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RAPPORTO ANNUALE SUL TURISMO IN LOMBARDIA 2006-2007 SITUAZIONI, TENDENZE E ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE A cura di Prof. Massimiliano Serati Università "Carlo Cattaneo" - LIUC 1 1. Alcune riflessioni introduttive Già da lungo tempo i pregiudizi su una Lombardia ritenuta priva della capacità di attrarre turismo sono stati ampiamente fugati e non solo in virtù dei consistenti flussi di arrivi e presenze collegati con il turismo d’affari nelle sue diverse forme (manifestazioni fieristiche, turismo congressuale, turismo business individuale, mirato). Anche rispetto ad ambiti di attrazione orientati a un tipo di domanda più incline a fruire del tempo libero, la nostra regione sta acquisendo una posizione di leadership relativa, sia attraverso la ri-proposizione, in chiave attualizzata, dei prodotti più “tradizionali”, sia con lo sviluppo e la valorizzazione di prodotti “di frontiera”. Negli ultimi anni, coerentemente con i progetti di sviluppo del comparto turistico nazionale, e facendo leva su un quadro istituzionale relativamente favorevole (possibilità di Programmazione negoziale, disponibilità di Fondi Europei nell’Agenda 2000-2006, la nuova Legge Regionale sui sistemi turistici) l’attore pubblico e i soggetti privati hanno dato avvio a una più accurata analisi delle caratteristiche della domanda turistica e rispetto a queste hanno implementato un’operazione complessiva di potenziamento e riqualificazione dell’offerta turistica lombarda. Grazie anche al supporto degli strumenti di promozione on line e al maggiore impiego di tecniche sviluppate nell’ambito del marketing turistico, l’offerta turistica lombarda, sapientemente rimodulata, ha meglio “incontrato” una domanda sempre più diversificata ed esigente, più che compensando fenomeni strutturali avversi come la forza dell’Euro o la minore propensione dei turisti alla fidelizzazione. Come accade per tutti i fenomeni che sperimentano processi di transizione, è di importanza non solo tattica, ma anche strategica, continuare a investire e alimentare questa rincorsa, non solo inseguendo i grandi numeri, ossia il mero incremento della numerosità dei turisti in entrata, ma lavorando sulla qualità dell’offerta, sulla sua adattabilità a una domanda mutevole e puntando a innalzare anche la qualità della domanda che viene intercettata. Occorre cogliere in anticipo le istanze provenienti da ogni nicchia della domanda, conquistare nuovi mercati di provenienza, integrare “pezzi” di offerta che oggi risultano singolarmente appetibili, ma tra loro sganciati, e quindi poco redditizi, non raggiungendo soglie dimensionali sufficienti a giustificare nuovi investimenti pubblici e privati. Tutto questo richiede anche adeguate politiche di accompagnamento e formazione delle imprese private (rispetto alle quali le Camere possono recitare un ruolo chiave) e strumenti adeguati di programmazione dello sviluppo locale in materia di turismo. Questo rapporto nasce come strumento di servizio (uno dei tanti possibili) per alimentare riflessioni e conseguenti scelte programmatiche in materia di turismo in Lombardia e sulla base dei dati statistici efficacemente collezionati, monitorati e illustrati da Regione Lombardia, da Isnart e in precedenti studi di Unioncamere, si pone come finalità principale quella di sviluppare alcune riflessioni strategiche in merito ai fenomeni di fondo che stanno interessando il “sistema” turismo della nostra Regione. Per tale motivo non è nostra intenzione fornire una rappresentazione capillare di tipo descrittivo del fenomeno turismo in Lombardia, né produrre una interminabile lista di numeri che “replichino” informazioni già efficacemente fornite altrove (principalmente da Isnart), bensì selezionare in modo mirato le informazioni più rilevanti e mettere a sistema in un quadro possibilmente organico tutti gli spunti di significativa importanza, sovrapponendo le diverse risorse informative a nostra disposizione e focalizzandoci sugli aspetti interpretativi, al fine di estrapolare le principali tendenze in atto. Il quadro che emerge dal rapporto è quello di una regione che esprime elevate potenzialità turistiche, sviluppate e sfruttate in modo significativo, ma non 2 interamente, e alla quale si richiede di lavorare per integrare meglio a livello locale le diverse frange di un’offerta multiforme e variegata. Si afferma la convinzione che sia irrinunciabile superare l’idea che ogni territorio abbia una vocazione esclusiva o fortemente prevalente e che la partita della sua performance turistica si “giochi” solamente sull’appetibilità di un’offerta incentrata su tale vocazione; sono al contrario i segmenti di offerta erroneamente ritenuti secondari che, fungendo da complemento, integrazione o addirittura alternativa alla vocazione prevalente, producono in ogni territorio un mix unico e non riproducibile di offerta. In un contesto nel quale la nostra leva competitiva non può essere quella del prezzo e in cui località remote, un tempo difficilmente raggiungibili, sono divenute fruibili a basso costo, è cruciale saper proporre in dotazione un’offerta turistica che sta “al di sopra” della competizione, per il semplice motivo che si tratta di un’offerta unica, che nessun competitor può riprodurre. Esistono in Lombardia gli ingredienti utili per comporre un numero eccezionale di ricette turistiche uniche, ma questo richiede il superamento di un’ottica che ancora oggi (e anche questo rapporto trae avvio proprio da lì) fa riferimento a prodotti turistici standardizzati, tradizionali, mono-caratterizzati: la montagna, il lago, le terme. Queste categorie rimangono puri riferimenti geomorfologici e ambientali, cornici entro le quali può prendere corpo un’offerta che rimescola le carte e proietta il turista in uno spazio integralmente fruibile nel quale il contesto ambientale è un asset e non un vincolo. Del resto l’orientamento della domanda sembra già aver anticipato queste dinamiche. I prodotti più tradizionali sperimentano oggi un processo di riposizionamento sul mercato: lago e terme vanno trasformandosi da località scelte per soggiorni di tipo stanziale e prolungato in mete di soste temporanee per un turismo di passaggio “mordi e fuggi”, sia di tipo leisure, sia di tipo business; in altri termini, non sono più esclusivo teatro di vacanze di puro relax balneare o termale, ma trampolino per il turismo commerciale, religioso, artistico. Le località di montagna, accanto a una lieve ripresa dell’utenza più tradizionale, sembrano porsi come collettore di turismo attratto non solo e non tanto da aspetti ambientali e nemmeno dalla semplice ricerca di mete “tranquille”, ma come realtà convegnistica. Si afferma fortemente il prodotto natura che proprio nella sua apparente despecializzazione e nella sua vocazione turistica soft, trova forza competitiva: le località di campagna, pur non avendo in molti casi atout di particolare pregio turistico, consentono una gestione varia e fantasiosa del tempo libero e permettono al turista di consumare contemporaneamente categorie turistiche diverse senza vincolare a una scelta specifica l’intera vacanza e senza dover sopportare elevati costi legati a continui trasferimenti. In sostanza, gli storici pilastri del turismo lombardo (città e lago) reggono ancora il passo, ma sono i prodotti trasversali e le località che li offrono a “correre” più velocemente. Anche rispetto al profilo qualitativo del turista la situazione è in piena evoluzione: siamo di fronte a un turista giovane, dinamico, colto e preparato, con buona propensione alla spesa. All’utenza familiare e fortemente fidelizzata (soprattutto in montagna e al lago), si affianca sempre più il turista individuale (non solo business) o che si muove in coppia, molto più propenso a una vacanza “di movimento”, molto più attento ed esigente in tema di qualità dei servizi, sia strutturali, sia infrastrutturali. Anche per questo motivo, strutture extra-alberghiere come i campeggi, seppur essenziali in un’offerta variegata, risultano oggi lievemente sovradimensionate rispetto alle necessità e il turista medio sempre più si rivolge (anche in montagna e in campagna) a strutture alberghiere di fascia qualitativa medio-alta. 3 Infine l’aspetto internazionale: oggi la nostra regione è polo di attrazione non solo per turisti dell’area Euro o per turisti americani (da sempre attratti dai nostri laghi), ma anche per utenze provenienti dai nuovi paesi ricchi (Russia, Cina, India) e dall’est europeo. Ogni specifica provenienza porta con sé esigenze diverse e diverse sensibilità rispetto alla cura dell’ambiente, all’erogazione dei servizi, alla logistica. Abbiamo a che fare non con una domanda turistica, ma con tante domande diverse; l’attività di formazione continua nei confronti degli operatori turistici e degli imprenditori turistici è imprescindibile, al fine di favorire una più facile sintonizzazione dell’offerta sulle diverse frequenze della domanda. 2. La “fotografia” del turismo in Lombardia nel 2007: un sistema variegato ma non sempre adeguatamente integrato 2.1 I flussi turistici annuali: domanda polarizzata vs offerta diversificata Considerato nel suo complesso, ossia su scala regionale, il sistema turistico lombardo appare caratterizzato da un’offerta diversificata ed eterogenea, a cui corrisponde tuttavia una domanda fortemente polarizzata in termini di distribuzione percentuale dei flussi in arrivo. Ciò vale in primo luogo per la tipologia di prodotto turistico consumata (Tabelle 1 e 2): quasi il 50% degli arrivi annuali e quasi il 40% delle presenze vengono catalizzati dalle località cittadine; a questi numeri va verosimilmente agganciata una componente significativa dei flussi che interessano il prodotto codificato come “altro” (più del 17% di arrivi complessivi e 12% presenze). Il turismo di lago è il secondo attrattore in regione assorbendo più del 18% dei flussi e del 30% delle presenze. Accanto a questi due poli principali, la domanda che si sviluppa nei confronti degli altri prodotti (montagna, natura e terme) appare frammentata e ciascuno di essi esibisce livelli di attrattività inferiori. La polarizzazione dei flussi di turisti in entrata si ripropone nuovamente rispetto ai territori (Tabelle 1 e 2) e a prima vista appare coerente con l’articolazione della domanda per prodotti: infatti Milano (“regina” del turismo di città) e Brescia (provincia leader nel turismo di lago) insieme accolgono ben il 64% dei flussi in arrivo (47% a Milano) e più del 65% delle presenze, ponendosi chiaramente come poli turistici di riferimento la prima nel segmento business, la seconda in quello leisure. Tabelle 1 e 2 FLUSSI TURISTICI PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO Prodotto città montagna terme lago natura altro Totale FLUSSI TURISTICI PER PROVINCIA rapporto Distribuzione Distribuzione rapporto Distribuzione Distribuzione presenze/ % arrivi % presenze presenze/arrivi Provincia % arrivi % presenze arrivi BG 48.6 38.4 2.1 6.6 5.8 2.3 BS 8.0 12.4 4.2 17.1 28.2 4.4 CO 0.8 1.3 4.6 7.9 8.1 2.7 CR 18.5 31.1 4.6 1.7 1.2 1.8 LC 6.7 4.7 1.9 1.6 1.8 3.0 LO 17.4 12.1 1.9 1.3 0.8 1.8 MI 100.0 100.0 2.7 47.3 36.9 2.1 MN 1.7 1.6 2.5 PV 2.6 2.5 2.5 SO 5.2 7.8 4.0 VA 7.0 5.2 2.0 Totale 100.0 100.0 2.7 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 4 Anche rispetto alle strutture ricettive (Tabelle 3 e 4) prescelte dai turisti la distribuzione dei flussi ha un profilo fortemente disomogeneo: in termini assoluti, più del 90% dei turisti in arrivo si indirizza verso strutture alberghiere (con punte massime in provincia di Lodi, Milano e Pavia e valori più contenuti a Brescia e Lecco), soprattutto quelle di fascia media o medio-alta: gli alberghi a 3 e 4 stelle accolgono infatti più del 87% degli arrivi alberghieri. La restante quota dei flussi in entrata si orienta su esercizi complementari tra i quali il peso maggiore è rappresentato da campeggi e villaggi (più del 60%) e dagli alloggi REC (17%). La distribuzione percentuale delle presenze è fisiologicamente un po’ diversa, considerato il peso specifico del turismo d’affari sul totale del turismo alberghiero lombardo e gli effetti di schiacciamento che ciò tipicamente produce a carico del rapporto Presenze/Arrivi: per questo motivo le strutture alberghiere assorbono “solo” poco meno del 80% delle presenze, pur sempre concentrate nella fascia qualitativa medio-alta. Al contrario, il turismo che si orienta verso esercizi complementari è per lo più di tipo leisure e incline a permanenze medie più prolungate. Anche per questo motivo campeggi e villaggi (poco meno del 63% delle presenze), alloggi REC (più del 21%) e case ferie (circa il 10%) fanno da catalizzatori principali. In base ai dati Isnart (Osservatorio Turistico della Lombardia, Report Congiunturali luglio 2007 e gennaio 2008) si osserva inoltre che le strutture alberghiere sono per lo più visitate da turisti individuali con motivazioni di tipo business e da coppie per soggiorni di genere leisure e che le concentrazioni di presenze più elevate si hanno nei giorni feriali (lunedì – venerdì). Al contrario, le strutture extra-alberghiere sono mete privilegiate di famiglie o gruppi organizzati nel segmento leisure. Il turismo business è presente limitatamente solo nei B&B dove coerentemente non si registrano differenze nella concentrazione delle presenze tra giorni feriali e fine settimana. Alcuni spunti interessanti in merito alla geografia delle vocazioni turistiche lombarde possono venire dall’analisi della distribuzione dei flussi, incrociando province e prodotti turistici (Tabelle 5 e 6). Si individuano alcune conferme quasi ovvie, tra cui la significativa capacità di attrazione della provincia di Milano nei confronti del turismo interessato al prodotto città e di Sondrio rispetto all’utente del prodotto montagna, nonché la forte propensione di Brescia ad attrarre consumatori del prodotto lago. Emergono tuttavia anche situazioni meno scontate e di qualche interesse, in particolare modo a proposito delle due province di Nord Ovest ossia Como e Varese: infatti, accanto a una caratterizzazione forte e tra loro affine, derivante dalla tradizione secolare che attribuisce a queste due province un vantaggio comparato nel turismo interessato al prodotto lacuale, entrambe hanno sviluppato parallelamente altri segmenti di offerta turistica, che col tempo hanno finito per diventare addirittura il principale elemento di attrazione per i turisti in entrata. Nel 2007 Como ha evidenziato una significativa attrattività nei confronti del turismo di città che attualmente catalizza quasi il 4% dei flussi regionali totali e quasi il 50% dei flussi provinciali; a Varese è il turismo dedicato al prodotto campagna-natura ad aver sperimentato un forte trend di sviluppo, finendo per assorbire nel 2007 quasi il 5% dei flussi regionali e più di due terzi dei flussi provinciali; in questa provincia anche il turismo di città risulta decisamente rappresentativo. 5 Tabella 3 Provincia BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA TOTALE Prodotto città montagna terme lago natura altro TOTALE FLUSSI TURISTICI PER STRUTTURA RICETTIVA - ARRIVI Esercizi Campeggi & Totale Complem Villaggi Altri Alloggi alberghi; entari; di turistici; di Case Rifugi Villaggi Alloggi Campeggi turistici 5_stelle 4_stelle 3_stelle 2_stelle 1_stelle Residence cui REC agriturismi Ostelli Ferie Alpini Altri B & B Privati TOTALE di cui cui 87.8 11.2 1.0 0.0 0.0 58.7 34.0 6.0 1.2 0.0 41.8 99.0 1.0 6.1 0.9 28.1 11.8 11.3 0.0 100.0 70.7 28.8 87.3 12.7 0.4 0.0 2.7 42.6 41.5 5.9 2.2 5.0 72.0 18.2 3.6 0.1 4.8 1.3 0.0 100.0 83.6 7.0 45.1 36.0 9.3 1.7 0.8 15.9 85.3 100.0 0.0 5.6 1.9 6.9 0.0 0.3 0.0 0.6 0.0 100.0 93.3 0.0 57.1 40.2 1.9 0.8 0.0 6.4 48.2 100.0 0.0 8.3 43.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.3 0.0 100.0 71.1 26.8 2.1 0.0 0.0 32.5 59.6 1.7 6.2 0.0 81.7 100.0 0.0 4.4 4.3 0.0 0.0 9.6 0.0 100.0 99.6 0.4 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 48.8 47.4 1.1 2.7 0.0 0.0 100.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 100.0 98.7 4.4 57.5 29.7 4.0 3.4 1.0 1.2 9.5 100.0 0.0 1.0 0.0 83.9 5.7 0.0 0.0 0.1 0.0 100.0 80.7 0.5 17.8 68.1 9.3 4.0 0.2 16.0 0.0 0.0 0.0 28.9 67.6 3.5 0.0 0.0 0.0 3.4 0.0 100.0 96.7 0.0 34.5 60.8 4.1 0.6 0.1 2.9 56.3 100.0 0.0 37.1 6.6 0.0 0.0 0.0 0.0 0.3 0.0 100.0 89.3 10.2 0.5 0.0 3.1 16.8 58.4 13.0 2.4 6.1 25.1 100.0 0.0 58.7 0.9 0.0 11.7 3.5 0.0 100.0 93.5 5.7 100.0 0.0 0.8 0.0 0.0 74.5 19.6 2.8 1.6 1.5 70.6 15.7 5.2 0.0 8.5 0.0 0.0 100.0 90.2 3.3 52.0 35.1 5.2 2.7 1.7 9.4 62.7 92.1 7.9 17.0 5.3 8.0 4.9 2.1 0.0 0.4 0.0 100.0 97.3 83.0 97.7 67.4 95.8 0.0 90.2 4.4 58.4 28.7 4.2 3.2 1.1 2.4 25.0 52.6 10.7 2.7 6.5 0.0 29.1 63.5 5.0 1.6 0.8 5.6 33.4 48.4 6.3 2.3 3.9 0.5 54.4 37.1 5.5 2.2 0.3 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 3.3 52.0 35.1 5.2 2.7 1.7 2.4 16.8 2.0 32.0 3.7 0.0 9.4 14.2 100.0 0.0 11.5 2.1 57.6 14.3 0.3 0.0 45.1 99.5 0.5 30.5 1.4 0.2 11.8 11.0 0.0 12.8 0.0 100.0 44.4 14.3 0.0 28.5 0.0 0.0 82.5 90.6 9.4 13.6 1.9 0.9 0.7 0.4 0.0 18.4 100.0 0.0 27.5 40.0 2.3 7.4 4.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 62.7 92.1 7.9 17.0 5.3 8.0 4.9 2.1 0.0 0.3 0.2 0.3 0.6 0.5 0.0 0.4 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 0.0 100.0 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 6 Tabella 4 FLUSSI TURISTICI PER STRUTTURA RICETTIVA - PRESENZE Esercizi Campeggi & Complem Villaggi Totale alberghi; entari; di turistici; di Villaggi Alloggi Campeggi turistici cui REC agriturismi Ostelli cui Provincia di cui 5_stelle 4_stelle 3_stelle 2_stelle 1_stelle Residence BG 74.3 0.0 44.9 44.0 7.5 3.5 0.1 24.7 44.9 89.4 10.6 5.5 0.9 11.3 BS 57.1 2.5 38.9 39.2 5.4 3.3 10.8 42.7 70.8 87.5 12.5 22.3 2.3 0.0 68.5 8.9 37.8 36.8 10.1 2.3 4.1 31.1 88.7 99.0 1.0 8.3 0.7 2.2 CO CR 88.9 0.0 52.6 41.5 2.8 3.2 0.0 10.7 51.9 100.0 0.0 13.3 34.8 0.0 52.4 0.0 30.2 56.2 4.1 9.5 0.0 46.2 90.9 100.0 0.0 4.0 2.9 0.0 LC LO 99.8 0.0 31.2 61.5 1.5 5.9 0.0 0.2 0.0 0.0 0.0 100.0 0.0 0.0 95.7 4.5 52.2 27.9 3.6 3.6 8.2 4.2 3.2 100.0 0.0 11.1 0.0 22.3 MI MN 72.2 0.4 13.1 60.6 15.1 8.2 2.6 24.8 0.0 0.0 0.0 39.2 59.2 1.6 PV 94.4 0.0 23.1 69.4 4.9 1.1 1.5 5.2 71.5 100.0 0.0 23.0 5.5 0.0 84.7 1.8 16.6 57.1 12.8 2.5 9.1 15.1 15.5 100.0 0.0 74.5 0.4 0.0 SO VA 82.2 0.0 59.8 23.1 4.9 3.4 8.8 16.9 76.5 100.0 0.0 14.9 5.0 0.0 TOTALE 78.0 3.3 43.2 36.8 5.8 3.4 7.7 21.6 62.9 91.1 8.9 21.4 3.2 2.5 città montagna terme lago natura altro TOTALE 93.4 76.9 98.3 52.8 88.3 0.0 78.0 4.3 52.2 27.3 4.1 3.7 8.4 1.4 19.7 54.5 11.4 3.2 9.8 0.0 17.3 61.2 5.3 2.9 13.4 4.9 35.6 43.0 5.2 2.4 8.9 0.7 46.5 39.1 7.3 4.5 2.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 3.3 43.2 36.8 5.8 3.4 7.7 6.3 22.9 1.6 47.0 11.0 0.0 21.6 Case Rifugi Ferie Alpini Altri 35.0 2.3 0.0 4.3 0.3 0.0 0.0 0.1 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 2.1 0.0 0.0 0.0 0.0 63.4 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 8.0 1.5 0.0 3.7 0.0 0.0 9.5 0.5 0.0 6.5 100.0 0.0 21.2 2.4 19.8 50.0 0.1 0.0 45.1 95.4 4.6 39.3 0.9 0.2 11.9 2.6 0.0 3.5 0.0 100.0 23.1 9.7 0.0 63.7 0.0 0.0 80.7 90.2 9.8 16.8 1.4 0.3 0.7 0.1 0.0 13.6 100.0 0.0 34.8 22.0 0.8 27.7 1.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 62.9 91.1 8.9 21.4 3.2 2.5 9.5 0.5 0.0 Altri Alloggi B & B Privati TOTALE 1.0 0.0 100.0 0.2 0.0 100.0 0.4 0.0 100.0 0.4 0.0 100.0 1.4 0.0 100.0 0.0 0.0 100.0 0.1 0.0 100.0 3.0 0.0 100.0 0.4 0.0 100.0 0.2 0.0 100.0 0.9 0.0 100.0 0.3 0.0 100.0 0.3 0.1 0.1 0.3 0.6 0.0 0.3 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 0.0 100.0 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 7 I dati sulle presenze confermano questo spaccato1, fugando il dubbio che il fenomeno appena descritto sia il risultato esclusivo o prevalente di un puro effetto “transito”, collegato in qualche misura con l’aeroporto di Malpensa. Tabella 5 arrivi DISTRIBUZIONE % FLUSSI PER PROVINCE E PRODOTTI BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA media Città Montagna Terme Lago 2.3 1.7 3.7 1.0 0.5 0.5 35.3 0.8 0.6 0.1 2.0 4.4 1.4 0.9 0.3 0.2 0.3 0.4 12.7 3.6 0.1 0.7 0.3 5.3 1.6 Campagna 0.3 1.2 3.7 0.2 1.9 0.1 4.6 1.7 Altro media dev.st dev.st/ media 1.0 2.0 0.1 0.3 0.1 0.3 11.9 0.9 1.1 3.5 1.9 0.7 0.4 0.4 23.6 0.6 0.9 1.5 2.6 3.4 0.86 5.17 2.01 0.52 0.29 0.11 16.55 0.39 0.86 2.57 1.79 1.53 0.8 1.5 1.0 0.8 0.8 0.3 0.7 0.6 0.9 1.8 0.7 0.5 0.3 1.9 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia Tabella 6 presenze DISTRIBUZIONE % FLUSSI PER PROVINCE E PRODOTTI BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA media Città Montagna Terme Lago 1.8 1.8 2.6 0.8 0.4 0.4 28.1 0.6 0.5 0.1 1.4 3.5 1.7 1.6 0.3 0.2 0.7 0.4 23.7 4.7 0.4 0.1 8.2 2.1 Campagna 0.8 0.4 0.4 1.5 6.2 0.2 1.6 0.1 2.8 1.2 Altro media dev.st dev.st/ media 0.9 2.1 0.2 0.2 0.1 0.2 7.3 0.9 1.0 6.0 2.0 0.5 0.4 0.3 17.7 0.6 0.7 2.2 1.9 3.0 0.73 9.92 2.13 0.38 0.29 0.16 14.71 0.36 0.67 4.03 0.78 2.12 0.7 1.7 1.1 0.7 0.7 0.5 0.8 0.6 1.0 1.9 0.4 0.7 0.2 1.4 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia In sintesi, a fronte di un “sistema Lombardia” che appare multivocazionale nel suo insieme, la situazione dei singoli territori è invece caratterizzata da specifici profili di offerta locale quasi mono-orientati, e solo limitatamente si registrano situazioni nascenti di differenziazione interna. Al di là della disamina puramente descrittiva, l’incrocio dei dati sui flussi per province e prodotti offre la possibilità di quantificare attraverso una misura sintetica, seppur stilizzata, la capacità di ciascuna delle province lombarde di proporre un’offerta turistica diversificata, piuttosto che mono-orientata. Lo strumento utile a tale scopo è rappresentato dalle deviazioni standard dei valori che descrivono la distribuzione percentuale dei flussi di arrivi e presenze associati a ciascun prodotto e per ogni provincia (ultime due colonne delle Tabelle 5 e 6). Basse deviazioni standard 1 seppur enfatizzando in misura lievemente superiore l’importanza dei prodotti tradizionali 8 implicano una distribuzione relativamente più bilanciata dei flussi tra diversi prodotti e quindi un’offerta turistica maggiormente differenziata; al contrario deviazioni standard più elevate segnalano situazioni più simili a una configurazione di tipo monovocazionale dell’offerta provinciale. Da un punto di vista qualitativo l’evidenza che si deriva dal calcolo delle deviazioni standard è coerente sia ragionando in termini di arrivi come di presenze. Come pre-selezione, si considerino le province che sono in grado di attrarre flussi di turisti significativi (almeno il 1% dei flussi regionali totali) per almeno 3 prodotti turistici differenti e quindi si candidano a-priori come le realtà ad offerta maggiormente diversificata: tre province superano la soglia e si tratta di Bergamo, Brescia e Varese. Como e Milano offrono solo due prodotti in modo significativo, anche se Como appare relativamente più orientata alla diversificazione, assorbendo flussi turistici (seppur quantitativamente limitati) anche nelle località di montagna e in quelle della tipologia residuale “altro”. Tra tutte le province candidate sono comunque solo Bergamo e Varese a presentare deviazioni standard sufficientemente basse tali da consentire di parlare di significativa differenziazione dell’offerta2. Brescia, pur attraendo flussi quantitativamente rilevanti, appare molto più fortemente polarizzata sul turismo di lago. Sondrio offre tre prodotti, ma solo quello montano raggiunge percentuali rappresentative; Pavia e Mantova offrono tre prodotti ma nessuno in modo significativo. In sintesi, alla luce delle diverse analisi il quadro complessivo pone in evidenza Bergamo e Varese e in prospettiva dinamica anche Como come le realtà meglio attrezzate in termini di multidimensionalità dell’offerta. Il quadro riassuntivo delle vocazioni prevalenti sembra essere il seguente: • Milano: città • Bergamo: (DIVERSIFICATA) città, montagna, altro • Brescia: lago, città • Como: città e lago • Cremona, Lodi, Mantova: città • Lecco: lago e città • Pavia: campagna • Sondrio: montagna • Varese: (DIVERSIFICATA) campagna, città, lago Per quanto riguarda la durata media della permanenza, il rapporto presenze/arrivi fornisce indicazioni in linea con le attese (Tabelle 1 e 2). Alle località di montagna, di lago e termali, maggiormente fruite da vacanzieri del segmento leisure, si associano i valori più alti e, coerentemente, ciò si ripropone nelle province di Brescia, Lecco, Como e Sondrio e, secondo le indagini Isnart, anche a Bergamo. Il gap rispetto agli altri prodotti turistici e alle altre province si dilata se consideriamo solo il turismo di provenienza straniera. In ogni caso tale scenario è in piena evoluzione come l’analisi della dinamica dei flussi rivelerà più avanti. Infine, per completare il quadro appena delineato, può essere utile prendere in esame gli incroci a tre dimensioni provincia, prodotto_turistico e tipologia di struttura ricettiva, analizzando la distribuzione percentuale di arrivi e presenze rispetto a tali incroci (Tabelle 3 e 4). Nonostante l’arretramento rispetto al 2006 (di cui si parlerà oltre in questo rapporto) le concentrazioni maggiori si registrano negli alberghi delle località cittadine e, in particolar modo, quelli della provincia di Milano che assorbono quasi il 48% dei turisti 2 Il risultato non muta nella sostanza se si considerano le deviazioni standard normalizzate rispetto alle medie. 9 in arrivo in regione per un 35% di presenze circa. Elevate concentrazioni anche negli alberghi (12% delle presenze regionali) e nei campeggi (8%) delle località del lago di Garda, negli alberghi della Valtellina (7.5%) e dei comuni a vocazione “natura” della provincia di Varese (8% arrivi e 3% presenze). 2.2 La Dinamica e i profili stagionali in corso d’anno L’evoluzione dei flussi lungo i diversi mesi dell’anno fornisce alcune interessanti indicazioni. In primo luogo si osservano alcune differenze di comportamento per quanto riguarda arrivi e presenze (grafico 1). I primi mostrano un andamento crescente nei primi 7 mesi dell’anno, una flessione significativa in agosto e un contropicco in settembre per poi decrescere in modo continuo, raggiungendo i valori minimi d’anno proprio a dicembre. Le presenze invece non evidenziano alcuna flessione estiva: al contrario luglio e agosto sono i mesi che fanno registrare i valori più elevati, mentre dicembre si conferma come il mese meno brillante. Tale evidenza supporta l’idea di una domanda turistica che per composizione muta in termini di prodotto e di segmento durante l’anno: nei mesi non estivi la dinamica è dominata dal turismo d’affari orientato alle città che è poco ciclico e sostanzialmente stabile in corso d’anno e porta con sé massicci flussi di arrivi, ma presenze medie minori; nei mesi caldi questa domanda lascia il posto a una più solida domanda leisure che ha dimensioni assolute inferiori ma che si caratterizza per maggiore ciclicità e per permanenze medie più prolungate. I mesi invernali, soprattutto dicembre e gennaio, appaiono comunque come i mesi più “difficili” per il turismo lombardo a riprova del fatto che la montagna invernale fatica a tenere il passo e non sempre il prodotto città da solo è sufficiente a tenere alte le statistiche. Grafico 1. Lombardia Dinamica di arrivi e presenze 1200000 4000000 1000000 3500000 3000000 800000 2500000 600000 2000000 M ar z Fe bb r en na i G Lu gl io Ag os to Se t te m br e O tto br e N ov em br e D ic em br e 1000000 o Ap ril e M ag gi o G iu gn o 200000 ai o 1500000 o 400000 arrivi presenze Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia Un quadro più completo e analitico si ottiene confrontando lungo i 12 mesi del 2007 i profili dei singoli prodotti turistici con quello dell’aggregato regionale. Accanto all’analisi grafica lo strumento idoneo a tale scopo è l’analisi di correlazione. I coefficienti di correlazione misurano l’intensità e la direzione del legame tra due fenomeni: valori elevati e prossimi a 1 indicano un forte legame di segno positivo, valori elevati e prossimi a -1 indicano un forte legame di tipo inverso, valori bassi indicano sostanziale assenza di legami tra i due fenomeni considerati. 10 Nel nostro caso le correlazioni calcolate (prima colonna in giallo Tabella 7) rivelano una sostanziale sovrapponibilità degli andamenti dei prodotti lago e terme rispetto all’andamento aggregato complessivo del turismo in Lombardia. Considerando il diverso peso relativo delle due tipologie di prodotto sul totale possiamo concludere che l’evoluzione temporale aggregata dei flussi turistici regionali sia sostanzialmente “dettata” dall’andamento stagionale e ciclico del turismo di lago. La montagna ha, prevedibilmente, un’evoluzione a-sincrona rispetto agli altri prodotti (correlazione negativa), ma anche più fortemente caratterizzata da oscillazioni stagionali infra-annuali, con importanti cali a maggio e nel bimestre ottobrenovembre. A conferma di quanto già detto a proposito delle difficoltà della montagna invernale, è significativo anche il fatto che la performance media dei due mesi di luglio e agosto sopravanzi quella del trimestre dicembre-febbraio; va aggiunto infine che durante i mesi invernali il periodo più attrattivo non sembra essere quello natalizio, ma il bimestre gennaio-febbraio (verosimilmente per un migliore innevamento che alimenta il fenomeno delle settimane bianche). Il prodotto città mostra una dinamica temporale sostanzialmente indipendente da quella aggregata (basse correlazioni) e caratterizzata da limitate oscillazioni in corso d’anno, se si eccettua il prevedibile e fisiologico calo del mese di agosto. L’esito combinato di questi differenti profili stagionali fa sì che in termini di incidenze relative il prodotto città, che annualmente pesa per più del 50% degli arrivi complessivi annuali (40% delle presenze), nei mesi di luglio e agosto superi di poco il 30% (17% le presenze); al contrario il prodotto lago, che mediamente assorbe poco più del 18% complessivo degli arrivi annuali (30% presenze), nei mesi di agosto e settembre pesa per quasi il 30% del totale (46% presenze) regionale. Tabella 7 Correlazioni flussi per prodotto flussi totali Prodotto Città Montagna Terme Lago Natura Altro Esclusi da Isnart 0.69 -0.18 0.91 0.87 0.81 0.64 Prodotto Città Montagna Terme Lago Natura Altro Esclusi da Isnart 0.00 0.34 0.94 0.98 0.75 0.66 0.66 0.65 INCIDENZE PERCENTUALI ARRIVI Gennaio Febbraio Marzo 0.47 0.47 0.47 0.11 0.12 0.10 0.00 0.00 0.01 0.03 0.04 0.07 0.06 0.06 0.05 0.18 0.17 0.17 0.14 0.14 0.14 Gennaio Febbraio Marzo 0.43 0.42 0.43 0.23 0.24 0.19 0.01 0.01 0.01 0.03 0.03 0.07 0.05 0.04 0.04 0.13 0.12 0.13 0.13 0.13 0.13 Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media 0.41 0.44 0.39 0.37 0.32 0.43 0.48 0.52 0.45 0.43 0.05 0.02 0.06 0.08 0.11 0.05 0.03 0.03 0.12 0.02 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.20 0.19 0.23 0.26 0.30 0.19 0.12 0.05 0.05 0.16 0.05 0.06 0.06 0.05 0.06 0.06 0.07 0.07 0.07 0.06 0.15 0.15 0.14 0.12 0.11 0.14 0.15 0.17 0.17 0.15 0.13 0.13 0.12 0.11 0.09 0.11 0.14 0.14 0.13 0.14 PRESENZE Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media 0.37 0.38 0.31 0.23 0.17 0.36 0.46 0.53 0.43 0.35 0.09 0.03 0.06 0.12 0.16 0.05 0.03 0.03 0.19 0.11 0.01 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.01 0.01 0.01 0.01 0.26 0.31 0.38 0.44 0.48 0.31 0.18 0.06 0.05 0.26 0.04 0.04 0.04 0.03 0.03 0.04 0.06 0.06 0.05 0.04 0.11 0.12 0.10 0.08 0.07 0.11 0.13 0.14 0.14 0.11 0.12 0.12 0.10 0.08 0.07 0.11 0.14 0.16 0.13 0.12 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 11 Tabella 8 Correlazioni flussi per prodotto flussi totali E NZ E D CI IN A R R I V I Correlazioni flussi per prodotto flussi totali E NZ DE I C IN P R E S E N Z E BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 0.89 0.07 0.07 0.06 0.06 0.06 0.06 0.07 0.07 0.07 0.07 0.07 0.08 0.07 BG 0.89 0.09 0.09 0.12 0.20 0.19 0.22 0.21 0.25 0.18 0.11 0.07 0.08 0.16 BS 0.91 0.04 0.04 0.05 0.09 0.09 0.10 0.12 0.12 0.09 0.08 0.06 0.05 0.08 CO 0.64 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.02 0.02 CR 0.89 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.01 0.01 0.01 0.02 LC 0.60 0.02 0.02 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 LO 0.49 0.56 0.56 0.54 0.45 0.48 0.43 0.39 0.32 0.46 0.53 0.60 0.53 0.48 MI 0.72 0.02 0.01 0.02 0.02 0.02 0.02 0.01 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 MN 0.81 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.02 0.02 0.02 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 PV -0.29 0.09 0.10 0.08 0.03 0.01 0.04 0.05 0.08 0.04 0.02 0.03 0.10 0.05 SO 0.87 0.07 0.06 0.06 0.06 0.07 0.07 0.07 0.07 0.08 0.08 0.08 0.08 0.07 VA 0.86 0.06 0.06 0.05 0.05 0.05 0.05 0.06 0.07 0.05 0.07 0.09 0.07 0.06 0.98 0.11 0.11 0.13 0.26 0.30 0.36 0.38 0.43 0.29 0.19 0.09 0.11 0.26 0.98 0.03 0.03 0.04 0.08 0.09 0.10 0.12 0.12 0.10 0.08 0.05 0.04 0.08 0.31 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.02 0.01 0.96 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.02 0.03 0.03 0.02 0.01 0.01 0.01 0.02 0.21 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.00 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 -0.18 0.49 0.48 0.48 0.40 0.41 0.33 0.24 0.16 0.38 0.49 0.57 0.47 0.38 0.55 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.02 0.02 0.02 0.80 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.02 0.02 0.02 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.08 0.18 0.20 0.16 0.06 0.01 0.03 0.07 0.10 0.03 0.02 0.03 0.15 0.08 0.93 0.05 0.04 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.05 0.06 0.07 0.07 0.06 0.05 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia Coerente col quadro appena delineato è lo spaccato per provincia (Tabella 8): sono le province relativamente più intensive nel turismo di lago (Brescia, Como, Lecco, Varese) a caratterizzarsi per arrivi e presenze fortemente correlati con i totali regionali (prima riga in giallo), mentre, per motivi diversi e già evidenziati, Sondrio e Milano mostrano un’evoluzione del fenomeno turistico sostanzialmente indipendente (nel caso di Milano – prodotto città) o addirittura contro-sincrona (per Sondrio – prodotto montagna) rispetto alla media regionale. Per questo motivo Milano, che mediamente assorbe il 48% degli arrivi (38% presenze) ad agosto si ferma al 32% (16% presenze), mentre Brescia, Como e Lecco si posizionano nel trimestre giugno-agosto al di sopra della propria media annuale. E’ interessante infine osservare l’onda lunga della stagione dei laghi: Brescia, Como, Lecco e anche Varese ricevono infatti afflussi importanti di turisti non solo lungo tutta l’estate ma fino al mese di ottobre. In prima sintesi, anche questa analisi conferma le peculiarità di comportamento della provincia di Varese, in larga parte riconducibili al grado relativamente elevato di differenziazione della sua offerta; essa è infatti la sola tra le province interessate dal turismo di lago che 1) registra ad ottobre più presenze di turisti che a maggio, fenomeno tipico di province molto diverse e con vocazione più sbilanciata verso il prodotto città o il prodotto natura (come Milano, Bergamo, Cremona, Pavia) e 2) evidenzia nel mese di aprile un incremento di presenze rispetto a marzo inferiore al 20%, contro i valori superiori al 100% di Brescia, Como, Lecco, maggiormente affette dalla stagionalità tipica del turismo lacustre. Si tratta di una tendenza generalizzabile: la maggiore diversificazione dell’offerta è un requisito (o una strategia) vincente per abbattere o perlomeno limitare fortemente i fenomeni di stagionalità. 12 2.3 L’utilizzo delle strutture ricettive Per quanto riguarda l’intensità di utilizzo delle strutture alberghiere è utile affiancare alle informazioni fornite da Isnart in merito alla percentuale di camere occupate il rapporto presenze/letti3 di fonte Regione Lombardia. I due indicatori da un lato consentono di valutare l’intensità della domanda turistica e la sua propensione ad usufruire più o meno intensivamente dell’offerta disponibile e dall’altro possono mettere in evidenza eventuali situazioni di sovra o sotto capacità ricettiva rispetto alle necessità espresse dalla domanda. Quanto a percentuale di camere occupate la Lombardia si pone al di sopra della media nazionale. Due elementi risultano particolarmente significativi (Tabella 9): lo zoccolo duro di utenze, sostanzialmente stabile lungo il corso dell’anno, garantito dalle località di città (pressoché sistematicamente al di sopra dei valori medi regionali per camere occupate) e i buoni risultati ottenuti nella seconda parte dell’anno dalle località di campagna, a cui si aggiunge nei mesi estivi il picco legato al turismo che si orienta verso laghi e terme. Nelle località di montagna e in periodo estivo emerge un relativo sotto-utilizzo complessivo delle strutture, più per la brevità del periodo di effettiva attività (circa 40 giorni; dalla seconda settimana di luglio a dopo ferragosto) che per i risultati assoluti di presenze raggiunti mensilmente in questo periodo, che sono comunque buoni. Lago e terme esibiscono buone performance, soprattutto nei mesi autunnali ma con qualche fenomeno distorsivo di tipo stagionale. Il coefficiente presenze/letti (Tabella 10) rende possibile ragionare anche in termini di disaggregazioni territoriali: per quanto riguarda le strutture alberghiere, esso raggiunge in media i valori più elevati a Milano e Lodi seguite da Varese, Brescia, Pavia e Como, mentre Lecco, Mantova e Sondrio si posizionano in coda. Natura e città appaiono essere le realtà nelle quali le strutture risultano più “intensamente” sfruttate. Nelle località di lago invece appaiono relativamente sottoutilizzate le strutture non alberghiere, al contrario di quelle alberghiere, a significare sia una domanda turistica sempre più attratta da strutture “confortevoli” e meglio attrezzate, sia un certo sovradimensionamento delle strutture ricettive alternative agli alberghi. Le strutture delle località di montagna e termali sono in generale anch’esse sottoutilizzate, sia per motivi di ricorrente stagionalità della domanda, sia per una certa ridondanza di strutture, specie in montagna. In generale le strutture extra-alberghiere risultano meno “stressate” delle altre. 3 che appare fortemente correlato con quello presenze/camere. 13 Tabella 9 Occupazione % camere Città Montagna Terme Lago Campagna Altre località Lombardia gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 55.9 57.6 59.3 60.7 60.3 56.2 60.8 62.2 66.0 60.7 57.6 44.9 42.9 49.1 46.7 36.1 38.5 35.2 54.5 61.3 53.0 54.7 56.0 39.6 30.1 30.5 33.9 41.2 47.9 46.6 58.0 65.7 61.5 55.4 46.7 45.7 29.8 26.6 29.5 42.7 46.1 47.1 64.5 68.7 55.1 63.8 59.3 30.0 39.9 40.3 42.2 47.4 47.0 44.3 57.2 58.4 57.9 58.9 57.5 43.9 45.8 45.1 47.9 48.5 48.4 46.3 57.1 60.8 60.4 56.4 53.5 41.9 43.6 44.6 44.6 46.5 47.8 45.7 59.0 62.9 57.9 59.9 57.2 37.8 Bergamo 38.5 40.6 45.2 44.7 45.9 46.5 59.1 59.9 61.5 63.1 Brescia 32.4 28.5 29.6 39.0 42.2 51.6 60.7 65.5 53.3 68.6 Como 34.3 35.3 36.7 50.7 53.3 33.2 55.6 61.8 49.0 45.9 Cremona 42.1 41.3 43.5 51.5 51.6 59.2 62.7 64.6 76.2 67.4 Lecco 33.7 36.5 36.3 37.4 42.7 42.8 55.6 57.0 58.8 52.5 Lodi 48.0 52.0 56.0 57.2 52.1 43.6 60.9 65.9 53.1 58.3 Mantova 30.9 29.3 30.2 44.5 45.1 44.7 57.4 61.3 50.2 50.2 Milano 63.2 64.0 65.2 63.9 62.6 48.6 58.7 62.6 58.5 55.7 Pavia 38.2 38.6 41.5 45.6 45.0 39.6 53.8 57.8 57.1 53.7 Sondrio 48.9 57.1 55.6 36.9 38.5 41.7 64.7 69.2 67.8 68.4 Varese 42.5 44.1 44.6 49.1 48.8 45.7 60.5 64.2 60.4 59.3 Lombardia 43.6 44.6 44.6 46.5 47.8 45.7 59.0 62.9 57.9 59.9 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008 58.4 65.3 48.2 63.3 49.9 54.8 52.0 50.3 52.1 64.7 50.5 57.2 37.5 29.9 38.1 48.7 44.7 31.8 37.4 42.6 41.2 49.7 45.0 37.8 Tab. 10 Provincia BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA TOTALE Totale 79.6 89.9 79.2 104.7 46.7 145.3 154.0 94.1 119.9 79.1 98.5 102.0 RAPPORTO PRESENZE/LETTI Altre Prodotto Totale Alberghi strutture 113.8 42.6 città 151.3 146.4 59.4 montagna 63.0 141.1 40.5 terme 80.4 125.4 45.0 lago 79.9 87.2 30.9 natura 149.4 151.3 7.3 altro 131.1 155.8 123.4 TOTALE 102.0 96.3 88.9 144.7 30.7 100.2 36.5 155.8 36.5 139.8 52.1 Alberghi 154.2 92.5 82.8 148.3 183.8 146.1 139.8 Altre strutture 119.5 30.5 29.9 52.7 54.9 73.7 52.1 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 2.4 La componente straniera La nostra regione esibisce una forte carica di attrattività nei confronti del turismo di provenienza estera che rappresenta il 47% dei flussi di arrivi complessivi e più del 50% delle presenze (Tabella 11). Due sono i fenomeni principali che è cruciale esaminare: a) il peso percentuale dei flussi associati ad ogni prodotto turistico o provincia sul totale dei flussi stranieri4: esso misura la capacità di assorbimento o di attrattività di un prodotto o territorio. b) il peso percentuale dei turisti stranieri sul totale turisti per prodotto e provincia5: esso misura il grado di apertura o di vocazione internazionale. La sovrapposizione dei due fenomeni rivela situazioni di polarizzazione ancor più estreme di quanto emerge dai flussi generali. Il prodotto città è ampiamente quello 4 5 In sostanza la distribuzione geografica e tipologica dei flussi esteri In sostanza si tratta di incidenze relative 14 più gettonato: gli stranieri rappresentano quasi il 57% degli arrivi totali (elevato grado di vocazione internazionale) mentre più del 56% degli stranieri si orienta alle città (56% e 40.4% rispettivamente i dati sulle presenze). Seguono le località di lago che assorbono il 24% degli arrivi dall’estero (più del 41% di presenze) e si caratterizzano per avere ben il 63% dei propri arrivi totali costituito da turisti di provenienza straniera (più del 70% delle presenze). Le altre destinazioni rivestono importanza decisamente minore, ma va osservato che il prodotto natura viene consumato da vacanzieri stranieri per un 40% circa, mentre terme e montagna hanno orientamento molto più spiccatamente “nazionale”. Le province più attrattive per gli stranieri sono nell’ordine Milano, Brescia e Como che congiuntamente assommano quasi il 79% degli arrivi complessivi di stranieri e più del 81% delle presenze e incidono sui flussi di turisti stranieri in misura quantitativamente superiore a quella che caratterizza i flussi globali. A Milano e a Brescia i turisti provenienti dall’estero sono circa la metà, a Como più del 60%. Anche Varese ha una forte vocazione internazionale: più del 50% delle presenze nel suo territorio (e quasi il 50% degli arrivi) è costituito da stranieri. La domanda turistica internazionale risulta quindi ancor più “orientata” di quella italiana sia rispetto ai prodotti, sia rispetto ai territori. Tabella 11 FLUSSI TURISTICI DI PROVENIENZA ESTERA PER PRODOTTO Incidenza % Incidenza % Distribuzione Distribuzione stranieri / stranieri / % arrivi % presenze arrivi tot presenze tot stranieri stranieri Prodotto città 56.6 56.1 56.3 40.4 montagna 26.8 30.9 4.4 7.2 terme 25.9 17.6 0.4 0.4 lago 63.4 70.9 24.1 41.4 natura 40.2 38.5 5.5 3.4 altro 25.9 31.6 9.2 7.2 Totale 47.0 51.6 100 100.0 FLUSSI TURISTICI DI PROVENIENZA ESTERA PER PROVINCIA Incidenza % Incidenza % Distribuzione Distribuzione stranieri / stranieri / % arrivi % presenze presenze tot stranieri stranieri Provincia arrivi tot BG 38.9 34.0 5.4 3.8 BS 50.3 61.3 18.3 33.5 CO 62.5 69.1 10.6 10.9 CR 26.9 33.3 1.0 0.7 LC 42.3 36.3 1.4 1.3 LO 27.8 24.9 0.8 0.4 MI 49.7 51.4 50.0 36.8 MN 25.1 26.9 0.9 0.8 PV 19.3 20.6 1.1 1.0 SO 28.5 35.9 3.2 5.5 VA 49.5 51.9 7.4 5.3 Totale 47.0 51.6 100.0 100.0 Anno di riferimento 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia Secondo Isnart (Osservatorio Turistico della Lombardia, Report congiunturali luglio 2007 e gennaio 2008) le strutture relativamente più orientate ad accogliere presenze straniere sono quelle extra-alberghiere, soprattutto i campeggi (dove più del 40% dei clienti è di provenienza straniera) e i B&B (più del 35%); tra gli alberghi sono per lo più quelli di fascia alta cioè i 5 stelle (più del 65%) e i 4 stelle (più del 45%). 15 In base ai dati di fonte Regione Lombardia, per quanto riguarda la composizione dei flussi per paese di provenienza, i paesi europei sono come prevedibile in prima linea (soprattutto Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Svizzera); tra i paesi dell’est spicca il peso (crescente) della Romania. Gli Stati Uniti sono il terzo paese in entrata dopo Germania e Regno Unito, mentre il Giappone è quinto. Importante anche l’afflusso da altri paesi caratterizzati da elevati ritmi di crescita economica come Russia, Cina, Korea del Sud e Brasile. Le indicazioni fornite da Isnart (Tabella 12) e basate sulle percezioni di un campione selezionato di operatori confermano piuttosto da vicino la geografia proposta dai dati regionali, fatta salva l’assenza totale di indicazioni relative ai flussi provenienti dal Giappone e da altri paesi dell’estremo Oriente del mondo Tabella 12 Principali mercati esteri. % sul totale strutture I trimestre 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° Germania Regno Unito Francia Olanda Svizzera USA Belgio Austria Spagna Polonia 61.1 27.6 26.4 14.4 11.5 10.8 8.7 8.1 6.0 4.8 II trimestre Germania Francia Regno Unito Olanda Svizzera USA Belgio Austria Romania Spagna 67.4 36.0 23.8 16.9 14.3 12.4 7.4 6.9 4.5 3.7 III trimestre Germania Francia Regno unito Olanda Svizzera Belgio USA Austria Spagna Romania 64.3 30.2 24.6 20.8 12.0 8.7 7.3 5.3 4.3 3.2 10° Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008 IV trimestre Germania Francia Regno Unito Svizzera Olanda USA Belgio Spagna Romania Austria 60.8 29.5 28.0 16.9 11.4 10.0 6.8 6.2 5.4 5.1 In termini di ripartizione percentuale dei flussi stranieri per provenienza (si omette la tabella per esigenze di spazio), le province del sud (Pavia, Cremona e Mantova) sono sostanzialmente allineate con le medie regionali. Altre province si caratterizzano invece per qualche differenza di spicco rispetto al quadro complessivo. A Varese, provincia in forte crescita turistica, i visitatori provenienti dagli Stati Uniti sono i più numerosi, superando di molte lunghezze Tedeschi e Francesi; due altre province che ospitano turismo a vocazione di lago, Como e Lecco sperimentano un fenomeno simile, anche se meno vistoso in termini assoluti. Al contrario, la provincia di Brescia sembra appetita per lo più da turismo di origine tedesca. Tradizioni, fattori climatici, ma anche aspetti infrastrutturali (distribuzione e vocazione degli aeroporti sul territorio; rete autostradale) incidono su questa diversa attrattività del lago di Garda rispetto agli altri laghi. Milano e Lodi hanno una più marcata capacità di attrazione nei confronti dei visitatori provenienti dai paesi dell’est del mondo: i giapponesi sono i più rappresentati turisti stranieri in provincia di Milano, i Coreani in provincia di Lodi; Russia e Cina stanno ai primi posti della graduatoria in entrambe le province. 2.5 Un primo tentativo di sintesi I parametri di valutazione sin qui considerati suggeriscono alcune riflessioni preliminari, ma già robustamente fondate. In termini aggregati, ossia considerata nel suo complesso come un’entità unica e compatta, la Lombardia è senza dubbio una regione turisticamente matura, che ha raggiunto uno stadio molto avanzato del proprio ciclo di vita turistico. In quanto tale, e agevolata anche dalla propria struttura geomorfologica, essa è caratterizzata a livello complessivo da una forte diversificazione dell’offerta e dalla possibilità, 16 perlomeno virtuale, di combinare pacchetti di prodotti turistici diversi ma offerti contestualmente. La possibilità di offrire un portafoglio di opzioni turistiche altamente variegato rappresenta un punto di forza che permette alla regione nel suo complesso di proporsi come un territorio ad elevata vocazione e performance turistica (in misura superiore alla media nazionale e in concorrenza con altre aree territoriali, per certi versi più dotate sul piano ambientale o artistico). Tuttavia, tale poliedricità dell’offerta lombarda (e così anche della domanda che ne è attratta) si accompagna a una forte segmentazione sia in senso vocazionale (per prodotto), sia in senso geografico (per territorio), sia qualitativo (per tipologia di strutture ricettive). In altri termini la diversificazione del portafoglio di offerte a livello regionale non sembra dare luogo con adeguata intensità a processi locali di integrazione dell’offerta. La sintesi statica della situazione al 2007 in materia di flussi turistici (arrivi e presenze) conferma che la domanda turistica si orienta in larghissima parte verso alcuni attrattori puntuali consolidati e, in un certo senso, tradizionali: il prodotto città, correlato principalmente con un turismo di tipo business e fortemente localizzato sull’asse Milano-Brescia e il prodotto lago che vede in Brescia e Como le punte di diamante. Si è osservato che un simile fenomeno di segmentazione tende a originare a) stagionalità complessiva e nella capacità di attrazione di specifici territori (eccezion fatta per i comuni di città), b) fenomeni di concentrazione geografica e di prodotto dei flussi e c) asimmetrie nel grado di utilizzo delle strutture ricettive e nelle scelte dell’utenza rispetto alla loro tipologia e qualità. In questo quadro generale spiccano come elementi positivi: 1) la solidità del “patrimonio” costituito dal turismo d’affari (principalmente milanese), stabile in corso d’anno e poco stagionale, 2) la forte apertura ai mercati esteri che appare trasversale rispetto a territori e prodotti, 3) l’elevato livello qualitativo della domanda turistica, sia in termini di preferenza diffusa per le strutture alberghiere di fascia medio-alta, sia di prevalente provenienza del turista straniero da paesi ad elevato PIL procapite o in forte crescita economica. Si segnalano, invece, come elementi di potenziale allarme: 1) Le difficoltà della montagna: d’inverno, per una limitata capacità di attrazione, e d’estate per la brevità del periodo fruibile. 2) alcune situazioni di squilibrio nella intensità di utilizzo delle strutture ricettive. Si va delineando progressivamente la percezione che un’auspicabile strategia a sostegno del turismo lombardo richieda il superamento di ogni processo di estrema segmentazione delle vocazioni sul piano territoriale e suggerisca di perseguire una maggiore integrazione a pacchetto dei diversi spezzoni dell’offerta. Il più tradizionale approccio mono-orientato, imperniato sulla vocazione prevalente di ogni territorio è agli antipodi rispetto a una strategia competitiva vincente in base alla quale ogni territorio costruisce il proprio mix turistico, secondo una gamma pressoché infinita di combinazioni diverse e personalizzate di vocazioni dominanti, ma anche nascoste e di caratteristiche prevalenti, ma anche di nicchia del patrimonio turistico disponibile in loco. Tre ulteriori elementi rafforzano tale tesi: 1) la concorrenza internazionale è fortemente cresciuta, sia per effetto di processi di potenziamento dell’offerta da parte di paesi a noi vicini e nostri competitor (Spagna, Portogallo, Croazia eccetera), sia per la debolezza di altre valute mondiali rispetto all’Euro, sia infine per il diffondersi delle opportunità di trasporto low cost. In tale scenario competitivo il successo di un prodotto o di una località dipende anche e soprattutto dalla capacità di rendere “unica” la 17 propria offerta, ponendosi così al di sopra e al di fuori della competizione. La montagna lombarda, ad esempio, non sembra più avere oggi quei caratteri di unicità che ne hanno decretato il successo in epoche passate. Coniugare, secondo “ricette” di volta in volta specifiche, con il prodotto prevalente “montagna” altri prodotti di contorno (terme, offerta religiosa, sport, eccetera) può essere una via per ridare unicità ad alcuni segmenti della nostra offerta montana. 2) la domanda che guarda al territorio lombardo proviene da aree del pianeta fortemente diverse tra loro per propensioni, gusti e sistemi di valori. I turisti provenienti dai paesi asiatici attribuiscono estrema importanza al patrimonio artistico e culturale, quelli europei al rispetto dell’ambiente, quelli americani alla qualità e all’efficienza dei servizi, specialmente logistici e di trasporto e così via. Occorre quindi mettere a sistema tutte le potenzialità di ogni territorio e investire in diverse direzioni per intercettare efficacemente ogni possibile declinazione della domanda. 3) esistono alcuni asset che si presentano come tipici e unici dell’offerta italiana e in particolare lombarda e che sono, per natura, diffusi, ossia distribuiti lungo tutto il territorio: il sistema storico-architettonico, la cosiddetta “archeologia industriale”, il patrimonio eno-gastronomico, il sistema del made in Italy. Questi fili rossi possono costituire una sorta di trama di sottofondo sulla quale innestare in modo integrato “pezzi” di offerta apparentemente lontani e di nicchia, ma con grandi potenzialità, come potrebbero essere il turismo commerciale, artistico, religioso e sanitario. Riteniamo quindi che sia strategicamente auspicabile superare la polarizzazione locale della domanda e dell’offerta in due modi possibili: 1) diversificare l’offerta turistica all’interno dei singoli territori, o ambiti turistici (Varese e Bergamo sono esempi leader) 2) integrare prodotti e territori diversi in pacchetti modulari collegati. Non va peraltro dimenticato che la Legge Regionale sui sistemi turistici imprime una forte spinta proprio nella direzione di mettere a sistema territori e prodotti, generando su scala (macro) locale un’offerta multiforme e articolata, ma pur sempre coerente. 3. L’evoluzione del turismo in Lombardia nel periodo 2006-2007: uno scenario in pieno mutamento… L’analisi statica della sezione 2 che “fotografa” la situazione al 2007 è utile a evidenziare situazioni di vantaggio comparato relativo di alcuni territori o prodotti; d’altro canto solo un‘analisi dinamica può completare il quadro, consentendo di far emergere eventuali processi dinamici di recupero o di rallentamento su scala globale e/o locale. 3.1 Il quadro generale Confrontando i dati sui flussi turistici6 nel 2007 con quelli relativi al 2006 (Tabella 13) appare una situazione complessiva di tono decisamente positivo: guardando ai totali regionali si registra una crescita significativa, seppur non impetuosa, sia dei turisti in arrivo (+5.2%; circa 526.000 nuovi visitatori) sia della loro permanenza sul territorio (+5.9% presenze; circa 1.590.000 “notti” aggiuntive). La combinazione di queste due dinamiche induce un incremento del rapporto presenze/arrivi. Disaggregando il dato complessivo per prodotti emergono alcune interessanti tendenze di fondo: 6 Di fonte regionale 18 • l’eccezionale performance di crescita del prodotto “campagna-natura” che nel 2007 ha attratto più di 100.000 turisti aggiuntivi rispetto all’anno precedente (+22% gli arrivi; +27.7% le presenze), ossia quasi un terzo del totale dei nuovi turisti che hanno visitato la Lombardia. Le località di campagna sono inoltre le sole che fanno registrare un aumento non trascurabile della permanenza media dei visitatori. • il lento recupero della montagna che, pur soffrendo ancora di limiti connessi con la brevità della stagione estiva e con un’offerta poco connotata nella stagione invernale, evidenzia una crescita degli arrivi (+4.9%) e delle presenze (+4.3%) rilevante, anche se inferiore alla media regionale. • la situazione “bipolare” e controversa dei prodotti lago e terme: il primo nel 2007 fa registrare una prepotente crescita della propria attrattività, espressa da un numero di nuovi “contatti” nettamente superiore alla media regionale (+12.1% gli arrivi); il prodotto terme, al contrario, cresce meno della media (+4.4% gli arrivi). Sin qui le differenze; comune a entrambi i prodotti è invece la presenza di un turismo che progressivamente acquista connotati più simili a un “mordi e fuggi”: la crescita delle presenze è infatti elevata per il prodotto lago (+10.5%), ma non sufficiente a evitare una riduzione del rapporto presenze/arrivi (-1.4%) e addirittura negativa (-1.4%) per le terme. • la sostanziale stabilità (o forse la stagnazione) del prodotto città, una sorta di “zoccolo duro” del turismo lombardo, che mette in mostra una crescita positiva ma lenta e chiaramente inferiore alla media regionale sia per arrivi, sia per presenze. Anche lo spaccato per province è altamente disomogeneo: • si notano le straordinarie performance di Varese (+19% arrivi; +21.7% presenze) e di Como (+17.7% arrivi; +24.9% presenze) e in misura più contenuta di Bergamo (+10.2%; +13.2%) e Lecco (+8.5% arrivi; +13.1% presenze). • esibiscono tassi di crescita più contenuti, ma comunque superiori alla media regionale, anche Mantova, Pavia, Brescia e Cremona (quest’ultima solo rispetto agli arrivi), mentre Sondrio è caratterizzata da crescita positiva ma inferiore alla media regionale. • Milano riflette il poco dinamismo del prodotto città e rimane più o meno stabile • Lodi si muove in controtendenza, sperimentando una contrazione negli arrivi e nelle presenze. Tab. 13 CRESCITA FLUSSI TURISTICI 2007-2006 PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO E PER PROVINCIA Variazione Variazione Variazione Variazione Presenze / Variazione Variazione Presenze / Prodotto arrivi presenze Arrivi arrivi presenze Arrivi Provincia BG 10.2 13.2 2.7 città 1.9 1.6 -0.3 BS montagna 4.9 4.3 -0.5 6.1 5.7 -0.3 CO 17.7 24.9 6.1 terme 4.4 -1.4 -5.5 CR lago 12.1 10.5 -1.4 6.6 2.1 -4.3 LC natura 22.0 27.7 4.7 8.5 13.1 4.3 LO altro 6.0 8.0 1.9 -0.2 -2.5 -2.3 5.2 5.9 MI Totale 0.7 0.8 0.0 -0.8 MN 5.1 11.1 5.7 PV 7.8 15.6 7.2 SO 2.6 1.3 -1.3 VA 18.9 21.7 2.4 Totale 5.2 5.9 0.7 Anni di riferimento 2006 e 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 19 Una possibile chiave di lettura di tale eterogeneità nel comportamento delle diverse province lombarde può derivare da un’analisi di correlazione (Tabella 14) che quantifichi l’intensità del legame esistente tra il grado di differenziazione dell’offerta turistica provinciale (misurato nella sezione precedente dalle deviazioni standard dei pesi percentuali dei flussi per singolo prodotto) e i tassi di crescita di arrivi e presenze. Le correlazioni (ultime due righe della tabella 14) sono di segno chiaramente negativo e di dimensione tutt’altro che trascurabile: sembra cioè esistere un importante legame inverso tra crescita turistica e polarizzazione dell’offerta. Le province che sperimentano una crescita più elevata di arrivi e presenze sono quelle che a) vantano un portafoglio di prodotti turistici differenziato e b) sanno distribuire i flussi in entrata in modo bilanciato tra i diversi prodotti offerti. Il segnale che se ne trae è un’ulteriore evidente conferma del fatto che la mono-vocazione dell’offerta può essere un ostacolo penalizzante rispetto alla capacità di attrazione turistica di un territorio in presenza di una domanda sempre più articolata, complessa e variegata. Tab. 14 BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA correlazione (1)-(2) correlazione (1)-(3) Polarizzazione dell'offerta (1) 0.9 5.2 2.0 0.5 0.3 0.1 16.5 0.4 0.9 2.6 1.8 Variazione arrivi (2) 10.2 6.1 17.7 6.6 8.5 -0.2 0.8 5.1 7.8 2.6 18.9 -0.32 Variazione presenze (3) 13.2 5.7 24.9 2.1 13.1 -2.5 0.0 11.1 15.6 1.3 21.7 -0.34 Anni di riferimento 2006 e 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 3.2 L’evoluzione dei flussi mese per mese L’analisi dinamica scomposta mese per mese rivela profili temporali segmentati in due sotto-periodi. Il 2007 sembra essersi aperto con qualche segnale di lieve difficoltà (tabelle 15.a e 15.b): una diminuzione di arrivi e presenze rispetto all’anno precedente nei mesi di gennaio e febbraio e, per quanto riguarda le sole presenze, anche in marzo. Per quanto riguarda i “contatti”, ossia gli arrivi, il fenomeno ha colpito principalmente il prodotto che storicamente traina l’intero sistema nella prima parte dell’anno, ossia la città, ma anche la montagna ha risentito di una stagione difficile per avverse difficoltà climatiche (scarso innevamento). Guardando alle presenze, il calo in questa prima parte d’anno è quantitativamente maggiore e più generalizzato, con la sola eccezione del prodotto natura, che grazie a un exploit eccezionale (+ 22% circa l’incremento di presenze tra gennaio e marzo) ha permesso di “limitare i danni” complessivi. Da marzo in poi l’andamento dei flussi turistici è invece passato in territorio positivo e c’è stata una significativa corsa al recupero che ha garantito a fine d’anno una crescita complessiva degli arrivi (+5.2%); particolare intensità di crescita si è avuta nei mesi estivi e nel trimestre ottobre-dicembre. A fare da traino nuovamente è stato il 20 prodotto natura che va conquistando sempre più ampie preferenze, seguito dal prodotto lago, ma anche dal prodotto montagna, che grazie a un ottimo periodo autunnale (soprattutto in novembre) e a un discreto (seppur breve) periodo estivo ha più che compensato la stagione invernale negativa. Anche le presenze si sono rivelate in crescita da aprile in poi e soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, mentre nei mesi estivi la crescita è stata inferiore a quella degli arrivi e quasi nulla tra agosto e settembre. Nell’ultimo trimestre si può segnalare la crescita lenta e inferiore alla media del prodotto città che peraltro ha raggiunto piena maturità di sviluppo e si caratterizza ragionevolmente per limitati margini di crescita ulteriore disponibili. Ottimo invece il comportamento autunnale sia della montagna, sia del prodotto natura, il solo che sperimenta un incremento a due cifre delle presenze complessive (+27.7%) su base annua. Tab. 15.a Correlazioni crescita per prodotto - crescita totale TA CI S E CR SI US L F A R R I V I Correlazioni crescita per prodotto - crescita totale TA CI S E CR SI US L F P R E S E N Z E BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA TOT 0.82 -1.1 -4.1 0.3 13.0 10.3 16.6 16.0 19.3 15.2 15.3 7.2 12.0 10.2 BG -0.30 -0.8 -0.2 18.0 4.0 3.5 3.2 6.9 -7.7 -7.5 -7.8 -10.3 -11.2 6.1 BS 0.42 15.5 9.7 15.1 20.9 14.2 16.3 29.1 16.0 13.2 16.3 21.5 15.9 17.7 CO -0.20 5.4 12.3 15.9 11.3 20.0 11.8 12.7 10.0 -13.8 -1.1 1.7 0.8 6.6 CR 0.46 -5.5 -5.0 6.6 10.6 17.2 6.0 10.6 12.2 -5.0 -4.5 18.8 5.7 8.5 LC -0.07 6.9 -0.6 1.6 3.3 8.3 12.0 6.1 10.3 -11.6 -14.7 -10.8 -8.2 -0.2 LO 0.93 -5.4 -8.8 -3.2 -0.9 -0.5 5.7 2.8 4.3 3.5 4.1 4.3 8.4 0.8 MI -0.37 37.5 9.1 19.8 -0.4 9.3 17.8 16.6 10.7 11.3 -8.4 -14.0 -24.2 5.1 MN -0.14 17.3 4.4 5.6 8.0 6.3 8.0 12.3 14.7 9.3 6.8 7.6 -6.6 7.8 PV 0.33 -1.5 1.6 9.8 -14.5 -8.5 19.0 -8.6 -0.9 4.9 6.6 48.5 8.3 2.6 SO 0.42 16.7 7.4 8.6 2.7 7.1 12.5 18.4 36.0 33.5 36.8 29.2 22.0 18.9 VA -0.9 -4.2 2.8 2.9 3.5 8.0 5.0 5.0 4.3 5.4 5.4 5.7 5.2 TOT Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media 0.83 4.2 -0.1 -2.5 17.8 16.3 16.0 20.8 16.5 13.2 32.1 50.6 14.5 13.2 -0.29 -6.6 0.7 9.2 7.6 6.8 -1.4 -5.7 -5.7 3.3 4.3 -6.9 -5.7 5.7 0.58 22.4 10.7 20.0 27.0 13.0 16.4 38.5 29.1 18.9 25.0 32.7 31.8 24.9 0.12 5.6 8.4 -5.2 -4.9 -2.4 -4.6 2.6 1.0 1.4 -0.5 7.7 27.2 2.1 0.32 -16.4 -15.0 -9.3 29.3 42.9 -1.6 36.0 18.2 41.6 -8.7 0.8 -1.3 13.1 -0.50 12.4 -2.5 8.6 10.5 1.1 3.2 11.9 7.4 -3.4 -27.2 -16.3 -27.9 -2.5 0.80 -4.5 -10.6 -6.0 -0.2 -2.4 2.1 0.6 4.4 3.5 6.7 4.7 6.6 0.0 -0.69 34.3 22.0 28.0 10.6 18.9 25.0 22.4 9.1 7.3 -4.2 -4.7 -14.1 11.1 -0.72 38.5 26.9 26.1 16.0 -1.5 12.5 14.6 19.3 16.5 17.2 9.8 5.9 15.6 0.56 -4.2 1.3 -0.3 -0.2 -2.4 8.7 -1.8 -2.1 3.1 0.1 43.5 14.2 1.3 0.68 15.3 -2.1 4.7 10.3 14.4 20.9 31.7 29.9 30.4 35.4 35.5 25.4 21.7 -1.1 -4.3 -0.3 6.2 4.4 4.1 4.9 1.1 2.7 6.7 9.1 6.8 5.9 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media Anni di riferimento 2006 e 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 21 Tab. 15/b Correlazioni crescita flussi per prodotto - flussi totali CRESCITA FLUSSI ARRIVI Prodotto Città Montagna Terme Lago Natura Altro Esclusi da Isnart 0.89 0.47 -0.39 -0.03 0.40 0.59 0.18 Gennaio Febbraio Marzo -4.2 -8.7 -2.9 -3.4 0.8 6.2 10.6 7.8 19.3 9.7 5.4 31.3 22.7 11.6 10.1 1.6 -2.3 4.6 -1.4 -2.6 4.2 Prodotto Città Montagna Terme Lago Natura Altro Esclusi da Isnart 0.69 0.54 0.09 0.21 0.23 0.41 0.51 Gennaio Febbraio Marzo -3.7 -10.2 -4.8 -4.8 2.5 -3.2 -0.9 -12.0 2.0 -1.2 -4.7 30.9 37.4 15.8 16.0 4.0 0.6 4.1 -0.7 -4.7 -2.1 Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre -1.1 1.9 7.4 5.5 6.8 5.2 3.2 3.4 4.1 -4.8 9.1 17.6 -1.9 5.1 8.2 8.1 39.0 5.8 18.1 11.1 -6.6 3.9 5.0 -0.7 -4.9 18.3 -17.4 8.6 5.1 6.3 6.0 3.8 0.1 4.2 20.6 2.8 7.8 14.9 19.5 20.0 29.5 32.5 37.9 33.7 26.9 5.0 1.9 8.6 2.7 3.0 2.9 1.3 0.2 13.5 5.6 2.6 4.8 -0.2 -6.4 -13.8 4.2 -2.3 -3.6 PRESENZE Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 0.0 -1.3 4.2 4.1 6.8 5.4 6.5 6.0 5.2 9.7 39.6 7.5 7.6 0.8 3.8 3.7 48.6 10.0 -1.9 -12.3 -1.9 4.7 -0.3 1.5 0.4 13.4 -21.5 12.0 8.9 1.5 3.1 -3.3 -7.0 -1.0 14.6 3.1 21.7 23.1 21.2 25.2 28.8 38.8 44.6 37.4 23.5 9.6 3.4 10.2 11.1 6.9 3.8 3.8 -1.4 13.5 5.1 3.7 2.2 1.0 6.4 -9.5 6.0 -1.2 -0.6 Media 1.9 4.9 4.4 12.1 22.0 6.0 5.2 Media 1.6 4.3 -1.4 10.5 27.7 8.0 5.9 Anni di riferimento 2006 e 2007 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia La permanenza media dei turisti in Lombardia è lievemente cresciuta nel corso del 2007 (+0.7%), seppur con cali nei mesi estivi di agosto e settembre per tutti i prodotti principali (città, lago e montagna). In ogni caso riteniamo che tale evidenza non vada automaticamente considerata come allarmante alla luce del fatto che esso si determina all’interno di un quadro in cui le presenze turistiche sono comunque in sostanziale aumento sia su base annuale, sia nello specifico dei mesi estivi 3.3 L’andamento dei flussi stranieri… La presenza straniera (Tabella 16) cresce in modo superiore a quella italiana e secondo uno schema che riflette alcuni elementi chiave già descritti nella sezione 2. 1. Rispetto al passato gli stranieri tendono a orientarsi sempre più verso il prodotto natura (ben + 30.6% per gli arrivi e +35.5% per le presenze) e verso la montagna (+ 11.0% per gli arrivi e +11.3% per le presenze) 2. Lago e terme (soprattutto il primo con +12.5% di arrivi e +11.7% di presenze) “corrono” ma con una diminuzione della durata media dei soggiorni 3. Il prodotto città sperimenta una sorta di crescita “frenata” Tabella 16 CRESCITA FLUSSI TURISTICI STRANIERI 2007-2006 PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO E PER PROVINCIA Variazione Variazione Variazione Variazione Presenze / Variazione Variazione Presenze / Prodotto arrivi presenze Arrivi arrivi presenze Arrivi Provincia BG città 2.2 3.2 1.0 10.1 19.0 8.1 BS montagna 11.0 11.3 0.3 9.6 9.3 -0.3 CO terme 10.7 2.4 -7.6 16.4 21.5 4.5 CR lago 12.5 11.7 -0.7 15.2 13.4 -1.6 LC natura 30.6 35.5 3.7 8.3 3.5 -4.4 LO altro 7.5 10.4 2.7 -1.1 -4.8 -3.8 6.0 8.4 MI Totale 2.2 0.2 0.6 0.4 MN 11.1 26.7 14.0 PV 6.9 15.1 7.6 SO 5.9 8.9 2.9 VA 24.3 31.4 5.8 Totale 6.0 8.4 2.2 Anni di riferimento 2006 e 2007 Dati di crescita percentuali Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 22 3.4 ..e per le tipologie di strutture ricettive.. Il quadro che deriva dall’analisi della crescita di flussi e presenze disaggregata per tipologie di strutture ricettive (si omette la tabella per esigenze di spazio) mette in mostra alcune situazioni apparentemente puzzling. Si tenga conto che tra 2006 e 2007 si è registrata una progressiva avanzata dei prodotti natura e montagna e un lieve rallentamento del turismo nelle città. Alla luce di ciò non stupisce di primo acchito che i flussi di arrivi e presenze alberghiere crescano, e in modo significativo, ma inferiore alla media delle strutture ricettive; si potrebbe inferire che il turismo si stia re-indirizzando verso esercizi complementari, come testimoniano una performance di crescita notevole delle presenze in agriturismi, rifugi alpini e alloggi REC. In controtendenza i villaggi turistici. Il fenomeno è omogeneo sul territorio e particolarmente spiccato a Varese, Como e Cremona, nonché a Bergamo per quanto riguarda i rifugi alpini. E’ inoltre omogeneo rispetto al tipo di prodotto turistico offerto. Per quanto riguarda la distribuzione dei turisti internamente alla categoria delle strutture alberghiere l’evoluzione nel tempo dei flussi sembra penalizzare soprattutto le “code”: calano le presenze nei 5 stelle e nei residence (soprattutto a Milano e Brescia) da un lato, ma anche negli alberghi di fascia bassa a 1 e 2 stelle (in tutta la regione). “Corrono” invece i 3 e 4 stelle (soprattutto a Varese e Sondrio). Peculiare e apparentemente incoerente con alcune evidenze precedenti, è il fatto che i 4 stelle registrino un exploit eccezionale nelle località “natura”, mentre i campeggi crollano soprattutto intorno alle città. Inoltre si nota come ulteriore peculiarità la forte crescita di presenze in alberghi a 4 e 5 stelle nelle zone di montagna (in particolare Sondrio). Si profila una sorta di domanda “a due velocità”. Da un lato il turista “camperista” (tipicamente più giovane) meno interessato alle comodità tradizionali e attento a tenere sotto controllo il costo giornaliero della propria vacanza, magari allungandone la durata; dall’altro un turista esigente e maturo che insegue servizi di alto profilo e location di qualità, anche in quegli ambiti territoriali (campagna e montagna) nei quali ci aspetteremmo una maggiore propensione alla semplicità. In generale, come emerge anche negli studi Isnart7 (si veda la sezione 5 di questo rapporto), i continui mutamenti della domanda e alcuni fattori connessi con le mode e le tendenze del momento vanno ridisegnando i profili dell’utenza turistica: la montagna è sempre più catalizzatore di turismo d’affari e di turismo sportivo organizzato, mentre la campagna attrae un’utenza colta, attenta all’ambiente, che rifugge i luoghi presi d’assalto dal turismo di massa e cerca una vacanza breve ma sfaccettata e un adeguato mix di cultura, eventi, sport, riposo. 3.5 Alcune riflessioni Il quadro che emerge in questa terza sezione dedicata all’analisi dinamica rivela uno scenario lombardo affatto stagnante e, al contrario, caratterizzato da alcune tendenze di significativa evoluzione. 1) Pur nel rispetto di una consolidata polarizzazione relativa della domanda e della tradizionale preferenza per le località di città (in autunno-inverno) e di lago (estate-autunno), cresce la domanda turistica nei confronti dei prodotti meno tradizionali e, in modo collegato, nei confronti di località e siti che potremmo definire “despecializzati” sul piano turistico. Le località etichettate come prodotto “natura” ospitano flussi fortemente crescenti di arrivi e presenze in virtù del fatto che, pur non avendo spesso atout di particolare pregio turistico, consentono una gestione varia e fantasiosa del tempo libero e permettono al 7 “Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana” e “Il turismo organizzato europeo e statunitense”. 23 turista di consumare al contempo categorie turistiche diverse senza vincolare a una scelta specifica l’intera vacanza e senza dover sopportare elevati costi legati a continui trasferimenti. 2) Anche i prodotti più tradizionali come lago e terme vanno riposizionandosi sul mercato (si caratterizzano per molti arrivi, ma relativamente meno presenze), trasformandosi da località scelte per soggiorni di tipo stanziale e prolungato in mete di soste temporanee per un turismo di passaggio “mordi e fuggi”, sia di tipo leisure, sia di tipo business. Per svolgere questo ruolo lago e terme diventano progressivamente preferibili alle città. 3) Anche la montagna, da qualche tempo in arretramento, è attraversata da fenomeni di trasformazione che le vanno consentendo un rapido recupero: accanto a una ripresa dell’utenza più tradizionale (come rivelato dalla crescita della clientela che si colloca nei rifugi alpini), si nota un aumento di B&B e soprattutto di presenze negli alberghi di fascia elevata, 4, 5 stelle e 5 stelle lusso (fenomeno del tutto anomalo rispetto a una tendenza generale di segno opposto). La montagna sembra porsi quindi come collettore di un turismo attratto non solo e non tanto da aspetti ambientali e nemmeno dalla semplice ricerca di mete “tranquille”, ma come realtà convegnistica e di business. Gli spaccati di dettaglio confermano alcune percezioni già introdotte nella sezione 2: 1) Le aree territoriali in maggiore crescita sono quelle che offrono un ventaglio di prodotti ampio e non monotematico: si tratta di Varese in primis, ma anche Bergamo e Como, che combinano laghi, montagna (non estrema), natura, vocazione congressuale, arte e cultura. 2) Le tipologie di strutture in maggiore crescita sono quelle che consentono al turista maggiore libertà di organizzazione di tempi e attività: cresce il peso degli esercizi complementari, soprattutto B&B e alloggi REC, diminuisce quello alberghiero. 3) Quest’ultimo tuttavia si orienta intensamente verso le fasce medio alte (3 e 4 stelle). 4) Si profila un’utenza segmentata: da un lato desiderio di flessibilità, dall’altro desiderio di qualità, unito ad una medio-alta propensione alla spesa. 5) Cresce il peso della presenza straniera rispetto a quella nazionale (anch’essa in crescita in termini assoluti). La definizione di un’incisiva strategia di marketing territoriale e turistico per la nostra regione non può non basarsi sulle queste nuove istanze provenienti dalla domanda e sul soddisfacimento di preferenze e attitudini che vanno mutando. Si è già detto della necessità di integrare a livello locale spezzoni di offerta diversificata e va qui sottolineata in aggiunta l’importanza di dare impulso a nuove offerte turistiche meglio imperniate su prodotti diversi da quelli tradizionali. Infine occorre tener presente che la maggiore competizione internazionale e la crescente sensibilità del turista verso parametri non solo di prezzo, ma di qualità complessiva dell’offerta turistica e del ventaglio di servizi prodotti, ha gradualmente dilatato l’elasticità della domanda turistica rispetto al prezzo e rispetto alla qualità. Per questo motivo, oltre a diversificare, integrare e innovare al fine di proporre un’offerta “dedicata”, tipica e del tutto diversa da quella dei competitor, occorre anche lavorare per incrementare il profilo qualitativo dell’offerta stessa. Ciò assume particolare rilevanza nelle località turistiche riconducibili ai prodotti più tradizionali che, pur avendo subito una diminuzione del loro peso relativo, sono ancora quelle a cui si associano i più elevati livelli di spesa procapite per soggiorno e in un certo senso il turismo di qualità più elevata come emerge dalla tabella 17. 24 Tabella 17 SPESA MEDIA DEI VACANZIERI IN LOMBARDIA Prodotto Provincia BG città 1148 584.5 BS montagna 398 599.5 CO lago 470 475.5 CR natura 357 417 LC Totale 520 487.5 LO 477 MI 471 MN 419 PV 714.5 SO 516 VA 484 Totale 520 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008 e”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana” 4. Le Strutture ricettive in Lombardia e l’intensità del loro utilizzo Per quanto caratterizzata da processi di evoluzione ben più inerziali rispetto alla domanda e aventi natura strutturale piuttosto che ciclica, l’offerta turistica, essenzialmente per quanto riguarda dotazione e caratteristiche delle strutture ricettive, svolge indubbiamente un ruolo fondamentale nel definire le potenzialità di un sistema turistico. La sua configurazione (quindi la distribuzione delle strutture sul territorio, il loro livello qualitativo, la numerosità, la dimensione, l’offerta di servizi accessori) è in grado di produrre effetti di attivazione o disattivazione significativi nei confronti della domanda, distorcendo le scelte di consumo dei turisti e influenzando anche immagine e prestigio di una località. Inoltre le strutture ricettive sono espressione della capacità imprenditoriale del settore turistico e rappresentano uno dei luoghi fisiologicamente deputati a costruire e diffondere una cultura del turismo, nonché il teatro delle principali innovazioni nel campo dei servizi turistici offerti. Infine le imprese turistiche sono le interlocutrici di riferimento dell’attore pubblico e le destinatarie privilegiate degli interventi di quest’ultimo a sostegno, sviluppo e accompagnamento del comparto turistico. In questa sezione, facendo riferimento a dati aggiornati al 2006, valuteremo le caratteristiche dell’offerta ricettiva in Lombardia, prendendo in esame i seguenti parametri di riferimento (tabella 18): 1) Numero totale delle strutture 2) Loro dimensione media: numero letti / numero esercizi 3) Tipologia-qualità (a): numero letti in alberghi / numero letti totali 4) Tipologia-qualità (b): numero letti in alberghi 4,5 stelle / numero letti totale alberghi) La distribuzione delle strutture ricettive rispetto ai territori e ai prodotti può fornire indicazioni importanti in merito alle diverse vocazioni turistiche delle realtà locali. Brescia risulta essere la provincia ampiamente più dotata in termini di numero totale di esercizi ricettivi (1108), seguita da Milano (591). Il rapporto di numerosità è circa 2 a 1, ma si riequilibra sostanzialmente scendendo quasi a 1 a 1 se si considerano le sole strutture alberghiere (651 a Brescia vs 550 a Milano). Anche dal punto di vista del numero dei posti letto complessivi Brescia precede Milano (85.000 circa vs 58.000 circa). Sondrio e Como appaiono anch’esse ben dotate in termini di numero di letti 25 totali, seguite da Bergamo e Varese. Milano, Brescia e Sondrio nell’ordine sono ai vertici per i posti letto specifici di tipo alberghiero. Rispetto ai prodotti, sono le località di lago le più dotate sia come numero di esercizi ricettivi, sia come numero di letti, seguite dalle località di città. L’ordine tuttavia si inverte guardando alle sole strutture di tipo alberghiero che prevalgono nelle città e sono preferite per soggiorni di tipo business. Si conferma l’estesa dotazione della montagna che, considerata la stagionalità del turismo montano e la fase di transizione e riqualificazione che esso attraversa8, rischia di risultare temporaneamente sovradimensionata in alcuni periodi dell’anno. Passando ad analizzare la dimensione media delle strutture si osserva che a Milano esse sono caratterizzate da circa 100 letti per esercizio contro i venti di Mantova, fanalino di coda. Anche Brescia e Como si posizionano al di sopra della media regionale, mentre tutte le altre province stanno al di sotto. Rispetto a questa “geografia”, l’incidenza di strutture a ricettività estensiva, come sono i campeggi posizionati lungo le sponde dei laghi, è determinante: infatti se ci si limita alle sole strutture alberghiere il “quasi” primato di Brescia e Como viene ridimensionato e dietro a Milano la seconda provincia in graduatoria per taglia media delle strutture ricettive risulta Varese, grazie anche all’aver spostato progressivamente il baricentro della propria offerta turistica da un target centrato sul tempo libero a un’utenza business-congressuale. Rispetto alle sole strutture alberghiere anche Cremona, Mantova e Pavia recuperano posizioni. L’analisi per prodotto fornisce evidenze coerenti con questo quadro: l’effetto campeggi fa sì che le località riconducibili al prodotto lago esibiscano le strutture ricettive più grandi (per numero di posti letto) nel complesso, ma sostanzialmente le più piccole a livello alberghiero. E’ al contrario la città a offrire le strutture alberghiere di più grandi dimensioni Tabella 18 DOTAZIONE STRUTTURE RICETTIVE Numero strutture ricettive Dimensione media Numero Numero numero letti di Numero camere Numero altre Numero eserc letti altre Numero di eserc camere Numero numero strutture Totale alberghi strutture Totale alberghie altre totale alberghi ricettive esercizi eri ricettive letti ri strutture camere città 681 176 857 59275 5396 64671 32300 3406 35706 montagna 572 362 934 26250 23827 50077 13308 4807 18115 terme 80 12 92 3923 187 4110 2305 70 2375 lago 626 452 1078 28192 71045 99237 15086 20807 35893 natura 142 105 247 5825 2119 7944 3130 904 4034 altro 355 231 586 18633 4876 23509 10047 2482 12529 Totale 2456 1338 3794 142098 107450 249548 76176 32476 108652 BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA Totale 175 651 211 35 75 19 550 97 115 376 152 2456 83 457 117 31 63 3 41 127 31 286 99 1338 258 1108 328 66 138 22 591 224 146 662 251 3794 8280 29735 9715 1810 2561 1061 55262 3156 4222 18593 7703 142098 7644 55050 15566 630 6550 46 3159 1316 1176 9200 7113 107450 15924 84785 25281 2440 9111 1107 58421 4472 5398 27793 14816 249548 4470 16640 5070 951 1350 552 29859 1718 2411 9190 3965 76176 426 16624 4819 267 2090 30 2692 637 421 1835 2635 32476 4896 33264 9889 1218 3440 582 32551 2355 2832 11025 6600 108652 Numero letti alb. / numero alberghi 87.0 45.9 49.0 45.0 41.0 52.5 57.9 Numero letti / Numero strutture 75.5 53.6 44.7 92.1 32.2 40.1 65.8 47.3 45.7 46.0 51.7 34.1 55.8 100.5 32.5 36.7 49.4 50.7 57.9 61.7 76.5 77.1 37.0 66.0 50.3 98.9 20.0 37.0 42.0 59.0 65.8 Tipologia e qualità Numero letti in alb 4e5 Numero stelle / letti alb. / numero numero letti tot alb. letti tot 0.9 0.5 0.5 0.1 1.0 0.1 0.3 0.3 0.7 0.4 0.8 0.4 0.6 0.4 0.5 0.4 0.4 0.7 0.3 1.0 0.9 0.7 0.8 0.7 0.5 0.6 0.3 0.4 0.4 0.5 0.2 0.3 0.5 0.1 0.2 0.1 0.4 0.4 Anno di riferimento 2006 Fonte: nostra rielaborazione dati Regione Lombardia 8 Pur con la recente ripresa di cui si è parlato nella sezione II 26 Incrociando province e prodotti è interessante fare alcune osservazioni che indirettamente arricchiscono il quadro delle vocazioni attribuite ai diversi territori nella sezione 2 di questo rapporto. In linea generale è legittimo supporre che le province a pluri-vocazione abbiano strutture le cui caratteristiche (in primo luogo quelle dimensionali) non sono riconducibili a quelle di un solo specifico prodotto. Ad esempio, i territori che offrono il prodotto lago in combinazione con altri prodotti dovrebbero essere identificabili in quanto sede di strutture ricettive la cui dimensione risulta in media inferiore a quella che caratterizza le località a vocazione esclusivamente lacuale. Effettivamente il gap tra il dato di dimensione media relativo alla provincia di Varese (provincia dalle molte offerte) e il dato del prodotto lago è molto ampio mentre i numeri di specifici di Brescia sono ben più sovrapponibili a quelli di tale prodotto. Emerge anche la peculiarità di Milano che si presenta come realtà a sé stante rispetto alle caratteristiche strutturali del prodotto città con una dimensione media delle proprie strutture ben superiore alla media di prodotto. Mantova, Pavia, Cremona sono invece fortemente allineate con le caratteristiche del prodotto natura. Per quanto riguarda tipologia e qualità delle strutture ricettive non emergono particolari sorprese: la ricettività di tipo alberghiero prevale nelle località a vocazione cittadina (Lodi, Milano e Pavia in primis), mentre cresce il peso di strutture non alberghiere laddove i fattori ambientali e naturali connotano spiccatamente l’offerta (Brescia, Como, Varese, Sondrio). La distribuzione per fasce qualitative delle strutture alberghiere è di tipo premium (rilevanza di 4 e 5 stelle superiore alla media regionale) a Milano, Cremona e Varese, mentre situazione opposta si ha a Sondrio, Mantova e Lecco. Una panoramica complessiva consente alcune tipizzazioni: Per prodotti: • Città: alta incidenza di strutture alberghiere, elevata dimensione media, fascia qualitativa medio-alta. • Natura: non è il prodotto con maggiore vocazione extra-alberghiera (B&B, agriturismi) come si potrebbe pensare; al contrario vi è elevata incidenza di alberghi, seppur di dimensione medio piccola e fascia di qualità intermedia. • Lago: bassa incidenza per gli alberghi, elevata per i campeggi. Dimensione media complessiva elevata, ma dimensione media alberghiera molto piccola. • Montagna e terme molto simili per dimensioni medie, ma assai diverse per composizione: le terme sono caratterizzate da ricettività esclusivamente di tipo alberghiero, la montagna solo per un 50%. In generale la fascia qualitativa è media nelle località termali, e medio-bassa (ma in crescita) in montagna Per territori: • Milano e Lodi: grandi strutture ricettive quasi esclusivamente alberghiere • Province del sud della regione molto sbilanciate sull’alberghiero con dimensione medio-piccola • Bergamo, Brescia, Como e Lecco che combinano in proporzioni diverse lago e montagna hanno minore incidenza alberghiera, alta dimensione totale, ma mediobassa dimensione degli alberghi • Varese peculiare: ben bilanciata tra alberghiero e extra-alberghiero. Seconda dopo Milano per dimensione alberghi. 27 In sintesi l’incrocio di dati di prodotto e dati di territorio consente di identificare tre tipologie di offerta molto connotate. a) La città, intesa come meta di turismo per lo più d’affari e caratterizzata da elevata offerta alberghiera di significative dimensioni e di più elevata qualità. Milano e, in minor misura, Lodi sintetizzano questa tipologia. b) La combinazione Montagna + lago con significativa vocazione extra-alberghiera, strutture alberghiere medio-piccole e di qualità più elevata nelle aree di lago e strutture extra-alberghiere molto grandi. Bergamo, Brescia, Como e Lecco sono esempi di tale tipologia. c) Pianura e Collina, o prodotto natura, con offerta essenzialmente alberghiera, di piccole dimensioni e livello di qualità intermedio: Cremona, Mantova, Pavia esemplificano tale offerta.. Seppur per motivi contrapposti, Sondrio e Varese risultano difficilmente ascrivibili a una o l’altra di queste tipologie di offerta codificate. La prima ha vocazione turistica mono-specializzata (montagna) per lo più alberghiera di dimensioni e fascia qualitativa intermedie. Varese sta agli antipodi, con offerta turistica molto diversificata (lago, montagna, natura, congressuale), elevata incidenza di alberghi e tra questi numerose strutture di fascia qualitativa elevata. 5. La domanda turistica: caratteristiche del turista e opportunita’ di scenario L’identikit del turista che “acquista” il prodotto Lombardia evidenzia alcune connotazioni che suggeriscono la presenza di un’utenza di qualità relativamente elevata, sia in termini di propensione alla spesa, sia come capacità di fruire in modo ragionato e selettivo di una offerta turistica ricca. Inoltre si ripropone una certa segmentazione dell’utenza per periodi, territori e prodotti. Questi tratti distintivi emergono già nei dati di natura più generale (Tabella 19 per quanto riguarda il turismo di provenienza italiana): • • • la distribuzione per età dei turisti è di tipo bimodale (segmentazione): l’età media è piuttosto bassa con prevalenza di giovani adulti (circa il 40% ha tra 25 e 44 anni), soprattutto tra gli stranieri e nelle località di campagna, ma un peso non trascurabile è rappresentato da anziani oltre i 65 anni i quali, in termini percentuali superano abbondantemente sia gli adulti tra i 45 e i 54 anni, sia la categoria 55-64. Gli over 65 raggiungono la massima concentrazione nel secondo semestre e soprattutto nei mesi di particolare vivacità del turismo lacuale e termale, mentre d’inverno sono per lo più fruitori di montagna. La prima “classe anagrafica” è caratterizzata tipicamente da comportamenti flessibili e alta propensione alla mobilità e alla fruizione di servizi e prodotti diversificati; tratto distintivo della categoria over 65 è invece tipicamente un elevato livello di fidelizzazione nei confronti delle località prescelte. più del 70% dei turisti sia italiani, sia stranieri possiede almeno un titolo di scuola media superiore; molto elevata, seppur caratterizzata da spiccata stagionalità, anche la percentuale di laureati: nel periodo invernale essa supera il 40% dovunque, tranne che in montagna, per scendere a un 30% nel periodo estivo con valori massimi nelle località di lago. anche il ventaglio delle professioni svolte dal turista “medio” evoca una sensazione di qualità della domanda-utenza turistica: Più del 45% dei turisti (e senza particolari differenze in corso d’anno) svolge professioni che richiedono livelli di qualifica medi o medio-alti: in primo luogo impiegati/insegnanti, ma anche, in numero non trascurabile, consulenti e liberi professionisti, dirigenti e imprenditori. Concentrazioni maggiori di tali utenze si registrano nelle località di campagna e di lago a prescindere dalla 28 stagione. In ogni caso anche i pensionati (più del 20%) sono ben rappresentati, coerentemente con l’incidenza non marginale dei turisti over 65enni. Tabella 19.a L'età dei vacanzieri italiani I semestre 2007 16.0 23.2 20.1 13.0 13.8 14.0 100.0 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45 -54 anni 55-64 anni 65 ed oltre Lombardia II semestre 2007 10.4 14.3 22.9 16.2 14.8 21.4 100.0 Tabella 19.b Il titolo di studio dei vacanzieri italiani Nessun titolo/elementare Media inferiore Media superiore Laurea breve o superiore Lombardia I semestre 2007 1.0 13.6 44.5 41.0 100.0 II semestre 2007 5.8 16.3 46.5 31.4 100.0 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008, ”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana”, luglio 2007 e “La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo, dicembre 2007”. L’analisi delle attività svolte dai turisti in Lombardia (Tabella 20) è fortemente connotata in senso stagionale, e talora con ciclicità che si discostano dalle aspettative. Infatti nel periodo invernale e autunnale l’attività preferita consiste nel visitare le bellezze naturalistiche del luogo, mentre in estate le preferenze vanno alla visita di monumenti e siti di interesse archeologico. Mostre e musei, shopping e degustazioni eno-gastronomiche, fiere, manifestazioni espositive e spettacoli sono invece attrattori “trasversali”, attivi lungo l’intero anno. 29 Tabella 19.c La condizione professionale dei vacanzieri italiani I semestre 2007 II semestre 2007 0.6 4.8 1.3 0.2 6.7 2.7 4.8 1.8 30.4 2.8 0.2 33.8 Lavoratore autonomo / Artigiano / Collaboratore occasionale 2.8 2.6 Libero professionista, Consulente Operaio , Agricoltore Pensionato Studente 9.3 3.4 21.8 15.9 6.6 9.3 22.4 9.1 0.7 2.3 100.0 2.6 1.1 100.0 Agente di commercio/Rappresentante / Informatore scientifico Casalinga Commerciante / Eserciente Dirigente, Caposervizio, Quadro Disoccupato / Non occupato Impiegato / Insegnante Titolare di azienda/Imprenditore Altro Lombardia Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008, ”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana”, luglio 2007 e “La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo, dicembre 2007”. Tabella 20 Le attività svolte durante la vacanza principale in Lombardia % sul totale vacanzieri; possibili più risposte I semestre II semestre estate autunno 10.3 5.6 14.2 4.9 2.5 6.5 7.8 2.2 25.4 9.3 Ho acquistato prodotti tipici dell'artigianato locale Ho assistito a spettacoli musicali Ho assistito a spettacoli sportivi Ho assistito a spettacoli teatrali e cinematografici Ho degustato i prodotti eno-gastronomici locali 7.9 4.9 5.2 3.1 21.1 Ho fatto shopping Ho partecipato ad eventi folkloristici e della cultura locale 21.6 4.0 22.3 17.2 22.2 3.1 Ho praticato attività sportiva Ho visitato fiere e manifestazioni espositive Ho visitato le bellezze naturalistiche del luogo Ho visitato monumenti e siti d'interesse archeologico Ho visitato mostre e musei 9.3 4.7 50.6 19.5 16.4 10.1 9.1 62.7 0.0 14.6 7.3 5.3 17.9 47.9 13.8 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008, ”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana”, luglio 2007 e “La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo, dicembre 2007”. Shopping, visite ai monumenti ed escursioni sono attività relativamente più apprezzate dal turista straniero, mentre gli italiani optano con maggiore frequenza per spettacoli musicali e teatrali, attività sportive, prodotti tipici sia di tipo artigianale, sia di tipo enogastronomico e sono anche più orientati all’attività fieristica e/o congressuale. 30 Si noti anche che tra i luoghi visitati durante la vacanza i centri storici sono in cima alla lista degli italiani, seguiti da parchi naturali e castelli, mentre cattedrali e luoghi dello spirito, nonché musei e pinacoteche sono in termini relativi mete preferite dai turisti stranieri. Anche il ventaglio delle voci di spesa riflette una certa varietà di gusti e preferenze: tra le voci principali vi sono quelle legate allo shopping, soprattutto per gli stranieri e soprattutto nel campo della gioielleria, quelle connesse con la ristorazione, le lezioni sportive, le cure termali, cinema e discoteche, musei e trasporti. Questi comportamenti evidenziano un tratto sempre più tipico dell’utenza turistica in Lombardia e che è già stato ampiamente sottolineato nelle pagine precedenti. Si tratta di turisti i cui desiderata si orientano sempre meno alla vacanza tradizionale monotematica e fortemente condizionata dalla stagione, dalle condizioni climatiche e dal prodotto offerto in prevalenza dalla destinazione del soggiorno. Diversamente, siamo di fronte a un turista che nella sua vacanza intende consumare un paniere articolato e complesso di prodotti, secondo uno schema che combina in modo ottimale natura, cultura, spettacolo, sport, mondanità, acquisti e molto altro. Uno scenario siffatto rappresenta senza dubbio un’opportunità per il sistema turistico lombardo, anche per proporre nuovi percorsi turistici che valorizzino, mettendoli a sistema, pezzi di patrimonio importante tuttora non intensivamente offerti, permettendo così di cogliere una domanda che oggi è solo in parte espressa e ancor abbondantemente potenziale. La finalità ultima dovrebbe essere quella di affiancare all’offerta più tradizionale, integrandola, proposte diverse ma collegate; alcuni prodotti o sotto prodotti, in parte “nuovi” o sotto-sfruttati si candidano a soddisfare le esigenze multiformi di questa utenza turistica e inseguire tale finalità: • Nuovi percorsi artistico-religiosi-architettonici (Esempio: il sistema delle ville ottocentesche in stile lombardo; abbazie, eremi e chiostri di Lombardia) • Lo shopping di natura commerciale, ma anche artistico-artigianale (ceramiche, vasi eccetera) • I parchi di Lombardia • Il “turismo sanitario” (valorizzazione dei centri sanitari di eccellenza sul territorio) Incentivi a muoversi in queste direzioni vengono anche dal panel delle motivazioni che i turisti dichiarano essere all’origine della loro vacanza in Lombardia (Tabella 21). Da un lato compaiono motivazioni più tradizionali: per gli italiani l’ospitalità di parenti o amici, la comodità, la ricerca del divertimento, i motivi di lavoro la disponibilità di una seconda casa; per gli stranieri la ricchezza del patrimonio artistico, lo shopping e la novità di vedere luoghi mai visitati prima, ma anche il gusto per l’avventura. Bellezze naturali e possibilità di riposarsi sono invece attrattori efficaci per tutti. Accanto a queste motivazioni prevalenti va tuttavia osservato che: • Una percentuale di turisti italiani che oscilla tra il il 4% e il 7% a seconda della stagione (ossia 250.000 turisti italiani circa!) è mossa da obiettivi di turismo commerciale. • Nei mesi invernali circa 120.000 turisti italiani già attualmente dichiarano di essere spinti in Lombardia da motivazioni di tipo religioso e con obiettivi di pellegrinaggio. • Circa 150.000 turisti italiani sono invece mossi da motivazioni di tipo enogastronomico e altrettanti sono attratti dal patrimonio artistico-monumentale. Questi numeri potrebbero verosimilmente raddoppiare se tenessimo conto della domanda straniera, la cui propensione a consumare prodotti turistici di tipo commerciale (22.6%), religioso (2.8%), gastronomico (9.5%) è certo non inferiore a quella italiana e ben esemplificano le potenzialità di crescita che questi segmenti della domanda possono garantire alle località che si mostrino capaci di soddisfarle. 31 Tabella 21 Motivazione della vacanza principale in Lombardia I semestre 2007 % sul totale vacanzieri; possibili più risposte Abbiamo la casa in quella località E' il posto ideale per praticare un particolare sport E' il posto ideale per riposarsi E' un posto adatto per i bambini piccoli E' una decisione altrui E' una destinazione esclusiva Ho i parenti/amici che mi ospitano Per assistere ad eventi culturali Per assistere ad eventi sportivi Per conoscere usi e costumi della popolazione locale Per fare shopping Per i divertimenti che offre Per i prezzi convenienti Per il desiderio di vedere un posto mai visto Per il gusto dell'avventura Per interessi gastronomici Per la ricchezza del patrimonio artistico/monumentale Per la vicinanza Per le bellezze naturali del luogo Per motivi di studio Per motivi religiosi/pellegrinaggio Per parteciapare ad eventi folkloristici e della cultura locale Per rivedere amici/parenti Per svolgere cure/trattamenti di benessere Perché siamo clienti abituali di una struttura ricettiva 9.6 3.0 10.9 2.0 4.8 2.0 35.8 8.1 2.2 1.6 4.1 4.8 3.3 7.8 2.6 2.5 3.5 4.3 13.0 1.7 2.7 1.2 12.9 2.0 3.6 II semestre 2007 Estate Autunno 19.3 9.6 4.2 1.0 20.3 6.6 6.6 0.4 1.4 4.4 0.8 1.0 26.7 40.2 3.2 8.9 0.9 1.9 0.9 1.3 7.3 4.2 6.6 3.8 7.6 2.9 3.7 4.0 3.0 1.7 3.4 0.0 3.7 3.8 9.9 3.7 12.9 10.0 1.2 1.9 0.3 1.1 0.8 0.6 9.6 16.7 5.0 3.6 4.2 2.5 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008, ”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana”, luglio 2007 e “La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo, dicembre 2007”. Tabella 22 Canali di influenza della vacanza principale in Lombardia % sul totale vacanzieri; possibili più risposte Articoli e redazionali su periodici e quotidiani Attrazioni ed eventi culturali Attrazioni ed eventi musicali Attrazioni ed eventi sportivi Cataloghi e depliant di agenzie di viaggio C'ero già stato/Esperienze personali Consigli dell'agenzia di viaggio Consigli di enti/uffici turistici presso i quali mi sono recato Consigli e racconti di parenti e amici Eventi religiosi Film e documentari Guide turistiche Informazioni su internet Libri e testi non turistici Mostre, covegni e fiere Non ho scelto io, decisione altrui Offerte su internet Pubblicità Richiesta da parte dei figli fino a 14 anni I semestre 2007 2.7 4.3 2.3 4.7 1.3 52.0 0.4 1.4 13.6 3.6 0.2 1.5 5.0 0.8 1.5 7.9 2.8 0.4 3.6 II semestre 2007 Estate Autunno 0.7 1.1 2.8 4.0 0.8 2.0 2.0 0.7 0.2 1.1 41.2 45.7 0.0 1.7 1.1 0.7 16.5 27.0 1.1 2.5 1.0 0.2 2.4 1.8 3.3 2.5 1.6 0.0 1.7 2.6 6.4 8.6 2.9 1.1 3.2 1.9 2.9 1.3 Anno di riferimento 2007 Fonte: Isnart, Osservatorio turistico della Regione Lombardia, Report Congiuntura, luglio 2007 e gennaio 2008, ”Dimensioni e comportamenti della domanda turistica italiana”, luglio 2007 e “La soddisfazione del cliente e le ricadute economiche del turismo, dicembre 2007”. Un’ultima conferma viene dall’esame dei cosiddetti “canali di informazione” che ispirano la scelta a favore delle mete turistiche lombarde (Tabella 22): non solo la voce di parenti e amici o le esperienze pregresse, ma eventi religiosi (per il 2.5% di turisti in autunno, il 3.6% di inverno), gli eventi musicali e culturali (più del 6% di turisti in inverno), o eventi sportivi (per il 2.0% in estate e più del 4.5% in inverno). 32 Un’offerta che valorizzi prodotti solo apparentemente di nicchia ha quindi anche la capacità di indurre un effetto volano non trascurabile sulla domanda turistica complessiva. 5.1 Il ruolo della promozione In base alle indagini Isnart (“Il turismo organizzato europeo e statunitense”, luglio 2007) la Lombardia risulta la quarta regione italiana più venduta dai tour operator europei. Essa si colloca subito dopo la Toscana (22,3%), il Lazio (13,5%) e il Veneto (12,9%) che hanno grande visibilità internazionale grazie all’effetto traino dei loro capoluoghi ad alta rilevanza artistica. Le destinazioni lombarde assommano comunque l’8,5% del totale venduto di turismo in Italia Coerentemente con la diversificazione dell’offerta turistica regionale anche l’attività promozionale dei Tour Operator (d’ora in poi T.O.) spazia in svariate direzioni. I laghi lombardi sono il prodotto più gettonato in sede di promozione, rappresentando il 63% del venduto di prodotto a livello nazionale. Rilevante è anche il turismo sportivo (17,5% del venduto), mentre meno presenti sui cataloghi dei Tour Operator europei sono le città d’arte (4,8%), la montagna (5,4%) e l’agriturismo (2,4%). Mediamente il 62% dei T.O. ha venduto proposte sulle destinazioni lombarde con picchi in Russia (94,4%), Austria (92,9%) e Spagna (75%). E’ importante notare che nei paesi che rappresentano i principali mercati di sbocco per il turismo lombardo (per arrivi come per presenze) l’iniziativa dei T.O. europei è relativamente meno incisiva: Rispetto ai due principali paesi fruitori presenti in regione, sia per arrivi sia presenze, ossia Germania e Regno Unito, solo poco più della metà degli operatori che vendono l’Italia vende anche la Lombardia (rispettivamente il 55,6% e 54,3%). Ciò rappresenta da un lato una conferma del prestigio internazionale delle località turistiche lombarde che esprimono forte attrattività anche qualora non adeguatamente sostenute da attività promozionali, ma dall’altro lascia intendere che un intensificarsi di queste ultime creerebbe l’opportunità di catturare nuovi segmenti di domanda internazionale e di sfruttare ampi margini di crescita tuttora disponibili in alcuni mercati preferenziali. Le province lombarde più presenti sui cataloghi dei T.O. europei (Tabella 23) sono Milano (per il 72,4% dei T.O. che hanno venduto la Lombardia), Como (53,3%), Brescia (25,1%) e Bergamo (24,6%). Mantova (12,1%), Lecco (10,6%), Cremona (7,5%), Pavia (6%), Varese (6%), Sondrio (5,5%) e Lodi (3%) sono presenti nelle proposte, ma in maniera molto meno diffusa. Dall’analisi dei prodotti turistici più venduti nel 2007 dai T.O. europei si evidenzia come: • le città d’arte sono state commercializzate dal 65,3% degli operatori. Tutti i mercati europei hanno venduto le città lombarde, in particolare la Spagna (88,9% dei T.O.), la Russia (88,2%), la Repubblica Ceca e la Norvegia (entrambe 80%); • le destinazioni lacuali sono state vendute dal 48,2% dei T.O. europei, in modo particolare dal 76,5% dei T.O. russi, dal 75% degli operatori belgi e da 71,4% di quelli svizzeri; • il terzo prodotto turistico più presente sui cataloghi dei T.O. europei è il business. Il turismo d’affari è stato commercializzato soprattutto dalla Russia (70,6%), da Finlandia e Svezia (45,5%) e dalla Polonia (42,9%). Peraltro è doveroso notare che per questo prodotto l’attività di promozione da parte dei T.O. riveste importanza relativamente minore e orientata a mercati che potremmo definire emergenti sul piano del turismo d’affari; inoltre la promozione è per lo più circoscritta agli eventi congressuali, mentre manifestazioni e fiere vivono di luce propria e vengono promosse e pubblicizzate tramite canali diversi (tra cui l’autopromozione). 33 Tra le altre offerte commercializzate i tour (9,5%), lo sport (7,5%) e la montagna (6%). Residuale la vendita dell’enogastronomia (2,5%), dei meeting (2%) e dell’agriturismo (1,5%). In particolare, relativamente ai mercati tedesco e britannico, si rileva una concentrazione delle proposte vendute sui prodotti città e laghi, legate alle offerte più tradizionali, mentre solo piccole quote di operatori commercializzano prodotti di nicchia come lo sport. Non vi sono dubbi che sia di particolare interesse fornire una valutazione dell’impatto che la promozione da parte dei T.O. internazionali può avere sul venduto del prodotto lombardo. Un tentativo di ricavare una prima indicazione, seppur stilizzata, consiste in un’analisi di correlazione tra la distribuzione percentuale per province degli arrivi e delle presenze di origine straniera e le quote percentuali di Operatori Turistici che hanno venduto quelle province. La correlazione (ultime due righe della Tabella 23) appare positiva e decisamente elevata, ribadendo che, pur in un’epoca che offre diverse possibilità di acquisire informazioni sulle località turistiche, l’esistenza di un’intensa attività di marketing diretto e tradizionale svolto da operatori specializzati si accompagna ancora a una brillante performance sui mercati. Tabella 23 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Mantova Pavia Sondrio Varese correlazione (1)-(2) correlazione (1)-(3) Quota % di T.O. che hanno venduto le Distribuzione Distribuzione province della % arrivi % presenze Lombardia* stranieri stranieri 24.6 5.5 3.9 25.1 17.1 31.2 53.3 10.7 11.3 7.5 1.0 0.8 10.6 1.3 1.2 3.0 0.8 0.4 72.4 50.9 38.2 12.1 0.9 0.9 6.0 1.1 1.0 5.5 3.2 5.7 6.0 7.5 5.5 0.86 0.77 * % sul totale T.O. che hanno venduto la Lombardia Anno di riferimento 2006 Fonte: Isnart, “Il turismo organizzato europeo e statunitense”,luglio 2007” e nostre rielaborazioni. Anche questo aspetto è del tutto coerente con il filo rosso delle riflessioni che connotano questo rapporto per due motivazioni essenziali. In primo luogo è inevitabile che, stante una competizione sempre più agguerrita tra prodotti e località turistiche e acquisito il fatto che per “vincere” occorre proporre un’offerta fortemente idiosincratica e peculiare rispetto ai competitor, ne consegue che anche i canali di distribuzione e promozione debbono essere qualificati ed esperti. Nonostante l’efficacia delle nuove tecnologie, un sito web, per quanto ben strutturato, non puo’ trasmettere l’assoluta unicità di un pacchetto turistico, né validamente enfatizzarne gli aspetti di maggiore attrattività. In secondo luogo non va dimenticato che, proprio l’affermarsi progressivo di vacanze pluri-orientate, nelle quali il turista medio non si accontenta di riposo e relax, né di godere della sola offerta locale prevalente, ma intende dedicarsi a svariate attività 34 implica un aumento dei livelli di complessità nella fase di organizzazione del soggiorno che solo realtà professionali adeguatamente strutturate sono in grado di gestire. Un altra evidenza supporta la tesi a favore di un ruolo rilevante dell’attività di promozione a sostegno delle performance turistiche: nel 2007 risultavano costituiti in Lombardia 11 sistemi turistici riconosciuti in base alla legge regionale, con il coinvolgimento di tutte le province e pressoché di tutti gli ambiti di prodotto (città, montagna, lago, campagna, ambiti fluviali, eccetera). Fonti camerali e evidenze oggettive attribuiscono una particolare efficacia ed efficienza all’attività di promozione, condotta in varie forme e attraverso soggetti istituzionali diversi, da tre di questi sistemi: Il sistema turistico del Lago di Como, il sistema Varese Land of Tourism e il sistema della Provincia di Bergamo. Non sfuggirà al lettore attento che Varese, Bergamo e Como sono proprio le province che tra il 2006 e il 2007 esibiscono i più elevati tassi di crescita per quanto riguarda l’afflusso di turisti. 6. Conclusioni Non era nelle intenzioni di questo rapporto percorrere il tema del turismo in Lombardia lungo tutti gli infiniti e stimolanti rivoli che da tale tema possono essere generati; nessun intento analitico e nessuna pretesa di capillarità, né tantomeno di esaustività. Il lavoro condotto da Isnart con e per il sistema Camerale e il monitoraggio che la Regione Lombardia fa del fenomeno assolvono più che efficacemente a tale irrinunciabile esigenza. Semmai lungo queste pagine l’approccio ha voluto essere dichiaratamente sintetico e meglio finalizzato a mettere a fuoco sulla scorta di alcuni dati essenziali le tendenze di fondo e le trasformazioni strutturali che il fenomeno turismo in Lombardia sta attraversando. In sintesi, si è cercato di completare il fitto quadro descrittivo definito dai dati disponibili con qualche elemento di approfondimento e con alcune riflessioni di carattere interpretativo. Alla luce di quanto fatto emergere nelle pagine precedenti e senza la pretesa di costruire ricette in pillole o di inventare soluzioni miracolistiche, è peraltro operazione dotata di senso quella di ventilare per gli attori istituzionali che di turismo si occupano un ruolo di accompagnamento nei confronti di un sistema che ha raggiunto già una valida velocità di crociera. La legge regionale sui sistemi turistici ha rappresentato uno snodo essenziale e un passo importante nella giusta direzione imprimendo una forte accelerazione ai processi di integrazione locale di offerte turistiche diverse e multiformi. Uno dei principali pilastri interpretativi di questo rapporto sta proprio nella forte evidenza a sostegno di un percorso che permetta a ogni realtà locale lombarda, più o meno estesa, di definire un proprio, unico e non riproducibile mix di offerte che sia pluriorientato e non più mono-vocazionale. Solo abbinando flessibilità e customizzazione estrema del prodotto offerto si creano gli spazi per difendere e alimentare l’attrattività di un territorio, scommettendo sulla sua unicità: meno standardizzato è un prodotto e più elevate sono le sue chance di sopravvivere alle pressioni competitive. Acquisita questa come “strategia cornice” il ruolo di accompagnamento dell’attore pubblico si gioca essenzialmente su 4 terreni: - le politiche a sostegno dell’aggregazione delle attività d’impresa operanti nel campo turistico. L’aggregazione a livello micro è la molecola di base per implementare l’integrazione dell’offerta a livello macro. D’altro canto il “nanismo” delle imprese, specie se si tratta di strutture ricettive, può essere un ostacolo all’innovazione e all’incremento della efficienza nel terziario turistico, come nell’industria. - le politiche a sostegno della formazione che adeguino il sistema dell’offerta e gli operatori che vi operano alle continue trasformazioni della domanda - le politiche della promozione territoriale e turistica secondo logiche che, pur nella loro specificità, mutuino l’approccio generale dal marketing industriale: in 35 particolare occorre accentuare le fasi di individuazione delle istanze (anche inespresse) della domanda, definizione del mix ottimale di offerte, comunicazione coerente anche col ciclo di vita del prodotto turistico, inserimento nei grandi circuiti internazionali di vendita. - le politiche di infrastrutturazione e di sviluppo dei servizi al turista non solo per quanto riguarda l’ovvio terreno delle grandi infrastrutture (logistica, comunicazioni e trasporti, tutela dell’ambiente) ma anche e soprattutto ambiti più circoscritti ma sensibili: erogazione di informazioni, facilitazione di pratiche (assicurative, sanitarie eccetera), servizi di assistenza e cura per i bambini, prenotazione di eventi eccetera. Come per tutte le realtà “mature”, i margini di crescita della domanda orientata a prodotti tradizionali sono ovviamente limitati; crescere significa intercettare e catturare segmenti di domanda, per così dire, di nicchia e ciò richiede anche un po’ di coraggio e di capacità di innovare. L’esperienza dei bike hotel con cui diverse località turistiche marittime hanno abbattuto fenomeni di stagionalità, allungando considerevolmente il loro periodo di attrattività è solo una delle possibili scommesse ed è stata vinta. Molte altre rimangono tutte da giocare. 36 Nota Metodologica Questo rapporto è stato redatto incrociando i dati sui flussi turistici regionali e sulle strutture ricettive lombarde forniti da Regione Lombardia (d’ora in poi R.L.) con le evidenze che emergono dalle rilevazioni campionarie effettuate da Isnart a livello regionale9. I due sistemi di dati differiscono, oltre che per costruzione (i dati R.L. sono censuari, quelli Isnart campionari), sotto due aspetti principali: (a) la codifica adottata per i prodotti turistici e la conseguente classificazione dei comuni lombardi in base al prodotto turistico “offerto in prevalenza” e (b) il fatto che il monitoraggio a campione a cura di Isnart esclude un blocco decisamente numeroso di Comuni, che tuttavia rappresentano complessivamente solo l’8%-10% dei flussi turistici regionali. Per garantire omogeneità e consentire l’incrocio delle due banche dati, si è deciso di procedere alla loro omogeneizzazione, applicando le codifiche di prodotto di matrice Isnart alle informazioni di provenienza R.L. con una conseguente ri-classificazione di tutti i dati comunali di natura censuaria forniti da R.L. L’aggiornamento per entrambe le fonti è a dicembre 2007. In diversi casi, accanto all’analisi aggregata a livello regionale e a quella disaggregata per provincia o prodotto turistico, sono stati ricostruiti gli incroci tra province, prodotti_turistici, e tipologia di strutture ricettive che in genere non compaiono nelle indagini Isnart, dati gli ovvi limiti di campionamento. Una specificazione doverosa per il prodotto turistico codificato da Isnart come prodotto “altro”: scorrendo la lista dei comuni così etichettati (sono 187) si scoprono realtà molto diverse tra loro che per la maggior parte non sembrano godere di asset di particolare prestigio turistico. Si tratta in molti casi di comuni di pianura, spesso collocati nella cintura abitativa che circonda qualche capoluogo, caratterizzati da elevata densità abitativa e senza patrimoni ambientali o artistici di particolare interesse; sono per lo più “assimilabili” al prodotto città e in minor misura al prodotto campagna. Sussistono comunque alcune isolate eccezioni; si pensi a realtà di lago come Salò (BS) o di montagna come Aviatico (BG) o, ancora, realtà urbane di assoluto rilievo sia per contenuti artistici che per dotazione ricettiva come Monza. Per tale motivo si è scelto, ogniqualvolta non fosse strettamente necessario il contrario di ridurre al minimo gli sforzi interpretativi nei confronti del dati riferito a questo aggregato “residuale”. 9 Attingendo in modo opportuno a tutti e 4 i prodotti periodici realizzati da Isnart per Unioncamere. 37