1. PREMESSE E OBIETTIVI DI RIFERIMENTO 1.1 I Piani Comunali
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1. PREMESSE E OBIETTIVI DI RIFERIMENTO 1.1 I Piani Comunali
1. PREMESSE E OBIETTIVI DI RIFERIMENTO 1.1 I Piani Comunali di Protezione Civile Con l'emanazione delle nuove direttive nazionali e regionali si è andata sempre più affermando la consapevolezza che le attività di Protezione Civile non debbano solo limitarsi alla gestione dell'emergenza (... attuazione degli eventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza), ma abbiano quali obbiettivi principali, per una seria politica di mitigazione dei rischi e di limitazione dei danni, la previsione (...attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi) e la prevenzione (...attività volte a evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione) dei fenomeni calamitosi. In tale ottica si auspica che le autorità comunali di Protezione Civile (Sindaci), che sono tenute, secondo le normative nazionali e regionali vigenti, a disporre di tutti i dati utili di conoscenza delle situazioni a rischio del proprio territorio, vogliano attuare o realizzare le condizioni per non trovarsi impreparati di fronte alle emergenze. Il sistema delle conoscenze, corredato dai dati cartografici e delle informazioni tecnicoamministrative, consente di porre in essere sul piano tecnico le proposte rivolte all'eliminazione o al contenimento dei fattori di rischio; consente inoltre di organizzare l'approntamento dei mezzi e delle strutture operative necessarie agli interventi di Protezione Civile, con particolare riguardo alle misure di emergenza. 1.2 Situazione Legislativa La legge 225/92 istituisce il Servizio Nazionale della Protezione Civile, ossia un sistema organico di funzioni e competenze rimesso a più Enti e strutture e coordinato da un'autorità centrale; l'attuale assetto delle competenze, disegnato dalla legge 225/92, definisce i livelli di emergenza a cui corrispondono diversi livelli di attribuzione della responsabilità di direzione e coordinamento degli interventi in fase operativa. Il Sindaco secondo l'articolo 15 della Legge 225/92, detiene l'importante funzione di "autorità comunale di Protezione Civile"; lo stesso al verificarsi delle emergenze assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite 1 avvalendosi della struttura comunale di Protezione Civile ed ha l'obbligo di comunicare tempestivamente al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale lo stato di emergenza. Il Prefetto (le cui funzioni sono quelle di organo provinciale di Protezione Civile - art. 14) adotta i provvedimenti di sua competenza coordinando la propria attività con quella dell'autorità comunale di Protezione Civile ed interviene su richiesta del Sindaco qualora l'evento non possa essere fronteggiato con i mezzi propri del comune. È evidente come il Comune sia il primo tassello nel mosaico della gestione delle emergenze intorno al quale si organizzano le altre strutture; per questo "Ogni Comune secondo l'art. 108 del Decreto Legge 112/98 - deve dotarsi di una struttura comunale di Protezione Civile", e la sua disciplina deve essere disposta con appositi regolamenti previsti dall'art. 51 della legge 142/90 (legge di Riforma delle Autonomie Locali). La gestione di una emergenza, come suggerisce la legge, è quindi frutto di un continuo e articolato processo di scambi di informazioni e di organizzazione ordinata dei soccorsi, processi che non si improvvisano nel momento dell'emergenza. L’esperienza del terremoto umbro – marchigiano, dove i comuni non disponevano di un piano di emergenza con l’indicazione dei servizi di base in aree già individuate, è stata determinante per l'approvazione del D.L. 112/98 che trasforma in obbligo ("deve") la possibilità ("può" di cui alla 225/92) per i comuni di dotarsi di una struttura di Protezione Civile prevista attualmente dall'art. 108. La necessità di una pianificazione locale di emergenza risulta essenziale se si pensa che in moltissimi comuni incombono situazioni di rischio ormai note e a questo si aggiunge che gli stessi sono localizzati in territori montani, mal collegati alle principali vie di comunicazione e lontani da scali marittimi o aeroportuali. Le altre disposizioni legislative cui si è fatto riferimento nella redazione del presente Piano Comunale di Protezione Civile sono: - Legge Nazionale n° 183 del 18 maggio 1989 - Legge Nazionale n°142 del 08 giugno 1990 - D.P.R. n° 66 del 06 febbraio 1981 - D.P.R. n°347 del 25 giugno 1983 - D.P.R. n° 175 del 17 maggio 1988 2 - D.P.R. n°51 del 30 gennaio 1993 - D.P.R. n°613 del 21 settembre 1994 - Legge Regionale n° 47 del 4 febbraio 1997 1.3 Schema Operativo I "compiti" che l'Autorità Comunale di Protezione Civile (il Sindaco) deve tenere presente nell'attività preparatoria dei piani di emergenza e nella fase di emergenza vera e propria possono essere raggruppati in otto punti. 1) Definire, attraverso adeguate strutture tecniche, uno scenario di rischio (rappresentazione dei fenomeni che possono interessare un determinato territorio provocandovi danni a persone o cose) per il territorio comunale, ed informare periodicamente i cittadini sui provvedimenti e sui comportamenti da adottare in caso di emergenza. 2) Rendere costantemente reperibile presso l’Ufficio Territoriale di Governo (ex Prefettura) un rappresentante del Comune. 3) Dotare il Comune di una struttura di Protezione Civile (costituita da vigili urbani, tecnici e/o gruppi di volontari locali organizzati). 4) Individuare aree (da vincolare in sede di pianificazione urbanistica) dotandole di servizi per esigenze di Protezione Civile e punti strategici sugli itinerari di afflusso/deflusso per dirigere colonne di aiuto o evacuazione dei cittadini. 5) Individuare i provvedimenti fondamentali da attivare in caso di emergenza per i vari tipi di rischi. 6) Organizzare un sistema di comando e di controllo in una sala operativa ed un sistema alternativo costituito da radioamatori per mantenersi in collegamento con i responsabili delle attività essenziali. 7) Mantenere aggiornato il presente Piano di Protezione Civile (pianificazione comunale di emergenza) nel quale sintetizzare gli elementi essenziali di cui sopra. 8) Effettuare periodicamente (almeno ogni 6 mesi) esercitazioni di attivazione del piano di Protezione Civile, possibilmente su allarme e non predisposto e (almeno ogni 2 anni) l’aggiornamento del Piano. L'analisi dei punti elencati definisce le linee della pianificazione comunale di emergenza che si può scindere in due fasi che, se pur distinte, sono interconnesse: una fase 3 conoscitiva che si traduce sostanzialmente in una fase di preparazione del territorio che corrisponde ai punti 1) e 4) (definizione degli scenari di rischio ed individuazione di aree non soggette a rischio di alcun tipo da attrezzare per fronteggiare situazioni di emergenza) ed una fase di organizzazione per fronteggiare l'emergenza (punti 2-5-6-7-8). In sintonia con quanto sopra, il presente Piano Comunale si pone i seguenti obiettivi di riferimento: ¾ creare una memoria storica documentale, relativamente agli eventi calamitosi verificatisi nel passato sul territorio comunale e nel suo immediato intorno; ¾ ampliare le conoscenze circa i rischi a cui è soggetto il territorio, con l’obiettivo di prevedere l’instaurarsi di situazioni di emergenza e prevenire, o quantomeno ridurre, le conseguenze degli eventi calamitosi; ¾ creare una banca dati, consultabile in tempo reale, sui rischi e le risorse presenti sul territorio comunale; ¾ contribuire alla formazione nell’Amministrazione Comunale, di una mentalità che recepisca i concetti della protezione civile nell’ordinaria attività di programmazione e di governo del territorio; ¾ costituire un punto di riferimento certo e concreto per l’Amministrazione Comunale, circa le scelte da operare sul territorio; ¾ offrire gli indispensabili elementi di base per la pianificazione d’emergenza. L’effettivo conseguimento degli obiettivi di cui sopra, dovrà essere verificato durante le esercitazioni periodiche che dovranno essere svolte ad intervalli almeno annuali. Si precisa infine che, in attesa dell’emanazione da parte della Regione Calabria di specifiche direttive circa le metodologie da utilizzare per la rilevazione, raccolta, elaborazione ed aggiornamento dei dati di rischio, si è provveduto in via preliminare alla verifica delle metodologie già attualmente utilizzate e all’acquisizione dei dati supportati da valutazioni e studi scientifici. 4 2. ANALISI ED ESPOSIZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE 2.1 Premesse L’analisi dei rischi ai quali è soggetto il comune di Palmi è stata preceduta dalla conoscenza della realtà naturale e antropica del territorio stesso. Pertanto ai fini della conoscenza del sistema ambientale del territorio comunale (aspetti geologici, idrogeologici, climatici, ecc.) delle sue attuali tecniche di governo e del sistema antropico (distribuzione della popolazione, sistema dei trasporti, attività produttive, ecc.), si è ritenuto di avvalersi anche delle analisi e degli studi realizzati a corredo del Programma di Previsione e Prevenzione di Protezione Civile della provincia di Reggio Calabria (Abbate et al. –1998). La sola valutazione della pericolosità rappresenta, infatti, un elemento insufficiente a determinare il livello di rischio esistente in una data area; affinchè un evento naturale o antropico produca danni è necessario che nell’area interessata ci siano degli elementi a rischio quali: popolazione, attività economiche e commerciali, beni culturali ed ambientali, la cui realtà territoriale potrebbe essere modificata nella molteplicità degli aspetti. L’analisi dell’esposizione al rischio che riguarda la presenza sul territorio di persone ed opere antropiche e la loro posizione relativa rispetto alle sorgenti di pericolosità è rappresentata dall’identificazione e localizzazione di quelle strutture il cui funzionamento riveste un particolare valore per la comunità che vi risiede. 2.2 Il territorio e la popolazione La città di Palmi, distante 47 km da Reggio Calabria, sorge in posizione privilegiata su un pianoro protetto ad Est e Sud Est dai Piani della Corona e dal Monte Sant’Elia ed affacciato sul mare Tirreno; dal punto di vista topografico la superficie comunale è di 31.73 kmq, con una quota del territorio che va dai 579 m s.l.m. di Monte Sant’Elia ai 250 m s.l.m. del centro abitato agli 80 m s.l.m. della fraz. Taureana. ESTENSIONE TERRITORIALE_______ 31.73 kmq POPOLAZIONE RESIDENTE________ 19.970 POPOLAZIONE MAX TURISTICA_____ 30.000 NUMERO DI FRAZIONI_____________ 12 LATITUDINE (Rif. Piazza I° Maggio)___ 38° 21’ 29” 5 LONGITUDINE (Rif. Piazza I° Maggio)_ 15° 51’ 10” ALTITUDINE (Rif. Piazza I° Maggio)___ 232 m s.l.m. DIREZIONE PREV. DEL VENTO______ OVEST (Ponente) DENSITA’ ABITATIVA______________ 615 ab/kmq L’esposizione relativa al fattore popolazione per qualsiasi rischio ambientale, è subordinata alla conoscenza di due indicatori: - la distribuzione della popolazione - l’entità della popolazione a rischio, ovvero di quella fascia di abitanti che in caso di emergenza potrebbe necessitare di assistenza ed attenzioni particolari. 2.3 Il patrimonio edilizio Insistono sul territorio oltre 8.000 abitazioni in 4888 edifici: n° edifici Anno di costruzione Tipologia 31 Ante 1919 Muratura 1100 Post 1919 Muratura 3757 Post 1919 Cemento armato/Misti Il patrimonio edilizio si presenta così suddiviso: - il 10% circa realizzato subito dopo il terremoto del 1908 in muratura mista, pietrame ecc., mediamente in edifici a due o tre piani f.t..; - Il 20% circa degli edifici, ricadente nelle zone: centro storico, Rione Cittadella e parti antiche della Città, è stato realizzato tra gli anni 30-60 con struttura in muratura ordinaria e parte in muratura mista a c.a.; tali edifici rappresentano la maggior parte delle case popolari (Rione Pille, Ferobeton, dietro finanza etc.); - il 25% circa di edifici, mediamente a 3/4 piani f.t. ed in cemento armato, è stato costruito negli anni 60-80 in tutto il territorio del centro abitato; - il 20 % del totale è rappresentato da costruzioni unifamiliari o bifamiliari sparse nelle zone periferiche e di espansione della città ed è stato realizzato secondo criteri antisismici ed in conformità allo strumento urbanistico vigente; - il rimanente 25% degli edifici circa è stato realizzato abusivamente su tutto il territorio comunale, con altezza media di metri 10 ed oltre. 6 Le domande di concessione in sanatoria presentate negli ultimi condoni edilizi sono pari a 3100. 2.4 Attività economiche e popolazione attiva La distribuzione della popolazione per l’attività economiche ci fornisce un primo quadro dei livelli di esposizione funzionale dell’intero comune. Nella tabella seguente vengono riportati dati relativi alle varie attività svolte tratte dai dati del censimento ISTAT 1991. 5826 unità POPOLAZIONE ATTIVA Settore: AGRICOLTURA, CACCIA, SILVICOLTURA E PESCA 18% (1026 unità) Settore: INDUSTRIE E TRASPORTI 23% (1358 unità) Settore: COMMERCIO 14% ( 787 unità) 2% ( 123 unità) Settore: ALBERGHI E RISTORANTI 44% (2552 unità) Settore: SERVIZI Sul territorio vi è una rilevante presenza di aziende agricole (oltre 1280) che occupano una superficie di circa 1600 Ha; importante sono le piccole aziende artigianali (oltre 320) con un’occupazione del 25% circa della popolazione attiva 2.5 Il sistema scolastico Il sistema scolastico del comune di Palmi è caratterizzato sul territorio dalle seguenti scuole: Denominazione Ubicazione Popolazione studentesca Scuola Materna Pille Via Virgilio Scuola Materna Trodio Via Concordato Scuola Materna Impiombato Via Campania Scuola Materna San Giorgio Via F. Battaglia Scuola Materna Santa Maria Via S. Maria Scuola Materna San Leonardo Loc. San Leonardo Scuola Elementare Trodio Via Concordato I° Circolo Scuola Elementare San Francesco Palmi Sud Scuola Elementare Scuola Elementare Palmi Nord N° 973 Scuola Media “E. Fermi” Via Vittorio Emanuele 7 Denominazione Ubicazione Popolazione studentesca Scuola Media “Milone” Via Mazzini N° 397 Scuola Media “Minniti” Via B. Buozzi N° 300 Scuola Media “Zagari” Piazza Martiri N° 349 Liceo Classico “N. Pizi” Piazza Martiri N° 321 Ist. Magistrale “C. Alvaro” Via Campanella N° 493 Liceo Scientifico “G. Marconi” Rione Trodio N° 338 Istituto Tecnico Agrario C.da Trodio N° 236 Istituto Commerciale “Einaudi” Via B. Buozzi N° 766 Istituto d’Arte Via B. Buozzi N° 318 Ist. Prof. Ind. e Artigianato “Ferrarsi” Via Pilli N° 269 2.6 Il sistema sanitario Il comune di Palmi è inserito nel sistema sanitario dell’ASL n° 10 “Palmi” che comprende 30 comuni ed un bacino d’utenza di 163.572 abitanti. Le strutture sanitarie pubbliche più vicine al comune di Palmi sono: Denominazione Reparti Posti letto Ospedale di Palmi 5 79 Ospedale di Polistena 8 143 Ospedale di Oppido Mamertina 3 87 Ospedale di Taurianova 5 90 Ospedale di Gioia Tauro 3 86 Ospedale di Cittanova 1 14 2.7 Pubblica amministrazione e strutture di emergenza Gli edifici pubblici o strategici costituiscono parte integrante dell’esposizione sia per l’attività che svolgono ai fini dell’emergenza dopo l’evento, sia come contenitori di risorse umane che all’interno vi gravitano. 8 Denominazione Ubicazione Municipio P.zza Municipio Carabinieri Via Condello Commissariato Via B. Buozzi Polizia Stradale Svincolo Autostrada A3 Vigili del Fuoco SS.18 – Sant’Elia Guardia di Finanza Via XXIV Maggio Comando Vigili Urbani Via Nicola Sauro Casa Circondariale Piazzale Trodio Tribunale/Procura P.zza Amendola Pretura Via Roma Ufficio Postale Via Cesare Battisti 2.8 Strutture ricettive Nel territorio comunale di Palmi sono presenti diverse strutture ricettive di tipo alberghiero: Denominazione Ubicazione Hotel Arcobaleno Località Taureana Hotel Garden P.zza Lo Sardo Hotel Sant’Orsola Via Trieste Hotel Miami Località Tonnara Hotel South Paradise Località Pietrenere Pensione Katia Località Ciambra Pensione Marinella Località Marinella Pensione La Quiete Località Profania e camping/villaggi: Denominazione Ubicazione Camping Villaggio Annà C.da Scinà Pietrenere Camping Villaggio Giosuè C.da Scinà Pietrenere Camping Villaggio La Quiete C.da Scinà Pietrenere Camping Villaggio Sing Song C.da Scinà Pietrenere Camping Villaggio Due Pini Loc. Scinà 9 Villaggio La Mimosa C.da Scinà Pietrenere Camping San Fantino Loc. San Fantino Camping Poseidon C.da Scinà Villaggio Camping Sant’Elia Via Monte Sant’Elia Villaggio Donna Canfora Loc. Pietrenere 10 3. Identificazione e censimento dei Rischi Il concetto di rischio è definito dal concorso di diversi componenti, rappresentabili con il seguente schema. PERICOLOSITA’ ESPOSIZIONE RISCHIO EFFETTI LOCALI (Severità dell’azione) VULNERABILITA’ (Severità delle conseguenze) In cui: - pericolosità: frequenza ed intensità prevedibili degli eventi che interesseranno un territorio in futuro; - effetti locali: variazioni della pericolosità all’interno di un territorio; - esposizione: distribuzione di persone, attività produttive e risorse, con particolare riferimento agli insediamenti e alle infrastrutture di un territorio; - vulnerabilità: effetti distruttivi prevedibili che un evento di una certa intensità avrà sulle attività produttive, gli insediamenti e le infrastrutture di un territorio. Fatta questa indispensabile premessa e entrando nel merito della classificazione dei rischi, va ricordato che nel recente passato veniva fatta una netta distinzione tra gli eventi calamitosi naturali e quelli antropici. Negli ultimi anni è viceversa aumentata la consapevolezza che i limiti di questa schematizzazione sono spesso sfumati, se non addirittura indefinibili. La stessa Legge quadro 225/92 considera indistintamente gli eventi naturali e gli eventi connessi con l’attività dell’uomo e l’unica distinzione che viene operata all’art. 2 è basata sulle modalità con cui devono essere fronteggiati tali eventi. In questa sede si è cercato, per ciascuna tipologia di rischio, di tenere sempre presenti entrambi gli aspetti, sia che l’evento fosse riconducibile ad un fenomeno naturale sia dovuto ad un’incontrollata azione umana. I rischi considerati nel presente Piano Comunale di Protezione Civile sono quelli che in considerazione della morfologia e della distribuzione territoriale degli agglomerati urbani 11 che costituiscono il Comune di Palmi, possono incidere in maniera preponderante sulle attività socio-economiche e sul contesto ambientale dell’intero territorio comunale, ovvero: • il rischio geomorfologico ed idraulico • il rischio sismico. Il rischio incendi boschivi ed il rischio neve pur avendo interessato nel passato alcune parti del territorio comunale di Palmi, non sono caratterizzati da una soglia di rischio elevato e comunque restano sempre di competenza di Strutture Operative che dispongono di mezzi e personale tecnico quali: Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Amministrazione Provinciale. L’identificazione e il censimento dei rischi è stato possibile grazie ad un approfondito lavoro di ricerca bibliografica (pubblicazioni scientifiche, articoli di cronaca, documenti di archivio) e di raccolta dati presso gli Enti e le Amministrazioni, la cui funzione è attinente all’ambito della protezione civile. Negli elaborati allegati sono state descritte le diverse tipologie di rischio ai quali è soggetto il territorio comunale e per ciascun rischio si è cercato di: a) definire le cause che lo determinano; b) caratterizzarne le modalità di accadimento; c) analizzare sinteticamente gli eventi più significativi del passato; d) ipotizzare degli scenari di rischio; e) fornire preliminari indicazioni organizzative e comportamentali. Sebbene nel presente Piano Comunale si sia privilegiato un approccio sistematico alle varie tipologie di rischio, è opportuno ricordare che nella realtà i rischi non sono sempre così nettamente distinguibili ma viceversa spesso tendono a manifestarsi congiuntamente. 12