Introduzione La letteratura italiana in Istria è stata oggetto dell
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Introduzione La letteratura italiana in Istria è stata oggetto dell
Introduzione La letteratura italiana in Istria è stata oggetto dell’attenzione di numerosi studiosi, che a più riprese si sono interessati a questo tema. L’antesignano di questo tema fu Baccio Ziliotto, autore di numerose pubblicazioni, che nel 1913 diede alle stampe a Trieste un libro intitolato La cultura letteraria a Trieste e nell’Istria. Dall’antichità all’Umanesimo; successivamente, nel 1924, pubblicò la Storia letteraria di Trieste e dell’Istria. Francesco Semi fu, come Ziliotto, un attento studioso e osservatore delle letteratura italiana in Istria, e come lui pubblicò numerosi saggi, oltre all’ampia opera dal titolo Istria e Dalmazia. Uomini e tempi, del 1991, comprendente due volumi, ciascuno in riferimento all’area geografica in cui questa letteratura venne prodotta: Istria e Fiume, e Dalmazia. Seguono, sempre dagli anni Novanta in poi, numerose le sillogi sulla letteratura in Istria, iniziando da Bruno Maier e Alessandro Damiani, che prendono in esame la produzione culturale dalle origini ad oggi; a seguire i quasi coevi lavori di attenta analisi di Deghenghi Olujić e Milani; inoltre nel 2010 l’EDIT ha dato alla stampa un’ampia pubblicazione sulla storia della letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero nel secondo Novecento, dal titolo Le parole rimaste, curata da Nelida Milani e Roberto Dobran. È grazie all’impegno di questi studiosi che Storia e Antologia della letteratura italiana di Capodistria, Isola e Pirano ha visto la luce, con l’obiettivo di presentare al pubblico la realtà letteraria di tre città costiere, Capodistria, Isola e Pirano. È stato un lavoro impegnativo, motivato dall’importanza che esso potrà avere per la nostra realtà e per l’utilità che potrà avere per le prossime generazioni. Accanto alla parte storica, ho ritenuto opportuno inserire una selezione di passi tratti dalle opere degli autori citati, con l’obiettivo di proporre al lettore una chiave di accesso diretta alla realtà linguistica, ma soprattutto culturale, di questa regione. L’Istria, infatti, è la vera protagonista di questo volume, un territorio in cui vedo quello che prima di me hanno visto e amato i nostri padri, e tutti coloro che, nel passato e nel presente, hanno amato e apprezzato queste terre: un territorio che al di là di essere staticamente e isolatamente multilingue e multiculturale, è da sempre plurilingue e pluriculturale, nell’accezione delle più recenti indicazioni del Consiglio d’Europa. Con questo volume si è voluto dare spazio alla voce dei popoli dell’Istria attraverso i loro scrittori, restituendo al dialogo tra Sloveni e Italiani di queste terre quel ruolo di condivisione tra culture e popoli che per decenni sono stati travolti da vicende storiche. Gran parte di questa letteratura non è semplicemente una produzione “etnica”, valida per studiare usi e costumi di popoli: questi testi hanno un valore universale, come qualsiasi opera letteraria degna di questo nome. Narrano del passato e del futuro delle nostre città e delle nostre società, di inquietudine e di insicurezza, di temi globali come l’ambiente, lo sviluppo, la povertà e la ricchezza, la violenza, il potere, le società multiculturali. La letteratura vista in un’ottica interculturale aiuta ad avvicinarsi alle culture diverse dalla propria in modo nuovo: un romanzo crea uno spazio e un tempo di ascolto “lunghi” e particolarmente privilegiati, che spesso mancano quando casualmente si incontrano le diverse testimonianze culturali nelle nostre città (le insegne bilingui, un edificio in stile gotico veneziano, la presenza di scuole italiane, una pietanza dal nome veneziano). È questa letteratura che ci trasporta su un terreno culturale sconosciuto, e forse solo in questo ambiente ‘protetto’ possiamo accettare di essere protagonisti ed esplorare, cercare di conoscere senza timore; essa ci fa nascere la sensazione che ognuno (individuo, cultura, popolo) ha diritto al proprio racconto e alle proprie storie, che le storie sono infinite e che non ne esistono di superiori o inferiori, favorendo identificazioni con i personaggi e con la vicenda, oppure cambiamenti del punto di vista, probabilmente generando nuove storie che il lettore può a sua volta raccontarsi e raccontare. Nives Zudič Antonič