Cucciolo d`orso corre sulla neve «E adesso diamogli un nome»
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Cucciolo d`orso corre sulla neve «E adesso diamogli un nome»
Codice cliente: 9381815 Cronaca Verona 13 Corriere di Verona Mercoledì 28 Maggio 2014 VR Animali e natura Un appassionato di scialpinismo ha ripreso il giovane plantigrado domenica scorsa sul Monte Baldo, nei pressi del rifugio Telegrafo Spaventato da un cane La corsa sfrenata dell’orso è stata causata da un cane che, vedendolo, ha cominciato ad abbaiare. Nella sua fuga l’orso ha a sua volta spaventato alcuni camosci presenti in zona Di corsa L’orso ripreso domenica scorsa da un escursionista sulle nevi del Baldo, nei pressi del rifugio Telegrafo Su Facebook è partito il sondaggio per dare un nome all’animale: si sceglie tra Gae, Beda e Jerry VERONA — L’incontro ravvicinato del tipo plantigrado risale a domenica scorsa, 25 maggio. Sono passate da poco le nove del mattino alla quota dei 2.200 metri di cima Telegrafo. Non mancano, però, gli appassionati di scialpinismo, che hanno approfittato della neve ancora abbondante per un’escursione di fine primavera. È un cane che accompagna uno degli sciatori ad accorgersene per primo. Comincia ad abbaiare forte, rivolto all’intruso: una macchia marrone, che passa veloce sul manto bianco del terreno. I latrati spaventano «l’intruso», che corre verso la vetta. Lì, però, ai piedi della croce c’è un altro escursionista, che non crede ai suoi occhi e, dopo un primo attimo di sbigottimento, fruga nelle tasche alla ricerca del telefonino, per filmare il tutto. È stato l’animale, alla fine, ad avere più paura: vista la persona sulla cima è tornato, sempre al galoppo, sui suoi passi, spaventando qualche camoscio lungo il tragitto. Un orso, senza dubbio. Quasi certamente, un nuovo esemplare, non conosciuto Cucciolo d’orso corre sulla neve «E adesso diamogli un nome» Il gestore del rifugio: «Non ha il radiocollare, è un maschio giovane» in zona, che si aggiungerebbe ad M4 e a M11, il primo ancora presente, secondo la forestale, il secondo non più avvistato dalla scorsa estate. Quello visto la scorsa settimana, filmato e fotografato da diverse persone, invece, sarebbe troppo - relativamente, s’intende - piccolo per corrispondere alla descrizione degli altri due orsi, ormai dei veterani. La pensa così Alessandro Tenca, naturalista e guida alpina, gestore del rifugio «Gaetano Barana» al Monte Telegrafo, che ha visto tutto a poche decine di metri di distanza. «Sembrava un maschio giovane, sicuramente senza radiocollare. È la L’iniziativa prima volta, da quando mi trovo al rifugio, poco più di un anno, che ne viene avvistato uno nelle vicinanze». Insomma, ci sono tutti gli indizi per pensare di aver a che fare con uno dei primi orsi «autoctoni», nati sul- le montagne tra Veneto e Trentino, quando la precedente generazione, vedi alla voce orso Dino, arrivava «da emigrata» dalla Slovenia. Le foto e il video documentano il tutto con una buona quali- tà dell’immagine. «L’abbiamo visto sparire nella zona nota come Valle degli Ossi, che evidentemente considera una sorta di rifugio - prosegue Tenca - del resto prende il nome dalle carcasse di pecore o di altri animali ❜❜ ❜❜ È la prima volta, Mi ha preso alla ❜❜ È sparito nella da quando sono al rifugio, che viene avvistato un orso Valle degli Ossi, lui forse la considera un suo rifugio Alessandro Tenca sprovvista, poi l’ho filmato. È stata una grande emozione L’autore del video Alessandro Tenca Aeroporto Più capacità di movimenti. «E presto una nuova struttura» Gli alberghi del lago «gemellati» con i musei Ferrari VERONA — Grazie ad un accordo stipulato tra Federalberghi Garda Veneto e la direzione marketing dei musei Ferrari i turisti del lago di Garda potranno acquistare online, attraverso GardaPass Booking sul sito www.gardapass.com, direttamente negli hotel o Il mito Il museo Ferrari negli uffici turistici delle località del lago sia i biglietti per l'entrata al museo Ferrari di Maranello e al museo Enzo Ferrari di Modena (Mef), sia l'escursione organizzata in autobus. Il museo Ferrari di Maranello raccoglie le auto, le immagini e gli innumerevoli trofei che hanno fatto la storia della marca e che hanno raccolto tanti successi sportivi e commerciali sui circuiti e sui mercati di tutto il mondo. Al museo Enzo Ferrari di Modena, invece, oltre ad ammirare auto straordinarie, si può assistere ad uno spettacolo che racconta l'intera vita del grande costruttore. I due musei attirano ogni anno oltre 400mila appassionati, provenienti da ogni parte del mondo, tanto da risultare uno dei primi complessi museali italiani. «Abbiamo accettato di buon grado questa partnership - afferma il presidente di Federalberghi Garda Veneto Corrado Bertoncelli innanzitutto perché il marchio Ferrari rappresenta un'eccellenza italiana che ci onora e ci dà prestigio all'estero e poi per offrire sempre di più e sempre il meglio ai nostri turisti. Non dimentichiamo che i 12 milioni di turisti del nostro lago sono in maggioranza tedeschi e molto legati al mito Ferrari grazie anche al loro grande campione Michael Schumacher, che come tutti sanno sta attraversando un momento difficile». © RIPRODUZIONE RISERVATA Torre di controllo al Catullo Domani il passaggio all’Enav VERONA — Un’attesa lunghissima, una da- nei momenti di picco stagionale e, di conseta anticipata di tre giorni: il passaggio di con- guenza, il traffico passeggeri. Non solo: «Nel segne all’Enav per la torre di controllo del Ca- 2015 già abbiamo in programma con l’Enav tullo era stata annunciato per il primo giu- di incrementare ulteriormente la capacità oragno, l’azienda ieri ha comunicato che il tutto ria. Il dialogo avviene sulla base di un proavverrà domani, giovedì 29 maggio. Una da- gramma di investimenti, già fissati, che avrà ta, a suo modo, «storica» perché segna l’ulti- il suo culmine con la costruzione entro cinmissimo passaggio dello scalo veronese que anni della nuova torre di controllo, alta dall’antica vocazione (e struttura) militare al- 45 metri». Adesso c’è la vecchia (e bassa) palazzina militare la gestione privata che gestisce come e civile. Ma ciò che può, soprattutto più conta è lo svicon le frequenze raluppo possibile dio, i contatti con i con il nuovo gestopiloti in avvicinare del traffico. Lo mento o al decollo. spiega Carmine L’ufficializzazioBassetti, direttore ne del passaggio di generale del Catulconsegne è avvenulo: «L’avvento di ta ieri con una nota Enav significa che dell’Enav, che anda un servizio stannunciava analoga dard della torre di operazione, quasi controllo passiamo in contemporanea a un’attività più (cioé ieri), anche complessa e flessiper l’aeroporto di bile. Con la preceRoma-Ciampino. dente gestione miliIn entrambi gli scatare erano consentili, informa il comuti a Verona quattornicato, «il transito dici movimenti ora- Più decolli L’ingresso dell’aeroporto Catullo avviene in assoluta ri, ora - da subito potremo passare a 18. Questo vuol dire che sicurezza ed è stato possibile grazie a un’attivipossiamo aumentare le "finestre" di atterrag- tà di addestramento dei propri controllori di gio e di decollo per le compagnie aeree, tra l’al- volo, durata alcuni mesi». E appunto la societro con una possibilità di sbilanciamento, per tà «ha già previsto, per entrambi gli aeroporesempio dodici arrivi e sei partenze o vicever- ti, un importante piano di ammodernamento sa». Non sono solo questioni burocratiche ma tecnologico in linea con gli obiettivi aziendaanche di crescita del business e di opportuni- li». C.T. tà per gli utenti: in parole povere il Catullo ha più chances tecniche di incrementare i voli © RIPRODUZIONE RISERVATA che si trovano ogni tanto. Ho sollecitato un parere di alcuni amici del museo di scienze naturali di Trento, sia per avere qualche parere sull’esemplare sia per sapere come fare con i visitatori. È giusto che si sappia che c’è la possibilità di imbattersi in un animale del genere. L’orso può essere anche un’attrattiva, ma occorre prendere le giuste precauzioni». A tal proposito il sito del rifugio sottolinea come, probabilmente ancora per almeno un paio di settimane, ci sarà ancora neve in zona e gli escursionisti dovranno avere un equipaggiamento adeguato. Quanto al regista del video, l’utente Col- tamer di youtube, rimane ancora anonimo (non si è fermato al rifugio). Questo il suo commento online: «È comparso all’improvviso alle mie spalle a meno di venti metri di distanza. Dopo uno sguardo nella mia direzione, visibilmente spaventato si è gettato nel sottostante pendio. Preso alla sprovvista e un po’ emozionato ho iniziato a filmarlo qualche secondo dopo. Mi ha impressionato la velocità e l’agilità nonostante il ripido nevato. Comunque una grande emozione». Ma non è tutto: la pagina Facebook del rifugio ha lanciato un sondaggio per «battezzare» l’orso. Tre i nomi in lizza: «Gae», in onore a Barana, «Beda», santo commemorato il 25 maggio e infine Jerry, un omaggio al prete alpinista Germano Paiola, cappellano delle chiese del Baldo e del Carega, mancato la settimana scorsa. Davide Orsato © RIPRODUZIONE RISERVATA GUARDA IL VIDEO dell’orso sul Baldo su www.corriereveneto.it Forum mondiale ecotecnologie Dalle acque reflue può nascere la bioplastica VERONA — È una sfida ecologica, ma allo stesso tempo un’opportunità per l’economia «verde». Si parla di acque reflue, uno scarto che può produrre materiale nuovo. Non è fantascienza: la bioplastica, ottenuta attraverso i batteri che agiscono nelle acque di scarico, viene già prodotta in alcuni Acque reflue Nuova sfida impianti. Incluso quello, sperimentale, di Treviso, dove opera un team di ricercatori dell’Università di Verona. Saranno proprio loro ad aprire il convegno internazionale che si terrà dal 23 al 27 giugno, alla Gran Guardia e all’università «EcoStp 2014», dedicato per l’appunto al trattamento delle acque di scarto e alla loro possibile riconversione energetica e produttiva, che vedrà la partecipazione anche di Acque Veronesi, Gardesana Servizi, del consiglio di bacino e dell’Arpav. «L’obiettivo - spiega Francesco Fatone, ricercatore di impianti chimici dell’università - è quello di confrontarci con esperti da tutto il mondo. C’è un interesse crescente verso questo ambito e lo stanno dimostrando anche tutte le aziende pubbliche del Veneto che operano in campo ambientale. Del resto, l’università veronese è la rappresentante italiana di un network, Water2020, che raggruppa 27 paesi europei con l’obiettivo di arrivare a soluzioni concrete per l’utilizzo di questa risorsa entro sei anni.Nel corso del convegno, però, saranno affrontati anche le questioni collegate all’inquinamento della risorsa idrica, allo stato di salute dei bacini veneti e sul funzionamento dei depuratori veronesi. Per Roberto Canziani, esperto di ingegneria ambientale del Politecnico di Milano, intervenuto ieri alla presentazione dell’appuntamento, «l’Italia deve affrontare numerose criticità per mettere a norma, secondo le regole europee, il servizio idrico integrato: servono investimenti». D.O. © RIPRODUZIONE RISERVATA