7836 (toll free) Fax: (51-1) 719-2771 AUSTRALIA Telephone: 131 779 (Toll Free) Fax: (1)-623-780-6099 BRASIL Telephone: 0800-761-5001 (Toll Free) Fax: (51-1) 719-2771 CANADA Telephone: 1-800-780-7234 (Toll Free) 17 !"#$%&'&5&()**+%&,-.. + Mesic sells a false, Croatian Marco Polo to the Chinese W KL(@5*%8544*+5M%N>.% 2.+*O+./%P3(,5(+%43J,543D% .Q5,.%=2*R%S(,R()(D% O5,,%T.%(%4C.65(,%A1.43% (3%3>.%UN25(+A*,(2.V% 3*12+(R.+3 Q 8(25*% +/2.WD%T*2+% 5+%8*+3*+(%/<P4325(D% O*2,/%6>(RC5*+%(13*% 2(6.2%5+%EHXYM% %O.,,Z [+*O+%\A12.%412.%3*% (//%C2.4)A.%3*%3>.% ].C3.RT.2%.@.+3 X '5+*%^.+@.+1)D%3>.% =(R*14%T*Q.2D%T*2+%5+% P4*,(%/<P4325( In the Italian daily “Corriere della Sera”, on April 22nd, Gian Antonio Stella, journalist of national importance, contributed a front-page, lengthy article to comment on Croatia’s incredible misappropriation of Marco Polo. This famous Venetian citizen, who lived between the 13th and the 14th Century and wrote a famous travelogue (commonly titled “The Travels of Marco Polo” or, in Italian,“Il Milione”), was only hypothesized, and never documented, to have been born on the Dalmatian island of Curzola, in the “Gulf of Venice”, as the Adriatic was known for centuries, and which today belongs to Croatia. This is only one of the many misappropriations carried out in Croatian “cultural” and government circles; it seems they are always attempting to assign, wrongfully, Croatian identity to historical figures and artistic movements that are clearly Italian in origin. Upon receiving this news, the ANVGD national headquarters sent out a press release, part of which we publish here. X '566*,7%(+/%8(9.*%:*,*%;8(26*<4% =(3>.2%(+/%*+6,.?%,.(@5+A% B*+43(+)+*C,.%=*2%3>.%.(43D%5+% EFGH%;I.%I5@2.%/.4%[email protected],,.4D% .(2,J%EG3>%6.+312J? Hearing Impaired: 1-800-528-2222 CROATIA Telephone: 00 39-02 637-841 Fax: (39-02) 2901 3057 FRANCE Telephone: 0800 90 44 90 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 GERMANY Telephone: 0800 21 25 888 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 UNITED KINGDOM Telephone: 0800 39 31 30 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 NEW ZEALAND Telephone: 0800 237 893 (Toll Free) Fax: 0800 237 8329 SLOVENIA Telephone: 00 39-02 637-841 Fax: (39-02) 2901 3057 SOUTH AFRICA Telephone: 0800 994-284 (Toll Free) Fax: (1) 623-780-6097 SWITZERLAND Telephone: 0800 55 23 44 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901URUGUAY Telephone: 000-411-598-0791 (Toll Free) Fax: (51-1) 719-2771 USA Telephone: 1-800-780-7234 (Toll Free) Hearing Impaired: 1-800-528-2222 In the upcoming issues of Difesa Adriatica , and on the www.triangolaredelricordo. it website, we will be publishing the list of participating players and the definitive line-ups. he act of canceling one people’s culture, or, alternatively, the misappropriation of that people’s historical memory, can well be considered an extension of the 20th Century ideological and ethnic violence that saw entire European populations and regions deprived of their heritage. Now, in this new millennium, and in the prospective of a continentwide promotion of reciprocal respect and lawfulness, Croatia has shamefully taken on the role already carried out for decades by Tito’s Yugoslavia: that of “translating” and changing Italian names, origins, and places with the specific goal of adapting them to the impossible idea of being Croatian, without any historical base whatsoever. These forms of “translation” are ridiculous; worse still is the fact that Croatia has never been taken to task on this issue. Now a Croatian ex-President, Stipe Mesic, has added yet another invention to this mockery: he has re-christened Marco Polo Croatian. This “consecration” is definitive, absurd, and laughable, but, on a recent trip to China, he did indeed inaugurate a museum dedicated to Marco Polo, underlining that the Venetian explorer was Croatian, and thus adding him to the false line-up of “Croatian” historical figures. (…) The famous Istrian basilicas, such as Parenzo’s, a contemporary work of Ravenna’s grand churches, have already been “turned into” Croatian masterpieces, as have the cities of Traù, Spalato, Zara and Sebenico. These cities are adorned with the most refined masterpieces of Italian art and architecture, which make Dalmatia a treasure trove of Humanism and the Renaissance, but they, too, have been “translated” into Croatian. The coarse and vulgar erasing of Istria’s and Dalmatia’s artistic and cultural heritage, and authentic identity, is truly a form of ethnic cleansing applied to historical memory. (…) We have already observed exhibits of beautiful works by Italian artists being displayed in the most prestigious halls of the Vatican Museums and labeled “Croatian art”. We have also watched as the “Lussin Bronze” statue, a millennia-old Apoxyomenos, was given Croatian status, simply because it was found it what, today, are Croatian waters. The next steps will most probably be the certification of Roman Emperor Diocletian as an authentic Croatian, since he was born in Spalato, or perhaps Giuseppe Verdi will be turned into a Croat, since they currently translate his name as Josip Zelenilo. !"#$%&%'()*+(,%-.(/01(23.24 !"#$%&'()*(+%(+,)#(-+.(/(0(01+2$33$#(*4 18 !"#$%&'&5&()**+%&,-.. ++ %'()*# «Triangular del Recuerdo», las adhesiones de Italia y del mundo Los jóvenes descendientes de los Desterrados subdivididos en tres equipos históricos: Grion Pola, Fiume y Dalmazia 6 l pasado 31 de diciembre se ha acabado el plazo para inscribirse al «Triangular del Recuerdo», el encuentro de futbol que se tendrá en Roma el próximo 21 de septiembre entre Grion Pola, Fiumana y Dalmazia. En total son 80 los jóvenes descendientes de los Desterrados que están inscritos, subdivididos en los tres equipos históricos. Mirando los datos de los candidatos es sorprendente su subdivisión geográfica de origen: vienen de todas partes del mundo y de Italia. Son 3 de Canadá, 6 de Sudáfrica, 3 de Argentina, 3 de los Estados Unidos, 1 de Suiza y 1 de Australia. De los italianos, que provie- sede del Ministerio de Asuntos Exteriores, el histórico campo fue inaugurado junto a la Academia de Educación Física en el 1932. Esta circundado por gradas perimetrales en mármol blanco de Carrara obtenidas elevando el terreno 5,50 m. Sobre las gradas se pusieron las 60 estatuas (hoy 59) donadas por las Provincias italianas. Se pueden reconocer las dos estatuas de atletas donadas respectivamente por la ciudad de Pola y por la ciudad de Fiume. Originariamente, el proyecto preveía que fuese utilizado solo para manifestaciones gímnico-deportivas y no para el futbol, para el que se Dalmazia, saldrán al campo en septiembre los “descendientes” de aquellos jugadores que hicieron brillar el futbol italiano, con 687 goles en la serie A y la militancia en los más importantes Clubs nacionales. Paralelamente al Triangular, se tendrá un convenio sobre la historia del deporte giuliano-dalmata, organizado por la Sociedad Italiana de Historia Deportiva y por la Asociación Nacional Atletas Olímpicos y Azzurri de Italia: Nino Benvenuti, Abdon Pamich, Mario Andretti, Ottavio Missoni (campeón de deporte antes de ser estilista) son algunos de los nombres giuliano-dalmatas la Fiumana. Nacido en Zara en el 1937, es entrenador de futbol y director deportivo. Su primera experiencia como entrenador la vive en el Ivrea en el 1975. En el 1977 pasó al equipo juvenil del Torino, donde estuvo hasta 1991. En aquel año Vatta entró en los cuadros técnicos federales, como entrenador y responsable de las Nacionales juveniles Under-16 y Under-17, ocupando este puesto hasta 1997. En el 1997-1998 entrenó a la Nacional femenina, a la que consiguió llevar a la fase final de los Mundiales. Sucesivamente a esta aventura, fue llamado en el 1998 por el entonces presidente de la Lazio, Sergio Cragnotti, para dirigir el sector juvenil blanco-celeste, aventura que terminó en el 2001 con la conquista del scudetto del equipo Primavera guiado por Bollini y del equipo de los Jovencísimos Nacionales. Los descendientes de los istrianos con las camisetas Ha sido el máximo goleador de la Copa Italia 1967-1968 con 6 goles, con la camiseta del Bari; en la misma temporada ganó la clasificación de los marcadores de la Serie B. En su carrera ha obtenido 73 presencias y 21 goles en Serie A con las camisetas de Bologna, Verona y Roma, y 141 presencias y 43 goles en Serie B. Al terminar la actividad agonística, emprendió la de entrenador, guiando prevalentemente equipos de Serie C del Sur de Italia. Pierluigi Pizzaballa serà el tecnico del Dalmazia. Como excelente portero de la Roma y del Atalanta, aun no teniendo orígenes giuliano-dalmatas ha aceptado con entusiasmo la invitación. Nacido en Bergamo en el 1939, ha ocupado en los años ’60 y ’70 el papel de portero. Ha iniciado en serie A con la camiseta del Atalanta, sucesivamente pasó a la Roma, al Verona y al Milán antes de acabar la carrera con la camiseta del Atalanta, del Grion Pola serán guiados por Lucio Mujesan, también él istriano e inolvidable jugador de la Roma, del Bologna y del Verona además de estimado entrenador. Nacido en Pirano en el 1943, creció en el “vivero” de la Roma, para militar después en Messina, Venezia, Avellino, Bari, Salernitana, Bologna (en serie A), Verona y de nuevo en la Roma en la máxima serie. coleccionando 275 presencias en la máxima serie. Pizzaballa cuenta también con una presencia en la nacional, habiendo sustituido a Albertosi en el segundo tiempo de Italia-Austria del 18 de junio 1966. En carrera ha ganado cuatro Copas de Italia y una Copa de las Copas. Para informaciones y reservas: Best Western es la cade- Q _*R(D%`43(/5*%/.% ,*4%8a2R*,.4D%1+(% C.24C.6)@(%/.,% >.R5656,* R `,%6(RC.b+%*,cRC56*%/.% (3,d)6(%,5A.2(D% T/*+% :(R56>D%6*+/.6*2(/*% .+%.,%FeeH%C*2%,(% !"#$%% 6*+%.,%:2.R5*%Sc(%/.,% _.61.2/*M%S.43.22(/*% /.%f51R.D%4.2a%1+*% /.%,*4%(4543.+3.4%(,% gN25(+A1,(2h nen de 14 Regiones: son 5 de Toscana, 13 de Lombardia, 12 de Lazio, 11 de Piemonte, 8 de Veneto, 3 de Friuli Venezia Giulia, 1 de Puglia, 2 de Sicilia, 2 de Liguria, 1 de Marche, 2 de Campania, 3 de Emilia Romagna, 1 de Abruzzo, 1 de Cerdeña. Y el Día del Recuerdo, el 10 de Febrero, dedicado a la tragedia del confín oriental italiano, el CONI (Comité olímpico italiano) ha hecho oficial la disponibilidad del histórico Estadio de los Mármoles de Roma para hospedar el «Triangular del Recuerdo», que dará vida por un día aquellos épicos equipos de futbol. EL ESTADIO DE LOS MÁRMOLES . ituado entre el Estadio Olímpico, la sede del CONI y la «Farnesina», construyó el cercano estadio Olímpico. EL PRIMER CONVENIO SOBRE EL DEPORTE GIULIANODALMATA 7 racias a la organización del Grupo Jóvenes de la Asociación Nacional Venezia Giulia e presentes todavía en la memoria de los deportistas y de los fans italianos. LAS BIOGR AFÍAS DE LOS ENTRENADORES 6 ste es el “trío de ases” que guiará los respectivos equipos. Sergio Vatta conducirá en el campo a los chicos de 19 !"#$%&'&5&()**+%&,-.. ++ na de hoteles más difusa del mundo, con 180 hoteles en Italia, en más de 120 destinos entre las más importantes ciudades de arte y de negocios y en selectas loca- tern.it, marcando el código en el campo «CORPORATE ID» y seleccionando el plano tarifario «Tariffa riservata a partner». Desde el extranjero. Además de la página web www.bestwestern.it, quien quiera información o reservas telefónicamente puede utilizar los siguientes números para los principales Países en los que istrianos, fiumanos, dalmatas y sus descendientes están mayormente presentes. ARGENTINA Telephone: ALA Spanish -AT&T Access 0-800 288 5288 Telecom - AT&T Access 0-800-555-4288 Telefonica - AT&T Access 0 800 222 1288 then 800 332-7836 (toll free) Fax: (51-1) 719-2771 AUSTRALIA Telephone: 131 779 (Toll Free) Fax: (1)-623-780-6099 BRASIL Telephone: 0800-761-5001 (Toll Free) Fax: (51-1) 719-2771 CANADA Telephone: 1-800-780-7234 (Toll Free) Hearing Impaired: 1-800-528-2222 CROACIA Telephone: 00 39-02 637-841 Fax: (39-02) 2901 3057 FRANCIA Telephone: 0800 90 44 90 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 ALEMANIA Telephone: 0800 21 25 888 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 GRAN BRETAÑA Telephone: 0800 39 31 30 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 NUEVA ZELANDA Telephone: 0800 237 893 (Toll Free) Fax: 0800 237 8329 ESLOVENIA Telephone: 00 39-02 637-841 Fax: (39-02) 2901 3057 SUDAFRICA Telephone: 0800 994-284 (Toll Free) Fax: (1) 623-780-6097 SUIZA Telephone: 0800 55 23 44 (Toll Free) Fax: (39-02) 2901-3057 URUGUAY Telephone: 000-411-598-0791 (Toll Free) Fax: (51-1) 719-2771 USA Telephone: 1-800-780-7234 (Toll Free) Hearing Impaired: 1-800-528-2222 En los próximos números de “Difesa Adriatica” y en la página web dedicada www. triangolaredelricordo.it estarán presentes las convocatorias de los jugadores y la formación definitiva de los tres equipos W i+(%5R(A.+%2.65.+3.%/.,% 6(RC.b+%/.%T*Q.*%'5+*% ^.+@.+1)M%S.43.22(/*%/.% P4325(%;+(65/*%.+%P4*,(?%4.2a% 6*+% +/2.WD%8544*+5%J%:(R56>% >1d4C./%/.%>*+*2%.+%.,%`43(/5*% /.%,*4%8a2R*,.4 lidades turísticas de playa, lagos, termas y en montaña. Y Best Western es partner de la A, gracias al acuerdo estipulado. Los fans y los apasionados que vendrán a Roma para el evento deportivo del año gozarán de un descuento del 10% en los hoteles de la famosa cadena hotelera. El acuerdo ya es operativo y, por gentileza de la Best Western, ha sido ampliado a todo el 2011 en todas las estructuras hoteleras de Italia. Esto significa que es posible disfrutar desde ahora de las facilidades para el hospedaje en todo el territorio nacional hasta el 31 de diciembre 2011, utilizando el código preferencial 01511890. El descuento será aplicado a la «mejor tarifa disponible» (Best Available Rate) de alojamiento y desayuno, según la disponibilidad de habitaciones. El descuento no es acumulable con otras promociones eventualmente en curso al momento de la reserva. Para obtener estas ventajas no es necesario estar inscritos a la A. Desde Italia. Numero Verde 800.820.080, citando el código preferencial 01511890 o www.bestwes- Mesic vende a los chinos el falso Marco Polo croata En el “Corriere della Sera” del 22 de abril Gian Antonio Stella - destacada firma del periodismo italiano - escribe un largo artículo a toda página de comentario a la increíble apropiación, por parte de Croacia, del personaje de Marco Polo, notable ciudadano veneciano que vivió a finales del siglo XIII y principios del XIV y autor del conocido libro Il Milione, sólo por su hipotético nacimiento (no documentado) en la isla dalmata de Curzola, en el «Golfo de Venecia» como fue llamado el Adriático muchos siglos, hoy perteneciente a Croacia. Una de las muchas apropiaciones indebidas de parte de ambientes “culturales” y gobernativos croatas, que así intentan dar una identidad inexistente a figuras históricas y movimientos artísticos de clara impronta italiana. La A NVGD nacional ha emitido una comunicación inmediata, tomada por las agencias de prensa, en la que entre otras cosas se lee: , a cancelación de la cultura de un pueblo o, alternativamente, la apropiación indebida de sus memorias históricas pueden considerarse la continuación de otra manera de la violencia ideológica y étnica que en el Novecientos ha arrasado y empobrecido enteras regiones y poblaciones en Europa. En este nuevo milenio, y en la perspectiva de una integración continental que tutele los derechos y el respeto recíprocos, Croacia - así como en las décadas pasadas la Yugoslavia de Tito - ha utilizado este método de la “traducción” - impunita y ridícula - de los nombres, de los orígenes y de los lugares para adaptarlos a la medida imposible de una «croaticidad» sin fundamentos históricos. La última […] es del ex presidente Stipe Mesic quien ha signado con su firma la definitiva, absurda y cómica consagración de Marco Polo a la nación croata justo en China, anexionando el grande veneciano al panteón de los personajes históricos «croatas». […] Así, de la misma manera las basílicas de Istria - como en Parenzo -, hermanas y contemporáneas de las grandiosas iglesias de Ravenna, se “tra- Q 8(26*%:*,*% 4(,.%/.% k.+.65(%>(65(% ,(%B>5+(M% 85+5(312(% /.%(+b+5R*% /.,%%45A,*%lkD% 6*+4.2@(/(% .+%,(% ^*/,.5(+% I5T2(2J%/.% KQ=*2/%;C(23M? ducen” en obras maestras del arte croata; así las ciudades de Traù, de Spalato, de Zara, de Sebenico, tan adornadas por las más refinadas arquitecturas de maestranzas italianas como para hacer de Dalmazia un arca del Humanismo y del Renacimiento, son “traducidas” en lengua croata. La cancelación, cruda y vulgar, de la identidad autentica de la civilización artística y cultural de Istria y de Dalmazia se configura exactamente como limpieza étnica de la memoria histórica. […] Ya hemos asistido a las muestras de «arte croata» en las prestigiosas salas de los Museos Vaticanos con las más bellas obras de artistas italianos, y a la asignación de una nueva nacionalidad al Bronce de Lussino, solo porque se encontró en aguas que hoy son croatas. Los próximos pasos serán la certificación de autentico croata del emperador Diocleziano porque nació en Spalato, o de Giuseppe Verdi porque ha sido traducido en Josip Zelenilo. !"#$%&%]./.%+(j5*+(,. !"#$%&'()*(+%(+8$#"$+9):($*4 20 !"#$%&'&5&()**+%&,-.. + Corrado Belci e la memoria della Venezia Giulia < mancato a Trieste, il 4 maggio 2011, Corrado Belci, esponente politico, parlamentare e giornalista, esule nel secondo dopoguerra da Dignano d’Istria, dove era nato nel 1926. Eletto nelle fila della Democrazia Cristiana per quattro legislature, dal 1963 al 1979, membro del Consiglio nazionale e della Direzione centrale della DC, è stato direttore de “Il Popolo” dal 1976 al 1980. Belci intraprese l’attività giornalistica nel 1946 a Pola allora unica città amministrata dagli Alleati a fronte dell’Istria NOTE DOLOROSE ; Il 26 febbraio 2011, all’età di 85 anni, si è spenta la cara occupata dalle truppe jugoslave di Tito -, nella redazione del quotidiano “L’Arena di Pola”. Con l’esodo della popolazione italiana si portò a Trieste, dove fu redattore del quotidiano triestino “Le Ultimissime”, de “Le Ultime Notizie” (edizione serale de “Il Piccolo” e successivamente redattore capo redazione triestina de “Il Gazzettino” di Venezia. Stretto collaboratore di Benigno Zaccagnini, ha sempre inteso la politica «come luogo di confronto, di dialogo e di costruzione di mediazioni e di convergenze», ha sottolineato Pierluigi Castagnetti, presidente di turno della Camera dei Deputati, nel rievocarne ieri la figura in Aula. Il nome di Belci è strettamente connesso con le vicende della Venezia Giulia nel corso e al termine della Seconda vereto. Era il fratello di Pina Umberto Perini, deceduto a Rovereto nel 1982 ed il cui figlio,Gianni socio del Comitato trentino - ha suonato al funerale di Pina La viecia batana. L'organo della Chiesa di S. Caterina di Rovereto, suonato dal nipote, ha riempito le navate di musica, ricordi e lacrime. + È mancato a fine marzo Maria Apollonio Lo annunciano, con infinita tristezza, i figli e gli adorati nipoti. ; Il Comitato provinciale A di Trento, nella persona della presidente Annamaria Marcozzi Keller, annuncia con dolore la perdita, nel giro di pochi mesi, di figure altamente significative del mondo degli Esuli. Alla vigilia di Natale è mancata la «Pina», Pina Perini Esule da Rovigno, dove era nata nel 1923, dolce signora che, finché ha potuto, ha rallegrato gli incontri associativi con la sua bellissima voce. Il marito dell’amica Pina era Maestro di musica, direttore della Banda musicale di Rovigno e poi di Rovereto ed insegnante di musica al Liceo di Ro- Guglielmo Orefice di Fiume. Persona estremamente discreta, è vissuto molto in Germania, quindi si era trasferito in Trentino, a Mezzolombardo. Frequentava gli incontri promossi dal Comitato nei limiti consentiti dai suoi problemi di salute, sempre esprimendo una grande nostalgia per la sua città natale. + Ai primi di aprile è scomparso Emilio Roseano nato a Gorizia. Signore distinto e colto, aveva regalato alla presidente Marcozzi Keller un libro sull’occupazione jugoslava di Gorizia. Nato nel 1926, viveva a Trento. Il 17 aprile è mancata Alda Rensi grande donna, ha saputo lottare tutta la vita che non guerra mondiale, alle quali ha dedicato molte energie politiche e diversi libri. Tra questi, Quei giorni di Pola, con la prefazione di Arrigo Levi (LEG Editrice, Gorizia), memorie di una città e di volti scomparsi che l’Autore ha voluto rievocare per restituire loro il ricordo che meritano, nella vicenda collettiva e nella sua personale. L’esodo della popolazione italiana dalla città assume, nel racconto di Belci, la tragica grandezza della Storia. Un libro, ne ha scritto Arrigo Levi, comunque «di riconciliazione della memoria con i luoghi e con il tempo della giovinezza» Al confine orientale del Novecento Belci ha dedicato anche i volumi Trieste, memorie di 30 anni (Morcelliana, 1989), Quel confine mancato. La linea Wilson (Morcelliana, 1996), e Il libro della bora (Lint, 2003), che testimoniano il profondo attaccamento di Corrado Belci alla tormentata storia dei territori italiani investiti nel Novecento da opposti nazionalismi e violenze ingiustificabili, come le Foibe. =)/$>+?+/$@@()+ABCC !"#$%&%]./.%+(j5*+(,. le ha risparmiato molto, ad iniziare dalla scomparsa del papà per mano titina, mai più ritrovato. Dei Rensi ha scritto Guido Rumici nel suo libro Pedena, un paese nella bufera. Un Rensi era parroco e vescovo di Pedena, Alda vi era nata ed ogni tanto vi ritornava. Per lei era una grande gioia ritrovare la sua gente, il suo paese dove avrebbe voluto vivere. ++(%8(25(%8(26*jj5%m.,,.2 Tariffe per i necrologi evidenziati Box necrologio evidenziato 1/4 di pagina per 1 numero € 200 Box necrologio evidenziato 1/8 di pagina per 1 numero € 100 Box necrologio evidenziato 1/16 di pagina per 1 numero € 50 Per i versamenti è possibile usare un bollettino postale in bianco presso uno qualsiasi degli uffici di Poste Italiane, indicando il numero di conto corrente postale 32888000 intestato «Difesa Adriatica - Roma». In caso di Bonifico bancario, sempre con la stessa intestazione, il codice IBAN è IT34 N076 0103 2000 0003 2888 000. D-#()%(0)+/-*E(3-+%-33FGEE)0($'()*-+H$'()*$3-+I-*-'($+ 7(&3($+-+J$3/$'($ 9-*"#)+."&%(+D$%#-+K3$/(*()+=)001( /+$#0%$#&$#12%31)4+5# 6)7$+8+)&9:&;)31#3 <=+7%$#> GEE)0($'()*-+H$'()*$3-+I-*-'($+7(&3($+-+J$3/$'($ 9-*"#)+."&%(+D$%#-+K3$/(*()+=)001( I($+,-)L)3%)+.-##$>+MA+?+BBC?M+=)/$ "-3N+-+O$PQ+BRN?S+CR+S?A+?+(*O)T$*U@%N("+?+VVVN$*U@%N(" WE0#(X$+*-3+=-@(E"#)+%-@3(+YL-#$")#(+%(+9)/&*(0$'()*-+*N+ABC?Z[A?NCBNABCB G&")#(''$'()*-+%-3+ #(:&*$3-+%(+=)/$+*N+\C[\Z+%-33FCC+/$#')+C\\Z 9)*+(3+0)*"#(:&")+%-33$+,N+]A[ABBC+-+E&00-EE(U-+/)%(^0$'()*(+-+(*"-@#$'()*( @$)AB)&#&17)"2)> 6&#)3("+.#3 Progetto grafico e impaginazione Massimo Stasi I($+2("-X)>+M\+?+BBCMM+=)/$ "-3N+BRNAB+C?+CM]+_+O$P+BRNAB+B?+A?C+?+-&#)3("T-&#)3("N(" C44%3)"#3D> G**&)+`+MB+?+.)E"-*(")#-+`+?B+?+.)3(%$#(-"a+$+L($0-#-+?+6E"-#)+)/$@@() 9[0+L)E"$3-+*N+MASSSBBB+(*"-E"$")+$+bJ(O-E$+G%#($c0$d e*$+0)L($+`+A+?+G##-"#$c+`+M .L-%('()*-+(*+$::)*$/-*")+L)E"$3-+%(+=)/$ K(*(")+%(+E"$/L$#-+(3+AM+/$@@()+ABCC La scomparsa di Anna Borsi, storica presidente del Comitato A di Milano È mancata in questi giorni a Milano Anna Borsi, per anni presidente del Comitato del capoluogo lombardo della nostra Associazione. Alle parole di Roberto Predolin (consigliere nazionale ANVGD) lasciamo il ricordo di una figura importante per i nostri Esuli a Milano ed apprezzata dalle istituzioni per l’alto profilo della sua presidenza. Il sindaco Albertini la insignì, ormai diversi anni addietro, del prestigioso «Ambrogino d’oro» che la Città di Milano conferisce a personalità distintesi nel campo sociale, culturale ed economico. . i è spenta a Milano, dopo una lunga malattia Anna Borsi, una delle voci più convincenti ad appassionate dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Di Lei mi piace ricordare quel suo garbo risoluto nell’affrontare le complessità di un mondo che a fatica si era risollevato dalla catastrofe, senza più illusioni né speranze, eppure così bisognoso di ritrovarsi, di condividere i propri ricordi, di tornare a guardare con serenità al futuro. Anna era proprio l’Amica che tutti avremmo voluto avere vicino soprattutto quando le cose non andavano bene, quando venivamo colti da quel persistente sentimento di marginalità quasi di fine e di confine. Anna sapeva sempre trovare una risposta rassicurante a quei distacchi e ci recuperava uno ad uno ricucendo gli strappi, creando consensi ed W I<g RT2*A5+*%/<K2*hD% armonia. C2.4)A5*4*%256*+*465R.+3*%/.,% Ho quasi sempre intuito il lato B*R1+.%/5%85,(+*%6>.%@.++.% negativo della vita, fa parte del mio 6*+=.253*%(/% ++(%^*245 carattere di Dalmata scontroso, ma ho sempre colto anche in qualcuno di noi quella insensatezza capace di trasformare una illusione in una passione concreta: Lei era così. Ecco, Anna rappresentava un porto rassicurante e molti di noi, ormai cittadini di nessun luogo, con Lei ci sentivamo a Pola, a Fiume, a Zara e di strada insieme ne abbiamo fatta molta. Da troppo tempo ormai i suoi pensieri vagavano in uno spazio sconosciuto e mi sono mancate molto – forse troppo – in questi anni la Sua tenacia e la Sua amicizia. Rimane un’idea seducente l’idea che si possa vincere il mistero del termine con la memoria e con la tentazione di un dialogo oltre il confine del tempo. _*T.23*%:2./*,5+