Parlare in pubblico - ANA Milano

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Parlare in pubblico - ANA Milano
Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Milano
INCONTRI FORMATIVI SEZIONALI
Migliorare la qualità della gestione associativa
“PARLARE IN PUBBLICO”
Presentazione realizzata per i quadri sezionali
Lacchiarella, 17 giugno 2007
18/06/2007
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Introduzione
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Questo incontro è stato voluto per diffondere esperienze utili alla gestione
delle realtà associative
Vogliamo condividere conoscenze e suggerimenti pratici nell’ambito della
comunicazione
Parleremo di tecniche comunicative e per parlare in pubblico
Cosa dire (contenuti)
Come dire (tecniche espositive)
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La presentazione ha 48 diapositive e sarà resa disponibile sul sito della
Sezione di Milano www.milano.ana.it
Questo incontro:
E’ stato preparato dalla redazione di “Veci e Bocia”, periodico della Sezione ANA di
Milano, con la consulenza di Cesare Lavizzari (Consigliere nazionale dell’ANA)
prosegue i precedenti incontri sui temi della comunicazione: sulla preparazione dei testi e
sull’uso delle fotografie
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La comunicazione (1)
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Cosa è la comunicazione: far sapere qualcosa a qualcuno
Per sapere bisogna capire, quindi per far sapere bisogna far capire
Parlare non significa necessariamente comunicare, e vedremo
che comunicare non significa necessariamente parlare…
 Il messaggio deve arrivare a destinazione ed essere
correttamente interpretato (importanza del “feedback”)
 Esistono: la comunicazione e l’ambito in cui essa avviene
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Essere orientati al pubblico, e non al copione
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La comunicazione verbale è spesso legata al principio della
persuasione; si parla per persuadere qualcuno di qualcosa
I messaggi pubblicitari
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La comunicazione (2)
La capacità di comunicare e di persuadere possono essere
migliorate con una serie di tecniche e regole
 Postulato della comunicazione:
Î CONOSCERE LE ASPETTATIVE DELL’INTERLOCUTORE
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Dire cosa interessa agli altri e non cosa piace raccontare
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Conoscere chi avremo di fronte per:
Stimolarne i bisogni
Cercare di soddisfarli
– In Associazione fa piacere a molti sentire parlare di valori
Trasmettere sicurezza, entusiasmo ed ottimismo
 La comunicazione deve avere successo (altrimenti è inutile!)
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Il successo
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OGNI NOSTRA ATTIVITÀ DEVE SEMPRE MIRARE AL SUCCESSO
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Il successo è la soddisfazione di qualcuno per qualcosa
Ciò che diciamo deve essere ciò che la controparte si aspetta di udire
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La nostra soddisfazione è legata alla “qualità percepita”
Ciò che diciamo deve essere detto bene (con qualità)
Ciò che diciamo deve essere ben capito e recepito
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È importate conoscere le aspettative dei nostri interlocutori
Dare molta importanza al capire bene di cosa si deve parlare (definire
con cura il tema del discorso)
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Successo Î raggiungimento degli obiettivi prefissati
NON è l’applauso, ma riuscire a trasmettere BENE un messaggio.
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Quando si parla in pubblico (1)
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Si parla quando le persone si riuniscono
Contemporaneità dell’invio e della ricezione del messaggio
Le parti si vedono reciprocamente e ha grande importanza il messaggio
non verbale
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Si parla in eventi organizzati (raramente si deve improvvisare)
C’è tempo e modo per preparare gli interventi
Parlare in pubblico ha un importante aspetto formale e di serietà
Â È la situazione comunicativa di maggiore impegno (e tensione)
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Quando si parla in pubblico (2)
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Perché le persone si riuniscono e tipologia delle riunioni:
Costruire relazioni interpersonali – lavoro, affettive, amicizie, occasionali
Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO
Scambiare informazioni già note Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO
Interviste / colloqui
Î DUE LIVELLI E RUOLI DIVERSI
Insegnare / imparare: lezioni, convegni, presentazioni
Î DUE LIVELLI: UN DOCENTE / RELATORE E UN AUDITORIO
Generare nuove idee: la “tempesta di idee” (“brainstorming”)
Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO CON UN COORDINATORE - FACILITATORE
Definire situazioni critiche, preparare supporti decisionali: analisi, scelta di obiettivi,
soluzione problemi, decisioni – consigli
Î VARI LIVELLI, DIVERSI RUOLI DI PARTECIPAZIONE
Ottemperare ad un impegno: lavoro, riti religiosi, cerimonie, assemblee, incontri
sportivi, feste, situazioni diverse
Î VARI LIVELLI, DIVERSI RUOLI DI PARTECIPAZIONE
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Quando si parla in pubblico nell’ANA
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Manifestazioni interne ed esterne
Raduni, inaugurazioni di sedi, anniversari di fondazione di Sezioni
e Gruppi, celebrazioni formali, premiazioni, partecipazioni e
rappresentanze, …….
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Attività di informazione
Interviste, conferenze stampa, presentazioni
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Attività culturali interne ed esterne all’ANA
Convegni, dibattiti pubblici e presentazioni di concerti
Attività formative
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Attività istituzionali e organizzative
Assemblee, consigli, commissioni, riunioni….
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Parlare in pubblico
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Gli scopi:
Presentare informazioni
Presentare punti di vista
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Gli strumenti
Progettare la comunicazione
Il discorso, il testo, le parole
La psicologia del discorso
Il linguaggio del corpo: gestualità e voce
L’ascolto attivo
Fare domande
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Il principio del miglioramento
Le capacità si possono sviluppare e migliorare
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Gli scopi (1)
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Presentare informazioni
Essere bene informati:
– prepararsi sull’argomento da trattare
– chiedere e ricercare informazioni
– no alle improvvisazioni
Essere chiari su:
–
–
–
–
cosa si vuole dire
perché lo si vuole dire
usare un linguaggio che tutti possono capire
evitare frasi in gergo (esempio: “bollino”)
Strutturare ciò che si vuole dire
– abituarsi a sviluppare uno schema mentale del discorso
– fare riassunti con dei riferimenti
Essere concisi
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Gli scopi (2)
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Presentare punti di vista (opinioni, idee….)
Usare frasi chiare e dirette
Rendere ben chiaro che quanto dite è la vostra posizione (o di chi
rappresentate)
Posizione assertiva
– diritto a esprimere una opinione e diritto degli altri ad avere opinioni diverse
– no ad approcci violenti; cercare un giusto equilibrio
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Giusto equilibrio tra aggressività (solo i propri obiettivi) e sottomissione (solo
gli obiettivi altrui). Il nostro comportamento si muove tra due estremi:
AGGRESSIVITÀ Í=================== Î SOTTOMISSIONE
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Essere coscienti del “potere di posizione”
La posizione espressa dall’oratore può essere interpretata come la
posizione di tutta l’Associazione
Essere concisi
 Essere semplici
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Gli strumenti - Progettare la comunicazione (1)
Analizzare e valutare il contesto della comunicazione
 Considerare il tempo necessario o a disposizione
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Per un discorso Î non più di 5-10 minuti
Per una lunga presentazione prevedere la durata ed informare
(prima) gli uditori
Limitare i temi del discorso a pochi punti, non è necessario
dover parlare di tutto
 Per descrivere un fatto ricordarsi della legge delle 5W (Who,
What, When, Where, Why - chi, cosa, dove, quando, perché)
 Usare un linguaggio semplice che è la via più breve tra due
punti del discorso!
 Identificare chiaramente il tema del discorso e mantenerlo
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Gli strumenti - Progettare la comunicazione (2)
Ricorrere a consigli di esperti e all’uso di tecniche di comunicazione
 Usare uno stile di relazione coerente con il contesto della
comunicazione
 Fare riferimento al destinatario della comunicazione e valutare bene:
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Cosa gli si vuole far sapere? (comunicazione divulgativa - attiva)
Cosa ha bisogno di sapere? (comunicazione didattica)
Cosa è in grado di capire?
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Organizzare il contenuto del testo con la costruzione di un ordine logico
degli argomenti utilizzando
Pianificazione (planning)
Stesura del testo (drafting)
Revisione (editing)
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Curare e organizzare le componenti non verbali del discorso
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Gli strumenti - Progettare la comunicazione (3)
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I momenti in cui si parla sono attività molto preziose e costose in
termini di tempo dedicato:
durata effettiva = durata discorso x numero presenti
– (12 minuti con 100 persone sono venti ore di attenzione!)
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Si deve preparare e saper gestire l’incontro
Preparazione dell’intervento
Pensare a “cosa succede se….”, prepararsi a domande anche insolite
Utilizzare buone tecniche espositive e di presentazione
 Curare la logistica (illuminazione per presentazioni, apparecchi
tecnici…)
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Gli strumenti - Il processo di elaborazione
del discorso
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La pianificazione del discorso:
Analisi della situazione in cui si parlerà
Analisi del tema del discorso
Raccolta delle informazioni di riferimento
Raccolta delle idee e dei concetti da esporre
Organizzazione del discorso (scaletta)
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Stesura del testo (se lo si vuole scrivere)
Scrittura della bozza
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Revisione
Rilettura e riscrittura, se necessario
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Gli strumenti - La stesura del testo (1)
Il discorso è composto da frasi
 Sono da preferire
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Frasi brevi (spezzare i periodi, massimo 20-25 parole)
Frasi coordinate (e, che) e non subordinate
Frasi con pochi concetti
La costruzione personale
La costruzione attiva invece che passiva
L’uso di pochi aggettivi, per renderli credibili
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Sono da evitare
Le ripetizioni
Le abbreviazioni, se non note
L’eccessivo uso della retorica
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Gli strumenti - La stesura del testo (2)
Suddividere il testo in paragrafi e sezioni (poche!)
 La struttura tipica:
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Esordio
– Saluto ai presenti. Se assente, portare il saluto del superiore gerarchico ANA
Tema centrale (la manifestazione in corso…)
Temi diversi (richiami ad altro,…)
Principi e valori dell’Associazione
Eventuale breve riassunto finale (non la ripetizione di tutto)
Chiusura (ringraziamenti e commiato)
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Dare un ordine preciso e semplice per permettere di seguire il
filo del discorso:
Cronologico
Logico
Gerarchico
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Gli strumenti - La stesura del testo (3)
 La tecnica della piramide rovesciata
Anticipare la conclusione e poi il procedimento logico per
raggiungerla
 Prima dare l’informazione principale e poi il dettaglio
E’ il titolo che attira l’attenzione
 Può essere utile usare dei riferimenti (aneddoti,
analogie, esempi, uso di immagini e di esperienze
precedenti)
Correlati con il tema
Noti all’uditorio
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Gli strumenti - Le parole
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Evitare il burocratese….
Afferente, all’atto, apposito, demandare, emolumenti, in ragione di, nonché, previo, quota
parte, vigenti. ecc.
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…….ed il corporatese
Linguaggio tecnico, ad es. il significato di “bollino” non è compreso da tutti.
Retorica al minimo necessario (un giusto uso)
 Evitare le “non parole”:
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suoni : ehmm… uhmm… beh…aah…
intercalare inutile: praticamente…. diciamo…..cioè…
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Evitare le abbreviazioni (se proprio necessarie vanno spiegate)
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Gli strumenti - Il paratesto
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È possibile utilizzare componenti che possono diventare
strumento di semplificazione del discorso:
Titoli, cappelli introduttivi, note, glossari, sintesi, indici, introduzioni,
ecc.
La loro tecnica d’uso non è facile
 Vengono resi con pause e modulazione della voce
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Gli strumenti - Tecnica del discorso
Preparare uno schema delle cose da dire (Î scaletta)
 Mantenere la scaletta preparata, non andare a “briglia sciolta”
Â
Perché la scaletta è stata elaborata in un momento di alta
concentrazione mentale con grande intensità di lavoro e difficilmente si
potrà fare meglio
Â
Fare varianti alla scaletta solo se necessario
Per evitare ripetizioni di cose già dette da altri
Se espressamente richiesto
Per rispondere a interventi precedenti
Evitare distrazioni, divagazioni e mantenere la concentrazione
 Imparare a usare la voce e la gestualità
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Gli strumenti-Psicologia del discorso (1)
Ognuno di noi ha capacità (più o meno latenti e note) per alzarsi in
piedi e comunicare con sicurezza ed efficacia davanti a un auditorio
 Prendere coscienza del principio che si può imparare e migliorare
 Prendere coscienza del ruolo dell’oratore
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È colui che in quel momento ha la maggiore conoscenza del tema
specifico di cui sta parlando
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Attenzione alla prima immagine data agli uditori
Non c’è mai una seconda opportunità per dare una buona prima
impressione
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Costruire empatia
Identificarsi emotivamente e intellettualmente con gli altri
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Gli strumenti-Psicologia del discorso (2)
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Si deve trasmettere sicurezza
Mostrare subito coraggio, entusiasmo, decisione, e soprattutto convinzione in
ciò che si dice
Î NON POSSIAMO AVERE, o far capire di avere, PAURA
Â
Primo obiettivo: acquisire credibilità
Dire cose vere, non banali, e non “spararle grosse”
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Secondo obiettivo: acquisire fiducia
L’uditore non deve sentirsi distaccato dall’oratore
Non eccedere nel ruolo di docente (non sentirsi “in cattedra”)
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Perché parlare in pubblico può mettere a disagio o spaventare?
Ci ricorda il modello insegnante/allievo (vissuto da allievo)
E’ una attività che non ci è familiare (mancanza di abitudine nel presentarsi
agli altri)
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Gli strumenti-Psicologia del discorso (3)
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Â
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La paura genera stress da difesa istintiva per aumento del livello di adrenalina
Lo stress non è un fatto soggettivo e imprevedibile, è un processo fisiologico
che segue meccanismi noti
Lo stress / tensione esiste sempre e va accettato (entro certi limiti)
Lo stress può avere conseguenze serie (sino a palpitazioni e malesseri)
Al di sotto di una soglia critica lo stress è un fattore positivo
Dobbiamo accettare il fatto che una certa quantità di stress è necessaria e
fisiologica Î ACCETTARE LO STRESS
Come vivere positivamente lo stress da presentazione in pubblico:
Consapevolezza che è un problema comune a tutti coloro che parlano in pubblico
Si può gestire il nervosismo, sino a non farlo diventare un fatto evidente all’uditorio
Preparare bene ogni dettaglio per evitare situazioni inattese che aumentano la tensione
Ricorrere a tecniche di rilassamento
Scaricare la tensione nel parlare (tono di voce, gestualità, contatto visivo)
Allenarsi utilizzando tutte le opportunità per fare pratica (incontri tra amici, riunioni
condominiali, consigli di Gruppo….)
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Gli strumenti-Psicologia del discorso (4)
LIVELLO DI
PRESTAZIONE
soglia critica
STRESS STRESS
TONICO TOSSICO
(eustress) (distress)
LIVELLO DI STRESS
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Gli strumenti-Psicologia del discorso (5)
 L’attenzione di chi ascolta ha un forte impatto sulla qualità
del messaggio e della comunicazione
 Tipologia degli ascoltatori
 Dedicare attenzione e concentrarsi sulla parte attiva
dell’uditorio
Â
Dare sempre attenzione agli umori degli uditori
Usare la giusta diplomazia
Uso dell’umorismo per spezzare eventuali tensioni
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Gli strumenti - Gestualità e voce (1)
Utilizzare (e saper interpretare) il linguaggio del corpo
 L’efficacia oratoria dipende:
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Per il 7 % dal contenuto del messaggio (COSA SI DICE - le parole)
Per il 93% dal linguaggio non verbale (COME SI DICE - la forma e il
contesto)
– linguaggio paraverbale (intonazione, tipo di linguaggio) Î 38%
– linguaggio del corpo (immagine, gesticolare)
Î 55%
Š
Š
Š
Š
Š
Espressione del volto
Contatto visivo
Uso delle mani, gesticolare
Postura del corpo e movimenti
Uso degli “spazi sociali” (distanza con gli interlocutori, no a spalle al pubblico)
– rischi da interpretazioni del linguaggio del corpo
Š Possibilità di errate interpretazioni
Š Eccessiva sensibilità a questi aspetti (ci possono essere discorsi con ottimi contenuti,
ma con forma trascurata….)
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Gli strumenti - Gestualità e voce (2)
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Avere e mostrare sempre rispetto per gli uditori
Tecnica del “body mirroring”: comportarsi come gli uditori instaura empatia
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Cura dell’abbigliamento e della persona
Giacca (abbottonata) e cravatta per gli uomini
Evitare status symbol vistosi (penne, orologi, gioielli…)
Cappello in ordine
Â
Curare la propria posizione …..
Di solito è fissa (podio)
Se in un’aula, limitare al minimo gli spostamenti
Â
…. e la gestualità
No a iperdinamismo che trasmette insicurezza
Attenzione all’uso delle mani (no in tasca, ai fianchi, braccia incrociate…)
Attenzione al maneggiare microfoni, piantane, bacchette, puntatori, ecc.
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Gli strumenti - Gestualità e voce (3)
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La voce è lo strumento della comunicazione verbale
Curare la scelta del timbro di voce (volume e tono)
Noi sentiamo la nostra voce in modo diverso dagli altri
Evitare situazioni che possono generare problemi (mal di gola, raucedine)
La tensione può provocare secchezza delle fauci
– Se necessario prevedere dell’acqua per bere
Â
Corretto uso dell’amplificazione
Non troppo forte, né troppo debole, no a distorsioni / rumori (larsen)
Posizionarsi correttamente rispetto al microfono
Effettuare delle prove, cercare di capire come siete uditi
Sentire la propria voce
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Gli strumenti - Gestualità e voce (4)
Â
Giusta velocità nel parlare
Lentezza Î riduce l’attenzione
Rapidità Î perdita di comprensione
Curare gli intervalli tra le frasi e le parole
Â
Mimica facciale
Sorriso o serietà
No a sguardo perso nel vuoto - trasmette insicurezza
Il contatto d’occhi trasmette la sicurezza del colloquio a due, sia
all’oratore sia all’uditore
– Riduce la possibilità di distrazione dell’oratore
– No a “scanning”: guardare negli occhi nervosamente e rapidamente tutti gli
astanti
– Scorrere tutto l’uditorio con calma, evitando di fissare qualcuno
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Gli strumenti - L’ascolto attivo
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Una situazione di alta concentrazione è lo scenario migliore per il
successo del discorso
Concentrarsi - liberare la mente dalle distrazioni
Pensare al significato (e all’impatto) delle parole usate
Concentrarsi sull’uso della voce (intonazione, tono)
Dimostrare di credere in ciò che si dice
– Movimenti e cenni affermativi
– Mantenere il contatto degli occhi
– Usare le giuste espressioni del volto
Spegnere i telefoni portatili
Â
È provato che maggiore è l’attenzione degli uditori, maggiore è la
qualità della comunicazione
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Gli strumenti - Fare domande
Â
Se possibile (presentazioni, lezioni) fare domande per
Verificare la comprensione di quanto detto
Permettono di conoscere le posizioni altrui
Le domande fanno pensare…..
….e dimostrano interesse
Permettono di acquisire altre informazioni
– Accesso a nuove informazioni
– Feedback Îmiglioramento con la correzione degli errori
Si impara anche a fare domande…..
 Tipologia di domande (e di risposte)
Â
Aperte (per risposte generali) Î chiuse (risposte specifiche)
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Gli strumenti - Le interviste
Â
Interviste
Interviste attive (voi fate l’intervista):
– prepararsi sull’argomento oggetto dell’intervista, documentandosi sul tema, o su
fatti recenti dell’intervistato
Interviste passive (voi siete intervistati):
– se possibile evitare le improvvisazioni definendo le linee dell’intervista con
l’intervistatore; e prepararsi
– il tempo disponibile è sempre poco: evitare ripetizioni che lo fanno perdere
Â
Conferenze stampa: partecipare se invitati ed organizzatele per
illustrare le vostre attività
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Efficacia ed efficienza
Â
I discorsi devono essere efficaci:
Î devono trasmettere quanto noi vogliamo
Â
I discorsi devono essere efficienti:
Î
Â
essere recepiti e ricordati con un giusto utilizzo delle risorse disponibili
Le risorse disponibili sono:
Il tempo
– nostro per la preparazione e per tenere il discorso
– degli uditori (= durata del discorso x numero degli uditori!!)
L’attenzione degli uditori
– che può raggiungere livelli molto alti
– è il ritorno che ci aspettiamo dalla comunicazione
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Come si impara a parlare in pubblico (1)
Â
Tutti noi possiamo dire qualcosa agli altri
Chi lo vuole fermamente può riuscire a parlare in pubblico
Â
Come imparare?
Ascoltando ed osservando con attenzione altri oratori
– Cosa dicono, come lo dicono e il contesto in cui parlano
Š Venditori, imbonitori, attori, comici, politici, religiosi……
Leggere molto, e su tematiche associative
– Ad es. le relazioni morali di Nardo Caprioli nel libro “Cantavamo Rosamunda”
Esercitarsi a raccontare lo stesso fatto in diverse versioni, per diversi
uditori, con varie durate, con volume e toni di voce diversi
– Fatti successi nella giornata
– Esercitarsi con semplici racconti (es. inserire nel contesto di una fiaba nota un
fatto estraneo)
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Come si impara a parlare in pubblico (2)
Allenarsi a collegare fatti tra loro diversi
 Allenarsi a “cucire” mentalmente quanto si dice
Â
Cercare gli elementi comuni che legano principi tra loro diversi
Â
Parlare, parlare, parlare
Registrare su nastro quanto detto
Misurare la durata del discorso
Ascoltarsi e migliorarsi
Fare pratica cogliendo le opportunità di parlare in pubblico
 Elevare il livello dell’uditorio (crescere di ambito)
Â
Parlare nel consiglio di Gruppo, nelle assemblee di Gruppo, a livello
Sezionale, e nelle manifestazioni pubbliche
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L’apprendimento (1)
LIVELLO DI
CONSAPEVOLEZZA
EVOLUZIONE E FASI DELL’APPRENDIMENTO
FASE 2
SO DI NON SAPERE
FASE 3
SO DI SAPERE
FASE 1
FASE 4
NON SO DI NON SAPERE NON SO DI SAPERE
LIVELLO DI CONOSCENZA
18/06/2007
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L’apprendimento (2)
LIVELLO DI
CONSAPEVOLEZZA
L’INFORMAZIONE OPERA QUI
FASE 2
SO DI NON SAPERE
FASE 3
SO DI SAPERE
FASE 1
NON SO DI NON SAPERE
FASE 4
NON SO DI SAPERE
LIVELLO DI CONOSCENZA
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L’apprendimento (3)
LIVELLO DI
CONSAPEVOLEZZA
L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE OPERANO QUI
FASE 2
SO DI NON SAPERE
FASE 3
SO DI SAPERE
FASE 1
NON SO DI NON SAPERE
FASE 4
NON SO DI SAPERE
LIVELLO DI CONOSCENZA
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L’apprendimento (4)
LIVELLO DI
CONSAPEVOLEZZA
L’ESPERIENZA E LA PRATICA PORTANO QUI
FASE 2
SO DI NON SAPERE
FASE 3
SO DI SAPERE
FASE 1
NON SO DI NON SAPERE
FASE 4
NON SO DI SAPERE
LIVELLO DI CONOSCENZA
18/06/2007
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L’apprendimento (5)
Come impariamo ?
Quanto memorizziamo?
 Con la lettura passiva
Î 10%
 Con un messaggio verbale
Î 20%
 Con il messaggio verbale e supporti visivi
Î 50%
 Con la partecipazione diretta (esercizi) Î sino all’80%
 Con la pratica / insegnando
Î 90%
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Il miglioramento
Lo sviluppo di ogni capacità richiede pratica e informazioni di ritorno
 I risultati vengono dal miglioramento continuo
 Esercitarsi nell’applicare le tecniche di comunicazione
 Chiedere e utilizzare le informazioni di ritorno per migliorare
Â
Chiedete pareri a chi vi ha ascoltato
Sono molto utili le informazioni ricevute “a caldo”
Â
Diventare i propri istruttori (manager di se stessi): chiedersi e
chiedere
Come sono andato?
Quale aspetto potrei migliorare?
Saper giudicare i risultati ottenuti
Saper giudicare il proprio livello di qualità
Mantenere una forte motivazione al miglioramento
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La “ lezione imparata ”
La critica è sempre costruttiva
 Utilizzare ogni opportunità per avere informazioni di ritorno
 L’informazione di ritorno è preziosa per migliorarci
Â
Chiedere pareri a chi ha ascoltato il vostro discorso (forma e
contenuti, messaggi recepiti, impressioni)
Tenere nota e cercare di correggere gli eventuali problemi
– Essere flessibili nel modificare il proprio stile
– Fare tesoro dell’esperienza acquisita
E anche fornire, nel modo opportuno, consigli e pareri ad altri oratori
Â
Analizzate coloro che parlano in pubblico: cosa dicono, come lo
dicono, a chi parlano, il contesto in cui lo dicono, …….
venditori, imbonitori, attori, comici, politici, religiosi……
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Altri concetti (1)
Considerare ogni occasione per parlare in pubblico come una
opportunità di crescita per l’Associazione e personale
 Verificare preventivamente con l’organizzatore il programma
degli interventi
 Prima di prendere la parola confrontarsi, se possibile, con gli
altri oratori per verificare i temi dei discorsi (facile con i soci
ANA, difficile con gli esterni all’ANA) per non ripetere le stesse
cose
 Quando si incarica un altro oratore considerare
Â
Che non è per tutti gratificante dover parlare in pubblico
Che per qualcuno è una situazione di stress
Indicare / chiedere il tempo a disposizione
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Altri concetti (2)
 Pretendere che nel pianificare le attività si tenga
conto della fase oratoria
Come diffondere l’informazione, chi parlerà, ordine dei
discorsi, inviti agli oratori fatti per tempo, giusta evidenza ed
introduzione degli oratori
Chiedere una corretta organizzazione (palco o podio
adeguato e in sicurezza, giusto posizionamento,
amplificazione efficace, acqua e bicchiere…)
L’autorità al livello più alto parla per ultimo
 Coinvolgere altri soci (giovani!) nel parlare e motivarli
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Altri concetti (3)
Mettiamo in pratica:
 Vi chiedo di esprimere la Vostra opinione su
questo incontro con un intervento di almeno due
minuti
Per Voi: esercitazione nel parlare in pubblico
per noi: raccolta del “feedback” su questo lavoro
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Riepilogo
Tutti Voi fate un lavoro importante e bello.
La qualità percepita dell’Associazione
(la immagine esterna) e la carica morale
dei nostri Soci dipendono anche dalla
Vostra capacità di fare buoni discorsi
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Commiato
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTIVITÀ
E LA DEDIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE.
GRAZIE PER LA PARTECIPAZIONE
ODIERNA E PER L’ATTENZIONE
DEDICATA
Il Comitato di Presidenza, il Consiglio Direttivo Sezionale, il direttore e il CDR di
“Veci e Bocia”
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