Filii è un vino bianco prodotto tra le montagne a
Transcript
Filii è un vino bianco prodotto tra le montagne a
tesori nascosti Il Riesling e i suoi bravi figlioli Filii è un vino bianco prodotto tra le montagne a nord di Trento grazie all’unione di quattro uve diverse. Minerale, aromatico, dal basso tenore alcolico ma ben strutturato I l riesling è sicuramente un vitigno che, se ben trattato, è capace di dare ottimi risultati. Specie quando ha dalla sua viticoltori appassionati e i terreni giusti, ricchi di minerali. Entrambe le condizioni, da noi, si trovano facilmente in Trentino Alto Adige, dove di vino Riesling di qualità elevata ce n’è, eccome. Il vitigno insomma se la cava alla grande - e non solo nel nostro Paese - ma ha anche un altro pregio: sa essere pure un buon genitore (padre o madre, secondo i casi). Incrociato con altri vitigni, per esempio, ha dato vita a uve diverse e fascinose, come il kerner, il müller thurgau, l’incrocio Manzoni. Vitigni che dunque sono suoi eredi diretti. Con l’incrocio Manzoni, il discendente più giovane, per esempio le somiglianze sono forti. Nel fisico, ovvero nel grappolo, e nel carattere. E Filii, figli appunto in latino, scritto in caratteri gotici, a ricordare un po’ l’origine Le quattro uve dalle quali si produce il Filii derivano da vigneti collocati ad altezze e luoghi differenti. Vigneti delle Dolomiti Igt Bianco “Filii” Pojer & Sandri Via Molini 4 38010 Faedo (Tn) tel. 0461.650342 fax 0461.651100 www.pojeresandri.it 9 euro 106 Il mio vino luglio 2010 tedesca del vitigno, appare sull’etichetta di un nuovo bianco prodotto dalla collaudata e creativa coppia trentina Pojer e Sandri. Un bianco ottenuto assemblando i vini prodotti separatamente delle uve suddette, genitore e figli: riesling, kerner, müller thurgau e incrocio Manzoni. Un vino che ricorda in qualche modo i classici vini della Mosella, gustosi, profumati, dal basso grado alcolico, intorno ai 7 gradi, e che da noi costano una cifra non proprio economica. Il Filii - da considerare un autenti- co vino di montagna per la collocazione della cantina e soprattutto dei vigneti, distribuiti in valle di Cembra e sui dossi intorno a Faedo – ha dalla sua un paio di caratteristiche più interessanti, vale a dire un prezzo decisamente abbordabile, 9 euro e, rispetto ai “parenti” tedeschi, un grado alcolico più elevato, 9,5 gradi. Filii è confezionato in bottiglie da 0,5 litri, la quantità ideale per due persone che bevono mangiando. “Un vino salvapatente”, come qualcuno ha sottolineato. L’abbiamo assaggiato in casa Pojer, da solo, in bicchieri ampi, e poi a casa nostra, in compagnia di un risotto agli asparagi e a un plateau di formaggi francesi. In entrambe le occasioni non sono rimaste tracce. La cosa sorprendente, bevendo questo vino alla sua prima annata di produ- La lavorazione dei grappoli in cantina avviene a una bassa temperatura, soprattutto nella fase finale. Mineralità e armonia racchiuse in una bottiglia dal giusto formato zione, è che il grado alcolico sembra ben più elevato, tale è la struttura del vino, accompagnata da una buona mineralità (ben elargita dai terreni in porfido dei dossi trentini intorno a Faedo) e da una piacevole aromaticità, presente, snella. Niente profumi dirompenti, insomma, ma grande armonia. Un'idea dal 1975 Come può venire in mente un vino così? “L’idea è sempre stata nell’aria, fin dalla nostra prima vendemmia, quella del 1975”, ricorda Mario Pojer, “perché fare vini freschi, fragranti e profumati è stato il nostro primo obiettivo. Nel 1985 facemmo il nostro primo vino dolce importante, l’Essenzia, con uva da vendemmia tardiva, in stile nordico, vale a dire alta acidità e basso tono alcolico, 9 gradi o poco più. Con la vendemmia 2009, la numero 35, abbiamo ancor di più accentuato lo stile dei nostri colleghi tedeschi, che fanno anche quattro o cinque giri in vigna per scegliere le uve in base alle tipologie di vino che vogliono fare. Noi abbiamo raccolto, in passaggi diversi, il 40% dei grappoli delle quattro uve artefici del Filii da vigne posizionate in luoghi differenti per altezza ed esposizione. Il resto delle uve, lo abbiamo poi usato per gli altri nostri prodotti, il Palai, il Besler, l’Essenzia”. La trasformazione delle uve in cantina è piuttosto semplice: i grappoli appena raccolti sostano in cella frigorifera, poi vengono lavati con una macchina speciale inventata dallo stesso Pojer per togliere ogni residuo ambientale e di lavorazione in vigna. La pressatura dei grappoli interi si fa in atmosfera controllata (in gergo iperriduzione), così come è rigorosamente controllata anche la temperatura, volutamente tenuta bassa nella fase finale della fermentazione. Per fare in modo che i lieviti indigeni lascino qualche grammo di zucchero residuo, indispensabile per rendere armonico un prodotto ad alta acidità e a bassa gradazione. Insolita la confezione, bottiglie renane come detto da 0,5 litri con capsula blu ed etichetta che vuole ricordare i primi vetri blu usati dai vignaioli sulla sponda destra del Reno. I caratteri sono gotici, a ricordare Albrecht Dürer il grande incisore di Norimberga vissuto a cavallo del 1500. Attenzione a un particolare: sull’etichetta troverete scritto 2010, che non può essere evidentemente l’anno della vendemmia, ma non è neanche un errore. “È l’anno dell’imbottigliamento del vino”, spiega Mario Pojer, “Abbiamo voluto fare un parallelismo con la tradizione degli spumanti metodo classico, che indica la data di sboccatura della cuvèe originata spesso da più vendemmie”. Insomma la storia, le scelte mirate, le tecniche produttive ci sono tutte. C’è, naturalmente, anche il vino, da bere con curiosità, cura e piacere. ❦ luglio 2010 Il mio vino 107