Relazione di restauro
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Relazione di restauro
46. Luca Giordano (Napoli, 1634-1705) Il ratto delle Sabine 1680 ca tecnica/materiali olio su tela relazione di restauro Aurelia Costa, Francesca Ventre dimensioni 285 × 366 cm restauro Aurelia Costa, Francesca Ventre (Laboratorio delle Scuole Pie, Genova) iscrizioni in basso a sinistra: «Jordanus f.» provenienza collezione Marc’Antonio Grillo; collezione famiglia Balbi con la direzione di Farida Simonetti collocazione Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, Inv. GNL 75/2010 (121524) Stato di conservazione L’opera presentava mancanza di adesione tra gli strati pittorici, evidente in sollevamenti e piccole cadute diffuse, concentrate per lo più nella zona centrale; si evidenziavano zone di craquelure sparse su tutta la superficie pittorica (figg. 1-4). La superficie del dipinto risultava notevolmente scurita e opacizzata da una patina di depositi e dall’ossidazione della vernice che conferivano all’opera toni opachi e molto ingialliti, offuscando la luminosità delle cromie originali; visionando il dipinto ai raggi UV (figg. 5-7) apparivano evidenti numerosissime riprese pittoriche stese in due successivi interventi, uno al di sotto e uno al di sopra del più recente strato di vernice. La superficie pittorica appariva molto arida. Nell’angolo inferiore destro si notava una ‘strisciatura’, molto probabilmente da urto. Il dipinto presentava un intervento di foderatura a colla pasta con evidenti sovrapposizioni, arricciamenti e sollevamenti degli strati pittorici dovuti al movimento della tela durante il suddetto intervento, a causa della sensibilità all’umidità; conservava inoltre una discreta tensione generale fatta eccezione per un leggero rilassamento del lato inferiore. La cornice è finita a oro vero a guazzo e a missione e si trovava in cattivo stato di conservazione; erano presenti, infatti, numerosi sollevamenti, cadute e riprese pittoriche eseguite a bronzina. 1. Prima del restauro, generale Intervento conservativo L’intervento di restauro sul dipinto è stato finalizzato in primo luogo alla rimozione dello spesso strato di sporco di deposito, di vernice ossidata e delle numerose riprese pittoriche (acetone e miscela acetone/ligroina in diverse percentuali; DMSO in acetone al 10/20% per le vecchie reintegrazioni) previo fissaggio localizzato dei sollevamenti degli strati pittorici. La metodologia dell’intervento di pulitura è stata definita dopo l’apertura di saggi che hanno consentito di valutare in modo corretto lo stato della cromia originale (figg. 8-13); l’intervento è stato controllato con la costante visione della superficie pittorica ai raggi UV (figg. 5-7) e con lo stereomicroscopio 200×. Sono stati quindi rimossi meccanicamente i vecchi stucchi debordanti sul colore originale. Considerato il pessimo stato di conservazione del telaio, costituito dall’assemblaggio di due telai di recupero e non idoneo a supportare correttamente il complesso tela originale-tela di rifodero, si è deciso di sostituirlo con un nuovo telaio in abete listellare con sistema di espansione a vite. Il dipinto è stato smontato dal telaio, mantenendo la vecchia foderatura, a tutt'oggi ben ancorata alla tela originale; grazie all’utilizzo del piano termico a bassa 2. Prima del restauro, particolare 3. Prima del restauro, particolare con ridipintura 4. Prima del restauro, particolare 5. Prima del restauro, particolare in fluorescenza UV 6. Prima del restauro, particolare in fluorescenza UV 7. Prima del restauro, particolare in fluorescenza UV 8. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 9. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 10. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 11. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 12. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 13. Durante il restauro, particolare con saggio di pulitura 14. Dopo il restauro pressione con impianto di umidificazione sono state appianate le deformazioni del supporto tessile ed è stato eseguito il consolidamento degli strati pittorici, previa stesura dal recto di una resina acrilica termoplastica, Plexisol P550, al 20% in White Spirit. Sono state in seguito applicate con colla pasta delle strisce perimetrali di tensionamento in tela patta di lino per permettere il ritensionamento della tela sul telaio. È stata poi rifinita la pulitura passando alle operazioni di stuccatura (a livello delle lacune con successiva imitazione della superficie in modo da ottenere una rifrazione della luce simile all’originale) e reintegrazione pittorica (con pigmenti puri legati a vernice). Le operazioni di vernicia- 15. Prima del restauro, particolare in luce radente tura sono state condotte a pennello con più mani di vernice finale 033 (ditta Antares) a base di Laropal 81 ed a spruzzo con vernice à retoucher della Talens (fig. 14). Sintesi Nello specifico il dipinto è stato oggetto delle operazioni di seguito descritte. 16. Prima del restauro, particolare in luce radente Superficie pittorica: pulitura graduale della superficie pittorica tramite rimozione dello strato di sporco di deposito e della vernice con acetone/acetone e ligroina in diverse percentuali; rimozione dei ritocchi e delle ridipinture con una miscela di DMSO al 10 e al 20% in acetone; rimozione meccanica degli stucchi debordanti sul colore originale; smontaggio della tela dal telaio: fissaggi localizzati dei sollevamenti di strato pittorico; appianamento di piccole deformazioni su piano termico a bassa pressione; applicazione di strisce perimetrali di tensionamento; tensionamento sul telaio; stuccatura a livello del colore originale (gesso e colla di coniglio); imitazione di superficie delle stuccature; ripresa pittorica con colori ad acquerello e velature con pigmenti puri legati a vernice; verniciature intermedie a pennello; verniciatura finale a nebulizzazione. Telaio: pulitura, disinfestazione e consolidamento del telaio ligneo e inserimento lungo i margini di un listello ligneo. Cornice: disinfestazione con Permetar®; consolidamento; pulitura della superficie; rimozione della bronzina; stuccatura e doratura a foglia delle mancanze. 17. Prima del restauro, particolare in luce radente Documentazione prodotta Documentazione fotografica di tutto l’intervento su supporto digitale: riprese in luce visibile, in luce radente (figg. 15-17) e in fluorescenza UV; documentazione con macrofotografie per l’indagine della tecnica pittorica e micro-fotografie con stereomicroscopio 200×; rilievo grafico delle zone di degrado.