Dolores O`Riordan Volta - Bjork

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Dolores O`Riordan Volta - Bjork
Top 5 by Giovani.it
DI ENRICO MAINERO
46
- Arctic Monkeys
The wall - Pink Floyd
Fabbricante di canzoni - Simone Cristicchi
Are You Listening? - Dolores O’Riordan
Volta - Bjork
Favourite worst nightmare
DOLORES O’RIORDAN
Are You Listening?
TORI AMOS
American Doll Posse
PINO DANIELE
Il mio nome è Pino Daniele
e vivo qui
Dolores O’Riordan aveva bisogno di respirare aria di casa; stare vicino alla famiglia
non collima in effetti con i doveri di una
buona rockstar. Quattro anni dopo la sua
dipartita dai Cranberries, la dolce ugola
irlandese si riaffaccia sul mercato discografico internazionale con il suo primo album
da solista. “Are You Listening?” è un disco
che traspira buone energie e che non tradisce le grandi aspettative che ha attirato su
di sè. Ordinary Day apre il lavoro tra dolci
atmosfere acustiche; il pezzo vive di una
splendida melodia presa per mano dalla
sognante voce di Dolores, sempre toccante, profonda ed emozionante. A dimostrazione della grande varietà di questo disco
arriva October, una traccia pervasa da
mistica malinconia con la O’Riordan che
ricorda l’estate ormai conclusa con le chitarre in piena e con una certa frustrazione.
I nuovi musicisti a cui si è rivolta l’ex voce
dei Cramberries provengono quasi tutti da
un background Heavy (dal chitarrista Steve
DeMarchi a Marco Mendoza, passando
per l’ex batterista dei Therapy? Graham
Hopkins). E’ in questo senso che Dolores ha voluto osare (Human Spirit alterna
movimenti nevrotici al piano con sonorità
orientaleggianti); pur mantenendo un certo
equilibrio in tutto il disco, la musicista si
è infatti misurata con sonorità nuove. La
vera chicca del lavoro è sicuramente Stay
With Me, una cascata di arpeggi spettrali
in cui si imbatte un muro di elettricità che
non fa prigionieri (gli acuti della O’Riordan
ci ricordano i lamenti isterici di Zombie). Un
album decisamente riuscito che ci regala
una Dolores in ottima forma, capace di rinnovarsi senza rinunciare del tutto al proprio
passato e senza strizzare eccessivamente
l’occhio alle classifiche.
Tori Amos appartiene a quella cerchia ristretta di artisti che cavalcano l’onda del successo
armai da parecchi anni. La pianista americana
torna oggi con un disco complesso e pregevolmente complicato. La voce, tirata a lucido,
è sempre capace di ipnotizzare e elettrizzare.
Il suo essere puerile e aggressiva allo stesso
tempo dona ai pezzi di “American Doll Posse”
quel misticismo che intriga e coinvolge l’ascoltatore. L’album è dedicato a 5 personaggi
femminili, con voci e caratteristiche differenti,
ispirati ad alcune figure della mitologia greca
classica: Isabel (Artemide), Clyde (Persefone),
Pip (Atena), Santa (Afrodite) e Tori (Demetra e
Dioniso). Le stesse vivono inoltre sul sito ufficiale della cantante (in cui è possibile trovare
blog tematici e foto di ognuna delle cinque
protagoniste del lavoro). L’inseparabile pianoforte Bosendorfer si integra ora più che in
passato con gli altri strumenti, privilegiando
questa volta la parte ritmica. Trattasi in fondo
di un disco dolce e delicato che, fatta eccezione per la potente e maestosa Teenage
Hustling (costruita su un muro elettrico di chitarre in forte tensione), sprigiona malinconia e
passione da ogni nota. Secret Spell incarna
tutte le buone vibrazioni del lavoro, presentandosi come una tavolozza di colori ben posizionati gli uni agli altri. I caldi movimenti al piano
scandiscono il tempo su cui si dipana la voce
gentile e onirica di Tori Amos. Il resto del disco
accosta con successo soluzioni Pop – Rock di
facile acquisizione (le chitarre divertenti di Big
Wheel intrattengono con piacere) con tracce
più difficili ed ermetiche (Devils And Gods poggia esclusivamente sull’evocatività di un mandolino e dell’ugola della rossa cantautrice statunitense). Un lavoro dunque di un’artista che
non ha più bisogno di dimostrare nulla.
Un cittadino del mondo. Pino Daniele ci
ha ormai abituato a dischi all’interno dei
quali non domina alcun tipo di musica
in particolare; tutto e il contrario di tutto
viene fuso in nome di un amore per le
sette note che va al di là dei semplici
confini territoriali o culturali. Il cantautore napoletano torna oggi con un disco
fresco e fascinoso. Prodotto e arrangiato da Pino Daniele stesso, l’album racchiude dieci brani inediti e può vantare
prestigiose collaborazioni. Giorgia presta la sua incantevole voce in Il giorno e
la notte (arricchita dal sax di Bob Sheppard) e Vento di passione; il Peter Erskine Trio, Tony Esposito ed Alfredo Paixao
mostrano invece il loro talento musicale,
donando colore agli arrangiamenti del
lavoro. Ad eccezione del brano Mardi
gras (scritto con Alfredo Paixao), i testi e
le musiche sono state interamente idate
da Pino Daniele. Si tratta di un disco
che stordisce i sensi; gli arrangiamenti
delicati e la dolce grazia della chitarra del cantautore cullano l’ascoltatore
verso emozioni mai banali e scontate.
Si parla d’amore ma lo si fa con il cuore
e con l’intelligenza di un autore navigato
ed elegante. È proprio d’eleganza che
è condita la traccia con la quale parte
il lavoro. Back home racchiude tutta la
magia chitarristica del maestro napoletano mentre Salvami vive di alcune
stravaganze vocali ben assestate su
di un tappeto elettronico. Le soluzioni
sintetiche del disco si mescolano con
deliziosa precisione a momenti di tenace revisione di scenari sud americani
(una sezione di fiati arrichisce Ruhm
And Coca di luessureggianti atmosfere
latine).
50
I più visti by Giovani.it
DI FULVIO ROSSETTI
GUINNESS
WORLD
RECORDS
PRIMETIME
Spider-Man 3 - Sam Raimi
Mio fratello è figlio unico - Daniele Luchetti
Epic Movie - Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Le colline hanno gli occhi 2 - Martin Weisz
The number 23 - Joel Schumacher
DI VALENTINA GUIDUCCI
THE DEPARTED
IL BENE E IL MALE
Sapete cosa penso? Penso che
ci siano periodi tremendi per gli
amanti del grande schermo, quando non trovi un bel film neanche a
pagarlo oro, e sfogliare le pagine
del cinema del giornale può farci
piangere.
Ma ce ne sono anche di meravigliosi, periodi dell’anno in cui le
grandi sale sono un porto sicuro
per tutti quelli che non riescono
a restare a casa la sera, capaci
di suggerirci un
pomeriggio alternativo – andare al cinema di
pomeriggio è
una di quelle
cose che vale
la pena provare
se non l’avete
ancora fatto, a
volte è anche
un lusso. Capita
così che quando
c’è l’imbarazzo
della scelta per
quanti bei film ci
sono nelle sale,
alla fine non riusciamo mai a
vederli tutti. Per fortuna c’è il caro
dvd. Per questo stavolta vi proporrò un bel film che ci siamo persi:
The Departed. Una bella idea
quella alla base del film: criminali,
corrotti, cattivi, corretti, onesti e
col senso del dovere... ci si nasce
o ci si diventa? Se una persona
col senso di giustizia si ritrova un
padre boss della mafia, che insegna a suo figlio solo a delinquere e
a uccidere, prevarrà l’educazione
ricevuta, gli insegnamenti elargiti
fin dalla nascita, il fattore ambientale o la sua indole? E allo stesso
modo, al contrario, un animo cattivo, spietato, facile alla corruzione si sviluppa con la crescita o è
innato, se questo caso cresce in
50
una famiglia di brava gente, che
succede?
La storia di questo film è incentrata su questo interrogativo. Il dipartimento di polizia dello stato del
Massachusetts, a South Boston,
ha dichiarato guerra alla criminalità organizzata. Obiettivo è mettere
fine all’indiscusso regno del potente boss mafioso Frank Costello, e
si decide di agire dall’interno. Per
questo motivo la giovane recluta
Billy Costigan, cresciuto proprio
nel quartiere di South Boston,
viene scelta per infiltrarsi nella
banda
guidata
da
Costello.
E ment re B i l l y
lavora
per guadagnarsi
la fiducia
del boss,
u n a l t ro
giovane
poliziotto,
cresciuto
anch’esso per le
strade
di “Southie”, Colin Sullivan, si sta facendo strada in polizia. Dopo aver
conquistato un posto all’interno
della Squadra Speciale Investigativa, Colin viene scelto, insieme
a pochi altri, per occuparsi direttamente della missione che ha
come obiettivo la distruzione della
banda di Costello. E guarda caso
anche lui in realtà è stato messo lì
per essere un infiltrato. Due rivali
che lottano da infiltrati per tradire i
loro capi, perchè appartenenti alla
“concorrenza”. Martin Scorsese
poi è molto bravo a rendere il film
accattivante, a raccontare bene
anche gli umori, trasformandoli in
azione piuttosto che in dialogo.
Ragazzi, guardate. E meditate...
THE DARWIN AWARDS
The Darwin Awards è un film divertente
che vi consiglio di vedere. E’ un tipo di
comicità che non mi dispiace (e spero
neanche a voi) anzi a volte ne sento
la necessità, perchè non è sfacciata,
“rumorosa” o molto parlata. E’ sul tipo
del ridicolo, assurdo, enormemente
sproporzionato nei fatti. Situazioni che
prese singolarmente non sono eccezionalmente divertenti, ma cucite in un
certo modo risultano piacevoli e fresche da raccontare. L’idea poi è molto
carina: leggende urbane sbalorditive
di persone morte in modo idiota. A cui hanno anche dedicato
un premio, il Darwin Awards per l’appunto. Michael Burrows è
un poliziotto che ha da poco perso il lavoro, specializzato nello
studio della personalità umana. E’ ossessionato dagli Awards e
questo lo spinge a crearsi un hobby: stilare un profilo psicologico
di questi individui vincitori dei Darwin Awards. A Michael Burrows,
che di natura è una persona avversa al rischio, viene affiancata
Sir Taylor, un’investigatrice che al contrario di lui è il tipo che non
allaccia mai le cinture di sicurezza. I due protagonisti iniziano le
loro ricerche per indagare su alcune di queste incredibili leggende urbane. Ecco un’alta cosa che ci fa ridere: le ridicole disgrazie
altrui. Come quando vediamo cadere rovinosamente per strada
uno sconosciuto e trattenendo a stento la risata gli facciamo,
falsi: “Si è fatto male?”
IDIOCRACY
Dal 3 agosto
Il clima impazzito, cattive abitudini alimentari che causano il sovrappeso,
nuovi virus, guerre, meteoriti che devono
piovere dal cielo e polverizzare la Terra e
che non arrivano, veleni nell’aria, troppe macchine, troppe persone, davvero
tutto troppo. Dove ci porterà tutto questo, quale il futuro per il genere umano?
Senza andare troppo in là con la fantasia, Mike Judge ci dice una cosa molto
semplice: il problema non è la sovrappopolazione ma il fatto che il mondo è in
mano agli stupidi. Le persone intelligenti hanno smesso di riprodursi mentre i poveri idioti sfornano figli. I primi impegnati a mandare avanti l’economia e a lavorare tutto il giorno e la notte, non
trovano il tempo per fare figli (ambasciator non porta pena...), i
secondi sì.
Il povero Bauer, classica persona normale nemmeno troppo
intelligente, capita nel futuro dopo un esperimento di ibernazione. E si ritrova in un mondo in cui il QI medio è di 45 e lui l’uomo
più intelligente della Terra. In Idiocracy vi sono delle discariche a
cielo aperto piene di gente che guarda il Masturbation Channel
aspirando cibo liquido per non fare nemmeno la fatica di masticarlo (questo l’avevano anticipato i Simpson però).
Una curiosità: il film ha avuto una pessima distribuzione, la minima richiesta da obblighi contrattuali... ma che forse non ce lo
volevano far vedere...?
51
SILVER SURFER
In occasione dell’uscita al cinema del
lungometraggio diretto da Tim Story, I
FANTASTICI 4 E SILVER SURFER,
GXT, canale 702 di Sky, propone la
serie dedicata al misterioso e velocissimo guerriero di ghiaccio che
ha confuso il male con il bene! Direttamente dai mitici Marvel Comics arriva
su GXT l’appassionante storia di SILVER SURFER.
In principio Silver Surfer risponde al
nome di Norrin Radd, un giovane
scienziato che abita il pianeta Zenn-La,
luogo nel quale vive, da molti anni, una civiltà evoluta e pacifica.
Un giorno il perfido Galactus, divoratore di Mondi, decide di impossessarsi
anche di Zenn-La. Radd in cambio della salvezza del suo pianeta, offre la
sua vita e i suoi servigi al terribile Galactus.
Galactus trasforma Radd in Silver Surfer, un essere cosmico ricoperto d’argento, e ne fa il suo schiavo. Il compito di Silver Surfer diventa quello di vagare per l’universo alla ricerca di Mondi per il suo padrone. Grazie alla sua
pelle d’argento, riflette i raggi cosmici distruttivi e riesce a dominare le molecole
della materia. Silver Surfer, ormai in balia del suo padrone che gli ha alterato la
memoria, è diventato un essere cinico e spietato, temuto da tutti pianeti e sembra aver perso ogni speranza.
Ma proprio quando Silver Surfer è in procinto di attaccare il pianeta Terra per
offrirlo al suo padrone, l’Osservatore dell’Universo avvisa i Fantastici 4 in modo
che questi possano fermare Silver Surfer e Galactus. I quattro supereroi costringono Surfer a rendersi conto dell’orrore che sta compiendo e lo aiutano così a
ribellarsi al suo padrone. Galactus viene imprigionato sulla Terra e Silver Surfer
decide di rimediare al male provocato in passato, dedicandosi al bene e
alla salvaguardia dei pianeti dell’Universo.
Silver Surfer, una scia tutta d’argento pronta ad inondarti di emozioni!
La domenica alle 9:50. Mercoledì, giovedì, venerdì e sabato alle 21:10
Su GXT torna la nuovissima serie di
GUINNESS WORLD
RECORDS PrimeTime. La versione televisiva del più famoso
libro dei record esistente al mondo è
realizzata grazie ai
casting, alle verifiche
e certificazioni dalla massima autorità mondiale in
fatto di record. Guinness World Records è il primo ma
soprattutto il più reale dei reality mai concepiti da mente
umana.
Questa nuova
incredibile serie trasmessa da GXT ci
porta al centro della
competizione, dove
i record più impossibili vengono superati
proprio sotto i nostri
occhi. Credevamo di
aver visto tutto? Bèh adesso assisteremo ad una nuova
ricchissima serie di prove difficilissime e rare, tentativi sul filo del rasoio per stabilire nuovi primati, saremo
testimoni noi stessi di un momento storico! Suspense,
magia e
coraggio
sono gli
ingredienti di questa curiosissima
ed unica
“gara del
migliore”!
Dal più famoso libro del mondo arrivano le discipline
e le specialità su cui i concorrenti saranno chiamati in
studio per un tentativo di record.
Persone con caratteristiche uniche, immagini
spettacolari, curiose, incredibili, successi, fallimenti,
vere e proprie pazzie e performance entusiasmanti
sia da parte di atleti allenatissimi che di persone comuni che vogliono entrare nella storia del World Guinness
Book. Per chi ha deciso di diventare il miglior telespettatore del mondo, questo è il programma adatto!
Dal lunedì al sabato alle 17:35
e la domenica alle 19:50
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PAGATI PER GIOCARE
Come far carriera nel mondo dei videogiochi e continuare a divertirsi
Pagati per Giocare
è il libro che
svela, a tutti gli
appassionati
di
videogiochi e di
intrattenimento
digitale in genere, il
mercato lavorativo
esistente dietro la
grande industry
del divertimento
interattivo.
Il mercato dei videogiochi è diventato più
grande di quello del cinema: al suo interno sono
presenti moltissime differenti professionalità
indispensabili alla creazione del prodotto
finale, dal game designer al programmatore,
dal tecnico audio al giornalista videoludico...
allo sviluppatore...al manager!
Non vi resta che esplorare questo mondo
professionale non troppo conosciuto (e forse
non troppo considerato...) leggendo il libro
“Pagati per Giocare”!
Pagati per Giocare vi spiega come entrare
nell’industria più competitiva del pianeta, con
numerose interviste a professionisti di spicco
nel settore! Imparate i segreti di decine di
carriere nel campo dei videogiochi e cosa vi
aspetta una volta entrati.
In queste pagine sono raccolte oltre 250
anni complessivi di esperienza del settore.
Non troverete nient’altro di così esaustivo,
completo e dettagliato per riuscire ad essere
pagati per Giocare!
Scopo principale del libro è quello di
raccontare:
• Quale genere di lavoro si può svolgere nel
mondo dei videogiochi
• Cosa accade realmente negli studi di
sviluppo di un videogioco
• Come trasformare la passione di una vita
nel lavoro della vita
• Il buono, il brutto e il cattivo di ogni
professione nel mondo dei videogiochi
• Come assicurarsi il primo impiego nel
proprio particolare ambito di interesse
Pagati per Giocare è un ottimo aiuto per tutti
coloro che:
• Stanno cercando materie da studiare a
scuola o all’università;
• Si stanno chiedendo quale potrebbe essere
la più divertente area professionale;
• Sono interessati a quel che accade
veramente dietro le quinte dell’industria dei
videogiochi;
• Stanno lavorando, ma le fatiche terrene li
hanno spossati e cercano qualcosa di nuovo;
• Sono genitori e vogliono capire cosa c’è
dietro la passione del figlio.
Gli autori: David S.J. Hodgson, Bryan Stratton,
Alice Rush
Lasciamo che siano direttamente loro a
presentarsi...
“Siamo due scrittori di videogiochi e una
consulente del lavoro che hanno una vasta
esperienza del settore. Ne abbiamo viste di
cotte e di crude: società che implodono, il
lancio di una dozzina di console (almeno la
metà delle quali conteneva nel proprio nome
le parole “game” e “boy”), la nascita di marchi
multimilionari e la morte di altri.
Abbiamo recensito qualcosa come un migliaio
di titoli. Abbiamo intervistato leggende del
videogioco come Toru Iwatani, l’inventore di
Pac-Man, Gabe Newell, fondatore di Valve
Software, e James Best, lo sceriffo Roscoe P.
Coltrane della serie “Hazzard”1.
Abbiamo scritto oltre cento guide strategiche,
e lavorato con più di sessanta studi di
sviluppo.
In tutto questo tempo, una frase ci è rimasta
impressa nella mente più di tante altre: “Ti
sei trovato un lavoro nei videogiochi? Vieni
veramente pagato per giocare? Incredibile!”.”
Da questa semplice frase l’idea di scrivere un
libro utile a tutti coloro che con I videogiochi
hanno un pò sognato...
Pagati Per Giocare
Come far carriera nel mondo dei videogiochi
e continuare a divertirsi
Produttore: Multiplayer.it Edizioni
Formato: 131,762 mm x 203,2 mm (copertina
semirigida)
Pagine: 264
Data di lancio: 16 Aprile 2007
Prezzo al pubblico: 15 €
Per ulteriori informazioni:
Simona Sebastiano
Alessia Mariani
Ufficio Stampa
NetAddiction S.r.l. – Multiplayer.it Edizioni
Via Archimede 19 - 05100 Terni
Tel. +39 0744 2462116
Fax: +39 0744 2462115
Mob: 328 7294512
[email protected]
[email protected]
GRAND THEFT
AUTO IV
L’attesissimo quarto
capitolo di Grand
Theft Auto si mostra
per la prima volta: le
nostre impressioni ed
una panoramica sulla
Liberty City next-gen. Il
tutto condito da nuove
immagini!
Correva l’anno 2001 quando
Rockstar lanciò sul mercato Grand
Theft Auto III, primo capitolo per
console a 128 bit della serie in
cui impersonare un aspirante
boss, alle prese con la scalata dei
ranghi delle organizzazioni più pericolose
della città. Il titolo segnò una rivoluzione,
proponendo un ambiente interamente
esplorabile e tridimensionale, nel quale
sentirsi liberi tanto di seguire la trama
scelta dagli sviluppatori, quanto di scoprire
le mille, piccole attività e sorprese presenti.
Dopo sei anni ed una nutrita serie di seguiti
e porting – non sempre completamente
all’altezza – si avvicina l’arrivo di GTA IV,
previsto per il prossimo 17 ottobre su Xbox
360 e Playstation 3, che non potrà offrire
l’aggiunta di una nuova dimensione al motore
grafico, ma che dovrà necessariamente
rappresentare una svolta: è quello che
l’immenso pubblico di estimatori si
aspetta e, soprattutto, è quello che lo sviluppatore promette.
Multiplayer.it è stato invitato negli studi di Rockstar London
a dare un primo sguardo al lavoro compiuto sino a questo
momento e raccimolando un buon numero di indicazione,
per quanto la versione mostrata fosse lontana dalla sua
completezza.
Quali obbiettivi per GTA IV?
Seduti sul divano all’interno della stanzetta nella quale si è
tenuta la dimostrazione, i presenti sono stati introdotti alla
missione che è stata affidata ai ragazzi che curano i lavori sul
gioco: sommare l’esperienza dei precedenti dieci anni ed unirla
a tutte le idee fino ad oggi irrealizzabili, per un risultato finale
che dovrà essere fortemente innovativo. Evitare di proporre
il more of the same, in poche parole, è la filosofia adottata.
La demo prendeva il via mostrando nel dettaglio la fisionomia
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di Nico, personaggio proveniente dall’est
Europa e con alle spalle una storia di disagi e
sofferenze, che lo hanno spinto a raggiungere
il Nuovo Mondo nella speranza di realizzare
l’american way of life. Mai un protagonista
della serie fu meno palestrato e più uomo
comune, facendone quasi una dichiarazione
di intenti, la bandiera di un’esperienza che
darà maggior enfasi ai risvolti umani ed
emotivi, rivelandosi più complessa ed adulta.
I primi passi lungo le strade di Liberty City, il
nome fittizio della città che come da tradizione
riproduce New York, sono stati abbastanza
chiarificatori riguardo l’impegno profuso per
dare vita ad un mondo credibile: il traffico gode
di maggior imprevedibilità e gli automobilisti
reagiscono in modo realistico ad incidenti
o ingorghi, mentre i pedoni si intrattengono
tra di loro sui marciapiedi discutendo e,
qualora il giocatore dovesse compiere qualche
azione degna di nota, ricordandosi di Nico e
riconoscendolo nelle occasioni successive.
Impressiona, in positivo, il design degli edifici ed
in generale della città, ora molto più complesso
che in passato con case ben distinguibili l’una
dalle altre, anche grazie a graffiti e cartelli
pubblicitari, e strutture architettoniche come
ponti e sopraelevate ricche di dettagli. Sono
stati rivelati alcuni interni, ma la sensazione
è che siano ancora necessari alcuni ritocchi,
specialmente nell’appartamento mostrato
che si presentava un po’ vuoto ed anonimo.
Purtroppo è ancora coperto da un alone di
mistero il sistema delle missioni, che di certo si
gioverà della presenza di nuovi comandi, come
la possibilità di scalare i pali telefonici per avere
una vista panoramica. In compenso è stato
rivelato che ancora una volta la città sarà divisa
in più parti, quattro per l’esattezza, sbloccabili
avanzando lungo la trama principale.
Tutte le informazioni
ltre informazioni sono trapelate nel corso della
presentazione, grazie alla disponibilità degli
sviluppatori. Della longevità, ovviamente, non si
sa niente di preciso, tranne che Liberty City sarà
più vasta di tutte le altre città sinora riprodotte,
ma senza gli spazi aperti che aumentavano
l’area espolorabile di San Andreas, ad esempio,
senza migliorarne la giocabilità. In altre
parole, il team sembra essersi concentrato sul
tentativo di ricreare un mondo più vivo e pieno di
dettagli, piuttosto che su un ambiente più vasto,
ma sterile. Abbandonato è anche il sistema di
evoluzione delle skill e del personaggio, che
aveva caratterizzato il precedente capitolo,
STARCRAFT 2
Dopo dieci anni di attese, smentite,
voci di corridoio, speranze,
ecco arrivare finalmente
l’annuncio ufficiale di StarCraft
2. E a qualcuno è scesa già la
lacrimuccia.
Per farsi un’idea dell’importanza dell’annuncio
ufficiale di StarCraft 2 è sufficiente dare
un’occhiata ai filmati dell’evento Blizzard al
World Wide Invitational tenutosi a Seoul pochi
giorni fa ed osservare l’oceanica folla presente.
Più di diecimila giocatori assiepati attorno al
palco, pronti ad accompagnare le parole dei
presentatori e le prime immagini con veri e
propri cori e urla da stadio, nemmeno stessero
per scendere in campo le squadre della
finale di Champions o per suonare gli U2. E
i coreani di videogiochi, soprattutto se online,
se ne intendono veramente: sono talmente
appassionati che da anni il governo cerca di
adottare contromisure per un fenomeno così
dilagante da impegnare per diverse ore al
giorno una gran fetta di popolazione sotto i 50
anni. Per il 2008, quando StarCraft 2 sarà nei
negozi, si attende un’ulteriore impennata di
passione. E non solo a Seoul.
Ammazza ammazza è tutta ‘na razza
Le razze annunciate sono le stesse che
conosciamo già bene: i religiosissimi psionicocibernetici Protoss, i loro nemici giurati Zerg
(alieni insettoidi che non invitereste mai a
cena) e gli umani Terran. Si vocifera di una
nuova, quarta razza composta da un ibrido tra
Zerg e Protoss (già presenti in alcuni romanzi
dato che troppi feedback contrastanti ne
avevano accolto la nascita. La maggior parte
dei giocatori l’avevano avvertito come un inutile
appesantimento del gameplay, cosa che ha
fatto decidere Rockstar per tornare ad un
sistema di progressione legato alla storia e
alla caratterizzazione estetica del personaggio.
Torna anche la possibilità di spostarsi volando,
ma solo tramite elicotteri, dato che non
c’è più bisogno di viaggiare per ampie aree
desertiche, oltre che alla presenza di moto,
navi ed altri mezzi meno ortodossi. Le versioni
per le due console, PS3 e XB360, saranno
sostanzialmente identiche e, se pur non sia
ancora stato annunciato niente di preciso
riguardo alla componente multiplayer, già ci è
stato detto che sarà un elemento fondamentale
se pur non di “massa”, ma focalizzato su un
numero definito di giocatori per sessione.
Le condizioni climatiche varieranno in modo
dinamico ed assolutamente casuale, andando
addirittura ad incidere su diversi elementi
del gameplay, stessa cosa che accadrà
grazie all’alternarsi del giorno e della notte.
L’attesa per uno dei giochi più “pesanti” del 2007
non fa che crescere e non vi resta che seguirci
nei prossimi mesi, nella speranza che anche
voi possiate giocare con una demo rilasciata
sui rispettivi network online. Questa possibilità,
infatti, non è ancora stata seriamente presa in
considerazione dagli sviluppatori.
ufficiali) non confermata da Blizzard: se ciò
può essere visto da alcuni come una gradita
novità, è anche vero che una razza aggiuntiva
comporterebbe lavori di bilanciamento
piuttosto massicci, e anche considerando la
natura apparentemente molto conservatrice
di questo gioco possiamo dire che se da
un certo punto di vista una cosa del genere
è verosimile, da un altro lo è molto meno.
Naturalmente nelle tre razze esistenti ci
saranno diversi cambiamenti: certe unità
cadranno nel dimenticatoio per essere
rimpiazzate da quelle nuove, altre verranno
potenziate e perfezionate. Al momento
Blizzard ha rivelato ufficialmente solo alcune
novità, principalmente riguardanti i Protoss.
Andiamo ad elencarle schematicamente.
Corporazione stellare
Uno dei punti di forza, se non il punto di
forza per antonomasia di StarCraft è stata
la solidissima modalità multiplayer, quindi
è proprio da questo punto di vista che è
lecito attendersi le cose più gustose. La
stessa software house ha infatti dichiarato
che rispetto al predecessore, StarCraft 2
sarà ancora più focalizzato sul multiplayer
online. Il numero massimo dei giocatori
contemporanei non è ancora stato dichiarato:
è certo solo che Blizzard sta lavorando
per regalare ai suoi clienti lo strategico in
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dedicati all’immersivo MMORPG di Blizzard,
volti a fornirvi ogni strumento possibile per
districarvi fra le sue mille complessità. Sui
nostri scaffali virtuali, così come sui più reali
scaffali dei maggiori distributori italiani potrete
infatti trovare le nostre guide strategiche
ufficiali, in particolare la “World of Warcraft
2nd Edition - Guida Strategica Aggiornata” e
la “World of Warcraft: The Burning Crusade
- Guida Strategica Ufficiale”. Mentre la prima
vi accompagnerà nei primi livelli di gioco
ed attraverso le zone del mondo di Azeroth,
includendo naturalmente la presenza
descrittiva di oggetti equipaggiabili, talenti,
bestiari e dinamiche di gioco approfondite, la
seconda continuerà il suo percorso seguendoci
oltre il Portale Oscuro, nell’ostile e complesso
mondo delle Outland.
Ad affiancare le due opere che ci guideranno
attraverso le strategie del gioco, abbiamo
inoltre il “World of Warcraft: Dungeon
tempo reale definitivo e che le partite si svolgeranno
ancora una volta attraverso Battle.net. Saranno forniti
col gioco il classico editor delle mappe e degli script
StarCraft 2 è attualmente in fase pre-alpha e non ha
ancora una data di uscita fissata, ma si sa per certo
che uscirà nel 2008 per Windows XP, Windows Vista
(le DirectX 10 saranno supportate per una serie di
migliorie agli effetti grafici) e Mac OSX. Le console
sono state escluse per due motivi: costi di produzione
troppo elevati e tipologia di gioco che si adatta meglio ai
personal computer. Si vocifera anche di una beta pubblica
che dovrebbe essere rilasciata entro la fine del 2007.
L’eredità è pesantissima. Dopo le nove milioni di copie
vendute da StaCraft, e soprattutto lo status di termine
di paragone che negli anni questo RTS si è guadagnato,
per StarCraft 2 sarà molto difficile mantenere tutte le
aspettative, ma sappiamo che alla Blizzard piacciono
molto le sfide impegnative.
WORLD OF WARCRAFT
PARLA ITALIANO
Il
fenomeno World of Warcraft non ha lasciato
l’Italia indifferente, e la comunità di giocatori del
nostro paese che quotidianamente calpestano
il suolo di Azeroth e, più recentemente
sollevano la polvere delle Outland con i
loro stivali. Forse abbiamo scelto di nutrirci
della carne dei nostri nemici, come terribili
non-morti che, apparentemente piegati dal
peso di un’esistenza non più fatta di vita, ma
solamente di vita rubata, ci aggiriamo temibili
e potenti nelle nostre vesti cadenti su ossa e
carne lacera. Forse abbiamo scelto di essere
anarchici gnomi, privi di divinità e devoti alla
tecnologia, che come i goblin vorremmo
saper progettare, creando meccanismi a volte
devastanti. A volte, però, più per chi li utilizzi
che per il loro obiettivo. Forse abbiamo scelto
di incarnare i maestosi Tauren guerrieri, forse
abbiamo preferito la grazia degli eleganti Elfi,
entrambi legati alla natura loro madre ed a
essa devoti come sciamani o druidi, usandone
il favore per curare i nostri alleati ed infliggere
sofferenze terribili ai nostri nemici. Qualunque
sia la razza che abbiamo scelto per la nostra
rappresentazione digitale nel mondo di WoW,
fino a questo momento abbiamo dovuto
confrontarci con la nostra conoscenza delle
lingue europee nelle quali il gioco è stato
localizzato, uno su tutti l’ormai universale
inglese. Una versione italiana del titolo di casa
Blizzard non è infatti mai stata rilasciata, e chi
abbia difficoltà con le lingue anglosassoni è
stato purtroppo costretto a barcamenarsi nella
comprensione delle missioni indispensabili per
i nostri progressi nel gioco. Missioni che oltre
a portarci a compiere ogni possibile azione, ci
hanno anche permesso l’approfondimento e
l’integrazione in un mondo di gioco che porta
in sé una profonda componente narrativa.
Grazie all’aiuto di amici e compagni di gilda
è sicuramente stato possibile allinearsi ai
progressi necessari per il raggiungimento
dei livelli più alti di gioco, ma perdendo,
inevitabilmente, quel “qualcosa” in più che
la comprensione del filo narrativo che lega le
missioni, sia che seguano la storia principale
che si inoltrino per strade secondarie,
genera in termini di immedesimazione e
coinvolgimento. Per questo motivo, grazie ad
una collaborazione che si è venuta a creare
fra M.it ed alcuni rappresentanti della gilda
di stanza sul server EU Zenedar, i Knights
of the Round Table, si è creato il mod che, in
anteprima, offriamo a voi, Fedeli Lettori Gold.
Si tratta del Quest Translator, che una volta
installato nella consueta cartella che accoglie
tutti i mod che gli utenti scelgano di utilizzare
per personalizzare interfaccia e strumenti
di gioco, effettua la traduzione delle quest
di gioco in italiano. Il lavoro di traduzione è
da considerarsi in continua evoluzione, le
quest presenti nel gioco sono un numero
davvero elevato, perciò frequenti e costanti
aggiornamenti verranno periodicamente
rilasciati per permettere l’implementazione
delle nuove quest tradotte, fino a raggiungerne
la totalità. Tutte le informazioni del caso sono
consultabili presso il sito di World of Warcraft
Italia, orgogliosamente ospitato da M.it.
Ma l’aiuto che M.it vuole offrire a tutti i
giocatori non anglofoni non si ferma al
progetto di traduzione delle quest di World of
Warcraft. Nella veste di M.it Edizioni, infatti,
abbiamo pubblicato una serie di volumi
55
Powered by
Companion”, che comprende un’analisi
completa di tutte le istanze pre-TBC presenti
nel gioco. E per coloro che siano affascinati
dalle atmosfere delle ambientazioni e
dall’estetica caratteristica con cui Blizzard ha
voluto tratteggiare il mondo di Warcraft ed i
suoi personaggi, ricordiamo “L’Arte di World of
Warcraft”, un libro che dietro la sua copertina
patinata custodisce le riproduzioni originali
e fedeli delle tavole realizzate come concept,
racchiuse in un’edizione di grande pregio ed
eleganza che ogni fan del titolo sarà orgoglioso
di accogliere sulla propria libreria, accanto
ovviamente all’altrettanto elegante “Atlante di
World of Warcraft, Un vero e proprio Atlante
Geografico che descrive nei minimi particolari
il fantastico mondo di Azeroth.
Come diceva il buon, vecchio Nefarian: ““Let
the games begin!””... che i giochi abbiano
inizio.
PIRATES WAR
Pirates War, nato nel novembre
2005 non è un semplice browser
game, contenutisticamente
molto vicino ad un rpg (roleplaying-game). Oltre a soddisfare
le caratteristiche del browser
game, Pirates War aggiunge la
temporalità degli avvenimenti:
ad ogni azione ne corrisponde
l’effettiva resa visiva.
REAL TIME
Gli spostamenti e i combattimenti avvengono in
tempo reale. Niente attese d’ore, niente ordini
dati senza possibilità di cambiare idea. Si è in
mare in balia del vento
e delle condizioni atmosferiche (che variano
ogni 30 minuti). La parola d’ordine è quindi
real time. Più si è presenti, quasi fisicamente
al timone della propria nave, più velocemente
si scaleranno le classifiche del gioco. Varietà,
profondità, microgestione, vasta community e
combattimenti in tempo reale. Sono queste le
caratteristiche che descrivono meglio le qualità
di un prodotto, per una volta tutto italiano,
decisamente innovativo e divertente.
TI SENTI TI SENTI PIU PIU’ PIRATA O
MERCANTE?
Pirates War permette all’utente di vestire i
panni di tre classi ben distinte, ogniun con le
sue caratteristiche, necessità e peculiarità
fondamentali, da conoscere per fruttare al
massimo le potenzialità di gioco! I pirati sono
ovviamente i principali attori del gioco. Sono
costantemente perseguitati dalla Marina.
Le loro navi sono poco protette e non si
contraddistinguono nè per la loro potenza di
fuoco nè in velocità, rispetto alle altre classi
possiedono però l’abilità di nascondere i propri
legni e
risorse. La Marina: sono i cani da guardia
delle isole di tutto Pirates War e non si tirano
mai indietro nelle battaglie contro i pirati. Si
distinguono per potenza di fuoco ma
talvolta la lentezza delle loro navi permette
ai pirati più scaltri di fuggire. Uno dei loro
compiti specifici è quello di proteggere le rotte
mercantili dagli assalti dei
pirati. I mercanti: sono la linfa vitale di Pirates
War, il vero motore del gioco. Hanno il compito
di trasportare risorse e commerciare con le
varie isole. Le loro navi sono le più veloci in
assoluto e possiedono le difese più resistenti
anche se purtroppo non hanno notevoli capacità
offensive. Le loro isole sono le più fortificate e le
più difficili da depredare. Ottimizzare le scelte di
gioco La scelta di una di queste classi definisce
l’evoluzione, lo sviluppo dell’isola e delle navi
del proprio alter ego. Anche l’economia del
gioco è più di un semplice clicca e sviluppa.
Le tre classi presenti garantiscono compiti e
obiettivi diversi, inoltre come una sorta di side
quest pirati e mercanti saranno coinvolti nella
ricerca spasmodica dei dobloni, moneta che
serve nella costruzione di strutture avanzate.
I personaggi Info sul gioco. Lo scopo del gioco
come in molti giochi simili è quello di scalare la
classifica grazie a un punteggio che aumenta
in base alle risorse spese per potenziare la
propria isola, su Pirates War è possibile rubare
punti agli altri giocatori attaccandoli.
LA NOTTE..IL MIGLIOR ATTACCO..
A rendere ancora più incredibile la navigazione
è il sistema meteo che varia velocità e direzione
del vento, forza del mare e perturbazioni
varie. Tutto questo influisce sulla navigazione:
andando contro vento la flotta sarà rallentata
, a favore sarà velocizzata, navigando con
condizioni meteo rischiose potranno verificarsi
danneggiamenti alle navi!
Per ulteriori informazioni contattare l’indirizzo
mail:
[email protected]
Se invece volete tuffarvi subito tra pirati e
mercanti...
http://pirateswar.multiplayer.it/
All’interno troverete F.A.Q, Forum, Regolamento
e Tutorial per iniziare..