Intervista a Michele Burzio - Torino in guerra 1940 -1945

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Intervista a Michele Burzio - Torino in guerra 1940 -1945
Liceo “Augusto Monti” di Chieri
Anno scolastico 2004/2005
Intervista a Giuseppe Gastaldi
"Facevo parte dei vigili del fuoco di stanza a Chieri, in via S.Giorgio 19. Il corpo dei vigili del fuoco
disponeva di un gruppo di atleti per le attività sportive; io facevo parte di un gruppo formato da
una dozzina di atleti dediti alla lotta greco-romana. I vigili del fuoco di Chieri avevano il compito di
aiutare i pompieri torinesi in caso di bombardamenti sulla città di Torino.
Dovevo essere inviato in Germania per lavorare in un'industria bellica, la "Grandi Motori", ma riuscii
ad evitarlo grazie a un esonero.
Il 10 settembre, alla notizia dell'armistizio, io e altri vigili del fuoco decidemmo di disertare; prendemmo un treno per la Valtournanche, dove feci le prime esperienze da partigiano. La Germania
inviò 11 divisioni corazzate per eliminare i partigiani. Noi decidemmo quindi di dividerci, per diminuire le possibilità di essere catturati.
Io mi diressi verso Chieri; durante il percorso trovai l'appoggio e l'aiuto dei contadini. Quando arrivai
a Chieri scoprii che mio padre era stato preso in ostaggio e si trovava in prigione.
Dopo aver soggiornato da uno zio, ritornai in Val di Lanzo,tornai poi a Chieri e nuovamente in Val
di Lanzo.
Nella primavera del 1944, con l'ordine della "pianurizzazione", l'Ispettore delle Brigate Garibaldi, Gino Fonti, mi inviò a Chieri per vedere come le formazioni di montagna potessero resistere in pianura, dove era più facile essere scoperti; le formazioni partigiane si trasferirono quindi in pianura, occupando cascine a Buttigliera, Moncucco, Marentino e Cinzano.
Si iniziò a preparare l'attacco per la liberazione di Torino, che verrà coordinata dall'ufficiale inglese
Stevens e che avverrà tra il 26 e il 28 aprile 1945.
Per il 18 aprile 1945 era previsto a Torino uno sciopero generale pre-insurrezionale, contro la guerra
e la fame; il comando dell'Ottava Zona, per alleggerire la pressione nemica su Torino, decise di
tentare la liberazione di Chieri con circa 200 uomini, appartenenti alla Quarta e alla Diciannovesima Brigata Garibaldi.
Noi partigiani entrammo a Chieri alle 12 del 19 aprile 1945; La città venne circondata e il presidio
fascista si arrese dopo un breve combattimento. BARBATO, comandante dell' Ottava Zona, pronunciò dal balcone dell' Albergo Tre Re di Piazza Cavour il primo discorso allla libera città di Chieri.
Alla sera noi partigiani ci dividemmo sulle colline e ci avvicinammo alla cintura di Torino, in attesa
dell'ordine del comando militare; l'ordine era "Aldo dice 26 per 1": il giorno 26 aprile, all'una, bisognava scendere ed attaccare Torino.
Il 20 aprile i fascisti, guidati da Solaro, partirono da Torino e si diressero a Chieri per compiere un'ultima rappresaglia. Spararono,devastarono negozi e arrestarono circa 30 persone; tornarono poi in
Via Asti.
Noi scendemmo a Torino dalle colline di Pino e Superga. I fascisti "dell'ultima ora"facevano i cecchini per le strade di Torino. Ci furono tre giorni di battaglia. I fascisti della Repubblica di Salò, che
erano raggruppati in diverse formazioni, vennero abbandonati dai Nazisti nelle mani dei partigiani;
vennero poi ammassati in "campi di concentramento"in attesa del processo da parte del comando italiano.
Fu durante il periodo trascorso come partigiano che incontrai la mia futura moglie, Franca Gallina.
Lei era una staffetta e veniva spesso al distaccamento di Valle Ceppi, dove io mi trovavo.
Franca lavorava in una fabbrica tessile, aperta però solo 3-4 giorni alla settimana perchè non c'era
abbastanza correnteelettrica per alimentare tutte le fabbriche della zona.
Qualcuno fece la spia e, nel marzo 1945, Franca venne presa dalla fabbrica in cui lavorava, portata dapprima a Pino Torinese e poi in via Asti. Sottoposta a interrogatori, non rivelò nulla. In via Asti
lavorava il tenente Alvaro, che aiutò Franca a fuggire: finse di portarla alle Nuove, la fece invece
salire su un camion che la portò al distaccamento di Valle Ceppi.
Restò all'accampamento qualche giorno e venne poi portata in una cascina tra Chieri e Pecetto.
Vi rimase fino alla liberazione di Chieri. 8 giorni dopo la liberazione tornò a lavorare in fabbrica.
Nel 1945 venni eletto Presidente dell'ANPI (associazione nazionale partigiani italiani); lo scopo di
questa organizzazione, nata a Roma, è di ricordare i morti, i sacrifici fatti dalle persone che hanno
partecipato alla Resistenza, e di trasmettere cosa essa sia realmente stata."