il mlal in marocco missione comPiuta!

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il mlal in marocco missione comPiuta!
tornare
a scuola
dicembre 2006
progetto
Terza approvazione dall'Unione Europea
il mlal in marocco
missione compiuta!
Carissimi Sostenitori,
Alla fine è arrivata! Non ne parlavamo per
scaramanzia, ma in fondo in fondo ci contavamo davvero tanto. L’approvazione da parte dell’Unione Europea del terzo progetto Mlal in Marocco è giunta a inizio ottobre sotto forma della
consueta lettera dai toni burocratici che per noi
si sono immediatamente tradotti in una montagna di emozioni, gioia e soddisfazione.
È un terzo progetto importante perché chiude
una sorta di “triologia” che diversamente avrebbe lasciato alla nostra attività realizzata fino ad
oggi in questo Paese un sapore incompiuto.
Il primo progetto, Tornare a scuola, ha inaugurato la nostra presenza in Marocco nel migliore
dei modi grazie ad un approccio “propedeutico”,
così come è orientato alla valorizzazione delle
giovani generazioni attraverso l’educazione - intesa come strumento di “liberazione” degli individui - e la scuola – nella sua funzione di agente
della crescita sociale.
Mai più da clandestino! è stato il naturale passo
successivo, un progetto “inevitabile” per chi opera
in questo Paese. La migrazione infatti rappresenta
il sintomo per eccellenza del quadro complesso
di problematiche che caratterizzano la fase di difficile transizione attraversata dal Marocco. Ancora
una volta l’approccio progettuale scelto è quello
che parte dal basso, quello umile, lento e faticoso
dell’azione educativa e della formazione integrale
degli individui, con i tempi di medio - lungo termine che questa richiede per produrre effetti.
Il cerchio si completa ora con il terzo progetto, Migrazione: tutti in rete! Grazie al lavoro socia-
le e culturale realizzato con i primi due progetti,
l’azione diventa oggi più propriamente politica.
Tratteremo infatti il tema della lotta al traffico
dei migranti; lavoreremo con le comunità di
marocchini residenti in Europa per contribuire
a valorizzarne il ruolo nel processo di sviluppo
del proprio Paese; “costruiremo ponti, instancabilmente”, tra attori marocchini ed europei che
operano nel settore della migrazione e della
cooperazione internazionale.
Infine, ancora una volta, punteremo sui giovani, promuovendone gli spazi e le forme di
espressione, convinti che il loro protagonismo e
la loro energia rappresentino la risorsa più bella
e più efficace di cui, per costruire il proprio futuro, dispone oggi il Marocco.
Valentino Piazza
Progetti Mlal Marocco
Il progetto di Beni Mellal raccontato dai ragazzi scout che quest’estate hanno partecipato al campus Solidarietà promosso dal Mlal
tutti a scuola... con il mlal in marocco
Quest’estate noi del clan “Gli Argonauti” del gruppo
Vicenza 1 abbiamo affrontato un campo un po’ particolare, in Marocco ospiti di un vero progetto di cooperazione allo sviluppo: Tornare a scuola dell’Ong Mlal
ProgettoMondo.
Tutto era cominciato un anno fa. Quando nelle prime
riunioni del 2005 abbiamo deciso di
trattare e sviluppare l’argomento della cittadinanza responsabile. Un’idea
che ci ha subito coinvolto tutti e acceso la curiosità di sapere cosa c’è oltre ai confini del nostro piccolo mondo quotidiano. Così un ex capo clan
che lavora per l’Organizzazione Non
Governativa Mlal-Progettomondo è
venuto a parlarci della sua esperienza
con realtà diverse dalla nostra. E, quasi per gioco, ci ha proposto di andare
a visitare uno dei luoghi dove la sua
organizzazione sostiene progetti di
scolarizzazione. Ci siamo subito fatti
trasportare dall’entusiasmo e dalla
fantasia anche se “il camminare ti entra da terra” e le preoccupazioni non
si sono fatte attendere.
I primi a titubare dell’idea sono
stati ovviamente i nostri genitori,
così abbiamo dovuto mettere da parte i nostri timori
per cercare piuttosto di contagiarli con l’entusiasmo.
La nostra meta era infatti diventata il Marocco e, si sa,
di questi tempi i paesi islamici non sono di certo visti
di buon occhio. Il primo passo è stato allora quello di
cercare di conoscere meglio la cultura marocchina, sia
studiando sia attraverso i racconti di chi ci ha vissuto.
Così armati di più informazioni e della voglia di entrare nel mondo e giocare la nostra parte siamo riusciti
a superare le paure nostre e delle nostre famiglie. Da
qui è partita la vera sfida: le cose da organizzare erano
molte e, come sempre, il tempo poco. Infatti il viaggio
comportava spese sostanziose e quindi il lavoro di autofinanziamento è stato davvero impegnativo; in alcuni momenti abbiamo creduto di non farcela ma gli
incoraggiamenti venivano da più parti e così il nostro
sogno pian piano diveniva realtà.
La nostra avventura è cominciata già a Vicenza, la
nostra città. Infatti siamo andati in alcune scuole a raccontare del nostro progetto raccogliendo consigli e
curiosità dei bambini vicentini entusiasmati, come noi,
dall’idea di avere nuovi amici marocchini.
La stessa carica di energia ci è stata dimostrata dai
ragazzi nelle scuole degli sperduti villaggi del Marocco. Dopo il primo impatto a Casablanca, dove abbiamo preso contatto con la variegata realtà marocchina
(un mix di occidente, islam e cultura ebraica) abbiamo
infatti vissuto per tre giorni nei villaggi di montagna
del Medio Atlante insieme ai berberi (anche se loro
preferiscono chiamarsi Amazigh, uomini liberi), ospiti
dei loro semplici villaggi, condividendo con loro il cibo,
cantando e danzando con loro sotto un incredibile cielo stellato. Qui abbiamo visitato le scuole dove il Mlal
Progetto Mondo sta realizzando il progetto “Tornare a
scuola”, per dare la possibilità ai bambini e soprattutto
alle bambine di uscire dall’analfabetismo e di essere protagonisti di un futuro sostenibile e a misura della propria cultura e delle proprie tradizioni.
L’età a cui si rivolge il progetto è quella dai 6 ai 12 anni ma anche a ragazzi
più grandi è permesso assistere come
uditori alle lezioni che sono tenute da
un maestro laureato, preferibilmente
proveniente dallo stesso villaggio, e
che durano tre ore al giorno.
Quando siamo arrivati nei villaggi
siamo stati accolti dagli uomini più importanti del luogo che ci hanno stretto la mano e accompagnati alle nostre
tende, fatte a mano con pelli e peli di
capra. Qui i ragazzi ci hanno mostrato
cosa imparano a scuola con una serie
di canti e brevi scenette sulla loro vita
quotidiana; e noi abbiamo ricambiato
insegnando loro qualche bans (canti e
mimica, ndr), impegnandoci al massimo per abbattere
le barriere naturali della cultura e della lingua.
Ma abbiamo avuto modo di chiacchierare molto
anche con i signori del villaggio. Infatti hanno voluto
condividere con noi i loro problemi principali che affliggono la loro comunità, come la mancanza di una vera
strada e della luce elettrica, e ci hanno dimostrato anche
grandi capacità teatrali intrattenendoci anche loro per
una serata intera con sketch davvero divertenti.
I finanziamenti stanziati dall’Unione europea, uniti
a quelli raccolti dal Mlal tra sostenitori, amici e simpatizzanti, permettono di portare avanti questo progetto per tre anni. Ma sia le volontarie dell’equipe Mlal nostre guide in questo viaggio- Ester e Raffaella, che
i responsabili dei villaggi che riconoscono l’effettiva
importanza delle scuole, guardano già oggi con ottimismo al futuro della cosiddetta “educazione non formale”.
Altre importanti occasioni di scambio nel corso del
nostro soggiorno, si sono presentate anche nelle grandi città; a Casablanca abbiamo visitato un importante
museo ebraico e ci siamo lungamente confrontati con
il suo direttore Simon Levi su varie questioni (la convivenza tra le religioni, la situazione del Libano, e la tensione mondiale in generale).
A Beni Mellal abbiamo incontrato Frere Jaques, prete francese che opera in Marocco da trent’anni e che
qui ha aperto, in collaborazione con un amico musulmano, una importante biblioteca-museo. Infine, a Marrakech, siamo stati ospiti di un gruppo di scout. Infatti
anche in Marocco esistono diverse associazioni scout,
alcune religiose e altre addirittura partitiche.
Ma senza fatica che Route (campo estivo, ndr) sarebbe stato? Per questo ci siamo immersi per quattro
giorni tra le aride montagne dell’Alto Atlante in modo
da confrontarci con noi stessi e con gli altri membri
della nostra comunità.
Un ponte di solidarietà
Tredici giovani scout e i loro cinque capi della
parrocchia San Giuseppe, il parroco don Ferdinando Pistore, il medico Bruna Stocchiero e la guida
del gruppo per l’Ong Mlal ProgettoMondo, Gianni
Cappellotto -tutti vicentini- sono stati i protagonisti
del Primo Campus Solidarietà in Marocco.
Per due settimane a cavallo tra luglio e agosto
hanno viaggiato per il Paese, incontrato istituzioni religiose, politiche e sociali, fatto un’esperienza
concreta in un progetto di cooperazione allo sviluppo nelle 30 scuole dell’area di Beni Mellal all’interno del Paese, hanno attraversato a piedi le
montagne e i boschi del medio Atlante. L’obiettivo
del Campus è stato contribuire come giovani, e come gruppo scout, a “costruire un ponte di dialogo
tra religioni a favore della pace” e anche a raccogliere sul campo storie, testimonianze e messaggi
che hanno poi riportato in Italia al loro rientro. Tra
questi anche quello per le scuole veronesi del Circolo Didattico di Bussolengo che dall’anno scorso
hanno stretto con le omologhe marocchine un “patto” di solidarietà. Ai bambini e agli insegnanti del
Circolo, gli scout vicentini, hanno portato anche in
segno di amicizia e fratellanza degli oggetti costruiti da loro con la lana e il filo di ferro, tanti disegni e
una letterina di ringraziamento.
Il tutto è stato consegnato alle scuole di Bussolengo venerdì 10 novembre.
Sempre parte del viaggio, e meravigliosa esperienza concreta per tutti noi, è stato poi il ritorno in Italia in
pullman, di quelli che ogni giorno partono dal sud del
Marocco e portano gli emigranti in Europa. Un viaggio di 50 ore in compagnia di giovani, uomini, donne
e bambini che rientravano al lavoro dopo qualche
giorno di vacanza passato con le famiglie. Qui è stato
possibile raccogliere storie di ordinaria emigrazione,
difficoltà quotidiane tra affitti da pagare, incomprensioni e discriminazioni, raccontate in uno strano mix
di dialetto veneto e italiano, tra soste inaspettate per
consentire la preghiera dell’autista.
Ora che siamo tornati, la nostra avventura continua ancora nel rendere partecipi le altre persone della
nostra esperienza. Oggi siamo infatti più entusiasti di
quando siamo partiti perché è attraverso la conoscenza di questa cultura così lontana dalla nostra che abbiamo imparato ad apprezzare la ricchezza enorme che si
cela dietro la diversità. Non dimenticheremo facilmente i nostri amici amazirt, gli uomini liberi che vogliono
un futuro più giusto per loro e per le loro montagne e
cercheremo di sostenerli ancora nei loro progetti.
Inoltre, vivendo a stretto contatto con la gente che
non ha niente, e che nonostante questo dà tutto quello
che ha, abbiamo riscoperto la bellezza e l’importanza
dell’ospitalità. Un valore a cui noi come scout crediamo
molto e che vogliamo promuovere anche tra di voi.
Ci auguriamo che tutti riusciate, prima o poi, a trovare l’occasione per gettare il cuore oltre l’ostacolo e
imboccare la strada di chi parte ed arriva!
I ragazzi scout
del clan "Argonauti" del Vicenza 1
dal diario di viaggio
A tu per tu con i bambini
La sveglia era alle 7.30: abbiamo faticato non poco a riprenderci dopo aver fatto baldoria fino all’alba con le musiche dei giovani Amazirt, che avevano cantato apposta per
noi un repertorio di musiche locali ritmate da due tamburi,
un flauto dolce e un violino ricavato da una latta.
Al mattino, la nostra colazione è stata una tazza di
minestra piccante, svariato pane fritto con olio, miele e
frutta secca!!!
Fin tanto che abbiamo consumato l’originale colazione, sono usciti da scuola anche i bambini. Allora ci siamo
seduti tutti insieme, al riparo della grande tenda, e abbiamo fatto conoscenza.
A loro abbiamo così riferito le domande che i coetanei italiani avevano preparato per loro. E immediata è scattata
la curiosità anche tra questi bambini di
rimandare tramite noi un messaggio ai
loro coetanei.
Quindi siamo partiti verso il secondo villaggio, a quattro ore di cammino.
Abbiamo fatto subito il nostro ingresso
nella scuola e, tra l’euforia dei bambini,
ci siamo presentati consegnando loro
i nostri doni (i segnalibri delle scuole veronesi, i quaderni e le caramelle dei bambini vicentini). Anche con loro
abbiamo parlato un po’ di quello che facciamo in Italia,
abbiamo ripetuto anche a loro le curiosità espresse dai
bambini italiani per poter riferire tutto al nostro ritorno.
Poi, chiusa la scuola, sempre insieme ai bambini ci siamo
incamminati verso la casa di Irs dove ci stavano aspettando
per il pasto. Qui ci aspettavano i più importanti membri del
villaggio che ci hanno fatto accomodare in uno stanzone
dove si sarebbe consumato il pranzo.
Abbiamo cominciato col the caldo seguito da svariati
spiedini; continuando col tipico tajin ricolmo di carne e uvetta,
abbiamo finito con un vassoio di anguria e melone bianco.
Un brevissimo momento di riposo poi, con l’insistenza
tipica dei bambini, siamo stati trascinati a giocare. Dopo tre
ore di bans e giochi siamo ripartiti alla volta di Tamadot,
sempre a piedi, dove siamo arrivati stremati dal cammino
solo al tramonto.
Già da lontano, però, cresceva dentro noi un terribile sospetto: all’orizzonte vedevamo levarsi un fuoco, e ciò significava quasi sicuramente la preparazione
di cibo, in particolare di carne. Infatti “arrivati” ci aspettava uno spiedino di quattro
metri infilzato in uno sfortunato capretto
ucciso appositamente per noi…
E alla fine di un banchetto che non vi
dico, c’eravamo appena stesi per riprenderci dall’abbuffata quando il brusio di
sottofondo dei bambini che avevano
mangiato con noi è aumentato considerevolmente fino a svegliarci: dove
prima c’erano 30/40 persone ora c’erano almeno un centinaio di bambini che
ci hanno costretto a ricominciare con canti e balli…
Ormai era molto tardi e ci hanno chiesto se prima di
andare a letto gli facevamo sentire una nostra preghiera:
noi abbiamo cantato il canto “Signor tra le tende schierati” e il “Padre nostro”, loro ci hanno fatto sentire le loro preghiere che consistevano nel ringraziare il loro Dio per le
cose belle della vita. E poi… finalmente tutti a dormire!
Davide Antonello
del clan “Argonauti” del Vicenza 1
l B RE V I o
[ SCUOLE SOLIDALI. Si è aggiunta un’altra scuola tra i sostenitori del progetto. Dopo il gemellaggio stretto
tra quattro classi di Beni Mellal e il Circolo Didattico di Bussolengo (Verona) che proseguirà anche per tutto
l’anno prossimo, una nuova preziosissima adesione è giunta dal Liceo classico Minghetti di Bologna. Insieme
alle insegnanti, gli studenti hanno infatti raccolto fondi all’interno della loro scuola per sostenere in Marocco
una classe e anche due singole bambine agli studi.
Come Organizzazione siamo grati e molto orgogliosi di questi gemellaggi perché danno un senso al nostro
progetto di scambio e di solidarietà che va oltre l’aspetto (altrettanto vitale, purtroppo) economico. E diventa
stimolo, opportunità, motivo e –speriamo- strumento per crescere tutti. E insieme. Grazie alle insegnanti che
hanno creduto fin dall’inizio in questa iniziativa.
[ TESTIMONI PREZIOSI. Un importantissimo contributo è quello che in questi mesi stanno offrendo, girando
per molte città dell’Italia del nord, gli scout del Clan Agesci Vicenza 1 che, di rientro in Italia dall’esperienza
fatta nel nostro progetto in Marocco, si sono messi a disposizione per raccontare in prima persona ciò che
hanno visto e appreso. Una testimonianza diretta e originale che sta raccogliendo particolare successo tra
i sostenitori e gli aderenti della nostra Ong e che aiuta non poco a rendere “più vivo” e più “vicino” ciò che
stiamo facendo in Marocco.
Ai ragazzi, ai loro accompagnatori e alle famiglie che li sostengono, il grazie più sincero.
[ Per sostenere il progetto. NUOVI SOSTENITORI. Con 180 euro sostieni uno scolaro/a nel corso dell’anno
scolastico. Con questa somma lo doterai di libri e altro materiale didattico. Con 400 euro annui sostieni, invece,
le spese per acquistare i materiali didattici e pagherai lo stipendio di un insegnante. Con un contributo di 9000
euro saremo in grado di sostenere le spese di una scuola del villaggio: acquistare arredi e materiali, dotarla di
1 insegnante e coprire le spese di affitto e gestione per un anno. Sono naturalmente preziose altre forme di
sostegno libere al progetto. L’importante è specificare sempre la causale del versamento (progetto Tornare a
scuola) sia per quanto riguarda il pagamento tramite bonifico bancario (intestato al Mlal su c/c n. 512080 di
Banca Popolare Etica – sede di Padova Abi 5018 Cab 12100) sia tramite bollettino postale (c/c 12808374).
Mlal ProgettoMondo
viale Palladio 16, 37138 Verona
tel. 045 8102105
[email protected] www.mlal.org
versamenti (intestati al Mlal):
c/c postale 12808374
c/c bancario 512080 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12100)
Causale «Progetto Tornare a scuola»