35. colletti 139-144:35. colletti 139-144

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35. colletti 139-144:35. colletti 139-144
Prime riflessioni e studi
Giampaolo Colletti*
On line su Altratv.tv1
la moltiplicazione di
esperienze di tv digitale2
Premessa
I coach potatoes, esemplari umanoido-televisivi testimoni
della fruizione passiva del tubo catodico, sono in via d’estinzione. Nati in territorio americano tra salse poltrona e
Tv e attecchiti poi in Europa, corrono il rischio d’essere
impallinati dalle cartucce della nuova altra Tv, quella ad
esempio dell’Iptv e del web.
Al di là degli slogan e analizzando la moltiplicazione
delle Tv, si può stabilire che gli attuali processi relazionali in atto in contesti molto diversi tra loro si trovano di
fronte ad un “rito di iniziazione” volto a subire un condizionamento, anche significativo, a contatto con la nascita
di linguaggi di “televisione altra”, che poco hanno a che
vedere con quella finora propriamente conosciuta.
Come hanno sostenuto Turani e Carli in Affari & Finanza de
La Repubblica del 24 ottobre 2005, “La Tv si sta trasformando, cambia pelle, ma al tempo stesso cresce e invade
nuovi spazi. Esce fuori dalle case e ci insegue e ci raggiunge ovunque: per la strada, in metropolitana, in auto”.
Avremo, dunque, più televisione: “Non solo a casa e negli
uffici, attraverso una moltiplicazione dei canali, ma ovunque decideremo di andare: basterà una specie di mini pc
portatile o un telefonino cellulare, per esempio”.
Altratv.tv vuole raccontare proprio questo processo. Una
sperimentazione televisiva di un grande complesso condominiale bolognese è destinata ad alterare (e in questo
non c’è nessun giudizio di merito) i rapporti relazionali
tra i condomini. In un centro commerciale la Tv aiuta ad
identificare un gruppo di consumatori, a determinare le
scelte e ad orientare il consumo anche in base a ciò che
quella Tv, inserita in quel particolare contesto, provoca.
Una Tv che si irradia dal computer d’ufficio permette a
tutti i dipendenti un contatto più immediato (seppur rela-
* E-mail: [email protected].
to dal mezzo) con l’azienda. Anche l’attesa sulla banchina della metropolitana acquista una valenza diversa se
accompagnata dalla programmazione di una televisione
sotterranea.
La Tv ricrea un linguaggio, partendo dal contesto in cui
viene irradiata e da un target ora molto più selezionato e
definibile. D’altronde queste Tv esprimono in alcuni casi
dei punti di vista molto originali e possono essere considerate una fucina creativa ed educativa per gli operatori
dei nuovi media del domani, anche se a volte riecheggiano la vecchia generalista.
Sono espressione della “televisione digitale, quella a metà
strada tra computer e generalista, condita di interattività e
pervasa da quell’idea di pubblica utilità ancora televisivamente sperimentale”, come ha sostenuto Michele Mezza
in Mediasenzamediatori.org matrici sociali e indotti geopolitici della comunicazione a rete.
Prosegue Mezza, “Alla base di questa rivoluzione c’è
l’arrivo del digitale, ma anche una nuova idea di fruire e
di fare Tv, che nasce dalla nuova figura degli artigiani
digitali: costoro rappresentano i redattori polivalenti, che
oggi possono lavorare la notizia in tutte le versioni – scritte e audiovisive – inserendosi nel circuito da qualsiasi
punto della platea, il più volatile e leggero, in virtù di una
miniaturizzazione del sistema di ripresa e di registrazione
audiovisive e, soprattutto, di una velocizzazione del trasferimento dell’informazione dalla periferia al centro, con
i nuovi circuiti ad alta compressione”.
Il fatto che la vecchia Tv sia pronta ad andare in pensione è una voce che circola da tempo. Ernesto Assante alcuni mesi fa dalle pagine de La Repubblica pronosticava un
rapido de profundis della Tv tradizionalmente intesa. “Lo
dicono i responsabili della Bbc, una delle più grandi istituzioni televisive internazionali, lo sottolinea Newsweek
nel servizio di copertina, lo aveva segnalato qualche mese
fa Wired, la bibbia delle nuove tecnologie. Circondata dai
canali tematici, assediata dalle pay per view, inseguita dai
cellulari, scardinata da Internet, la vecchia Tv sembra
destinata ad un irreversibile declino. O quanto meno ad
un profondo restyling”.
Nell’analizzare queste Tv non c’è, però, da valutare solo
il concetto di Tv. C’è il rapporto con le nuove tecnologie,
quelle che diventano il più delle volte anche il fine e non
soltanto il mezzo. C’è la nascita di figure professionali
ibride, in qualche misura de-professionalizzate. C’è poi la
carica comunicativa che diventa di forte impatto, sia da
un punto di vista specificatamente informazionale, sia
sotto una logica emozionale. Va in onda (in etere, anche
nei coni d’ombra delle esperienze liminari delle Tv di
strada) un’informazione dal basso, di nicchia, territoriale
e prossemica, alcune volte protesa allo stare insieme in un
medesimo ambiente (reale o virtuale) che si esaurisce nell’istante, senza dar luogo a dei legami duraturi.
Inoltre in gioco c’è un sistema valoriale che, grazie alla
pervasività dei nuovi strumenti di comunicazione legati
alle nuove tecnologie, si amplifica e autoalimenta.
INCHIESTA – APRILE-GIUGNO 2006 – Pag. 139
Da questo substrato nasce on line il progetto Altratv.tv, sperimentazione informativa dedicata ad analizzare tutte le
forme di “altre” Tv declinabili attraverso le diverse tecnologie e che propongono sviluppi contenutistici più “targetizzati”.
Riprendendo la profetica idea di Nicholas Negroponte, che
nel 1995 in Essere digitali teorizzava un futuro in cui ognuno avrebbe potuto costruire una propria programmazione
televisiva, e partendo da una critica nei confronti del perdurare in Italia della cultura televisiva generalista, Altratv.tv
mira ad evidenziare le evoluzioni della Tv, dalla satellitare a
quella digitale terrestre, passando per tutte le esperienze “di
nicchia”, che implicano una moltiplicazione dei “pubblici”,
principio dell’ambiente digitale.
Altratv.tv è una “meta-televisione”: attraverso la voce dei
giovani web-journalist sguinzagliati come segugi sul territorio, sono “reportate” le Tv per il cellulare, le Tv della
Pubblica Amministrazione o Tv di comunità, le Tv delle
università, le web Tv, le Tv delle metropolitane e degli aeroporti, le Tv di quartiere e addirittura di condominio, le business Tv per la comunicazione interna d’azienda. Altratv.tv
vuole offrire uno sguardo incuriosito alla moltiplicazione
delle Tv estere e alle evoluzioni dei linguaggi pubblicitari
che sfociano, ad esempio, nella ZipTv, consorzio di pubblicitari con un proprio canale.
Altratv.tv è un progetto realizzato da giovani appassionati
dell’evoluzione dell’audiovideo: scrivono, filmano e fotografano le “altre” Tv settanta studenti di Scienze della
Comunicazione di tredici università in Italia. Cuore del progetto è Bologna, con redazioni periferiche virtuali.
Obiettivo della tribù di web-journalist è la co-creazione di
contenuti, non solo testuali ma anche fotografici e televisivi, per realizzare una sorta di wikipedia di tutte le nascenti
“altre” Tv. Il progetto è interattivo: tutti possono diventare
web-journalist ed esprimersi nella community in una logica
di “peer to peer”, scambio continuo di informazioni in rete.
Le Tv sono suddivise secondo alcuni parametri di riferi-
Foto del team di AltraTv.
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mento. Nell’analisi i giovani salgono infatti in cattedra ed
effettuano una valutazione in base ad alcuni parametri di
monitoraggio: contenuti (analizzando l’originalità, l’approfondimento e l’interesse verso target specifici.
Contano in questa valutazione anche l’autoproduzione del
materiale e la relativa qualità di produzione e post-produzione, il numero di componenti della redazione e la deadline di aggiornamento dei contenuti), tecnologia (analisi
sulla visualizzazione del prodotto video proposto e valutazione sulla linearità della fruizione e sulla eventuale
modalità multipla di visione in una logica multipiattaforma) e offerta al target finale (usabilità e interfaccia).
La mission di Altratv.tv, pertanto, è quella di fornire una
wikipedia open source sulle altre Tv. Il progetto raggruppa le “altre” Tv per macro-famiglie. Attualmente, a giugno 2006, il sito conta oltre quaranta esperienze monitorate. Le altre Tv sono suddivise per offerta dei prodotti
televisivi, per target di riferimento oppure per tecnologia
di trasmissione.
Le web Tv sono realtà televisive che si sviluppano on
line, su Internet o Intranet. Grazie alla Rete si diffondono
e nella Rete irradiano i loro programmi, il più delle volte
in streaming, in alcune occasioni in download. Alcune
esperienze analizzate sono business Tv, ovvero web Tv
dell’azienda, trasmesse sul circuito Intranet. Tra le esperienze raccontate da Altratv.tv, spiccano quelle di Arcoiris
Tv, Codec Tv, Grande Babbo Natale, Il Talento Tv,
Ligachannel, Nessuno Tv, Web Intesa Tv, World Wide
Internet Tv, GQ Tv, Danza Tv.
Le Tv della Pubblica Amministrazione sono quelle realtà
televisive alternative irradiate su satellite, Digitale
Terrestre, Iptv oppure sul web, che cercano di creare un
link col cittadino. Tra le sperimentazioni attualmente on
line si segnalano, oltre a TelePA, CCS Cable Tv di Siena,
Family Tv di Bari, Friuli Venezia Giulia Tv, Tv di
Comunità di Torino, Cast 1 Tv di Firenze e la siciliana
MessinaWebTv.
Moltiplicazione della Tv fa rima anche con differenziazione dell’offerta, con creazione di canali ad hoc per target mirati. Lontano dalla logica mass-market della generalista, ecco che si moltiplicano sul satellite oppure su
Iptv esperienze per nicchie di pubblici. Altratv.tv segnala le esperienze di Alice Home Tv, Pink Tv, Rai Click,
Family Life Tv.
Nell’analizzare le Tv trasmesse su Internet Protocol, il
team ha ascoltato l’opinione di esperti in merito anche
allo scenario europeo che si va delineando. “L’Iptv procede a rilento, ma bisogna smentire che il resto d’Europa
sia più avanti di noi. Solo la Francia risulta essere un caso
d’eccellenza”, ci ha detto Emilio Pucci, Direttore e-Media
Institute. L’istituto di ricerca e consulenza, osservatorio
privilegiato sui nuovi media, ha curato un monitoraggio
sullo sviluppo dell’Iptv in Europa. Nella top ten dei
players l’Italia risulta in vetta, almeno per numero di sottoscrittori. Il dato degli utenti di servizi Iptv (aggiornato
ad ottobre 2005 sul totale delle sottoscrizioni per banda
larga) mostra una penetrazione di Fastweb del 25,6% con
165mila abbonati. Seguono i francesi con Free e France
Télécom. Inghilterra solo al quinto posto con HomeChoice.
Su Altratv.tv trovano spazio anche le Telestreet, vere e proprie televisioni di nicchia per il cittadino utente. Alcune trasmettono sfruttando i coni d’ombra delle frequenze terrestri
(approfittando anche di un vuoto legislativo tuttora non colmato), altre irradiano il segnale su circuiti interni dei condomini. Sono vere e proprie sperimentazioni televisive, prodotte e post-prodotte con strumentazioni anche amatoriali.
Altratv.tv segnala come progetti d’eccellenza le romane
Corviale Network e Monti Tv, le bolognesi Orfeo Tv e
TeleTorre19, l’emiliana Telecitofono. Queste ultime due
sono un modello di segmentazione ancora maggiore dell’offerta: TeleTorre19 è infatti la prima Tv di condominio in
Italia, Telecitofono è la prima tv-videobox partecipativa,
irradiata da un citofono condominiale.
Esistono poi le cosiddette “Tv in affitto”, quelle dedicate al
sociale oppure rivolte alle aziende o destinate agli enti no
profit. Esperienze di Tv che offrono i propri mezzi tecnologici per dare ad altri la possibilità di raccontarsi. Irradiano il
segnale sul satellite, ma anche sul web. Tra I progetti sviluppati con successo si inseriscono le satellitari Oasi Tv e
Taxi Channel e la web Tv One World Tv.
Ultime esperienze catalogate dal progetto Altratv.tv sono
quelle nate e cresciute in ambito universitario. Le “uni-tv”
sono le Tv degli studenti e per gli studenti. Vere e proprie
sperimentazioni che si realizzano nei contesti universitari
sul modello americano. Si irradiano sugli schermi-totem a
circuito chiuso dell’ateneo oppure sul web o sulla Intranet
dell’università. I prodotti televisivi sono realizzati dagli
stessi studenti. Informazioni, eventi, interviste e videobox.
Altratv.tv in questi due anni di progetto ha girovagato per
svariati contesti universitari. In questo contesto vuole raccontare alcune esperienze particolarmente significative:
Campus Network di Chieti, UniversyTv di Roma Tre, Link
Tv dell’Università di Malta.
UniversyTv, Roma Tre
La “rivoluzione digitale” riassume pienamente in sé il
senso e la dinamica fondamentale dell’intero fenomeno
del “fare Tv”. Una domanda più di altre si affaccia sul
proscenio sociale: partecipazione creativa nel grande
gioco della macchina comunicativa. Da ciò nasce il progetto di avviare presso l’Università Roma Tre la costituzione di una nuova televisione, sottoforma di canale tele-
Fig. 2. Foto della redazione di Campus network, Chieti.
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visivo autonomo, che stimoli la comunità universitaria e i
rapporti con il territorio.
Gianluca Martone, ventitreenne studente di Roma Tre,
come nasce l’idea di UniversyTv?
Il progetto di UniversyTv proviene da un nucleo composito di docenti e studenti dell’area massmediologica del
Dams di Roma Tre e l’idea è nata durante una lezione di
Carlo Freccero sull’ audience in un corso dedicato alla Tv
generalista.
Da un’idea creativa a qualcosa di concreto… Come ci
siete arrivati?
Dall’idea alla realizzazione è passato un anno. Dodici
mesi di intenso lavoro e preparazione fino al 23 gennaio
2005, giorno in cui in una conferenza stampa nella prima
diretta della nostra Tv è stata presentata la neonata
UniversyTv.
Chi l’ha finanziata?
I fondi necessari sono arrivati dal Rettorato e dall’Adisu
Lazio che hanno permesso di realizzare tecnicamente e
fisicamente UniversyTv, una televisione che si ispira
all’esperienza delle telestreet.
Chi fa parte della redazione della vostra uni-Tv?
Abbiamo otto redazioni tematiche (arte, arti performative,
teatro, cinema, informazione, musica e politica) formate
tutte da studenti della nostra università, per la maggior
parte iscritti al Dams.
Dove trasmettete?
Le trasmissioni vengono irradiate “su strada” in un area
intorno all’università che comprende circa 25.000 abitanti ed in streaming sugli schermi installati nella facoltà e
sul nostro sito www.universytv.com
Ma è vero che spesso i contenuti di queste esperienze
televisive di nicchia fanno gola anche a realtà più consolidate? Sappiamo che i vostri sono contenuti di successo che fanno gola anche a Tv satellitari...
UniversyTv ha fatto strada ed è passata sul satellite con
nostra grande soddisfazione. I contenuti vengono attualmente acquistati da Tv satellitari come NessunoTv per la
quale produciamo un programma chiamato “Toilet, la Tv
al servizio”, ideato da Agnese Renzi.
In cosa consiste questo format?
“Toilet, la Tv al servizio”, della durata di venti minuti, è
un programma Tv utile, attento alle voci, alle segnalazioni e ai bisogni dei cittadini, realizzato interamente a cartone animato. Sulla grafica di una stanza da bagno e sulla
falsariga di una pagina web, un puntatore che fa da presentatore, avvicinato ai vari oggetti del bagno, permette di
leggere dei collegamenti su cui cliccare e che introducono alle varie rubriche. Oltre ad essere una soluzione che
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risolve il problema della conduzione del programma e
della continuità tematica, è una scelta rivolta alle abitudini e ai gusti tecnologici dei telespettatori.
Universo Tv, Bologna
Universo Tv nasce sotto i portici della città delle due torri da
un gruppo di studenti del Dams con la voglia di mettere in
pratica la propria passione per il cinema e la televisione.
Nel giro di pochi mesi lo spazio web inizialmente utilizzato quasi come un semplice archivio è diventato il luogo
in cui una quindicina di giovani raccontano l’attualità, lo
sport, l’arte, la musica, il cinema ed il sociale dal loro
punto di vista, attraverso video prodotti e realizzati con
propri mezzi e risorse.
Arturo Pasculli, responsabile tecnico di Universo Tv,
cominciamo a conoscere Universo Tv dalle sue origini…
Universo Tv nasce come ambiente virtuale in grado di
accogliere i lavori audiovisivi prodotti dagli studenti del
corso di laurea specialistica in Cinema, Televisione e
Produzione Multimediale. La Rete è senza dubbio il
“non-luogo” più economico per trasmettere contenuti di
qualsiasi genere, il più semplice per degli appassionati
come me, ed offre visibilità teoricamente infinita.
A chi è venuta l’idea di creare questa web Tv e come
sono stati mossi i primi passi?
Circa un anno e mezzo fa, ragionando sulla carenza di
laboratori pratici nel nostro corso, a me e qualche altro
collega venne in mente di trasferire sul web tutti i video
fin lì prodotti e stagnanti in un archivio. Poi la passione e
i buoni risultati in termini qualitativi e quantitativi ci
hanno pian piano aperto la mente, ed il progettino universitario è divenuta una bella realtà cittadina.
Ed oggi?
Abbiamo collaborazioni con altre televisioni importanti,
un discreto numero di accessi e ormai quasi 100 video
tutti gratis e disponibili sia in streaming che in download.
Da chi è composto attualmente il team? Quante persone lavorano al progetto e con quale frequenza?
Siamo in tutto una quindicina. Le riunioni hanno frequenza settimanale o quindicinale, poi ogni gruppo di lavoro
sviluppa due o tre video al mese.
Una realtà videopartecipativa. Nel sito invitate più
volte i visitatori ad inviare video. Vi è capitato di pubblicare contenuti arrivati attraverso questo canale?
Siamo ancora nella fase iniziale di questa politica di
marketing che si pone al servizio dei singoli artisti per
dare visibilità ai loro prodotti ed offre inoltre spazio ad
associazioni, comitati ed organizzazioni per lo più operanti nel campo culturale, ma abbiamo già una decina di
filmati esterni, alcuni pubblicati altri in lavorazione.
L’Università di Bologna ed il corso di laurea sono in
qualche modo coinvolte nel progetto?
I laboratori del corso di laurea sono sempre disponibili,
nelle loro possibilità, a fornirci supporto ed esperienza.
Il viaggio di Altratv.tv alla scoperta delle uni-tv ha
portato alla luce diverse realtà. Esistono Tv utilizzate
come canale didattico, Tv quasi “di servizio” che trattano argomenti legati alla realtà universitaria, Tv che
si propongono di raccontare la città universitaria dal
punto di vista dello studente. Visitando il vostro sito,
invece, ho avuto l’impressione che i vostri contenuti
esulino dal mondo universitario per trattare e raccontare argomenti di più ampio respiro…
Il nostro è un punto di vista da studenti, che però abbraccia una molteplicità immensa di argomenti e temi. Oltre ai
numerosi reportage musicali e di vario tipo, corti, diversi
programmi e sezioni creative, Universo Tv ha intrapreso
il programma di promozione culturale “VersolaCultura”:
una finestra sull’immenso panorama culturale, per lo più
cittadino, che tentiamo di portare in luce, con particolare
attenzione verso le organizzazioni più in ombra. Ed ecco
pubblicati sul nostro network numerosi spettacoli teatrali
di compagnie giovani, così come interviste a personalità
importanti che si occupano di tutela ambientale o anche
organizzazioni che fanno servizio civile volontario.
A chi si rivolge idealmente Universo Tv? Parla agli
studenti o anche a chi non fa parte del mondo universitario? Parla il linguaggio dei giovani o racconta i
giovani a chi giovane non lo è più?
Un programma contenutistico così variegato non può che
rivolgersi ad un target pressoché infinito. Musica, cinema,
mostre d’arte, organizzazioni Onlus, concerti lirici, corti,
reportage su problemi ambientali, inchieste di approfondimento sul lavoro e sul denaro, video di skate e di snowboard. Scommetto che apprezzi almeno due di queste tematiche!
Con che frequenza viene aggiornato il vostro sito?
Esiste una programmazione alla quale vi attenete?
Il sito viene aggiornato con frequenza non prefissata, questo anche per avere una certa autonomia e fuggire da ogni
tipologia di serialità della pubblicazione. Facendo una
media, direi che siamo passati da un video ogni dieci giorni dei primi mesi ad oltre due video settimanali in questo
momento. Il vero problema restano le tecnologie, al
momento già inadeguate per questa mole di lavoro: per
mettere online un video, con le dovute compressioni,
occorrono oltre dieci ore di lavoro.
A proposito di tecnologia, quali formati utilizzate per i
video? Ed in che modo i fruitori possono vedere i servizi?
Tecnicamente accettiamo qualsiasi formato video: minidv,
DVD… Riusciamo a caricare in Rete e rendere fruibili da
tutti gli utenti persino i più obsoleti VHS, pur con qualche
problemino. La tecnologia che utilizziamo principalmente
per far visualizzare i video è Flash: si stima che oltre il 99%
dei pc collegati ad Internet abbiano installato un player della
Macromedia. Inoltre questo lettore è multipiattaforma, il
che vuol dire che il video risulta fruibile sia dai normali pc
sia dai Mac, ed ovviamente anche i sistemi Unix-Linux.
Inoltre UniversoTv pubblica anche in formato Windows
Media Player, sia per connessioni lente che veloci, in formato ad alta qualità Divx.
Sul fronte tecnologico vi contraddistingue una vera
novità rispetto alle web Tv finora monitorate…
Mettete a disposizione un formato leggibile dalla maggior parte dei videofonini, l’MP4…
Sì, anche se solo per video brevi. Rappresenta più che
altro una scommessa per il futuro. Del resto UniversoTv
si contraddistingue da sempre per la sua agilità e freschezza, di tecnologie e contenuti, e non ti nascondo che
è sempre un piacere mostrare il mio ultimo corto in autobus ad un amico!
Quali sono i costi di una televisione come la vostra? E
chi li sostiene?
Attualmente non esistono finanziatori attivi nel progetto.
Abbiamo creato un’associazione culturale, “Neuroni in
Fuga”, con il preciso intento di finanziare progetti innovativi e creativi nel campo multimediale, tra i quali ovviamente UniversoTv, ma finora non siamo ancora riusciti ad
ottenere alcun sostegno finanziario da parte di istituzioni
o fondazioni. Le attrezzature che usiamo sono per la maggior parte nostre, dei singoli collaboratori. Di recente ci
siamo appoggiati ad Arcoiris.tv per diverse necessità, ma
le spese vive (materiale di consumo, nastri, spazio web,
materiale promozionale, ecc.) sono tutte a carico nostro, e
del piccolo fondo cassa sempre in rosso…
In che direzione si muove UniversoTv? Ci sono progetti in cantiere che vuoi anticiparci?
Stiamo cercando pubblici, che speriamo ci aiutino ad
esprimere creatività e professionalità. Di recente abbiamo
esordito nell’etere digitale: grazie ad una collaborazione
proficua con Arcoiris.tv alcuni nostri filmati molto votati
sono stati trasmessi sul loro satellite, e presto molti altri
faranno lo stesso percorso. Direi che trattandosi di un progetto di appena 15 mesi, nato da un gruppo di studenti un
po’ depressi, non si possa chiedere di più, o sbaglio? Ma
siamo noi a chiedere di più da noi stessi, è questa la nostra
forza, e ne siamo consapevoli.
Link Tv, Roma
Nella capitale c’è anche un’uni-Tv che però parla maltese. È l’uni-tv dell’Università di Malta.
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Quali sono i prodotti realizzati dal laboratorio televisivo?
Gli studenti del corso di comunicazione hanno scritto e
interpretato dei cortometraggi; abbiamo realizzato dei documentari e dei backstage.
Una giornalista di Link Tv.
Matteo Calabresi, responsabile editoriale di Link Tv.
Ci racconta il progetto Link Tv?
Nasce all’interno della Link Campus, filiale italiana
dell’Università di Malta con sede a Roma.
Obiettivi e ambizioni?
Il canale è un’occasione offerta ai nostri studenti di comunicazione per entrare in un mercato competitivo e professionale come quello televisivo e da la possibilità di acquisire competenze e mettere in pratica le conoscenze apprese nel proprio specifico percorso di studi. Oltre che dalla
necessità di dare un laboratorio didattico agli studenti, la
Link Tv nasce anche dalla convinzione che un’università
debba avere un canale attraverso il quale esprimersi liberamente.
Chi è l’editore di riferimento?
L’editore è l’Università. Abbiamo un team di professionisti che costituiscono l’ossatura della televisione e gestiscono i rapporti con gli studenti.
Qual è l’effettivo ruolo degli studenti?
Link Tv è rivolta non solo agli studenti di comunicazione.
Infatti, come una vera impresa televisiva, si avvale di competenze di tutti i settori presenti nell’università. Chi studia
giurisprudenza ci è molto utile per la gestione dei diritti
d’autore, per le problematiche legate alle liberatorie, ci aiuta
a trattare con i nostri partner. Gli studenti di comunicazione
partecipano attivamente nella creazione dei format, delle
sceneggiature, dei testi dei programmi. Link Tv si propone
quindi non solo di fungere da “palestra” per i suoi studenti
lanciandoli verso il mondo del lavoro, ma anche di ritagliarsi una fetta del mercato televisivo.
Dove trasmette Link Tv?
Fino a dicembre 2005 abbiamo avuto una partnership con
Gbr.com e ora stiamo concordando uno spazio con l’emittente satellitare Nessuno Tv.
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Produzioni per il futuro?
Stiamo mettendo a punto un format chiamato Flouver e
rumors sulla città di Roma. È uscita la puntata numero zero
sulla piazza Campo dei fiori e stiamo preparando una puntata su Villa Borghese. Inoltre stiamo preparando delle trasmissioni in studio che presto verranno realizzate: un format
giornalistico con richiami al talk show, ovvero uno spazio
interattivo nel quale si discutono le notizie più rilevanti,
soprattutto a livello internazionale, commentate dagli studenti della Link tramite mini-servizi, contributi o interventi
filmati realizzati con le tecniche più diffuse (cellulari,
videocam, webcam) da ogni parte del mondo. Lo scopo
della Link Tv è quello di acquisire le competenze necessarie per diventare una vera e propria azienda di produzione
televisiva ed entrare nel mercato.
Dalle esperienze di “uni-tv” analizzate, più che di rivoluzione si potrebbe parlare di evoluzione della Tv. Un’evoluzione
già iniziata da qualche tempo e destinata a subire un’accelerazione sfruttando proprio le nuove tecnologie ed Internet in
particolare. Ieri la Rete offriva ottime opportunità di analisi
dei contenuti più disparati ed una democraticità mai vista
prima, ma era limitata sotto un profilo di banda.
Improponibile la fruizione di una Tv, ad eccezione di quella
dei circuiti interni e aziendali, che sfruttando le Intranet permettevano una visione lineare. Oggi non è più così grazie a
banda larga e collegamenti ad Internet veloci.
Un fenomeno, pertanto, con grandi opportunità e qualche insito rischio. L’aspetto sicuramente positivo è il fatto che si esce
dal limbo della teoria della comunicazione per passare alla
pratica. Le Tv universitarie permettono questo. Con un budget
abbastanza contenuto si gioca anche col mezzo e non solo col
possibile contenuto. L’aspetto negativo è che in questa moltiplicazione di possibilità ci si trovi disorientati nel mare
magnum di una comunicazione sempre più personalizzata.
Credo che la chiave giusta sia quella di trovare – come nella
Rete – una valenza di relazione con tutti gli attori del sistema
universitario: quella che nascerà dovrà essere una “caring
Tv”, assistere lo studente fornendo informazioni, stimolarlo
ascoltando il suo “progetto di vita”, preoccuparsi di farlo crescere in termini formativi con l’e-learning. Il futuro, pertanto, dovrà essere la Tv universitaria “user commuunity”.
NOTE
1
www.altratv.tv
Si ringraziano per la stesura dei web-articoli i seguenti studenti e
appassionati di nuove tecnologie aderenti al progetto Altratv.tv:
Lorenzo del Bianco (per ReLab Tv), Rossella Di Francesco (per Link
Tv), Sara Grilletta (per UniversoTv), Alessandro Vona (per
UniversityTv), Giuliano Vernaschi (per Centro Televisivo
Universitario).
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