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Prime riflessioni e studi Giampaolo Colletti* On line su Altratv.tv1 la moltiplicazione di esperienze di tv digitale2 Premessa I coach potatoes, esemplari umanoido-televisivi testimoni della fruizione passiva del tubo catodico, sono in via d’estinzione. Nati in territorio americano tra salse poltrona e Tv e attecchiti poi in Europa, corrono il rischio d’essere impallinati dalle cartucce della nuova altra Tv, quella ad esempio dell’Iptv e del web. Al di là degli slogan e analizzando la moltiplicazione delle Tv, si può stabilire che gli attuali processi relazionali in atto in contesti molto diversi tra loro si trovano di fronte ad un “rito di iniziazione” volto a subire un condizionamento, anche significativo, a contatto con la nascita di linguaggi di “televisione altra”, che poco hanno a che vedere con quella finora propriamente conosciuta. Come hanno sostenuto Turani e Carli in Affari & Finanza de La Repubblica del 24 ottobre 2005, “La Tv si sta trasformando, cambia pelle, ma al tempo stesso cresce e invade nuovi spazi. Esce fuori dalle case e ci insegue e ci raggiunge ovunque: per la strada, in metropolitana, in auto”. Avremo, dunque, più televisione: “Non solo a casa e negli uffici, attraverso una moltiplicazione dei canali, ma ovunque decideremo di andare: basterà una specie di mini pc portatile o un telefonino cellulare, per esempio”. Altratv.tv vuole raccontare proprio questo processo. Una sperimentazione televisiva di un grande complesso condominiale bolognese è destinata ad alterare (e in questo non c’è nessun giudizio di merito) i rapporti relazionali tra i condomini. In un centro commerciale la Tv aiuta ad identificare un gruppo di consumatori, a determinare le scelte e ad orientare il consumo anche in base a ciò che quella Tv, inserita in quel particolare contesto, provoca. Una Tv che si irradia dal computer d’ufficio permette a tutti i dipendenti un contatto più immediato (seppur rela- * E-mail: [email protected]. to dal mezzo) con l’azienda. Anche l’attesa sulla banchina della metropolitana acquista una valenza diversa se accompagnata dalla programmazione di una televisione sotterranea. La Tv ricrea un linguaggio, partendo dal contesto in cui viene irradiata e da un target ora molto più selezionato e definibile. D’altronde queste Tv esprimono in alcuni casi dei punti di vista molto originali e possono essere considerate una fucina creativa ed educativa per gli operatori dei nuovi media del domani, anche se a volte riecheggiano la vecchia generalista. Sono espressione della “televisione digitale, quella a metà strada tra computer e generalista, condita di interattività e pervasa da quell’idea di pubblica utilità ancora televisivamente sperimentale”, come ha sostenuto Michele Mezza in Mediasenzamediatori.org matrici sociali e indotti geopolitici della comunicazione a rete. Prosegue Mezza, “Alla base di questa rivoluzione c’è l’arrivo del digitale, ma anche una nuova idea di fruire e di fare Tv, che nasce dalla nuova figura degli artigiani digitali: costoro rappresentano i redattori polivalenti, che oggi possono lavorare la notizia in tutte le versioni – scritte e audiovisive – inserendosi nel circuito da qualsiasi punto della platea, il più volatile e leggero, in virtù di una miniaturizzazione del sistema di ripresa e di registrazione audiovisive e, soprattutto, di una velocizzazione del trasferimento dell’informazione dalla periferia al centro, con i nuovi circuiti ad alta compressione”. Il fatto che la vecchia Tv sia pronta ad andare in pensione è una voce che circola da tempo. Ernesto Assante alcuni mesi fa dalle pagine de La Repubblica pronosticava un rapido de profundis della Tv tradizionalmente intesa. “Lo dicono i responsabili della Bbc, una delle più grandi istituzioni televisive internazionali, lo sottolinea Newsweek nel servizio di copertina, lo aveva segnalato qualche mese fa Wired, la bibbia delle nuove tecnologie. Circondata dai canali tematici, assediata dalle pay per view, inseguita dai cellulari, scardinata da Internet, la vecchia Tv sembra destinata ad un irreversibile declino. O quanto meno ad un profondo restyling”. Nell’analizzare queste Tv non c’è, però, da valutare solo il concetto di Tv. C’è il rapporto con le nuove tecnologie, quelle che diventano il più delle volte anche il fine e non soltanto il mezzo. C’è la nascita di figure professionali ibride, in qualche misura de-professionalizzate. C’è poi la carica comunicativa che diventa di forte impatto, sia da un punto di vista specificatamente informazionale, sia sotto una logica emozionale. Va in onda (in etere, anche nei coni d’ombra delle esperienze liminari delle Tv di strada) un’informazione dal basso, di nicchia, territoriale e prossemica, alcune volte protesa allo stare insieme in un medesimo ambiente (reale o virtuale) che si esaurisce nell’istante, senza dar luogo a dei legami duraturi. Inoltre in gioco c’è un sistema valoriale che, grazie alla pervasività dei nuovi strumenti di comunicazione legati alle nuove tecnologie, si amplifica e autoalimenta. INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 – Pag. 139 Da questo substrato nasce on line il progetto Altratv.tv, sperimentazione informativa dedicata ad analizzare tutte le forme di “altre” Tv declinabili attraverso le diverse tecnologie e che propongono sviluppi contenutistici più “targetizzati”. Riprendendo la profetica idea di Nicholas Negroponte, che nel 1995 in Essere digitali teorizzava un futuro in cui ognuno avrebbe potuto costruire una propria programmazione televisiva, e partendo da una critica nei confronti del perdurare in Italia della cultura televisiva generalista, Altratv.tv mira ad evidenziare le evoluzioni della Tv, dalla satellitare a quella digitale terrestre, passando per tutte le esperienze “di nicchia”, che implicano una moltiplicazione dei “pubblici”, principio dell’ambiente digitale. Altratv.tv è una “meta-televisione”: attraverso la voce dei giovani web-journalist sguinzagliati come segugi sul territorio, sono “reportate” le Tv per il cellulare, le Tv della Pubblica Amministrazione o Tv di comunità, le Tv delle università, le web Tv, le Tv delle metropolitane e degli aeroporti, le Tv di quartiere e addirittura di condominio, le business Tv per la comunicazione interna d’azienda. Altratv.tv vuole offrire uno sguardo incuriosito alla moltiplicazione delle Tv estere e alle evoluzioni dei linguaggi pubblicitari che sfociano, ad esempio, nella ZipTv, consorzio di pubblicitari con un proprio canale. Altratv.tv è un progetto realizzato da giovani appassionati dell’evoluzione dell’audiovideo: scrivono, filmano e fotografano le “altre” Tv settanta studenti di Scienze della Comunicazione di tredici università in Italia. Cuore del progetto è Bologna, con redazioni periferiche virtuali. Obiettivo della tribù di web-journalist è la co-creazione di contenuti, non solo testuali ma anche fotografici e televisivi, per realizzare una sorta di wikipedia di tutte le nascenti “altre” Tv. Il progetto è interattivo: tutti possono diventare web-journalist ed esprimersi nella community in una logica di “peer to peer”, scambio continuo di informazioni in rete. Le Tv sono suddivise secondo alcuni parametri di riferi- Foto del team di AltraTv. Pag. 140 – INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 mento. Nell’analisi i giovani salgono infatti in cattedra ed effettuano una valutazione in base ad alcuni parametri di monitoraggio: contenuti (analizzando l’originalità, l’approfondimento e l’interesse verso target specifici. Contano in questa valutazione anche l’autoproduzione del materiale e la relativa qualità di produzione e post-produzione, il numero di componenti della redazione e la deadline di aggiornamento dei contenuti), tecnologia (analisi sulla visualizzazione del prodotto video proposto e valutazione sulla linearità della fruizione e sulla eventuale modalità multipla di visione in una logica multipiattaforma) e offerta al target finale (usabilità e interfaccia). La mission di Altratv.tv, pertanto, è quella di fornire una wikipedia open source sulle altre Tv. Il progetto raggruppa le “altre” Tv per macro-famiglie. Attualmente, a giugno 2006, il sito conta oltre quaranta esperienze monitorate. Le altre Tv sono suddivise per offerta dei prodotti televisivi, per target di riferimento oppure per tecnologia di trasmissione. Le web Tv sono realtà televisive che si sviluppano on line, su Internet o Intranet. Grazie alla Rete si diffondono e nella Rete irradiano i loro programmi, il più delle volte in streaming, in alcune occasioni in download. Alcune esperienze analizzate sono business Tv, ovvero web Tv dell’azienda, trasmesse sul circuito Intranet. Tra le esperienze raccontate da Altratv.tv, spiccano quelle di Arcoiris Tv, Codec Tv, Grande Babbo Natale, Il Talento Tv, Ligachannel, Nessuno Tv, Web Intesa Tv, World Wide Internet Tv, GQ Tv, Danza Tv. Le Tv della Pubblica Amministrazione sono quelle realtà televisive alternative irradiate su satellite, Digitale Terrestre, Iptv oppure sul web, che cercano di creare un link col cittadino. Tra le sperimentazioni attualmente on line si segnalano, oltre a TelePA, CCS Cable Tv di Siena, Family Tv di Bari, Friuli Venezia Giulia Tv, Tv di Comunità di Torino, Cast 1 Tv di Firenze e la siciliana MessinaWebTv. Moltiplicazione della Tv fa rima anche con differenziazione dell’offerta, con creazione di canali ad hoc per target mirati. Lontano dalla logica mass-market della generalista, ecco che si moltiplicano sul satellite oppure su Iptv esperienze per nicchie di pubblici. Altratv.tv segnala le esperienze di Alice Home Tv, Pink Tv, Rai Click, Family Life Tv. Nell’analizzare le Tv trasmesse su Internet Protocol, il team ha ascoltato l’opinione di esperti in merito anche allo scenario europeo che si va delineando. “L’Iptv procede a rilento, ma bisogna smentire che il resto d’Europa sia più avanti di noi. Solo la Francia risulta essere un caso d’eccellenza”, ci ha detto Emilio Pucci, Direttore e-Media Institute. L’istituto di ricerca e consulenza, osservatorio privilegiato sui nuovi media, ha curato un monitoraggio sullo sviluppo dell’Iptv in Europa. Nella top ten dei players l’Italia risulta in vetta, almeno per numero di sottoscrittori. Il dato degli utenti di servizi Iptv (aggiornato ad ottobre 2005 sul totale delle sottoscrizioni per banda larga) mostra una penetrazione di Fastweb del 25,6% con 165mila abbonati. Seguono i francesi con Free e France Télécom. Inghilterra solo al quinto posto con HomeChoice. Su Altratv.tv trovano spazio anche le Telestreet, vere e proprie televisioni di nicchia per il cittadino utente. Alcune trasmettono sfruttando i coni d’ombra delle frequenze terrestri (approfittando anche di un vuoto legislativo tuttora non colmato), altre irradiano il segnale su circuiti interni dei condomini. Sono vere e proprie sperimentazioni televisive, prodotte e post-prodotte con strumentazioni anche amatoriali. Altratv.tv segnala come progetti d’eccellenza le romane Corviale Network e Monti Tv, le bolognesi Orfeo Tv e TeleTorre19, l’emiliana Telecitofono. Queste ultime due sono un modello di segmentazione ancora maggiore dell’offerta: TeleTorre19 è infatti la prima Tv di condominio in Italia, Telecitofono è la prima tv-videobox partecipativa, irradiata da un citofono condominiale. Esistono poi le cosiddette “Tv in affitto”, quelle dedicate al sociale oppure rivolte alle aziende o destinate agli enti no profit. Esperienze di Tv che offrono i propri mezzi tecnologici per dare ad altri la possibilità di raccontarsi. Irradiano il segnale sul satellite, ma anche sul web. Tra I progetti sviluppati con successo si inseriscono le satellitari Oasi Tv e Taxi Channel e la web Tv One World Tv. Ultime esperienze catalogate dal progetto Altratv.tv sono quelle nate e cresciute in ambito universitario. Le “uni-tv” sono le Tv degli studenti e per gli studenti. Vere e proprie sperimentazioni che si realizzano nei contesti universitari sul modello americano. Si irradiano sugli schermi-totem a circuito chiuso dell’ateneo oppure sul web o sulla Intranet dell’università. I prodotti televisivi sono realizzati dagli stessi studenti. Informazioni, eventi, interviste e videobox. Altratv.tv in questi due anni di progetto ha girovagato per svariati contesti universitari. In questo contesto vuole raccontare alcune esperienze particolarmente significative: Campus Network di Chieti, UniversyTv di Roma Tre, Link Tv dell’Università di Malta. UniversyTv, Roma Tre La “rivoluzione digitale” riassume pienamente in sé il senso e la dinamica fondamentale dell’intero fenomeno del “fare Tv”. Una domanda più di altre si affaccia sul proscenio sociale: partecipazione creativa nel grande gioco della macchina comunicativa. Da ciò nasce il progetto di avviare presso l’Università Roma Tre la costituzione di una nuova televisione, sottoforma di canale tele- Fig. 2. Foto della redazione di Campus network, Chieti. INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 – Pag. 141 visivo autonomo, che stimoli la comunità universitaria e i rapporti con il territorio. Gianluca Martone, ventitreenne studente di Roma Tre, come nasce l’idea di UniversyTv? Il progetto di UniversyTv proviene da un nucleo composito di docenti e studenti dell’area massmediologica del Dams di Roma Tre e l’idea è nata durante una lezione di Carlo Freccero sull’ audience in un corso dedicato alla Tv generalista. Da un’idea creativa a qualcosa di concreto… Come ci siete arrivati? Dall’idea alla realizzazione è passato un anno. Dodici mesi di intenso lavoro e preparazione fino al 23 gennaio 2005, giorno in cui in una conferenza stampa nella prima diretta della nostra Tv è stata presentata la neonata UniversyTv. Chi l’ha finanziata? I fondi necessari sono arrivati dal Rettorato e dall’Adisu Lazio che hanno permesso di realizzare tecnicamente e fisicamente UniversyTv, una televisione che si ispira all’esperienza delle telestreet. Chi fa parte della redazione della vostra uni-Tv? Abbiamo otto redazioni tematiche (arte, arti performative, teatro, cinema, informazione, musica e politica) formate tutte da studenti della nostra università, per la maggior parte iscritti al Dams. Dove trasmettete? Le trasmissioni vengono irradiate “su strada” in un area intorno all’università che comprende circa 25.000 abitanti ed in streaming sugli schermi installati nella facoltà e sul nostro sito www.universytv.com Ma è vero che spesso i contenuti di queste esperienze televisive di nicchia fanno gola anche a realtà più consolidate? Sappiamo che i vostri sono contenuti di successo che fanno gola anche a Tv satellitari... UniversyTv ha fatto strada ed è passata sul satellite con nostra grande soddisfazione. I contenuti vengono attualmente acquistati da Tv satellitari come NessunoTv per la quale produciamo un programma chiamato “Toilet, la Tv al servizio”, ideato da Agnese Renzi. In cosa consiste questo format? “Toilet, la Tv al servizio”, della durata di venti minuti, è un programma Tv utile, attento alle voci, alle segnalazioni e ai bisogni dei cittadini, realizzato interamente a cartone animato. Sulla grafica di una stanza da bagno e sulla falsariga di una pagina web, un puntatore che fa da presentatore, avvicinato ai vari oggetti del bagno, permette di leggere dei collegamenti su cui cliccare e che introducono alle varie rubriche. Oltre ad essere una soluzione che Pag. 142 – INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 risolve il problema della conduzione del programma e della continuità tematica, è una scelta rivolta alle abitudini e ai gusti tecnologici dei telespettatori. Universo Tv, Bologna Universo Tv nasce sotto i portici della città delle due torri da un gruppo di studenti del Dams con la voglia di mettere in pratica la propria passione per il cinema e la televisione. Nel giro di pochi mesi lo spazio web inizialmente utilizzato quasi come un semplice archivio è diventato il luogo in cui una quindicina di giovani raccontano l’attualità, lo sport, l’arte, la musica, il cinema ed il sociale dal loro punto di vista, attraverso video prodotti e realizzati con propri mezzi e risorse. Arturo Pasculli, responsabile tecnico di Universo Tv, cominciamo a conoscere Universo Tv dalle sue origini… Universo Tv nasce come ambiente virtuale in grado di accogliere i lavori audiovisivi prodotti dagli studenti del corso di laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. La Rete è senza dubbio il “non-luogo” più economico per trasmettere contenuti di qualsiasi genere, il più semplice per degli appassionati come me, ed offre visibilità teoricamente infinita. A chi è venuta l’idea di creare questa web Tv e come sono stati mossi i primi passi? Circa un anno e mezzo fa, ragionando sulla carenza di laboratori pratici nel nostro corso, a me e qualche altro collega venne in mente di trasferire sul web tutti i video fin lì prodotti e stagnanti in un archivio. Poi la passione e i buoni risultati in termini qualitativi e quantitativi ci hanno pian piano aperto la mente, ed il progettino universitario è divenuta una bella realtà cittadina. Ed oggi? Abbiamo collaborazioni con altre televisioni importanti, un discreto numero di accessi e ormai quasi 100 video tutti gratis e disponibili sia in streaming che in download. Da chi è composto attualmente il team? Quante persone lavorano al progetto e con quale frequenza? Siamo in tutto una quindicina. Le riunioni hanno frequenza settimanale o quindicinale, poi ogni gruppo di lavoro sviluppa due o tre video al mese. Una realtà videopartecipativa. Nel sito invitate più volte i visitatori ad inviare video. Vi è capitato di pubblicare contenuti arrivati attraverso questo canale? Siamo ancora nella fase iniziale di questa politica di marketing che si pone al servizio dei singoli artisti per dare visibilità ai loro prodotti ed offre inoltre spazio ad associazioni, comitati ed organizzazioni per lo più operanti nel campo culturale, ma abbiamo già una decina di filmati esterni, alcuni pubblicati altri in lavorazione. L’Università di Bologna ed il corso di laurea sono in qualche modo coinvolte nel progetto? I laboratori del corso di laurea sono sempre disponibili, nelle loro possibilità, a fornirci supporto ed esperienza. Il viaggio di Altratv.tv alla scoperta delle uni-tv ha portato alla luce diverse realtà. Esistono Tv utilizzate come canale didattico, Tv quasi “di servizio” che trattano argomenti legati alla realtà universitaria, Tv che si propongono di raccontare la città universitaria dal punto di vista dello studente. Visitando il vostro sito, invece, ho avuto l’impressione che i vostri contenuti esulino dal mondo universitario per trattare e raccontare argomenti di più ampio respiro… Il nostro è un punto di vista da studenti, che però abbraccia una molteplicità immensa di argomenti e temi. Oltre ai numerosi reportage musicali e di vario tipo, corti, diversi programmi e sezioni creative, Universo Tv ha intrapreso il programma di promozione culturale “VersolaCultura”: una finestra sull’immenso panorama culturale, per lo più cittadino, che tentiamo di portare in luce, con particolare attenzione verso le organizzazioni più in ombra. Ed ecco pubblicati sul nostro network numerosi spettacoli teatrali di compagnie giovani, così come interviste a personalità importanti che si occupano di tutela ambientale o anche organizzazioni che fanno servizio civile volontario. A chi si rivolge idealmente Universo Tv? Parla agli studenti o anche a chi non fa parte del mondo universitario? Parla il linguaggio dei giovani o racconta i giovani a chi giovane non lo è più? Un programma contenutistico così variegato non può che rivolgersi ad un target pressoché infinito. Musica, cinema, mostre d’arte, organizzazioni Onlus, concerti lirici, corti, reportage su problemi ambientali, inchieste di approfondimento sul lavoro e sul denaro, video di skate e di snowboard. Scommetto che apprezzi almeno due di queste tematiche! Con che frequenza viene aggiornato il vostro sito? Esiste una programmazione alla quale vi attenete? Il sito viene aggiornato con frequenza non prefissata, questo anche per avere una certa autonomia e fuggire da ogni tipologia di serialità della pubblicazione. Facendo una media, direi che siamo passati da un video ogni dieci giorni dei primi mesi ad oltre due video settimanali in questo momento. Il vero problema restano le tecnologie, al momento già inadeguate per questa mole di lavoro: per mettere online un video, con le dovute compressioni, occorrono oltre dieci ore di lavoro. A proposito di tecnologia, quali formati utilizzate per i video? Ed in che modo i fruitori possono vedere i servizi? Tecnicamente accettiamo qualsiasi formato video: minidv, DVD… Riusciamo a caricare in Rete e rendere fruibili da tutti gli utenti persino i più obsoleti VHS, pur con qualche problemino. La tecnologia che utilizziamo principalmente per far visualizzare i video è Flash: si stima che oltre il 99% dei pc collegati ad Internet abbiano installato un player della Macromedia. Inoltre questo lettore è multipiattaforma, il che vuol dire che il video risulta fruibile sia dai normali pc sia dai Mac, ed ovviamente anche i sistemi Unix-Linux. Inoltre UniversoTv pubblica anche in formato Windows Media Player, sia per connessioni lente che veloci, in formato ad alta qualità Divx. Sul fronte tecnologico vi contraddistingue una vera novità rispetto alle web Tv finora monitorate… Mettete a disposizione un formato leggibile dalla maggior parte dei videofonini, l’MP4… Sì, anche se solo per video brevi. Rappresenta più che altro una scommessa per il futuro. Del resto UniversoTv si contraddistingue da sempre per la sua agilità e freschezza, di tecnologie e contenuti, e non ti nascondo che è sempre un piacere mostrare il mio ultimo corto in autobus ad un amico! Quali sono i costi di una televisione come la vostra? E chi li sostiene? Attualmente non esistono finanziatori attivi nel progetto. Abbiamo creato un’associazione culturale, “Neuroni in Fuga”, con il preciso intento di finanziare progetti innovativi e creativi nel campo multimediale, tra i quali ovviamente UniversoTv, ma finora non siamo ancora riusciti ad ottenere alcun sostegno finanziario da parte di istituzioni o fondazioni. Le attrezzature che usiamo sono per la maggior parte nostre, dei singoli collaboratori. Di recente ci siamo appoggiati ad Arcoiris.tv per diverse necessità, ma le spese vive (materiale di consumo, nastri, spazio web, materiale promozionale, ecc.) sono tutte a carico nostro, e del piccolo fondo cassa sempre in rosso… In che direzione si muove UniversoTv? Ci sono progetti in cantiere che vuoi anticiparci? Stiamo cercando pubblici, che speriamo ci aiutino ad esprimere creatività e professionalità. Di recente abbiamo esordito nell’etere digitale: grazie ad una collaborazione proficua con Arcoiris.tv alcuni nostri filmati molto votati sono stati trasmessi sul loro satellite, e presto molti altri faranno lo stesso percorso. Direi che trattandosi di un progetto di appena 15 mesi, nato da un gruppo di studenti un po’ depressi, non si possa chiedere di più, o sbaglio? Ma siamo noi a chiedere di più da noi stessi, è questa la nostra forza, e ne siamo consapevoli. Link Tv, Roma Nella capitale c’è anche un’uni-Tv che però parla maltese. È l’uni-tv dell’Università di Malta. INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 – Pag. 143 Quali sono i prodotti realizzati dal laboratorio televisivo? Gli studenti del corso di comunicazione hanno scritto e interpretato dei cortometraggi; abbiamo realizzato dei documentari e dei backstage. Una giornalista di Link Tv. Matteo Calabresi, responsabile editoriale di Link Tv. Ci racconta il progetto Link Tv? Nasce all’interno della Link Campus, filiale italiana dell’Università di Malta con sede a Roma. Obiettivi e ambizioni? Il canale è un’occasione offerta ai nostri studenti di comunicazione per entrare in un mercato competitivo e professionale come quello televisivo e da la possibilità di acquisire competenze e mettere in pratica le conoscenze apprese nel proprio specifico percorso di studi. Oltre che dalla necessità di dare un laboratorio didattico agli studenti, la Link Tv nasce anche dalla convinzione che un’università debba avere un canale attraverso il quale esprimersi liberamente. Chi è l’editore di riferimento? L’editore è l’Università. Abbiamo un team di professionisti che costituiscono l’ossatura della televisione e gestiscono i rapporti con gli studenti. Qual è l’effettivo ruolo degli studenti? Link Tv è rivolta non solo agli studenti di comunicazione. Infatti, come una vera impresa televisiva, si avvale di competenze di tutti i settori presenti nell’università. Chi studia giurisprudenza ci è molto utile per la gestione dei diritti d’autore, per le problematiche legate alle liberatorie, ci aiuta a trattare con i nostri partner. Gli studenti di comunicazione partecipano attivamente nella creazione dei format, delle sceneggiature, dei testi dei programmi. Link Tv si propone quindi non solo di fungere da “palestra” per i suoi studenti lanciandoli verso il mondo del lavoro, ma anche di ritagliarsi una fetta del mercato televisivo. Dove trasmette Link Tv? Fino a dicembre 2005 abbiamo avuto una partnership con Gbr.com e ora stiamo concordando uno spazio con l’emittente satellitare Nessuno Tv. Pag. 144 – INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 Produzioni per il futuro? Stiamo mettendo a punto un format chiamato Flouver e rumors sulla città di Roma. È uscita la puntata numero zero sulla piazza Campo dei fiori e stiamo preparando una puntata su Villa Borghese. Inoltre stiamo preparando delle trasmissioni in studio che presto verranno realizzate: un format giornalistico con richiami al talk show, ovvero uno spazio interattivo nel quale si discutono le notizie più rilevanti, soprattutto a livello internazionale, commentate dagli studenti della Link tramite mini-servizi, contributi o interventi filmati realizzati con le tecniche più diffuse (cellulari, videocam, webcam) da ogni parte del mondo. Lo scopo della Link Tv è quello di acquisire le competenze necessarie per diventare una vera e propria azienda di produzione televisiva ed entrare nel mercato. Dalle esperienze di “uni-tv” analizzate, più che di rivoluzione si potrebbe parlare di evoluzione della Tv. Un’evoluzione già iniziata da qualche tempo e destinata a subire un’accelerazione sfruttando proprio le nuove tecnologie ed Internet in particolare. Ieri la Rete offriva ottime opportunità di analisi dei contenuti più disparati ed una democraticità mai vista prima, ma era limitata sotto un profilo di banda. Improponibile la fruizione di una Tv, ad eccezione di quella dei circuiti interni e aziendali, che sfruttando le Intranet permettevano una visione lineare. Oggi non è più così grazie a banda larga e collegamenti ad Internet veloci. Un fenomeno, pertanto, con grandi opportunità e qualche insito rischio. L’aspetto sicuramente positivo è il fatto che si esce dal limbo della teoria della comunicazione per passare alla pratica. Le Tv universitarie permettono questo. Con un budget abbastanza contenuto si gioca anche col mezzo e non solo col possibile contenuto. L’aspetto negativo è che in questa moltiplicazione di possibilità ci si trovi disorientati nel mare magnum di una comunicazione sempre più personalizzata. Credo che la chiave giusta sia quella di trovare – come nella Rete – una valenza di relazione con tutti gli attori del sistema universitario: quella che nascerà dovrà essere una “caring Tv”, assistere lo studente fornendo informazioni, stimolarlo ascoltando il suo “progetto di vita”, preoccuparsi di farlo crescere in termini formativi con l’e-learning. Il futuro, pertanto, dovrà essere la Tv universitaria “user commuunity”. NOTE 1 www.altratv.tv Si ringraziano per la stesura dei web-articoli i seguenti studenti e appassionati di nuove tecnologie aderenti al progetto Altratv.tv: Lorenzo del Bianco (per ReLab Tv), Rossella Di Francesco (per Link Tv), Sara Grilletta (per UniversoTv), Alessandro Vona (per UniversityTv), Giuliano Vernaschi (per Centro Televisivo Universitario). 2