I Monaci soldatacci. - Rievocando Fruttuaria

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I Monaci soldatacci. - Rievocando Fruttuaria
I Monaci soldatacci.
Il Re Roberto il Pio, cosciente del forte elemento d’ordine rappresentato dalla rete
delle Abbazie intessuta in tutto il Regno da Cluny, insediava nelle sedi vescovili
monaci ed Abati piuttosto che i cadetti delle nobili famiglie che, fino allora, ne
detenevano il monopolio.
Appartenente a questa ultima categoria Adalberone, detto Ascelino il vecchio traditore,
e vescovo di Laon, scrisse il “ Carme al Re Roberto “ ove dipinge un quadro a tinte
fosche del regno e ne attribuisce la colpa ai monaci dell’ Abbazia di Cluny.
Nel Carme vi è una gustosissima pagina di satira su Cluny:
I fatti descritti.
Costernato di vedere tutto andare sotto sopra Aldaberone, ingenuamente, invia un
religioso della sua Diocesi a Cluny per conferire con l’Abate.
L’indomani ecco tornare l’uomo. Trafelato, balza dalla groppa del cavallo. I suoi abiti
sono in disordine. Porta un copricapo alto confezionato con la pelle di un orso; l’abito
con strascico, rialzato fino a metà ginocchio, è aperto sul davanti; ha stretto intorno alle
reni un budriere ricamato; un gran numero di oggetti gli pendono dalla cintura:
• Un arco con relativa faretra;
• Delle tenaglie ed un martello;
• Una spada;
• Una pietra focaia;
• Il ferro per batterla;
• Il rametto di quercia da ardere.
Un pantalone gli modella le gambe, scendendo fino ai piedi. Saltella ed i suoi speroni
scavano la terra.
Ecco come ha trasformato Cluny, in un sol giorno, un pio monaco in una caricatura di
guerriero.
Interessante sono una serie di accessori elencati sicuramente mutuati dall’attrezzatura
di un uomo d’armi: tenaglie, martello, etc…….
“ Ebbene mio monaco? “ chiede il vescovo.
E l’altro stringe in pugni, tende in aria le braccia, gira il collo roteando gli occhi; “ ora
sono soldato; rimarrò forse monaco, ma in altre guise. O meglio no, non sono più
monaco; combatto agli ordini di un Re; infatti il mio signore è Odilone, re di Cluny.”
Racconta, con enfasi, la spedizione contro i saraceni alla quale ha partecipato insieme
ai soldati del Signore ( evidentemente i monaci di Cluny ) .
E’ una farsa che però ha un senso ed una spiegazione.
L’abate è spesso in viaggio, sia per visitare monasteri e dipendenze, sia per rispondere
all’invito dei principi che ne richiedono i consigli.
Le strade non sono molto tranquille, per cui egli si circonda di una nutrita scorta di
monaci a cavallo, muniti di armi difensive ed offensive.
Ed ecco città e campagne percorse da una vistosa milizia di “ soldati del Signore “.
Dovunque passano e mentre l’abate rimprovera i potenti, censura i prelati secolari, essi
impartiscono lezioni ai canonici, al personale del vescovado, a chiunque. E diventano
insopportabili. Scoppiano tafferugli, che a volte degenerano in risse sanguinose, come
a le Réole.
In che periodo scrive Adalberone? Egli è vescovo di Laon a partire dal 977. Odilone è
abate dal 994.
Ciò detto, ammettiamo che il poema non possa essere precedente all’anno mille e
possa essere stato scritto intorno al 1010; esso è comunque successivo al Sinodo di
Reims.
Senza spingerci fino ad immaginare che nell’XI secolo non ci fossero più monaci
paragonabili a quelli che si dovettero riformare intorno al 980, il testo riflette una
ulteriore degenerazione sebbene un po’ tarda.
Ricordiamo che prima del 972 l’abate Maiolo, traversando le Alpi, non aveva una
scorta in grado di difenderlo dai saraceni, per cui si può dedurre che l’usanza delle
scorte armate, probabilmente dettata da incidenti del genere, sia stata inaugurata da
Odilone.
Ovviamente ci si riferisce soltanto alla ristretta cerchia di coloro che si trovano a
dovere uscire dal chiostro per il servizio di scorta all’Abate.
E che dire, poi, delle tecniche descritte nell’I33.
Si sa che tale manuale, probabilmente risalente al XII/ XIII secolo, è stato rinvenuto
nella biblioteca di un monastero Benedettino della bassa Renania. E forse non è un
caso.
A questo punto sorge una domanda: può esistere una relazione tra questi “ monaci
soldatacci” e gli Ordini monastico – militari? Sono forse i primi gli anticipatori dei
secondi?
E che dire dello scheletro gigantesco in tonaca che abbraccia una spada rinvenuto negli
scavi di Fruttuaria? E’ Arduino o,semplicemente, uno di questi monaci?
E San Bernardo non ha semplicemente “ dettato le Regole “ si ai Templari, ma anche a
ciò che già c’era sparso nei monasteri?
E che dire della “saga” di Valtario l’Aquitano, prima guerriero e poi monaco, de le
Cronaca di Novalesa?
Valtario guerriero: “ Valtario infuria nel mezzo della mischia
falciando chi gli si oppone, aprendosi a forza la strada.,
I nemici, che vedono attorno all’eroe tanta strage,
lo fuggono inorriditi, come se apparisse la morte ……. “
Valtario monaco: “ Valtario senza farsi notare, staccò dalla sella una staffa in cui
prima appoggiava il suo piede e percosse in testa uno dei predoni che piombò a terra
come morto. Afferrate le armi di costui, si diede a colpire a destra ed a manca, (
…………… ) parecchi furono uccisi, gli altri fuggirono e abbandonarono ogni cosa.
Valutario vittorioso raccolse le cose sue e quelle altrui e subito si rimise in cammino
verso il monastero.”