Neppure i cani sfuggono alla depressione

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Neppure i cani sfuggono alla depressione
VETERINARIA
A cura di Domenico Roberto Centola *
Neppure i cani
sfuggono alla
depressione
Tutta colpa delle zecche ...
e babesie (genere di piroplasmi) sono parassiti
microscopici dei globuli rossi (eritrociti o
emazie) che causano la piroplasmosi in molte
specie animali. Questo gruppo di organismi
unicellulari (protozoi, sporozoi, emosporidi) si trasmette
da cane a cane attraverso le zecche. In Italia, la babesiosi
dei cani è perlopiù trasmessa dalla zecca marrone del cane
(Rhipicephalus sanguineous) la cui femmina adulta,
attaccandosi all’ospite per nutrirsi del suo sangue, può
riversare nel torrente circolatorio del cane le babesie
eventualmente presenti nelle proprie ghiandole salivari.
A sua volta, la zecca s’infetta ingerendo dal cane
sangue contenente babesie, le quali, riproducendosi
sessualmente, vanno a localizzarsi nelle uova dell’artropode
(trasmissione transovarica). Cadendo, la zecca spande a
migliaia la sue uova nell’ambiente, ricominciando il ciclo
che, nel Rhiphcephalus, è caratterizzato da tre stadi: larva,
ninfa e forma adulta. Ciascuna di esse è potenzialmente
infettante perché, per evolvere, necessita di un pasto di
sangue su un diverso animale (ciclo a tre ospiti). L’intero
ciclo si compie da 2 mesi a 2/4 anni.
Le babesie si trasmettono anche con trasfusioni di
sangue infetto; questi parassiti, infatti, vivono e si
moltiplicano (in modo asessuato) all'interno delle emazie
del cane fino a distruggerle. Due specie, B. canis (“grande”
babesia) e B. gibsoni (“piccola” babesia) possono provocare
una patologia ad insorgenza improvvisa conosciuta come
“anemia emolitica acuta” del cane.
Recentemente, una terza specie,
Theileria annae, è ritenuta responsabile
di forme anemiche con deficit piastrinico
(causa di incoagulabilità ematica).
Nessun cane resiste all’infezione, ma
sono frequenti i portatori asintomatici.
Occasionalmente esemplari giovani
(meno gli adulti) possono ammalarsi in
maniera grave. Il periodo d’incubazione
è di dieci/venti giorni. Ciò rende
opportuna una più ampia
riconsiderazione degli usuali termini di
denuncia per vizio redibitorio da
piroplasmosi (p. es. tre settimane anziché
sette giorni).
pugliasalute
Sintomi
Si distinguono tre forme cliniche della malattia:
iperacuta, acuta e cronica. Nella forma iperacuta o
fulminante, i cani (perlopiù giovani) arrivano dal
veterinario perché non mangiano e sono depressi e deboli.
Generalmente sono in preda ad un marcato stato febbrile
e le loro mucose sono molto pallide per la notevole anemia.
Si può solitamente osservare un ittero generalizzato. Ciò
accade in quanto la grande quantità di eritrociti distrutti
dal parassita eccede l’ordinaria capacità del fegato di
processare l’emoglobina. Il colore giallognolo si apprezza
particolarmente a livello oculare. Con questi sintomi
(anemia, ittero e febbre), non è raro trovare i parassiti in
uno striscio di sangue preparato su vetrino ed osservato
al microscopio. In caso contrario si può ricorrere a test
immunologici, molto più sensibili. In questa gravissima
forma della malattia, la morte può sopraggiungere prima
che sia possibile impostare la terapia.
Nella forma acuta sono presenti gli stessi sintomi,
ma con minore severità e maggiore probabilità di
sopravvivenza.
Nella forma cronica i cani si stancano facilmente.
Sono anemici ma non in modo evidente. L’esame
microscopico non rivela il parassita. Si vedono però
tantissimi globuli rossi immaturi (anemia rigenerativa)
che l’organismo immette precocemente in circolo per
compensare quelli perduti a causa del
parassita. Questi cani inoltre hanno una
milza molto ingrandita, sono solitamente
magri e possono presentare febbre
intermittente. È raro l’ittero. La maggior
parte dei proprietari lamenta solo che il
proprio cane non è più vivace come un
tempo. Le funzionalità renali ed epatiche
sono spesso alterate. Le prove di
laboratorio mostrano valori aumentati di
emoglobina nel sangue e nelle urine.
Talvolta questa malattia può essere
scambiata con l’anemia emolitica
autoimmune in quanto, nella babesiosi,
le prove per l’autoimmunità possono
risultare positive.
- quarantotto -
aprile 2005
Terapia
Nella cura il veterinario impiegherà farmaci antibabesiosi, perfusioni endovenose, eritropoietici (stimolatori
della produzione di globuli rossi) e predisporrà una buona
assistenza domiciliare. L’Imidocarb dipropionato è il
medicinale di scelta (almeno due iniezioni a distanza di
due settimane). Può accadere che lo stesso animale sia
simultaneamente infettato da un secondo microrganismo
(pure trasmesso da zecche): l’Ehrlichia canis, parassita
obbligato dei globuli bianchi. L’imidocarb (eventualmente
associato a doxycyclina) sembra efficace nei confronti di
entrambi. Alcuni cani così trattati recuperano rapidamente,
altri no. Le ricadute sono frequenti
ed animali apparentemente guariti
CASA DI CURA
POLISPECIALISTICA
possono diventare portatori cronici.
trazione e torsione senza strapparla; la zona della puntura
va poi disinfettata. I collari a base di amitraz insieme ad
un’aspersione cutanea mensile con fipronil sono abbastanza
efficaci nel prevenire e combattere le infestazioni da zecche.
È pure disponibile un vaccino contro la piroplasmosi
(consigliabile per cani che vivono in zone a rischio) da
inoculare all’età di 6 mesi - con 2 richiami, a 7 ed a 12
mesi - e poi ogni anno, preferibilmente 1-2 mesi prima
della stagione delle zecche (compresa fra aprile ed ottobre).
La sua protezione, infatti, dura circa 6 mesi, ma varia da
animale ad animale e non esime dalla lotta alle zecche.
* Dirigente Veterinario AUSL BA/4
VILLA VERDE
TARANTO
Prevenzione
L’accorgimento per evitare la
piroplasmosi consiste nel proteggere
il cane dalle zecche bonificando il
terreno con prodotti a base di
Permetrina e controllando
quotidianamente il mantello (usando
spazzola e/o pettine) per rimuovere
quelle eventualmente riscontrate.
L’asportazione può essere effettuata
afferrando la zecca con una pinzetta
(tenuta il più possibile vicino alla
pelle) e staccandola con una leggera
AUTORIZZAZIONE COMUNALE
N° 06/2001
Direttore Sanitario: Dr. Alessandro
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