Dalla fisiologia dell`ultrafiltrazione alla proteinuria
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Dalla fisiologia dell`ultrafiltrazione alla proteinuria
[ tutto su ] Dalla fisiologia dell’ultrafiltrazione alla proteinuria Come il laboratorio aiuta la pratica clinica. I· n questo articolo verranno descritti ed analizzati i seguenti argomenti: le strutture anatomiche del rene coinvolte nell’ultrafiltrazione delle macromolecole proteiche e la relativa modalità di funzione; le caratteristiche morfologiche, funzionali e di carica elettrica delle proteine che ne condizionano l’ultrafiltrazione a livello del glomerulo renale. L’ultrafiltrazione selettiva delle proteine plasmatiche avviene a livello della barriera di filtrazione del glomerulo renale; la composizione delle proteine urinarie in condizioni di normalità e la sua analisi con tecniche che consentono la caratterizzazione in termini di dimensione e di carica non solo delle proteine quantitativamente prevalenti, ma anche delle molecole proteiche a bassa espressione nelle urine; la caratterizzazione della composizione delle proteine urinarie in corso di proteinuria come modello di alterata ultrafiltrazione. Come la condizione patologica modifica la selettività dell’ultrafiltrazione e influenza quindi il passaggio delle proteine nelle urine; la possibilità di identificare, attraverso l’analisi urinaria con tecniche in grado di evidenziare le proteine a bassa concentrazione, potenziali marcatori di gravità del danno renale e le strutture anatomo-funzionali interessate. · · AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 4 · · L’ultrafiltrazione renale delle macromolecole. Strutture implicate e loro funzione I l glomerulo renale è la struttura deputata alla filtrazione delle molecole. Tale funzione, essenzia- i Ved e an.c.h . . pag 10 Enrico Verrina1 Maurizio Bruschi3 Laura Santucci3 Enrico Giardina3 Rossella Cannavò1 Giovanni Candiano2 1 U.O. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale 2 Laboratorio di Fisiopatologia dell’Uremia 3 Fondazione Malattie Renali del Bambino IRCCS Giannina Gaslini, Genova email: enricoverrina@ ospedale-gaslini.ge.it le per la vita, permette la filtrazione e successiva manipolazione da parte del tubulo renale di piccole molecole (da aminoacidi a peptidi e proteine fino a 40 kDa) che spesso rappresentano prodotti terminali di vie metaboliche e vanno incontro ad eliminazione. Secondo una precisa gerarchia, piccole molecole del sangue indispensabili alla vita vengono prima filtrate e poi riassorbite attraverso meccanismi attivi e selettivi che rendono ragione della complessa architettura strutturale e funzionale del rene. Per contro, il filtro glomerulare è programmato a ritenere 1 2 3 4 5 L’ultrafiltrazione delle proteine plasmatiche avviene a livello della barriera di filtrazione del glomerulo renale. La selettività dell’ultrafiltrazione è influenzata da dimensione, conformazione e carica elettrica delle proteine. In corso di proteinuria la condizione patologica sottostante modifica solo parzialmente la selettività renale interessando il passaggio di tutte le proteine. L’aumentata presenza di proteine ad alto peso molecolare (immunoglobuline, proteine acide) è stata correlata alla gravità del danno renale. L’identificazione di marcatori urinari di sede è attesa da tecniche analitiche capaci di evidenziare proteine a bassa concentrazione di derivazione podocitaria, tubulare o interstiziale. molecole di dimensioni maggiori, che spesso rappresentano proteine a funzione essenziale. La struttura dell’unità del glomerulo renale deputata all’ultrafiltrazione selettiva rende ragione della funzione ma non ne spiega completamente la dinamica rendendo necessaria un’ulteriore discussione dei meccanismi implicati. Infatti, è chiara la struttura a filtro poroso dell’unità di ultrafiltrazione glomerulare (Figura 1) che è composta da un primo livello poco selettivo e rappresentato dall’endotelio fenestrato, cui fa seguito una membrana basale ricca in collagene e strutture caricate elettricamente (eparansolfati, glicoproteine). Alla membrana basale è appoggiata, con rapporti di contiguità, la vera struttura filtrante del glomerulo che è rappresentata dai podociti. Queste cellule sono strutture epiteliali specializzate e come tali con corredo strutturale unico che presentano alla microscopia elettronica una forma che ricorda un piede (Figura 1) con prolungamenti cellulari che aderiscono tramite integrine alla membrana basale. La sottile membrana tesa fra adiacenti prolungamenti cellulari (slit diaphragm) è costituita essenzialmen- AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 Punti chiave | gennaio-giugno 2013 5 Caso clinico Titolo articolo anche lungo Tutto su Dalla fisiologia dell’ultrafiltrazione alla proteinuria Piccole molecole vengono prima filtrate e poi riassorbite attraverso meccanismi attivi e selettivi che rendono ragione della complessa architettura strutturale e funzionale del rene. te da molecole specializzate, principalmente nefrina ed omologhi, che formano il vero filtro della struttura glomerulare. In realtà è l’interazione fra lo slit diaphragm ed il citoscheletro podocitario che mantiene l’integrità della struttura filtrante in quanto la funzionalità del podocita è legata al mantenimento della conformazione e della plasticità in cui il citoscheletro ha un ruolo essenziale1. macromolecole a struttura rigida, quali sono le proteine, vengono ultrafiltrate secondo dimensione, carica elettrica e conformazione2,3. Classicamente l’analisi della selettività renale riportata viene condotta utilizzando polimeri a struttura ripetitiva con peso molecolare variabile (da 10 a 200 kDa) e di cui è possibile una valutazione urinaria. Molecole di peso molecolare <40 kDa vengono liberamente filtrate dal filtro poroso, mentre per molecole a più alta dimensione è definita una correlazione con la carica e la conformazione per cui a parità di dimensioni, molecole a carica elettrica cationica presentano una filtrazione renale aumentata. Oltre che per l’analisi di selettività i modelli animali sono stati utilizzati per verificare la tossicità renale di molecole a carica variabile. Seguendo tale metodologia è stato possibile ipotizzare e poi Figura 1. Rappresentazione dimostrare che proteine endoschematica del glomerulo regene cationiche determinano nale (a), con dettaglio dell’analterazioni strutturali renali. sa capillare (b) e della barriera di filtrazione (c), vista anche Questo è vero sia in modelli al microscopio elettronico (d), sperimentali, in genere ratti, ai che è formata da endotelio quali vengono somministrate fenestrato, membrana basale glomerulare e processi pediproteine endogene modificate Carica elettrica e conformazione delle proteine determinano la selettività L’ AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 6 analisi della selettività renale verso macromolecole ha rappresentato un importante campo di ricerca negli anni fra 1970 e 1990 quando la struttura dettagliata del podocita renale è stata chiarificata con l’utilizzo della microscopia elettronica (Figura 1d). Alla definizione morfologica ha fatto seguito la caratterizzazione funzionale, principalmente basata su modelli animali nei quali si potevano iniettare molecole a dimensione variabile con carica manipolata chimicamente. Sulla base degli studi sperimentali prese forma una teoria generale sull’ultrafiltrazione delle macromolecole secondo la quale a Matrice mesangiale Cellule mesangiali Cellule parietali epiteliali Arteriola efferente Ansa capillare cellari dei podociti collegati tra loro dallo slit diaphragm. Membrana basale glomerulare Polo vascolare b Spazio urinario Filtrazione Polo urinario Sangue Tubulo prossimale Arteriola afferente Spazio urinario (Bowman) Cellula mesangiale Endotelio fenestrato Podocita Membrana basale di Bowman Capsula di Bowman Podociti (cellule viscerali epiteliali) Tutto su Dalla fisiologia dell’ultrafiltrazione alla proteinuria S eguendo la logica dei modelli sperimentali si può prevedere che a dimensione data ma a carica variabile differenti proteine abbiano un’escrezione diversa, essendo privilegiata l’escrezione di proteine a carica cationica. Esistono numerosi esempi di proteine a carica variabile che spesso trovano origine da polimorfismi genetici, ma che non rivestono sempre interesse in patologia. Una possibilità alternativa è che variazioni della carica elettrica siano determinate da modifiche post-traslazionali che spesso interessano proteine seriche ad alta concentrazione e significato funzionale, quali l’albumina e le immunoglobuline6,7. È da tempo noto come variazioni della ca- c · · d Pedicelli podocitari Spazio urinario Filtrazione Slit diaphragm Sangue Membrana basale glomerulare Endotelio fenestrato | gennaio-giugno 2013 7 L’escrezione urinaria di proteine in condizioni di normalità rica e della conformazione dell’albumina serica derivino da glicosilazioni non enzimatiche che intervengono in corso di picchi glicemici o come effetto del trasporto di acidi grassi che determinano l’aumento dell’idrofobicità della molecola. Studi ormai decennali sulla carica e sulla conformazione dell’albumina endogena hanno dimostrato che l’albumina urinaria è più glicosilata rispetto alla proteina serica ed è nello stesso più ricca in acidi grassi. Entrambe le trasformazioni sono in grado di modificare la carica della proteina e nel caso degli acidi grassi ne è modificata anche la conformazione. Pertanto gli studi sulla caratterizzazione di singole molecole proteiche confermano la teoria della filtrazione renale e pongono le basi a considerare l’influenza che tale meccanismo possa determinare in condizioni di patologia. Guardando, più in generale, alla composizione delle proteine urinarie si possono formulare diverse conclusioni. L’analisi delle proteine urinarie con tecniche che permettono la caratterizzazione della dimensione e della carica (quali l’elettroforesi bidimensionale) può di fatto chiarire quali proteine sono presenti nelle urine normali e quali loro caratteristiche ne influenzano l’escrezione8. Alle analisi tradizionali con le tecniche citate si sono recentemente affiancati approcci che vertono a pre-purificare proteine a bassa escrezione in maniera che da un approccio completo è possibile stabilire: quali sono per quantità le maggiori proteine urinarie e quali caratteristiche molecolari di carica e conformazione esse hanno; qual è per qualità la composizione delle proteine urinarie includendo anche le proteine a bassa e bassissima espressione. AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 chimicamente quali l’albumina serica, che in patologia umana come nel caso della malattia da catene leggere in cui è stata documentata una correlazione fra carica della catena leggera escreta e danno renale4,5. L’idea che a dimensione data, la carica elettrica di una macromolecola ne determina l’ultrafiltrazione ha posto le basi per studi applicativi in patologia umana che vertevano a definire variazioni di carica di proteine circolanti quali fattori patogenetici6,7. In realtà, tali studi non hanno portato ad evoluzioni significative, almeno nel campo delle patologie renali caratterizzate da importante proteinuria, mentre sono ancora in corso studi nelle forme di microproteinuria stabile, come ad esempio nel caso del diabete mellito, o sulla tossicità renale indotta da catene leggere ad aumentata carica elettrica. Tutto su Dalla fisiologia dell’ultrafiltrazione alla proteinuria 3 NON LINEAR pH 10 3 NON LINEAR pH 10 200 Mr KDa 5 Figura 2. Composizione proteica di urine di un soggetto normale valutata mediante elettroforesi bidimensionale su campione standard (a) e su campione sottoposto a prepurificazione (b). AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 8 Il risultato dell’approccio citato è presentato nella Figura 2 in cui appare chiaramente che sia guardando alla composizione globale (non pre-purificata) sia al pannello di proteine a bassa concentrazione, le urine normali contemplano la presenza di quasi tutte le proteine plasmatiche e con la stessa concentrazione. Sono incluse proteine di grossa dimensione (immunoglobuline) e proteine a carica anionica (albumina). Tale osservazione confermerebbe che in condizioni di normalità, l’escrezione delle proteine avviene per ultrafiltrazione del plasma seguendo una regola di non selettività. Una lettura parallela suggerisce che la selettività non si esplica per quantità Bibliografia 1. Gagliardini E, Conti S, Benigni A, Remuzzi G, Remuzzi A. Imaging of the porous ultrastructure of the glomerular epithelial filtration slit. J Am Soc Nephrol 2010; 21:2081-9. 2. Deen WM, Bridges CR, Brenner BM, Myers BD. Heteroporous model of glomerular size selectivity: application to normal and nephrotic humans. Am J Physiol 1985; 249(3 Pt 2):F374-89. 3. Guasch A, Deen WM, Myers BD. Charge selectivity of the glomerular filtration barrier in healthy and nephrotic humans. J Clin Invest 1993; 92:2274-82. ridotte di proteine, ovvero non trova applicazione nella normalità, ma ha un ruolo in presenza di proteinuria importante. Questo concetto verrà in dettaglio definito nel paragrafo successivo. La proteinuria come modello di alterata filtrazione. Dal poco al tanto in assenza di lesioni renali L a caratterizzazione della composizione delle proteine urinarie in corso di proteinuria permette di verificare e validare i modelli di ultrafiltrazione renale in caso di chiara alterazione del sovraccarico. Anche 4. Clyne DH, Pesce AJ, Thompson RE. Nephrotoxicity of Bence Jones proteins in the rat: importance of protein isoelectric point. Kidney Int 1979; 16:345-52. 5. Purtell JN, Pesce AJ, Clyne DH, Miller WC, Pollak VE. Isoelectric point of albumin: effect on renal handling of albumin. Kidney Int 1979; 16:366-76. 6. Ghiggeri GM, Candiano G, Ginevri F, et al. Renal selectivity properties towards endogenous albumin in minimal change nephropathy. Kidney Int 1987; 32:69-77. 7. Ghiggeri GM, Ginevri F, Candiano G, et al. Characterization of cationic albumin in minimal change nephropathy. Kidney Int 1987; 32:547-53. 8. Candiano G, Dimuccio V, Bruschi M, et al. Combinatorial peptide ligand libraries for urine proteome analysis: investigation of different elution systems. Electrophoresis 2009; 30:2405-11. 9. Candiano G, Santucci L, Petretto A, et al. 2D-electrophoresis and the urine proteome map: where do we stand? J Proteomics 2010; 73:829-44. 10. Varghese SA, Powell TB, Budisavljevic MN, et al. Urine biomarkers predict the cause of glomerular disease. J Am Soc Nephrol 2007; 18:913-22. 11. Bazzi C, Petrini C, Rizza V, et al. Fractional excretion of IgG predicts renal outcome and response to therapy in primary focal segmental glomerulosclerosis: a pilot study. Am J Kidney Dis 2003; 41:328-35. Tutto su Dalla fisiologia dell’ultrafiltrazione alla proteinuria 3 NON LINEAR pH 10 NON LINEAR pH 3 10 200 Mr KDa 5 Predizione e terapia R isulta chiaro da quanto detto che la proteinuria altro non è che un’anomala e quantitativamente rilevante attivazione di un meccanismo fisiologico e che non presenta di per sé significati attrattivi per spiegare le lesioni renali. È possibile tuttavia delineare alcune note patologiche che hanno correlazione con la gravità della malattia10,11 e vertono principalmente ad identificare nelle urine proteine ad alto peso molecolare in eccesso (immunoglobuline, proteine acide) come indice di impegno renale rilevante. In passato, tale approccio ha avuto riscontri clinici ed è stato utilizzato per predire l’outcome renale. Gli studi non hanno creato tuttavia una solida base clinica e non hanno ad oggi più riscontro nella pratica clinica. Le evoluzioni sulla presenza nelle urine di marcatori di gravità verranno invece dagli sviluppi dell’analisi urinaria con tecniche che evidenziano le proteine a bassa concentrazione che in alcuni casi sono di derivazione renale (podocitaria, tubulare, interstiziale) e che possono più direttamente indicare danni localizzati delle relative strutture renali . | gennaio-giugno 2013 9 in questo caso la tecnica di elettroforesi bidimensionale permette la simultanea analisi della dimensione e della carica delle proteine presenti a livello urinario. La composizione delle proteine urinarie in una situazione di aperta proteinuria per glomerulonefrite (Figura 3) presenta alcune caratteristiche che richiamano e stressano le conclusioni raggiunte dalla situazione di normalità. Infatti, è evidente in primo luogo la presenza di proteine a peso molecolare intermedio e a carica acida quali l’albumina che sono escrete in maniera equimolare rispetto al plasma. Sono inoltre presenti alcune proteine a peso molecolare intermedio e carica significativamente acida quali leucin-rich a2-glycoprotein, a1-acid glycoprotein, a1B-glycoprotein e zinc a2-glycoprotein, che sono presenti in maniera più massiccia rispetto al plasma suggerendo che in questa situazione la selettività verso molecole a carica acida è fortemente alterata9. Se si fa eccezione per le quantità e per la più marcata presenza di proteine acide, la situazione in corso di proteinuria non si discosta in maniera rilevante dalla normalità. Sembra pertanto evidente che la condizione patologica modifica solo parzialmente la selettività renale interessando in maniera globale il passaggio di tutte le proteine. AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 Figura 3. Composizione proteica di urine di un paziente con glomerulonefrite valutata mediante elettroforesi bidimensionale su campione standard (a) e su campione sottoposto a pre-purificazione (b).