Prime pagine - Codice Edizioni

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Prime pagine - Codice Edizioni
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LESLIE IVERSEN
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EDIZIONI
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Leslie Iversen
Farmaci e sostanze
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Progetto grafico Gaetano Cassini
Coordinamento produttivo:
Progedit & Consulting,Torino
Leslie Iversen
Drugs.A Very Short Introduction
© Leslie Iversen 2001
Drugs.A Very Short Introduction
was originally published in English
in 2001.This translation is published
by arrangement with Oxford
University Press.
Drugs.A Very Short Introduction
è stato pubblicato in inglese nel 2001.
Questa traduzione è pubblicata
in accordo con la Oxford
University Press.
Pagina iv
© 2007 Codice edizioni,Torino
ISBN 978-88-7578-079-1
Tutti i diritti sono riservati.
Per le riproduzioni grafiche
e fotografiche appartenenti
alla proprietà di terzi inserite
in quest’opera, l’Editore
è a disposizione degli aventi
diritto, nonché per eventuali
non volute omissioni e/o
errori di attribuzione
nei riferimenti bibliografici.
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Indice
Capitolo 1
Storia
Capitolo 2
Come funzionano le sostanze
Capitolo 3
Utilizzo terapeutico delle sostanze
Capitolo 4
Sostanze ricreazionali
Capitolo 5
La produzione di nuovi farmaci
Il XX secolo e oltre
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Bibliografia e Consigli di lettura
Elenco delle illustrazioni
Indice analitico
Capitolo 6
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1. Statuetta bronzea del dio Imhotep, divinità egizia della medicina. Si trattava di
un medico egiziano che visse nel 2600 a.C. circa e fu poi adorato come una divinità. I suoi metodi di cura comprendevano l’utilizzo di erbe, chirurgia e magia.
Alcune delle sostanze da lui utilizzate si sono dimostrate in seguito dotate di
effettive proprietà mediche; per esempio, il miele ha proprietà antibatteriche ed
era usato per guarire le ferite.
Capitolo 1
Storia
La parola “droga”1 si riferisce a una sostanza chimica che viene
deliberatamente assunta per ottenerne un effetto desiderato.
Alcune di queste sostanze vengono usate in campo medico per
curare delle malattie, mentre altre sono assunte per via del loro
effetto piacevole. Queste due diverse modalità di assunzione
hanno origini antiche. I primi uomini erano cacciatori-raccoglitori e dovevano quindi imparare quali tra le migliaia di piante del loro ambiente erano buone da mangiare e quali erano
invece velenose.Tramite tentativi ed errori, essi accumularono
progressivamente un bagaglio di conoscenze su quali piante o
quali altre sostanze naturali potevano aiutarli ad alleviare il dolore o a curare i sintomi delle loro malattie. Il consumo di erbe
medicinali non si limita agli uomini: infatti lo studio del comportamento degli scimpanzé ha rivelato che gli animali malati
a volte scelgono delle piante che solitamente non fanno parte
della loro dieta per i loro effetti antiparassitari.
Prima della nascita di un linguaggio scritto, la conoscenza
delle erbe medicinali era tramandata oralmente da una generazione all’altra, che alla fine si configurò come un compito
1 In inglese, il termine “drug” si riferisce indifferentemente a farmaci, medicine e
sostanze stupefacenti, allucinogene o eccitanti; in italiano, sebbene in passato il
termine “droga”, come ancora riportato dai dizionari, avesse lo stesso duplice
significato, oggi è ormai utilizzato principalmente per indicare questa ultima
tipologia di sostanze. Di conseguenza, nel testo si è scelto di tradurre la parola
con “droga” oppure con “farmaco”, “medicina”, a seconda dei contesti, e negli
ambiti più generali con la parola “sostanza”. [N.d.T.]
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Storia
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specifico dell’“uomo medicina”, dello “sciamano” o dello
“stregone”, che spesso univa alla conoscenza medica pratiche
magiche e riti religiosi, diventando così una figura influente
all’interno della comunità. La fede negli spiriti che potevano
intervenire, positivamente o negativamente, nella vita degli
uomini e quindi anche causare malattie, era praticamente
universale; di conseguenza non ci sorprende il fatto che la
conoscenza delle droghe fosse unita a questa componente
superstiziosa.
La prima farmacopea
«L’uomo inizialmente non considerava la morte e la malattia come dei fenomeni naturali. Le malattie comuni, come il raffreddore e la costipazione, venivano accettate come facenti parte dell’esistenza e venivano curate per mezzo
di rimedi a base di erbe quando essi erano disponibili.Tuttavia, le malattie più
serie e invalidanti erano inquadrate in una categoria del tutto diversa. Si credeva che esse avessero un’origine soprannaturale. Potevano essere il risultato di
una maledizione invocata sulla vittima da un nemico, la possessione da parte di
un demone o l’opera di una divinità offesa che aveva lanciato un oggetto (una
freccia, una pietra o un verme) sul corpo della vittima o ne aveva estratto qualcosa, di solito l’anima del paziente. La cura che veniva quindi corrisposta consisteva nel riportare l’anima errante nella sua sede naturale all’interno del corpo, oppure estrarre l’elemento estraneo che di esso si era appropriato (che si
trattasse di una freccia o di un demone) tramite controincantesimi, pozioni,
aspirazioni o altri mezzi».
(Encyclopaedia Britannica, 1999)
Medicina e magia
Una riedizione particolarmente importante, il Pen T’sao
Keng Mu (la “Grande farmacopea”), curato da Li Shin Chen
all’epoca della dinastia Ming nel XVI secolo, era composta da
52 volumi ed elencava 1898 medicine di origine vegetale,
animale e minerale. Li fu uno dei primi a studiare le droghe
in modo scientifico e analizzò personalmente l’azione di
molti rimedi tradizionali. Il risultato fu l’eliminazione di
molte informazioni inutili e preparazioni tossiche. La farmacologia è lo studio scientifico dei farmaci, quindi da un certo
punto di vista Li può essere considerato il primo farmacologo della storia.
Le erbe mediche continuano ad avere la loro importanza
nella moderna medicina cinese e molti loro principi attivi
sono stati introdotti in quella occidentale tramite queste fonti. Nella medicina cinese diverse sostanze vengono mescolate
a formare delle complesse preparazioni che rispondono ad alcuni principi filosofici, finalizzate a ristabilire l’armonia di yin
e yang e l’equilibrio tra i cinque organi, i cinque pianeti e i
cinque colori. L’arte delle preparazioni mediche cinesi è molto complessa e lontana dall’uso dei farmaci nella moderna
medicina occidentale, in cui diverse sostanze chimiche pure
sono usate per trattare diversi aspetti della malattia.
In India, l’antico sistema della medicina ayurvedica nacque
ben 3000 anni fa: tuttora largamente praticato in Asia, anch’esso si basa su un uso massiccio di farmaci naturali, spesso
in misture complesse. A differenza degli effetti relativamente
benefici e non tossici della maggioranza delle medicine cinesi, il metodo ayurvedico appare spesso più aggressivo: infatti
in esso i farmaci che inducono il vomito, la depurazione dell’intestino tramite lassativi e clisteri e i salassi sono rimedi comuni.Anche l’antico Egitto (2000-1500 a.C.) ci ha fatto pervenire un certo numero di testi medici in cui è descritto l’uso
di molte medicine naturali e a base di erbe: senna, miele,
timo, ginepro, incenso, cumino, coloquintide (per la digestione),
Tra i primi documenti scritti riguardanti le erbe medicinali
si trovano fonti risalenti all’antica Cina. Il primissimo libro
in quest’ambito fu il Shen-Nung Pen T’sao Ching, pubblicato
sotto la dinastia Han nel II secolo d.C.; vi erano elencate 365
erbe mediche e diventò la base fondamentale per lo sviluppo della medicina cinese. Il libro fu aggiornato molte volte.
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radice di melagrana e giusquiamo (per i vermi), e anche lino,
galla di quercia, resina di pino, manna, mirica, acanto, aloe,
carvi, cedro, coriandolo, cipresso, bacca di sambuco, finocchio, aglio, lattuga selvatica, crescione, cipolla, papiro, papavero, zafferano, sicomoro e anguria.
Sistemi di farmacopea basati sulle piante sorsero indipendentemente anche in altre culture: in Grecia, Dioscoride pubblicò il suo illustre De materia medica nel 55 d.C., considerato
una fonte imprescindibile per i successivi 1600 anni. Il padre
della medicina moderna, Ippocrate, fondò una delle prime
scuole di medicina “scientifica” e “razionale” e utilizzò diverse
centinaia di farmaci naturali. Nell’antica Roma, Plinio (60
d.C.) pubblicò la sua Naturalis historia, all’epoca la maggiore
raccolta di conoscenze riguardante erbe mediche e altri rimedi
naturali. La medicina basata sulle piante medicinali fiorì anche
in altri luoghi: nello specifico, in epoca medievale nel mondo
arabo e in Europa. Il trattato di erboristica scritto da Nicholas
Culpeper (1616-1654) fu una delle opere più famose in cui si
combinavano rimedi a base di erbe con l’astrologia.
La Pharmacopoeia di Culpeper: Consolidata maggiore
«Questa è un’erba di Saturno e io credo sia sotto il segno del Capricorno, fredda, asciutta e per qualità di terra. La Consolidata maggiore aiuta coloro che
sputano o urinano sangue. La radice bollita in acqua o vino, e il suo decotto,
cura tutte le lesioni interne, le ferite e le ulcere dei polmoni e fa sì che il flemma che li opprime venga facilmente espulso. Aiuta il deflusso del catarro dalla
testa verso i polmoni, il flusso del sangue o degli umori nella pancia, il ciclo
eccessivo delle donne, sia bianco che rosso, e l’essudazione dei reni di qualunque tipo. Uno sciroppo a base di questa radice è molto efficace per tutti quei
dolori e lesioni interni, e parimenti lo è l’acqua distillata oltre che per le lesioni esterne e per le piaghe della carne e dei muscoli di qualsiasi parte del corpo,
nonché per eliminare gli attacchi di febbre malarica e per mitigare la densità
degli umori. Un decotto delle sue foglie è efficace per tutti gli scopi, sebbene
non altrettanto efficace delle radici.Tritate e cosparse sulla parte, le radici applicate all’esterno curano immediatamente le ferite e i tagli recenti, ed essa è
specialmente indicata per le ossa fratturate o rotte; sì, si dice infatti che essa sia
Storia
(segue)
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(Nicholas Culpeper, edizione del 1770)
così potente da consolidare e saldare insieme, e si dice che, se fosse fatta bollire
in una pentola con dei pezzi di carne divisa a pezzi, essa li riunirebbe di nuovo
insieme. È efficace se applicata al petto delle donne dolorante per l’abbondanza di latte che confluisce in esso; anche per limitare l’eccessivo sanguinamento
delle emorroidi, per disinfiammare le parti in questione e per alleviarne il dolore. Le radici di Consolidata raccolte fresche, sminuzzate finemente e poste su
pelle e poi collocate su qualsiasi parte caratterizzata da gotta danno immediato
sollievo dal dolore e, applicate nella stessa maniera, danno sollievo alle articolazioni doloranti e giovano molto alle ulcere essudanti e umide, alla cancrena, alla
necrosi e simili, per le quali spesso si sono trovate utili».
L’era della medicina erboristica durò per molti secoli: i rimedi
a base di erbe comprendevano svariate medicine molto potenti ed efficaci, ma anche molto folklore. Secondo la “dottrina
delle segnature”, i rimedi per alcune malattie potevano essere
riconosciuti da qualche proprietà o “segnatura” da essi posseduta. Per esempio, i ciclamini erano usati per curare i problemi
dell’orecchio perché le loro foglie avevano una forma simile a
quella delle orecchie umane; lo zafferano, per via del suo colore giallo, era usato per curare l’itterizia, mentre la mandragola
e il ginseng erano usati per molti disturbi diversi perché le loro
radici spesso avevano la forma di un corpo umano.
L’età della medicina scientifica
Il Rinascimento assistette allo sviluppo di un nuovo metodo
sperimentale nel campo della medicina all’interno delle grandi
scuole mediche europee e alla riscoperta della conoscenza medica dell’antichità greca e romana. Uno dei maggiori traguardi
di quest’epoca fu la scoperta della circolazione sanguigna da
parte di William Harvey, che la descrisse nella sua opera Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus (1628).
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Tuttavia le pratiche mediche continuarono principalmente a
basarsi su rimedi tradizionali, non prendendo in considerazione la prova scientifica. Ma la ricerca di un metodo semplice per guarire gli ammalati continuava. Nel XVIII secolo a
Edimburgo, per esempio, lo scrittore e predicatore John
Brown affermava che, secondo il suo parere, esistevano solo
due malattie: steniche (forti) e asteniche (deboli); e solo due
cure: sedative e stimolanti, e i suoi rimedi principali erano
l’alcol e l’oppio.
Si dovette attendere fino al XIX secolo perché la medicina
scientifica, tra cui spiccavano uomini come il famoso fisiologo
francese Claude Bernard (1813-1878), cominciasse ad avere
davvero un’influenza maggiore sulla pratica medica. Fondamentale fu la scoperta che le malattie infettive erano causate
da minuscoli organismi viventi. Il merito di questo risultato va
soprattutto al chimico francese Louis Pasteur. Fu infatti quest’ultimo che, attraverso una serie di brillanti esperimenti, provò che la fermentazione del vino e l’inacidirsi del latte sono
causati da microrganismi viventi. Il suo lavoro portò alla pastorizzazione del latte e risolse problemi legati all’agricoltura e al
mondo industriale, così come altri relativi alle malattie dell’uomo e degli animali. Pasteur impiegò con successo le vaccinazioni per prevenire il carbonchio nelle pecore e nei bovini,
il colera nei polli e la rabbia negli esseri umani e nei cani.
Da Pasteur, Joseph Lister trasse quei concetti che gli permisero di introdurre i principi dell’antisepsi in chirurgia. Fino
alla metà del XIX secolo, infatti, le operazioni chirurgiche e i
parti erano associati a un alto rischio di infezioni e spesso
conducevano alla morte. Nel 1856, Lister, docente di chirurgia all’università di Glasgow, cominciò a porre una barriera
antisettica di acido fenico tra la ferita e l’ambiente circostante
contenente germi. Infezioni e morti calarono drasticamente
e il suo lavoro pionieristico portò a tecniche ancor più raffinate di sterilizzazione dell’ambiente chirurgico.
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2. Frontespizio dell’edizione del 1653 della Pharmacopoeia di Nicholas Culpeper.
Pubblicata per la prima volta nel 1616, l’opera divenne il testo inglese d’erboristica più conosciuto.
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Langley, docente di fisiologia di Cambridge, in Inghilterra,
studiò l’azione della nicotina e del curaro – veleno messo sulla punta delle frecce in America Latina – in preparazioni neuromuscolari e arrivò alla conclusione che le sostanze agivano
su una “sostanza recettiva” che non coincideva né con i muscoli né con i nervi.
Ehrlich sperimentò anche gli effetti di varie sostanze chimiche sugli organismi malati. Nel 1910, con il collega Sahachiro Hata, svolse una serie di fortunati test sull’azione del
composto 606 in un gruppo di preparazioni chimiche di sintesi nel suo laboratorio. Il composto 606 conteneva arsenico e
fu chiamato “arsfenamina”. Fu uno dei primi farmaci a sopprimere efficacemente i microrganismi portatori di malattie
e inaugurò l’era della chemioterapia, che avrebbe rivoluzionato la terapia e il controllo delle malattie infettive, che erano
state fino a quel momento praticamente incurabili. L’arsfenamina (commercializzata con il nome di Salvarsan) era particolarmente letale per i microrganismi responsabili della sifilide. Fino all’introduzione della penicillina, il Salvarsan (o uno
dei suoi parenti chimici più prossimi sviluppati in seguito) rimase la terapia fondamentale della sifilide ed ebbe un notevole
successo nel tenere a bada questa piaga medica e sociale.
I chimici tedeschi impararono a sintetizzare coloranti chimici che si fissavano saldamente ai tessuti e che non stingevano nel corso dei lavaggi. Sulla base degli stessi principi, essi
sintetizzarono dei farmaci che colpivano le malattie come
“proiettili magici”, secondo la celebre definizione di Ehrlich.
Nel 1869, Felix Hoffman – che allora lavorava per la Bayer –
fu il primo a sintetizzare l’aspirina. Nel 1932, il batteriologo
tedesco Gerhard Domagk scoprì che il colorante rosso Prontosil era efficace contro le infezioni da streptococco nei topi e
negli uomini. Poco dopo, un gruppo di ricercatori francesi
dimostrò che il principio attivo antibatterico era il sulfonamide.
Nel 1936, il medico inglese Leonard Colebrook e i suoi col-
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William Morton, un dentista americano, rese le operazioni
chirurgiche e i parti meno atroci grazie all’introduzione dell’etere come anestetico. Un’altra grande conquista in ambito
chirurgico arrivò da Edimburgo, dove un docente di ostetricia, James Young Simpson, aveva effettuato esperimenti su se
stesso e sui suoi assistenti, inalando diversi tipi di vapori con lo
scopo di scoprire un anestetico davvero efficace. Nel novembre del 1847, il cloroformio venne provato con totale successo
e ben presto divenne l’anestetico per eccellenza. In Inghilterra, gli anestetici ricevettero l’ufficiale benestare da parte della
famiglia reale quando, nel 1853, la regina Vittoria accettò il
cloroformio dalle mani del suo medico, John Snow, nel mettere
al mondo il suo ottavo figlio, il principe Leopoldo.
Tuttavia, fu nella Germania del XIX secolo che ebbe inizio
l’era moderna dello sviluppo delle droghe. La Germania era la
nazione più avanzata nell’approccio scientifico alla medicina e
gli studenti si riversavano da tutto il mondo nelle scuole di
medicina. I chimici tedeschi furono i primi a estrarre sostanze
chimiche pure dai medicinali a base di erbe, estraendo la morfina dall’oppio grezzo nel 1803 e il chinino dalla corteccia dell’albero di Chincona nel 1820. La morfina fu utilizzata come
potente analgesico, ma, come già l’oppio in precedenza, anch’essa divenne una sostanza di cui abusare. Il chinino ebbe invece un’importanza fondamentale nella prevenzione e nella
terapia della malaria.
In quest’epoca una delle figure più eminenti in ambito
scientifico fu Paul Ehrlich. Ancora studente, egli s’impegnò
nello studio dell’avvelenamento da piombo, da cui elaborò la
teoria che sarebbe stata alla base del suo lavoro successivo: alcuni tessuti avevano un’affinità specifica per determinati elementi chimici. Questo condusse al moderno concetto secondo cui le sostanze sono riconosciute da specifici recettori del
corpo (si veda il Capitolo 2) ed Ehrlich fu inoltre il primo a
utilizzare il termine “recettore”.All’inizio del XX secolo, J.N.
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3. Paul Ehrlich, inventore del Salvarsan e padre della farmacologia moderna.
leghi fornirono una prova inconfutabile dell’efficacia sia del
Prontosil che del sulfonamide nella setticemia da streptococco (un’infezione del flusso ematico), aprendo così l’era dei
sulfamidici. Domagk e gli altri produssero nuovi sulfamidici
con straordinaria rapidità, molti dei quali avevano una mag-
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giore efficacia, una più ampia azione antibatterica e una minore tossicità. Domagk ricevette il premio Nobel per la medicina per le sue ricerche nel 1939, ma a causa della persecuzione da parte dei nazisti non poté ritirare l’onorificenza fino
al 1947. Alcuni dei nuovi sulfamidici resistettero nel tempo,
altri, come l’originale sulfonamide e il suo immediato successore, la sulfapiridina, furono rimpiazzati da nuove generazioni
di farmaci più sicuri ed efficaci, molti dei quali tuttora in uso.
I sulfamidici rappresentano il primo grande passo nella guerra
contro le malattie infettive, che culminò nello sviluppo degli
antibiotici (si veda il Capitolo 6).
La seconda metà del XX secolo fu caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti del campo della ricerca medica e un
notevole incremento nei tipi e nel numero delle sostanze disponibili all’utilizzo in ambito medico. L’elenco di malattie
che si potevano curare aumentò enormemente e la scoperta,
la produzione e la vendita di nuove sostanze divenne una delle
attività industriali più importanti. La vendita annuale di medicine negli Stati Uniti, per esempio, passò da 149 milioni di
dollari nel 1939 a 130 miliardi nel 1999: un incremento di circa
1000 volte tanto. L’impatto che queste nuove medicine hanno
avuto sulla vita e sul benessere degli uomini è stato straordinario (si veda il Capitolo 6).
Il nostro amore per le droghe ricreazionali
Tra tutte le specie, noi uomini siamo gli unici ad avere una
speciale propensione a cercare sostanze che alterano la mente
e a volte nel continuare a utilizzarle anche quando sappiamo
che tale comportamento potrebbe danneggiare la nostra salute.Anche gli animali sembrano amare le droghe: per esempio,
i primati in libertà a volte si ubriacano leggermente mangiando frutta troppo matura, che fermentando ha prodotto alcol.
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Fumare tabacco nelle sue varie forme è al secondo posto tra le
diverse forme di sostanze ricreazionali usate nel mondo occidentale di oggi. La pianta del tabacco, Nicotiana rustica, è nativa
del Nord America, e fumarne le foglie secche era un’usanza in
molte delle tribù degli indiani americani. Fumare costituiva
una parte importante delle cerimonie indiane, come quella del
calumet della pace; inoltre gli indiani credevano che il tabacco
possedesse delle proprietà medicinali. Cristoforo Colombo
portò la pianta in Europa e quest’abitudine si diffuse velocemente. I primi coloni europei in America coltivavano il tabacco per esportarlo in Europa ed esso divenne così rapidamente
il bene più importante nel loro commercio. La sigaretta, un
mezzo comodo, efficiente e pratico per fumare, si diffuse solo
nel XX secolo.Allora il fumo di sigaretta aumentò decisamente
diventando molto popolare, fino a che, entro la metà del secolo, più del 50% degli uomini americani diventarono fumatori
regolari con un consumo giornaliero di 15-20 sigarette. Paradossalmente, le industrie del tabacco inizialmente pubblicizzarono i benefici salutari derivanti dal fumo di sigaretta. Solo
negli anni Cinquanta del secolo scorso, i rischi provocati dal
fumo diventarono evidenti, in seguito al lavoro pionieristico di
Richard Doll e Richard Peto a Oxford. Sebbene il principio
attivo contenuto nelle sigarette, la nicotina, sia solo relativamente tossico, il fumo inalato dalle foglie bruciate di tabacco è
dannoso poiché contiene varie sostanze chimiche che possono
innescare il cancro, in particolare quello del polmone.
In India e nel mondo arabo fumare le foglie bruciate di
un’altra pianta, la Cannabis sativa, è stata un’usanza ampiamente praticata per migliaia di anni. Le foglie secche (marijuana) e la più potente infiorescenza femminile della testa
della pianta (sinsemilla), o l’appiccicosa resina della cannabis,
possono essere fumate o consumate come ingrediente in una
serie di alimenti. Nella religione indù la cannabis ha un’importante funzione rituale e nei paesi islamici, dove l’uso di
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I miei gatti amano il loro regalo di Natale costituito da un
topolino di stoffa imbottito di erba gatta secca (Nepeta) e si
rotolano selvaggiamente sul pavimento masticando con convinzione il loro giocattolo e inalandone i vapori inebrianti.
Ma le scimmie non permettono che la ricerca di frutta marcia occupi la maggioranza della loro vita e i miei gatti non
vanno a caccia di una regolare dose di erba gatta, anche se
questa è disponibile nel nostro giardino.
L’uso ricreazionale delle droghe sembra far parte del comportamento umano da molte migliaia di anni. L’alcol fu probabilmente la prima di questo tipo di sostanze, facilmente reperibile nella frutta e nei lieviti naturali che erano comuni
quasi dappertutto. Scoprire come controllare il processo di
fermentazione costituì solo un piccolo passo in avanti per
produrre vini e birra. Ci sono documenti che attestano l’esistenza di locali speciali in cui si beveva birra nell’antica Babilonia, più di 3000 anni fa, e la vinificazione era popolare in
ogni parte dell’Impero romano. La produzione di bevande
alcoliche nella loro infinita varietà è diventata una vasta industria e il loro consumo, tranne che nei paesi islamici, è largamente diffuso in tutto il mondo. Come molti altri tipi di
sostanza ricreazionale, l’alcol è stato largamente utilizzato anche in campo medico, come anestetico pronto all’uso nell’epoca precedente l’etere e il cloroformio e come ingrediente
in molte specialità farmaceutiche, tra cui sciroppi carminativi (bevande alcoliche zuccherose diluite) per bambini che
soffrivano di coliche. L’alcol ha inoltre una funzione in svariate religioni, come nella comunione del vino per il cattolicesimo. L’uso eccessivo di alcol e la facilità con cui se ne
diventava dipendenti divennero evidenti in particolare nelle
città più povere nell’era industriale del XIX e XX secolo e la
maggior parte dei paesi reagì a tutto questo stabilendo delle
leggi restrittive rispetto alla vendita di alcolici e tassandoli
pesantemente.
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4. Pubblicità delle Lucky Strike. Negli anni Venti del secolo scorso le pubblicità
delle sigarette veicolavano un messaggio salutistico.
alcol è proibito, il suo utilizzo (che non è esplicitamente
menzionato dal Corano) tende a sostituirsi all’alcol. L’utilizzo
della cannabis come sostanza ricreazionale era praticamente
sconosciuto in Occidente fino a metà del XX secolo, quando
diventò popolare con la generazione beat e hippy degli anni
Sessanta e Settanta. Da quel momento è diventato parte integrante della cultura giovanile dell’Occidente, divenendo la
terza sostanza ricreazionale più usata, dopo alcol e tabacco.
Coltivatori di cannabis in California e Olanda hanno sviluppato nuove varietà di piante in cui sono aumentati i contenuti del principio attivo – il Δ9-tetraidrocannabinolo (THC) – ed
esistono movimenti in molti paesi occidentali che richiedono una maggiore liberalizzazione della cannabis. Al di là dei
suoi effetti stupefacenti, essa ha anche un numero di utilizzi
in campo medico potenzialmente rilevanti ed è stata ampiamente utilizzata nella medicina indiana per molti secoli. È
stata inoltre usata nella medicina occidentale per un centinaio
d’anni a partire dalla metà del XIX secolo fino a quella del XX,
e nel nuovo millennio aumentano sempre più le voci a favore
della sua reintroduzione (si veda il Capitolo 4).
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5. Pubblicità del vino Mariani. Medicine contenenti cocaina erano liberamente
vendute all’inizio del XX secolo come rimedi per una serie di disturbi. Questa
inserzione pubblicizza uno dei tanti vini a base di coca che erano raccomandati
come “tonici e stimolanti”.
La foglia di coca invece non era fumata ma masticata dagli indios
peruviani ed era considerata dagli incas simbolo della divinità. I
conquistatori spagnoli, tuttavia, consideravano l’abitudine di masticare coca un vizio e, a differenza del tabacco, quest’usanza non
fu mai introdotta nella società europea.Tuttavia, quando ne venne isolato il principio attivo – la cocaina – dal chimico tedesco
Albert Niemann nel 1860, la droga diventò subito popolare per
via delle sue proprietà mediche. Si trattava del primo efficace
anestetico locale che si poteva utilizzare in delicati interventi chirurgici sull’occhio e in ambito dentistico. Per circa un decennio,
la cocaina fu usata per curare una grande varietà di disagi ed
ebbe tra i suoi famosi sostenitori Sigmund Freud.