Da Cancún all`Expo: il valore delle cose tra clima, cibo e

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Da Cancún all`Expo: il valore delle cose tra clima, cibo e
Associazione Ya Basta! Italia presenta: Da Cancún all’Expo: il valore delle cose tra clima, cibo e territori Incontro con Raj Patel Raj Patel è uno scrittore, attivista e accademico, autore de “I padroni del cibo” (Feltrinelli, 2008), “Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo” (Feltrinelli, 2010) e, insieme a Eric Holt‐Giménez, di “Food Rebellions” (Slow Food, 2010). Economista che ha lavorato per la Banca mondiale e per il Wto prima di impegnarsi in campagne internazionali contro queste stesse organizzazioni, è un attivista e collaboratore in La Via Campesina, uno studioso delle politiche alimentari mondiali e un consulente per le Nazioni Unite (Relatore sul Diritto al Cibo). Lavora inoltre con Abahlali baseMjondolo, un movimento di abitanti delle baraccopoli sudafricane. Ha descritto nel suo ultimo lavoro il fallimento dell'ideologia egoistico‐competitiva e le molte lotte planetarie per la pratica diretta della democrazia, per la difesa, e per la costruzione e reinvenzione dei beni comuni. Si è formato nelle università di Oxford e Cornell e alla London School of Economics; lavora attualmente con la University of KwaZulu‐Natal, in Sudafrica, e con la University of California a Berkeley. Suoi articoli sono apparsi su testate come “The Ecologist”, “The Guardian”, “The LA Times”, “NYTimes.com” e “The Observer”. http://www.feltrinellieditore.it/SchedaAutore?id_autore=1000870
http://rajpatel.org/
http://www.youtube.com/watch?v=6P03nNeYiJo
Intervengono inoltre: Mario Agostinelli, Comitato Energiafelice Giorgio Ferraresi, Politecnico di Milano Roberto Masciadri, Comité Amig@s do MST Luca Trada, Comitato No Expo Aggiornamenti in collegamento con le mobilitazioni per una giustizia climatica di Cancún (Conferenza ONU sul clima) Introduzione a cura dell’Associazione Ya Basta! Milano Cambiare il sistema, e non il clima, è divenuto uno slogan imperativo delle lotte globali in tempo di crisi climatica. Una crisi climatica che è causa ed effetto della crisi economica, energetica e di governance, e che rispecchia il fallimento del modello capitalistico globalizzato (compresa ogni sua variante autoritaria). La favoletta lugubre di un sistema virtuoso ma basato su avidità, appropriazione ed esclusione è palesemente terminata. Il mercantilismo neoliberista ha fallito su tutta la linea politica, economica, sociale, ecologica, tecnologica. Eppure ancora, in ogni angolo del pianeta, multinazionali, governi e organismi di potere mondiale puntano a mettere le mani sulle risorse che determinano l’economia di oggi e di domani, come il petrolio e l’acqua. La connessione tra sfruttamento dei territori e cambiamenti climatici si fa sempre più stretta: l’agricoltura intensiva, lo sviluppo estrattivistico e l’ansia di profitto avvelenano aria e acqua, distruggono territori e forme di vita, asserviscono contadini e abitanti delle metropoli, determinano migrazioni planetarie. Il fallimento della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenhagen lascia poche speranze sul fatto che la prossima Conferenza di Cancún (COP16, Messico, 29 novembre‐10 dicembre 2010) possa stabilire accordi positivi, anche solo in materia di contenimento delle emissioni inquinanti. Il fatto è che i cambiamenti climatici sono uno degli aspetti della crisi generale di sistema. E la crisi generale può essere superata con un’alternativa generale, che sia politica, economica, sociale, climatica, tecnologica. E’ quello che in ogni angolo del pianeta si afferma con le mille lotte per la pratica diretta della democrazia, per la difesa, costruzione e reinvenzione dei beni comuni. E' tempo di dimenticare il fallito egoismo competitivo e accogliere una emergente solidarietà cooperativa globale. Un ruolo centrale, per il contenimento dei cambiamenti climatici, come per il cambiamento del modello economico capitalistico in tutti i settori produttivi, va attribuito al tema del cibo e della sovranità alimentare: se da un lato il ciclo dell’agricoltura intensiva è tra le prime cause dell’emissione di gas serra, dall’altro non è ammissibile che oltre un miliardo di persone faccia la fame mentre i paesi ricchi vedono crescere l’obesità come una malattia endemica. Un’agricoltura differente può farsi garante della conservazione dell’ambiente, interrompere i processi migratori che vedono uno svuotamento delle campagne e una crescita devastante delle megalopoli, permettere a tutti l’accesso al cibo e alle risorse idriche. Di tutto questo parleremo, collegandoci all’esperienza de La Via Campesina, del Movimento Sem Terra e degli zapatisti del Chiapas, mentre a Cancún le nostre compagne e i nostri compagni della Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale (RIGAS), e di tutti i paesi, porteranno le istanze di cambiamento globale del modello di sviluppo, e mentre a Milano prosegue la lotta contro l’Expo 2015, che ha come presupposto la devastazione di interi territori (area Expo, Parco Agricolo Sud e in generale tutta la metropoli) e come tema “Nutrire il pianeta”. Nutrire il pianeta, cambiare il sistema e non il clima, combattere gli OGM e l’agricoltura intensiva, difendere beni comuni come l’acqua, interrompere le cause delle migrazioni (e non reprimerne gli effetti), contrastare il consumo di suolo e modificare il rapporto città‐campagna, sono sei facce di uno stesso dado. Un dado che non vogliamo lasciare al gioco d’azzardo dei padroni della Terra. A seguire proiezione del film “Il mondo secondo Monsanto” di Marie‐Monique Robin Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=KvJhGeeI9iU
Durante la serata sarà possibile acquistare il Café Rebelde Zapatista e l’Açucar do Brasil (www.caffezapatista.it e http://www.yabasta.it/spip.php?article1141) Mercoledì 1 dicembre 2010, h 20.30 presso CasaLoca, viale Sarca 183, Milano