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Tecnica
luglio - agosto 2014
LA TERMOTECNICA
Edilizia & Energia
di A. Lambruschi
41
La riqualificazione energetica del parco immobiliare
pubblico esistente in attuazione alla direttiva 2012/27/UE
L’Europa è il territorio più antropizzato della Terra, tuttavia il parco immobiliare è molto impattante dal punto di vista energivoro e consuma circa un terzo
dei fabbisogni energetici nazionali. L’UE, al fine di traguardare gli obiettivi sulla lotta ai cambiamenti climatici e aumentare l’efficienza degli usi finali, ha
emanato la direttiva 2012/27/UE che impone agli stati membri di riqualificare ogni anno una parte del patrimonio pubblico. In questo lavoro si tenta sia
di tracciare un quadro della normativa europea sia di fare un’analisi sull’impatto che il nuovo provvedimento avrà sull’economia dei vari enti pubblici.
REDEVELOPMENT OF EXISTING PUBLIC ENERGY PARK ESTATE IN IMPLEMENTING
THE DIRECTIVE 2012/27/UE
Europe is the territory of most man-made Earth, however, the housing is very impactful in terms of energy-intensive and consumes about one-third of
national energy requirements. The European Union, in order to reacquire targets on the fight against climate change and increase end-use efficiency,
2012/27/UE issued a directive requiring member states to re-qualify each year a portion of the public property. In this paper we attempt both to draw
a picture of European legislation, is to make an analysis on the impact that the new measure will have on the various public bodies.
INTRODUZIONE
Con gli impegni internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici. La
Comunità Europea ha imposto ai vari Stati Membri, attraverso l’approvazione di diverse direttive, di attuare azioni di “ammodernamento
energetico” al patrimonio esistente. L’Europa, per tradizioni storiche, è
un territorio molto urbanizzato e antropizzato. Le costruzioni, specialmente in Italia, sono sia di tipo storico sia costruite nel dopoguerra. Si
tratta di immobili privi di isolamenti termici con impianti vetusti, poco
efficienti e non dotati di impianti a energie rinnovabili. La Comunità Europea ha emanato due direttive che riguardano direttamente l’edilizia:
la 2010/31/UE [1], che prevede che i nuovi edifici abbiano fabbisogno “quasi zero”, e la direttiva 2010/27/UE [2] che è più attenta alla
riduzione del fabbisogno energetico attuale e contiene prescrizioni e
previsioni/impostazioni di intervento per gli immobili esistenti.
Gli scenari finalizzati al conseguimento degli obiettivi di riduzione delle
emissioni serra al 2020, elaborati dalla Comunità Europea, mostrano che gli
interventi per l’efficienza energetica degli edifici, negli usi finali dell’energia,
concorrano alla riduzione delle emissioni di gas serra per oltre il 45%; inoltre,
la metà di tali interventi riguarda i settori residenziali e terziari.
IL PATRIMONIO PUBBLICO ITALIANO:
OBBLIGHI E RIFLESSIONI DELLA DIRETTIVA 2012/27/UE
Come evidenziato nelle varie direttive europee e nelle normative italiane,
gli edifici pubblici svolgono un ruolo di esempio per la società civile e
vengono, dunque, individuati come elemento fondamentale per la diffusione della cultura dell’efficienza energetica.
Il patrimonio edilizio pubblico è enorme e molto variegato, sia in termini
di proprietà sia in termini di destinazioni d’uso. L’istituto nazionale per
l’analisi dei mercati immobiliari ha stimato che il patrimonio pubblico
italiano è pari a un miliardo di metri quadri, equivalente a circa il 20%
del totale nazionale [3]. Tali immobili, facenti capo a Stato e Regioni,
hanno prevalente destinazione terziaria, residenziale e, in parte minore,
commerciale.
Allo Stato centrale appartengono circa 351 milioni di metri quadrati, alle
Regioni circa 74 milioni di metri quadrati e la rimanente metratura appartiene a Enti pubblici non economici, enti di ricerca, enti locali e AUSL. Di
tutti questi beni, alcune destinazioni sono escluse dall’applicazione delle
normative energetiche come ad esempio gli ospedali, le caserme e le carceri.
La normativa europea sulla riduzione degli usi finali (2012/27/UE) impone,
all’art. 5 comma 1, che a partire dal 01/01/2014 il 3% della superficie utile
coperta e appartenente al governo centrale per immobili climatizzati di superficie maggiore di 500 m2, siano ristrutturati ogni anno al fine di rispettare
i requisiti minimi di prestazione energetica previsti dalla direttiva 2010/31/
UE. A partire dal 09/07/15 gli immobili oggetto di riqualificazione saranno
caratterizzati da una superficie di 250 m2.
Si tratta di un’imposizione molto virtuosa, che darà un forte stimolo alla
green economy e all’economia in generale, con la creazione di nuovi posti
di lavoro, nuove tecnologie energetiche ecc. Tuttavia, se tanto virtuosa è
l’imposizione, tanto difficile ne risulta la sua attuazione, soprattutto dal
punto di vista economico. La problematica del debito pubblico non permette
grandi investimenti sulla riqualificazione del patrimonio attraverso l’utilizzo
di risorse proprie.
Le normative europee e nazionali tentano di ovviare a tale aspetto incentivando la creazione di partenariati o l’utilizzo delle società di servizi energetici
(ESCO). Anche in questo caso, la problematica è rappresentata sia dall’accesso al credito per le imprese private sia dalle modalità di appalto previste
dal DLGS 163/06 [4]. Fortunatamente i legislatori, europeo e nazionale,
hanno elaborato una tipologia di contratto/gara destinata esplicitamente a
lavori e forniture in campo energetico, denominato Contratto di Prestazione
Energetica (EPC = Energy performance contractor).
Per favorire e incentivare ulteriormente la riqualificazione energetica degli
immobili pubblici, il Governo italiano, in attuazione e recepimento della
direttiva 2009/28/CE [5], ha creato e reso operativo con DM 28/12/2012
[6] il conto termico. Questo sistema incentivante permette di recuperare fino
al 40% delle spese sostenute per coibentazioni, impianti di climatizzazione
con caldaia a condensazione o a pompa di calore e impianti solari termici,
Dott.Ing. A. Lambruschi - Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara
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in un tempo di 2 o 5 anni a seconda dell’intervento. L’incentivo è un rimborso
annuo in conto capitale e non in compensazione di tasse e contributi.
Gli incentivi spettano alle Amministrazioni pubbliche, anche se si avvalgono
di forme di collaborazione con privati.
La direttiva 2012/27/UE precisa che la prestazione energetica ottenuta
dall’intervento deve essere conforme ai requisiti imposti dall’art. 4 della direttiva 2010/31/UE. L’articolo di quest’ultima permette agli Stati membri di
definire i livelli di prestazione energetica compatibilmente con i costi, il clima,
la tipologia architettonica ecc., al fine di consentire un rapido passaggio
verso la realizzazione di edifici a energia quasi zero, previsto come obbligo
per gli edifici pubblici di nuova costruzione, a partire dal 31/12/2018.
Il conto termico non impone parametri sulla prestazione energetica ma
limiti specifici e puntuali sulle parti dell’edificio oggetto di intervento. I limiti
prestazionali imposti dal sistema incentivante e gli obblighi previsti, per i
vari interventi edilizi, dalla legislazione nazionale o regionale, riducono indubbiamente la prestazione energetica dell’edificio pubblico riqualificato.
La problematica del rapporto tra sistema incentivante e obblighi
della direttiva comunitaria riguarda la diversità di opportunità: la
direttiva lo impone come obbligo, invece il conto termico è volontario
e ha un limite di disponibilità finanziaria.
In un momento di grande crisi occupazionale e industriale, se
la normativa comunitaria fosse attuata, potrebbe creare nuova
occupazione di maestranze locali legate alla progettazione e
installazione delle varie tecniche e tecnologie per il risparmio e l’efficienza energetica. La Confindustria nazionale stima che, con un
investimento di 1.000.000 euro di soldi pubblici, si genererebbero
17.000 unità di lavoro [7]. Se i materiali e le tecnologie utilizzate
fossero di produzione italiana, il valore di lavoro generato sarebbe
addirittura superiore.
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LA TERMOTECNICA
tenesse la “collaborazione” di un soggetto privato come una ESCO,
facendo in tal modo decollare anche lo sviluppo di queste tipologie
di imprese che oggi stentano a svilupparsi.
Gli enti locali sono: le Regioni anche se, essendo enti legislativi,
sono istituzioni di notevole importanza, le Provincie, le unioni/
associazioni di Comuni e i Comuni singoli.
In base alle ultime direttive istituzionali che mirano ad abrogare le
Provincie [9], le realtà che si svilupperanno/potenzieranno saranno
le associazioni o Unioni di Comuni. Tali soggetti gestiranno il patrimonio immobiliare ed energetico pubblico locale formato da scuole
di ogni ordine e grado (ad eccezione delle università), palestre, case
di riposo, sedi istituzionali, centri ricreativi, teatri ecc.
Potranno quindi creare una domanda di servizi energetici “importante” a
seconda delle dimensioni delle Unioni stesse.
Il caso analizzato è quello d’unione delle Colline Matildiche in provincia
di Reggio Emilia, formata da tre comuni: Albinea, Quattro Castella,
Vezzano Sul Crostolo. Si tratta di un territorio di 127,78 Km2 con una
popolazione di circa 26.300 abitanti [10] con vari edifici pubblici,
alcuni di piccole dimensioni, altri di medie.
Comuni
Albinea
Vezzano
Quattro
Castella
UNIONE TERRE COLLINE MATILDICHE
Mq
Edifici
Edifici
complessivi
SU >500mq
250 MQ< SU < 500mq
N° Edifici
N°
Mq
N°
Mq
33
16.546
7
9.332
3
1025
23
7.954
2
1483
1
431
45
18.354
10
14.749
1
391
101
42.854
19
23.564
5
1.847
TABELLA 1 - Immobili pubblici appartenenti ai diversi Comuni
dell’Unione divisi per dimensioni [11]
Si tratta in generale di edifici costruiti ante DLGS 192/2005 [12], con
ridotto o inesistente isolamento termico, e impianti termici con generatore
di calore tradizionale, talvolta alimentato a gasolio. Analizzando gli edifici
dell’Unione con superficie maggiore di 500 m2, si nota che sono principalmente scuole, sedi di municipi e palestre. Tutti questi edifici necessitano di
coibentazioni e di rifacimenti di impianti termici; per le palestre si ipotizza
anche l’installazione di impianti solari termici per la produzione dell’acqua
calda sanitaria. Si tratta di 19 edifici di dimensioni superiori a 500 m2. Il 3%
calcolato sul mero edificio e non sulla superficie permetterebbe di riqualificare un edificio in due anni (3%+3%); diversamente il 3% della superficie totale
degli edifici di area maggiore di 500 m2 equivale a un edificio di 707 m2.
Utilizzando la seconda ipotesi, si sono simulati l’intervento e i costi su un
edificio molto rappresentativo: la sede Comunale di Albinea, che ha una
superficie utile di 974 m2 e una superficie coperta di 525 m2.
LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
DEL PATRIMONIO PUBBLICO LOCALE
La direttiva 2012/27/UE non prevede direttamente che tutti gli edifici
pubblici appartenenti o occupati dai vari Enti siano oggetto di obbligo di
riqualificazione a partire dal 01/01/2014. È anche permesso che lo Stato
Membro possa, nelle sue facoltà di recepimento, estendere tale obbligo dagli
immobili detenuti dal governo centrale a quelli locali.
Si tratterrebbe di attuare anche sull’efficienza energetica una sorta
di Burdeu Sharing, come previsto per le energie rinnovabili dalla
direttiva 2009/28/CE.
Tale estensione presenterebbe una serie di vantaggi:
-- dal punto di vista energetico e ambientale, significherebbe estendere in
modo esponenziale gli effetti della riduzione delle emissioni di gas effetto
Superficie Utile Termica
947
Mq
serra e di minore fabbisogno di energia primaria da fonti tradizionali;
Superficie disperdente
2776
Mq
--dal punto di vista del rilancio economico, la creazione di posti
Rapporto
di
Forma
(S/V)
0.66
m-1
di lavoro in loco;
Numero di fruitori
40 circa
Si considerano le postazioni di lavoro
-- dal punto di vista economico, una notevole riduzione della spesa corrente
Laterizio semipieno a due teste- nicchie
per bollette e forniture energetiche, che permetterebbero di liberare risorse
Tipologia di chiusure
Opache vetrate
sottofinestra
per altre azioni sul territorio.
Opache orizzontali di copertura
Solaio latero-cementizio misto
Tuttavia, la fattibilità degli interventi risulta essere ridottissima in quanto negli
Orizzontali di basamento
Vespaio in ghiaia e magrone
Categoria da DPR 412/93
Trasparenti
Telaio in legno con doppia vetrocamera
Enti pubblici vale e vige il “Patto di Stabilità interno” [8], ossia un complesso
E.2
meccanismo fiscale che impone agli enti locali un drastico taglio delle spese
TABELLA 2 - Caratteristiche dimensionali e degli elementi principali
sugli investimenti locali, tra i quali anche le ristrutturazioni.
In tal caso gli interventi si potrebbero, comunque, effettuare se si ot- dell’edificio che ospita la sede amministrativa del comune di Albinea
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Edilizia & Energia
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LA TERMOTECNICA
Regime standardizzato (certificazione Energetica)
Fabbisogno energetico
768535.22 KWh/a
EPtot
183.38 KWh/mc a
Classe energetica
G
37
43
Considerando che le tre amministrazioni non possono spendere più di
100.000 euro/anno cadauna per i vincoli del patto di stabilità interno, nessun intervento è realizzabile dagli Enti direttamente; pertanto si dovrebbero
cercare accordi con partner privati.
TABELLA 3 - Analisi energetica in regime standardizzato
Si è ipotizzato pertanto, essendo un edificio non vincolato e privo di valore
storico testimoniale, di poter coibentare esternamente le chiusure opache, di
sostituire i serramenti e cambiare il generatore di calore.
Intervento
Estensione
(mq)
Parametro pre
intervento
Parametro post
intervento
Costo
Coibentazioni
esterne
1897
Semipieno a
due teste 30 cm
1,57
Cappotto
esterno
0,23
227.640
Serramenti
125
Legno con vetro
camera
2,8
Legno e doppio
vetro basso
emissivo
1,50
120.000
2 caldaie a
condensazione
a gas naturale
50.000
Impianti
1
2 caldaie semiatmosferiche
gasolio
Costo totale
Incentivo conto
termico in 5
anni
Incentivo conto
termico annuo
397.640
159.000
31.800
TABELLA 4 - Identificazione dei parametri, tecnologie e costi dei
vari interventi di riqualificazione
Gli effetti che l’intervento di riqualificazione avrebbe sull’edificio
sarebbero notevoli:
Classe
energetica
pre
intervento
Indice di
prestazione
energetica pre
intervento
Costo di gestione
pre intervento
annuo per la
climatizzazione
Emissioni
CO2
G
183,33 kWh/mc a
25.900 €
58,9 t
Classe
energetica
stimata post
intervento
Indice di
prestazione
energetica stimata
post intervento
Costo di gestione
post intervento
per la
climatizzazione
stimato
Emissioni
CO2
C
20,35 kWh/mc a
7.350 €
5,5 t
TABELLA 5 - Simulazione dei risultati energetico-ambientali ed
economici ottenibili
Il tempo di rientro dell’intervento sarebbe pari a 13 anni, considerando la
possibilità di beneficiare del conto termico.
Estendendo tale concetto a tutti gli altri edifici dell’Unione, l’amministrazione
dovrebbe stanziare circa 500.000 euro/anno per 19 anni al fine di riuscire
a riqualificare gli edifici di superficie maggiore di 500 m2 e circa 350.000
euro per gli edifici di superficie maggiore di 250 m2 per 5 anni.
Complessivamente l’Unione verrebbe a spendere circa 11.250.000 euro
e avrebbe una ricaduta lavorativa di circa 1.600 lavoratori equivalenti.
CONCLUSIONI
Gli obblighi imposti dalla Direttiva Europea di riqualificazione del patrimonio pubblico permetterebbero di ottenere ottimi risultati dal punto di vista
ambientale, energetico e occupazionale, specialmente se l’amministrazione/Enti rispettassero i parametri prestazionali imposti dal conto termico.
Estendere l’obbligo di riqualificazione dal governo centrale agli enti locali è
sicuramente positivo per le ricadute sul territorio, ma non attuabile per vincoli
economico-finanziari e/o mancanza di partners specializzati (ESCO).
È auspicabile che vi siano sistemi più flessibili anche di allentamento del patto
di stabilità interno per permettere ai vari Enti locali di riqualificare il proprio
patrimonio pubblico, con un’importante ricaduta culturale su tutto il territorio.
BIBLIOGRAFIA
1. Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19
maggio 2010 sul rendimento energetico nell’edilizia, Gazzetta Ufficiale
delle Comunità Europee, L 153 del 18/06/2010
2. Direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE
e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE, Gazzetta
Ufficiale della Comunità Europea L 351/1 del 14/11/2012
3. Convegno nazionale del 22 Aprile 2010: “Sciogliere l’iceberg: il punto dei
processi di valorizzazione degli enti pubblici” - Istituto nazionale per l’analisi
del mercato immobiliare - Ministro delle finanze
4. Decreto legislativo n° 163 del 12 aprile 2006 - Codice dei contratti
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione alle direttive
2004/17/CE e 2004/18/CE, Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n° 100 del 02/05/2006
5. Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23
aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili,
recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e
2003/30/CE, versione italiana, Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee,
n. L 140/16, del 05/06/2009
6. Decreto Ministro dello Sviluppo Economico del 28/12/2012 - Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di
efficienza energetica di piccole dimensioni. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 1 del 02/01/2013
7. Scenario economico n° 6 del 09/09/2009 - Le sfide della politica economica - Centro studi Confindustria Roma
8. Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze in attuazione
del comma 3 dell’articolo 1 del decreto legge 8 aprile 2013, n.
35, convertito, con modificazioni, in legge 6 giugno 2013, n. 64,
relativo alla seconda attribuzione di spazi finanziari
9. Disegno di Legge del Governo Italiano del 26/07/2013 -Disposizioni sulle
città metropolitane, le Province, le unioni e fusioni dei comuni.
10.Censimento nazionale ISTAT 2001
11.U.O. economato e lavori pubblici Unione Colline Matildiche
12.Decreto Legislativo n° 192 del 19 Agosto 2005 - “Attuazione della direttiva europea 2002/91/CE relativa al rendimento energetico dell’edilizia”,
Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana n° 222 del 23 Settembre 2005