1 LA FATICA DI CRESCERE salute mentale in adolescenza

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1 LA FATICA DI CRESCERE salute mentale in adolescenza
LAFATICADICRESCERE
salutementaleinadolescenza:
prevenzione,cura,comunitàefamiglia
CRESCEREINUNMONDOLIQUIDO:
ISTRUZIONIPERINAVIGANTI
Dott.MaurizioBechiGabrielli
DirigentepsicologoUSLUmbria2
Resp.StrutturaSemplice“DisagioPsichicoGiovanile”
Centro“Sagittario”‐Terni
Dall’avventodell’industrializzazione,quandolaborghesiahaconcessoaigiovanidellapropriaclasse
sociale una moratoria psicosociale prima di entrare nell’età adulta, il periodo adolescenziale è stato
contrassegnatodaunavisioneattendista.Gliadolescentieranoquellichenoneranonécarnenépesce,
non più bambini ma non ancora maturi per essere considerati adulti, dove la maturità aveva il
significatodell’esserecomenoi.
Oggi, che vuol dire da 10/15 anni, gli adulti hanno cominciato a fare i conti con una crescita
adolescenziale che non è più un passaggio più meno impervio su una strada già tracciata, quanto,
piuttosto,uncamminoautonomoversoaltrilidirispettoaquellidisegnatiperlorodagliadulti.
Unproverbioafricanorecitache“ilgiovanecorreveloce,mal’adultoconoscelastrada”.Oggiquesto
proverbiononhapiùvalore,perchéilgiovanecontinuaacorrereveloce,anzi,semprepiùveloce,ma
l’adulto non è più in grado di indicargli la strada, semplicemente perché non la conosce. Il notevole
sviluppo della tecnica e la vastità degli usi applicativi che ormai fanno parte della nostra vita
quotidianaponel’adultoaddiritturainunaposizionesubordinatarispettoalgiovane,prigionierodiun
nuovo analfabetismo, privo di quell’autorevolezza che i giovani hanno sempre riconosciuto ai padri,
magaripercontestarlaoaddiritturaperrovesciarla.
Nonsappiamocosasarannogliadultididomani,masappiamopercertochesarannoaltrodanoi!
Siamo passati da una società fortemente strutturata, lenta nei cambiamenti, ancorata al valore dei
ritualiedelletradizioni,cheprevedevaunaconcezionedelmondobasatasucomplesseideologie,che
avevaancorainséun’ideadiComunitàediStoria,intesacomeconcezionedellavitadell’Uomobasata
sutremomenti:passato,presenteefuturo,adunasocietà“liquida”,comelachiamaZigmutBauman,
una società “che non può restare immobile e mantenere il proprio assetto inalterato a lungo”. “In
questonostromondo–continuaBauman‐tutto,oquasi,èincontinuatrasformazione”.
È in questa liquefazione di alcuni aspetti strutturali, probabilmente, il passaggio dall’era moderna a
quellapost‐moderna.
Siamo passati, insomma, da un mondo di “contadini” a un mondo di “marinai”. Non contano più le
radici, né il tempo; conta il presente, ed anche il futuro è visto come qualcosa che è già qui e perciò
facilmenteraggiungibile,allaportataditutti,perilqualenonoccorrenéprogrammarenésforzarsi:c’è
semprequalcunoche,invisibile,tioffreunasoluzione,unprestito,unservizio,magariviasms;basta
spingere un bottone per avere il futuro già oggi. Il limite, normativo, etico, psicologico, relazionale è
individuatononperessererispettatomasoloperesseresuperato,inunacorsasfrenataversounIo
Ideale che viene sempre spostato in avanti, per cui non è mai raggiungibile, ma che dà vita ad una
corsasemprepiùsfrenataepsicologicamenterischiosa.
Igiovanid’oggi nonhannodunquebisognodiradici,madirotte.Ilpercorsononsisnodapiùsu un
terreno concreto, in cui sono visibili le asperità e i segni che consentono di distinguere le strade o i
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sentieri, magari solo accennati, ma deve essere individuato osservando una distesa che per sua
caratteristica peculiare è tutta uguale ed indifferenziata. Ecco perché trovare le rotte è difficile,
soprattuttoperinoviziche,tral’altro,pocosannodimondoingenerale,siaessosolidooliquido.
Eallorac’èchisifapartediligentenell’offrireaigiovani(anchesenonsoloaloro,inverità)tuttociòdi
cui hanno bisogno: rotte, bussole, sestanti, carte nautiche, financo imbarcazioni. È il “Mercato”, il
nuovo Guru della conquista del futuro, che mette a disposizione tutto il suo materiale in particolari
“luoghidiculto”,detti“Centricommerciali”,difattoCattedralisempreugualiasestesse.Sidicecheil
mercatosiasenzavolto.Inrealtàunvoltocel’haederagiàpresentenellefavoleperbambini.Piùcheil
povero Lupo o il disgraziato Orco, entrambi inevitabilmente destinati ad essere uccisi dall’intrepido
cacciatore, il “Mercato” ha le fattezze di Mangiafuoco, il Maestro del “Teatro dei burattini”, o meglio
delle marionette, che fanno solo quello che lui comanda attraverso i fili con cui le manovra.
Mangiafuoco non muore, Mangiafuoco continua ad avere il controllo su un numero imprecisato di
marionetteanchequandoqualcuna,comePinocchio,riesceasfuggirealsuocontrollo.Mangiafuocoè
comeilprotagonistadellafiaba,immortaleedinvincibile!
LeimbarcazionicheMangiafuoco,pardon,ilMercato,metteadisposizionedeigiovaninavigantisono
tante, sempre nuove, sempre più super tecnologiche, fuori dalla portata della maggior parte dei
contadini.SichiamanoCellulari,Tablet,Computer.Vivonoquantounafarfalla,nenasconosempredi
più evoluti e super‐tecnologici. Prima per utilizzarli occorreva usare uno scomodo strumento, ormai
arcaico, detto “Tastiera”, adesso basta sfiorarli agendo sulla schermata virtuale che appare sullo
schermo,ingradodifarsioratastiera,oraelenco,orabiblioteca,oraarchiviod’icone.Ilvantaggiodi
questi strumenti super‐tecnologici è che offrono due servizi, sono degli status simbol, ma al tempo
stessooffronol’accessoadunainfinitàdiinformazioniattraversounostrumentodenominato“Rete”,
propriocomequelleusateperpescareipesci.Eanchenelleretitelematichenonsiviaggia,sinaviga.
Appunto!
Nonchetuttoquesto“BendiDio”sianegativoinsé,certocheno.Sequalcunohabisognodistrumenti
siffatti per la propria vita o spezzoni di essa, ben vengano questi strumenti. Il problema è quando,
anzichéconsiderarliperquellochesono,strumentiappunto,aquestioggettivieneassegnatounruolo
simbolicochenonappartieneloro,quellodiemotionalicons,elatecnologiasifapadronadellarealtà.
Ilmercato,dapartesua,sfruttasapientementeun’istanzapulsionalepresenteintuttigliadolescenti,
quella che da vita al processo di “individuazione/separazione”. Si tratta, come afferma Jung, di “un
processodidifferenziazionechehapermetalosviluppodellapersonalitàindividuale”.Jungaggiunge
che l’individuazione è una necessità naturale e che “il tentativo di stabilire delle norme ispirate
prevalentementeoaddiritturaesclusivamenteacritericollettivi(eilconformismoelamassificazione
consumisticalosono–n.d.a.),significapregiudicarel’attivitàvitaledell’individuo”.
Eicontadini?Finiti?Fuorimoda?Nonèdetto.
Unpo’perun’effettivadifficoltàdicapirelacultura,lalogicadelnuovomondo,unpo’percontrastare
la perdita di autorevolezza, spesso gli adulti si rapportano con i giovani marinai con due opposti
atteggiamenti, entrambi di negazione del ruolo loro assegnato dallo sviluppo dell’Uomo, quello di
essere “generativi”, come affermato da Erik Erikson, cioè di avere cura delle giovani generazioni da
essi nate e ad essi affidate per farle diventare classi dirigenti. Un primo atteggiamento è governato
dallarabbia(“hannotroppo”,“hannotutto”,“ioallaloroetà…”),unaltroditipopiùsoft,seduttivo(“se
io ti regalo tutto quello che chiedi, tu poi mi fai sentire genitore?”). Una volta “Mi vuoi bene?” lo
chiedevanoibambiniagliadultiperessererassicurati,controlapauradiessereabbandonati,oggila
stessacosalochiedonogliadultiaigiovani,controlapauradiessererottamati.
Nulla di più sbagliato, e, soprattutto, nulla di più dannoso per i giovani marinai che così vengono
consegnatianimaecorpoaMangiafuocoperrimpolpareilsuoTeatrodellemarionette.
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LosannobeneglioperatoridellaGuardiaCostiera,queiprofessionistichehannocompitid’intervento,
surichiestaocoattivamente,quandoqualchegiovaneperdelarotta.Ilguardiacoste“Sagittario”1che
naviga da dieci anni ormai sulle rotte dove navigano i ragazzi tra i 17 e i 26 anni ha raccolto dati
interessantisugliinterventifatti.
Su quasi 500 ragazzi che sono stati soccorsi dal “Sagittario” dal 2004 al 2012, divisi pressoché
equamentetramaschie femmine(54% maschi),quasituttiitaliani(93%)sièpotutoosservareuna
prevalenzadidisturbiemotiviediproblemidelcomportamento.Questiultimisonopassatidal17%al
37%,conforteprevalenzamaschile,ancheperl’aumentatacollaborazioneconiservizidelMinistero
dellaGiustiziachehannoinviatoallaconsultazioneminoriautoridireato..Traisegnalipiùfrequenti
didisturbiemotiviedell’umore,conprevalenzafemminile,prevalgonogliattacchidipanicood’ansia
e i disturbi ossessivo‐compulsivi, le somatizzazioni e i sintomi depressivi. A parte questi ultimi, si
trattadiproblemichehannoachefarecolcontrollo,omeglioconladifficoltàdicontrollo:difronte
allasemprepiùsfrenatarichiestadicorrereoltreognilimitecheilMercatorivolgeairagazzi,igiovani
noncelafannoagestiresestessiecrollanodaqualcheparte.Finiscecosìchescaricanoilloro“surplus
emotivo” sul corpo, il loro biglietto da visita, il principale strumento di comunicazione, ma anche
quella parte di sé che spesso sentono di controllare meno. Forse è per questo che molti giovani
scelgono prevalentemente rapporti sulla rete, dove il corpo non serve o almeno non serve tutto,
bastanoledita.D’altraparte,recitavailtitolodiunvecchiofilmdel1969diSydneyPollack,“Nonsi
uccidonocosiancheicavalli?”.
Eglialtriadulti,gli“adultieducanti”,chepossonofare?
Nonc’ècontadinochenonsappiafareanchequalchelavoroinmuratura.Icontadinipossonocostruire
e far funzionare i porti, di cui ogni marinaio ha bisogno durante la navigazione, per riposarsi,
rifocillarsi,farripararelevele.
Troppevolte,infatti,iportidegliadultirisultanoinadeguatialleesigenzegiovanili,quandononsono
addirittura inospitali. Questi porti hanno strani nomi: si chiamano abitazioni, classi, comunità, e ci
sonogruppidipersonechesichiamanofamiliari,insegnanti,operatori,tuttagentechedovrebbeavere
acuorel’interessedeigiovanieleloronecessità,macheavolteperfarequalcosa,pretendecheper
prima cosa i giovani si comportino come i vecchi, che rinuncino alla loro voglia di mare per farsi
contadini.
Occorre invece che, perché i porti siano ospitali per i giovani navigatori telematici, siano presenti
particolariservizi.Ilprimoserviziodagarantireèquellocheoffreilfarochestaall’ingressodelporto.
È importante che i giovani marinai possano vedere chiaramente dove si trova un porto disposto ad
ospitarli quando, stanchi o impauriti dalla loro esplorazione dell’ignoto, cercano un riparo sicuro e
conosciuto.Esistonopoialtredisponibilitàcheinunportosipossonotrovare.Sonomenotecnologiche
e seduttive di quelle offerte dal mercato, pur tuttavia essenziali per una sicura navigazione, si
chiamano“legami”.
Ilegamidicuisiparlasonoqueilegamiaffettivicherispondonoallenecessitàradicalidell’Uomo.Essi
sonocaratterizzatidaalcuniprincipidescrittidaMiguelBenasayag,psicoanalistafranco‐argentino:
 L’essereumanononesistealdifuorideilegamichestabilisceconglialtri;
 Ilegamisonoontologici(appartengono,cioè,allanaturadell’Uomo);
 Chièsolononèpiùlibero…èsoltantopiùalienato;
 L’umanità si afferma attraverso la distruzione di legami utilitaristici … e la costruzione di
legamibasatisuaffinitàelettive;
1Il Centro “Sagittario” è lo strumento operativo della Struttura Semplice per il Disagio Psichico Giovanile del
DipartimentoSaluteMentaledellaUSLUmbria2edèsituatoneldistrettosanitariodiTerni.Sirivolgeagiovani
trai17ei26annichesitrovinoadaffrontareproblemilegatialpropriosvilupposenzasentirsigarantitidaun
adeguatosupportodellapropriaretesocio‐affettiva.
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 Occorrechiedersi“chevuoledame”,piuttostoche“comemivede”.
I legami si affermano nell’azione di ognuno. È “agire” l’imperativo di Benasayag. E riguarda tutti,
contadini e marinai. Ma qui ci interessano i contadini. È la loro azione che può spingere all’azione
ancheigiovanimarinai.“AGIRE”nonèlastessacosadi“FARE”.Sappiamosemprecosadobbiamofare,
ce lo dicono leggi e norme;possiamo essere attivi, e allora applichiamo la norma, possiamo essere
passivi,eallorasubiamolanorma.Agiresignifica,invece:
 essereautonomi,
 manifestarequalcosadisé,
 accettaregliinterrogativi,leincertezze,idubbi.
L’essenzadell’azionevamanifestata,nonverbalizzata,occorrel’azione,nonbastal’intenzione.
Glistessigiovanimarinaispingonoicontadiniall’azione;spessoinfattigliadolescentieigiovaniadulti
scaricano le loro emozioni nell’azione: la psicologia li definisce “passaggi all’atto” o “acting out”, a
secondasel’azionesiaunesitoprevedibileoimprevedibileperloscaricodiun’emozionechesièfatta
incontrollabile.
E infine collegata all’esigenza di stabilire legami, c’è un’altra cosa che possono fare i contadini per i
giovani,lapiùimportante.C'èqualcosacheicontadiniconosconobeneecheèessenzialeperfarebene
ciòchecompeteloro:ilcielo.Laconoscenzadeisegnalidell’alternarsidellestagioni,deiventi,delle
nuvoleedelleloroevoluzioni,delciclodellalunaedellestelle:tuttecosechefannodiuncontadinoun
buoncontadino.Maabenguardarequestesonoconoscenzenecessarieancheadunmarinaio.Ilcielo,
dunque, è ciò che hanno in comune contadini e marinai. Su questo terreno, forse, i contadini hanno
qualcosa da imparare ai giovani marinai: le leggi della terra e del mare sono diverse, ma quelle del
cielosonougualipertutti.
Imarinaisonomoltoattrattidalmare,conlaloroincoscienzagiovanilenesfidanoledifficoltà,mail
mare dà informazioni statiche, attuali; il cielo, invece, a leggerlo bene, dà informazioni dinamiche. Il
coloreelecaratteristichedellenubi,ladirezioneel’intensitàdeiventi,laposizionedelsole,sonotutte
informazioni che possono farci sapere cosa accadrà in un prossimo futuro. Insegnando ai marinai a
leggereilcielo,icontadinipossonoinsegnareloroilsensodelTempoedellaStoria.Icontadinisono
oggiicustodidellastoriaedellamemoriache,ricordandocidadoveveniamo,èingradodidarciun
puntodiriferimentoperilfuturo.
Maperesserecredibiliènecessariocheicontadinimedesimisollevinogliocchidallaterraelialzinoa
guardareilcielo,ainterpretarlo,amuoversidiconseguenzaconun’azionedirinnovamento.
NELCAMPODIOGNUNODINOI,
OLTRECIÒCHESIÈCOLTIVATOEPRODOTTOFINORA,
PUÒESSERESEMPRE
COLTIVATOQUALCOSADINUOVO
Maurizio Bechi Gabrielli
Terni,19aprile2013
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