Nomasense Informativa tecnica | 05
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Nomasense Informativa tecnica | 05
I nf or m ativ a tecnic a | 05 Ottimizzare lo sviluppo post-imbottigliamento del vino: concentrazione totale di ossigeno (TPO) e importanza dell’ossigeno presente nello spazio di testa Enology team Le attuali tendenze di un mercato in cui il vino viene consumato a breve distanza dal momento dell’acquisto suggeriscono un crescente interesse per le pratiche di vinificazione in grado di produrre vini pronti per il consumo al momento di immissione sul mercato. Tuttavia, il più delle volte trascorrono diverse settimane o perfino mesi tra l’imbottigliamento e il consumo di una bottiglia di vino, durante i quali le caratteristiche organolettiche del vino possono modificarsi a seguito delle diverse reazioni chimiche in atto. In generale, si dice spesso che i vini raggiungono il giusto equilibrio dopo aver trascorso un certo periodo di tempo in bottiglia, purché si verifichino le condizioni adeguate, tra cui livelli appropriati di ossigeno. Il tipo di tappo e, in particolare, il suo tasso di trasmissione dell’ossigeno (Oxygen Transmission Rate, OTR) costituisce un fattore cruciale che interviene nell’esposizione all’ossigeno all’interno della bottiglia (si vedano le newsletter tecniche di Nomacorc n. 1-4). Tuttavia, l’OTR del tappo non è l’unico fattore che influisce sull’esposizione all’ossigeno del vino all’interno di una bottiglia sigillata. La Figura 1 mostra una serie di dati raccolti presso diverse aziende vinicole grazie all’analizzatore di ossigeno Nomasense® basato sull’oxo-luminescenza. Tali dati sono stati raccolti durante diversi imbottigliamenti avvenuti mediante l’utilizzo di vari tipi di tappi e attrezzature per l’imbottigliamento. Si nota chiaramente che la quantità di ossigeno presente in fase di imbottigliamento, in genere denominata TPO (Total Package Oxygen), può arrivare a diversi mg/L raggiungendo, in alcuni casi, valori vicini ai 10 mg/L. Se si considera che i tappi attualmente disponibili in commercio lasciano passare da 0,5 a 5 mg circa di O2/ bottiglia/anno, tali valori equivalgono al contenuto di ossigeno che attraverserà il tappo nell’arco di diversi anni. Si può pertanto affermare che il TPO rappresenta una componente estremamente importante dell’ossigeno al quale è esposto il prodotto finito durante tutto il suo ciclo di vita. Le argomentazioni seguenti intendono dimostrare l’influenza del TPO sull’evoluzione del vino, illustrando in quale modo una corretta gestione del TPO possa costituire un fattore chiave per garantire un’evoluzione postimbottigliamento uniforme. Ossigeno disciolto e presente nello spazio di testa: i componenti del TPO La Figura 1 mostra inoltre, per ognuna delle misurazioni del TPO effettuate, la suddivisione tra l’ossigeno disciolto (DO) e l’ossigeno presente nello spazio di testa (HSO). Sebbene il DO sia spesso maggiore dell’HSO, sono stati rilevati diversi casi in cui, nonostante un basso livello di DO, il TPO era comunque elevato a causa di un alto valore di HSO. Ciò è ancor più interessante se consideriamo che la maggior parte delle aziende vinicole valuta la propria capacità complessiva di controllare l’ossigeno sulla base delle misurazioni del DO. Mentre tale approccioè utile per Figura 1. Valori di TPO misurati alla messa in bottiglia con differenti tipi di chiusure, con evidenzianti i valori di DO e HSO Nomacorc SA | Via L.Dalla Via | Centro direz. Summano, Torre A, Piano 3 36015 Schio (VI) | Italia | tel. +39/0445/500808 | Fax +39/0445/500897 | nomacorc.com w w w. nom acor c.com NomaSe nse - Infor mat iva tec nica | p.1 monitorare l’esposizione all’ossigeno durante l’intero processo di vinificazione, dal punto di vista dell’efficienza dell’imbottigliamento, è ovvio che limitarsi a misurare il DO non è più sufficiente in quanto è necessario tener conto anche dell’HSO. Dai dati riportati nella Figura 1 emerge che valori di TPO troppo elevati sono frequenti in tutti i tipi dichiusura, da quelle cilindrici (tappi in sughero naturale o sughero agglomerato, tappi coestrusi sintetici o stampati a iniezione) ai tappi a vite. I valori di TPO dipendono dalle buone condizioni di stoccaggio e trasporto del vino che possono influenzare l’accumulo di DO prima dell’imbottigliamento, nonché dal funzionamento ottimale delle attrezzature di inertizzazione durante l’imbottigliamento. Sembrerebbe pertanto logico concludere che il tipo di tappo esercita un’influenza secondaria sulla TPO. Tuttavia, in questo insieme di dati si osserva una tendenza per cui i tappi a vite sono sempre caratterizzati da un HSO relativamente più elevato (il valore medio di HSO nel tappo a vite è 3,66 mg/L rispetto a 1,54 mg/L negli altri tappi cilindrici e 1,27 mg/L nei tappi Nomacorc). Ciò riflette probabilmente il fatto che, nelle bottiglie con tappo a vite, il volume dello spazio di testa è decisamente maggiore ed è più difficile eliminare l’ossigeno. Inoltre, l’aria intrappolata sotto al tappo a vite potrebbe ritornare nel collo della bottiglia al momento dell’applicazione del tappo, contribuendo ulteriormente a far aumentare l’HSO. Dal punto di vista pratico, livelli eccessivi di DO o HSO, pur rappresentandodue aspetti dello stesso problema, hanno origini molto diverse e richiedono pertanto soluzioni molto diverse. Tralasciando le problematiche relative a un DO elevato dovuto a condizioni di stoccaggio e trasporto inadeguate, i livelli di DO all’interno della bottiglia sono spesso riconducibili all’accumulo di ossigeno in fase di imbottigliamento, ad esempio a livello delle singole teste di riempimento. Ciò potrebbe causare una variazione relativamente elevata nella TPO durante l’imbottigliamento, come si nota nella Figura 2. Al contrario, i valori di HSO sono collegati alle prestazioni dei dispositivi di inertizzazione installati sulla linea di imbottigliamento (ad es. lavaggio con azoto, sottovuoto, ecc). Il malfunzionamento di questi dispositivi può essere piuttosto frequente sebbene sia difficile da valutare in quanto richiede la misurazione della concentrazione di ossigeno nello spazio di testa di una bottiglia sigillata. I n f luen za del T PO su llo sv iluppo postimbottigliamento del vino Dalle argomentazioni precedenti emerge chiaramente che, dal punto di vista quantitativo, il TPO rappresenta una percentuale consistente dell’ossigeno totale. Ci si chiede pertanto se livelli di TPO superiori alla media possano influire in maniera significativa sulla durata a scaffale del vino. L’influenza della gestione dell’HSO è stata esaminata in alcuni studi svolti dall’Istituto di Ricerca Geisenheim in collaborazione con Nomacorc. L’approccio sperimentale adottato viene illustrato nella Figura 3. I vini sono stati imbottigliati con diversi valori di HSO creando un grado variabile di flusso di CO2 nello spazio di testa. Un volume di HS pari a 6 ml è in linea con i parametri tipici del settore per i tappi cilindrici. Tuttavia, poiché in questo studio sono state utilizzate bottiglie da 375 ml, i livelli di ossigeno presenti nei relativi spazi di testa (espressi in mg/L di vino) sarebbero più bassi del 50% qualora venissero utilizzate bottiglie da 750 ml. Quando si calcolano valori di Circa 1 mg/L di differenza numero testa riempitrice Figura 2. Variazioni di DO osservate su differenti teste di una stessa riempitrice Nomacorc SA | Via L.Dalla Via | Centro direz. Summano, Torre A, Piano 3 36015 Schio (VI) | Italia | tel. +39/0445/500808 | Fax +39/0445/500897 | nomacorc.com NomaSe nse - Infor mat iva tec nica | p. 2 Vino Riesling Imbottigliamento DO 1.1 mg/L Volume spazio di testa 6 mL Figura 3. Disegno sperimentale impiegato nello studio dell’influenza dell HSO sull’evoluzione di vini Riesling in bottiglia. Sono state impiegate bottiglie da 375 mL. HSO per le bottiglie da 750 ml, si ottengono valori finali di 0,2, 1,45 e 2,9 mg/L di vino per i tre livelli di inertizzazione. Si può concludere che la gamma delle concentrazioni di ossigeno nello spazio di testa in questo studio è simile a quella rilevata da altri studi. Pertanto, sebbene ottenute in un contesto esperimentale, le osservazioni di questo studio forniscono indicazioni significative circa la gestione dell’imbottigliamento per la vinificazione su grande scala. Tuttavia, l’importanza del TPO non si limita a scenari a breve termine, in quanto le variazioni del TPO possono modificare il profilo aromatico del vino che si delinea a seguito di periodi di imbottigliamento più lunghi. La Figura 5 mostra l’analisi organolettica condotta sui vini dopo 24 mesi di conservazione in bottiglia a una temperatura di 14 °C. É stato rilevato che i vini con i livelli più alti e più bassi di HSO presentavano caratteri “evoluti” di intensità diversa; in particolare, i vini imbottigliati con valori di HSO inferiori presentavano note meno evolute e sensazioni complessive migliori. Le differenze relative alla “riduzione” erano trascurabili. Dal punto di vista dello sviluppo post-imbottigliamento del vino, la permeabilità all’ossigeno del tappo (OTR) non è l’unico fattore che influisce sull’evoluzione del vino in bottiglia. IlTPO (Total Package Oxygen), costituito dall’ossigeno disciolto (DO) e da quello presente nello spazio di testa (HSO) durante l’imbottigliamento, svolge un ruolo di fondamentale importanza. Un TPO troppo elevato, spesso dovuto a un eccessivo accumulo di ossigeno durante le operazioni di imbottigliamento, è associato alla perdita prematura di SO2, mentre variazioni della TPO non controllate possono determinare differenze significative tra una bottiglia a l’altra. Il monitoraggio del TPO è essenziale per minimizzare variazioni imprevedibili che avvengono durante la conservazione in bottiglia e rappresenta un sistema efficace per ridurre in via definitiva le concentrazioni di SO2 in fase di imbottigliamento. SO2 Libera Intensità Le variazioni di SO2 libero sono state monitorate nel tempo durante l’affinamento in bottiglia (per questo studio sono state utilizzate bottiglie da 375 mL). I risultati relativi ai tre livelli di HSO esaminati sono riportati nella Figura 4. L’HSO iniziale (e pertanto la TPO) ha svolto un ruolo importante nella diminuzione di SO2 nei primi 4 mesi. Valori di HSO pari a 5,7 mg/L hanno determinato una perdita di SO2 libera pari a 32 mg/L (il 50% in più rispetto al valore iniziale) in tale lasso di tempo, mentre con 0,4 mg/L di HSO sono andati perduti solo 15 mg/L. È interessante notare che la perdita di SO2 libera tra il quarto e il quattordicesimo mese di conservazione in bottiglia era compresa tra 6 mg/L e 8 mg/L, il che equivale a una perdita di circa ¼ di SO2 libera nei primi quattro mesi in condizioni di HSO elevato durante l’imbottigliamento. Ciò indica che durante l’imbottigliamento il TPO svolge un ruolo essenziale nell’evoluzione di SO2 libera nei primi mesi successivi all’imbottigliamento, evidenziando l’importanza dei componenti del TPO, come in questo caso l’HSO, nei vini destinati a consumo a breve termine. Il legame diretto tra l’HSO iniziale e la perdita di SO2 suggerisce che la gestione della TPO puo’essere fondamentale per aumentare la durata a scaffale dei vini a basso contenuto di SO2, attualmente molto richiesti dai consumatori, tra cui i vini biologici e biodinamici. Mesi in bottiglia Figura 4. Evoluzione della SO2 libera in vini Riesling imbottigliati con differenti HSO. Il valore inizale di DO era di 1,1 mg/L Evoluto Ridotto Impressione d'insieme Figura 5. Attributi sensoriali di vini Riesling dopo 24 mesi di permanenza in bottiglia (bottiglie da 375 mL) Nomacorc SA | Via L.Dalla Via | Centro direz. Summano, Torre A, Piano 3 36015 Schio (VI) | Italia | tel. +39/0445/500808 | Fax +39/0445/500897 | nomacorc.com NomaSe nse - Infor mat iva tec nica | p. 3