Corriere di Chieri e dintorni: settimanale indipendente di informazioni

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Corriere di Chieri e dintorni: settimanale indipendente di informazioni
Indice articoli
20/10/45: Chieresi ricordate!
10/11/45: Celebrazioni del 4 Novembre
22/12/45: Antonio Savio condannato alla pena capitale
20/04/46: Il 20 Aprile, discorso di Augusto Monti
27/04/46: Chieri celebra il primo anniversario della Liberazione
08/03/47; Ritorni di Fiamma
05/04/47: ANPI sezione di Chieri
26/04/47: Il secondo anniversario della Liberazione celebrato a Chieri
04/05/47: Inaugurazione delle lapidi commemorative
26/04/48: Il 25 Aprile
30/04/49: Chieri ha celebrato solennemente il 25 Aprile
29/04/50: L’anniversario della Liberazione celebrato a Chieri
28/04/51: Le celebrazioni chieresi del 25 Aprile
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CHIERESI, RICORDATE!
Sei mesi stamane, il 20 aprile scorso, le orde nazi-fasciste capitanate dai noti criminali, irrompevano in città con carri armati e autoblinde, e si abbandonavano con sadico furore
alla devastazione e al saccheggio terrorizzando la popolazione, prelevando ostaggi e minacciando sterminio e fucilazioni in massa a breve scadenza.
Soltanto la eroica insurrezione dei bravi partigiani ha salvato la nostra Chieri dalle furie dei
novelli Unni e risparmiato la vita a centinaia di innocenti. Che la Liberazione fosse avvenuta
due giorni dopo – forse uno solo- e l’immane tragedia si sarebbe abbattuta sulla città!
I Chieresi non possono, non devono dimenticare: i criminali nazi-fascisti latitanti o rimessi in
circolazione rialzino la testa (ogni giorno i quotidiani narrano le loro gesta e danno
l’allarme) e non manca purtroppo il bieco profittatore di guerra o di regime che pensa a
loro con nostalgica speranza…
La data del 20 aprile 1945 deva dunque essere ben scolpita nella mente di tutti i Chieresi!
(20 ottobre 1945)
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CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE
Per iniziativa della Sezione Combattenti, col concorso delle Famiglie Caduti, Mutilati, Partigiani ed ex-Internati, coll’intervento del Sindaco e di rappresentanza della Giunta e di un
reparto della gloriosa ”Cremona”, Chieri ha austeramente commemorato il 4 Novembre.
Un imponente corteo partito dal Municipio ha sfilato per la via Vittorio portandosi in Duomo
ove venne celebrata una Messe in suffragio dei Caduti con il gentile intervento della
“Schola Cantorum S. Cecilia”.
Dopo la Messa, le numerose rappresentanze degli Enti partecipanti ha sostato in raccoglimento davanti al monumento ai caduti deponendo Corone a nome del Comune, del Presidio, e di tutte le Associazioni.
Il corteo ricompostosi è ritornato per via Vittorio alla sede dei Combattenti, dove venne offerto a tutti i partecipanti un vermouth d’onore cementando così i vincoli di fratellanza tra i
reduci di tutte le guerre con una simpatica e cordiale riunione.
Durante tutta la giornata la sede ha avuto animazione per le elezioni del Consiglio. Nel
prossimo numero saranno resi noti i risultati dello scrutinio.
(10 novembre 1945)
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ANTONIO SAVIO CONDANNATO ALLA PENA CAPITALE
La giustizia, la migliore e la più sublime di tutte la virtù, non è ancora stata fatta: essa però
ha parlato con la sentenza pubblica della Corte Straordinaria di Torino, ieri sera a tarda ora.
Antonio Savio, il chierese rinnegato e degenere, colui che per oltre vent’anni fu sinonimo,
nella sua città di potere fascista, risponde oggi di fronte alla giustizia umana dei suoi numerosi delitti.
Antonio Savio, colui il cui nome rappresentò per innumeri chieresi, spavento e terrore: Antonio Savio, bieco squadrista, saccheggiatore, manganellatore, distributore generoso di olio di ricino, piccolo ed ambizioso ras del chierese: Antonio Savio, repubblicano, accusatore
ed accusatore di chieresi innocenti ed innocui, compartecipe e forse uno dei maggiori organizzatori dei saccheggi e delle distruzioni subite dalla città negli ultimi giorni della tirannide fascista, fu ieri condannato alla pena capitale mediante fucilazione alla schiena.
Le vittime ed i cittadini di Chieri che vissero giorni terribili, minacciati di morte, di rovina e di
distruzione dei loro averi, nel verdetto delle Corte Straordinaria videro appagato il loro desiderio di giustizia.
Il processo parve superare i limiti ristretti della persona e della città per assurgere ad interesse generale quasi a dimostrazione che l’amore e la fratellanza tra i nati di una stessa terra non possono essere rinnegati e che la giustizia e la libertà non possono essere per sempre oppresse. Diversi testi si sono succeduti e le accuse circostanziate hanno fissato in maniera inequivocabile le gravissime responsabilità del Savio.
Rileviamo tra i principali testi di accusa i Sigg. Fantini, Rigo, Negro , Bosco e la Sig.ra Chiaberti.
Il P.M. Dott. Fortini richiese la condanna alla pena capitale ed alla pena di anni 7,3,2,15 per
reati meno gravi riferentesi al periodo tra il 1922 e 1943. La Corte (Pres. Roggero) dopo breve permanenza in camera di consiglio accolse la richiesta del rappresentante della legge
condannando Antonio Savio alla pena capitale ed alla confisca dei beni.
Il pubblico era composto in gran parte di cittadini chieresi che accolsero la sentenza con
evidenti segni di approvazione
(22 dicembre 1945)
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20 APRILE
Ringraziamo il professor Augusto Monti che ha voluto accordarci la sua preziosa collaborazione.
«Era stata troppa la gioia quel 19 Aprile: Chieri liberata, l’azione fulminea, quegli sgherri
menati a ludibrio – le mani in alto - fra i nostri ragazzi in armi, la folla in delirio: poter parlare,
poter respirare, tornare a vivere dopo tanta agonia!
E invece…
Venti di Aprile: in punta del giorno, canto del gallo, Messa prima, con rumor di ferraglie –
sono qui! - un brivido che corre per tutta la città, “Dio di misericordia abbi pietà di noi!”. Era
stato un sogno quello del giorno avanti: avevam sognato d’essere sfuggiti a quella stretta, il
boia ci aveva di nuovo ghermiti, e s’apprestava a strozzarci.
E il ciclone, com’era venuto, se ne andò; ma che tracce lasciò dovunque era passato, di
devastazioni, di pianto, di odio, purtroppo! Con quegli ostaggi in mano: e trenta famiglie
dovettero sapere che cosa voleva dire avere uno dei loro cari in quelle mani! “Torneremo,
raderemo Chieri al suolo!” Non tornarono: ebbero altro da fare altrove. E poi…
Perché oggi Chieri ricorda, con tanta insistenza, quella data?
Chieri ricorda perché è fiera: ed è motivo di fierezza, non essere uscita del tutto indenne da
quella tragedia, aver anch’essa pagato di persona allora con altre terre del nostro Piemonte.
Chieri ricorda perché è giusta: e sa che quel 20 di Aprile non fu che la conclusione, il simbolo di 20 anni di aberrazione, e che dei maggiori responsabili di quell’aberrazione giustizia
non è stata fatta ancora, perché è solo chi ha rotto che deve pagare, ma anche , e di più,
chi ha fatto rompere, e chi ha lasciato rompere, quando poteva, con una parola, impedirlo.
Chieri ricorda perché è previdente: e sa che dar retta oggi a chi - troppo interessatamente
- predica oblio e perdono, può voler dire domani assistere al ripetersi delle iniquità che si
perpetrarono da noi in vent’anni di fascismo, che a Chieri ebbero il loro epilogo in quel
tremendo 20 Aprile del ’45».
Augusto Monti
(20 aprile 1946)
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CHIERI CELEBRA IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
Il 25 Aprile, primo anniversario della Liberazione, è stato solennemente celebrato a Chieri.
Vi hanno partecipato gli esponenti del C.L.N., le Autorità civili e militari, un folto gruppo di
Partigiani, i Partiti politici con le rispettive bandiere e numerosi cittadini.
Alle 9.30, dal balcone del Palazzo Municipale il Presidente del Comitato di Liberazione sig.
Menzio prende la parola per commemorare la data che, ponendo fine ad un triste periodo
della nostra storia, segna il sorgere di una nuova epoca. Sul sangue dei caduti sparso generosamente per la conquista della libertà – dice il signor Menzio - si sta faticosamente lavorando per far sorgere una vera pace. Con le elezioni del 2 giugno il popolo sarà chiamato a decidere dell’avvenire dell’Italia. Occorre allontanare ogni idea di conquista per dedicare tutte le energie al bene dell’umanità ed alla pace universale.
Il Presidente del C.L.N. lascia quindi la parola all’oratore ufficiale prof. Augusto Monti, che
nella nostra Chieri ha vissuto le giornate della liberazione. Egli inizia il suo dire ricordando
l’insulto lanciato un anno fa contro la nostra Chieri “indegna di essere città italiana”. Quel
cartellone è un titolo di onore per i chieresi perché sono stati tacciati di vero antipatriottismo da coloro che si sono serviti della patria anziché servirla.
Il prof. Monti rievoca i fatidici giorni del 19 e 20 Aprile. La liberazione di Chieri, dice
l’oratore, fu la diana per la liberazione del Piemonte e dell’Alta Italia. Le ansie e la gioia di
quei giorni furono il premio di vent’anni di lotta. Col 25 aprile non fu più permesso a nessuno
di chiamare gli italiani “tutti fascisti”. L’Italia non è rimasta a soggiacere al nemico, non ha
atteso. Il primo risorgimento è stato completato dal secondo: ad esso hanno partecipato le
masse operaie e cattoliche. Ne furono protagoniste le forze politiche inquadrate nei partiti
del C.L.N. La liberazione non ci è stata elargita da mani straniere ma fu opera nostra.
In vent’anni, continua l’oratore, si è tanto detto che gli italiani sono un grande popolo con
tante virtù.
Più modesto, il prof. Monti, ricorda i nostri difetti. È grave difetto, per noi, avere poca memoria.
Nei 20 anni passati l’Italia fu il regno della paura, ma non tutti vi sottostarono. Gli uomini del
C.L.N. cospirarono e minarono la roccaforte. Fu merito loro se l’Alta Italia non ebbe le rovine che si estendono dalla Romagna a Montecassino.
Oggi si fa la campagna per la dimenticanza e la denigrazione. Si vuole bollare tutto il corpo dei partigiani per gli errori de alcuni di essi.
I denigratori sono troppi “uomini qualunque” che hanno tollerato, indulgenti, il fascismo.
Nel commemorare i giorni della liberazione si deve prendere un impegno e formulare un
proposito: oggi i partiti hanno cominciato a gareggiare tra di loro con l’arma della scheda
; oggi sono divisi non per combattersi ma per apportare all’Italia un maggior bene. Se domani il fascismo tornasse a rafforzarsi dovranno dimenticare i motivi di disaccordo , dovranno ritrovare l’unione nella lotta per la causa comune.
Il prof. Monti chiude la sua operazione, che ha destato molto entusiasmo e riscosso calorosissimi applausi, inneggiando alla libertà dell’Italia, all’unità Europea ed alla pace mondiale.
Si compone ora un ordinato corteo guidato da un plotone armato del settimo reggimento
“Cremona”, dai Partigiani, dalle Autorità; sfila per le vie di Chieri con le bandiere dei Partiti
politici che raggruppano molti aderenti.
Al Cimitero della Messa al campo celebrata dal Rev. Cappellano della “Cremona”, è seguita con riverenza nel ricordo ed a suffragio di tutti coloro che diedero la vita perché sorgesse il giorno della Liberazione.
UDI e ANPI hanno organizzato per il pomeriggio attraentissimi divertimenti popolari che
hanno animato la Piazza Mazzini.
(27 aprile 1946)
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RITORNI DI FIAMMA
Di quel che è accaduto domenica 23 febbraio a Castelnuovo Don Bosco è responsabile il
Sindaco. Incaricato di far preparare una lapide da dedicarsi a tre eroici combattenti morti
per la Libertà, credette utile far fuori una vecchia targa che l’uomo della Provvidenza aveva dedicato alle sanzioni e ne uscì fuori un vero capolavoro di arte fascista: i nomi purissimi
di tre giovani partigiani fiancheggiati da due bei fasci littori per abbattere i quali essi erano
morti.
Strano paradosso vero?
Il senso dell’economia dell’encomiabile Sindaco, non è stato di molto apprezzato dai partigiani vivi, ed allora il nostro capo dell’amministrazione comunale si è visto costretto a
sganciarsi, imboccando la porta di servizio.
Attento ai ritorni di fiamma, caro camerata Sindaco. Perché essi sono pericolosi e possono
appiccare incendi di portata incalcolabile. Per questa volta ti è andata bene, grazie alla
longanimità dei partigiani, i quali hanno voluto vedere nel tuo nel tuo atto un inqualificabile gesto di inutile encomia. Ma per l’avvenire stai attento ai possibili ritorni di fiamma!
Ormai siamo stufi, ed è ora di gridare forte: basta! Quanto fango si è gettato su di noi da
quando è finita la lotta clandestina? Abbiamo sopportato insulti ed umiliazioni, abbiamo visto e vediamo passeggiare impunemente feroci rastrellatori, seviziatori, criminali di ogni
specie. Abbiamo sopportato, non per viltà, ma per amor di quieto vivere, per la pacificazione degli animi, da non confondersi con quella buffonata profanatrice dell’Altare della
Patria.
All’erta, compagni di lotta e di martirio, sveglia, partigiani indomiti! Sbarriamo il passo alla
folle reazione, che avanza indisturbata, approfittando di quella libertà democratica, di cui
va debitrice al sangue di quegli stessi “ribelli” sulla cui memoria ogni giorno si affanna con
tenacia degna di miglior causa, a gettare il discredito.
Sveglia perciò se non vogliamo essere sopraffatti. La Libertà per la quale abbiamo aspramente combattuto, per la quale i nostri migliori compagni sono morti, è in pericolo. Spetta
a noi dunque difenderla, e la difenderemo.
Janni.
(8 marzo 1947)
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A.N.P.I. SEZIONE DI CHIERI. COMMEMORAZIONE DEI PARTIGIANI CADUTI
In occasione del secondo anniversario del sacrificio dei partigiani Olanni e Marino fucilati in
quel di Riva presso Chieri, il 13 corr. Verrà celebrata una Messa al campo sul posto della fucilazione.
Si invitano pertanto tutti i Partigiani del Chierese ad intervenire, ed in special modo i partigiani della IX Divisione Brigata Montano.
La Segreteria
( 5 aprile 1947)
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IL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE CELEBRATO A CHIERI
A Chieri il 25 Aprile, Giornata della Liberazione, è stato degnamente celebrato.
Alle ore 8.30, in Piazza Mazzini sono convenute le Autorità cittadine: il Sindaco rag. Franco e
la Giunta Comunale, il Presidente del C.L.N. Angelo Menzio, il Maggiore Arturo Barale, comandante del Presidio, il Tenente dei C.C. Umberto Aureli, tutti i Partigiani e i Patrioti chieresi, le rappresentanze con bandiera delle Associazioni combattentistiche, rappresentanti dei
Partiti Politici. Spontanea la partecipazione della cittadinanza.
Il corteo si è snodato per la vie principali della giornata preceduto dalla ricostituita Filarmonica Chierese e da un marziale Picchetto armato della Div. “Cremona”.
La Messa in suffragio dei Caduti per la Libertà, ha adunato in Duomo tutti i partecipanti alla
manifestazione.
All’uscita della Chiesa, mentre le note del “Piave” ridestavano nei presenti sentimenti di riconoscenza e commozione, è stato reso omaggio al Monumento dei Caduti con la deposizione di fiori. Il corteo è quindi proseguito per il Cimitero.
Sul luogo dove riposano le Salme dei più generosi, ha preso la parola esprimendo nobili
sentimenti, il Sindaco rag. Franco.
Il programma della giornata si imperniava sullo scoprimento della lapide in memoria del
Partigiano Guido Ostino. In via XX Settembre, luogo dove il partigiano cadde, è convenuto
il corteo. Attorno ai familiari del Caduto si raccoglieva numerosa la popolazione.
Dopo la cerimonia dello scoprimento della lapide teneva il discorso ufficiale il Prof. Augusto
Monti. Ricordando che la Liberazione diede i suoi frutti salvando la nostra terra dalla devastazione, l’oratore diceva della necessità che i benefici della lotta vittoriosa vadano a tutti
e specialmente a chi più generosamente si prodigò.
Parlavano ancora un Partigiano compagno di Guido Ostino ed il Comandante “Monti”.
Chiudeva la manifestazione un rancio al Ristorante Stazione
(26 aprile 1947)
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L’INAUGURAZIONE DELLE LAPIDI COMMEMORATIVE DEI PARTIGIANI CADUTI ACINO E CAVAGLIÀ
Per iniziativa della locale Sezione del P.C.I., domenica 28, Chieri ha ricordato il sacrificio di
Acino Domenico caduto il 20 Aprile 1945.
La grandiosa commemorazione ebbe inizio con un funerale in Duomo celebrato dal Teol.
Tamagnone ed a cui hanno partecipato Autorità, Partiti politici, Associazioni e molti cittadini.
All’uscita del Tempio si formò un imponente corteo che, preceduto da un reparto armato
del settimo reggimento Artiglieria “Cremona” , delle autorità civili e militari, dai Partigiani di
Chieri ai quali si unirono rappresentanti dei reparti SAP della “Spa” di Torino, dalle bandiere
di Partiti e Associazioni, si recò sul luogo dove cadde il Sappista chierese.
Qui, sulla strada di Pino, era stato eretto un cippo marmoreo.
La cerimonia dell’inaugurazione fu solenne ed austera. Il Rev. Can. Chiandò benedì la lapide. Sentite ed appropriate parole vennero pronunciate da Benedetto, segretario della sezione chierese del P.C.I., dalla Sig.na Colli dell’U.D.I., dal Comandante Barbieri della IV Brigata Garibaldi, dal Sindaco Rag. Franco, dal Presidente del C.L.N. sig. Menzio, dal compagno di lavoro Bertinara della “Spa” di Torino.
L’epigrafe scolpita sul cippo: Sappista ACINO DOMENICO alla vigila della liberazione
nell’ebbrezza della prima vittoria seppe precedere gli eroi sulla strada del sacrificio e della
gloria ricorderà al viandante un nome, una data, un supremo sacrificio che –come dissero
gli oratori- non sarà né valido né sterile.
Nella giornata del primo maggio la cittadinanza chierese ha reso omaggio alla memoria
del Partigiano Cavaglià Giovanni sul luogo dive egli immolò la sua giovane esistenza.
In Piazza IV Novembre la Sezione di Chieri del Partito Socialista ha dedicato una lapide “al
martire dell’eterna libertà”. Lo stesso corteo che ha solennizzato la festa dei lavoratori sale
ora per le vie di Chieri alta.
Partigiani, militari della Div.: “Cremona” in armi, Autorità, Partiti politici, combattenti ed una
grande folla si stringono attorno ai famigliari del Caduto. Squilla l’attenti: il Cappellano Militare benedice la lapide mentre il plotone del settimo Reggimento Artiglieria presenta le
armi. La canzone del “Piave” rende più suggestiva la cerimonia.
Borio, a nome del Partito Socialista, Fantini, Commissario di guerra della “Baletti” alle cui
formazioni Cavaglià apparteneva, il Sindaco, il Presidente del C.N.L. riaffermano a nome di
tutti di voler perseguire sempre quegli ideali di giustizia e di libertà per cui i nostri giovani
hanno dato tanto generosamente il proprio sangue.
(4 maggio 1947)
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IL 25 APRILE
Senza esteriorità, ma con intime manifestazioni atte a suscitare profondi sentimenti di rimembranza, l’anniversario della Liberazione è stato celebrato nella nostra Chieri.
Sui luoghi dove caddero i Partigiani, a Riva e a Pessione, i fiori del ricordo si rinnovarono e
le popolazioni sostarono in raccoglimento.
Al Cimitero convennero le autorità con a capo il Sindaco rag. Franco, la Presidenza
dell’ANPI, il Comandante del Presidio Militare; presenti i Partigiani chieresi e numerosissimi
cittadini, il P. Vigna O.P. celebrò solennemente la S. Messa al campo. Venero quindi depositate sulle tombe dei Caduti le corone del Comune e dell’ANPI e Negro pronunciò elevate
parole.
In spirito di fratellanza i Partigiani si raccolsero nella sede dell’Associazione dove, al
Vermouth d’onore offerto dal Consiglio Direttivo, furono pronunciati discorsi d’occasione. A
mano del Presidente venne consegnata al sig. A. Menzio, benemerito della lotta clandestina, la tessera onoraria dell’ANPI.
La celebrazione si chiuse con il ringraziamento dell’ex-Presidente del C.L.N.
( 26 aprile 1948)
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CHIERI HA CELEBRATO SOLENNEMENTE IL 25 APRILE
Con cuore grato e reverente per la schiera dei Caduti, con la volontà di cooperare perché
al nostro amato Paese venga ridato un avvenire di pace, di lavoro, di giustizia, Chieri ha solennemente celebrato la ricorrenza del quarto anniversario della Liberazione.
Alle ore 9.30, preceduto dalle corone del Comune e dell’ANPI, il corteo, guidato dalle Autorità tra cui gli Assessori Vergnano e Navone, il vice-Pretore Avv. Vittone, il Presidente ed i
membri dell’ex-C.L.N., gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche da Piazza Mazzini
ha raggiunto il Cimitero.
Attorno all’Altare, disposto per la Messa al campo, si raccoglievano con le Autorità il Comandante del Presidio militare, il Tenente Aureli, Comandante la Tenenza dei C.C. e tutti i
partecipanti alla manifestazione. Il sacro Rito è stato seguito con raccoglimento e devozione.
Davanti alle tombe dei Caduti il Sig. Menzio pronunciava significative parole di reverente
omaggio seguito dall’Avv. Magistrello. Le espressioni veramente toccanti dell’oratore ufficiale hanno ravvivato la fiamma della fede negli ideali per i quali sono stati fatti tanti sacrifici. Deposte le corone, il corteo, al suono degli inni marziali, si è ricomposto per raggiungere il Monumento ai Caduti.
L’inno del Piave ha accompagnato l’omaggio delle corone.
(30 aprile 1949)
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L’ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE CELEBRATO A CHIERI
Raccogliendo l’invito diramato dall’ANPI e dal Comune, le Autorità, i Partigiani e numerosi
cittadini si sono trovati domenica 23 corr. Per celebrare la ricorrenza della Liberazione ed
onorare quanti hanno sofferto e sono caduti per il nobile ideale.
Al mattino alle 9.30, in Piazza Mazzini si formò il corteo. Tra i presenti il sig. Menzio con alcuni
rappresentanti del C.L.N., i rappresentanti del Comune Assessori sigg. Peretti e Navone, il
sig. Pretore dott. Guglielmi, Ufficiali e Sottufficiali del Presidio Militare, il Maresciallo Viazzo
della Tenenza dei Carabinieri, rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e dei
Partiti Comunista e Socialista con bandiera.
Alle ore 10.15, officiante il Rev. Priore dei P.P. Domenicani Padre Fessia, presenti i famigliari
dei Caduti, si è celebrata la Messa al Campo.
Dopo la deposizione di una corona d’alloro dell’ANPI alle tombe dei suoi Caduti, pronunziò
parole di circostanza il sig. Angelo Menzio.
Si riformò quindi il corteo preceduto dalle corone del Comune, dell’ANPI, dell’Associazione
Combattenti e da un grande quadro coi nomi dei Partigiani chieresi Caduti. Il corteo sfilò
per Via Vittorio Emanuele e Via XX settembre al canto delle canzoni partigiane.
Al monumento di Piazza Duomo prese la parola il vecchio combattente antifascista Giovanni Carsano di Torino, che, celebrando la data gloriosa, propose ad esempio, per l’unità
del Popolo italiano al di sopra delle ideologie politiche, gli eroici Gener. Perotti e Giambone.
Il discorso, che terminò con l’invito a difendere il bene della pace, venne seguito dalle parole che pronunciò il Presidente dell’ANPI sig. Giuseppe Gola. Nel ringraziare le Autorità e le
Rappresentanze che con il loro intervento e colla loro adesione hanno valorizzato la Resistenza, il sig. Gola ha nuovamente invitato i Partigiani a unirsi attorno alla loro Associazione
che definì baluardo contro il risorgente fascismo.
(29 aprile 1950)
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LE CELEBRAZIONI CHIERESI DEL 25 APRILE
Il sesto anniversario della Liberazione è stato celebrato mercoledì 25 corr. A Chieri con solenni cerimonie alle quali sono intervenuti acco0gliendo l’invito del Comune dell’ANPI, Autorità, Partigiani, Combattenti e cittadini.
Formatosi in Piazza Mazzini, il corteo ha raggiunto il Cimitero dove alla Croce centrale un
Rev. Padre Domenicano ha celebrato la S. Messa in suffragio dei Caduti.
Con i famigliari di coloro che diedero la vita per un nobile ideale, i partecipanti alla Funzione si sono recati poi alle tombe dei Partigiani Caduti per un reverente omaggio. Elevate
parole furono pronunciate dal sacerdote durante la Messa. Davanti alle Tombe ha ricordato il valore del supremo sacrificio dei Partigiani il sig. Menzio, già Presidente del C.L.N.
Il corteo si è quindi ricomposto in sfilata per le vie delle città sino al Monumento dei Caduti.
Le Bandiere dell’ANPI, dell’Assoc. Combattenti, dell’Assoc. Mutilati e quelle di alcuni Partiti
politici si sono inchinate mentre al Monumento venivano deposte le Corone di alloro del
Comune, dell’ANPI, dell’Assoc. Combattenti.
Un vibrante discorso è stato pronunciato dal Sindaco rag. Franco che ha voluto allacciare il
significato della manifestazione, gli ideali della Liberazione alle aspirazioni comuni ad una
vita migliore nella serenità e nella pace. Alle applaudite parole del Sindaco si è associato il
Presidente dell’ANPI, sig. Gola, che ha riscosso a sua volta calorosi segni di consenso.
(28 aprile 1951)