Il Cittadino
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13 MARTEDÌ 7 FEBBRAIO 2012 il Cittadino Lodi UN TERZO DEI CRACK NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI, MA ARRANCANO ANCHE GLI ALIMENTARI: REALTÀ PIÙ COLPITE LODI E SAN GIULIANO Nel 2011 “funerale” per 89 imprese Fallimenti aumentati del 50 per cento rispetto alla crisi del 1993 n Il 2011 è stato l’anno nero dei fal limenti nel Lodigiano e nel Sud milano: sono state ben 89 le sen tenze pronunciate dal tribunale civile di Lodi in soli 12 mesi, e nel palazzo di giustizia si ricorda so lamente un altro periodo in cui i crack delle imprese sembravano susseguirsi senza soluzione di continuità: erano stati gli anni 19931994, anch’essi segnati dalla crisi economica, ma allora il regi stro delle imprese fallite si era fer mato al fascicolo numero 60. L’an no passato, quindi, ha fatto segna re un incremento del 50 per cento rispetto alla congiuntura di quasi vent’anni fa. E anche i dati delle prime settimane del 2012 non fan no ben sperare. Da un’analisi dei settori merceo logici delle imprese i cui titolari hanno dovuto portare i libri in tri bunale, emerge che un terzo ope ravano nei settori delle costruzio ni, dell’edilizia e della carpenteria metallica, ben 30. Al secondo posto, a sorpresa, gli alimentari, a quota 9 fallimenti, seguiti da metallurgia, metalmec canica, ed elettromeccanica, a quota 7 crack, da elettricisti, ven ditori di elettrodomestici e instal latori di impianti, con 5 fallimenti dichiarati, e poi ancora dalla logi stica, con 5 imprese chiuse (tre delle quali afferenti al medesimo gruppo) e dei trasporti, con 4 atti vità cessate, tra le quali storici spedizionieri nazionali e imprese individuali. Tre le aziende fallite nel settore dei servizi alle impre se, altrettante si occupavano di ar redamento e tendaggi, e hanno chiuso le serrande anche tre fra concessionari e noleggiatori di auto e moto. Due delle ditte fallite si occupavano, inoltre, prevalente mente di compravendite immobi liari, altre due gestivano super mercati, e poi ancora le sentenze che dichiarano la morte dell’im presa e aprono la strada alla con vocazione dei creditori per liqui dare il poco che rimane hanno ri guardato una riseria, un’azienda chimica, una verniciatura indu striale, una lavanderia, un produt tore di ceramica, un’azienda tessi le, un ristorante di Lodi e un cen tro di dimagrimento nel Basso Lo digiano. Hanno dovuto portare i libri in tribunale anche una società di in vestigazioni e “antitaccheggio” di San Giuliano Milanese e perfino una ditta intestata a una cinese. Riguardo alla localizzazione delle sedi, legali od operative, delle dit te fallite, al primo posto troviamo Lodi, con dieci sentenze di falli mento, al secondo, a quota nove, San Giuliano Milanese, terzo Me legnano, con otto, quarto Sant’An gelo, con sette, quinto Codogno a quota sei, sesti, ex aequo, Casalpu sterlengo e Cornegliano Lauden se, con cinque, settimo posto per Somaglia, a quota quattro crack. Ecco il resto della mappa: un falli mento a Bertonico e a Borghetto, due a Castiglione, uno a Castiraga Vidardo, Cavenago, Cerro al Lam bro, Dresano e Fombio, due a Graffignana, Guardamiglio, Loca te Triulzi e Lodi Vecchio, uno a Maleo, due a Marudo, uno a Mas salengo e Merlino, due a Mulazza no, uno a Salerano, due a San Co lombano, San Martino in Strada e Secugnago, uno a Senna Lodigia na, Valera Fratta e Zelo Buon Per sico. Carlo Catena Inchiesta sul depuratore, agricoltore pronto a costituirsi parte civile nei confronti di Sal È in forte aumento il numero dei fallimenti delle aziende al tribunale di Lodi n «Potremmo costituirci parte ci vile nel procedimento penale a ca rico dei vertici di Sal»: lo annun cia l’avvocato Francesco Borasi di Milano, che assiste Pietro Zanabo ni, l’agricoltore di Lodi che poco più di due anni fa aveva presentato alla procura della Repubblica l’esposto che ha poi portato il cor po forestale dello Stato a indagare sull’inquinamento della roggia Molina e quindi a far scattare il se questro preventivo del depuratore ex Astem, ora gestito da Sal, che tratta le fognature del capoluogo prima di riversarle nella roggia. Tra qualche giorno innanzi al giu dice Stefania Calò si terrà l’enne sima udienza della causa civile promossa da Zanaboni nel 2011 contro il Comune di Lodi e Astem Spa per chiedere un risarcimento degli asseriti danni ai terreni di proprietà dell’agricoltore causati dalla fuoriuscita di acqua inquina ta dalla roggia, oltre che per chie dere che il giudice intimi a Comu ne e Astem di bonificare fondo e ri ve della Molina e di asportare i ri fiuti speciali. Il giudice dovrà esprimersi in merito ai mezzi di prova: decidere, quindi, se siano sufficienti le argomentazioni fino ra prodotte dalle parti Zanaboni che sostiene di aver documentato danni milionari e palazzo Broletto e Astem che escludono qualsiasi responsabilità o se invece sarà finiva con l’agnello divora to dal lupo. La costituzione dell’agricoltore nel procedimen to penale è per ora solo un’ipo tesi: «Prima chiarisce l’avvo cato bisognerà vedere come si evolve il proce dimento». Su questo fronte le indagini van no avanti, ma Sal non sta a L’agricoltore Pietro Zanaboni intervistato dalla troupe Rai guardare: oggi, alla presenza necessario nominare un perito dell’avvocato Bruno Dell’Acqua di “neutrale”, incaricato dal giudice, Milano e dell’ingegner Claudio per poter raccogliere ulteriori ele Ferri, consulente tecnico incarica menti tecnici indispensabili per to dai vertici di Sal finiti sotto in esprimere un giudizio. chiesta, si terrà un vertice operati «Il coinvolgimento del Comune vo per pianificare la strategia di ricorda l’avvocato Borasi è basato fensiva, che partirà dalla richiesta su una sentenza della corte d’ap di dissequestro dell’impianto: «Le pello di Milano pronunciata sette presunte irregolarità che motiva anni fa. Questa vicenda mi sembra no il sequestro sono state superate ricordare la favola di Fedro del da interventi compiuti sul depura l’agnello e del lupo, con il lupo che tore dopo il blitz della Forestale di rimproverava alla pecora di intor oltre un anno fa ricorda il legale . bidire l’acqua del ruscello e l’ovi Ora decideremo se adire il riesa no che replicava domandando al me, se chiedere il dissequestro al lupo come mai potesse farlo, dato gip oppure se rivolgerci alla procu che l’agnello si abbeverava a val ra». le». La favola della Grecia classica Car. Cat. IL GIOVANE LUCA FONTANA HA LASCIATO UN LAVORO FISSO IN CITTÀ PER L’AFRICA L’EPISODIO DOPO ANTONVENETA: «NO» ALL’ARCHIVIAZIONE Impianti di biogas per il Rwanda, Conto titoli bloccato, tossicologo di Lodi in prima linea bancari sotto indagine n Impianti di biogas per dare un futu ro migliore ai rwandesi. Un progetto targato Movimento per la lotta alla fa me nel mondo, che sta per essere rea lizzato grazie all’ingegner Patrizia Facchinelli (Trentino) e al tossicologo di Lodi Luca Fontana. L’iniziativa sta per partire in via sperimentale in un orfanotrofio africano, ma ha già mes so le basi per allargarsi a una comuni tà intera con 200 famiglie e 12 scuole da 800 alunni ciascuna. A dare il la è stato lo stesso Fontana che a 25 anni ha deciso di mollare tutto, compreso un contratto di lavoro a tempo inde terminato firmato il mese prima, per andare a fare il volontario nel conti nente nero. «Mi sono laureato alla fa coltà di tossicologia di Lodi nel 2009 racconta il giovane e ho trovato lavo ro in un laboratorio privato, nel cen tro di Lodi. Durante l’estate, grazie a un contatto con una comboniana lai ca, sono partito per l’Uganda e ho fatto il volontario in un ospedale. Quando sono tornato ho partecipato al bando del Movimento per fare 11 mesi in Rwanda e sono di nuovo partito. Non potevo più accontentarmi del mio “la voretto” di 8 ore al giorno a Lodi. La mia è stata una scommessa. A novem bre avevo firmato il contratto di as Il giovane tossicologo Luca Fontana sunzione a tempo indeterminato e a dicembre mi sono licenziato». L’idea era di monitorare gli acquedotti co struiti dal Movimento e di portare le linee elettriche in un paese come Muhura completamente “al buio”. «Abbiamo valutato le acque, senza in dividuare problemi di inquinamento, e il 31 marzo dice abbiamo acceso la prima lampadina. Oggi mi dedico al nuovo progetto per realizzare impian ti di biogas. In Rwanda le famiglie vi vono in una stanza sola, con la cucina che funziona a legna, recando grandi disagi alla salute, soprattutto dei bam bini. Non hanno neanche i servizi igienici, al massimo scavano una pic cola fossa fuori casa, inquinando la falda. Per questo abbiamo pensato di applicare una tecnologia che il mini stero delle Infrastrutture rwandesi cerca da anni di adottare. Il progetto pilota sarà nell’orfanotrofio di Muhu ra, che ospita 150 bambini e 4 suore. Delle latrine alimentate dalle mucche saranno collegate a un digestore dal quale uscirà biogas per cucinare. Una volta resi inerti, i reflui saranno rila vorati per andare a fertilizzare i cam pi che attualmente sono ipersfruttati e non rendono più niente». Lo stesso progetto, ma applicato nei distretti di Gicumbi e Gazibo, che ospitano 200 famiglie e 12 scuole da 800 alunni, partecipa anche a un ban do europeo. Ogni famiglia riceverà 2 vacche gravide, che faranno vitelli da distribuire ad altre famiglie, e un dige store, in cambio di 5mila franchi al mese per 3 anni (la stessa cifra spesa mensilmente per la legna o il carbo ne). Una volta avviato, il progetto sarà in grado di sostenersi da solo. Chi vo lesse dare un contributo al Movimen to di via Cavour 73 può contattare lo 0371/420766. Cri. Ver. n I responsabili di un’agenzia del la Banca Popolare di Lodi sono in dagati, da anni, per l’ipotesi di ap propriazione indebita aggravata da violenza sulle cose. La vicenda ha origine nel 2006, quando, dopo il terremoto giudiziario seguito al la fallita scalata di BplBpi ad An tonveneta, i nuovi vertici dell’isti tuto di credito lodigiano decidono di intentare cause per il risarci mento dei danni contro i preceden ti amministratori e dirigenti della banca, supportati anche dal voto dei soci che, a maggioranza in un’assemblea straordinaria, vota no le azioni di responsabilità. Così scattano le richieste di sequestro conservativo, in sede civile, dei pa trimoni personali che, in caso di futuro riconoscimento da parte della giustizia civile di un danno causato alla banca, sono destinati a costituire la prima garanzia che il risarcimento venga effettiva mente liquidato. Una delle richie ste di sequestro colpisce anche l’ex direttore dell’area finanza Gian franco Boni, ma viene estesa an che a un deposito titoli che è inte stato al figlio M.. Il giudice, però, ha bisogno di tempo per fissare l’udienza e per decidere. Ed è in questo lasso di tempo che il figlio dell’ex dirigente si presenta nella sua agenzia di fiducia e chiede di smobilitare quel deposito titoli. Allo sportello però, si sostiene nel la querela presentata dal figlio del manager assieme ai suoi legali, l’operazione di incasso viene nega ta. E così la procura ipotizza l’ap propriazione indebita, perché, questa l’ipotesi investigativa, fino a quando il tribunale non dispone il sequestro, il patrimonio deve ri manere nella disponibilità del le gittimo intestatario. Diversi mesi fa, la procura però chiede l’archi viazione del procedimento, che tra l’altro non vede indagati i vertici dell’istituto ma solo figure operati ve all’interno dell’agenzia. L’ipotizzata aggravante della “vio lenza sulle cose” viene prefigurata nell’operazione di trattenere i tito li depositati nelle disponibilità della banca, impedendo l’esecuzio ne dell’operazione richiesta. Il gip Andrea Pirola, però, ha respinto la richiesta di archiviazione. Il pro cedimento penale resta quindi pendente. C. C. IL PC NON È ARRIVATO Truffa via Internet: vittima un trentenne lodigiano n Un palermitano di 23 anni, M.R., è finito sotto processo a Lodi con l’accusa di aver messo a segno una truffa via Internet ai danni di un trentenne di Lodi: a presentare querela nella primavera del 2009 era stato proprio il lodigiano, appassionato di informatica, che sul sito di annunci e compravendite Ebay stava cercando un computer a buon prezzo ed era stato allettato dalla proposta messa on line dal siciliano. Aveva pagato in anticipo con un accredito sul conto “Postepay” del giovane che proponeva il computer ed era quindi rimasto per settimane in attesa della consegna. «Quando mi sono reso conto che la spedizione tardava troppo ha ricordato il lodigiano ieri davanti al giudice Manuela Scudieri ho contattato il venditore al numero di telefono che mi aveva fornito, ma non ho avuto una risposta chiara. Nei giorni successivi, poi, quel numero di cellulare risultava staccato. E ho anche scoperto, sempre sul sito Ebay, che io ero stato indicato come acquirente non affidabile. Come se non avessi pagato: oltre al danno, la beffa». Il lodigiano ha chiesto invano di ottenere un risarcimento dal sito: «Purtroppo non ero esperto di queste cose ha ricordato il 30enne in udienza : ho scoperto, a mie spese, che il pagamento con il sistema Postepay non viene risarcito. Solo più tardi, grazie alla mia segnalazione, quel venditore è stato indicato come potenzialmente a rischio». Le indagini per risalire all’autore della presunta truffa sono state meticolose: la procura della Repubblica ha lavorato sull’intestatario del numero di telefono e della casella di posta elettronica forniti come contatto dal venditore del computer, e tutto ha portato al siciliano. Che ha anche nominato un difensore di fiducia. Ieri però in udienza l’imputato non c’era, anche se era atteso per l’interrogatorio, e il legale siciliano si è fatto sostituire da una collega di Lodi. Il pubblico ministero Raffaella Vercesi esporrà le sue conclusioni all’inizio di maggio, quando potrebbe arrivare anche il verdetto. Non si tratta dell’unico caso di lodigiani che provano a fare l’affare acquistando da privati via Internet e si ritrovano truffati: c’è stato anche il caso di un giovane di Mediglia che aveva venduto 5 pregiati accendini a un acquirente di Verona che, con una contestazione, gliene aveva poi restituiti solo 3, dopo aver però già incassato il rimborso. Una svolta ecologica per corso Roma con i lampioni a risparmio energetico n In arrivo lampioni a risparmio energetico in corso Roma. Il pro getto è stato elaborato dal Comu ne, che ha promosso un piano di riqualificazione di 367 impianti di sua proprietà, per un costo di 715mila euro, finanziato dalla Re g i o n e c o n u n c o n t r i bu t o d i 500mila euro in quanto iniziativa finalizzata alla riduzione dei con sumi energetici e dell’inquina mento atmosferico. I lampioni sa ranno alimentati a energia pro dotta da fonti rinnovabili (fotovol taico), con minori consumi annui pari a 166mila kilowattora e mino ri emissioni di CO2 in atmosfera per 115 tonnellate l’anno. L’appalto per la realizzazione di questo progetto è stato aggiudica to nel gennaio 2011 a Enel Sole, in associazione temporanea d’impre sa con Azeta. Il progetto (studiato dalla società Domec) prevede in terventi in 50 vie della città. Una di queste è corso Roma. Gli im pianti di questo progetto sono di due tipologie: su palo stradale e con proiettore sottogronda. Per quanto riguarda i primi, sono già stati effettuati i lavori di predispo sizione (scavi stradali per portare le linee elettriche, installazione dei pali) e si è in attesa della forni tura delle lampade e dell’allaccia mento ai contatori Edison. I pro iettori riguardano invece le vie del centro storico. In questo caso i tempi di attuazione hanno subito degli slittamenti, perché per in stallare gli impianti sottogronda è necessaria l’autorizzazione dei proprietari degli stabili. L’ufficio ecologia del Broletto sta mettendo a punto le intese e i lavori prose guono per fasi. Questo intervento è inserito in un programma più ampio per sistemare i lampioni. La rete dell’illuminazione pubbli ca di Lodi è composta da 5.000 im pianti, di cui circa 4.500 di pro prietà Enel Sole e 500 di proprietà comunale. La gestione della rete è in capo alla stessa Enel Sole, con un contratto di servizio che nel 2009 è stato rinnovato per 15 anni. Nel contratto è previsto che Enel Sole provveda entro il 2014 alla ri qualificazione di 2.000 dei 5.000 impianti esistenti in città: tra aprile 2009 e oggi, gli impianti rin novati sono stati 1.115. M. B.