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Internet e la carica dei silver
surfer
/ 01.10.2016
di Natascha Fioretti
La scorsa settimana ho partecipato alla trasmissione radiofonica di Rete Uno «Appesi alla luna»
condotta da Mirella de Paris, titolo della puntata Ma i social ci stanno davvero cambiando?. Il tema
non è nuovo ma come spesso accade da queste esperienze si torna sempre a casa con qualche nuova
conoscenza e riflessione. Personalmente mi ha molto colpito constatare come diverse delle
telefonate da casa per intervenire in trasmissione fossero da parte di persone anziane o, comunque,
non più giovanissime.
Con molta tranquillità e con un pizzico di orgoglio raccontavano come fosse sereno il loro rapporto
con i social network, come grazie a questi strumenti sono in grado di seguire le attività dei loro
nipoti e dunque di rimanere aggiornati sulle loro vite ma anche di fare nuove amicizie e nuove
scoperte. Hanno raccontato come l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social sia un ottimo rimedio
contro la solitudine che in età avanzata, per diversi motivi tende ad intrufolarsi nelle vite umane con
maggiore forza e frequenza.
Bello è stato anche sentire dalle diverse testimonianze come le conoscenze e l’interazione con questi
nuovi strumenti di comunicazione e di socializzazione nascano molto spesso in famiglia visto che
sono i figli o, ancora più spesso, i nipoti ad insegnare ai nonni ad usare i social network. In questo
senso internet ha sicuramente contribuito in modo particolare ad accorciare le distanze tra i nonni e
il resto della famiglia. Fino a dieci anni fa se non si abitava nella stessa città, regione o, addirittura,
nazione bisognava fare attenzione a non sentirsi troppo spesso perché il telefono aveva i suoi costi. E
se non si aveva la possibilità di viaggiare non ci si vedeva per molto tempo e non si notavano piccole
trasformazioni come un nuovo taglio di capelli, qualche rughetta in più sul viso o una nuova
luminosità negli occhi. Oggi grazie a Skype, ma non solo, tutto questo è preistoria.
Così stando ai dati del Pew Research Center scopriamo come ci sia una carica di cyber nonni alla
scoperta della Rete e delle nuove tecnologie. Lo studio rivela che oltre il 59% degli over 65 è un
utente della Rete e che più del 77% ha un cellulare. Pure in Svizzera, secondo lo studio dell’Istituto
di gerontologia dell’Università di Zurigo, il numero degli internauti ultra 65enni, soprannominati
silver surfer, negli ultimi cinque anni è quasi raddoppiato e la quota degli utenti della Rete in
pensione è del 56%.
Quali sono i benefici per i silver surfer? Sicuramente tenersi in contatto con amici e persone care
anche quando non si ha la possibilità di muoversi o di uscire di casa. Tra le tante piattaforme social
ce n’è anche una dedicata, si chiama Special Age (www.specialage.it) ed è nata grazie all’idea della
sorella francescana Angela Musolesi. Ci sono poi numerosi siti che nel design e nei contenuti sono
user friendly anche per i più anziani che così possono più facilmente tenersi informati in tempo
reale, usufruire di servizi per i cittadini o, più semplicemente, giocare, acquistare e intrattenersi
online.
Va detto che spesso sono proprio loro ad essere vittime delle truffe; in questo caso si ribadisce
l’importanza dell’insegnamento e apprendimento delle necessarie competenze mediali. Rischi a
parte dunque, diverse ricerche scientifiche sostengono che un’ora di navigazione e interazione in
Rete aiuta a mantenere in esercizio la mente riducendo fino al 40% la decadenza cognitiva, ma pare
anche essere un ottimo strumento per combattere la depressione visto che l’utente anziano si sente
parte di una nuova comunità, seppur virtuale.
Un esempio: alla base della piattaforma Special Age, dedicata agli anziani ma aperta anche ai
giovani, c’è il principio dello scambio di competenze e di esperienze per cui i giovani internauti
mettono sul campo le loro esperienze e capacità digitali mentre i silver surfer insegnano loro come
preparare le torte secondo antiche ricette o come realizzare lavori di falegnameria e artigianato.