Scheda Pilates
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Scheda Pilates
PILATES CLINICO Il buon tono e controllo muscolare sono alla base della salute fisica : Il peso del corpo e delle attività fisiche deve essere sostenuto dai muscoli anziché dalle ossa e dalle articolazioni; Il corretto sostegno muscolare rallenta i processi degenerativi (artrosi, tendinosi, osteoporosi, sclerosi,…) L’attività fisica deve essere fatta correttamente: prima di affidarti nelle mani di un trainer devi imparare TU a sentire il corpo, sentire fino a dove puoi arrivare nell’allenamento, sentire se la posizione è corretta e ben allineata. Dopo un dolore acuto o un trauma la muscolatura profonda non riprende spontaneamente la sua attività automatica di stabilizzazione ossea, va riabilitata con esercizi di intensità adeguata ad ogni singolo caso clinico (rif. studi scientifici Università australiane). J. H. Pilates, “la cosa importante non è ciò che stai facendo ma come stai eseguendo ciò che fai” Per questi motivi il PILATES CLINICO si svolge a piccoli gruppi, (massimo 3-4 persone) INDICAZIONI: - riacquisizione dell’elasticità e della forza del corpo (artrosi, osteoporosi, scoliosi, fase di recupero da dolori acuti come lombalgia e cervicalgia) - instabilità (debolezza) muscolo-articolare (ginocchio, spalla, colonna vertebrale) causata da dolore uso ripetitivo della articolazione (per lavoro o sport) trauma disturbo congenito (spondilolistesi, lassità legamentosa congenita,..) intervento chirurgico (ricostruzioni legamentose….) immobilizzazione o inattività prolungata (esiti di fratture, lussazioni, ernie,…) - correzione di vizi e disarmonie posturali stabilizzate - attività pre e post-parto (lombalgia, debolezza pavimento pelvico) CHI E’ JOSEPH HUBERTUS PILATES Per capire l’innovazione e l’intuizione di J.H. Pilates bisogna conoscerne le origini. Egli nasce in una piccola città vicino a Dusseldorf nel 1880. A causa della struttura fisica cagionevole avvicina la ginnastica per rinforzare la muscolatura. Nasce una passione per gli sport che lo portano a cimentarsi nel nuoto, nello sci, nel pugilato e approfondisce le conoscenze dello yoga. Nel 1912 si trasferisce in Inghilterra dove intraprende la carriera d’istruttore di autodifesa per la scuola di polizia locale. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene internato per un anno nel Lancaster; durante questo periodo organizza l’allenamento proprio e dei suoi compagni di prigionia, raffinando in tal modo i suoi princìpi sulla salute e sul body building. Più tardi viene trasferito sull’isola di Man dove si confronta con una realtà totalmente differente da quella vissuta precedentemente nel Lancaster: soldati reduci dalle battaglie menomati dalle ferite, allettati dalle malattie, immobilizzati da tempo. Associa al movimento fisico a corpo libero la possibilità di creare macchinari che si prestino alla riabilitazione. Le prime intuizioni lo portano ad attaccare molle ai letti di degenza per permettere il movimento agli arti superiori ed inferiori. Tornato in Germania conosce importanti personaggi del mondo della danza, con il quale interagisce per l’evoluzione della tecnica. Nel 1925 il governo tedesco lo invita a seguire personalmente il piano di lavoro del nuovo esercito tedesco. Pilates decide che è arrivato il momento di trasferirsi negli Stati Uniti d’America. Durante la traversata conosce Clara che sposa a New York e con la quale collabora nello sviluppo della tecnica. Nel 1926 apre il suo studio a New York nello stesso edificio dove si trovano parecchi studi di danza. J.H. Pilates muore nel 1967 per insufficienza polmonare a seguito delle esalazioni sprigionate qualche mese prima dall’incendio del suo studio. Clara continua ad insegnare e a guidare lo studio fino alla sua morte avvenuta 10 anni dopo. IL METODO PILATES A differenza di molti tipi di ginnastica, il metodo Pilates segue rigorosamente dei princìpi fondati su una precisa base filosofica e teorica. Non si tratta quindi di un semplice insieme di esercizi, ma di un vero metodo che si è sviluppato e perfezionato in più di sessant’anni di uso e osservazione. A questo va aggiunto il lavoro di aggiornamento dato negli ultimi anni che ha permesso il suo utilizzo in campo riabilitativo ortopedico. PRINCIPI FONDAMENTALI DEL METODO PILATES Scopo principale di J. H. Pilates è quello di rendere le persone consapevoli di se stesse, del proprio corpo e della propria mente per unirli in una singola, dinamica e ben funzionante entità. In un certo senso J. H. Pilates cercò di fondere i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle discipline spirituali orientali. La mente di chi esegue gli esercizi del metodo Pilates è diretta verso il corpo, concentrata su ciò che sta accadendo mentre accade. Solo così è possibile comprendere esattamente ciò che la mente ordina di fare al corpo ed imparare a percepire esattamente come si sta muovendo. Gli esercizi del metodo non presuppongono una ripetizione esasperata finalizzata a se stessa, ma, attraverso una logica ripetizione, conducono la mente a cooperare con il corpo alla ricerca comune del controllo, della precisione e della fluidità dei movimenti coordinati con la respirazione. Il soggetto che pratica gli esercizi del metodo Pilates non è spettatore di se stesso, ma partecipa attivamente con il corpo e con la mente a ciò che compie poichè, come era solito dire J. H. Pilates, “la cosa importante non è ciò che stai facendo ma come stai eseguendo ciò che fai”. L’obiettivo del metodo Pilates consiste nel portare l’individuo a muoversi con economia, grazia ed equilibrio attraverso il rispetto dei sei princìpi base che costituiscono la tecnica: 1 – Concentrazione: è fondamentale affinchè si possano eseguire correttamente gli esercizi richiesti. Essa non si esaurisce esclusivamente al movimento, ma è estesa a tutto il corpo. È fondamentale, infatti, essere consapevoli della propria postura mantenuta durante l’esecuzione del movimento. 2 – Controllo: attraverso la concentrazione si deve arrivare ad avere il totale controllo di ogni movimento poiché muoversi senza controllo può provocare infortuni. 3 – Baricentro: senza un baricentro forte, costituito essenzialmente dai muscoli dell’area addominale, lombare, diaframma e pavimento pelvico non si possono muovere correttamente gli arti superiori ed inferiori e si riduce l’incidenza di infortuni e di sintomatologia dolorosa posturale lombare e dorsale. 4 – Fluidità: nessun movimento deve essere eseguito in modo rigido e contratto, bensì ci deve essere armonia, grazia e fluidità dei movimenti; ciò dipende dalla forza del baricentro. 5 – Precisione: da essa origina il bilanciamento di tono delle varie regioni muscolari che si traduce, nella vita di tutti i giorni, in grazia ed economia di movimento. 6 – Respirazione: deve essere coordinata coi movimenti, per questo ogni esercizio è accompagnato da precise indicazioni per una corretta respirazione. L’impostazione della respirazione non va solo indicata per ogni esercizio ma rieducata per liberare al massimo il diaframma.