Dolores O`Riordan Volta - Bjork
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Dolores O`Riordan Volta - Bjork
Top 5 by Giovani.it DI ENRICO MAINERO 46 - Arctic Monkeys The wall - Pink Floyd Fabbricante di canzoni - Simone Cristicchi Are You Listening? - Dolores O’Riordan Volta - Bjork Favourite worst nightmare DOLORES O’RIORDAN Are You Listening? TORI AMOS American Doll Posse PINO DANIELE Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui Dolores O’Riordan aveva bisogno di respirare aria di casa; stare vicino alla famiglia non collima in effetti con i doveri di una buona rockstar. Quattro anni dopo la sua dipartita dai Cranberries, la dolce ugola irlandese si riaffaccia sul mercato discografico internazionale con il suo primo album da solista. “Are You Listening?” è un disco che traspira buone energie e che non tradisce le grandi aspettative che ha attirato su di sè. Ordinary Day apre il lavoro tra dolci atmosfere acustiche; il pezzo vive di una splendida melodia presa per mano dalla sognante voce di Dolores, sempre toccante, profonda ed emozionante. A dimostrazione della grande varietà di questo disco arriva October, una traccia pervasa da mistica malinconia con la O’Riordan che ricorda l’estate ormai conclusa con le chitarre in piena e con una certa frustrazione. I nuovi musicisti a cui si è rivolta l’ex voce dei Cramberries provengono quasi tutti da un background Heavy (dal chitarrista Steve DeMarchi a Marco Mendoza, passando per l’ex batterista dei Therapy? Graham Hopkins). E’ in questo senso che Dolores ha voluto osare (Human Spirit alterna movimenti nevrotici al piano con sonorità orientaleggianti); pur mantenendo un certo equilibrio in tutto il disco, la musicista si è infatti misurata con sonorità nuove. La vera chicca del lavoro è sicuramente Stay With Me, una cascata di arpeggi spettrali in cui si imbatte un muro di elettricità che non fa prigionieri (gli acuti della O’Riordan ci ricordano i lamenti isterici di Zombie). Un album decisamente riuscito che ci regala una Dolores in ottima forma, capace di rinnovarsi senza rinunciare del tutto al proprio passato e senza strizzare eccessivamente l’occhio alle classifiche. Tori Amos appartiene a quella cerchia ristretta di artisti che cavalcano l’onda del successo armai da parecchi anni. La pianista americana torna oggi con un disco complesso e pregevolmente complicato. La voce, tirata a lucido, è sempre capace di ipnotizzare e elettrizzare. Il suo essere puerile e aggressiva allo stesso tempo dona ai pezzi di “American Doll Posse” quel misticismo che intriga e coinvolge l’ascoltatore. L’album è dedicato a 5 personaggi femminili, con voci e caratteristiche differenti, ispirati ad alcune figure della mitologia greca classica: Isabel (Artemide), Clyde (Persefone), Pip (Atena), Santa (Afrodite) e Tori (Demetra e Dioniso). Le stesse vivono inoltre sul sito ufficiale della cantante (in cui è possibile trovare blog tematici e foto di ognuna delle cinque protagoniste del lavoro). L’inseparabile pianoforte Bosendorfer si integra ora più che in passato con gli altri strumenti, privilegiando questa volta la parte ritmica. Trattasi in fondo di un disco dolce e delicato che, fatta eccezione per la potente e maestosa Teenage Hustling (costruita su un muro elettrico di chitarre in forte tensione), sprigiona malinconia e passione da ogni nota. Secret Spell incarna tutte le buone vibrazioni del lavoro, presentandosi come una tavolozza di colori ben posizionati gli uni agli altri. I caldi movimenti al piano scandiscono il tempo su cui si dipana la voce gentile e onirica di Tori Amos. Il resto del disco accosta con successo soluzioni Pop – Rock di facile acquisizione (le chitarre divertenti di Big Wheel intrattengono con piacere) con tracce più difficili ed ermetiche (Devils And Gods poggia esclusivamente sull’evocatività di un mandolino e dell’ugola della rossa cantautrice statunitense). Un lavoro dunque di un’artista che non ha più bisogno di dimostrare nulla. Un cittadino del mondo. Pino Daniele ci ha ormai abituato a dischi all’interno dei quali non domina alcun tipo di musica in particolare; tutto e il contrario di tutto viene fuso in nome di un amore per le sette note che va al di là dei semplici confini territoriali o culturali. Il cantautore napoletano torna oggi con un disco fresco e fascinoso. Prodotto e arrangiato da Pino Daniele stesso, l’album racchiude dieci brani inediti e può vantare prestigiose collaborazioni. Giorgia presta la sua incantevole voce in Il giorno e la notte (arricchita dal sax di Bob Sheppard) e Vento di passione; il Peter Erskine Trio, Tony Esposito ed Alfredo Paixao mostrano invece il loro talento musicale, donando colore agli arrangiamenti del lavoro. Ad eccezione del brano Mardi gras (scritto con Alfredo Paixao), i testi e le musiche sono state interamente idate da Pino Daniele. Si tratta di un disco che stordisce i sensi; gli arrangiamenti delicati e la dolce grazia della chitarra del cantautore cullano l’ascoltatore verso emozioni mai banali e scontate. Si parla d’amore ma lo si fa con il cuore e con l’intelligenza di un autore navigato ed elegante. È proprio d’eleganza che è condita la traccia con la quale parte il lavoro. Back home racchiude tutta la magia chitarristica del maestro napoletano mentre Salvami vive di alcune stravaganze vocali ben assestate su di un tappeto elettronico. Le soluzioni sintetiche del disco si mescolano con deliziosa precisione a momenti di tenace revisione di scenari sud americani (una sezione di fiati arrichisce Ruhm And Coca di luessureggianti atmosfere latine). 50 I più visti by Giovani.it DI FULVIO ROSSETTI GUINNESS WORLD RECORDS PRIMETIME Spider-Man 3 - Sam Raimi Mio fratello è figlio unico - Daniele Luchetti Epic Movie - Jason Friedberg, Aaron Seltzer Le colline hanno gli occhi 2 - Martin Weisz The number 23 - Joel Schumacher DI VALENTINA GUIDUCCI THE DEPARTED IL BENE E IL MALE Sapete cosa penso? Penso che ci siano periodi tremendi per gli amanti del grande schermo, quando non trovi un bel film neanche a pagarlo oro, e sfogliare le pagine del cinema del giornale può farci piangere. Ma ce ne sono anche di meravigliosi, periodi dell’anno in cui le grandi sale sono un porto sicuro per tutti quelli che non riescono a restare a casa la sera, capaci di suggerirci un pomeriggio alternativo – andare al cinema di pomeriggio è una di quelle cose che vale la pena provare se non l’avete ancora fatto, a volte è anche un lusso. Capita così che quando c’è l’imbarazzo della scelta per quanti bei film ci sono nelle sale, alla fine non riusciamo mai a vederli tutti. Per fortuna c’è il caro dvd. Per questo stavolta vi proporrò un bel film che ci siamo persi: The Departed. Una bella idea quella alla base del film: criminali, corrotti, cattivi, corretti, onesti e col senso del dovere... ci si nasce o ci si diventa? Se una persona col senso di giustizia si ritrova un padre boss della mafia, che insegna a suo figlio solo a delinquere e a uccidere, prevarrà l’educazione ricevuta, gli insegnamenti elargiti fin dalla nascita, il fattore ambientale o la sua indole? E allo stesso modo, al contrario, un animo cattivo, spietato, facile alla corruzione si sviluppa con la crescita o è innato, se questo caso cresce in 50 una famiglia di brava gente, che succede? La storia di questo film è incentrata su questo interrogativo. Il dipartimento di polizia dello stato del Massachusetts, a South Boston, ha dichiarato guerra alla criminalità organizzata. Obiettivo è mettere fine all’indiscusso regno del potente boss mafioso Frank Costello, e si decide di agire dall’interno. Per questo motivo la giovane recluta Billy Costigan, cresciuto proprio nel quartiere di South Boston, viene scelta per infiltrarsi nella banda guidata da Costello. E ment re B i l l y lavora per guadagnarsi la fiducia del boss, u n a l t ro giovane poliziotto, cresciuto anch’esso per le strade di “Southie”, Colin Sullivan, si sta facendo strada in polizia. Dopo aver conquistato un posto all’interno della Squadra Speciale Investigativa, Colin viene scelto, insieme a pochi altri, per occuparsi direttamente della missione che ha come obiettivo la distruzione della banda di Costello. E guarda caso anche lui in realtà è stato messo lì per essere un infiltrato. Due rivali che lottano da infiltrati per tradire i loro capi, perchè appartenenti alla “concorrenza”. Martin Scorsese poi è molto bravo a rendere il film accattivante, a raccontare bene anche gli umori, trasformandoli in azione piuttosto che in dialogo. Ragazzi, guardate. E meditate... THE DARWIN AWARDS The Darwin Awards è un film divertente che vi consiglio di vedere. E’ un tipo di comicità che non mi dispiace (e spero neanche a voi) anzi a volte ne sento la necessità, perchè non è sfacciata, “rumorosa” o molto parlata. E’ sul tipo del ridicolo, assurdo, enormemente sproporzionato nei fatti. Situazioni che prese singolarmente non sono eccezionalmente divertenti, ma cucite in un certo modo risultano piacevoli e fresche da raccontare. L’idea poi è molto carina: leggende urbane sbalorditive di persone morte in modo idiota. A cui hanno anche dedicato un premio, il Darwin Awards per l’appunto. Michael Burrows è un poliziotto che ha da poco perso il lavoro, specializzato nello studio della personalità umana. E’ ossessionato dagli Awards e questo lo spinge a crearsi un hobby: stilare un profilo psicologico di questi individui vincitori dei Darwin Awards. A Michael Burrows, che di natura è una persona avversa al rischio, viene affiancata Sir Taylor, un’investigatrice che al contrario di lui è il tipo che non allaccia mai le cinture di sicurezza. I due protagonisti iniziano le loro ricerche per indagare su alcune di queste incredibili leggende urbane. Ecco un’alta cosa che ci fa ridere: le ridicole disgrazie altrui. Come quando vediamo cadere rovinosamente per strada uno sconosciuto e trattenendo a stento la risata gli facciamo, falsi: “Si è fatto male?” IDIOCRACY Dal 3 agosto Il clima impazzito, cattive abitudini alimentari che causano il sovrappeso, nuovi virus, guerre, meteoriti che devono piovere dal cielo e polverizzare la Terra e che non arrivano, veleni nell’aria, troppe macchine, troppe persone, davvero tutto troppo. Dove ci porterà tutto questo, quale il futuro per il genere umano? Senza andare troppo in là con la fantasia, Mike Judge ci dice una cosa molto semplice: il problema non è la sovrappopolazione ma il fatto che il mondo è in mano agli stupidi. Le persone intelligenti hanno smesso di riprodursi mentre i poveri idioti sfornano figli. I primi impegnati a mandare avanti l’economia e a lavorare tutto il giorno e la notte, non trovano il tempo per fare figli (ambasciator non porta pena...), i secondi sì. Il povero Bauer, classica persona normale nemmeno troppo intelligente, capita nel futuro dopo un esperimento di ibernazione. E si ritrova in un mondo in cui il QI medio è di 45 e lui l’uomo più intelligente della Terra. In Idiocracy vi sono delle discariche a cielo aperto piene di gente che guarda il Masturbation Channel aspirando cibo liquido per non fare nemmeno la fatica di masticarlo (questo l’avevano anticipato i Simpson però). Una curiosità: il film ha avuto una pessima distribuzione, la minima richiesta da obblighi contrattuali... ma che forse non ce lo volevano far vedere...? 51 SILVER SURFER In occasione dell’uscita al cinema del lungometraggio diretto da Tim Story, I FANTASTICI 4 E SILVER SURFER, GXT, canale 702 di Sky, propone la serie dedicata al misterioso e velocissimo guerriero di ghiaccio che ha confuso il male con il bene! Direttamente dai mitici Marvel Comics arriva su GXT l’appassionante storia di SILVER SURFER. In principio Silver Surfer risponde al nome di Norrin Radd, un giovane scienziato che abita il pianeta Zenn-La, luogo nel quale vive, da molti anni, una civiltà evoluta e pacifica. Un giorno il perfido Galactus, divoratore di Mondi, decide di impossessarsi anche di Zenn-La. Radd in cambio della salvezza del suo pianeta, offre la sua vita e i suoi servigi al terribile Galactus. Galactus trasforma Radd in Silver Surfer, un essere cosmico ricoperto d’argento, e ne fa il suo schiavo. Il compito di Silver Surfer diventa quello di vagare per l’universo alla ricerca di Mondi per il suo padrone. Grazie alla sua pelle d’argento, riflette i raggi cosmici distruttivi e riesce a dominare le molecole della materia. Silver Surfer, ormai in balia del suo padrone che gli ha alterato la memoria, è diventato un essere cinico e spietato, temuto da tutti pianeti e sembra aver perso ogni speranza. Ma proprio quando Silver Surfer è in procinto di attaccare il pianeta Terra per offrirlo al suo padrone, l’Osservatore dell’Universo avvisa i Fantastici 4 in modo che questi possano fermare Silver Surfer e Galactus. I quattro supereroi costringono Surfer a rendersi conto dell’orrore che sta compiendo e lo aiutano così a ribellarsi al suo padrone. Galactus viene imprigionato sulla Terra e Silver Surfer decide di rimediare al male provocato in passato, dedicandosi al bene e alla salvaguardia dei pianeti dell’Universo. Silver Surfer, una scia tutta d’argento pronta ad inondarti di emozioni! La domenica alle 9:50. Mercoledì, giovedì, venerdì e sabato alle 21:10 Su GXT torna la nuovissima serie di GUINNESS WORLD RECORDS PrimeTime. La versione televisiva del più famoso libro dei record esistente al mondo è realizzata grazie ai casting, alle verifiche e certificazioni dalla massima autorità mondiale in fatto di record. Guinness World Records è il primo ma soprattutto il più reale dei reality mai concepiti da mente umana. Questa nuova incredibile serie trasmessa da GXT ci porta al centro della competizione, dove i record più impossibili vengono superati proprio sotto i nostri occhi. Credevamo di aver visto tutto? Bèh adesso assisteremo ad una nuova ricchissima serie di prove difficilissime e rare, tentativi sul filo del rasoio per stabilire nuovi primati, saremo testimoni noi stessi di un momento storico! Suspense, magia e coraggio sono gli ingredienti di questa curiosissima ed unica “gara del migliore”! Dal più famoso libro del mondo arrivano le discipline e le specialità su cui i concorrenti saranno chiamati in studio per un tentativo di record. Persone con caratteristiche uniche, immagini spettacolari, curiose, incredibili, successi, fallimenti, vere e proprie pazzie e performance entusiasmanti sia da parte di atleti allenatissimi che di persone comuni che vogliono entrare nella storia del World Guinness Book. Per chi ha deciso di diventare il miglior telespettatore del mondo, questo è il programma adatto! Dal lunedì al sabato alle 17:35 e la domenica alle 19:50 Play ! Powered by Anteprima 52 Play ! PAGATI PER GIOCARE Come far carriera nel mondo dei videogiochi e continuare a divertirsi Pagati per Giocare è il libro che svela, a tutti gli appassionati di videogiochi e di intrattenimento digitale in genere, il mercato lavorativo esistente dietro la grande industry del divertimento interattivo. Il mercato dei videogiochi è diventato più grande di quello del cinema: al suo interno sono presenti moltissime differenti professionalità indispensabili alla creazione del prodotto finale, dal game designer al programmatore, dal tecnico audio al giornalista videoludico... allo sviluppatore...al manager! Non vi resta che esplorare questo mondo professionale non troppo conosciuto (e forse non troppo considerato...) leggendo il libro “Pagati per Giocare”! Pagati per Giocare vi spiega come entrare nell’industria più competitiva del pianeta, con numerose interviste a professionisti di spicco nel settore! Imparate i segreti di decine di carriere nel campo dei videogiochi e cosa vi aspetta una volta entrati. In queste pagine sono raccolte oltre 250 anni complessivi di esperienza del settore. Non troverete nient’altro di così esaustivo, completo e dettagliato per riuscire ad essere pagati per Giocare! Scopo principale del libro è quello di raccontare: • Quale genere di lavoro si può svolgere nel mondo dei videogiochi • Cosa accade realmente negli studi di sviluppo di un videogioco • Come trasformare la passione di una vita nel lavoro della vita • Il buono, il brutto e il cattivo di ogni professione nel mondo dei videogiochi • Come assicurarsi il primo impiego nel proprio particolare ambito di interesse Pagati per Giocare è un ottimo aiuto per tutti coloro che: • Stanno cercando materie da studiare a scuola o all’università; • Si stanno chiedendo quale potrebbe essere la più divertente area professionale; • Sono interessati a quel che accade veramente dietro le quinte dell’industria dei videogiochi; • Stanno lavorando, ma le fatiche terrene li hanno spossati e cercano qualcosa di nuovo; • Sono genitori e vogliono capire cosa c’è dietro la passione del figlio. Gli autori: David S.J. Hodgson, Bryan Stratton, Alice Rush Lasciamo che siano direttamente loro a presentarsi... “Siamo due scrittori di videogiochi e una consulente del lavoro che hanno una vasta esperienza del settore. Ne abbiamo viste di cotte e di crude: società che implodono, il lancio di una dozzina di console (almeno la metà delle quali conteneva nel proprio nome le parole “game” e “boy”), la nascita di marchi multimilionari e la morte di altri. Abbiamo recensito qualcosa come un migliaio di titoli. Abbiamo intervistato leggende del videogioco come Toru Iwatani, l’inventore di Pac-Man, Gabe Newell, fondatore di Valve Software, e James Best, lo sceriffo Roscoe P. Coltrane della serie “Hazzard”1. Abbiamo scritto oltre cento guide strategiche, e lavorato con più di sessanta studi di sviluppo. In tutto questo tempo, una frase ci è rimasta impressa nella mente più di tante altre: “Ti sei trovato un lavoro nei videogiochi? Vieni veramente pagato per giocare? Incredibile!”.” Da questa semplice frase l’idea di scrivere un libro utile a tutti coloro che con I videogiochi hanno un pò sognato... Pagati Per Giocare Come far carriera nel mondo dei videogiochi e continuare a divertirsi Produttore: Multiplayer.it Edizioni Formato: 131,762 mm x 203,2 mm (copertina semirigida) Pagine: 264 Data di lancio: 16 Aprile 2007 Prezzo al pubblico: 15 € Per ulteriori informazioni: Simona Sebastiano Alessia Mariani Ufficio Stampa NetAddiction S.r.l. – Multiplayer.it Edizioni Via Archimede 19 - 05100 Terni Tel. +39 0744 2462116 Fax: +39 0744 2462115 Mob: 328 7294512 [email protected] [email protected] GRAND THEFT AUTO IV L’attesissimo quarto capitolo di Grand Theft Auto si mostra per la prima volta: le nostre impressioni ed una panoramica sulla Liberty City next-gen. Il tutto condito da nuove immagini! Correva l’anno 2001 quando Rockstar lanciò sul mercato Grand Theft Auto III, primo capitolo per console a 128 bit della serie in cui impersonare un aspirante boss, alle prese con la scalata dei ranghi delle organizzazioni più pericolose della città. Il titolo segnò una rivoluzione, proponendo un ambiente interamente esplorabile e tridimensionale, nel quale sentirsi liberi tanto di seguire la trama scelta dagli sviluppatori, quanto di scoprire le mille, piccole attività e sorprese presenti. Dopo sei anni ed una nutrita serie di seguiti e porting – non sempre completamente all’altezza – si avvicina l’arrivo di GTA IV, previsto per il prossimo 17 ottobre su Xbox 360 e Playstation 3, che non potrà offrire l’aggiunta di una nuova dimensione al motore grafico, ma che dovrà necessariamente rappresentare una svolta: è quello che l’immenso pubblico di estimatori si aspetta e, soprattutto, è quello che lo sviluppatore promette. Multiplayer.it è stato invitato negli studi di Rockstar London a dare un primo sguardo al lavoro compiuto sino a questo momento e raccimolando un buon numero di indicazione, per quanto la versione mostrata fosse lontana dalla sua completezza. Quali obbiettivi per GTA IV? Seduti sul divano all’interno della stanzetta nella quale si è tenuta la dimostrazione, i presenti sono stati introdotti alla missione che è stata affidata ai ragazzi che curano i lavori sul gioco: sommare l’esperienza dei precedenti dieci anni ed unirla a tutte le idee fino ad oggi irrealizzabili, per un risultato finale che dovrà essere fortemente innovativo. Evitare di proporre il more of the same, in poche parole, è la filosofia adottata. La demo prendeva il via mostrando nel dettaglio la fisionomia 53 Powered by di Nico, personaggio proveniente dall’est Europa e con alle spalle una storia di disagi e sofferenze, che lo hanno spinto a raggiungere il Nuovo Mondo nella speranza di realizzare l’american way of life. Mai un protagonista della serie fu meno palestrato e più uomo comune, facendone quasi una dichiarazione di intenti, la bandiera di un’esperienza che darà maggior enfasi ai risvolti umani ed emotivi, rivelandosi più complessa ed adulta. I primi passi lungo le strade di Liberty City, il nome fittizio della città che come da tradizione riproduce New York, sono stati abbastanza chiarificatori riguardo l’impegno profuso per dare vita ad un mondo credibile: il traffico gode di maggior imprevedibilità e gli automobilisti reagiscono in modo realistico ad incidenti o ingorghi, mentre i pedoni si intrattengono tra di loro sui marciapiedi discutendo e, qualora il giocatore dovesse compiere qualche azione degna di nota, ricordandosi di Nico e riconoscendolo nelle occasioni successive. Impressiona, in positivo, il design degli edifici ed in generale della città, ora molto più complesso che in passato con case ben distinguibili l’una dalle altre, anche grazie a graffiti e cartelli pubblicitari, e strutture architettoniche come ponti e sopraelevate ricche di dettagli. Sono stati rivelati alcuni interni, ma la sensazione è che siano ancora necessari alcuni ritocchi, specialmente nell’appartamento mostrato che si presentava un po’ vuoto ed anonimo. Purtroppo è ancora coperto da un alone di mistero il sistema delle missioni, che di certo si gioverà della presenza di nuovi comandi, come la possibilità di scalare i pali telefonici per avere una vista panoramica. In compenso è stato rivelato che ancora una volta la città sarà divisa in più parti, quattro per l’esattezza, sbloccabili avanzando lungo la trama principale. Tutte le informazioni ltre informazioni sono trapelate nel corso della presentazione, grazie alla disponibilità degli sviluppatori. Della longevità, ovviamente, non si sa niente di preciso, tranne che Liberty City sarà più vasta di tutte le altre città sinora riprodotte, ma senza gli spazi aperti che aumentavano l’area espolorabile di San Andreas, ad esempio, senza migliorarne la giocabilità. In altre parole, il team sembra essersi concentrato sul tentativo di ricreare un mondo più vivo e pieno di dettagli, piuttosto che su un ambiente più vasto, ma sterile. Abbandonato è anche il sistema di evoluzione delle skill e del personaggio, che aveva caratterizzato il precedente capitolo, STARCRAFT 2 Dopo dieci anni di attese, smentite, voci di corridoio, speranze, ecco arrivare finalmente l’annuncio ufficiale di StarCraft 2. E a qualcuno è scesa già la lacrimuccia. Per farsi un’idea dell’importanza dell’annuncio ufficiale di StarCraft 2 è sufficiente dare un’occhiata ai filmati dell’evento Blizzard al World Wide Invitational tenutosi a Seoul pochi giorni fa ed osservare l’oceanica folla presente. Più di diecimila giocatori assiepati attorno al palco, pronti ad accompagnare le parole dei presentatori e le prime immagini con veri e propri cori e urla da stadio, nemmeno stessero per scendere in campo le squadre della finale di Champions o per suonare gli U2. E i coreani di videogiochi, soprattutto se online, se ne intendono veramente: sono talmente appassionati che da anni il governo cerca di adottare contromisure per un fenomeno così dilagante da impegnare per diverse ore al giorno una gran fetta di popolazione sotto i 50 anni. Per il 2008, quando StarCraft 2 sarà nei negozi, si attende un’ulteriore impennata di passione. E non solo a Seoul. Ammazza ammazza è tutta ‘na razza Le razze annunciate sono le stesse che conosciamo già bene: i religiosissimi psionicocibernetici Protoss, i loro nemici giurati Zerg (alieni insettoidi che non invitereste mai a cena) e gli umani Terran. Si vocifera di una nuova, quarta razza composta da un ibrido tra Zerg e Protoss (già presenti in alcuni romanzi dato che troppi feedback contrastanti ne avevano accolto la nascita. La maggior parte dei giocatori l’avevano avvertito come un inutile appesantimento del gameplay, cosa che ha fatto decidere Rockstar per tornare ad un sistema di progressione legato alla storia e alla caratterizzazione estetica del personaggio. Torna anche la possibilità di spostarsi volando, ma solo tramite elicotteri, dato che non c’è più bisogno di viaggiare per ampie aree desertiche, oltre che alla presenza di moto, navi ed altri mezzi meno ortodossi. Le versioni per le due console, PS3 e XB360, saranno sostanzialmente identiche e, se pur non sia ancora stato annunciato niente di preciso riguardo alla componente multiplayer, già ci è stato detto che sarà un elemento fondamentale se pur non di “massa”, ma focalizzato su un numero definito di giocatori per sessione. Le condizioni climatiche varieranno in modo dinamico ed assolutamente casuale, andando addirittura ad incidere su diversi elementi del gameplay, stessa cosa che accadrà grazie all’alternarsi del giorno e della notte. L’attesa per uno dei giochi più “pesanti” del 2007 non fa che crescere e non vi resta che seguirci nei prossimi mesi, nella speranza che anche voi possiate giocare con una demo rilasciata sui rispettivi network online. Questa possibilità, infatti, non è ancora stata seriamente presa in considerazione dagli sviluppatori. ufficiali) non confermata da Blizzard: se ciò può essere visto da alcuni come una gradita novità, è anche vero che una razza aggiuntiva comporterebbe lavori di bilanciamento piuttosto massicci, e anche considerando la natura apparentemente molto conservatrice di questo gioco possiamo dire che se da un certo punto di vista una cosa del genere è verosimile, da un altro lo è molto meno. Naturalmente nelle tre razze esistenti ci saranno diversi cambiamenti: certe unità cadranno nel dimenticatoio per essere rimpiazzate da quelle nuove, altre verranno potenziate e perfezionate. Al momento Blizzard ha rivelato ufficialmente solo alcune novità, principalmente riguardanti i Protoss. Andiamo ad elencarle schematicamente. Corporazione stellare Uno dei punti di forza, se non il punto di forza per antonomasia di StarCraft è stata la solidissima modalità multiplayer, quindi è proprio da questo punto di vista che è lecito attendersi le cose più gustose. La stessa software house ha infatti dichiarato che rispetto al predecessore, StarCraft 2 sarà ancora più focalizzato sul multiplayer online. Il numero massimo dei giocatori contemporanei non è ancora stato dichiarato: è certo solo che Blizzard sta lavorando per regalare ai suoi clienti lo strategico in Play ! 54 Powered by Play ! dedicati all’immersivo MMORPG di Blizzard, volti a fornirvi ogni strumento possibile per districarvi fra le sue mille complessità. Sui nostri scaffali virtuali, così come sui più reali scaffali dei maggiori distributori italiani potrete infatti trovare le nostre guide strategiche ufficiali, in particolare la “World of Warcraft 2nd Edition - Guida Strategica Aggiornata” e la “World of Warcraft: The Burning Crusade - Guida Strategica Ufficiale”. Mentre la prima vi accompagnerà nei primi livelli di gioco ed attraverso le zone del mondo di Azeroth, includendo naturalmente la presenza descrittiva di oggetti equipaggiabili, talenti, bestiari e dinamiche di gioco approfondite, la seconda continuerà il suo percorso seguendoci oltre il Portale Oscuro, nell’ostile e complesso mondo delle Outland. Ad affiancare le due opere che ci guideranno attraverso le strategie del gioco, abbiamo inoltre il “World of Warcraft: Dungeon tempo reale definitivo e che le partite si svolgeranno ancora una volta attraverso Battle.net. Saranno forniti col gioco il classico editor delle mappe e degli script StarCraft 2 è attualmente in fase pre-alpha e non ha ancora una data di uscita fissata, ma si sa per certo che uscirà nel 2008 per Windows XP, Windows Vista (le DirectX 10 saranno supportate per una serie di migliorie agli effetti grafici) e Mac OSX. Le console sono state escluse per due motivi: costi di produzione troppo elevati e tipologia di gioco che si adatta meglio ai personal computer. Si vocifera anche di una beta pubblica che dovrebbe essere rilasciata entro la fine del 2007. L’eredità è pesantissima. Dopo le nove milioni di copie vendute da StaCraft, e soprattutto lo status di termine di paragone che negli anni questo RTS si è guadagnato, per StarCraft 2 sarà molto difficile mantenere tutte le aspettative, ma sappiamo che alla Blizzard piacciono molto le sfide impegnative. WORLD OF WARCRAFT PARLA ITALIANO Il fenomeno World of Warcraft non ha lasciato l’Italia indifferente, e la comunità di giocatori del nostro paese che quotidianamente calpestano il suolo di Azeroth e, più recentemente sollevano la polvere delle Outland con i loro stivali. Forse abbiamo scelto di nutrirci della carne dei nostri nemici, come terribili non-morti che, apparentemente piegati dal peso di un’esistenza non più fatta di vita, ma solamente di vita rubata, ci aggiriamo temibili e potenti nelle nostre vesti cadenti su ossa e carne lacera. Forse abbiamo scelto di essere anarchici gnomi, privi di divinità e devoti alla tecnologia, che come i goblin vorremmo saper progettare, creando meccanismi a volte devastanti. A volte, però, più per chi li utilizzi che per il loro obiettivo. Forse abbiamo scelto di incarnare i maestosi Tauren guerrieri, forse abbiamo preferito la grazia degli eleganti Elfi, entrambi legati alla natura loro madre ed a essa devoti come sciamani o druidi, usandone il favore per curare i nostri alleati ed infliggere sofferenze terribili ai nostri nemici. Qualunque sia la razza che abbiamo scelto per la nostra rappresentazione digitale nel mondo di WoW, fino a questo momento abbiamo dovuto confrontarci con la nostra conoscenza delle lingue europee nelle quali il gioco è stato localizzato, uno su tutti l’ormai universale inglese. Una versione italiana del titolo di casa Blizzard non è infatti mai stata rilasciata, e chi abbia difficoltà con le lingue anglosassoni è stato purtroppo costretto a barcamenarsi nella comprensione delle missioni indispensabili per i nostri progressi nel gioco. Missioni che oltre a portarci a compiere ogni possibile azione, ci hanno anche permesso l’approfondimento e l’integrazione in un mondo di gioco che porta in sé una profonda componente narrativa. Grazie all’aiuto di amici e compagni di gilda è sicuramente stato possibile allinearsi ai progressi necessari per il raggiungimento dei livelli più alti di gioco, ma perdendo, inevitabilmente, quel “qualcosa” in più che la comprensione del filo narrativo che lega le missioni, sia che seguano la storia principale che si inoltrino per strade secondarie, genera in termini di immedesimazione e coinvolgimento. Per questo motivo, grazie ad una collaborazione che si è venuta a creare fra M.it ed alcuni rappresentanti della gilda di stanza sul server EU Zenedar, i Knights of the Round Table, si è creato il mod che, in anteprima, offriamo a voi, Fedeli Lettori Gold. Si tratta del Quest Translator, che una volta installato nella consueta cartella che accoglie tutti i mod che gli utenti scelgano di utilizzare per personalizzare interfaccia e strumenti di gioco, effettua la traduzione delle quest di gioco in italiano. Il lavoro di traduzione è da considerarsi in continua evoluzione, le quest presenti nel gioco sono un numero davvero elevato, perciò frequenti e costanti aggiornamenti verranno periodicamente rilasciati per permettere l’implementazione delle nuove quest tradotte, fino a raggiungerne la totalità. Tutte le informazioni del caso sono consultabili presso il sito di World of Warcraft Italia, orgogliosamente ospitato da M.it. Ma l’aiuto che M.it vuole offrire a tutti i giocatori non anglofoni non si ferma al progetto di traduzione delle quest di World of Warcraft. Nella veste di M.it Edizioni, infatti, abbiamo pubblicato una serie di volumi 55 Powered by Companion”, che comprende un’analisi completa di tutte le istanze pre-TBC presenti nel gioco. E per coloro che siano affascinati dalle atmosfere delle ambientazioni e dall’estetica caratteristica con cui Blizzard ha voluto tratteggiare il mondo di Warcraft ed i suoi personaggi, ricordiamo “L’Arte di World of Warcraft”, un libro che dietro la sua copertina patinata custodisce le riproduzioni originali e fedeli delle tavole realizzate come concept, racchiuse in un’edizione di grande pregio ed eleganza che ogni fan del titolo sarà orgoglioso di accogliere sulla propria libreria, accanto ovviamente all’altrettanto elegante “Atlante di World of Warcraft, Un vero e proprio Atlante Geografico che descrive nei minimi particolari il fantastico mondo di Azeroth. Come diceva il buon, vecchio Nefarian: ““Let the games begin!””... che i giochi abbiano inizio. PIRATES WAR Pirates War, nato nel novembre 2005 non è un semplice browser game, contenutisticamente molto vicino ad un rpg (roleplaying-game). Oltre a soddisfare le caratteristiche del browser game, Pirates War aggiunge la temporalità degli avvenimenti: ad ogni azione ne corrisponde l’effettiva resa visiva. REAL TIME Gli spostamenti e i combattimenti avvengono in tempo reale. Niente attese d’ore, niente ordini dati senza possibilità di cambiare idea. Si è in mare in balia del vento e delle condizioni atmosferiche (che variano ogni 30 minuti). La parola d’ordine è quindi real time. Più si è presenti, quasi fisicamente al timone della propria nave, più velocemente si scaleranno le classifiche del gioco. Varietà, profondità, microgestione, vasta community e combattimenti in tempo reale. Sono queste le caratteristiche che descrivono meglio le qualità di un prodotto, per una volta tutto italiano, decisamente innovativo e divertente. TI SENTI TI SENTI PIU PIU’ PIRATA O MERCANTE? Pirates War permette all’utente di vestire i panni di tre classi ben distinte, ogniun con le sue caratteristiche, necessità e peculiarità fondamentali, da conoscere per fruttare al massimo le potenzialità di gioco! I pirati sono ovviamente i principali attori del gioco. Sono costantemente perseguitati dalla Marina. Le loro navi sono poco protette e non si contraddistinguono nè per la loro potenza di fuoco nè in velocità, rispetto alle altre classi possiedono però l’abilità di nascondere i propri legni e risorse. La Marina: sono i cani da guardia delle isole di tutto Pirates War e non si tirano mai indietro nelle battaglie contro i pirati. Si distinguono per potenza di fuoco ma talvolta la lentezza delle loro navi permette ai pirati più scaltri di fuggire. Uno dei loro compiti specifici è quello di proteggere le rotte mercantili dagli assalti dei pirati. I mercanti: sono la linfa vitale di Pirates War, il vero motore del gioco. Hanno il compito di trasportare risorse e commerciare con le varie isole. Le loro navi sono le più veloci in assoluto e possiedono le difese più resistenti anche se purtroppo non hanno notevoli capacità offensive. Le loro isole sono le più fortificate e le più difficili da depredare. Ottimizzare le scelte di gioco La scelta di una di queste classi definisce l’evoluzione, lo sviluppo dell’isola e delle navi del proprio alter ego. Anche l’economia del gioco è più di un semplice clicca e sviluppa. Le tre classi presenti garantiscono compiti e obiettivi diversi, inoltre come una sorta di side quest pirati e mercanti saranno coinvolti nella ricerca spasmodica dei dobloni, moneta che serve nella costruzione di strutture avanzate. I personaggi Info sul gioco. Lo scopo del gioco come in molti giochi simili è quello di scalare la classifica grazie a un punteggio che aumenta in base alle risorse spese per potenziare la propria isola, su Pirates War è possibile rubare punti agli altri giocatori attaccandoli. LA NOTTE..IL MIGLIOR ATTACCO.. A rendere ancora più incredibile la navigazione è il sistema meteo che varia velocità e direzione del vento, forza del mare e perturbazioni varie. Tutto questo influisce sulla navigazione: andando contro vento la flotta sarà rallentata , a favore sarà velocizzata, navigando con condizioni meteo rischiose potranno verificarsi danneggiamenti alle navi! Per ulteriori informazioni contattare l’indirizzo mail: [email protected] Se invece volete tuffarvi subito tra pirati e mercanti... http://pirateswar.multiplayer.it/ All’interno troverete F.A.Q, Forum, Regolamento e Tutorial per iniziare..