Strategie per perdere peso - Check
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Strategie per perdere peso - Check
Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:49 Pagina 1 Pillole di educazione sanitaria per cittadini-consumatori 45 modi provati per perder peso: alcuni noti, molti no Dieci li conoscevo! In Italia ha un peso eccessivo il 42% degli adulti dai 18 a <70 anni (31% sovrappeso, con indice di massa corporea/ IMC da 25 a <30 a; 11% obesi, con IMC ≥30). Molti hanno difficoltà a restare normopeso, e chi è in eccesso di peso ha difficoltà a perderlo, e quasi sempre a mantenere il risultato nel tempo. Si usa dire che “per perder peso bisogna introdurre meno calorie e fare più moto”, ma questa banale nozione non è di aiuto concreto. Questa scheda presenta 45 strategie di efficacia provata dalla ricerca scientifica relative all’alimentazione; quelle per aumentare l’attività fisica saranno trattate in un’altra scheda. Modelli alimentari e peso Le Pillole ne hanno già parlato 1: modelli alimentari basati sui cibi vegetali, vegetariani o (quasi) vegani, sono spesso già sufficienti per controllare il peso nel tempo; al contrario diete ricche di cibi animali possono dare risultati veloci per 6 mesi-2 anni, ma si associano con aumenti di peso a lungo termine. Soggetti obesi o diabetici hanno dimostrato una sorprendente buona adesione a diete anche vegane 2,3 ben motivate e supportate, nonostante il forte cambiamento richiesto. Il motivo è che consentono di mangiare a sazietà, a differenza delle altre diete, che limitano le quantità di cibo. I cibi vegetali integrali danno anche apporti di fibra alimentare fondamentali nel controllo del peso 4. Perder peso lentamente La ricerca ha dimostrato 4 che perdere il 5% del proprio peso in 5 settimane (>1 kg/sett.) riduce anche la massa magra (muscoli). Ciò riduce il metabolismo, perché sono i muscoli (non il grasso) a consumare calorie, anche quando riposiamo, e favorisce rapidi recuperi di peso. Perdere lo stesso peso in 15 settimane (~4 hg/sett.) riduce quasi solo la massa grassa, e riduce di più pressione arteriosa e trigliceridi. Non lasciarsi tentare da risultati rapidi ma controproducenti, e abbinare sempre a una dieta dimagrante esercizi di potenziamento muscolare. Il dimagrimento riduce la sintesi di Scheda 95-96-97/2014 leptina (ormone della sazietà) e aumenta quella di grelina (ormone dell’appetito): dunque restrizione calorica e dimagrimento innescano meccanismi che puntano a mantenere il peso al livello più alto raggiunto. Infatti nella storia evolutiva la riduzione di cibo era un’emergenza, che il corpo anche oggi interpreta abbassando i consumi al minimo. Per questo diete dimagranti ripetute e incongrue favoriscono in modo paradossale recuperi di peso sempre maggiori. E per chi non rinuncia a dimagrire in fretta? Dieta iperproteica vegetale Diete vegetariane iperproteiche (soia, altri legumi) sono efficaci almeno quanto diete carnee per il controllo dell’appetito e una rapida perdita di peso 4. Inoltre riducono meglio i fattori di rischio cardiovascolari e sono ecologicamente più sostenibili. Ma attenzione! Le diete iperproteiche si associano ad acquisto di peso a lungo termine, anche se basate su proteine vegetali. Evitare supplementi Dato che modificare abitudini alimentari e attività fisica è impegnativo, molti per perder peso ricorrono a “scorciatoie” come prodotti di erboristeria e supplementi nutrizionali pubblicizzati come “dimagranti” in farmacie o negozi di “cibi dietetici”. Una ricerca su un campione rappresentativo della popolazione USA ha rilevato che il 34% degli adulti che cercano di perder peso ha fatto ricorso a specifici supplementi 4. Una ricerca valida 4 ha confrontato il comportamento di soggetti in sovrappeso cui era somministrato un placebo o una pillola “per perder peso” (in realtà era lo stesso placebo, a loro insaputa). In cambio della partecipazione potevano ricevere gratis una popolare bevanda con tenore variabile di zucchero. Rispetto al gruppo di controllo, chi credeva di aver assunto una pillola “dimagrante” ha scelto bevande più zuccherate, e ha scelto in misura 4 volte minore bevande senza zucchero. Altre eleganti ricerche hanno confermato anche in altri campi quanto sia diffuso questo “effetto licenza”. www.checkupdiritti.it Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:49 Pagina 2 Scegliere cibi a basso indice glicemico (IG) Tra i molti effetti favorevoli, “i cibi con carboidrati a basso IG (Pillola di ES 44-45/2009) ritardano lo svuotamento dello stomaco riducendo la digestione e l’assorbimento intestinale. Un basso IG è molto importante per soggetti sedentari in sovrappeso, a maggior rischio di diabete di tipo 2. Ha un probabile ruolo nella gestione del peso corporeo” 4. Aceto o succo di limone come condimenti abbassano l’IG del pasto. persone in cura dimagrante 4, chi ha consumato il pasto principale dopo le 15 (anziché prima) ha perso meno peso, a parità di calorie introdotte. Iniziare il pasto con un’insalata... L’aggiunta di una quantità fissa di insalata (300 g, 100 calorie) a inizio pasto ha ridotto dell’11% l’introito calorico 4. Iniziare con un’insalata da consumare a volontà ha aumentato del 23% il consumo di verdura rispetto alla sua collocazione come contorno. Scegliere consistenza e viscosità ... o con una zuppa di verdura Per il controllo dell’appetito e del peso, a parità di calorie ingerite, sono più sazianti cibi di maggior consistenza. Una ricerca 4 ha offerto a pranzo a 50 volontari gli stessi cibi: riso, verdure, hamburger, dimostrando che preparazioni che mantenevano la consistenza (insalata di riso con verdura cruda e pane croccante, anziché risotto con verdure cotte e pane soffice) hanno ridotto l’introito calorico senza ridurre la sazietà, e senza maggiori consumi compensatori nel resto della giornata. Il pane integrale sazia più del pane con farina raffinata 4. Yogurt semisolidi hanno effetto saziante maggiore di yogurt liquidi di pari calorie 4. Oltre alla masticazione, anche un maggior tempo di permanenza in bocca favorisce la sazietà. Ricerche sperimentali hanno dimostrato che le zuppe aiutano a controllare il peso. Ad es. una zuppa di pomodoro da 150 g prima del pasto ha ridotto la successiva porzione di pasta in modo più che proporzionale 4. Una vasta indagine di sorveglianza nutrizionale su un campione rappresentativo della popolazione USA 4 ha mostrato che chi consumava d’abitudine zuppe aveva un minor IMC e 2,5 cm di giro vita in meno (unico problema cui prestare attenzione, un’introduzione eccessiva di sodio con molte zuppe pronte). Non saltare i pasti Ridurre la frequenza dei pasti non aiuta a perder peso: distribuire in più pasti la stessa quantità di cibo si associa con miglior controllo dell’appetito e minor assunzione di calorie e grassi 4. Una minor frequenza di pasti si associa a maggiore IMC e circonferenza vita nell’arco di 10 anni 4. ... o con un frutto ... Una valida ricerca 4 ha somministrato prima di un pasto mele di pari dimensioni (270 g): a fette, o in frullato, o in centrifugato, con aggiunte d’acqua per raggiungere sempre i 270 g. Un gruppo di controllo non riceveva nulla prima del pasto. La mela a fette ha ridotto del 15% l’introito calorico del pasto complessivo rispetto al gruppo di controllo, e lo ha ridotto anche rispetto al frullato, e questo rispetto al centrifugato. Quest’ultimo non ha aumentato la sazietà neppure quando è stato integrato con la stessa quantità di pectina (fibra) presente nella mela intera, che dunque è la soluzione più efficace. Come ripartire le calorie tra pranzo e cena Un’originale ricerca 4 ha dimostrato importanti differenze di peso, a parità di calorie introdotte, in base agli orari della giornata in cui si introduce più cibo. Assumere più o meno di 1/3 delle calorie della giornata nelle ore del mattino non ha fatto differenza, ma le probabilità di essere obesi o sovrappeso sono risultate tre volte minori in chi assumeva più di 1/3 delle calorie nella parte centrale della giornata, e ben due volte maggiori in chi assumeva più di 1/3 delle calorie nelle ore serali. Una ricerca italiana 4 ha sottoposto per tre mesi donne obese alla stessa dieta, ma con diversa distribuzione delle calorie: un gruppo con 70% delle calorie tra colazione, spuntino e pranzo, e il 30% tra merenda e cena; l’altro con il 45% tra pomeriggio e sera. Il primo ha perso più peso. In una ricerca spagnola su centinaia di Evitare bevande caloriche durante i pasti L’aggiunta a volontà al pasto di latte scremato, coca cola, succo d’arancia o di acqua ha dimostrato 4 che le bevande caloriche sommano semplicemente le loro calorie a quelle del pasto, senza ridurre le quantità di questo (anche se il latte sembra dare qualche vantaggio rispetto alle altre). Dunque la sola acqua è preferibile (o tè o caffè purché non zuccherati), sia ai pasti che fuori (Pillola ES 50/’09. Bevande e salute). In effetti una revisione delle migliori ricerche 4 ha dimostrato che zuccheri liberi e bevande zuccherate (inclusi gli sport drink, promossi dal marketing come bevande salutari) sono importanti causa di aumento di peso. Un interessante studio 4 ha dimostrato l’effetto dei conflitti di interesse nelle revisioni delle ricerche su questo tema: autori senza conflitti di interesse concludono Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:50 Pagina 3 quasi tutti che le bevande zuccherate mettono a rischio il peso, mentre autori pagati dall’industria alimentare dicono che le prove sarebbero insufficienti. Che dire infine delle bibite light, a zero calorie? Non sembrano la soluzione: per motivi non chiari (aumento di preferenza per cibi dolci?) in chi è sovrappeso si associano ad aumenti compensatori di calorie, soprattutto da snack dolci 4. Anche l’alcol alla lunga ingrassa In ~100.000 maschi e 160.000 donne di 10 paesi europei seguiti nel tempo 4 il consumo di alcol è associato al grasso totale negli uomini e addominale in uomini e donne. L’effetto è peggiore con la birra. Spuntini? Se sì, con frutta, anche secca Due gruppi di 100 volontari sono stati sottoposti a dieta dimagrante con pari calorie, per 3 mesi. Il gruppo che includeva una manciata di prugne secche al giorno ha perso più peso e ridotto di più il girovita 4. L’aggiunta alla dieta abituale di 40 g di mandorle (~20, pari a 250 calorie) fuoripasto ha ridotto fame e cibo consumato al pasto seguente, senza aumento delle calorie totali della giornata 4. Bene anche yogurt bianco senza zucchero, cui aggiungere frutta fresca a pezzi. Ridurre o evitare fritti e fast-food Il consumo frequente di fritti, specie fuori casa, si associa a sovrappeso, oltre che a diabete di tipo 2 (fino a +55%) e malattia coronarica (+20%) 4. I pranzi familiari nei fast-food si associano a maggior IMC 4. Usare un’oliera spray Consente di condire un volume maggiore di insalata in modo più uniforme, con meno olio (10 spruzzi = 5 g d’olio, pari a un cucchiaino raso). Ogni olio, anche uno salutare come l’olio di oliva vergine, sviluppa pur sempre 9 calorie per grammo, il massimo che si può introdurre con un cibo. Un’interessante ricerca 4 ha valutato tre metodi di riduzione delle calorie giornaliere: ridurre i grassi aggiunti, incorporare più frutta e verdura, aggiungere acqua alle varie portate, il cui volume era tenuto costante. Le calorie ingerite sono state minori riducendo i grassi, ma tutti i metodi hanno ridotto in modo significativo le calorie totali della giornata, senza aumento compensatorio di snack serali né differenze in sazietà. Ognuno può scegliere i metodi preferiti. tificare una situazione e formulare un piano, scrivendo in modo esplicito quando, dove, come e cosa si farà per realizzare l’obiettivo. Ciò rende ben accessibile il segnale situazionale e fa partire un’azione automatica quando si incontra il segnale di quella situazione. Un’analisi combinata delle ricerche disponibili 4 ha concluso che le intenzioni di applicazione sono un utile aiuto per aumentare il consumo di frutta e verdura. Il consumo di frutta è più facile da aumentare, e può bastare stabilire un obiettivo. Es.: “Aumentare il consumo di frutta nei prossimi due mesi”, “Se sono al bar per una pausa dal lavoro, allora taglierò a spicchi e mangerò una mela anziché le patatine”. Un’altra tecnica semplice è presentare la frutta più spesso. Per la verdura “Se sono a metà pomeriggio e voglio uno snack, allora mangerò bastoncini di carote” 4. Un’altra tecnica è consumare un’insalata (anche con verdura+frutta!) o una zuppa di verdura a inizio pasto. O, per chi non apprezza la verdura, di “nasconderla” come passato, incorporandola in piatti principali di cui riduce la densità energetica 4. ... e nei bambini Presentare spesso la frutta e verdura che si vuole promuovere, specie se si tratta di un gusto nuovo: funziona con 2 bambini su 3 4. Coinvolgerli nella preparazione del pasto. Dare piccole ricompense non diseducative (es. un adesivo) se accettano verdure non gradite. Svezzamento e verdura: “finestra di opportunità” C’è un periodo ottimale per l’accettazione di diversi gusti, intorno ai 6 mesi di vita: allo svezzamento è utile proporre rapidamente ai bambini una varietà di puree di verdure (e di frutta). Gran parte delle preferenze di gusto si formano nel primo anno 4. Essere modelli di consumo salutare per i figli I bambini i cui genitori consumano frutta e verdura come spuntini e insalate a pranzo raggiungono più spesso le 5 porzioni al giorno di frutta e verdura 4. Il genitore dà il buon esempio ai figli e fa un regalo anche a se stesso. Una revisione sistematica di 24 ricerche 4 ha dimostrato che la prima colazione nei figli è associata all’esempio offerto dai genitori. Con gli adolescenti non parlare di peso, ma attuare i suggerimenti di questa scheda, e dare l’esempio di uno stile di vita sano. Guardar meno la TV, in particolare ai pasti Come aumentare frutta e verdura negli adulti Tra le tecniche efficaci vi sono le intenzioni di applicazione, basate sul “Se... -allora...”. Si chiede di iden- Le ricerche su bambini 4 dimostrano una chiara associazione tra tempo davanti alla TV e adiposità. Anche negli adolescenti la pubblicità TV e altre forme di Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:50 Pagina 4 marketing alimentare aumentano il consumo di cibi calorici e poveri di sostanze nutritive 4. Inoltre chi mangia guardando la TV consuma più calorie, anche se il tempo per mangiare è lo stesso, e ha un ridotto senso di sazietà 4. ... e non mangiare distratti Mangiare ascoltando musica o la radio, usando il cellulare, aumenta i consumi (non quanto la TV). È anche meglio non mangiare guidando, leggendo o svolgendo attività lavorative. Pensare a ciò che si mangia può aiutare a gustarlo di più, e comunque sazia prima e fa mangiar meno. TV anche peggio di PC e videogiochi Una ricerca di alta validità 4 ha confrontato i consumi alimentari di bambini di 9-13 anni posti per un’ora davanti a uno schermo, con possibilità di alzarsi e prendere da un tavolo vari cibi o bevande, più o meno salutari. Benché fossero stati rimossi messaggi pubblicitari sul cibo, tutti hanno assunto molte calorie, ma di più guardando la TV: +136 rispetto ad attività ricreative con PC, +125 rispetto a videogiochi (N.B. non si trattava di videogame che richiedono attività fisica, che possono essere benefici!). Se l’obbligo di passare meno tempo davanti agli schermi è poco accettato dai bambini, almeno non privilegiare la TV rispetto ad alternative, e rendere accessibili vicino agli schermi solo prodotti salutari. Mangiare con calma, masticando a lungo Una revisione sistematica di tutte le ricerche sul tema 4 ha confermato che mangiare più lentamente si associa in misura proporzionale con una significativa minor introduzione di cibo, senza aumentare il senso di fame a fine pasto o nelle ore successive. Le ricerche erano raggruppabili in sottogruppi in cui i partecipanti ricevevano: • istruzioni di: masticare di più, tenere il cibo in bocca più a lungo, abbassare le posate di fianco al piatto a ogni boccone, o impiegare comunque più tempo per il pasto • gli stessi cibi, ma trattati in modo da dar loro una consistenza maggiore, che obbligasse a morsi più piccoli e più cicli di masticazione • un cucchiaino che obbligava a mangiare più piano. In tutti i casi la sazietà si raggiungeva con una quantità di cibo minore. La varietà dei cibi aumenta i consumi: deve servire l’obiettivo! Una Linea Guida INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) per una sana alimentazione italiana raccomanda “Varia spesso le tue scelte a tavola”. Se si vuole contrastare il sovrappeso a livello di popolazione, essa va però riformulata. È necessario partire da un chiarimento non ovvio: l’INRAN risponde al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il cui obiettivo primario non è la promozione della salute degli italiani, ma sostenere il settore agroalimentare e le sue produzioni. Queste comprendono la zootecnia, la produzione di carni trasformate e salumi, di bevande alcoliche, la stessa coltivazione del tabacco. Anche in quest’ottica va interpretato l’invito a variare, a consumare ogni giorno “almeno una porzione dei cibi di ognuno dei cinque gruppi” di alimenti ecc. 4. È ben provato che la varietà promuove maggiori consumi di qualunque genere alimentare: sia dolci/bevande zuccherate, merendine, panini, condimenti, antipasti, secondi piatti di carne; sia verdura, frutta fresca e in guscio, cereali integrali, legumi... 4 La monotonia ha effetti opposti 4. Dunque la varietà è una potente arma a doppio taglio, da usare a favore di anziani inappetenti o di cibi che si vogliono incrementare, e contro ciò che si vuole disincentivare. Per non consumare troppo cibo, la raccomandazione è di variare i cibi introdotti in un arco temporale (ad es. nella settimana, nel mese, non di moltiplicare i cibi all’interno di ogni pasto). OK dunque al “piatto unico/completo” in tavola, con ricco contorno di vegetali freschi e una bella brocca d’acqua l’ampia varietà – sia nei pasti sia nel tempo – dovrebbe riguardare solo cibi salutari da incoraggiare. Immagine di un piatto unico. Curare la presentazione dei cibi salutari Un’attraente presentazione sul piatto favorisce il consumo. Questo accorgimento può essere utilizzato per una miglior accettazione di cibi salutari (es. riso integrale, verdure, ecc.) 4. Inoltre, se l’occhio vuole la sua parte, nei primi di pasta preferire gli spaghetti, che a pari peso secco riempiono il piatto molto più di altre forme di pasta. 60 g E al ristorante... 60 g Cercare di tenere la buona regola del piatto unico, con contorno di verdura. Attenzione ai ristoranti a prezzo fisso con buffet e consumi a volontà: difficile resistere alla varietà, ma almeno servirsi di porzioni piccole, che in tutto riempiono un solo piatto 4. Al supermercato... Entrare con una lista predisposta e non deviare da quella. Non farsi tentare da offerte tipo “paghi 1 e Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:50 Pagina 5 prendi 2” e da campioni di cibo gratuiti (il 70% li prova, e il 40% poi compra). Evitare acquisti frequenti di cibi-tentazione, e di “tenerli in casa perché non si sa mai (ospiti...)” 4. si associa a una maggior assunzione di cibo 4. Se si apre un pasto confezionato, non consumarlo automaticamente tutto, ma prelevare una porzione normale, e riporre subito il resto 4. Tenere a portata di mano cibi salutari (meno accessibili gli altri) In locali dove si mangia più cibo (es. una cucina/dispensa) è importante tenere cibi salutari vicini alla (una o più) postazione abituale, e più distanti cibi meno salutari che si voglia comunque tenere in casa. Una ricerca rigorosa 4 lo ha dimostrato chiedendo ai partecipanti di sedere in una cucina per compilare un questionario, ponendo in alternativa vicino (30 cm) fette di mela e lontano (2 m.) ma visibili popcorn imburrati, e viceversa. L’intervistatore si allontanava “per prendere il questionario”, dopo aver detto che potevano servirsi dei cibi disponibili, se graditi. Al suo rientro dopo 6’ quasi tutti avevano consumato qualcosa, soprattutto del cibo più vicino, anche se tutti hanno poi dichiarato di amare in generale i popcorn molto più delle mele. La ricerca conferma che anche modeste barriere all’accesso possono spostare le preferenze su altri consumi, quando questi siano in competizione. Chi vuole perder peso o promuovere la salute deve dedicare attenzione anche a strutturare la cucina e la dispensa di casa, riponendo i cibi-tentazione nelle loro confezioni e fuori da vista e portata. Un aiuto dal peperoncino Una revisione sistematica con metanalisi di ricerche valide 4 e una ricerca successiva 4, tutte a breve termine, hanno confermato che capsaicina e capsaicinoidi, contenuti nel peperoncino rosso chili (la dose giornaliera minima efficace sembra ~2,5 mg per g di peperoncino) riducono la quantità di calorie ingerite per pasto (in media 74 calorie in meno), senza aumentare il desiderio di mangiare nelle ore successive, anche negli occidentali. Tuttavia il suo uso in quantità efficaci è culturalmente meno accetto rispetto a etnie asiatiche, e non è chiaro se gli effetti si mantengano nel tempo. ... dalla menta piperita (essenza) L’inalazione ogni due ore di menta piperita ha prodotto un consumo significativamente minore di calorie totali, da grassi, da zucchero, riducendo l’appetito e il desiderio compulsivo/craving da fame 4. ... dal chewing gum (senza zucchero!) Piatti, tazze e cucchiai più piccoli A 85 esperti di nutrizione riuniti per un evento è stata assegnata in modo random una tazza piccola o grande e un cucchiaio più piccolo o grande, perché si servissero di gelato. Quelli con tazza grande hanno consumato il 31% in più di gelato, senza rendersene conto. Con il cucchiaio più grande le loro porzioni sono aumentate del 15% 4. C’è una relazione matematica tra dimensione delle stoviglie e della porzione. Il colore rosso frena i consumi di cibo Ricerche valide dimostrano che si consuma meno cibo quando servito su piatti rossi (anziché di altro colore), pur dichiarando uguale apprezzamento del cibo in appositi questionari di gradimento 4. L’effetto è importante e ben provato con diversi cibi: pistacchi, popcorn, patatine al cioccolato, bevande gassate e persino con creme idratanti. Potrebbe essere legato a segnali inconsci di divieto culturalmente o biologicamente legati al colore rosso. Servire porzioni piuttosto piccole Una porzione grande di un pasto caldo porta a mettere in bocca maggiori quantità di cibo per volta, e ciò Masticare per 15’ a intervalli di un’ora riduce del 10% circa il consumo di snack nelle ore successive a un pasto standard, riducendo fame, appetito, craving 4. Il chewing gum può inoltre mitigare i sintomi gastrointestinali legati alla depressione. ... e dal freddo Parte del consumo di calorie serve a mantenere la temperatura corporea a 37° C. L’inverno da sempre ha portato a un consumo fisiologico delle scorte di energia accumulate nel grasso. L’abitudine di riscaldare troppo le case si associa ad aumento di peso. Bastano 3-4° C in meno per stimolare il consumo di energia. Un riscaldamento eccessivo delle case nuoce alla linea, oltre che all’ambiente. Una buona notizia è che basta anche un’esposizione per 2 ore al dì al freddo moderato (17° C) per aumentare il metabolismo e bruciare calorie 4. Frutta secca? Sempre, ma da sgusciare! Il consumo di frutta secca oleosa (noci, mandorle, pistacchi, arachidi...) è associato con minor peso corporeo a lungo termine nelle grandi ricerche su infermiere e sanitari USA e sugli avventisti. Una porzione standard è di 30 g, ma benefici per peso e salute si vedono già con 3 noci (~15 g) al dì o meno, che aiutano anche a ridurre girovita e sindrome metabolica. Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti)_Pillole_ES_95-96-97_14 (check-up diritti) 03/02/15 23:50 Pagina 6 Ma se piacciono troppo, come non esagerare? Una ricerca ha chiesto a studenti, con la scusa di far valutare varie marche di pistacchi, di consumarne a volontà. Quando sono stati offerti in guscio, ne hanno consumato in media 125 calorie, ma 211 quando sgusciati. I punteggi di sazietà e soddisfazione sono stati simili. Contro il craving da cibo, giocare a Tetris, o... Il craving, o desiderio compulsivo di qualcosa (fumo, cibo...), si verifica ogni giorno nella popolazione, e si associa a tanti effetti negativi. Può anche precedere attacchi di consumo incontrollato (binge eating), interruzione di programmi di riduzione del peso e sviluppo di obesità. La teoria dell’Intrusione elaborata sostiene che il craving è anzitutto un processo con forti componenti visive, che si verifica nella cosiddetta memoria di lavoro. Vi sono prove che caricamenti di immagini visive neutrali riducono in modo competitivo il craving per sigarette e cibo. Tetris si carica con forza nella memoria di lavoro visuospaziale, che ha una capienza limitata, è subito accessibile sugli smartphone e si può usare come “compito da portarsi a casa” per distrarre dal craving. Una valida ricerca 4 ha dimostrato che bastano 3 minuti di Tetris per ridurre a livelli tollerabili intensità e frequenza degli attacchi di craving che si manifestano nella giornata. Un’altra tattica di provata efficacia è imparare a rimpiazzare l’immagine legata al craving con un’immagine alternativa vivida e piacevole (es. un arcobaleno, vedersi su una spiaggia in vacanza, o altra immagine mentale preferita da chi la genera) 4. cucchiaio prima dei pasti) possono farlo con il girovita, anche quando il peso cambia poco. Le statine si associano ad aumento di peso a lungo termine Una ricerca su campioni rappresentativi della popolazione USA 4 ha mostrato che nel corso di 10 anni, per probabile “effetto licenza”, chi assume statine ha aumentato il proprio peso, IMC e consumo di grassi, rispetto a chi non le assume. Il tema sarà ripreso in una prossima Pillola. Non eradicare l’Helicobacter Pylori (HP) senza buoni motivi Una revisione sistematica di 49 studi in Paesi con elevato tenore di vita 4,10 Paesi europei, oltre ad USA, Australia e Giappone, ha mostrato che l’HP, un batterio che colonizza lo stomaco, è molto diffuso: la presenza media in campioni di popolazione è del 42%. I tassi medi di sovrappeso e obesità sono risultati inversamente associati con il riscontro di HP. Dunque, non sottoporsi a terapie eradicanti senza importanti motivi. Infatti l’HP, pur essendo fattore necessario (ma non sufficiente) per lo sviluppo di un cancro allo stomaco, non è associato con riduzione della longevità a livello di popolazione, perché i portatori di HP sembrano meno colpiti da ictus 4. L’eradicazione in soggetti asiatici asintomatici ha ridotto i cancri allo stomaco, ma si è associata in tendenza con un aumento della mortalità totale. E il rischio di cancro allo stomaco si può comunque ridurre drasticamente riducendo fumo, cibi salati, affumicati, grigliati e salumi, e aumentando frutta e verdura fresche. Meno obesità in donne che allattano al seno Dormire a sufficienza Un ampio numero di ricerche ha associato breve durata del sonno e sovrappeso 4. Questo effetto controintuitivo sembra dovuto ad alterazione di ormoni che regolano fame e sazietà 4. In particolare nell’infanzia meno ore di sonno si associano con probabilità molto maggiori di sviluppare obesità 4. In 740.000 donne seguite nel tempo nel Regno Unito, per ogni 6 mesi in più di allattamento l’IMC è risultato più basso di un punto (in una donna di m 1,60 e 70 kg ciò significa circa 2 kg e 1/2 meno). Le donne che avevano allattato avevano meno grasso addominale, diabete, ipertensione, cancro mammario e ovarico (oltre a proteggere il figlio dal sovrappeso) 4. A. Donzelli, SC Educazione Appropriatezza – ASL Milano Si può dimagrire in punti critici? No, ... e sì! Non si può perder grasso solo su girovita o fianchi con l’attività fisica: è dimostrata l’inutilità di ripetere tanti addominali per ridurre il grasso sulla pancia o il volume delle cellule adipose. L’attività fisica riduce il grasso corporeo, ma non in modo selettivo. Ma forse i fagioli 4 (e altri legumi, e 1/2 pompelmo al 1. V. Pillole di ES n. 26 Diete efficaci e salutari per perder peso; n. 58 Controllare il peso nel tempo; n. 70 Cibi che fanno ingrassare, cibi che fanno dimagrire. Pillole di BPC n. 80 Carne e peso corporeo. 2. Pillola BPC 42 Diete ottimali per glicata e rischio CV in diabetici obesi. 3. Donzelli A., Sironi S. Diabetologists’ attitudes against vegetarian and vegan options are not evidence based. Int J Nutr 2014 (in press). 4. La bibliografia è sulla Pillola di BPC 110-112. (a) L’IMC si calcola dividendo due volte di seguito il peso in kg per la statura in metri. Iniziativa organizzata con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico Capofila dell’iniziativa © 2014 Fondazione Centro Studi Allineare Sanità e Salute (Riconoscimento nazionale n. 1357, del 06/12/2013) – CF 97663990154 – Sede Legale c/o Studio Tracanella, Via C.G. Merlo, 3 - 20122 Milano MI – Phone +39.02.7600.4119 – www.fondazioneallinearesanitaesalute.org – E-mail: [email protected] – Direttore Responsabile: dott. Franco Berrino – Stampa: febbraio 2015