l`altro - Cinema Teatro Astra
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l’altro inema STAGIONE 2015/2016 ANNO XXIV cineforum 12 IL SAPORE DEL SUCCESSO di John Wells/commedia/usa/101’ LUNEDÌ 11 GENNAIO ORE 20.45 MARTEDÌ 12 GENNAIO ORE 21.00 MERCOLEDÌ 13 GENNAIO ORE 21.15 Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar Sy, Daniel Bruehl, Riccardo Scamarcio, Alicia Vikander, Sam Keeley, Jamie Dornan, Uma Thurman, Emma Thompson Lo chef Adam Jones aveva tutto, e l'ha perduto. Rockstar dei fornelli da due stelle Michelin e dalle pessime abitudini, l'ex enfant terrible della ristorazione parigina era famoso per l'improvvisazione estrema alla continua ricerca del brivido nella creazione di esplosioni di gusto. Per aprire un suo ristorante e guadagnare l'inafferrabile terza stella Michelin avrà però bisogno del meglio del meglio dalla sua parte, compresa la bella Helen. Bradley Cooper è Adam Jones nella pellicola che porta sul grande schermo la violenza delle grandi cucine ed il contrasto dolce-amaro del successo. Redenzione e guida Michelin figurano come protagonisti del film che mette in scena i volti dei grandi cuochi, che abbiamo imparato ad identificare con chef Ramsey e Cracco; infatti la personalità di Adam Jones, tra coltelli e piatti, è un insieme di arroganza, bravura, rabbia e voglia di perfezione. Il film si apre con la fine delle pena autoimpostasi da Adam, sgusciare un milione di ostriche in Luisiana, per poi spostarsi a Londra, dove, insieme ad una squadra di prescelti, lo chef da due stelle cerca, con tutta l’esperienza e l’arte che possiede, di prendere la terza. Mattia Revine Il sapore del successo (titolo originale Burnt) è un film di John Wells, sceneggiatore di serie importanti quali E.R. - Medici in prima linea e West Wing - Tutti gli uomini del Presidente e cretore di Shameless, con sceneggiatura di Steven Knight, uno degli sceneggiatori più richiesti del momento, creatore della serie Peaky Blinders e soprattutto regista dell'ottimo Locke. La pellicola ha un cast davvero stellare: Bradley Cooper protagonista accompagnato da Sienna Miller, Omar Sy, Matthew Rhys, Emma Thompson, Daniel Bruhle, Alicia Vikander, Uma Thurman, Lily James e Riccardo Scamarcio. Adam Jones (Bradley Cooper) era uno degli chef più talentuosi e di successo di Parigi, aveva tutto ma, a causa del suo carattere difficile e della dipendenza da varie sostanze stupefacenti, è riuscito a perdere quello che aveva raggiunto con grande passione e sacrifici. L'obiettivo della sua vita era quello di ottenere le tanto agognate tre stelle Michelin, il massimoriconoscimento culinario che si possa avere. Dopo anni passati a risollevarsi, trasferitosi a Londra, Adam torna sulla scena desideroso di tornare ai fasti di una volta ma ben presto capirà che per raggiungere quell'obiettivo dovrà cambiare alcuni lati del suo carattere e soprattutto dovrà accettare l'aiuto delle persone, perchè la cucina è un lavoro di squadra. La cucina è sicuramente uno dei trend del momento. In televisione è pieno di programmi dedicati alla gastronomia, che siano semplici show o veri e propri reality poco importa, basta che si parli di cucina a tutti i livelli, di alta qualità o più rustica, cibi di lusso o junk food. Per non parlare poi del successo sui social network delle foto dei cibi, dei blog personali dedicati ad esso, del mercato editoriale che punta sempre di più sui libri di cucina e il successo, in aumento negli ultimi anni, dei prodotti biologici. Oltretutto gli chef e gli esperti di cucina che partecipano a questi show diventano delle vere e proprie star con milioni di fan nel mondo. Il sapore del successo rispecchia in molti aspetti questa moda, l'importanza data agli chef che gestiscono il ristorante, la notorietà portata dal raggiungimento delle famose tre stelle ma anche lo stress e la fatica a cui sono sottoposti per ottenerle, sono tutti aspetti ben delineati all'interno della pellicola. Il film Il sapore del successo scorre veloce, propone una storia di caduta e di rinascita classica nello svolgimento e nei sentimenti in ballo ma nonostante ciò con un ritmo buono e soprattutto con ottimi attori, ognuno con un ruolo importante, anche quelli meno presenti. Adam Jones ha problemi di ogni tipo, di dipendenza, di manie di protagonismo, di controllo della rabbia, che lo portano spesso al limite dell'esaumento; nel corso della storia riesce però a venirne fuori, soprattutto grazie all'aiuto delle persone che gli stanno più vicino, che sono poi i suoi collaboratori al lavoro, perchè la cucina è un lavoro di squadra, non sei nessuno da solo. Marialaura Baldelli via Roma 3/b, San Giovanni Lupatoto (Vr) - tel/fax 045 9250825 - [email protected] - www.cinemateatroastra.it 13 gli ultimi saranno gli ultimi di Massimiliano Bruno/commedia, drammatico/italia/103’ LUNEDÌ 18 GENNAIO ORE 20.45 MARTEDÌ 19 GENNAIO ORE 21.00 MERCOLEDÌ 20 GENNAIO ORE 21.15 Con Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Stefano Fresi "Gli ultimi saranno ultimi" racconta la storia di Luciana Colacci una donna semplice che sogna una vita dignitosa insieme a suo marito Stefano. E' proprio al coronamento del loro sogno d'amore, quando la pancia di Luciana comincia a crescere, che il suo mondo inizia a perdere pezzi: si troverà senza lavoro e deciderà di reclamare giustizia e diritti di fronte alla persona sbagliata, proprio un ultimo come lei, Antonio Zanzotto. Un film che, tra risate, bugie, incomprensioni e voltafaccia, racconta le emozioni in tutte le sfumature possibili. Luciana vive ad Anguillara, lavora in fabbrica ed è sposata con Stefano, disoccupato cronico pieno di idee multimilionarie ma refrattario all'idea di "stare sotto padrone". Da tempo desiderano un figlio che non arriva, ma quando il loro sogno si avvera il datore di lavoro di Luciana si rifiuta di rinnovarle il contratto "a tempo determinato", vista la gravidanza in corso. Antonio è un poliziotto veneto trasferito ad Anguillara con disonore e accolto con scherno dai colleghi. Appena arrivato si confronta con le peculiarità del paese, a cominciare dai ripetitori che trasmettono la messa dai citofoni e dai lavandini di casa (insieme a una serie di radiazioni pericolose). Il suo è un percorso di espiazione costellato dalle punizioni del capo e le mortificazioni dei compagni di pattuglia. Fin dalla descrizione dei due protagonisti paralleli, Gli ultimi saranno ultimi mostra come la sua storia potrebbe sconfinare ogni momento in farsa o in tragedia, e infatti la narrazione cammina in bilico su questo crinale, in quella tradizione del cinema italiano che attinge alla realtà e al carattere nazionale per declinarsi in tutte le sue sfumature tragicomiche. Scritto e diretto da Massimiliano Bruno, Gli ultimi saranno ultimi nasce come pièce teatrale ma nella trasposizione cinematografica attinge alla luminosità morbida e clemente della provincia laziale, allargando lo spazio a molti caratteri riconoscibili: gli amici, i vicini, la single "collezionista", la poliziotta goffa e sfortunata, la guardia giurata affettuosa (e quella letargica), l'apprendista ambiziosa (più per disperazione che per vocazione). Ognuno brilla grazie a una scrittura precisa e credibile, e all'interpretazione esatta ed empatica di un cast di ottimi caratteristi: la deliziosa poliziotta Maria Di Biase, gli amici Silvia Salvatori, Emanuela Fanelli, Giorgio Caputo e Marco Giuliani. Bravissimi anche Diego Ribon nei panni di un sindacalista da prendere a ceffoni, Duccio Camerini padrone di casa e Francesco Acquaroli padrone delle ferriere, Ariella Reggio mamma di Antonio.Ovviamente la parte del leone va a Paola Cortellesi (Luciana), perfetta come sempre: tenera, stressata, commovente, buffa, patetica. Le tiene testa uno straordinario Alessandro Gassmann (il marito Stefano) che dà prova inconfutabile, con apparente leggerezza, della sua raggiunta maturità d'attore, e della sua capacità tutta italica (parliamo di commedia all'italiana) di essere insieme gaglioffo e gagliardo. Fabrizio Bentivoglio fa più fatica a risultare credibile nella sua volontà programmatica di calarsi nei gesti e nell'accento del poliziotto Antonio, ma rende bene la gravità del personaggio. Accanto a loro Stefano Fresi e Ilaria Spada lasciano come al solito il segno, e Irma Carolina di Monte interpreta con precisione forse il personaggio più originale del film. Vale la pena dettagliare il la- voro degli attori perché la regia è completamente al loro servizio, ne segue i movimenti interiori ed esteriori, resta loro addosso: nella scena della conversazione al ristorante la cinepresa pare un bambino che cerca di non perdersi neppure una parola, neppure una smorfia di quello che dicono i grandi. Gli ultimi saranno ultimi racconta con strazio e partecipazione, ma anche con umorismo e levità, le vicende di un gruppo di italiani del presente stretti fra la crisi e la necessità di negarla, strozzati dalla paura e la vergogna, sempre più limitati nelle loro possibilità e nei loro margini di scelta. Persone che non riescono più a vedere ciò che sta davanti ai loro occhi, che prendono derive deleterie senza nemmeno rendersene conto, che vedono la loro dignità costantemente sotto attacco e tentano di difenderla come possono. Persone stanche, che smettono di essere ragionevoli e sbroccano o, peggio ancora, vanno lentamente alla deriva. Bruni le racconta con una delicatezza che si tiene al di qua della melensaggine e del melodramma (anche se alcune sottolineature musicali sono davvero esagerate) e gradualmente ci leva la pelle, lasciandoci scoperti, nudi davanti a ciò che siamo diventati, ognuno macchiandosi di piccole e grandi nefandezze. E racconta senza peli sulla lingua alcune grandi verità contemporanee, prima fra tutte quella che "senza il lavoro si puzza", e che homo sine pecunia est imago mortis: laddove homo sta per "essere umano", maschio e femmina. Paola Casella Massimiliano Bruno ha impresso una virata drammatica al suo cinema di commedia. Al centro il tema dell'essere padroni della propria vita e delle proprie scelte; riuscire, nel bene e nel male, a non subire passivamente e inconsapevolmente il corso delle cose. In un paese della provincia laziale Alessandro Gassmann e Paola Cortellesi sono una coppia piena di amici, economicamente precaria perché, la carretta la tira solo lei, e finalmente in attesa di un figlio che non arrivava mai. Nello stesso paese cala dal Veneto il poliziotto Fabrizio Bentivoglio inseguito e preceduto da una pessima reputazione per via di un episodio in cui il più giovane compagno di pattuglia ha perso la vita per sua responsabilità.[...] Gli interpreti ci sono: Cortellesi si fa in quattro, Gassmann guadagna intensità ad ogni prova, Bentivoglio che indossa sempre i suoi personaggi con cura meticolosa. Da La Repubblica, 10 novembre 2015 14 il ponte delle spie di Steven Spielberg/Thriller , Biografico , Storico/usa/141’ LUNEDÌ 25 GENNAIO ORE 20.45 MARTEDÌ 26 GENNAIO ORE 21.00 MERCOLEDÌ 27 GENNAIO ORE 21.15 Con Tom Hanks, Billy Magnussen, Amy Ryan, Alan Alda, Eve Hewson, Domenick Lombardozzi, Austin Stowell, Mark Rylance Il titolo del film, Il ponte delle spie, fa riferimento a un ponte realmente esistente a Berlino, che un tempo univa la zona est e quella ovest, oggi noto come Ponte di Glienicke.Il ponte delle spie racconta la storia di James Donovan, un famoso avvocato di Brooklyn che si ritrova al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo ingaggia per un compito quasi impossibile: la negoziazione per il rilascio di un pilota statunitense, Francis Gary Powers, abbattuto nei cieli dell'Unione Sovietica mentre volava a bordo di un aereo spia U2. Steven Spielberg sorseggia una bevanda calda dentro un bicchierone di Starbucks quando arriva nella capitale tedesca a presentare Il ponte delle spie, film in cui è tornato a raccontare la Storia, quella vera. Il regista sessantottenne sembra sempre un eterno ragazzino, uno di quelli che dice sempre la verità: pieno di humour e di storie da raccontare con l'entusiasmo e l'energia di un giovane e la saggezza di uno che ha imparato tanto dalla vita. Il suo nuovo dramma storico segna la quarta collaborazione cinematografica con Tom Hanks, anche lui arrivato a Berlino con un look insolito. Per una volta l'attore - cinquantotto anni contro i quasi sessantanove di Spielberg - sembra molto più vecchio del regista. Hanks si presenta infatti con capelli e baffi bianchi. La ragione del suo look è però legata al lavoro: sta, infatti, girando il nuovo film di Clint Eastwood incentrato sul pilota che ha salvato tutti quei passeggeri la volta che un aereo è caduto sul fiume Hudson fuori New York. Il ponte delle spie - che abbiamo recensito in anteprima dal Festival di New York - vede Hanks nei panni di James B. Donovan, avvocato che si ritrova a negoziare lo scambio di un pilota americano con una spia sovietica negli eventi che hanno seguito la crisi degli U-2 del 1960. Le tensioni tra le due nazioni vengono messe nelle mani del protagonista. Dunque quando si segue un personaggio così, è un bene che quello abbia la faccia di Tom Hanks, volto che esprime fiducia e sicurezza sin dalla prima volta in cui posiamo gli occhi su di lui. "Sono un fanatico di storia - afferma Spielberg. - In molti pensano che questi film incentrati su eventi realmente accaduti siano un po' atipici per il mio cinema. Non è così. Sono vent'anni che racconto queste storie: l'ho fatto in Amistad, Salvate il soldato Ryan, Lincoln e naturalmente Schindler's List. Ed è la prima cosa che mi ha legato a Tom Hanks quando è nata la nostra amicizia: ci siamo scoperti entrambi superfan degli eventi storici. E da quel momento ci siamo sempre scambiati documentari, libri e film". Il regista continua: "La cosa bella dello showbusiness è che quando ottieni successo, riesci ad arrivare a una posizione in cui puoi scegliere i film che vuoi. Io volevo indagare sugli eventi storici. Alcuni dei film che ho fatto sono diventati memorabili, altri hanno avuto meno fortuna. Non aspettatevi che faccia solo fantasy". Ovviamente il regista rilancia immediatamente: "State però tranquilli, la prossima estate arriverò con un fantasy!". Steven Spielberg ci fa vivere la guerra fredda con un imponente, thriller sentimentale che gorgoglia con intensità tranquilla, trovando a volte una vera e propria scintilla di energia. Più intrigante, e importante, è il modo in cui il film si rifiuta di indulgere nel solito moralismo, consentendo ai suoi personaggi di essere complessi e confusi mentre cercano di fare la cosa giusta. Anche i russi sono raffigurati come persone reali, piuttosto che cattivi ombrosi. E quest’ultima particolarità rende la vicenda assolutamente avvincente. Ambientata nel 1957 a New York, la storia è incentrata sull’avvocato James Donovan (Tom Hanks), che viene assunto per rappresentare Rudolf Abel (Mark Rylance), che è accusato di essere una spia sovietica. James sta combattendo una battaglia persa contro una cultura che è determinata a condannare Rudolf, indipendentemente dalle prove contro di lui. Tre anni più tardi, un aereo spia americano U-2 viene abbattuto in Russia, ed il suo pilota Gary Powers (Austin Stowell) viene catturato. Così ora James è assunto dalla CIA per negoziare uno scambio: Rudolf per Gary. Si dirige a Berlino per orchestrare il tutto, e lì decide che vorrebbe liberare dai tedeschi dell’Est uno studente americano (Will Rogers) che è stato ingiustamente arrestato mentre costruiva il Muro di Berlino. Donovan è un uomo straordinario che è andato ben oltre il suo lavoro di routine. E’ anche un personaggio fantastico del film, e Hanks lo interpreta con onestà impassibile, aggiungendo sfumature in ogni scena rendendolo facile da identificare. Lui è una persona simpatica che rappresenta l’ideale politico di oggi: un uomo tenace che ignora la politica di parte per fare la cosa giusta. I personaggi che lo circondano sono meno sviluppati, anche se Rylance offre qualche scossone al film, è un uomo perspicace ed onesto che accetta il suo destino con dignità. Tutti gli attori beneficiano della forte sceneggiatura di Joel e Ethan Coen e Matt Charman, che riesce a generare un bell’umorismo tagliente nelle fasi di tensione della Guerra Fredda. Come sempre, Spielberg racconta la storia con abilità ed eleganza, e cura ogni aspetto cinematografico per gestire al meglio i concetti della pellicola. Alcuni elementi sono un po’ esagerati, tipo la progettazione della produzione che ritrae l’America del 1950 come calda e confortevole, mentre Berlino un posto gelido, triste e scuro. Il film tratta dei temi che sono risonanti oggi, soprattutto nella raffigurazione dello scontro tra gli stili occidentali e orientali per quanto riguarda la sicurezza. intervista a Steven Spielberg wonderchannel.it Pasticceria Lorenzetti Viale Olimpia, 6 - 37057 San Giovanni Lupatoto Verona Italy Tel. 045545771 www.pasticcerialorenzetti.com [email protected] Casa Bonuzzi Piazza Marconi, 14 - 37059 Zevio Verona Italy Tel. 0457850066 [email protected] FAGGIONI srl 37050 Santa Maria di Zevio (VR) via Ronchesana, 20 telefono 045 6069038 fax 045 6069039 [email protected] www.faggionipallets.it