Il numero di Maggio 2011

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Il numero di Maggio 2011
Nel 150.mo
Gli esuli giuliani e dalmati
per l’Unità d’Italia
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi Padre Flaminio Rocchi
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Le nuove frontiere
della Diaspora
giuliano-dalmata
!
uccede spesso che nostri interlocutori, anche
amici, esterni ed interni, ci vengano a dire che quando si sarà
spenta, per ineluttabili motivi
anagrafici, l’ultima generazione degli esuli istriani, fiumani
e dalmati, di noi, delle nostre
vicende, del nostro esodo, delle
Foibe, non parlerà più nessuno.
E gli italici governi cesseranno anche di finanziare le iniziative tese alla conoscenza del
nostro patrimonio culturale. Insomma tutte le leggi che siamo
riusciti ad ottenere da questa
patria matrigna, e dallo Stato
che la rappresenta, compreso
il Giorno del Ricordo, finiranno nel dimenticatoio e nessun
governo, né di destra né di sinistra, vorrà più saperne delle
nostre lacrimevoli storie.
La triste considerazione viene sia da destra che da sinistra.
Da destra per voluttà di autocommiserazione e per rabbia di
sconfitti che non sono riusciti
a ricacciare in gola ai vincitori i torti subiti. Da sinistra per
il gusto di deridere le nostre
smanie di far conoscere le ingiustizie patite. «Finalmente la
pianteranno questi esuli, fascisti del c…, a romperci i c…».
INDIRIZZARE LE
FORZE VERSO PIÙ ALTI
OBIETTIVI
"
vari fatalisti, dentro e fuori
delle nostre associazioni,
innamorati e succubi come sono
del destino cinico e baro, hanno
capito ben poco
della nostra battaglia culturale degli
ultimi decenni e
neppure degli innegabili successi
che essa ha conseguito.
Ancor
meno hanno capito le finalità che
ci proponiamo,
con coraggioso reW 4'#5'%('$!$6%57%8$9.:"."5'. '$6!55%$&:.&:'%$-#50#:%; alismo, ma senza
ombra di rinunÈ la gentile espressione di tanti cia, per l’avvenire. Riconoscere
«sinistrorsi» che mal hanno di- la realtà per quella che è significa
gerito il Giorno del Ricordo e misurare le proprie forze e indirizle parole di tre Presidenti della zarle agli obiettivi raggiungibili, i
loro e nostra Repubblica.
più alti possibili.
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I convocati per il «Triangolare del Ricordo»
Completate le formazioni delle storiche squadre
el numero di aprile
abbiamo presentato
gli allenatori, ora è la volta dei
convocati. E con la definizione
della Fiumana, ad opera di Vatta, si è chiusa la fase preliminare del Triangolare del Ricordo,
che ha visto i tre tecnici scegliere i 18 ragazzi delle tre squadre
che scenderanno in campo il
prossimo 21 settembre allo Stadio dei Marmi.
Ecco dunque il riepilogo
dei nomi convocati, ma ricor-
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Indennizzi, se ne ha diritto soltanto se già richiesti
con le precedenti leggi
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diamo che quelli esclusi potrebbero rientrare man mano che si
dovessero presentare rinunce a
causa di impegni di campionato dei convocati. Per ogni nome
sono indicate l’età, la residenza
e l’origine.
Tutti gli aggiornamenti
vengono inseriti sul sito www.
triangolaredelricordo.it
F.C. GRION POLA.
Tecnico Lucio Mujesan.
Giocatori di origine istriana:
Portieri
Enrico Lana, 23 anni, Padova,
originario di Pola
Antonio Russo, 35 anni, Trieste, originario di Capodistria
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Norma e i suoi allievi
Le immagini inedite da un anno di scuola,
in Istria, nel 1942
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na giovane donna guarda verso l’obiettivo, da una lontana estate del 1942, in Istria. È circondata da un nugolo
di scolari, i suoi, sorridenti e inconsapevoli, ritratti tutti - lei e
loro - nelle immagini cristallizzate per sempre nel colore seppiato che un tempo ammorbidiva il bianco e nero e dava alle
fotografie una patina elegante
di dolcezza. Sorride, la giovane
Norma, e ancora più ridono i
suoi alunni, felici di stare finalmente in braghette con i piedi
nel mare e con la loro maestra
che studiava all’Università di
Padova. Piccoli magri nella
loro infanzia, pieni del futuro
che portavano nelle loro piccole menti speranzose e ignare.
Non tutto si perde, nel
tempo. Le vie della memoria W >.:7%$?. !@.$-.($%5-#(!$
sono innumerevoli e sorpren%55'!A!$ #5$5#(".7%:!$6'$B%:!(C.$
denti, attraversano i tempi, i
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luoghi, le persone, giungono
dove ci si meraviglia di trovarle inaspettatamente. Così è stato
per queste immagini inedite, che abbiamo guardato per la prima
volta non senza un moto profondo di commozione e di tenerezza. Ma, razionalmente, dobbiamo ricordare esattamente, senza
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Forum Giovani A,
seconde e terze generazioni da
tutta Italia
A Rimini dal 20 al 22 maggio 2011
"
n questo mese si svolge a Rimini, dal 20 al 22 maggio, il «Forum
Giovani» giuliano-dalmati, un appuntamento promosso dall’A al quale hanno aderito seconde e terze generazioni dell’esodo provenienti da tutta Italia. Una conferma arriva anche dall’Argentina.
Ecco le città dalle quali ci sono giunte
le prenotazioni: Roma, Bergamo, Torino,
Caserta, Trieste, Asti, Campobasso, Barletta, Padova, Sassari, Venezia, Varese, Monza,
Genova, Fermo e Belluno, per un confronto
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aperto e senza formalismi sui temi dell’as-.7#('-%C'.(!$-.::!$
sociazionismo e della testimonianza storica,
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ma anche per momenti - previsti dal pro(!0M.:N
gramma - di condivisione sportiva e gioiosa.
Il programma dettagliato è accessibile sul nostro sito alla pagina
www.anvgd.it/PDF/FORUM_GIOVANI_2011_VADEMECUM.
pdf, che verrà aggiornato in tempo reale.
Mesic sells a false, Croatian Marco Polo to the Chinese
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Mesic vende a los chinos el falso Marco Polo croata
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I disfattisti di turno mai
avrebbero creduto dieci anni fa
che avremmo ottenuto da un Parlamento quasi unanime le Leggi
n.72 del 2001 e n. 92 del 2004,
e tanto meno il rinnovo triennale
della prima, e non si rendono conto della vittoria politica riportata,
politica in senso alto, non come
revanche di fascisti vinti - come
vogliono ancora rappresentarla i
nostri nemici di estrema sinistra
- ma come conquista di verità
dell’intera nazione, che ha voluto finalmente riconoscere, dopo
mezzo secolo di oblìo, che esiste
un confine orientale italiano, che
questo confine ha sanguinato per
generazioni, che lungo questo
confine è fiorita una società civile
di convivenza con etnie diverse e
di partecipazione a tutte le vicende della nazione italiana, dall’antichità ai tempi moderni.
Onorare i nostri morti nelle
Foibe e ricordare la lunga umiliazione dei campi-profughi, come
rivendicare i nostri diritti sui beni
perduti, non ci è mai bastato. Perché non siamo e non vogliamo essere la gente del piagnisteo e della
lagna perpetua. Siamo una gente
dall’animo fiero, orgogliosa dei
sacrifici e della grandezza morale
che è alla propria origine. Orgogliosa anche della propria cultura e
dell’apporto dato alla vita del popolo italiano, di cui facciamo parte da
quando è nata una nazione italiana.
Perché questo era ciò che i nostri nemici, di dentro e di fuori, ci
avevano negato: che le nostre terre, l’Istria, il Quarnaro, la Dalmazia fossero anche terre italiane da
sempre, malgrado la presenza sul
territorio di genti di lingua diversa.
SUPERARE LE
CONTRAPPOSIZIONI
IDEOLOGICHE
&
ggi questa negazione
viene meno, perché
abbiamo saputo superare le contrapposizioni politiche e ideologiche che annebbiavano la vista di
chi guardava alle nostre vicende.
Sgombrata la nebbia delle strumentalizzazioni partitiche, da una
parte e dall’altra, anche uomini di
sinistra, personalità di primo piano, hanno accettato e fatto propria
la nostra visione della vicenda: un
popolo che è stato sradicato dalla
terra natale perché voleva difendere la propria identità di italiani,
costruita nei secoli e tramandata di
generazione in generazione.
Come studiosi e storici hanno
riconosciuto apertamente, i nostri
esuli sono riusciti a versare la loro
memoria personale nella memoria
della nazione facendola diventare
storia riconosciuta, della quale tutti
gli italiani si devono interessare se
vogliono comprendere le vicende stesse dell’intero Paese. I libri,
i convegni, gli articoli sui giornali
più importanti, i saggi sulle riviste
più prestigiose si sono moltiplicati in questi ultimi anni: segno di
un’attenzione dei media e del mondo della cultura e della storiografia
che in passato ci potevamo sognare.
È chiaro che non possiamo fermarci qui. Che l’opera di penetrazione nella cultura italiana va proseguita
e allargata, fino a raggiungere strati
sempre più vasti. Ed è quello che le
associazioni degli esuli stanno facendo, con inaspettata concordia, al di
là di ogni antica divisione, con l’azione costante che gli esuli di seconda
generazione stanno conducendo
nelle scuole e nelle università. E se
incontrano ostacoli, tanto meglio!
Vuol dire che ne uscirà più rumore.
AGIRE CON
DETERMINAZIONE
E INTELLIGENZA
POLITICA
"
seminari nazionali e regionali del Ministero per
l’Istruzione, Università e Ricerca sono il riconoscimento di
quest’opera di penetrazione. Non
è un interesse puramente politico
che spinge i governi a questi riconoscimenti. È lo spazio che le
nostre vicende hanno conquistato
nel dibattito storico che inducono
la classe politica, di qualsiasi orientamento, a dare rilievo alle nostre
tematiche per il loro interesse oggettivo. Anziché piangere quindi
sul triste declino delle generazioni
occorre agire con determinazione
e intelligenza «politica», nel senso
nobile del termine.
Primo obiettivo è coinvolgere sempre di più il mondo della
scuola e dei media nel dibattito sui
nostri temi (più allargati possibile
nel tempo storico e nella materia
trattata, dall’arte alla letteratura),
come essenziali alla comprensione
della storia d’Italia e d’Europa tra
il XIX e il XX secolo, e quindi per
comprendere anche i problemi del
presente, che sono il risultato di
ritardi culturali e di provincialismi
tipicamente italiani.
Secondo obiettivo, non
memo ambizioso, è portare il dibattito fuori dei confini nazionali,
allargandolo proprio ai Paesi che
ci sono stati un tempo nemici e
agli altri popoli europei coinvolti
comunque nelle nostre vicende. E
quindi aprire un confronto di idee
con sloveni, croati, serbi, e anche
con austriaci, tedeschi, inglesi, ungheresi, che hanno condiviso in
un modo o nell’altro i drammi e le
aspettative di questa parte d’Europa che è l’Adriatico orientale.
APRIRE ALLA SECONDA
GENERAZIONE, AI
GIOVANI TUTTI
"
giovani delle nostre associazioni hanno capito bene questa finalità e basta vedere il taglio
nuovo e anticonformista che sanno
dare alle mostre che vanno organizzando e che vengono finanziate
da Regioni, Comuni e Province di
ogni tendenza politica, perché ne
apprezzano il valore culturale e formativo per le giovani generazioni.
Occorre quindi aprire le nostre
associazioni a tutti i giovani che si
interessano alle nostre vicende, siano o non siano figli o nipoti di esuli. Sono loro il nostro avvenire. Gli
esuli di seconda generazione, che
oggi sono nel pieno della loro vita
lavorativa, devono dedicare le loro
energie per formare questi giovani.
Tutte le associazioni poi dovranno al più presto dare vita ad
un organismo comune, capace
di richiamare finanziamenti e di
coordinare strategie di presenza
culturale ad alto livello, il solo in
grado di vincere le miserie di polemiche anacronistiche.
Venezia Giulia,
il 25 Aprile non fu
liberazione
Nella ricorrenza della Liberazione, l’A con il vicepresidente nazionale Rodolfo Ziberna ha diffuso da Gorizia alle agenzie
il comunicato stampa che riproduciamo integralmente.
"
l 25 aprile, festività nazionale per ricordare la liberazione dal
fascismo e dal nazismo, nella Venezia Giulia, diversamente che
nel resto del Paese, ha coinciso non con una liberazione bensì con la
brutale occupazione delle truppe comuniste del maresciallo Tito.
Che la volontà non fosse quella di liberare dalle truppe naziste ma
di annettere alla Jugoslavia tutta la Venezia Giulia e il Friuli sino al Tagliamento, con il benestare di Togliatti, era evidente e dichiarata. X 4.:'C'%L$Y$7%""'.$3Z)+[$
Se non fossero entrate le truppe
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titine, infatti, sarebbero entrate
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quelle neozelandesi, che invece
-%:0!55'$'((!""'%(8$%55_%((! '.(!$
furono rallentate dai titini proprio
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per poter vantare diritti di occupazione al tavolo dei vincitori.
Per snazionalizzare rapidamente i territori italiani della
regione per soffocare sul nascere
ogni tentativo di ribellione dal 2
maggio iniziò il rastrellamento di
tutti coloro che potevano rappre-
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Mesic vende ai cinesi il falso
Marco Polo croato
!
ul “Corriere della Sera” del 22 aprile Gian Antonio Stella - firma di punta
del giornalismo italiano - sigla un lungo articolo a tutta pagina di commento
all’incredibile appropriazione, da parte della Croazia, del personaggio di Marco Polo,
cittadino veneziano vissuto come noto fra XIII e XIV secolo e autore del notissimo libro
Il Milione, soltanto perché se ne è ipotizzata la nascita (non documentata) nell’isola
dalmata di Curzola, nel «Golfo di Venezia» come fu per molti secoli chiamato l’Adriatico, oggi appartenente alla Croazia. Una delle tante appropriazioni indebite da parte
di ambienti “culturali” e governativi croati, che tentano così di assegnare un’identità
inesistente a figure storiche e movimenti artistici di chiara impronta italiana.
L’ANVGD nazionale ha emesso un immediato comunicato, ripreso dalla agenzie
di stampa, nel quale si legge fra l’altro:
La cancellazione della cultura di un popolo o, in alternativa, l’appropriazione indebita delle sue memorie storiche possono ben considerarsi la prosecuzione in altri termini della violenza ideologica ed etnica che nel Novecento ha travolto e depauperato
intere regioni e popolazioni in Europa. In questo nuovo millennio, e nella prospettata
cornice di un’integrazione continentale all’insegna dei diritti e del rispetto reciproci, la
Croazia - così come nei decenni passati la Jugoslavia di Tito - ha fatto proprio questo
metodo, della “traduzione” - impunita e ridicola - dei nomi, delle origini e dei luoghi
per adattarli alla misura impossibile di una «croaticità» senza fondamenti storici.
L’ultima trovata, […] è dell’ex presidente Stipe Mesic il quale ha siglato con la sua
firma la definitiva, assurda e risibile consacrazione di Marco Polo alla nazione croata
proprio in Cina, annettendo il grande veneziano al pantheon dei personaggi storici
«croati». […] Ora, allo stesso modo le basiliche dell’Istria - come a Parenzo -, sorelle
e contemporanee delle grandiose chiese di Ravenna, vengono “tradotte” in capolavori dell’arte croata; così le città di Traù, di Spalato, di Zara, di Sebenico, adorne delle
più raffinate architetture di maestranze italiane da rendere la Dalmazia uno scrigno
dell’Umanesimo e del Rinascimento, sono “tradotte” in lingua croata. La cancellazione,
rozza e volgare, dell’identità autentica della civiltà artistica e culturale dell’Istria e della
Dalmazia si configura esattamente come pulizia etnica della memoria storica. […]
Abbiamo già assistito alle mostre di «arte croata» nelle prestigiose sale dei Musei
Vaticani con le più belle opere di artisti italiani, e all’assegnazione di una nuova nazionalità al Bronzo di Lussino, solo perché rinvenuto in acque oggi croate. I prossimi passi
saranno la certificazione di autentico croato dell’imperatore Diocleziano perché nato a
Spalato, o di Giuseppe Verdi perché correntemente tradotto in Josip Zelenilo.
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Crimini di
guerra, l’Aja
condanna
l’ex generale
croato
Gotovina
Rabbia e proteste dal
governo di Zagabria e dagli
ambienti nazionalisti
"
l Tribunale Penale internazionale per la ex Jugoslavia, insediato all’Aja, ha
condannato a 24 anni di reclusione l’ex generale croato Ante
Gotovina per crimini commessi nella prima metà degli anni
Novanta contro la popolazione
serba della Croazia. A Gotovina
è stata imputata la morte di oltre 300 civili, oltre che di gravi
saccheggi e dell’espulsione di oltre 90.000 persone dalla regione
della Krajina, allora abitata da
serbi. La procura aveva chiesto
una condanna a 27 anni di reclusione.
La notizia ha sollevato scalpore e rabbia in patria, dove
Gotovina è considerato un eroe
nazionale. A suo favore manifestarono in più di centomila a Spalato perché non fosse
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sentare un pericolo per le aspirazioni annessionistiche di Tito. Tra
questi i rappresentanti dello Stato e dell’amministrazione e chi aveva
manifestato con eccessivo entusiasmo la propria italianità.
Oltre 650 goriziani e migliaia di istriani, fiumani e dalmati pagarono con la deportazione -avvenute a guerra finita dopo il 25 aprile
- e la vita il loro amore per l’Italia. Questo rappresenta per i giulianodalmati il 25 aprile, e non certo la Liberazione, che invece avverrà
dopo i cosiddetti «quaranta giorni di terrore».
Rispettiamo i sentimenti di tutti coloro che, in diversa misura,
hanno subito torti o violenze dai regimi. In primo luogo la comunità ebraica, che ha pagato duramente con milioni di vittime la ferocia dell’uomo sull’uomo. Anche la comunità slovena che ha subito
tentativi di snazionalizzazione in questa area di confine, anche con
inammissibili atti di violenza e soprusi.
Rispettiamo tutti coloro che individuano nel 25 aprile la festa
della Liberazione, ma parimenti va rispettato anche chi associa il 25
aprile non già ad una liberazione, bensì alla brutale occupazione comunista, che rappresenta, per tempi e modalità con cui è avvenuta,
la pagina più nera della storia della nostra città: consumata a guerra
finita e come vittime inermi degli innocenti.
Al di là della data, l’A è vicina a chi festeggia la liberazione
da regimi (nazista, fascista, comunista) che si sono imposti e mantenuti con soprusi e violenze. È vicina a quegli eroi che in tutt’Italia
hanno liberato il suolo patrio da questi regimi, condannando invece
chi ha imbracciato il fucile non per liberarci bensì per imporci un
regime diverso. Siamo vicini, pertanto, anche ai giovani della X Mas
che hanno imbracciato il fucile per un atto di amore verso la loro
Patria nel tentativo di difendere la terra su cui oggi viviamo.
Siamo vicini infine ai militari italiani che, eroi dei nostri giorni e
paladini di pace, stanno rischiando la propria vita per aiutare popolazioni a vivere nella libertà e democrazia, affrancate dagli oppressori.
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estradato all’Aja, ed oggi si rinnovano le pubbliche proteste,
caratterizzate da una netta avversione all’ingresso del Paese
nell’UE. La maggior parte dei
cittadini scesi in piazza a Zagabria e in altre città considera la
sentenza come un’inaudita ingiustizia. L’operazione «Oluja»,
con la quale nell’agosto 1995
fu liberata la regione occupata
dall’auto-proclamata Repubblica serba di Krajina, in Croazia è
sempre stata ritenuta una legittima operazione militare, tant’è
che il 5 di quel mese, giorno di
inizio dell’operazione, è stato
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dichiarato «giorno del ringraziamento» celebrato come festività nazionale.
Gotovina venne incriminato
per crimini di guerra nel 2001,
ma negò ogni responsabilità. Il
suo curriculum è degno di un
avventuriero spietato: arruolatosi nella Legione Straniera, si
costruì una “fama” di soldato
temibile, combatté in Ciad e
trascorse gran parte degli anni
Ottanta in America Latina, dove
addestrò i paramilitari alla lotta
nella feroce guerra civile in Guatemala. Dopo periodi trascorsi
in Paraguay, Colombia, Argentina e Brasile, Gotovina ottenne la
cittadinanza francese.
Nel 1980 un tribunale francese lo condannò per rapina ed
estorsione, e fu segnalato altresì
un suo crescente coinvolgimento nelle formazioni della destra
estrema. Primo fra i suoi alleati
fu Franjo Tudjman, primo presidente della Croazia indipendente. Nel 2000, il nuovo presidente
croato Stjepan Mesic ordinò che
Gotovina ed altri sei generali in
pensione anticipata fossero arrestati dopo aver rifiutato di cooperare con il Tribunale dell’Aja.
Latitante, venne arrestato nel
2005 a Tenerife, nelle Canarie.
Duri i comunicati del governo e del mondo politico croati:
«è inaccettabile» ha affermato
la premier Jadranka Kosor in
una conferenza stampa. «Faremo tutto quello che è nel nostro
potere per contestare queste affermazioni nella procedura d’appello», ha aggiunto, ricordando
che si tratta di una sentenza di
primo grado.
6[$%[
La vetrina dei libri
Ne tratteremo sui prossimi numeri di “Difesa”
B
i giungono settimanalmente per recensione
numerosi volumi afferenti la
Venezia Giulia e la Dalmazia
in ogni disciplina delle scienze
umane, dalla letteratura alla geografia, dalla ricerca storica alla
memorialistica: segno tangibile
della grande vivacità che da ormai almeno dieci anni e più anima autori e case editrici attenti
ai temi, i più vari, del confine
orientale in un ampio arco di
tempo e di epoche.
La periodicità mensile di
“Difesa” non permette di segnalarli tutti in tempo reale, ma
vogliamo intanto citare quattro
titoli che andremo a recensire sui
prossimi numeri. Gli altri testi
pervenutici non sono naturalmente di minore rilievo, ma la
tirannia dello spazio ci costringe
a rinviarli oltre. A tutti, autori ed
editori, assicuriamo come sempre che le copie donateci vanno
ad arricchire la Biblioteca della
Sede nazionale, già importante
per numero di volumi, ampiezza
di argomenti trattati e rarità di
edizioni conservate.
Piero Ambrosini - Roberto Rossini, Da Venezia a Cattaro. Le
località costiere dell’Adriatico
orientale nelle cartoline d’epoca.
Regione del Veneto-Cierre Edizioni, Verona 2010, con il contributo dell’A-Comitato
provinciale di Verona, pp. 335,
euro 33 + spese di spedizione.
In un volume di grande formato e
pregiata eleganza grafica, gli Autori presentano un’ampia selezione di cartoline ed immagini delle
località dell’Istria, del Quarnero
e della Dalmazia splendidamente
riprodotte ed accompagnate da testi esplicativi. Non solo una strenna ma un’edizione d’arte che esalta
e documenta la grande storia artistica, sociale, culturale, economica
dell’italianità adriatica.
Luigi Tomaz, In Adriatico nel secondo millennio, Edizioni Think
ADV, Conselve (Padova) 2010,
progetto dell’A-Comitato
provinciale di Venezia, pp. 588.
L’Autore, nato a Cherso, è studioso della civiltà adriatica ed autore di numerosi saggi ed interventi
monografici sulla storia dell’arte
istriana e dalmata, personalità eminenti della cultura e delle
scienze e momenti salienti della
storia del Novecento nei territori
orientali. Questo volume, che ha
per sottotiolo Dai Dogi Orseolo
alla Prima guerra mondiale, copre
un vasto arco di secoli e prosegue il
primo volume, apparso nel 2003,
L’Adriatico nell’antichità e nell’Alto medioevo: a conferma della rara
competenza di Tomaz nella complessa evoluzione della civiltà latina e veneziana.
Rachele Denon Poggi, Atti di
dedizione a Venezia delle città
dell’Adriatico orientale, Fondazione Scientifico-Culturale Rustia Traine, Trieste 2010, pp. 332
Un volume prezioso e documentato, che testimonia - mediante la
pubblicazione e il commento degli
atti di dedizione delle città dalmate alla Serenissima - il rilievo
e il ruolo della Repubblica di San
Marco in Dalmazia (così come li
ebbe in Istria). L’Autrice, giovane
discendente di dalmati, pubblica
ed illustra ogni singolo documento,
contestualizzandolo in relazione
alla più ampia vicenda degli equilibri politici ed economici dell’intera area adriatica.
Stelio Spadaro - Lorenzo Nuovo, L’Europeismo nella cultura
giuliana, LEG editrice, Gorizia
2010, pp. 228, euro 22,00.
Con questo volume antologico,
edito con il contributo dell’Associazione Volontari della Libertà,
Spadaro prosegue nel suo percorso,
intrapreso alcuni anni addietro,
volto ad illuminare la cultura politica giuliana di matrice liberale
e democratica, ed ancor prima
risorgimentale e repubblicana,
nell’impegnativo intento di rettificare la colpevole emarginazione
di cui è stata vittima nel secondo
dopoguerra; scomoda, quella cultura politica se fosse stata ben conosciuta, in quanto avrebbe smentito
clamorosamente l’etichetta di «fascista» all’intera storia della Venezia Giulia.
In questo volume sono raccolti interventi di grandi esponenti della
politica e della letteratura giuliane,
dai primi, del 1909, sulle colonne
de “La Voce” di Prezzolini, ad altri
degli anni Quaranta e Cinquanta
(di Leo Valiani, Carlo Schiffrer,
Giulio Cervani e molti altri), le
cui voci diverse restituiscono grazie
a Stelio Spadaro il ritratto autentico di un pluralismo di idee e di
analisi accresciuto dalla delicatezza della configurazione geo-politica dell’area giuliana e dalmata nel
Novecento.
I cento veli,
il filo nero
dell’inquietudine
Ambientato in Istria il
romanzo d’esordio di
Massimiliano Comparin
L
o incontrato al Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma il giovane autore,
Massimiliano Comparin, del
libro I cento veli (Nuova Editrice Magenta, pp. 170, euro
4C@F=@57#"
4
!5B96C#D#$#(7EE=C#*+,,
#
!87::7#>6=B7#>7E=@7
14,00) che ho ricevuto in diverse copie per la lodevole iniziativa di «book-sharing» una
simpatica forma di promozione
editoriale. Chiariamo il significato dell’iniziativa: essa prevede
la distribuzione gratuita di 500
copie, in edizione limitata ma
assolutamente identiche a quelle in vendita, ad eccezione della
quarta di copertina che riporta
il seguente testo: «Caro lettore,
questa copia è per te. Non è in
vendita, è in tiratura limitata
di 500 esemplari ed è un dono
che noi, autore e casa editrice,
desideriamo farti. In cambio ti
chiediamo due cose: la prima,
leggila. La seconda, donala a
tua volta».
Naturalmente ho letto il libro, l’ho letto tutto d’un fiato
e già questo è un punto a suo
favore. Debbo dire che inizialmente avevo qualche remora.
Trattare in un libro che ha il
taglio del giallo psicologico anche una pagina difficile e complessa, come quella delle Foibe
e del nostro confine orientale,
è una cosa da far tremare le
vene e i polsi anche a scrittori
provetti. Debbo dire però che
l’esordiente autore se la cava
alla grande.
Innanzitutto la storia inizia
nella modernità di una Milano
che lavora e ci porta nel vissuto
di una coppia dei nostri giorni in cui la “lei” scompare inspiegabilmente facendo sorgere
mille domande al suo compagno che, di fronte al fatto improvviso ed inspiegabile della
sua sparizione, scopre di non
conoscere realmente chi fosse
Gaia, la donna con cui ha diviso la vita per 6 mesi e che, dopo
la prima stordente fase dell’innamoramento, aveva incominciato a dare per scontata come
un accessorio del suo vivere
quotidiano. Il giro frenetico di
telefonate ad amiche e parenti
gli fanno conoscere man mano
nuove sfumature e nuovi aspetti della fuggitiva che ha lasciato
dietro sé telefonino, vestiti ed
un computer. Proprio quest’ultimo si rivelerà la chiave d’ingresso al suo mondo più intimo
in cui lei riversava i pensieri più
nascosti ed un misterioso file
aprendo il quale il nostro protagonista scoprirà i fantasmi di
un passato che non passa mai.
La ricerca di Gaia diventa
così un lungo viaggio iniziatico
che lo porterà a Trieste, la città
«italianissima», perché contrariamente a Milano, Roma o
Firenze ha sempre il bisogno
di affermare la sua italianità di
frontiera, la città di origine della sua ragazza, la città di «veci e
mati», una città dalla memoria
lunga, in cui gli avvenimenti che l’hanno percorsa 60-70
anni fa sembrano ancora ferite
vive nella sua carne; e proprio
quelle ferite che
hanno il terribile nome di
Foibe vengono
incontro al giovane Alessandro
con una forza
dirompente. La
terribile storia
che ha sconvolto quella che allora si chiamava
Venezia Giulia
sembra rivivere
col suo corollario di morti infoibati, cani neri
e strane atmosfere. Seguendo
questo filo nero
il viaggio lo porterà nell’Istria,
la terra nelle cui
voragini ancora
giacciono insepolti migliaia di povere vittime,
e che quella storia ha vissuto e
rivive continuamente sinché
resterà in vita uno solo dei suoi
carnefici.
Carnefici e parenti delle
vittime che, come scoprirà il
protagonista, possono ancora
vivere tra noi e sconvolgere la
sua vita e quella della scomparsa Gaia. Inutile addentrasi oltre, anche perché il libro
pur avendo un ampio respiro,
resta un appassionante thriller e non penso sia il caso di
guastare il gusto della lettura
rivelandone il finale. Voglio
aggiungere soltanto che i caratteri dei personaggi sono
trattati con maestria, dal protagonista Alessandro, a quella del Maresciallo Cantoni,
all’enigmatica figura del padre
di Gaia, quel signor Paoletti
che si rivelerà il fulcro nascosto dell’intera storia, una storia appassionante e ben scritta
da un autore esordiente ma di
sicuro avvenire.
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poesia superflua, ciò che è accaduto: la giovane insegnante il cui
sguardo incrociamo ora sorridente ora più severo è quanto il caso,
le circostanze fortuite o altro - si dica e si pensi ciò che si vuole ci hanno lasciato di lei, a parte la memoria ostinata e fiera della
sorella, signora Licia. Bisogna sapere, mentre si guardano queste
fotografie, quale ferina
violenza venuta dalla
notte dell’umanità ne
ha fatto scempio perché
“nemica” per ceto, lingua e sentimenti, perché donna e dunque,
ovunque nel mondo ed
ancora ai nostri giorni,
essere sottomesso sul
quale è lecito scaricare la vendetta covata
dall’odio di classe ed
etnico travestito malaW S.7%L$g#':'(%5!L$4'.:(.$6!5$S'-.:6.$
mente da liberazione
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degli oppressi - come
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,'-'%$5%$W!6%"5'%$6iP:.$%5$W!:'0.$?'A'5!$ è accaduto nell’Istria
martoriata dall’occupa%55%$W!7.:'%$6'$>.:7%$?. !@.$
zione jugoslava - o da
guerra santa contro gli infedeli nel mondo, o da costumi tribali
in forza dei quali la donna è un comodo accidente da calpestare.
Uno dei suoi scolari qui ritratti, Orlando Martini, ha conservato queste fotografie. Le avrà guardate e riguardate tante volte nel
corso della sua vita, ed oggi per la prima volta ha acconsentito a
renderle pubbliche attraverso “Difesa” e grazie ai buoni uffici della
presidente del Comitato A NVGD di Bergamo, Maria Elena Depetroni, che è l’insegnante di sua nipote: ecco quali curiose strade
intraprende la memoria per rigenerarsi. Lo ringraziamo sentitamente: con queste immagini l’antico alunno di Norma ha voluto
condividere con noi e con i nostri lettori l’emozione mai sopita di
rivedere la sua insegnante, nella cornice immutabile di quell’ultima estate istriana, di un’infanzia ancora veramente innocente.
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Quella
insegnante
severa e
comprensiva
La testimonianza del suo
alunno
!
ono Orlando Martini,
nato a San Lorenzo del
Pasenatico, Istria, nel lontano
1929. Ho frequentato la scuola
elementare nel paese e la prima
scuola media dell’anno scolastico
1941/1942 all’Istituto Magistrale “Regina Margherita” di Parenzo. La mia insegnante di Lettere
era la professoressa Norma Cossetto. La ricordo come una giovane laureanda, iscritta alla Facoltà di Lettere dell’università di
Padova, piena di voglia di vivere,
sportiva, sempre allegra e con
il sorriso sul suo giovane volto,
zelante e scrupolosa nel suo lavoro di insegnante, comprensiva e
nello stesso tempo severa con se
stessa e con gli alunni che pur le
volevano un gran bene.
Pretendeva disciplina in
classe, attenzione alle sue lezioni
che sempre finivano con accenni all’amor di patria, che in quel
tempo, ricordiamolo, era coinvolta in una terribile guerra. Rammento che in primavera ci faceva
fare delle bellissime ed istruttive
L’Ateneo di Padova onora la
sua giovane studentessa
Il Rettore, Giuseppe Zaccaria, la ricorda nella cerimonia
di inaugurazione della nuova targa
In occasione dell’apposizione
nel cortile nuovo di Palazzo del
Bo, sede dell’Ateneo di Padova
della nuova targa in memoria
della martire istriana, il cui testo
finalmente risponde alla verità
storica e per la quale si è impegnato con tutte le sue forze il
Comitato patavino dell’A NVGD
presieduto da Italia Giacca, il
Magnifico Rettore ha pronunciato un discorso ufficiale che riproduciamo nei passaggi più significativi.
B
ertamente ben interpretando i sentimenti e la
volontà della stragrande maggioranza dei cittadini italiani,
il nostro Parlamento, con una
scelta nobile ed alta, ha voluto
che il 10 febbraio, come «giornata del ricordo», sia dedicato
a non dimenticare la tragedia
degli italiani d’Istria e di Dalmazia, territori a noi cari e
così profondamente legati, nel
nome della Serenissima Repub-
blica, alla nostra storia e alla
nostra cultura, per ricordare la
vicenda drammatica di popolazioni inermi vittime delle foibe
e di efferati massacri, compiuti nel quadro di un disegno
egemonico ed espansionistico
[…]. Popolazioni innocenti,
colpevoli soltanto di esser italiani e di opporsi alla ferocia
di quanti, magari sbandierando ideali di libertà, negavano a
quegli italiani il diritto di vivere come uomini liberi nella loro
terra. […].
Non sono più accettabili
omissioni o silenzi su crimini
o responsabilità di singoli o di
gruppi: e la pacificazione nazionale, obiettivo cui meritoriamente la «giornata del ricordo»
aspira, deve nascere anzitutto
dal rispetto di una verità storica
che si tenga lontana sia da immotivate ed ingiuste rimozioni
sia da revisionismi interessati e
strumentali.
Tra questi uomini e queste
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donne capaci di sacrificare la
propria esistenza pur di resistere alla violenza prevaricatrice e alla negazione della libertà, spicca la figura-simbolo di
Norma Cossetto, a poco più di
vent’anni torturata, sottoposta
ad ogni forma di violenza e di
umiliazione ed infine uccisa per
non aver accettato di collaborare con le bande che stavano costituendosi in Istria in appoggio
all’esercito del Maresciallo Tito,
nel tormentato e drammatico
contesto storico che portò alla
conclusione della seconda guer-
5
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Indennizzi, se ne ha diritto soltanto se già
richiesti con le precedenti leggi
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Nel 2001, a seguito dell’emanazione della Legge n. 137/2001, inviai una raccomandata al Ministero del Tesoro chiedendo di poter
ottenere l’indennizzo in relazione ai beni appartenuti a mia madre
ed abbandonati nella ex Jugoslavia. A distanza di circa un anno
ricevetti da parte del Ministero stesso una lettera nella quale mi
veniva negato l’indennizzo per tali beni in quanto non era stato possibile rintracciare il fascicolo relativo ai beni di mia madre,
della quale avevo indicato i soli dati anagrafici. Pochi mesi fa ho
ritrovato tra le carte di mia madre dei documenti relativi alla pratica dei beni abbandonati in Jugoslavia e delle lettere del Ministero
relative a tale pratica. Desideravo sapere se ero ancora in tempo per
ottenere l’indennizzo da parte del Ministero.
passeggiate lungo la costa e nelle
fitte pinete di Parenzo, che scendevano degradanti fino al mare,
lo documentano le foto ricordo.
La sua triste fine in una foiba
carsica e quella di suo padre e di
tanti altri istriani, mi ha addolorato molto, e mi è spiaciuto che
in Italia, nessun governo, nessun
partito, nessuna autorità, pur conoscendo i fatti accaduti in Istria,
abbia in qualche modo protestato, chiesto giusti processi per i
colpevoli di quei crimini, ma si
è inchinata al fatidico vae victis,
senza farne parola, o intentare una
minima divulgazione di quanto è
accaduto, presso gli italiani tutti.
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*
a legge 137 del 2001, ha previsto un’ ulteriore integrazione agli indennizzi precedentemente elargiti dallo Stato
italiano; ciò sta a significare che il diritto all’indennizzo era attribuito solo a coloro che avevano presentato la prima domanda
entro i termini previsti dalle precedenti leggi, ovvero da ultimo
dalla Legge n. 135/1985.
Infatti, l’art. 1 della Legge 29 marzo 2001 n. 137 dispone
che: «Ai titolari di beni, diritti ed interessi abbandonati nei territori ceduti alla ex Jugoslavia in base al trattato di pace del 10
febbraio 1947 e all’Accordo di Osimo del 10 novembre 1975,
già indennizzati o da indennizzare ai sensi della Legge 5 aprile
1985 n. 135 e della Legge 29 gennaio 1994 n. 98, è riconosciuto
un ulteriore indennizzo». Tale legge, quindi, prevede una integrazione di indennizzo solo per coloro che fecero domanda
entro i termini previsti dalla Legge 135 del 1985, mentre nulla
è previsto per coloro che non avevano in precedenza attivato la
procedura di richiesta di indennizzo nei confronti dello Stato
italiano.
Per rispondere ora alla domanda che mi è stata rivolta, bisogna innanzitutto verificare se è stata presentata una domanda
sulla base delle precedenti leggi aventi ad oggetto i beni abbandonati e solo nel caso positivo si avrebbe il diritto ad ottenere
l’ulteriore indennizzo previsto dalla Legge 137 del 2001. Bisogna inoltre precisare che anche la Legge 137/2001 ha previsto
dei termini per la presentazione delle domande di conferma della richiesta iniziale di indennizzo. Tale termine era stato inizialmente fissato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge,
ma successivamente il termine è stato prorogato di ulteriori 180
giorni.
Alla luce delle precedenti considerazioni, mi sembra di poter
ritenere che, se sono state ritrovate delle lettere del Ministero del
Tesoro (oggi dell’Economia e Finanze), questo fa presumere che
vi siano stati dei precedenti indennizzi e che quindi la domanda
sulla base delle Legge 137/2001 possa essere accolta. In merito
ai termini previsti dalla Legge 137/2001, la raccomandata inviata nel 2001, pur se non indicante il numero della pratica aperta
presso il Ministero del Tesoro, ha sicuramente determinato la
tempestività della domanda.
Pertanto, sussistendo sia l’esistenza di un fascicolo riguardante domande di indennizzo presentate sulla base delle precedenti leggi sugli indennizzi dei beni abbandonati nella ex Jugoslavia, sia la domanda di indennizzo sulla base della Legge
137/2001 inoltrata nei termini di legge, non dovrebbero esserci
ostacoli all’ottenimento dell’indennizzo previsto dall’ultima legge citata. L’uso dei verbi al condizionale è reso necessario dal fatto che ogni singolo caso dovrà essere autonomamente valutato.
P:5%(6.$W%:8('$
ra mondiale. La “colpa”, se così
può dirsi, di Norma è stata solo
quella di aderire ad una causa di
italianità che significava difesa
della sua terra e delle sue tradizioni da parte di chi si sentiva
italiana, senza alcun calcolo di
convenienza.
Norma Cossetto era studentessa di Lettere dell’Università di Padova e aveva partecipato con entusiasmo ai
Giochi giovanili tenutisi a
Como. Quando fu uccisa in
Istria nel 1943 stava preparando la sua tesi di laurea con
Concetto Marchesi, il grande
Rettore che nel memorabile
discorso inaugurale del 722°
anno accademico dell’Ateneo,
circa un mese dopo la tragica
fine di Norma, aveva lanciato
un vibrante appello agli studenti contro l’oppressione nazifascista e aveva concluso la sua
altissima allocuzione con queste parole: «Giovani, confidate
nell’Italia. Confidate nella sua
fortuna se sarà sorretta dalla
vostra disciplina e dal vostro
coraggio: confidate nell’Italia
che non può cadere in servitù
senza che si oscuri la civiltà delle genti». […] Non deve quindi
troppo stupire il fatto che fu
proprio Concetto Marchesi,
esponente di spicco del Partito
Comunista, ma nel contempo
uomo dotato di un’alta autorità
intellettuale e morale e di uno
spirito libero ed indipendente, a proporre all’Università di
Padova di conferire a Norma la
laurea ad honorem.
Secondo la testimonianza
della sorella di Norma, Licia,
ella stessa aveva ben chiarito a
Concetto Marchesi che il loro
padre era fascista e che Norma
era sua figlia. Ma Marchesi rispose, cito testualmente, «che
non importava; era una ragazza
meritevole, morta così tragicamente, per la libertà dell’Istria».
A seguito della proposta di
Marchesi, l’8 maggio del 1949
il Rettore dell’Ateneo Aldo
Ferrabino concesse a Norma
Cossetto la laurea in Lettere per
onorarne la memoria con una
motivazione ufficiale, quella di
«caduta per la difesa della libertà», identica a quella di numerosi studenti e di quei 116 caduti che meritarono alla nostra
Università - unica in Italia ad
ottenere questo riconoscimento
- la medaglia d’oro per il ruolo
avuto nella lotta di Liberazione.
Anche nell’Atrio degli Eroi
qui al Bo, nella grande lapide
dedicata ai combattenti che
non hanno esitato a sacrificare
il bene supremo della vita per
la libertà della loro Patria e per
la liberazione dall’oppressione,
è presente il nome di Norma
Cossetto: e so bene che questo
fatto ha destato polemiche e
critiche. Si è detto che Norma
non fece parte di nessuna brigata partigiana che combatté la
guerra di liberazione dal nazifascismo, ma fu anzi vittima della
violenza degenerata di bande
armate che agivano contro il
nazifascismo. Senza alcuno spirito di polemica, soprattutto in
una giornata che deve e vuol essere di riconciliazione e di pace,
osservo che ogni azione compiuta per la difesa delle proprie
idee, ogni atto compiuto nel
segno della libertà, degno del
motto del nostro Ateneo: Universa universis patavina libertas.
[…] Quanto quella di altri studenti dell’Università di Padova
- ricordiamolo in quest’anno
in cui si celebrano i 150 anni
dell’Unità d’Italia - anch’essi
ricordati in una lapide nel nostro Bo, che hanno combattuto
e sono morti per la libertà nelle
guerre di indipendenza nazionale un secolo prima, che sono
andati a morire per l’Italia sui
campi di battaglia di Curtatone
e Montanara, che sono caduti
a San Martino o a Solferino,
che hanno sacrificato il bene
supremo della vita in nome
di un ideale superiore, quello
dell’unità e dell’indipendenza
della loro Patria.
Oggi l’Ateneo onora un
debito di riconoscenza nei confronti di Norma Cossetto. Accogliendo la richiesta dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia, Comitato
provinciale di Padova e della
sua presidente Italia Giacca, il
Senato Accademico ha voluto
onorare Norma Cossetto e con
lei gli italiani e le italiane vittime in anni eroici e tragici in
Istria e Dalmazia di inumana
ferocia, solo perché colpevoli
di aver difeso e pagato con la
morte e con l’esilio l’italianità
della terra natia. Ad onore di
Norma Cossetto, studentessa
dell’Ateneo, insignita nel 2006
dal presidente Ciampi di Medaglia d’oro al merito civile per
la sua luminosa testimonianza
di coraggio e di amor patrio, e
di tutti gli italiani e le italiane
che ne condivisero le sofferenze
e il coraggio, la lapide che andremo tra poco a scoprire esalta
il loro sacrificio per la Patria e
per la libertà. […]
Nel nome di
Norma
Presentato a Trieste il libro
di Luciano Garibaldi e
Rossana Mondoni
orma, studentessa istriana
di ventitré anni, venne seviziata e gettata agonizzante in una foiba
nella notte tra il 4 e 5 ottobre 1943 da
una banda di partigiani comunisti di
Tito. La sua figura è assurta a simbolo
del martirio di tutto la popolazione italiana del confine orientale. Fiore strappato dalla zolla, quando era sul punto
di sbocciare. La sua sarà purtroppo
solo l’inizio di una tragedia che avrebbe mietuto, nel corso e al termine della
Seconda guerra mondiale, migliaia di
vittime innocenti, colpevoli solo di
sentirsi italiane e di rifiutare l’imposizione dell’ideologia comunista.
In questo volume parlano i testimoni. Le vicende narrate portano l’eco
di un mondo che non vuole e non
deve essere sepolto. L’opera, edita da
Solfanelli, introdotta dal vicepresidente nazionale Rodolfo Ziberna, è stata
presentata dalla stessa Autrice, la studiosa e ricercatrice Rossana Mondoni,
il 14 marzo scorso, presso il Ridotto
del Teatro “G. Verdi”, gentilmente
concesso dal Comune di Gorizia.
6
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#
Commissione indennizzi, le
sedute del 7 e 14 aprile 2011
%
ubblichiamo l’elenco delle posizioni sulle quali la «Commissione sugli indennizzi dei beni perduti all’estero», che tratta
dei beni degli italiani di Istria e Dalmazia che quelli di altre zone già
sotto la sovranità italiana o comunque detenuti da cittadini italiani
all’estero. Ha deliberato nelle tre sedute di aprile 2011. Ricordiamo
che la Ragioneria Generale dello Stato ha espresso parere favorevole
circa la possibilità di considerare operante la Commissione collegiale,
nella sua attuale composizione, a partire dal 24 febbraio e fino alla data
del 5 maggio 2011.
Queste delibere non hanno nulla a che vedere con gli indennizzi
della Legge 137/2001, ma sono pendenze precedenti legate alla concessione di avviamento commerciale, revisione di stima e alla identificazione degli eredi beneficiari.
Seduta del 7 aprile 2011
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Seduta del 14 aprile 2011
Prosegue dai numeri precedenti
la pubblicazione delle cronache
relative alle manifestazioni che
hanno visto impegnati i Comitati e le Delegazioni provinciali
A NVGD su tutto il territorio nazionale. Proseguiranno ancora
sui prossimi numeri di “Difesa”,
unitamente ai resoconti che ci
giungono dalle comunità giuliano-dalmate d’oltre oceano. Per
un aggiornamento in tempo reale, si può naturalmente consultare il sito www.anvgd.it
***
COMITATO DI COMO
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gnato la lettura del «Giuramento di Perasto», mentre l’intera
cerimonia è stata chiusa dal Va’
pensiero.
Il 17 febbraio, nella Biblioteca comunale di Como incontro di studio Il confine orientale.
Italiani e sloveni fra due Stati,
relatori Antonio Orecchia (Università degli Studi dell’Insubria), Valter Merazzi (direttore
Istituto di Storia contemporanea “Pier Amato Perretta”) e
Nevenka Troha, (Istituto di Storia contemporanea, Lubiana).
el capoluogo lariano il
10 Febbraio istituzionale si è aperto nelle prime ore
della mattina presso i giardini di
Albate, con l’alzabandiera e la
sfilata che ha preceduto la cerimonia commemorativa. Dopo
i saluti delle autorità presenti,
l’intervento del rappresentante
*
Ad Albese
e radici del ricordo. Storia e drammi dell’Istria,
questo il titolo dell’incontro
tenutosi l’11 febbraio al Centro civico “Fabio Casartelli” di
Albese con Cassano con Guido
Giraudo, giornalista, e Federico
Goglio, scrittore, organizzato
dall’associazione culturale “InOltre” con il patrocinio del Comune di Albese con Cassano.
Il catasto croato accessibile anche per nome
Come richiedere una o più consultazione
olti di quanti ci
contatttano sanno che il catasto croato è
consultabile online, ma
solo per chi già conosce il
numero di particella da verificare. Questo impedisce
di fatto agli Esuli e ai loro
discendenti di effettuare ricerche vere e proprie. E se è
necessaria una ricerca anagrafica per conoscere quali
immobili o terreni risultano intestati ad un parente o
conoscente in Croazia? Dovreste incaricare qualcuno
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non ci vive!
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/
delle
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online le schede
delle
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richiedere la consultazione per un nominativo o un
multiplo di 120 euro a seconda di quanti nominativi
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postale 7409592, utilizzando un qualsiasi bollettino
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una mail a info@italidea.
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per la fattura), oltre ai nominativi su cui effettuare
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7506 o per telefono allo 06.
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-.( #!0%$.&&. 'C'.(!$6!55%$ '(' 0:%$:%6'-%5!
del Comitato A comasco, cui è seguita la lettura della
preghiera dell’Esule, la benedizione, la consegna alla Sezione
ANA di Albate di un Tricolore
per il Monumento ai Caduti di
Trecallo, la deposizione di una
corona di alloro mentre veniva
eseguita la «Leggenda del Piave». Il «Silenzio» ha accompa-
COMITATO DI
CREMONA
Nel capoluogo e nella
provincia presente
l’A
*
e manifestazioni per il
Giorno del Ricordo si
sono aperte la mattina del 10
nel Teatro “Monteverdi” con
7
Q ?:!7%L$3h$
b!^^:%'.$2h33[$
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la rappresentazione «Voci dal
buio» di Federico Benna allestita dalla Compagnia “Spazio
Mythos”, dedicata agli studenti
dell’ultimo anno degli istituti
superiori su iniziativa dell’Assessorato alle politiche educative: un copione che prevede la
ricerca, da parte di due medici
sul fondo di una foiba, dei resti
delle vittime. Il giorno prima,
9 febbraio, nel Teatro di Cremona è stato proiettato per gli
studenti dell’ultimo anno delle
classi superiori «La citta dolente» introdotto e commentato
successivamente dal presidente
del Comitato A Mario
Ive.
Quindi, la cerimonia solenne al Cimitero, nel settore
dedicato ai Caduti, presenti le
autorità civili e militari, l’assessore Chaira Capelletti in
rappresentanza della Provincia
e tutte le associazioni d’Arma
con i labari, cittadini ed esuli.
Il prefetto di Cremona Bruno
di Clarafond e il sindaco Perri
hanno rievocato le tragedie di
65 anni fa ed hanno evidenziato
il significato del Giorno del Ricordo. È seguita la testimonianza del presidente del Comitato
A cremonese, Ive, che ha
ringraziato le autorità per la
loro preziosa partecipazione.
Quindi al suono del Silenzio
fuori ordinanza due vigili hanno posato, a nome della città
di Cremona, la corona al monumento ai Caduti giulianodalmati di tutte le guerre. Fiori
sono stati deposti anche presso
la Croce che, sul viale, ricorda
tutti gli esuli giuliano-dalmati
morti lontano dalle loro terre.
Diverse le manifestazioni
svoltesi nei giorni immediatamente precedenti il 10 Febbraio
anche nella provincia cremonese.
Il 4 febbraio, a Castelvetro
piacentino, proiezione del Dvd
dell’A «Esodo» nella sede
della Biblioteca comunale, de-
dicata agli studenti delle terze
medie e al pubblico e seguita
dal commento degli insegnanti e dalle testimonianze rese da
Laura Calci e Mario Ive.
Il 12 febbraio, a Bonemerse
nella sala del Consiglio comunale, dinnazi ad un folto pubblico, e con l’introduzione della
presidente della Biblioteca civica e del sindaco, testimonianze
del prof. Luigi Bisicchia, esule
da Villa del Nevoso, della prof.
Laura Calci, esule da Fiume, e
di Mario Ive, esule da Pola.
Il 13 febbraio, nella Chiesa
di Borgo Loreto il parroco ha celebrato una Messa solenne per
le vittime delle Foibe e gli esuli
deceduti lontano dalle loro terre. Il coro del CAI di Cremona ha accompagnato la Messa
ed alIa fine ha intonato il «Va’
pensiero» mentre l’officiante ed
il vicesindaco hanno posato un
mazzo di fiori presso il grande
quadro dei Patroni giuliani e
dalmati. Commoventi le parole del parroco e del vicesindaco
Carlo Malvezzi, che unitamente ad autorità e pubblico si sono
intrattenuti con i convenuti per
un momento di fratellanza.
Il 16 febbraio nel’aula magna dell’ITIS di Cremona lo
storico triestino Fabio Todero ha tenuto una seguitissima
lezione agli studenti giunti
da tutte le scuole, organizzata
dall’Assessorato alle politiche
educative.
"
A Crema
l 10 Febbraio in piazza
Istria e Dalmazia è stata
posata una corona di alloro alla
bella lapide raffigurante l’Istria,
posta in memoria delle vittime
delle Foibe e dell’esodo. Presenti le autorità civili e militari, le associazioni patriottiche e
i molti cittadini. Hanno preso
la parola il sindaco e l’esule da
Zara Tommaso Caizzi a nome
del Comitato A. «Sento
la nostalgia della storia passata
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#
e del filo che per oltre 400 anni
ha legato la Dalmazia all’Italia
e a Crema, data la comunanza
sotto la Serenissima. Ho gratitudine per questa città che mi
ha accolto molti fa, esule dalla
mia terra. Il mio dovere è quello di ringraziare tutte le persone
che sono qui oggi, con la loro
presenza, a ricordare i 350 mila
dalmati e istriani che sono stati
uccisi o costretti all’esilio». Così
Tommaso Caizzi, fuggito da
Zara nel 1944.
Da segnalare infine le diverse conferenze, cerimonie e
lezioni con testimonianze svoltesi in svariate località della provincia di Cremona e di Piacenza, riportate nelle cronache de
“La Provincia”, quotidiano che
ha dedicato più volte intere pagine agli eventi. Altrettanto ha
fatto anche il quotidiano “La
Cronaca” e la emittente televisiva Telecolor con un servizio
speciale la sera del 10 Febbraio,
corredato da interviste a Mario
Ive e Laura Calci e rievocando
il compianto amico Mario de’
Vidovich.
***
COMITATO DI
GENOVA
Inaugurati i Giardini
'10 Febbraio'
!
ono stati inaugurati a
Genova-Pegli i giardini
pubblici «10 Febbraio. Giorno
del Ricordo per le Vittime delle
Foibe». Alla cerimonia hanno
partecipato gli assessori comunali alla Cultura e all’Educazione, Andrea Ranieri e Paolo
Veardo, oltre al presidente del
Comitato A, Claudio
Eva. Questi ha ricordato tra
l’altro che dei 350.000 esuli italiani da Istria, Venezia Giulia e
Dalmazia, circa 5.000 scelsero
Genova come rifugio e luogo
dove farsi una nuova vita, in
Italia, lontani dalle persecuzioni dell’esercito titino a seguito
della sconfitta del nazifascismo.
La sistemazione dell’area,
una sorta di cerniera di passaggio verso la parte bassa del parco
di Villa Pallavicini, ha permesso
anche di realizzare opere per la
garanzia e tutela degli alberi,
delle essenze e del cedro del Libano posto vicino all’ingresso.
La lettera del presidente
Claudio Eva a “Il Giornale”
(
il presidente del Comitato, prof. Claudio
Eva, ha indirizzato una lettera
al quotidiano “Il Giornale” per
rettificare alcune imprecisioni
comparse in un articolo apparso l’11 febbraio scorso e nella
quale si legge tra l’altro: «Scrivo
per apportare alcune doverose
correzioni all’articolo a firma
di Matteo Agnoletto comparso
su “Il Giornale” dell’11 febbraio 2011, titolato Giardini
per le vittime delle foibe. Sottolineo che alla manifestazione
ero presente in qualità di presidente del Comitato provinciale
dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, associazione assolutamente apolitica, e quindi
non nelle vesti di responsabile
regionale PdL della Protezione
Civile. Inoltre un significativo
errore esiste in quanto riportato
nel virgolettato a me attribuito:
“Da quel momento gli italiani
‘insediatisi’ in quei territori furono messi davanti ad un bivio:
disconoscere le proprie origini
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e diventare slavi oppure ‘rientrare’ in Italia”. Ricordo che
gli italiani non si erano insediati ma rappresentavano una
comunità autoctona valutabile
in circa 60% della popolazione residente, mentre la componente slava era, secondo il
censimento del 1920, al 36%.
Come la storia insegna, le genti
italiane occupavano quei territori da centinaia di anni pur in
una realtà che vide, specie con
l’impero austro-ungarico,un
massiccio apporto di gruppi
etnici slavi. Quindi, dopo il
trattato di pace del 1947, gli
italiani residenti dovettero optare
se essere e
rimanere
italiani o divenire sudditi della Jugoslavia.
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' 7.5.".
Sottolineo che fu assolutamente negata la possibilità
di una scelta referendaria ma
fu concessa solo un’opzione
che fu subordinata alla concessione dell’espatrio da parte
delle autorità slave. 350.000
italiani, circa 80% dei residenti in Istria, Fiume e Dalmazia
scelsero tra grandi difficoltà di
voler essere italiani. Prendendo
la via dell’esilio. […] Quest’anno, in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia,
è estremamente importante
restituire alla storia il sacrificio
di quei 350.000 che rappresenta uno dei più fulgidi esempi
di attaccamento alla madre Patria, che la Storia d’Italia possa
annoverare».
***
COMITATO DE
L’AQUILA
Nell’Abruzzo colpito dal
sisma le celebrazioni
del 10 Febbraio
onostante le difficoltà
ambientali e logistiche
che persistono nel territorio
aquilano e che condizionano
inevitabilmente l’operatività,
il Comitato A presieduto
da Livio Gobbo - a sua volta
trasferito in diverse sedi per
l’inagibilità della sua abitazione - non ha mancato di presenziare alle manifestazioni indette per il 10 Febbraio 2011.
Nel capoluogo, il presidente
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del Consiglio provinciale, Filippo Santilli, ha voluto convocare un Consiglio aperto e, in
ossequio alle sollecitazioni del
Ministero della Pubblica Istruzione, è stata utilizzata quale
sede l’aula magna della Facoltà
di Medicina e Chirurgia. Dopo
l’introduzione del presidente
Santilli e la proiezione del filmato «Un’altra storia» è stata
data la parola alla prof.ssa Maria Luisa Aniceti, vicepresidente A per L’Aquila.
Nel corso della manifestazione sono stati commemorati
i 100 militari abruzzesi che si
trovarono a condividere con
i fratelli istriani l’orrore delle
Foibe; si è reso un tributo agli
Esuli giuliani e dalmati che,
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con la riservatezza loro propria
molto hanno dato alla vita ed
alle istituzioni della città altro non chiedendo - primi in
Italia - , l’intitolazione di una
strada alla martire istriana
Norma Cossetto, assurta a simbolo della tragedia italiana del
fronte orientale. L’intervento
della relatrice ha sollecitato e
profondamente coinvolto il
pubblico intervenuto. In considerazione di ciò, la prof.ssa
Aniceti, a nome dell’A,
ha voluto manifestare la disponibilità a donare alla Biblioteca
Provincia pubblicazioni utili a
costituire una sezione dedicata
alla Venezia Giulia e alla Dalmazia, che possa costituire un
riferimento per studiosi, giovani e scuole.
)
In provincia
d Avezzano, su invito
del sindaco Antonio
Floris, il presidente Gobbo
accompagnato da Osvaldo
Ciocca ha preso parte alla conferenza indetta dall’Amministrazione per commemorare le
vittime delle Foibe. All’incontro sono state invitate diverse
classi degli istituti superiori
che hanno seguito con attenzione gli interventi del sindaco, del dirigente scolastico
Adamo frigioni, dell’assessore
alla Cultura Luca Dominici e
dello stesso Gobbo, al termine
dei quali è stato proiettato il
docu-film A «Ritorno a
casa», molto apprezzato dagli
studenti.
Sempre ad Avezzano è tor-
nata in seguito una delegazione del Comitato, invitata dai
dirigenti dell’Istituto “Camillo
Corradini” in collaborazione
con gli istituti comprensivi
“Galileo”, per un incontro con
i gli allievi tenutosi nel salone
dello storico castello Orsini
Colonna, per l’occasione gremito di ragazzi e pubblico.
Hanno preso la parola il prof.
Angelo Bernardini, commissario del distretto 2, amico fraterno dell’Associazione, il presidente Gobbo e l’avv. Valeria
Misticoni che ha richiamato
l’attenzione dei docenti e degli alunni sugli eventi salienti
dell’esodo e delle violenze perpetrate. Anche in questa circostanza è stato proiettato «Ritorno a casa», cui sono seguiti
diversi interventi di giovani
interessati ad approfondire alcuni aspetti, dimostrando così
l’interesse delle giovani generazione per accadimenti ancora
scarsamente tratttai nei testi
canonici.
Un doveroso ringraziamento il presidente Gobbo
desidera rivolgere alla prof.ssa
Sabina Torti, per il suo fattivo
impegno nella organizzazione
del Giorno del Ricordo.
Infine, a Sulmona l’associata Antonietta Stocchi ha tenuto una serie di conferenze negli
istituti scolastici del territorio.
***
CONSULTA
LOMBARDIA
Premiati gli studenti del
concorso
«L’esodo degli italiani
dell’Istria, di Fiume e della
Dalmazia. Storie, persone,
affetti»
el Giorno del Ricordo,
celebrato nell’Aula del
Consiglio del Palazzo della Regione dal presidente del Consiglio regionale Davide Boni e
dal presidente della Giunta Roberto Formigoni in ricordo dei
valori del martirio e dell’esodo
giuliano-dalmata, come vuole
dal 2008 una specifica legge
regionale, sono riecheggiati i
ricordi e il terrore delle foibe
che, come ha ricordato il presidente Boni, «hanno colpito
duramente l’identità e il territorio di una nazione».
La cerimonia si è conclusa
con le premiazioni delle scolaresche che hanno partecipato
al concorso regionale «L’esodo degli italiani dell’Istria, di
Fiume e della Dalmazia. Storie, persone, affetti». I lavori
sono stati valutati da una apposita giuria composta dallo
stesso presidente del Consiglio
Boni, da Luciana Ruffinelli,
presidente della Commissione Cultura, dal consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul,
da Lucio Toth, presidente nazionale dell’A, dall’avv.
Sissy Corsi, presidente della
Consulta regionale lombarda
della stessa Associazione e dalla
prof.ssa Annamaria Romagnolo, rappresentante dell’Ufficio Scolastico regionale per la
Lombardia.
I premi, consegnati dai
membri della Giuria, dal presidente della Regione Roberto
Formigoni e dal consigliere e
segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale
Carlo Spreafico, sono andati
allo studente Giacomo Florio
della classe 1° B della Scuola
“Sant’Angela Merici” di Bergamo (insegnante coordinatore Laura Santini), alle classi
3° B, 3°D e 2° B dell’Istituto
Comprensivo “Don Milani”
di Vergiate (insegnante coordinatore Corrado Macchi), allo
studente Davide Salvatori della
classe 1° B del Liceo Scientifico
“Carlo Alberto Dalla Chiesa”
di Sesto Calende (insegnante
coordinatore Alfonso Pagliuca), e alla classe 2° B del Liceo
Scientifico “G. Gandini” di
Lodi (insegnante coordinatore
Elisabetta Baldini).
Nel suo indirizzo di saluto
ai partecipanti, il presidente
Formigoni ha voluto rimarcare il significato del Giorno
del Ricordo e le ragioni della
promulgazione, nel 2008, della relativa legge regionale: «Lo
dobbiamo innanzitutto a coloro che qui onoriamo, ricordando il loro estremo sacrificio. A
distanza di oltre mezzo secolo
il martirio delle foibe e l’esodo
giuliano-dalmata pesa ancora
sulla coscienza civile italiana,
che non può e non deve dimenticare questa tragedia dalle
dimensioni inumane» Ed ha
aggiunto: «È stata innanzitutto una motivazione culturale
quella che ha spinto Regione
Lombardia a prestare attenzione verso un capitolo così forte
e drammatico della storia italiana. Si è trattato cioè di un
tributo di natura ideale nei
confronti della tragedia di migliaia di persone ingiustamente
dimenticate dai nostri libri di
storia e coperte da un silenzio imperdonabile. Una verità
a lungo nascosta, ma che ora
anche grazie alla nostra legge
regionale è possibile recuperare attraverso attività che comprendono la pubblicazione di
studi, ricerche e saggi, raccolta
di materiali e testimonianze
[…].
Per questi motivi ha concluso Formigoni - desidero
[…] congratularmi in particolare con i giovani vincitori che
verranno premiati oggi: con i
vostri numerosi elaborati, volti
a ricordare il dramma istriano,
avete testimoniato concretamente l’irrinunciabilità di un
valore assoluto, quello della
difesa della persona - chiunque
essa sia - contro ogni gesto di
violenza. In questo senso attraverso le vostre opere avete
riconosciuto la dignità insostituibile di quelle povere persone e soprattutto riaffermato le
ragioni della vita, della pacifica
convivenza e della costruzione
del bene comune, che sono
fondamento della nostra Res
publica».
***
COMITATO DI LATINA
Istituzioni e scuole
coinvolte
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ome da diversi anni a
questa parte, il Giorno
del Ricordo è stato commemorato nel capoluogo pontino
con una serie di manifestazioni
realizzate su iniziativa e con la
collaborazione del Comitato
presieduto da Benito Pavazza.
Il 10 Febbraio, nella Chiesa
dell’Immacolata è stata celebrata una S. Messa in suffragio delle vittime delle Foibe,
cui è seguita la deposizione di
una corona al monumento intitolato ai Martiri delle Foibe
in Piazzale Trieste. Quindi, in
collaborazione con l’associazione culturale “Lestra”, presso il Teatro A. Ponchielli si
è tenuta una manifestazione
commemorativa aperta a tut-
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ta la cittadinanza: il programma prevedeva letture di testi,
proiezioni di materiale video e
fotografico e l’incontro diretto con alcuni testimoni della
tragedia. «Un’occasione - ha
commentato il Commissario
straordinario Prefetto Guido
Nardone - per condividere un
momento di riflessione che
punta a fare del ricordo, della
memoria, un punto di forza
per far sì che tali tragedie non
debbano più accadere».
Il presidente nazionale
Toth a Latina
l Comitato A pontino
dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia, in collaborazione
con l’Associazione Nazionale
Dalmata di Roma, ha organizzato un incontro presso la sala
conferenze del Teatro “D’Annunzio” per la presentazione
del volume edito con finanziamento della Regione Lazio,
Trattamento degli italiani da
parte Jugoslava dopo l’8 settembre 1943, a cura di Guido Cace.
Il volume è una ristampa del
documento che fu pubblicato
a cura dei Servizi Segreti della
Marina Militare nel 1946, per
essere presentato al trattato di
pace di Versailles. Il suo contenuto è fatto di drammatiche
testimonianze e immagini degli orrori perpetrati dai partigiani titini contro gli italiani
dell’Istria, con il preciso scopo
di costringerli all’esodo.
9
Ha introdotto il presidente
del Comitato di Latina Benito
Pavazza, con un caloroso saluto e ringraziamento a tutti i
presenti, sottolineando quanto
fosse l’argomento occasione di
coinvolgimento emotivo, trattandosi di fatti dei quali molti dei presenti hanno vissuto
come una delle pagine più nere
della nostra storia in riferimento a Fiume, Pola, Zara, Gorizia
e Trieste.
Ha poi preso la parola il
vicepresidente Piero Simoneschi, coordinatore dell’evento
che, citando l’Arcivescovo di
Trieste mons. Antonio Santin
con le sue parole ancora attuali
«Il mondo vive di principi proclamati e violati dagli stessi che
li proclamano», ha rimarcato
l’occasione che quella frontiera
che è stata teatro di fatti san-
l’impiego di simili mezzi per la
soluzione dei problemi etnici e
di confine.
Guido Cace, presidente
dell’Associazione
Nazionale
Dalmata, ha poi fatto un’ampia sintesi del libro (Palladino
Editore) in tutti i suoi aspetti e
soprattutto nelle sue prove fotografiche agghiaccianti, citando
l’evolversi e i particolari della
originaria stampa del testo, riguardo la sua realizzazione e la
requisizione, allora, di tutte le
copie da parte del Governo Italiano per essere poi distribuite
alla Conferenza di Pace.
È stata poi la volta del sen.
Ajmone Finestra, ex combattente ufficiale dei Bersaglieri, il quale ha portato le sue innumerevoli
testimonianze sui fatti accaduti
in quel periodo con particolare riferimento alla città di Zara
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guinosi, pur nella riconoscenza
del sacrificio di tanti martiri
italiani, dovrà necessariamente
essere luogo d’incontro tra i diversi popoli che vi abitano perché le ragioni della convivenza
debbono prevalere su quelle
di appartenenza e identità:
l’Unione Europea dovrà, nella
libertà e nel rispetto delle autonomie, facilitare questa convivenza. Simoneschi ha voluto
concludere che, dopo questa
immane tragedia, è da condannare nel modo più assoluto,
dove fu a quel tempo presente.
La giornalista RAI Mila
Mihajlovich (di origine serba)
ha rievocato il percorso della sua
infanzia toccata per molti aspetti dalle violenze tra soldati delle
diverse etnie ed ha sottolineato
per esperienza diretta come, alla
fine, proprio gli italiani hanno
dimostrato di tenere in conto i
valori della civiltà, e sicuramente di un maggior rispetto dei
nemici durante la belligeranza,
documentando la sua opinione
con l’immagine di un campo di
!"#$%&'&"&()**+%&,-..
!
contenzione italiano.
Ha concluso l’incontro Lucio Toth, presidente nazionale
A, il quale ha ringraziato
il Comitato di Latina per questa
manifestazione, ha esposto i vari
aspetti ricollegabili al contenuto
del testo in presentazione.
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Convegno sulle Foibe.
Il dibattito con gli studenti
sull’esodo giuliano dalmata
#
i è svolto lunedì 18
aprile, presso l’Istituto Agrario di Borgo Piave,
un incontro tra gli studenti e
i membri del Comitato A di Latina. Desiderosi di
conoscere ed approfondire le
drammatiche vicende dei confini orientali del nostro Paese,
dell’Esodo e delle Foibe, la direzione didattica dell’Istituto,
gli insegnanti e
gli studenti hanno
incontrato
il
presidente
cav. Pavazza, il
vicepresidente
Simoneschi,
i
consiglieri Musco e Sicconi, e
Marino Micich,
direttore dell’Archivio
Museo
Storico di Fiume
in Roma, in qualità di rappresentanti degli esuli
che hanno illustrato all’attenta
platea con dovizia di particolari
le vicende che
hanno portato
all’esodo degli
italiani dalla Venezia Giulia.
Presenti oltre 200 studenti, i
professori D’Agostini, Ferruti, Tripodi e Danieli. Dopo i
rituali saluti espressi dal presidente Benito Pavazza, alcuni
allievi hanno letto componimenti e poesie riguardanti il
dramma giuliano-dalmata. Ha
preso quindi la parola Marino
Micich, che ha ricostruito il
contesto storico e geografico
dei territori dell’Istria e della
Dalmazia durante il periodo
bellico e post-bellico. Si sono
succedute quindi le testimonianze di Sicconi (Parenzo) e
Musco (Dignano d’Istria). Alcuni studenti hanno formulato
numerose domande per avere
conferme e chiarimenti sulla
vicenda.
Ha concluso poi il vicepresidente Simoneschi, che, riallacciandosi alla recente celebrazione dei 150 anni dell’Unità
d’Italia, ha espresso il fervido
sentimento di autentica italianità dei giuliano-dalmati, dimostrata inequivocabilmente
con la scelta dell’Esodo. Ha
quindi ringraziato il dirigente
scolastico per aver ospitato la
delegazione di Latina e poi tutti gli studenti presenti, insieme
al corpo insegnante.
COMITATO DI
MODENA
Inaugurato il Monumento
dedicato ai Martiri delle
Foibe
$
iverse e qualificate le
iniziative promosse
nel territorio modenese. Nel
capoluogo le celebrazioni hanno avuto inizio il 7 febbraio,
quando presso il Tempio dei
Caduti il picchetto d’onore e
le associazioni combattentistiche e d’Arma con i rispettivi
labari hanno reso omaggio alla
memoria ed assistito alla celebrazione liturgica officiata da
mons. Giacomo Morandi, vicario generale dell’Arcidiocesi
di Modena-Nonantola. Successivamente, in piazza Natale
Bruni l’evento più importante, la inaugurazione del Monumento dedicato ai Martiri
delle Foibe. Il monumento,
in pietra carsica, è stato realizzato e posto in opera grazie
all’intervento del Comune e
della Provincia di Modena,
della Cava Romana di Aurisina (Trieste) e della “Saima
Avandero SpA”.
Estremamente toccante e
solenne la cerimonia di inaugurazione, svoltasi alla presenza delle massime autorità
civili e militari, del sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi e del presidente nazionale
A Lucio Toth, il quale,
insieme con il sindaco di Modena Pighi, il presidente della
Provincia Sabattini e il sottosegretario Giovanardi, ha sollevato il drappo tricolore che
copriva il cippo di pietra carsica. Gli Esuli, duemila nella
provincia, non hanno fatto
mancare la loro presenza. Un
presidio di forse dell’ordine si
è reso necessario a fronte di
alcuni «antifascisti modenesi e
carpigiani» che hanno esposto
cartelli sugli «Ipocriti del ricordo al servizio degli sgherri
fascisti» ed hanno distribuito
volantini che descrivevano le
foibe come un falso storico.
Ignorati comunque, perché
nel frattempo, in processione ordinata, gli Esuli e i loro
discendenti deponevano una
rosa ai piedi del cippo in pietra carsica.
Si apprende dalla stampa
locale che, considerando il fresco precedente del vandalismo
ai danni della stele in memoria delle vittime dell’Olocausto, sussiste il timore di danneggiamenti anche al nuovo
monumento. Per questo è
in corso un’opera di riposizionamento della telecamera
che vigila su piazzale Natale
Bruni. E non solo: le forze
dell’ordine
intensificheranno i controlli delle pattuglie
con quattro giri di ronda per
notte. A differenza della stele
del parco della Resistenza, sul
cippo non ci saranno scritte
scolpite nella pietra, ma solo
una targa recante una terzina
dantesca tratta dalla Divina
Commedia realizzata con una
verniciatura particolare che
agevola la pulizia in caso di
“vandalo graffitaro”.
Grande commozione, naturalmente, anche da parte del
gen. Giampaolo Pani, presidente del Comitato A
modenese: «Il monumento
diventerà punto di riferimento della nostra associazione
di esuli: ci raccoglieremo il 2
novembre per ricordare i morti nei territori che abbiamo
perso e ci ritroveremo il 10
Febbraio per rinnovare il ricordo per queste terre geograficamente lontane, ma vicine
negli affetti».
Successivamente, presso
l’ex Cinema Principe è stata
inaugurata la mostra fotografica «Il Giorno Del Ricordo»
curata dal prof. Guido Rumici. Cicerone d’eccezione per i
visitatori il presidente Lucio
Toth. «Il conflitto ideologico si è risolto in una vicenda
che dal punto di vista della
drammaticità e dell’atrocità
ha pochi eguali alla fine della
Guerra Mondiale - ha riconosciuto dal canto suo il sindaco di Modena Pighi -. Questo
non è un pezzo di storia che
appartiene ai vinti, ma alla
storia della riacquisizione della libertà con la vicenda drammatica del confine orientale
che ha portato allo scatenarsi
di conflitti non comuni ad altre zone d’Europa».
Il giorno seguente, 11 febbraio, presso la Sala conferenze
“Giacomo Ulivi” dell’Istituto
Storico di Modena la conferenza «Venezia Giulia 19181954. Luoghi e immagini di
un percorso tra le violenze del
Novecento al confine orientale», con gli interventi di Fabio
Todero (Istituto storico del
Friuli Venezia Giulia), Lorenzo Bertucelli (Presidente della
Fondazione ex Campo Fossoli, docente presso l’Università
di Modena e Reggio Emilia) e
coordinamento di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto
Storico modenese.
%
In provincia
Sassuolo il sindaco,
Luca Caselli, ha presenziato alla breve cerimonia
commemorativa in Via Martiri delle Foibe, in prossimità
della sede del Commissariato
di Pubblica Sicurezza, ed ha
deposto una corona sulla targa. Le altre iniziative: nell’Auditorium comunale, azione
scenica sugli eccidi delle Foibe, La nave del ricordo a cura
del Teatro dell’Aleph. Quindi
una conferenza-dibattito, in
Sala Biasin, con il prof. Luciano Monzani (Università
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10
!"#$%&'&"&()**+%&,-..
!
degli Studi di Bari) sul tema
«Gli Esuli Giuliano-Dalmati
nell’Italia repubblicana: problemi e momenti», incontro a
cura dell’A.
Mentre il sindaco ha richiamato gli esponenti politici a di ogni schieramento a
partecipare, perché «il giorno
del Ricordo non è di destra
o di sinistra, ma di tutti e in
un momento di crisi politica
generale c’è bisogno di dare
segnali forti di unione e collaborazione», l’assessore alla
Cultura, Luca Cuoghi, ha
caldamente invitato l’intera
cittadinanza a partecipare a
questa solennità civili ed ha
invitato tutti i sassolesi ad
esporre il Tricolore dai balconi
e dalle finestre.
Tra le altre iniziative previste nel territorio provinciale, a Campogalliano il 10
Febbraio presso la Sala del
Consiglio Comunale conferenza «Il confine orientale»,
a cura di Claudio Silingardi,
direttore dell’Istituto Storico
di Modena. Nella stessa giornata, a Nonantola nel cinema
teatro “Troisi” e nell’ambito
della rassegna di documentari
«Ma che storia è questa», proiezione del film «Le vie della
memoria», il Novecento nella provincia di Trieste a cura
dell’Istituto regionale per la
storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia
Giulia. Interventi di Franco
Cecotti sul «confine mobile»
tra Italia e Jugoslavia, sui conflitti nazionali, gli esodi e le
foibe.
Non è mancato, ovviamente, a Mirandola l’ennesima inaugurazione della
mostra «Fascismo, foibe, esodo. Le tragedie del confine
orientale», realizzata dalla
Fondazione della memoria
della deportazione (Milano),
periodicamente e da anni allestita intorno al 10 Febbraio in
chiave giustificazionista.
'
el capoluogo toscano
le celebrazioni ufficiali hanno rispettato il tradizionale omaggio reso al cippo
di Marina di Pisa, luogo dove
trovò rifugio una comunità di
profughi giuliano-dalmati. Un
momento solenne al quale ha
fatto seguito la S. Messa nella
Chiesa di S. Gregorio Magno
presso il cimitero suburbano.
In Sala delle Baleari le
celebrazioni ufficiali, aperte
dall’intervento del sindaco Filippeschi che ha voluto incentrare il suo discorso ufficiale
sul tema dell’oblio e del ruolo
delle comunità italiane della
costa adriatica orientale alla
cultura e all’unità del nostro
Paese. «Troppe volte in passato, ha ricordato Filippeschi,
sapendo abbiamo taciuto, abbiamo cercato di condannare
all’oblio ciò che gettava ombre su ragioni che ragioni non
erano, poiché non vi può essere ragione nel tener nascosto
l’orrore dell’iniqua violenza
perpetrata su gente inerme,
rea solo di esistere, colpevole della sola appartenenza ad
un popolo, ad una nazione o
a una confessione religiosa».
«Nel corso del Novecento - ha
aggiunto il Sindaco - troppe
volte l’oblio ha oscurato verità
che per diplomazia o per opportunità politica si è cercato
di rimuovere e non è certo con
il silenzio della ragion di Stato
che si afferma il principio di
una pace perpetua tra i popoli».
Dopo l’intervento del sindaco ha preso la parola il presidente della Provincia, Andrea Pieroni, e il Prefetto di
Pisa De Bonis.
***
COMITATO DI
TRENTO
Ricollocata in centro
città la lapide in memoria
dell’esodo
ntensa l’attività del Comitato trentino, al cui
attivo può vantare diversi interventi nelle scuole del territorio, tenuti unitamente alla
Delegazione di Rovereto ed
avente come tema conduttore il «Confine orientale e la
sua gente». Ai rappresentanti degli Esuli ha dato spesso
supporto il direttore generale
del Museo Storico del Trentino, insegnante di Storia Moderna.
Nel corso degli incontri con gli studenti, alcuni
membri del Direttivo hanno
portato la loro storia e testimonianza: Rino Girardelli,
Mariangela Fabris Tarticchio,
Sabina Garbin, Edmondo
Giacomelli, e chi scrive sempre. Un adeguato corredo
alle testimonianze è stato assicurato dal Dvd prodotto
dal Museo Storico in Trento
«Volti di un Esodo», molto
apprezzato dal prof. Raoul
Pupo il quale ha espresso
l’auspicio di poterlo integrare
con un video esplicativo della
storia politica, civile, militare
e religiosa delle popolazioni
vissute nei territori appartenuti all’Italia.
Il prof. Pupo ed il prof.
Spazzali hanno tenuto, per
conto e con il Museo Storico
in Trento, due relazioni sulle
vicende del confine orientale
sia a Bolzano che a Trento.
Oltre che da studenti degli
ultimi anni dei Licei, gli interventi sono stati seguiti anche dai cittadini e dagli iscritti alle scuole serali.
Quest’anno nel Giorno
del Ricordo si è finalmente
realizzato il desiderio degli
Esuli di Trento: per volontà
del Consiglio Comunale è
stata ricollocata la lapide, pe-
Il Giorno del Ricordo
a Canberra
Gli interventi del presidente Donda, dell’ambasciatore
e della presidente della Federazione nazionale
&
er iniziativa dell’Associazione Giuliani di
Canberra è stata celebrata anche
quest’anno la ricorrenza del 10
Febbraio, nel corso di una cerimonia presso il Centro Culturale
Italiano (dove nel 2009 fu affissa
una targa commemorative) in
memoria delle vittime delle Foibe e di coloro che furono costretti all’esodo dopo l’annessione di
parte dell’Italia Orientale alla Jugoslavia comunista di Tito.
Per prendere parte alla celebrazione sono convenuti da Sydney i rappresentanti dei circoli
giuliani di Santa Maria di Cherso
(incluso il presidente Daniele Velcich) e dell’Associazione Fiumani
con Carlo Stupar); da Wollongong sono giunti Adriana Douglass, presidente della Federazione
Australiana dei Circoli GiulianoDalmati, con il marito Warren
Douglass e Carlo Brugnatti.
La giornata è iniziata con la
il danno incommensurabile che
l’odio condotto all’estremo può
causare nel cuore delle persone,
fino a condurle a commettere
azioni atroci, in questo caso contro innocenti. Il celebrante ha
quindi menzionato Don Francesco Bonifacio, un sacerdote
istriano trentaquattrenne che per
la sua fede fu catturato, picchiato,
seviziato e buttato in una foiba.
È stato elevato agli altari pochi
anni addietro in quanto vittima
di odio verso la fede cristiana.
Don Franco ha osservato
come «la cosa più brutta è stato
il silenzio per tanti anni su questi
eventi: non se ne poteva parlare.
C’è stata una grande ingiustizia
ma finalmente non la si può più
tacere. Dobbiamo ricordare queste atrocità perché non succedano più» ha dichiarato.
Al Centro Culturale Italiano
la parte formale della cerimonia
ha incluso interventi del presiden-
W -&0?"**&=(,6&.?&7%!&'$*"(+6E'&,!&(
***
Q E,(.&0!K"7'$(
COMITATO DI PISA
L’omaggio al Cippo di
Marina di Pisa
PRESENTI I GIULIANI DI SYDNEY,WOLLONGONG E
DELLA CAPITALE AUSTRALIANA
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+"7'*&(,&(@*"7!+"0'"(+",(-$.!'&'$(
12345=( $77",,&(G&*!
raltro devastata nell’autunno
scorso, dalla periferia in centro città.
Infine, da rilevare che
quest’anno sia a Rovereto
che a Trento è stato possibile
commemorare le vittime degli eccidi perpetrati dal regime titoista, senza manifestazioni di disturbo, che vi sono
anche state ma in altre sedi.
100&(<&*!&(<&*%$::!(J",,"*
S. Messa celebrata nella chiesa di
San Gregorio a Queanbeyan da
Don Franco Leo della nunziatura
apostolica alla presenza dell’ambasciatore e di un nutrito numero di soci del sodalizio. Nella sua
omelia Don Franco ha rimarcato
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11
te dell’Associazione di Canberra,
dell’ambasciatore e della presidente della Federazione nazionale.
Mario Donda Jnr, presidente
dell’Associazione Giuliani di Camberra, ha dato il benvenuto all’ambasciatore d’Italia, Gianludovico
de Martino di Montegiordano;
a Don Franco Leo; ad Adriana
Douglass; ai presidenti dei circoli
venuti da Sydney e Wollongong
e agli altri convenuti, invitandoli
ad ascoltare l’Inno di Mameli. Il
presidente Donda ha sottolineato
come il Giorno del Ricordo abbia
«finalmente sollevato il velo del
silenzio della tragedia delle ‘foibe’ e riconosciuto il torto orribile
che fu compiuto agli istriani, fiumani, chersini e dalmati costretti
all’esodo senza alcuna colpa se non
quella di essere o sentirsi italiani».
Ha concluso con emozione affermando «Alle vittime delle foibe, a
quelle 350.000 dell’esodo e a tutti quelli che da quel periodo buio
ad oggi ci hanno lasciato per un
mondo migliore, la pace eterna e
il nostro ricordo».
Ha quindi preso brevemente
la parola l’ambasciatore de Martino di Montegiordano che si è
detto «onorato» di essere presente per commemorare la tragedia
che colpi parte dell’Istria e della
Dalmazia» nel dopoguerra. Dopo
aver rammentato che il 10 Febbraio fu istituito dal governo italiano come Giorno del Ricordo,
l’ambasciatore ha spiegato che è
proprio per evitare tragedie simili
a quella delle foibe, che i popoli
europei dopo la seconda guerra
mondiale decisero di forgiare forti legami d’amicizia, dai quali è
scaturita l’Unione Europea.
Il terzo intervento è stato
della signora Adrana Douglass,
presidente della Federazione Australiana dei Circoli GiulianoDalmati, la quale si è soffermata
sullo scopo di questa giornata:
mantenere e tramandare la me-
moria dell’esodo forzato di oltre
350.000 persone e di coloro che
furono gettati negli abissi delle
foibe, molti ancora in vita. Ha
aggiunto con tristezza che «nelle
nostre strade e nelle nostre piazze
non si sente più parlare la nostra
lingua, non c’è più la nostra gente». I fatti “scomodi” delle foibe e
dell’esodo (un doppio esodo: prima in Italia, e poi in vari Paesi del
mondo) erano stati ufficialmente
“dimenticati” per tanti anni , ma
non erano mai stati dimenticati
da chi li aveva sofferti. E solo con
la caduta del comunismo moderno che vi si è fatto luce
Per ultimo, Don Franco ha
recitato una preghiera composta
dall’arcivescovo di Trieste e Capodistria, mons Antonio Santin, in
cui ricorda il “calvario” delle foibe
e chiede a Dio di donare conforto
alle famiglie. Egli ha quindi benedetto la targa commemorativa e
le tre corone di fiori che sono state deposte sotto la targa dall’ambasciatore, da Adriana Douglass
e da Mario Donda Jnr al suono
di un emozionante Va’ pensiero
concludendo con un abbraccio
e il segno di pace la cerimonia al
Centro Culturale Italiano.
I convenuti si sono spostati all’adiacente Italo-Australian
Club per consumare assieme un
ottimo pranzo e passare qualche
ora in allegria, rinnovando amicizie tra giuliani residenti a Sydney,
Wollongong e Canberra e anche
cantando qualche vecchia canzone. I commensali si sono dati appuntamento per l’anno prossimo
per continuare a mantener viva la
memoria di questa immane tragedia nella storia d’Italia.
<&*!$(P$0+&(R0*(
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!
Zara,
inaugurata
la sede del
Comitato
della «Dante
Alighieri»
l 18 settembre 2010 il Comitato di Zara della «Soc.
Dante Alighieri» ha inaugurato la
sua nuova sede e si è gemellato con
l’omologo Comitato di Padova. La
sede, fornita dal Comune, che era
presente con un suo rappresentante, è piccola ma in ottima posizione: nel centro storico, tra la Facoltà
di Italianistica e la Comunità degli
Italiani. Successivamente, nella vicina e più capiente sede della Comunità, il vicepresidente del Comitato padovano, prof. Giuseppe
Iori, ha tenuto una conferenza su
Dante e la poesia.
I rapporti con Zara del Comitato padovano della «Dante»,
Esuli giuliani e dalmati,
l’antica idea di patria
Un contributo di riflessioni pubblicate su «Analisi Politica»
La rivista on line «Analisi Politica» - mensile di ricerca e comunicazione
diretto da Arnaldo Ferrari Nasi - pubblica sul numero 2/2011 dedicato al
tema Morire per la Patria? un nostro contributo, espressamente richiestoci,
che riproduciamo.
l concetto di «patria», quale si è formato e modificato nell’Europa moderna in almeno tre secoli di storia, rinvia a tutta la
lunga e complessa storia dell’evoluzione statuale, politica, civile e culturale delle nazioni del Vecchio Continente, tra le quali naturalmente
è l’Italia. Quell’idea, che affonda comunque le sue radici nel mondo
classico, greco e latino, ha conosciuto evoluzioni e modificazioni, arretramenti, strumentalizzazioni e aggiornamenti che ne hanno profondamente variato nel tempo la percezione e il consenso.
Ma trascina con sé, la «patria», anche la questione della nazionalità
e della cittadinanza, temi rilevanti sul quale gli storici contemporanei
si sono ampiamente soffermati ed oggi ancora di straordinaria attualità
perché in corso di revisione e di trasformazione nel quadro di una società globale alla faticosa e controversa ricerca di nuovi, possibili equilibri.
Un terreno sul quale quel principio ha trovato linfa e suscitato
innumerevoli contrasti è il confine orientale italiano, quella estesa
area dalle Alpi Giulie all’Adriatico già veneziano, che sino al 1918
fu soggetto all’impero austro-ungarico ed abitato da una prevalente
popolazione di lingua e cultura italiane accanto a comunità slavofone
e germanofone; le prime più consistenti nell’interno dell’Istria e dietro Fiume, le seconde presenti e diffuse sullo spartiacque alpino. In
questa cornice, piuttosto estesa e morfologicamente variegata, si sono
storicamente incontrate e frequentemente confrontate le due distinte
concezioni di appartenenza e di identità, quelle che potremmo definire europeo-«occidentale» e quella «orientale», radicalmente diverse.
Nella prima accezione, l’appartenenza è – anche, unitamente ad
altri fattori – la risultante di un percorso individuale di «civilizzazione», cioè di acquisizione consapevole di uno status percepito come migliorativo rispetto ad una condizione precedente; ovvero l’esito di una
scelta che prescinde dalle origini naturali per conseguire una migliore
o più conveniente posizione sociale, economica e culturale. Entra in
gioco, dunque, la libera scelta, che può prescindere ed allontanarsi
anche di molto dalla nascita, dalla pertinenza al gruppo di origine, in
una parola al «sangue». Un percorso che può compiersi nel giro di una
generazione come di un tempo più lungo.
Nella seconda accezione, l’identità è definita tout court dalla nascita: si appartiene sempre alla comunità di origine per ragioni, ap-
W V&*&=(!0&)8)*&:!$0"(+",,&(0)$#&(
risalgono addirittura alla sua fondazione, nel 1890. Il suo primo presidente fu infatti il prof. Giuseppe De
Leva, nato a Zara nel 1821 e che a
Padova era stato preside della Facoltà di Lettere e Rettore Magnifico.
D’altronde l’Università di Padova
fu per molti secoli l’Università dei
Dalmati. Particolarmente numerosi
furono infatti i Dalmati, come gli
Istriani, che la frequentarono, sia
come studenti che come docenti.
Agli avvenimenti hanno preso
parte i partecipanti ad un viaggio
realizzato dal presidente provinciale di Padova dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, con la
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collaborazione di chi scrive. Fra
i più di quaranta partecipanti vi
erano anche soci della «Dante» e
dell’A. Il viaggio, a Medjugorje, Lesina , Spalato e Zara, è
stato occasione di incontro con le
Comunità degli Italiani di Lesina,
Spalato e, come si è detto, Zara.
La presidente del Comitato
di Zara, la giovanissima Andrea
Bevanda, da poco eletta, potrà ora
incrementare l’attività del Comitato, precedentemente molto limitata dalla mancanza di sede.
U,!$( !%%!&*+!
punto, di sangue, di idioma, di
condivisione di costumi: in questo caso, la «patria» è una condizione sostanzialmente immutabile e non discutibile.
Nel caso degli italiani autoctoni della Venezia Giulia e
della Dalmazia, l’identità è intimamente connessa con una opzione, per così dire, aggiuntiva:
nati in una marca di confine,
lungo una faglia di contatto e di
intersecazione con popolazioni
alloglotte, la loro scelta ha avuto
un carattere assertivo più forte e
ribadito di quanto non sarebbe
stato se fossero nati in qualsivoglia altro luogo della Penisola. Il
W ;)8,!",.$(Y?"*+&0(!0()0&(%&*'$,!0&(
sentimento di appartenenza si è
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nutrito di un patrimonio complesso e strutturato di valori, antichi e riconoscibili perché discendenti
da Venezia e dalle libertà comunali, e nel quale più tardi, dalla metà
del XIX secolo, ebbero un ruolo importante le aspirazioni nazionali di
affrancamento da Vienna e da Budapest. Quello che la storiografia ha
definito «irredentismo» si è formato in realtà sui principi risorgimentali e mazziniani di libertà e di autodeterminazione: principi che hanno
condotto i giuliani e i dalmati ad offrire un contributo di alto profilo
nelle guerre italiane d’indipendenza e nel primo conflitto mondiale. Il
loro apporto, in quei passaggi storici, si è caratterizzato da una volontarietà fortemente intrisa di motivi ideali ed etici, per quanto ciò possa
sembrare oggi remoto e distante dalla sensibilità contemporanea.
La difesa della patria assume, in questa luce, molteplici significati sedimentati: non limitati alla difesa di un suolo o di un bene
materiale, ma comprensiva di un insieme di valori culturali ai quali
l’italianità dell’Adriatico orientale si è richiamata nel tempo – e si richiama tutt’oggi – per identificarsi: l’eredità latino-veneta in primo
luogo, con il suo patrimonio storico, civile e giuridico che ha creato in
quell’area – solo apparentemente periferica – un ambiente pressoché
unico in termini di elaborazione di civiltà, di capacità di interazione
con soggetti e collettività diversi e di convivenza. Una storia, questa,
che molteplici fattori interni e internazionali del secondo dopoguerra hanno tenuto sottotraccia, al punto da estrometterla, quasi, dalla
grande storia della nazione italiana nel Novecento, e che si inizia ora
a “riscoprire” anche nelle sue potenziali lezioni per il presente e per i
possibili assetti futuri della società globalizzata, a partire dalla plurisecolare esperienza maturata nei rapporti con comunità diverse per
lingua e cultura di provenienza.
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Difensori
Roberto Amore, 36 anni,
Roma, originario di Buie
d’Istria
Angelo Amore, 32 anni,
Roma, originario di Buie
d’Istria
Giuliano Moggi, 21 anni,
Roma, originario di Pinguente
Andrea Pozzi, 27 anni, Varese,
originario di Pola
Daniele Diminich, 29 anni,
Trieste, originario di Albona
Cristina Perini, 37 anni, Canada, originaria di Capodistria
Centrocampisti
Manuel Geroni, 29 anni, Trieste, originario di Pisino
Daniel Perini, 37 anni, Canada, originario di Capodistria
Matteo Maniero, 29 anni,
Padova, originario di Montona
Stefano Silli, 35 anni, Treviso,
originario di Albona
Tommaso Fortuna, 23 anni,
Varese, originario di Pola
Attaccanti
Gabriele Luciano Picone, 26
anni, Torino, originario di
Dignano d’Istria
Miguel Angel Perez, 31 anni,
Argentina, originario di Rovigno
Paolo Valenta, 27 anni, Torino,
originario di Visinada
Danilo Giannini, 26 anni,
Taranto, originario di Pola
Luigi Fattorini, 26 anni Roma,
originario di Pola.
U.S. FIUMANA.
Tecnico Sergio Vatta.
Giocatori di origine fiumana e
quarnerina:
Portieri
Luca Ferrante, 36 anni, Latina,
originario di Abbazia
Alessandro Pelco, 38 anni,
Pistoia, originario di Fiume
Difensori
Cristiano Bussani, 24 anni, La
Spezia, originario di Lussino
Gabriele Fassina, 21 anni,
Torino, originario di Fiume
Kim Cossutta, 40 anni, Australia, originario di Fiume
Giulio Matthew Giuricich, 21
anni, Sudafrica, originario di
Lussino
Marco Cvetnich Margarit,
28 anni, Torino, originario di
Fiume
Marco Peretti, 28 anni, Genova, originario di Fiume
Centrocampisti
Andrea Pregel, 26 anni, Tori-
no, originario di
Fiume
Niccolò Caucci,
22 anni, Milano, originario di
Fiume
Tiziano Jurinovich, 21 anni,
Livorno, originario di Draga di
Moschiena
Mirko Cuttini,
28 anni, Torino, originario di
Fiume
Marco Vidulich, 28 anni, Sudafrica, originario di Lussino
Luca Giuseppe Muscardin, 26
anni, Sudafrica, originario di
Lussino
Attaccanti
Tiziano Puzzer, 27 anni, Trieste, originario di Fiume
Ludovico Fassina, 20 anni,
Torino, originario di Fiume
Alessandro Sirotich, 30 anni,
Milano, originario di Fiume
Diego Cambiaso, 24 anni,
Alessandria, originario di
Fiume.
A.C. DALMAZIA.
Tecnico Pierluigi Pizzaballa.
Giocatori di origine dalmata:
Portieri
Filippo Jurinic, 33 anni, Milano, originario di Zara
Giorgio Savinetti, 21 anni,
Roma, originario di Zara
Difensori
Tomislav Caruz, 25 anni,
Monza, originario di Zara
Massimo Avezzano, 23 anni,
Sassari, originario dell’isola di
Pago
Chris Mezich, 40 anni, Stati
Uniti, originario dell’isola
Lunga
Hideki Del Corso, 16 anni,
Torino, originario di Zara
Victor Bucarizza, 18 anni,
Sudafrica, originario di Zara
Richard Lockhart, 19 anni,
Stati Uniti, originario dell’isola
Lunga
Centrocampisti
Stefano Gherdovich, 22 anni,
Firenze, originario di Zara
Neven Adzaip, 23 anni, Varese,
originario dell’isola di Brazza
Alessandro Petrich, 20 anni,
Roma, originario di Zara
Guido Filippo Becich, 22
anni, Milano, originario di
Cattaro
Riccardo Ferrari Cupilli, 29
anni, Torino, originario di Zara
Attaccanti
Augustin Chiappetta, 18 anni,
Argentina, oroginario di Zara
Federico Chiappetta, 20 anni,
Argentina, originario di Zara
Nicolò Tommaso Becich, 20
anni, Milano, originario di
Cattaro
Anton Bucarizza, 25 anni,
Sudafrica, originario di Zara
Massimiliano Mancino, 29
anni, Torino, originario di Zara.
Le divise delle squadre e
l’abbigliamento completo con i
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scelto, le taglie richieste e l'indirizzo a cui inviarle. Nel plico, con il
materiale ordinato, sarà inserito il bollettino postale per il pagamento o le coordinate per effettuare un bonifico.
Diamo con queste immagini un “assaggio” delle divise. Foto, descrizioni e costi sono riportati nelle news del nostro sito www.anvgd.
it o, con foto più definite, su www.triangolaredelricordo.it.
La disponibilità dell’abbigliamento è limitata.
#
Sul numero di giugno di “Difesa Adriatica” il simpatico catalogo completo, per raggiungere tutti i lettori e i soci.
Pizzaballa,
allenatore del
Dalmazia:
«felice e onorato di poter
partecipare a questo importante appuntamento»
(
na simpatica intervista
all’allenatore del «Dalmazia», Pierluigi Pizzaballa,
indimenticato portiere nerazzurro degli anni Sessanta, è apparsa sul numero del 16 aprile
scorso di “Nerazzurro”, periodico della tifoseria dell’Atalanta di Bergamo, a firma di Raffaello Brunasso.
Alla domanda su come sia
giunto a dare la sua adesione
al Triangolare, così risponde:
«sono stato contattato dagli
organizzatori, ho dato la mia
disponibilità ed eccomi seduto
sulla panchina del Dalmazia.
Non ci sono delle ragioni particolari, ma sono senz’altro ben
felice e onorato di poter partecipare a questo importante appuntamento non solo sportivo,
ma che affonda le radici nella
memoria, nella storia e nella
cultura di un popolo».
L’intervistatore osserva che
i giocatori provengono un po’
da tutti gli angoli dei continenti: Sud Africa, Argentina, Stati
Uniti… e Pizzaballa commenta: «Sì, la scelta è stata piuttosto complessa. Tutti gli atleti,
ovviamente, diretti discendenti
di parenti che per nascita o residenza hanno vissuto nelle terre della Venezia Giulia e della
Dalmazia. C’è stato dietro un
grande lavoro da parte dell’Associazione Venezia Giulia e
Dalmazia. Praticamente tutte
le sedi dei cinque continenti si
sono messe in moto per recuperare il maggior numero di atleti
e formare così una rosa il più
possibile ampia».
Alla domanda di prammatica, su quale squadra ritiene
possa vincere, l’allenatore così:
«Come sempre, vinca il migliore o, meglio, vincano i migliori.
Ovvero, tutti quei partecipanti
che con sacrificio e spirito di
identità hanno voluto dimostrare il grande amore per la
loro Terra e l’Italia».
13
ELARGIZIONI E
ABBONAMENTI
Questa rubrica riporta:
- le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario;
- le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;
- gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”;
All’interno di ogni gruppo, i
nominativi sono elencati in ordine
alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono
citate le località di residenza degli
offerenti. Ringraziamo da queste
pagine tutti coloro che, con il loro
riconoscimento, ci inviano il segno
del loro apprezzamento e del loro
sostegno. Le offerte qui indicate
non comprendono le elargizioni
ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD.
ABBONAMENTI
CON ELARGIZIONI A
“DIFESA ADRIATICA”
CCP 32888000
Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio
anno, in occasione del rinnovo
dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o
che hanno versato comunque una
quota maggiore dell’ordinario.
Segue dal numero precedente.
MARZO 2011 Andreicich
Vipsania € 50, Andretti Vanni
€ 50, Andreuzzi Pietro € 50,
Antollovich Italo € 50, A
Belluno € 40, Apostoli Silveria
€ 50, Armeni Guglielmo € 35,
Bedendo Moro Mirta € 100,
Bellasich Scarpa Silvana € 50,
Belletti Albino € 40, Borroni
Antonio € 50, Bracco Diana €
100, Cardin Davide P. Andrea €
50, Castoldi Filippo € 60, Cergna Sergio € 50, Concina Antonio € 50, Damiani Arianna € 50,
Damiani Luciano € 50, Debrevi
Tarcisio € 50, De Petris Giannella € 50, De Toma Francesco
€ 50, De Tonetti Maria Grazia
€ 50, Di Grande Foscarina € 50,
Drizzi Vittorio € 50, Fantato
Anna € 50, Fiorina Crosilla €
50, Fontanot Nadia € 50, Gabrio Gabriele € 50, Harzarich
Giuseppina € 60 in memoria dei
genitori Giuseppe e Margherita,
Iurzolla Viviana € 50, Ivanov
Adriana € 50, Kniffitz Wally €
50, Lanfredi Annamaria € 400,
Martinis Marchi Felicità € 50,
Mattiazzi Dinora € 50, Merviz
Bari Amalia € 40, Miani Mario
€ 50, Pace Tullia € 35, Palaziol
Antonio € 50, Palmich Maria €
50, Pertile Maria € 40, Polgar
Giovanni € 50, Ricciardi Elio
€ 40, Ricci Luciana € 50, Scala
Iolanda € 50, Stefani Donatella € 50, Stocco Moretti Silvia €
50, Tentardini Enrico Aurel €
55, Torissich Odette € 50, Venturini Erminio € 50, Wolf Anna
Maria € 50.
APRILE 2011 Allazetta An-
nalisa € 50, Bolognani Giorgio €
60, Buccaran Nidia € 50, Centro di Documentazione Multimediale € 50, Fam. Germanis
€ 40, Hausbrandt Ermanno €
50, Madrinato Dalmatico € 50,
Piasentier Evelino € 60 in ricordo di Piasentier Vittorio, Sotte
Francesco € 35, in ricordo dei
miei genitori Antonio ed Elisabetta Marinoni, Skull Diana Petrelli € 50, Superina Pietro € 50,
Vianello Mariagrazia € 50.
ELARGIZIONI DIRETTE
ALLA SEDE NAZIONALE
ANVGD
CCP 52691003
MARZO 2011 Borroni Antonio € 50.
ABBONAMENTI
ORDINARI A “DIFESA
ADRIATICA”
CCP 32888000
Il rinnovo degli abbonamenti
si concentra maggiormente tra fine
e inizio anno, quando i lettori ricevono insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco
comprende solo coloro che hanno
versato la quota ordinaria di abbonamento.
Segue dal numero precedente.
D’Ambrosio
Riccardo,
D’Ancona Bruno, D’Ancona
Livia, D’Andre Mario, Dambrosi Ida, Damiani Gino, Dapretto Arrigo, De Bernardi
Egle, De Carli Rino, De Cleva
Guido, Decastello Elena, De
Fanfogna Gabriella, Deffar Ennio, Defranza Edoardo, De
Franza Margherita, De Lazzarini Battiala Lavinia, Dellavia
Maria Grazia, De Lombardo
Claudio, Delise Lucia, Dellino
Rezzi Onda, Demarin Antonio,
Del Caro Ferruccio, Del Linz
Pietro,
Dell’Arti
Enrico,
Dell’Olio Rosita, Deltin Ermanno, Deltin Silvano, Demori
Andrea, Depicolzuane Carmelo, Depicolzuane Pietro, Deponte Giuseppe, Devescovi Attilio, Devescovi Giovanna, Del
Sarto Umberto, Diana Luigi,
Diana Maria Grazia, Dinelli
Glauco, Dirce David, Divari
Greco Maria, Diviacchi Bruno,
Dolenti Livio, Donaggio Carmela, Donaio Livio, Donati
Palmira, Dorich Miranda, Dorigo Dora, Doz Giovanni,
Drandi Beatrice, Dubs Renata,
Dugan Gemma, Duiella Franco, Dujimovic Slava, Ellero Iolanda, Erario Clara, Fabich Vincenzo, Fabris Elsa, Fabris
Mariangela, Fabris Massimiliano, Fabroni Sandro, Faraguna
Ezio, Faraguna Lina, Fedel Ernesto, Ferrarese Sergio, Ferri
Giuliana, Filippi Maria, Fillich
RFiume Anna, Fioranti Maria,
Fioranti Silva, Fioretti Fioretto,
Fiorescino Selmi Nirvana, Fisichella Giovanna, Florido Marino, Fodor Buttignoni Arianna,
Fornasar Luciano, Fornasaro
!"#$%&'&"&()**+%&,-..
!
Renata, Fracchiolla Maria Teresa, Franco Gino, Franco Giuseppe, Franco Teresa, Franzelli
Marialuisa, Friedmann Eliana,
Frighetto Annamaria, Frosini
Molinari Edda, Gabrielli Lussi
Silvana, Gallessi Emilio, Gallovich Marcello, Galimberti Maria, Gambetti Laura, Gandolfi
Giuseppina, Gasperini Giovanni, Geletti Flavia, Giurina, Garbelotto Renzo, Gatti Gabriella,
Gatti Rosa, Gelleni Lidia, Ghersini Gigliola, Giachin Antonio,
Giachin Lauretta, Giachin Silvana, Giacomelli Edmondo,
Giacometti Maria, Giadrossich
Gianni, Gianesini Ines, Giantomassi Mirella, Giordani Carla,
Giorgini Anna, Giorgini Ireneo, Giorgi Mario, Giormani
Virgilio, Giovanelli Maria, Giovanni Carlo, Giovannini Luciano, Giuricich Mario, Giuricco
Leonia, Giusepponi Luigi,
Gliubich Caterina, Gnesda Lucia, Gobbo Anita, Gobbo Vittorio, Godina Piero, Gorlato
Giorgio, Gorlato Uccio, Gortan
Armerina, Gortan Ermanno,
Graber Regina, Grandi Duilio,
Grebaz Dino, Gregori Mario,
Grilli Arnaldo, Grohovaz Luciano, Grossi Enrica, Handl Argentina, Harzarich Giuseppina,
Hechis Elda, Iacobacci Giulia,
Ianora Livia, Iannotta Tullia,
Iurman Giovanni, Ivessa Lidia,
Jelich Paolo, Jurassich Emilio,
Jurinich Salvatore, Kalebich
Annamaria, Kauten Giancarlo,
Kotlar Guerrino, Kucich Ronaldo, Labianca Antonia, La Grasta Giovanni, Laube Sergio,
Laureati Gianfranco, Leinweber
Antonietta, Lenzovich Maria,
Locatelli Tullio, Lollis Roberto,
Lubiana Aquilino, Lughi Silvia,
Luini Bandino Aurelia, Lunardi
Andrea, Maburzio Armando,
Maggi Lorenzo, Malesi Giannotti, Malusà Annamaria, Maniglio Rosanna, Manni Dario,
Mansillo Annibale, Manzin Ida,
Manzini Bruno, Manzoni
Gianna, Maracich Giovanni,
Maracich Giuseppe, Maracich
Renato, Maracich Stefano, Marampon Licia, Mariconti Giacomo, Marinaz Icilio, Marini
Franco, Marini Maddalena,
Marioni Aldo, Marozzi Renato,
Marsi Campi Alba, Marussi Luisa, Marussich Ettore, Massalin
Gigliola, Massi Giovanni, Massidda Paolico, Maso Roberto,
Matcovich Antonia, Matcovich
Claudia, Matesich Luigi, Matessich Mario, Mattiussi Antonio, Mattossovich Adele, Matulich Aldo, Mauri Marina,
Maurini Mariano, Maurovich
Mario, Mazzanovich Ivo, Medved Vladimiro, Meladossi Antonio, Melini Marchese Edda,
Melli Corva Maria, Mengaziol
Licia, Merluzzi Elena, Mezzacasa Mariaelisa, Miancich Giancarlo, Miani Mario, Michele
Fabrizio, Micheli Caterina, Michicich Maria, Migioni Silvana,
Mihich Manlio, Mikulich Serenella, Milani Daniela, Milliava
Ireo, Millo Nerina, Minguzzi
Anna, Mini Nidi Anna, Momi
Giovanni, Moise Dionisia,
Montanari Claudio, Montanari
Maria, Moraro Marino, Morpurgo Valli Graziella, Moscolin
Bruno, Mouton Nella, Multisch Caterina e Paolo, Muscardin Isacco, Musich Russo Maria, Musina Livio, Nasazio De
Pol Silvana, Nani Tamino Melita, Negovetich Boris, Neri Rode
Claudio, Nerini Fiammetta,
Nicolich Federica, Niero Marco, Nincevich Gianfranco, Novelli Eugenia, Nunziante Marussi Paola, Marzola Mario,
Nutti Mario, Ognibene Ada,
Olivi Premuda Fulvia, Onida
Gavino, Ortali Luciano, Ostoni
Gualtiero, Ostrini Bruna,
Ostrogovich Flavia Maria, Pagnetti Franco, Palaoro Narciso,
Palci Nella, Pallavicini Antonio,
Pallavicini Marino, Palin Augusta, Pamich Irma, Panella Luigi,
Paniek Albino, Parisi Marco,
Passelli Barazzetti Gabriella,
Paulovich Adriano, Paulovich
Maria Cristina, Pavcovich Codazzi Mirella, Pavich Adalgisa,
Pellegrini Alessandro, Pellegrini
Paolo, Penso Paolo, Perich Eligio, Perini Fulvio, Pernetti Licia, Persi Paoli Francesco, Persich Bruno, Persich Carlo,
Persurich Nello, Perruccio
Gianfranco, Petani Ennio, Petrani Edoa, Petricich Gallo Liliana, Petris Giovanni, Petronio
Guido, Pezzoli Paolo, Pianezzola Giancarlo, Pibernik Elena,
Pierucci Giovanbattista, Pilla
Aldo, Pillepich Franco, Pillepich Livio, Pinz Luciana Trombetta, Pisani Franco, Pistan
Editta, Pitacco Riccardo, Pitamitz Honore, Pivac Bulian Liliana, Pizzinat Armando, Pizzinat Giovanni, Plank Anna
Maria, Politi Giuseppe, Polonio
Giuseppe, Poretti Silvi Mercedes, Poropat Guido, Porro Renata, Poso Armanda, Postet Piero, Pravi Quirino, Predonzani
Favretto M. Luisa, Premate Gabriella, Prodan Giovanni, Prosperi Diana, Pugliese Aldo, Puz
Miriam, Quagliano Cenci Vittoria, Quaglierini Teodoro,
Quattrone Maria Ausilia, Rabar
Meda, Racchi Franco, Racozzi
Anna, Radolovich Danilo, Raffin Osvaldo, Ragnan Marina,
Raldi Rare Stellia, Rammo Rosanna, Randi Renato, Ratti Vidoli Paola, Rauni Andrea, Redovnicovich Graziella, Retta
Guido, Rezzara Kiswarday Lelia, Richard Vittoria, Ricotti
Einhorn Laura, Rijavec Anna
Maria, Rinaldi Mariano, Rinaldo Alda, Rizzi Mariarosa, Rocchetti Piergiorgio, Rock Laura,
Rodizza Horvat Edda, Rolli
Giovanni, Rossi Aldo, Rossi
Flavia, Rossi Imperia, Rossi Nerina, Rossi Nidia, Rubinich
Marino, Rude Mario, Ruju
Gianna, Saccomandi Boico
Rita, Sala Claudio, Salghetti
Giovanni, Sanguinetti Bruna,
Sardo Silvana, Sarti Giuseppe,
Sartori Giuseppina, Sascor Stelio, Sauco Elisa, Saule Lombardi Fiorella, Savinetti Mirelli
Consuelo, Savini Savina, Scatton Manlio, Sceusa Gioacchino, Schoenburg Pignatelli Anna
Luisa, Sciacchero Vezia, Schiavoni Marisa, Schiulaz Ezio,
Schlegl Aurea, Scomazzetto Luciano, Scomersich Giordano,
Scomersich Tarsilla, Scotto Lachianca Giuliana, Scrobogna
Adriana, Seguini Glauco, Semprevivo Gabriele, Serdoz Laura,
Sergi Ernesto, Sergi Sonia, Sevieri Enzo, Sidroni Giuliana,
Sigovini Aldo, Silvino Giuseppe, Silz Nella Lia, Sirola Bessona Anna Maria, Sirotich Silvio,
Sivieri Arnaldo, Smillovich Pietro, Società Studi Fiumani, Soletti Olga Grusovin, Soppa Alvaro, Sorich Ziliotto Lupo,
Spada Paolo, Spadavecchia Giovanni, Spizzamiglio Dario, Stanich Ottavio, Stanfli Maria Cristina,
Stipanovich
Maria,
Stipcevich Pietro, Stipcevich
Sergio, Stivaletta Maria Gabriella, Stocco Luciana, Stoja
Fiorella, Stradi Diego, Stroligo
Adelina, Svorinich Anna, Svorinich Loretta, Suaulich Mario,
Suffi Guido, Superina Mario,
Superina Olinda, Superina Remigio, Suppan Dario, Tagini
Amalia, Talatin Edda, Talatin
Maucci, Tamaro Franco, Tamino Eugenia, Tamino Gianni,
Tecovich Antonio, Tesi Liliana,
Tessaris Ida, Tessarolo Aurelio,
Tinebra Nicolò, Toffetti Dolores, Tollardo Maria Lodovica,
Tomasello Angelo, Tomasini
Giacomina, Tomassoni Poggiolini Myriam, Tommaso Roberto, Tonsi Ersilia, Tornari Tito,
Tosolin Fabio, Travas Bruna,
Troiani
Cicogna
Ervina,
Tuchtan Anna, Turre Enrico,
Uccello Enrico, Udovicich Iginio, Ulianich Giuseppe, Unich
Gianni, Urbano Michele, Urbinati Eugenia, Urbini Vanna,
Vajente Nereo, Valdemarin Maria, Valdini Massimo, Valente
Santo, Valenti Livio, Valenti
Ralza Maria, Vallery Tullio, Varlyen Maria, Veggian Giorgio,
Velenich Vittorio, Venier Carmen, Verdin Lucio, Vernier Luisa, Verona Ilse ved. Crast, Vesnaver
Marcello,
Viale
Ugonevio, Vianello Maria, Vianello Silvestro, Vidotto Maria,
Vidotto Maria Pia, Vidovich
Franco, Vincenzi Apollonio Xenia, Viroli Aldo, Viti Sergio, Viscovi Ferruccio, Vittori Maria
Cristina, Viverit Lucio, Viviani
Fiorina, Voivoda Nadia, Zambon Minla Liliana, Zanella Silvio, Zanelli Aldo, Zanelli Gigliola,
Zelco
Giuliana,
Zerauscek Graziella, Zevoli
Giuseppe, Zizzi Maria Pia, Zoltan Andrea, Zorich Antonietta,
Zuccheri Antonio, Zucchi Flaminio, Zuccon Cesari Maria,
Zuccon Flavia, Zupicich Marco, Zurk Rodolfo, Zurich Vladimiro, Zustovich Sergio, Zvietich Violetta.
14
!"#$%&'&"&()**+%&,-..
!!
!""#$%!&"'!()!
I Luxardo a Zara
donano i classici della
letteratura italiana
Marsilio: grave viaggio
sottotono in Istria di
studenti romani
“Slobodna Dalmacija” / 9 marzo
2011
ADNKRONOS / 11 marzo 2011
fratelli Franco e Paolo
Luxardo,
discendenti
della famiglia che nella propria fabbrica iniziò la produzione di uno dei più noti
“brand” zaratini, il celebre
liquore «Maraschino», sono
W B*&0%$(>)]&*+$=(@*"7!+"0'"(+"!(
P&,.&F(E'&,!&0!(0",(<$0+$("(
F'$,&*"(%$0(!,(K*&'",,$(H&$,$(+",,&(
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01232!4445672829:;9;7<;=>?;5@AB
tornati nella nativa Zara […]
per regalare al Dipartimento
di Italianistica dell’Università
zaratina la più grande collana di classici della letteratura
italiana “ I Classici Ricciardi”,
curata da storici e critici letterari di massimo livello. «Solo
la cultura e la conoscenza reciproca possono evitare le tragedie che hanno caratterizzato
la storia di questi nostri spazi
adriatici» ha detto Franco Luxardo nella sua emotiva allocuzione dinanzi agli studenti
zaratini, riandando col pensiero al destino toccato alla
sua famiglia. […] Il periodo
glorioso terminò con la Seconda Guerra Mondiale e con
la tragedia della famiglia. La
fabbrica fu dapprima chiusa e
poi completamente distrutta
nel corso dei bombardamenti
alleati su Zara. Bruciò perfino
una settimana.
Dei quattro figli, Nicolò
e Pietro furono uccisi dai partigiani, il terzo s’ammalò, sopravvisse solo il papà di Franco,
che fuggì in Italia su un peschereccio. La fabbrica […] fu
confiscata e nazionalizzata dal
Governo Jugoslavo nel 1945.
Suo padre morì nel 1963, ma
la famiglia continuò la produzione del “Maraschino”.
Della fabbrica che lasciarono
alle spalle, a Zara, e della sua
odierna produzione parlano
malvolentieri; sottolineano che
a Zara visitano regolarmente la
tomba dell’avo Girolamo Luxardo, che è sepolto nel cimitero cittadino.
10&(9)%"F%(C[*?!%
)*
onsidero grave il
viaggio
sottotono in Istria e Dalmazia appena concluso, che rischia di
oscurare un ricordo per lungo
tempo dimenticato e sul quale, malgrado esista una legge
nazionale, c’è ancora da lavorare per considerarlo parte di
una memoria condivisa». Lo
dichiara Laura Marsilio (Pdl),
ex assessore alla Scuola, alla
Famiglia e all’Infanzia al Comune di Roma.
La valorizzazione della tradizione cittadina e nazionale aggiunge - ha dato una forte
impronta identitaria a progetti come quello sui 150 anni
dell’Unità d’Italia, dei Viaggi
della Memoria in Istria e Dalmazia, a Berlino, in Giappone
e a Praga che vanno ad aggiungersi al percorso avviato e
ampliato della Memoria della
Shoah. Progetti di conoscenza ed esperienza, utili ai giovani per formare una propria
coscienza critica e favorire
l’adesione ai valori di libertà e
democrazia». «Roma - conclude Laura Marsilio - con il suo
ampio ventaglio di proposte
culturali ha fin qui recitato un
ruolo da protagonista attivo
nel mondo della scuola tanto
da diventare un ‘modello pilota’ a livello nazionale […]».
***
Dalmazia: soffio
d’italianità sulla
sponda orientale
“La Voce del Popolo” suppl. “Voce
più Dalmazia”/ 12 marzo 2011
+,-
Consistente
fu
la
partecipazione degli istriani e dei dalmati
alla Prima Guerra d’Indipen-
denza, con l’adesione di centinaia di volontari a difesa
della Repubblica di Venezia
e della Re¬pubblica Romana
e nelle file del¬l’esercito piemontese. […] A Venezia, oltre
a Nicolò Tommaseo, con Daniele Ma¬nin alla guida della Repubblica, molti membri
del governo erano dalmati e
istriani: il ministro del¬la Marina e della Guerra Antonio
Paulucci, Matteo Ballovich,
W P&,( !7$*8!."0'$(&,,&(H*!.&(
8)"**&(.$0+!&,"=(!(#$,$0'&*!(
8!),!&0!("(+&,.&F(7!(+!7F07"*$(
@"*(8"0"*$7!'b("(#&,$*"(c0",,&(
K$'$()0&('*!0%"&(!'&,!&0&(0"8,!(
&00!(+",,&(;*&0+"(;)"**&d
So¬vrintendente alla Marina, Leone Graziani, Vincenzo
Solitro, Mat¬teo Petronio. Si
formò un’intera Legione Dalmato-Istriana.
A Roma collabora con i
Triu¬mviri il liberale raguseo
Federi¬co Seismit-Doda (autore de «la Romana», l’inno dei
difensori di Roma), che più
tardi sarà ministro nel governo Crispi. E nella difesa della città si distinsero numerosi
volontari dalmati e istriani.
[…] E poi, accanto a quanti si batterono nella penisola
appen¬ninica, non possiamo
scordare gli uomini di cultura,
che pur animati da sentimenti
di italia¬nità, dopo la rinascita nazionale degli altri popoli
con cui convi¬vevano, assunsero posizioni di apertura e di
dialogo, come di¬mostrano le
opere e gli atteg¬giamenti concreti degli scrit¬tori triestini,
istriani e dalmati italiani e la
loro attenzione alle culture e
alle discipline lingui¬stiche dei
popoli vicini. I più importanti
germanisti, slavisti e studiosi
di lingua ungherese erano proprio giuliani, dalmati e fiumani. […]
P!0$(C&\
***
Lamezia Terme:
ancona niente strada ai
Martiri delle Foibe
Lameziaweb.bis / 15 marzo 2011
W $.&=(!,(.$0)."0'$(&,(+&,.&'$(
B"+"*!%$(C"!7.!'(P$+&A(1( $.&(
0",,&( "@)??,!%&(+",(M_`a(%$0(
!(L*!).#!*!=(K)(7)%%"77!#&."0'"(
.!0!7'*$(+",(8$#"*0$(-*!7@!A
01232!444562CA;>:3D:9D:E;A2<;5>3B
)*
he fine ha fatto la
strada intitolata ai
Martiri delle Foibe?» A chiederlo è il capogruppo dell’Udc
Massimo Cristiano che sottolinea come a quasi un anno
dall’approvazione della delibera di giunta comunale n. 113
del 26.03.2010, con cui si dava
mandato alla toponomastica stradale di individuare una
strada da assegnare ai “Martiri
delle Foibe”, «oggi purtroppo
ancora non è stata individuata, sul territorio comunale, una
strada […]».
«Premettendo che tale richiesta risale al 12.02.2009
- afferma Cristiano - mio malgrado sono costretto a denunciare l’insopportabile ritardo
provocato dall’Ente, su di un
argomento che dovrebbe riguardare l’intera collettività,
rievocando anche le parole del
presidente Giorgio Napolitano
e del sottosegretario di Stato Letta che, nel giorno della
memoria, hanno paragonano
le foibe alle deportazioni, provocando l’eccidio di migliaia e
migliaia di persone la cui unica
colpa era quelle di essere italiani». […]
***
Fiume: rileggere la
figura di Palatucci
“La Voce del Popolo” / 29 marzo
2011
.
iovanni
Palatucci
(Montella, 31 maggio1909 - Dachau, 10 febbraio 1945), ultimo questore
W ;"*)7&,".."=(<)7"$(e&+(
9&7I".=(,6!08*"77$(+",(W;!&*+!0$(
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!0+!%&(!,(+"7!+"*!$(+!(*!%$*+$("'"*0$(
@"*()0&(@"*7$0&(%&*&
italiano di Fiume, Medaglia
d’oro al merito civile, nominato Giusto tra le nazioni, venerato col titolo di Servo di Dio
dalla Chiesa cattolica. Non
lo hanno mai dimenticato gli
ebrei di Fiume sopravvissuti
all’immane tragedia della Seconda guerra mondiale - molti grazie anche al suo aiuto -,
dalle persecuzioni e dai campi
di sterminio... […].
A poco meno di sei decenni da quest’evento, gli italiani
e gli ebrei di Fiume che ancora
oggi vivono e sono attivi nel
capoluogo quarnerino, propongono una rilettura e rivi-
sitazione delle vicende legate
a Palatucci, tramite un’iniziativa che si articolerà in due
momenti, a Palazzo Modello,
sede della Comunità degli Italiani, […] coordinata da Rina
Brumini, docente di Lingua e
Letteratura italiana alla Scuola
media superiore italiana, che
ha compiuto diversi studi sul
“caso” Palatucci (argomento
della sua tesi di laurea e del
saggio con cui l’anno scorso
ha vinto al Concorso d’Arte
e di Cultura “Istria Nobilissima”). […]
Un contributo alla (corretta) comprensione della figura di Palatucci […] - dal
1937 responsabile dell’ufficio
stranieri, poi questore reggente di Fiume tra il 1944 e
il 1945, arrestato dai nazisti
con l’accusa di “intelligenza
con il nemico” e deportato
a Dachau, dov’è morto […]
-, arriva dallo storico Marco
Coslovich, che […] è riuscito
a collocare i fatti in una prospettiva più realistica, storicamente documentata, rispetto
a quanti hanno seguito la strada dell’esaltazione agiografica.
[…] Marco Coslovich, […]
docente di Storia Contemporanea dell’Università degli
studi di Trieste, originario
di Cittanova d’Istria, esule a
Trieste, da diversi anni raccoglie la memoria dei testimoni
dei grandi eventi
storici del Novecento. In particolare si è dedicato
alle testimonianze
dei sopravvissuti
dei campi di concentramento nazisti. Ultimamente
segue una nuova
pista di ricerca
inerente la persecuzione e l’internamento nei campi dell’ex
Jugoslavia comunista. […]
E,&*!&( $%%I!
***
Isola d’Istria: torna la
lapide abbattuta dai
titini
“Il Piccolo” / 4 aprile 2011
/
una sera dell’aprile
2011 e a Isola d’Istria
si parla di Garibaldi. L’incontro si svolge nella casa dove
nel 1842 nacque un garibaldino, amico dell’Eroe dei due
mondi, oltre che scienziato e
professore: Domenico Lovisato. Oggi Palazzo Manzioli, a
Isola, è sede della Comunità
degli italiani e sulla sua facciata campeggia la lapide che
ricorda Lovisato «che il nome
istriano onorò nelle cattedre
15
!"#$%&'&"&()**+%&,-..
!!
W E7$,&(+6E7'*!&=(!,(.$."0'$(
+",,$(7%$@*!."0'$(+",,&(,&@!+"(
%$..".$*&F#&(+!(P$."0!%$(
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+",,&(-1S(!7$,&0&=(C!,#&0$(C&)(
01232!4445>7<;:9A;==@>252AHB
universitarie e sui campi di
battaglia con Garibaldi che
l’ebbe carissimo».
Ma quella lapide è stata
rimessa al suo posto appena
quattro anni fa, nel 2007. «E
tra coloro che l’hanno ricollocata - racconta Silvano Sau,
animatore della comunità
italiana locale - c’era almeno
uno di quelli che oltre cinquant’anni prima l’avevano
buttata giù». «Nel 1953, per
volere del “potere popolare”
al quale dava disturbo l’opera
di questo studioso che in vita,
durante la presenza dell’impero austroungarico, aveva professato anche il suo profondo
attaccamento all’identità nazionale italiana - si legge sul
Mandracchio online, portale
della comunità italiana di Isola - la lapide venne tolta di
nascosto e mai più ritrovata».
«Negli ultimi decenni - lamenta lo storico piranese Kristjan Knez dinanzi a una platea attenta anche se avanti con
gli anni - c’è stata la volontà
sistematica di rimuovere tutto
ciò che era stato espressione di
sentimenti italiani. Dal 1945
è stato privilegiato il discorso
univoco dei movimenti nazionalisti sloveno e croato. C’era
quasi un divieto sacrale di parlare della storia italiana perché
l’italianità espressa anche in
periodo risorgimentale veniva
etichettata come preludio al
fascismo». E Fulvio Senardi,
professore triestino, ha messo
in guardia dagli attacchi che
dallo stesso suolo italiano vengono portati a Garibaldi tacciato di essere stato al soldo
degli inglesi oppure uno stru-
mento della Massoneria, in particolare
da ambienti vicino
alla Lega o da nostalgici
filoborbonici o clericali,
«mentre la sua - ha
affermato - è una figura di eroe a tutto
tondo».
Di
Lovisato,
Salvatore Moscolin
ha ricordato che,
«frequentato il ginnasio di Capodistria, per ben otto
volte deve subire
il carcere austriaco
prima di passare
all’Università
di
Padova». E ancora
che «già nel 1866
era a combattere con Garibaldi alla Bezzecca; ed era a Pola,
sotto le spoglie di muratore, e
asportava i piani delle fortezze
per consegnarli alle autorità
militari italiane o a Giuseppe
Garibaldi stesso». Nel 1915
chiede di seguire l’unico figlio
Mario «sul campo della gloria». […]
(c7A(.Ad
***
Censimento croato:
istriani discriminati
“Il Piccolo” / 6 aprile 2011
l censimento della popolazione in Croazia continua a far parlare di sé per il
comportamento per lo meno
strano di certi rilevatori. Diversi cittadini di Parenzo, Jursici e di alcuni borghi nel sud
della penisola si sono lamentati del fatto che i rilevatori si
sono rifiutati di riportare sul
questionario la dichiarazione di istrianità nella casella
dell’appartenenza nazionale.
Il fatto ha indotto il presidente del Forum giovanile della
Dieta democratica istriana
Vili Rosanda a convocare una
conferenza stampa.
Proprio Rosanda e altri
giovani dietini a suo tempo
avevano promosso la campagna a favore dell’istrianità
nel censimento. È un tipico esempio di violazione dei
W H*$'"7'"(&(H&*"0:$(c0",,&(K$'$d(
"(+!0'$*0!(@"*(,"(.$+&,!'b(+!(
*!,"#&:!$0"(+",,6&@@&*'"0"0:&(
0&:!$0&,"(@"*(!,(%"07!."0'$(ONMM
diritti umani, ha spiegato ai
giornalisti, visto che i cittadini possono dichiararsi istriani. […]
c@A*Ad
***
Slovenia: il partigiano
e l’Euro
www.balcanicaucaso.org / 8 aprile
2011
dell’indipendenza. L’iniziativa
dal titolo «Stringi il pugno» è
stata presentata con un manifesto simil-ciclostilato di impronta real-socialista su cui
capeggia un pugno chiuso rosso.
[…] Il centrosinistra e
gli eredi del partito comunista
tornati alla guida del governo
dopo diciotto anni stanno facendo così riscoprire al Paese
la vecchia iconografia di regime. D’altronde sembra più facile b
buttarsi sul nostalgico
che dare risposte adeguate alla gravissima crisi
economica in cui la
Slovenia si trova immersa.
C'"K&0$(>)7&
associativi e le istituzioni di
studio e di ricerca senza fini
di lucro che si caratterizzano
per iniziative di approfondimento della cultura istro-veneta e dalmata e dei problemi
relativi alle minoranze linguistiche. […]
***
Revere (Mantova) e il
dramma degli istriani
“La Gazzetta di Mantova” / 15
aprile 2011
.
iornata ricca di emozioni e delle storie dei
dispersi: sono quelle evocate
al convegno «L’esodo degli
***
Bruno CrevatoSelvaggi e le
terre orientali
F
a stella a cinque punte
torna sulle monete europee a
più di vent’anni di distanza
dal crollo del muro di Berlino.
La Slovenia ha infatti emesso
da poco un milione di monete da due euro, dedicate ad un
leggendario comandante partigiano, Franc Rozman. […]
Nato in un paesino nei pressi
di Lubiana, Rozman fece della
resistenza il suo scopo di vita.
[…] Ben presto divenne comandante di una brigata partigiana e nel luglio del 1943
fu nominato comandante del
Comando superiore dell’esercito resistente in Slovenia.
[…] In Slovenia sono intitolate a Rozman una miriade
di vie e scuole e persino una
delle caserme più importanti
dell’esercito. Nella Slovenia
socialista, come molti altri
“eroi popolari”, egli fu elevato sugli altari della patria diventando, per la retorica del
regime, una sorta di santo laico che ancora ai giorni nostri
evoca in una fetta consistente della popolazione un certo fascino mistico. […] Sulla
moneta, a lui dedicata, oltre
all’effige, il nome e la data di
nascita e di morte compare
anche la stella.
[…] La scelta di privilegiare un partigiano e di usare
l’iconografia del regime comunista ha provocato una serie di polemiche sia in patria
sia all’estero. […] Del resto,
nei mesi scorsi, lo stesso ministero dell’Istruzione ha pensato bene di accomunare nelle
scuole il ricordo del settantesimo anniversario della costituzione del Fronte di liberazione
con il ventesimo anniversario
www.vaccari.it / 15 aprile
www
2011
FG
esperto figura nel
Comitato permanente per la valorizzazione del
patrimonio culturale veneto
nell’Istria e nella Dalmazia.
[…] Dopo l’incarico di progettare ed organizzare la mostra «Quel magnifico biennio
1859-1861», un altro compito prestigioso per Bruno
Crevato-Selvaggi. Figura tra i
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-*"#&'$(C",#&88!
01232!4445=;<DA;5>3B
membri del Comitato permanente per la valorizzazione del
patrimonio culturale veneto
nell’Istria e nella Dalmazia.
A firmare la deliberazione,
pubblicata oggi sul “Bollettino ufficiale”, è il presidente
della stessa Regione Veneto, Luca Zaia. L’organismo è
previsto dalla legge regionale
n°15 del 1994 «Interventi per
il recupero, la conservazione e
la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta
nell’Istria e nella Dalmazia»;
il suo compito è proporre
alla Giunta le iniziative da
inserire nel programma degli
interventi nonché collaborare nel realizzare quelli decisi.
Insieme ad altri cinque esperti, rappresenterà gli organismi
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italiani dall’Istria, Fiume e
Dalmazia. Una pagina di storia italiana», svoltosi a Revere.
Il convegno ha saputo raccontare, grazie a Marino Micich,
direttore dell’Archivio Museo
Storico di Fiume e Mario Superina, reverese ed esule fiumano, la tragedia di un popolo. […]
Micich, ha parlato della tragica scoperta delle foibe: «Occorre saper studiare
e contestualizzare la storia
[…] perché simili eventi non
debbano più ripetersi. Città
come Pola e Fiume, furono
svuotate, centinai di profughi
furono obbligati ad abbandonare case, beni e famigliari;
molti altri subirono soprusi,
persecuzioni, in un clima di
sospetto e terrore, che ben
presto si tramutò in vere e
proprie violenze, nonché in
veri massacri con la scomparsa e l’uccisione di moltissime
persone». Un popolo quello
dalmata, istriano e fiumano
a cui è stata negata una terra,
una storia: «Subivamo strane
perquisizioni -dice Superina,
allora bambino - con la scusa
di evasioni dal vicino carcere, la polizia segreta jugoslava, veniva a cercare gli evasi
in mezzo ai libri, nei cassetti
e sotto il materasso. Il clima
era quello di sospetto e terrore
ed ogni punto di riferimento
come sacerdoti e maestri, un
esempio fra tutti don Cesare,
furono fatti sparire».
16
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ecember 31st of last
year was the deadline
for signing up for the
“Triangolare del Ricordo”
soccer tournament, to take
place in Rome on September
21st, 2011, with three teams:
Grion Pola, Fiumana, and
Dalmazia. There are a total
of eighty young descendents
of exiles who have signed up,
divided into three historical
teams. It is surprising to
note that the participants
come from literally all over
the globe: there are 3 from
Canada, 6 from South
Africa, 3 from Argentina,
3 from the United States, 1
from Switzerland and 1 from
Australia. There are Italians
from 14 regions: 5 from
Tuscany, 13 from Lombardy,
12 from Latium, 11 from
Piedmont, 8 from Veneto, 3
from Friuli Venezia-Giulia,
1 from Apulia, 2 from Sicily,
2 from Liguria, 1 from the
The “Triangolare del Ricordo” Tournament:
participants from Italy and the rest of the World
Young descendents of Exiles to be divided into three historical teams: Grion Pola, Fiumana, and Dalmazia
arena was inaugurated in
1932, together with the
Physical Education Academy.
The stands surrounding it
are of white Carrara marble,
obtained by raising the
terrain by about 7 yards. At
the top of these stands there
were 60 statues (today, 59)
offered by the Provinces
of Italy. Two of these, still
recognizable today, are from
the cities of Pola and Fiume.
Originally, the stadium
was to be used for gymnastic
sporting events, and not
for soccer: soccer was to
be played in the adjacent
National Teams Members.
Nino Benvenuti, Abdon
Pamich, Mario Andretti and
Ottavio Missoni (a sports
champion before becoming
a world-renowned stylist) are
some of the names from our
regions that are still quite
present in the memories of
Italian sports fans.
THE COACHES’
BIOGRAPHIES
J
ere are the three
coaches who will
be leading their respective
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before retiring in 2001.
Lucio Mujesan will be
coaching the Grion Pola
side. He is an unforgettable
former player, having played
for Roma, Bologna, and
Verona. Born in Pirano
in 1943, he joined Roma
farm teams, and later
played for Messina, Venice,
Avellino, Bari, Salernitana,
and Bologna (in Serie A),
then Verona and Roma. In
the Italian Cup of 19671968, he was the top goal
scorer, with 6 goals while he
played for Bari; in that same
season, he was top marker
of Serie B. In his career, he
played in 73 matches, and
scored 21 times, in Serie A,
with Bologna, Verona and
Roma. He also played in 141
matches in Serie B, scoring
43 times. Later he became
a coach, working mainly
with teams in Serie C, in the
south of Italy.
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I"*"=($?#!$)7,D=(
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Marches, 2 from Campania,
3 from Emilia-Romagna,
1 from Abruzzi and 1 from
Sardinia.
It was on the Day of
Remembrance,
February
10th,
that
the
Italian
Olympic Committee made
the official declaration that
Rome’s “Stadio del Marmi”
Stadium would be available
for the tournament, an event
that will bring back to life
the three historical teams, at
least for a day.
THE STADIUM:
“STADIO DEI
MARMI”
#
ituated between the
Olympic Stadium, the
headquarters of the Italian
Olympic committee, and the
“Farnesina” (Foreign Affairs
Ministry) this historical
Olympic
later.
Stadium,
built
THE FIRST
CONVENTION
ON GIULIANO
DALMATIAN SPORTS
I
hanks
to
the
organization
of
the Youth Group of the
A, the “descendents”
of the historic teams will be
playing in the tournament in
September. These three teams
gave a great contribution to
Italy’s Serie A in those years,
with 687 goals scored, and
prestige enjoyed among the
top clubs. As a parallel event,
there will be a convention, on
Giuliano-Dalmatian sports,
organized by the Italian
Society for Sports History,
and the National Association
of Olympic Athletes and
teams:
Sergio Vatta will be
coaching the Fiumana team.
Born in Zara in 1937, he is
a soccer coach and sports
manager. He first began
coaching with the team
from Ivrea in 1975. In 1977
he became the head coach
of Torino’s youth team,
where he remained until
1991. Then he became part
of the Italian federation
management, as coach and
head of the Under-16 and
Under-17 national teams, a
role he covered until 1997.
From 1997 to1998, he
was the coach of the National
Women’s team, bringing
them to the final phases of
the World Championships.
He then started to train the
youth section of the Lazio
soccer club, in 1998, and
coached them to two major
championship
victories,
Pierluigi Pizzaballa will
be coaching the Dalmazia
team. He was a notable
goalkeeper for Roma and
Atalanta, and although he
is not of Dalmatian origins,
he was happy to accept this
latest coaching job. Born
in Bergamo in 1939, he
played as goalie throughout
the 1960s and 1970s. He
first played in Serie A for
Atalanta and then for Roma,
as well as for Verona and
Milan, before bringing his
career to a close once again
with Atalanta, having played
275 times in Serie A. He also
played for the national team:
he substituted for Albertosi
in the second half of the
Italy-Austria match on June
18th, 1966. In his career
he won four Italian Cup
championships, and one Cup
Winners’ Cup.
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0800-761-5001 (Toll Free)
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CANADA
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1-800-780-7234 (Toll Free)
17
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+
Mesic sells a false, Croatian
Marco Polo to the Chinese
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P4*,(%/<P4325(
In the Italian daily “Corriere
della Sera”, on April 22nd, Gian
Antonio Stella, journalist of national importance, contributed a
front-page, lengthy article to comment on Croatia’s incredible misappropriation of Marco Polo. This
famous Venetian citizen, who lived
between the 13th and the 14th
Century and wrote a famous travelogue (commonly titled “The Travels of Marco Polo” or, in Italian,“Il
Milione”), was only hypothesized,
and never documented, to have
been born on the Dalmatian island of Curzola, in the “Gulf of
Venice”, as the Adriatic was known
for centuries, and which today belongs to Croatia. This is only one
of the many misappropriations
carried out in Croatian “cultural”
and government circles; it seems
they are always attempting to assign, wrongfully, Croatian identity to historical figures and artistic
movements that are clearly Italian
in origin.
Upon receiving this news, the
ANVGD national headquarters sent
out a press release, part of which we
publish here.
X '566*,7%(+/%8(9.*%:*,*%;8(26*<4%
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B*+43(+)+*C,.%=*2%3>.%.(43D%5+%
EFGH%;I.%I5@2.%/.4%[email protected],,.4D%
.(2,J%EG3>%6.+312J?
Hearing Impaired:
1-800-528-2222
CROATIA
Telephone:
00 39-02 637-841
Fax: (39-02) 2901 3057
FRANCE
Telephone:
0800 90 44 90 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901-3057
GERMANY
Telephone:
0800 21 25 888 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901-3057
UNITED KINGDOM
Telephone:
0800 39 31 30 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901-3057
NEW ZEALAND
Telephone:
0800 237 893 (Toll Free)
Fax: 0800 237 8329
SLOVENIA
Telephone:
00 39-02 637-841
Fax: (39-02) 2901 3057
SOUTH AFRICA
Telephone:
0800 994-284 (Toll Free)
Fax: (1) 623-780-6097
SWITZERLAND
Telephone:
0800 55 23 44 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901URUGUAY
Telephone:
000-411-598-0791
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Fax: (51-1) 719-2771
USA
Telephone:
1-800-780-7234 (Toll Free)
Hearing Impaired:
1-800-528-2222
In the upcoming issues of
Difesa Adriatica , and on the
www.triangolaredelricordo.
it website, we will be
publishing the list of
participating players and the
definitive line-ups.
he act of canceling one
people’s culture, or, alternatively, the misappropriation of
that people’s historical memory,
can well be considered an extension of the 20th Century ideological and ethnic violence that saw
entire European populations and
regions deprived of their heritage.
Now, in this new millennium, and
in the prospective of a continentwide promotion of reciprocal
respect and lawfulness, Croatia
has shamefully taken on the role
already carried out for decades by
Tito’s Yugoslavia: that of “translating” and changing Italian names,
origins, and places with the specific goal of adapting them to the
impossible idea of being Croatian,
without any historical base whatsoever. These forms of “translation” are ridiculous; worse still
is the fact that Croatia has never
been taken to task on this issue.
Now a Croatian ex-President,
Stipe Mesic, has added yet another invention to this mockery:
he has re-christened Marco Polo
Croatian. This “consecration” is
definitive, absurd, and laughable,
but, on a recent trip to China,
he did indeed inaugurate a museum dedicated to Marco Polo,
underlining that the Venetian
explorer was Croatian, and thus
adding him to the false line-up
of “Croatian” historical figures.
(…) The famous Istrian basilicas,
such as Parenzo’s, a contemporary
work of Ravenna’s grand churches,
have already been “turned into”
Croatian masterpieces, as have the
cities of Traù, Spalato, Zara and
Sebenico. These cities are adorned
with the most refined masterpieces of Italian art and architecture,
which make Dalmatia a treasure
trove of Humanism and the Renaissance, but they, too, have been
“translated” into Croatian. The
coarse and vulgar erasing of Istria’s
and Dalmatia’s artistic and cultural heritage, and authentic identity,
is truly a form of ethnic cleansing
applied to historical memory. (…)
We have already observed exhibits of beautiful works by Italian
artists being displayed in the most
prestigious halls of the Vatican
Museums and labeled “Croatian
art”. We have also watched as the
“Lussin Bronze” statue, a millennia-old Apoxyomenos, was given
Croatian status, simply because
it was found it what, today, are
Croatian waters. The next steps
will most probably be the certification of Roman Emperor Diocletian as an authentic Croatian,
since he was born in Spalato, or
perhaps Giuseppe Verdi will be
turned into a Croat, since they
currently translate his name as
Josip Zelenilo.
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18
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«Triangular del Recuerdo», las
adhesiones de Italia y del mundo
Los jóvenes descendientes de los Desterrados subdivididos en tres equipos históricos:
Grion Pola, Fiume y Dalmazia
6
l pasado 31 de diciembre se ha acabado el plazo para inscribirse al
«Triangular del Recuerdo»,
el encuentro de futbol que
se tendrá en Roma el próximo 21 de septiembre entre
Grion Pola, Fiumana y Dalmazia. En total son 80 los
jóvenes descendientes de los
Desterrados que están inscritos, subdivididos en los tres
equipos históricos. Mirando
los datos de los candidatos es
sorprendente su subdivisión
geográfica de origen: vienen
de todas partes del mundo y
de Italia. Son 3 de Canadá,
6 de Sudáfrica, 3 de Argentina, 3 de los Estados Unidos,
1 de Suiza y 1 de Australia.
De los italianos, que provie-
sede del Ministerio de Asuntos Exteriores, el histórico
campo fue inaugurado junto
a la Academia de Educación
Física en el 1932. Esta circundado por gradas perimetrales en mármol blanco de
Carrara obtenidas elevando
el terreno 5,50 m. Sobre las
gradas se pusieron las 60 estatuas (hoy 59) donadas por
las Provincias italianas. Se
pueden reconocer las dos
estatuas de atletas donadas
respectivamente por la ciudad de Pola y por la ciudad
de Fiume.
Originariamente, el proyecto preveía que fuese utilizado solo para manifestaciones gímnico-deportivas y no
para el futbol, para el que se
Dalmazia, saldrán al campo
en septiembre los “descendientes” de aquellos jugadores que hicieron brillar
el futbol italiano, con 687
goles en la serie A y la militancia en los más importantes Clubs nacionales.
Paralelamente al Triangular,
se tendrá un convenio sobre
la historia del deporte giuliano-dalmata, organizado
por la Sociedad Italiana de
Historia Deportiva y por la
Asociación Nacional Atletas
Olímpicos y Azzurri de Italia: Nino Benvenuti, Abdon
Pamich, Mario Andretti,
Ottavio Missoni (campeón
de deporte antes de ser estilista) son algunos de los
nombres giuliano-dalmatas
la Fiumana. Nacido en Zara
en el 1937, es entrenador
de futbol y director deportivo. Su primera experiencia
como entrenador la vive en
el Ivrea en el 1975. En el
1977 pasó al equipo juvenil del Torino, donde estuvo hasta 1991. En aquel año
Vatta entró en los cuadros
técnicos federales, como entrenador y responsable de
las Nacionales juveniles Under-16 y Under-17, ocupando este puesto hasta 1997.
En el 1997-1998 entrenó a la Nacional femenina,
a la que consiguió llevar a la
fase final de los Mundiales.
Sucesivamente a esta aventura, fue llamado en el 1998
por el entonces presidente
de la Lazio, Sergio Cragnotti, para dirigir el sector juvenil blanco-celeste, aventura
que terminó en el 2001 con
la conquista del scudetto del
equipo Primavera guiado
por Bollini y del equipo de
los Jovencísimos Nacionales.
Los descendientes de los
istrianos con las camisetas
Ha sido el máximo goleador
de la Copa Italia 1967-1968
con 6 goles, con la camiseta
del Bari; en la misma temporada ganó la clasificación
de los marcadores de la Serie
B. En su carrera ha obtenido
73 presencias y 21 goles en
Serie A con las camisetas de
Bologna, Verona y Roma, y
141 presencias y 43 goles en
Serie B. Al terminar la actividad agonística, emprendió
la de entrenador, guiando
prevalentemente equipos de
Serie C del Sur de Italia.
Pierluigi Pizzaballa serà
el tecnico del Dalmazia.
Como excelente portero
de la Roma y del Atalanta,
aun no teniendo orígenes
giuliano-dalmatas ha aceptado con entusiasmo la invitación. Nacido en Bergamo
en el 1939, ha ocupado en
los años ’60 y ’70 el papel de
portero. Ha iniciado en serie
A con la camiseta del Atalanta, sucesivamente pasó a
la Roma, al Verona y al Milán antes de acabar la carrera
con la camiseta del Atalanta,
del Grion Pola serán guiados
por Lucio Mujesan, también
él istriano e inolvidable jugador de la Roma, del Bologna
y del Verona además de estimado entrenador. Nacido en
Pirano en el 1943, creció en
el “vivero” de la Roma, para
militar después en Messina,
Venezia, Avellino, Bari, Salernitana, Bologna (en serie
A), Verona y de nuevo en la
Roma en la máxima serie.
coleccionando 275 presencias en la máxima serie. Pizzaballa cuenta también con
una presencia en la nacional,
habiendo sustituido a Albertosi en el segundo tiempo de
Italia-Austria del 18 de junio
1966. En carrera ha ganado
cuatro Copas de Italia y una
Copa de las Copas.
Para informaciones y reservas:
Best Western es la cade-
Q _*R(D%`43(/5*%/.%
,*4%8a2R*,.4D%1+(%
C.24C.6)@(%/.,%
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R `,%6(RC.b+%*,cRC56*%/.%
(3,d)6(%,5A.2(D% T/*+%
:(R56>D%6*+/.6*2(/*%
.+%.,%FeeH%C*2%,(% !"#$%%
6*+%.,%:2.R5*%Sc(%/.,%
_.61.2/*M%S.43.22(/*%
/.%f51R.D%4.2a%1+*%
/.%,*4%(4543.+3.4%(,%
gN25(+A1,(2h
nen de 14 Regiones: son 5 de
Toscana, 13 de Lombardia,
12 de Lazio, 11 de Piemonte, 8 de Veneto, 3 de Friuli
Venezia Giulia, 1 de Puglia,
2 de Sicilia, 2 de Liguria, 1
de Marche, 2 de Campania,
3 de Emilia Romagna, 1 de
Abruzzo, 1 de Cerdeña.
Y el Día del Recuerdo,
el 10 de Febrero, dedicado a la tragedia del confín
oriental italiano, el CONI
(Comité olímpico italiano)
ha hecho oficial la disponibilidad del histórico Estadio
de los Mármoles de Roma
para hospedar el «Triangular
del Recuerdo», que dará vida
por un día aquellos épicos
equipos de futbol.
EL ESTADIO DE LOS
MÁRMOLES
.
ituado entre el Estadio Olímpico, la sede
del CONI y la «Farnesina»,
construyó el cercano estadio
Olímpico.
EL PRIMER
CONVENIO SOBRE
EL DEPORTE
GIULIANODALMATA
7
racias a la organización del Grupo
Jóvenes de la Asociación
Nacional Venezia Giulia e
presentes todavía en la memoria de los deportistas y de
los fans italianos.
LAS BIOGR AFÍAS DE
LOS ENTRENADORES
6
ste es el “trío de ases”
que guiará los respectivos equipos.
Sergio Vatta conducirá
en el campo a los chicos de
19
!"#$%&'&5&()**+%&,-..
++
na de hoteles más difusa del
mundo, con 180 hoteles en
Italia, en más de 120 destinos entre las más importantes ciudades de arte y de
negocios y en selectas loca-
tern.it, marcando el código
en el campo «CORPORATE
ID» y seleccionando el plano tarifario «Tariffa riservata a partner».
Desde el extranjero.
Además de la página web
www.bestwestern.it,
quien
quiera información o reservas telefónicamente puede
utilizar los siguientes números para los principales
Países en los que istrianos,
fiumanos, dalmatas y sus
descendientes están mayormente presentes.
ARGENTINA
Telephone:
ALA Spanish -AT&T Access
0-800 288 5288
Telecom - AT&T Access
0-800-555-4288
Telefonica - AT&T Access
0 800 222 1288
then
800 332-7836 (toll free)
Fax: (51-1) 719-2771
AUSTRALIA
Telephone:
131 779 (Toll Free)
Fax: (1)-623-780-6099
BRASIL
Telephone:
0800-761-5001 (Toll Free)
Fax: (51-1) 719-2771
CANADA
Telephone:
1-800-780-7234 (Toll Free)
Hearing Impaired:
1-800-528-2222
CROACIA
Telephone:
00 39-02 637-841
Fax: (39-02) 2901 3057
FRANCIA
Telephone:
0800 90 44 90 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901-3057
ALEMANIA
Telephone:
0800 21 25 888 (Toll Free)
Fax: (39-02) 2901-3057
GRAN BRETAÑA
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lidades turísticas de playa,
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Mesic vende a los chinos el
falso Marco Polo croata
En el “Corriere della Sera” del 22 de abril Gian Antonio Stella - destacada firma del periodismo italiano - escribe
un largo artículo a toda página de comentario a la increíble
apropiación, por parte de Croacia, del personaje de Marco
Polo, notable ciudadano veneciano que vivió a finales del siglo XIII y principios del XIV y autor del conocido libro Il
Milione, sólo por su hipotético nacimiento (no documentado)
en la isla dalmata de Curzola, en el «Golfo de Venecia» como
fue llamado el Adriático muchos siglos, hoy perteneciente a
Croacia. Una de las muchas apropiaciones indebidas de parte de ambientes “culturales” y gobernativos croatas, que así
intentan dar una identidad inexistente a figuras históricas y
movimientos artísticos de clara impronta italiana.
La A NVGD nacional ha emitido una comunicación inmediata, tomada por las agencias de prensa, en la que entre otras
cosas se lee:
,
a cancelación de la cultura de un pueblo o, alternativamente, la apropiación indebida de sus memorias
históricas pueden considerarse la continuación de otra manera de la violencia ideológica y étnica que en el Novecientos ha arrasado y empobrecido enteras regiones y poblaciones en Europa. En este nuevo milenio, y en la perspectiva
de una integración continental que tutele los derechos y el
respeto recíprocos, Croacia - así como en las décadas pasadas la Yugoslavia de Tito - ha utilizado este método de la
“traducción” - impunita y ridícula - de los nombres, de los
orígenes y de los lugares para adaptarlos a la medida imposible de una «croaticidad» sin fundamentos históricos.
La última […] es del ex presidente Stipe Mesic quien ha
signado con su firma la definitiva, absurda y cómica consagración de Marco Polo a la nación croata justo en China,
anexionando el grande veneciano al panteón de los personajes históricos «croatas». […] Así, de la misma manera
las basílicas de Istria - como en Parenzo -, hermanas y contemporáneas de las grandiosas iglesias de Ravenna, se “tra-
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ducen” en obras maestras del arte croata; así las ciudades
de Traù, de Spalato, de Zara, de Sebenico, tan adornadas
por las más refinadas arquitecturas de maestranzas italianas
como para hacer de Dalmazia un arca del Humanismo y
del Renacimiento, son “traducidas” en lengua croata. La
cancelación, cruda y vulgar, de la identidad autentica de la
civilización artística y cultural de Istria y de Dalmazia se
configura exactamente como limpieza étnica de la memoria
histórica. […]
Ya hemos asistido a las muestras de «arte croata» en las
prestigiosas salas de los Museos Vaticanos con las más bellas
obras de artistas italianos, y a la asignación de una nueva
nacionalidad al Bronce de Lussino, solo porque se encontró
en aguas que hoy son croatas. Los próximos pasos serán la
certificación de autentico croata del emperador Diocleziano porque nació en Spalato, o de Giuseppe Verdi porque ha
sido traducido en Josip Zelenilo.
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+
Corrado Belci e la memoria
della Venezia Giulia
<
mancato a Trieste, il 4
maggio 2011, Corrado Belci, esponente politico,
parlamentare e giornalista,
esule nel secondo dopoguerra
da Dignano d’Istria, dove era
nato nel 1926. Eletto nelle
fila della Democrazia Cristiana per quattro legislature, dal
1963 al 1979, membro del
Consiglio nazionale e della
Direzione centrale della DC, è
stato direttore de “Il Popolo”
dal 1976 al 1980.
Belci intraprese l’attività
giornalistica nel 1946 a Pola allora unica città amministrata
dagli Alleati a fronte dell’Istria
NOTE DOLOROSE
;
Il 26 febbraio 2011, all’età
di 85 anni, si è spenta la cara
occupata dalle truppe jugoslave di Tito
-, nella redazione del quotidiano
“L’Arena di Pola”.
Con l’esodo della
popolazione italiana si portò a Trieste,
dove fu redattore
del quotidiano triestino “Le Ultimissime”, de “Le Ultime
Notizie” (edizione
serale de “Il Piccolo” e successivamente redattore capo redazione triestina de “Il Gazzettino” di Venezia.
Stretto collaboratore di
Benigno Zaccagnini, ha sempre inteso la politica «come
luogo di confronto, di dialogo
e di costruzione di mediazioni
e di convergenze», ha sottolineato Pierluigi Castagnetti,
presidente di turno della Camera dei Deputati, nel rievocarne ieri la figura in Aula.
Il nome di Belci è strettamente connesso con le vicende
della Venezia Giulia nel corso e al termine della Seconda
vereto. Era il fratello di Pina Umberto Perini, deceduto a Rovereto
nel 1982 ed il cui figlio,Gianni socio del Comitato trentino - ha
suonato al funerale di Pina La viecia batana. L'organo della Chiesa
di S. Caterina di Rovereto, suonato dal nipote, ha riempito le navate di musica, ricordi e lacrime.
+
È mancato a fine marzo
Maria Apollonio
Lo annunciano, con infinita
tristezza, i figli e gli adorati nipoti.
;
Il Comitato provinciale
A di Trento, nella
persona della presidente
Annamaria Marcozzi Keller,
annuncia con dolore la perdita, nel giro di pochi mesi,
di figure altamente significative del mondo degli Esuli.
Alla vigilia di Natale è mancata la «Pina»,
Pina Perini
Esule da Rovigno, dove era
nata nel 1923, dolce signora che,
finché ha potuto, ha rallegrato gli
incontri associativi con la sua bellissima voce. Il marito dell’amica
Pina era Maestro di musica, direttore della Banda musicale di
Rovigno e poi di Rovereto ed insegnante di musica al Liceo di Ro-
Guglielmo Orefice
di Fiume. Persona estremamente discreta, è vissuto molto in
Germania, quindi si era trasferito
in Trentino, a Mezzolombardo.
Frequentava gli incontri promossi dal Comitato nei limiti consentiti dai suoi problemi di salute,
sempre esprimendo una grande
nostalgia per la sua città natale.
+
Ai primi di aprile è scomparso
Emilio Roseano
nato a Gorizia. Signore distinto e colto, aveva regalato alla presidente Marcozzi Keller un libro
sull’occupazione jugoslava di Gorizia. Nato nel 1926, viveva a Trento.
Il 17 aprile è mancata
Alda Rensi
grande donna, ha saputo
lottare tutta la vita che non
guerra mondiale, alle quali ha
dedicato molte energie politiche e diversi libri. Tra questi,
Quei giorni di Pola, con la prefazione di Arrigo Levi (LEG
Editrice, Gorizia), memorie di
una città e di volti scomparsi
che l’Autore ha voluto rievocare per restituire loro il ricordo
che meritano, nella vicenda
collettiva e nella sua personale. L’esodo della popolazione
italiana dalla città assume, nel
racconto di Belci, la tragica
grandezza della Storia. Un libro, ne ha scritto Arrigo Levi,
comunque «di riconciliazione
della memoria con i luoghi e
con il tempo della giovinezza»
Al confine orientale del
Novecento Belci ha dedicato
anche i volumi Trieste, memorie di 30 anni (Morcelliana,
1989), Quel confine mancato.
La linea Wilson (Morcelliana, 1996), e Il libro della bora
(Lint, 2003), che testimoniano il profondo attaccamento
di Corrado Belci alla tormentata storia dei territori italiani investiti nel Novecento da
opposti nazionalismi e violenze ingiustificabili, come le
Foibe.
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le ha risparmiato molto, ad
iniziare dalla scomparsa del
papà per mano titina, mai più
ritrovato.
Dei Rensi ha scritto Guido Rumici nel suo libro Pedena, un paese nella bufera. Un
Rensi era parroco e vescovo
di Pedena, Alda vi era nata ed
ogni tanto vi ritornava. Per lei
era una grande gioia ritrovare
la sua gente, il suo paese dove
avrebbe voluto vivere.
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Tariffe per i necrologi evidenziati
Box necrologio evidenziato
1/4 di pagina per 1 numero
€ 200
Box necrologio evidenziato
1/8 di pagina per 1 numero
€ 100
Box necrologio evidenziato
1/16 di pagina per 1 numero
€ 50
Per i versamenti è possibile usare un bollettino
postale in bianco presso
uno qualsiasi degli uffici di
Poste Italiane, indicando il
numero di conto corrente
postale 32888000 intestato
«Difesa Adriatica - Roma».
In caso di Bonifico bancario, sempre con la stessa intestazione, il codice IBAN
è IT34 N076 0103 2000
0003 2888 000.
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Progetto grafico e impaginazione Massimo Stasi
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La scomparsa di Anna Borsi,
storica presidente del
Comitato A di Milano
È mancata in questi giorni a Milano Anna Borsi, per anni presidente
del Comitato del capoluogo lombardo della nostra Associazione. Alle
parole di Roberto Predolin (consigliere nazionale ANVGD) lasciamo
il ricordo di una figura importante per i nostri Esuli a Milano ed apprezzata dalle istituzioni per l’alto profilo della sua presidenza.
Il sindaco Albertini la insignì, ormai diversi anni addietro, del prestigioso «Ambrogino d’oro» che la Città di Milano conferisce a personalità distintesi nel campo sociale, culturale ed economico.
.
i è spenta a Milano, dopo una lunga malattia Anna Borsi,
una delle voci più convincenti ad appassionate dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Di Lei mi piace ricordare quel suo garbo risoluto nell’affrontare le
complessità di un mondo che a fatica si era risollevato dalla catastrofe,
senza più illusioni né speranze, eppure così bisognoso di ritrovarsi, di
condividere i propri ricordi, di tornare a guardare con serenità al futuro.
Anna era proprio l’Amica che
tutti avremmo voluto avere vicino
soprattutto quando le cose non andavano bene, quando venivamo colti da quel persistente sentimento di
marginalità quasi di fine e di confine.
Anna sapeva sempre trovare una
risposta rassicurante a quei distacchi
e ci recuperava uno ad uno ricucendo gli strappi, creando consensi ed W I<g RT2*A5+*%/<K2*hD%
armonia.
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Ho quasi sempre intuito il lato
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negativo della vita, fa parte del mio
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carattere di Dalmata scontroso, ma
ho sempre colto anche in qualcuno di noi quella insensatezza capace
di trasformare una illusione in una passione concreta: Lei era così.
Ecco, Anna rappresentava un porto rassicurante e molti di noi,
ormai cittadini di nessun luogo, con Lei ci sentivamo a Pola, a Fiume, a Zara e di strada insieme ne abbiamo fatta molta.
Da troppo tempo ormai i suoi pensieri vagavano in uno spazio
sconosciuto e mi sono mancate molto – forse troppo – in questi anni
la Sua tenacia e la Sua amicizia.
Rimane un’idea seducente l’idea che si possa vincere il mistero
del termine con la memoria e con la tentazione di un dialogo oltre il
confine del tempo.
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