strategie di investimento - Renzi: con il taglio Ires

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strategie di investimento - Renzi: con il taglio Ires
STRATEGIE DI INVESTIMENTO :
Analisi Fondamentale, Analisi Tecnica, Analisi Ciclica.
Tra i vari approcci all’investimento, la prima grande differenziazione si trova tra
quello basato sull’analisi fondamentale e quello relativo all’analisi tecnica.
ANALISI FONDAMENTALE è una scienza che studia i titoli sulla base dei bilanci
delle aziende che li rappresentano e delle loro prospettive di crescita, utilizza
differenti approcci :
APPROCCIO ALL’INVESTIMENTO TOP-DOWN O BOTTOM-UP
Top down: indica un approccio a un problema dall’alto, è un metodo di analisi finanziaria
in cui le migliori opportunità di investimento vengono individuate analizzando prima la
situazione macroeconomica dei vari paesi, poi per esempio quella dei vari settori
industriali e infine quella delle singole società, in un processo di selezione progressiva.
Bottom-up: Indica un approccio dal basso in alto, tecnica di selezione dei titoli azionari
che predilige titoli che sono intrinsecamente buoni, senza riguardo alle condizioni generali
dell’economia. In pratica si minimizza sull’importanza dei cicli economici e di mercato.
STILI DI INVESTIMENTO GROW O VALUE
Traduzione letterale: crescita e valore.
All’interno della gestione professionale del denaro si sono andati individuando, nel corso
del tempo, diversi stili d’investimento azionario che stanno alla base delle politiche
gestionali e influenzano il modo col quale i gestori selezionano i titoli da inserire in
portafoglio. Lo stile azionario può essere definito come un gruppo di titoli azionari che
hanno caratteristiche e rendimenti simili, riconosciuti da ampi gruppi d’investitori. Le
caratteristiche cui di solito si fa riferimento sono gli indicatori fondamentali di ciascun titolo:
price-cash flow (P/CF), price-earnings (P/E), price-book value (P/BV, o il suo reciproco
book-to-market equity, BE/ME), dividend yield (DIV/P), return on equity (ROE), crescita
degli utili, beta e dimensione dell’impresa.
Praticamente si tratta dei due grandi settori delle societa' quotate in borsa: le prime
'assicurerebbero' crescita’ ; le seconde garantirebbero' valore’
Ogni societa' può essere o value o growth, anche se in genere, gli stili scompaiono dopo
lunghi periodi di scarsi rendimenti .
Il metodo Value investing, è stato molto utilizzato da Benjamin Grahm ed è basato sul
valore intrinseco e presente dell’azienda. Applicando questo metodo si dovranno
individuare e comprare le azioni delle società che il mercato sottovaluta cioè quando il
prodotto tra il costo dell’azione e numero delle azioni stesse (capitalizzazione) è inferiore
al suo patrimonio
E invece che definizione diamo per 'growth'?
'E' una societa' growth, quell'azienda per la quale si prevede una crescita dei profitti nei
successivi 3/5 anni, del 10/20% all'anno'.
Le growth puntano tutto sul rialzo del titolo.
Ma in questi anni abbiamo assistito ad un certo rimescolamento delle carte:
che genere di azienda e' una societa' come Cisco che ha perso nel biennio 2000/2002
quasi il 90% del suo valore ?
Oggi e' ancora un'azienda growth o sta diventando una societa' value?
E il caso di Fiat negli ultimi 20 anni?
Lo stile di investimento dovrebbe anche essere un ibrido di quello value mixato con
quello growth..Bisognerebbe anche valutare l’investimento in società che abbiano una
valutazione a sconto rispetto al reale valore dei loro assets (tangibili e intangibili), ma
allo stesso tempo lascino sperare in una forte crescita negli anni futuri.
L'ideologia non paga mai, nemmeno in borsa.
In entrambi gli stili, l’investitore scommette che le aspettative siano troppo basse e che
aumenteranno col passare del tempo: li differisce il livello di aspettative iniziale (basse
aspettative: value investing; alte aspettative: growth investing). Si usa identificare
l’investimento value come la strategia di “acquisto a basso prezzo, vendita ad alto prezzo”,
mentre l’investimento growth come “acquisto ad alto prezzo, vendita a prezzo ancora più
alto”. Si tratta quindi soltanto di due diversi metodi di approccio al mercato azionario.
Altro stile di investimento azionario riguarda la differenza tra i titoli ciclici e non-ciclici: i
due termini fanno riferimento al grado di correlazione del prezzo azionario di un impresa e
l’andamento dell’economia. I titoli non-ciclici, detti anche titoli difensivi, producono alti
profitti e battono il mercato nelle fasi decrescenti dell’economia, perché la domanda dei
loro prodotti e servizi prescinde dall’andamento dell’economia: le imprese non cicliche
producono e distribuiscono beni e servizi indispensabili alla comunità in ogni periodo
economico (acqua, gas, beni alimentari, energia elettrica, articoli casalinghi non
durevoli…). I titoli ciclici, invece, sono altamente correlati con l’andamento dell’economia,
ossia conseguono alti rendimenti quando l’economia è in crescita e la comunità ha denaro
extra da poter spendere in beni di lusso, e rendono poco quando l’economia precipita
rapidamente. Esempio classico di titoli ciclici sono quelli delle imprese automobilistiche:
quando l’economia va bene e le persone lavorano, le vendite automobilistiche sono buone
ma, se ci sono interruzioni o incertezze nei rapporti di lavoro o alti tassi d’interesse, le
persone possono decidere di posticipare l’acquisto di una nuova automobile
ANALISI TECNICA
In economia l'analisi tecnica (AT) è lo studio dell'andamento dei prezzi dei mercati
finanziari nel tempo, allo scopo di prevederne le tendenze future, mediante principalmente
metodi grafici e statistici. In senso lato è quella teoria di analisi (ovvero insieme di principi
e strumenti) secondo cui è possibile prevedere l'andamento futuro del prezzo di un bene
quotato (reale o finanziario), studiando la sua storia passata. Viene utilizzata, assieme
all'analisi fondamentale, per la definizione delle decisioni di trading.
L'analisi tecnica si prefigge di analizzare e comprendere, attraverso l'analisi del grafico,
l'andamento dei prezzi, il quale a sua volta rispecchia le decisioni degli investitori; e si
basa sull'assunto fondamentale che, poiché il comportamento degli investitori si ripete nel
tempo, al verificarsi di certe condizioni grafiche, anche i prezzi si muoveranno di
conseguenza.
Originariamente l'analisi tecnica fu applicata soltanto al mercato azionario, ma la sua
diffusione si è gradualmente estesa al mercato delle materie prime, a quello
obbligazionario, a quello valutario e agli altri mercati internazionali.
A COSA SERVE L’ANALISI TECNICA
Il compito principale dell'analisi tecnica è quindi quello dell'identificare un cambiamento di
tendenza rispetto ad uno stadio iniziale, mantenendo una posizione di investimento fino a
quando non vi sia prova che la tendenza stessa si sia di nuovo invertita. Gli investitori che
la applicheranno avranno un'operatività nettamente differente da quelli che invece
applicheranno una più semplice e comune tecnica chiamata buy and hold (o approccio del
"cassettista"), che consiste invece nell'acquistare e immobilizzare la posizione per lungo
tempo. Esiste un vivace dibattito rispetto alla migliore strategia di trading, che deve essere
comunque sempre attentamente implementata in base agli obiettivi, alle disponibilità ed
alla propensione al rischio dell'investitore rispetto al rendimento atteso.
I possibili vantaggi dell'analisi tecnica rispetto alla strategia buy and hold risultano
particolarmente evidenti in periodi in cui i mercati non fanno registrare alcun progresso o
trend netto, evidenziando comunque notevoli fluttuazioni laterali (volatilità). I casi più
lampanti che si possono ricordare sono quelli dell'indice Dow Jones Industrial Average
durante il periodo 1966-1982. Alla fine del 1982 il valore dell'indice si discostava di poco
da quello segnato nel lontano 1966, registrando però al suo interno cinque importanti cicli
al rialzo. Un ipotetico investitore che (in maniera comunque piuttosto improbabile) fosse
stato così fortunato da vendere in corrispondenza dei cinque massimi ed acquistare nei
minimi, avrebbe visto crescere il suo investimento di $ 1000 nel 1966 sino a $ 10.000
entro l'ottobre del 1983 (senza considerare però costi di transazione ed imposte). Nello
stesso periodo un cassettista con strategie di acquisto e immobilizzo avrebbe guadagnato
solo $ 250.
Un altro esempio si ha sull'andamento dell'indice Comit dal 1973 al 1996; particolarmente
significativo appare il decennio 1986-1996, durante il quale l'indice non ha fatto registrare
alcun progresso. In questo periodo una strategia buy and hold avrebbe fatto registrare una
performance addirittura negativa, mentre una strategia che avesse individuato
dinamicamente e sempre correttamente i principali punti di svolta avrebbe reso più
probabile dei gain.
È necessario comunque evitare l'illusione di facili guadagni derivanti automaticamente
dall'uso dell'AT, perché nella realtà del trading è ovviamente impensabile riuscire ad
acquistare esattamente nei punti di minimo e vendere nei punti di massimo. Questi valori
possono essere conosciuti ovviamente solo ex post, ovvero a posteriori, negli studi storici
a tavolino. Le finalità dell'analisi tecnica sono quindi quelle di aiutare a migliorare
l'identificazione della direzione di un trend, e di segnalare quando è prossima una sua
inversione..
Presupposti base dell'analisi tecnica
Il mercato sconta tutto
Questa affermazione è una premessa basilare per la corretta comprensione dell'analisi
tecnica. Infatti l'analista si muove dalla convenzione che nei prezzi di borsa, o di un
contratto di merci, siano già incorporati tutti quei fattori di tipo fondamentale, politico,
psicologico, monetario ed economico, che ne hanno determinato l'andamento.
I grafici, infatti, di per sé non fanno salire o scendere il mercato, ma semplicemente
riflettono la sua psicologia rialzista o ribassista.
La storia si ripete
Questo risulta molto evidente in situazioni quali doppi-tripli massimi o minimi, ovvero
situazioni in cui prezzi arrestano la loro corsa rialzista o ribassista in prossimità di aree che
già precedentemente avevano invertito tendenze in atto, dimostrando come alcuni punti
critici possano essere ricordati anche ad anni di distanza.
ANALISI CICLICA. Cos’è l’analisi ciclica? Niente di più prosaico. Basta prendere un
grafico storico mensile dell’indice Comit e andare indietro di una cinquantina di anni. Anno
dopo anno andremo a collegare con una linea i massimi ed i minimi più significativi
delineatisi in tale fase storica, conteremo i mesi di ogni ciclo e li riporteremo in una
colonna. Faremo una media ed avremo così calcolato la lunghezza temporale media di un
ciclo di Borsa. Usando tale metodologia ci ritornerà una lunghezza di quasi tre anni.
Per analisi ciclica s'intende quel processo di analisi dei cicli del mercato in grado di
anticipare eventuali trend al rialzo o al ribasso. L'analisi ciclica permette così di
comprendere in che direzione va il trend, evitando così di soffermarsi esclusivamente sul
prezzo e sul volume (come in molte strategie di trading basate sull'analisi tecnica).
Come fa l'analisi ciclica a coprendere la direzione dei prezzi? Aggiungendo un
fondamentale elemento al prezzo e a i volumi: il tempo. Si tratta di una variabile
fondamentale nel trading, perché permette di aprire e chiudere un'operazione in modo
corretto, migliorando le opportunità di guadagno.
L'analisi ciclica ricerca così degli schemi e delle formazioni di prezzo in grado di ripetersi
nel tempo con una buona percentuale di affidabilità
Il trend indica la tendenza del prezzo di muoversi nel tempo in una determinata direzione.
Avremo un trend rialzista (bull market) con una successione di massimi e di minimi
crescenti, mentre un trend ribassista (bear market) con una successione di massimi e
minimi decrescenti.