Riunione congiunta Commissioni ITRE

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Riunione congiunta Commissioni ITRE
Riunione congiunta Commissioni ITRE-IMCO
TITOLO
13 ottobre 2015
Parlamento Europeo,
Rue Wiertz 60, 1000, Bruxelles
Commissione Industria, Ricerca ed Energia
e Commissione e Commissione Mercato
Interno e Protezione interna dei
Consumatori
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
In data 13 ottobre 2015 si sono riunite le Commissioni ITRE ed IMCO. È qui riassunto il punto
3 all’ordine del giorno, “Towards a Digital Single Market Act”.
RELAZIONE
L’On. Gebhardt (S&D - IMCO), annunciato l’accordo tra le diverse commissioni, ha ricordato
l’importanza dell’argomento per Parlamento e società: la rivoluzione digitale colpirà tutti i
settori della società e gli interrogativi presentati vanno affrontati con un approccio amplio e
globale. I cambiamenti nel mondo industriale, nei processi produttivi e l’innovazione dei
servizi (piattaforme, sharing economy, acquisti online) sono sfide a cui rispondere. Il
presupposto è che si debba riflettere sul futuro, esaminare la situazione e capire risultati.
Pensando a quanto previsto dalla Commissione per decidere le strategie, la diversità di regole
non giova. I problemi su geo-blocking, re-routing e diritto alla concorrenza, impongono di
pensare ai motori di ricerca per accedere alle piattaforme (in ottica di concorrenza). Che
ripercussioni avrà la sharing economy sul mondo del lavoro? Davanti al rischio del precariato,
saremo in grado di scegliere regole? La California rimane un ottimo esempio. L’On. Kallas
(ALDE - ITRE) ha rimarcato, alla luce della cooperazione tra Commissioni, il messaggio
dell’ITRE: se l’UE perderà il momento e non si trasformerà digitalmente vi saranno perdite.
Adottare i cambiamenti digitali è cruciale per l’economia e concorrenzialità. La strategia sul
Mercato Unico Digitale punta sull’importanza delle imprese a cui va garantito l’accesso e la
concorrenza. Le priorità variano dall’adozione delle TIC per tutti i settori alla revisione delle
norme sui megadati e dall’integrazione del Mercato Unico di internet alla rimozione di qualsiasi
restrizione. L’elemento infrastrutturale richiede competenze nel settore Telecom e nell’accesso
alle reti: sarà necessario un organo di supervisione unico che garantisca il principio della
neutralità della rete. L’On. Virkkunen (PPE - ITRE) ha ricordato che l’economia digitale è una
priorità Europea. Il fatto che manchi un Mercato Unico Digitale impone un’azione rapida:
rimuovere le barriere, offrire servizi transfrontalieri a prezzi concorrenziali e facilitare l’accesso
al business per PMI. La concorrenza nel settore delle TIC e l’adozione di provider paneuropei
danno un’ottima base per il futuro. Si dovrà rafforzare la base industriale del processo
all’ottica della digitalizzazione di modo che l’industria possa stimolare di converso la
digitalizzazione della società alla luce dei nuovi servizi. L’On. Juvin (PPE - IMCO) ha ricordato
che il 50% delle offerte online proviene dagli USA. L’UE deve adattarsi stimolando la
transizione verso l’economia digitale, non si parla solo di nuove tecnologie ma di trasformare
l’economia, seguendo questi 5 punti:
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avvicinare i regimi giuridici tra vendita online ed offline;
responsabilizzare le imprese alla condivisione dei rischi;
un nuovo regime fiscale – un’IVA del 21° secolo – che si adatti alle necessità future;
difendere la conoscenza nell’economia della creazione;
sviluppare le infrastrutture.
L’On. Kumpula-natri (S&D - ITRE) ha risaltato l’importanza del divario digitale tra regioni,
Paesi, ed imprese: l’interesse a coinvolgere e migliorare capacità concorrenziali di tutti non
potrà esimersi da una copertura al 100% su servizi e tecnologie, sulla sicurezza e la questione
della proprietà e della gestione dati e l’apertura delle interfacce anche per le industrie
manifatturiere. La rivoluzione societaria sarà più importante di quella tecnologica. L’UE deve
essere precursore nella standardizzazione delle piattaforme (industriali, dei servizi, delle
TIC…). L’On. Ford (ECR - IMCO) ha affermato che la rimozione delle barriere al commercio
digitale è necessaria per avere un’UE più competitiva. Vista la velocità della rivoluzione
digitale servono certezze. È una possibilità perché cittadini ed aziende riscoprano la fiducia
permettendo di creare società offline, fornendo maggiori informazioni, garantendo pagamenti
sicuri e riconoscendo le differenze tra i prodotti. I consumatori non vogliono rinunciare ai loro
diritti e si dovrà pensare ad un’armonizzazione minima. È richiesta dalle industrie la consegna
per tempo per condividere le buone pratiche prima di procedere al regolamento. L’economia
dei dati richiede norme e non monopoli. L’On. Henkel (ECR - ITRE) ha sottolineato l’inutilità
di concentrarsi troppo a fondo sulle questioni anziché distribuire compiti semplici: gli obiettivi
sulle percentuali di acquisti online non rientrano nei compiti.
L’On. Charanzová (ALDE - IMCO) ha elencato quindi 3 principi:
1. il ruolo di creare un quadro che funga da struttura generale lasciando fare agli attori,
evitando quindi sovra-regolamentazioni;
2. sostegno all’innovazione ed alla sharing economy, a chi cerca nuove idee e nuove
soluzioni senza restrizioni;
3. permettere la digitalizzazione di amministrazioni, imprese e società migliorando la
situazione dei privati.
L’On. Ernst (GUE/NGL - ITRE) ha richiesto che le regole si applichino dove necessarie,
garantendo l’equità tra la concorrenza ed il mantenimento dei diritti fondamentali (del
consumatore). La neutralità della rete impone che non vi siano discriminazioni e non va
correlata alla rimozione del roaming. Il rafforzamento del quadro di sicurezza dei dati (anche
personali) è stato confermato dalla sentenza della Corte di Giustizia ed avrà ripercussioni nel
mondo aziendale per quanto riguarda il diritto alle informazioni. L’On. Reda (V/ALE - IMCO)
ha affermato che i servizi online incoraggiano l’innovazione tutelando i diritti. Servono più
dettagli sull’ambiente normativo delle piattaforme, esaminarne i problemi fondamentali:
manca una dichiarazione precisa sulle piattaforme, un quadro chiaro è importante. L’On.
Reimon (V/ALE - ITRE) ha chiesto quale possa essere la serietà di un Parlamento che indica
come necessaria la neutralità della rete benché sia prevista una votazione per rinunciarvi. Le
società 0-rating, che ricevono dati gratis (come ad esempio Amazon e Google) godono di
enormi vantaggi. Ogni posizione va difesa o se ne perderà il significato.
L’On. Borrelli (EFDD - ITRE) ha riferito di 3 punti per allargare l’approccio verso il futuro:
1. la priorità della cittadinanza digitale, la formazione, l’importanza delle digital skills;
2. le infrastrutture, priorità per l’accesso alla rete ed alla banda larga;
3. il coinvolgimento delle PMI, verranno presentati emendamenti perché il Mercato Unico
Digitale abbia l’apporto di imprenditori e PMI.
Un approccio olistico è importante perché le divisioni di competenze sono importanti, ma la
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realtà è integrata.
L’On. Zullo (EFDD - IMCO) ha ricordato ugualmente l’importanza della cittadinanza digitale,
perché siano sviluppati 3 diversi aspetti:
1. il pilastro dell’uguaglianza, garantendo diritti ed opportunità d’accesso.
2. il pilastro della partecipazione e dell’accesso ai servizi per rendere le strutture
governative più trasparenti;
3. il pilastro della fiducia, sulla tutela e la sicurezza – reale e percepita – perché i cittadini
non perdano fiducia.
L’UE dovrebbe anche contrastare il traffico d’informazioni tra aziende, garantendo gli stessi
diritti con la volontà di tutelare il cittadino.
Anche l’On. Kappel (ENF - ITRE) ha presentato 3 priorità:
1. un migliore accesso online potrebbe contribuire a far risparmiare 11,7miliardi. Solo il
7% delle PMI è presente online;
2. la garanzia di condizioni adeguate per avere reti moderne e sicure; perché la protezione
dei dati va garantita in ambito normativo;
3. l’utilizzo del potenziale di crescita, il potenziamento del MUD potrebbe portare ad una
crescita di 415miliardi del PIL.
Ci si deve concentrare sui big data, il cloud-computing, migliorare l’e-government arrivando
alla digitalizzazione degli appalti pubblici e potenziare le infrastrutture per creare occupazione
e crescita.
L’On. Boni (PPE - ITRE) ha affermato che si dovrà garantire che la legislatura vada al passo
con la tecnologia, con una combinazione di normativa forte e soft law che favorisca la
digitalizzazione. Delle soluzioni affidabili permetteranno il rispetto delle soluzioni trovate ed un
equilibrio tra protezione dei dati e sviluppo delle imprese. Sarà necessaria un’armonizzazione
anche contro la cyber-criminalità. L’On. del Castillo (PPE - ITRE) ha elencato 3 aspetti per
evitare frammentazioni a livello Europeo:
1. non c’è contraddizione tra l’innovazione e la concorrenza e lo sviluppo – incentivato – di
nuove reti;
2. la trasformazione digitale implica che uguali servizi richiedano norme simili, secondo il
principio dell’uguaglianza;
3. la portabilità e l’interoperabilità permetteranno libertà di scelta ad ogni utente.
Il dialogo deve prevalere su una logica a compartimenti stagni.
L’On. Schwab (PPE - IMCO) ha risaltato l’importanza di due aspetti:
1. l’unificazione delle condizioni-quadro giuridiche. Un sistema one-rule è difficile da
raggiungere: fallire qui significa che l’UE non funzionerà a livello digitale;
2. le difficoltà sono notevoli e vanno superate insieme. Va garantita la scalabilità,
impedendo che le PMI si trovino in una giungla normativa (com’è il caso dell’IVA).
L’On. Dalton (ECR - IMCO) ha osservato che un simile cambiamento è un bene, se
l’ambiente permette di avere fiducia. Tutto ciò può portare ad una ripresa economica, il che è
una grande vittoria potenziale. Non c’è dubbio che sia un mercato enorme, ma si deve
permettere la libertà dei capitali. D’altro canto la proposta sul geo-blocking stimola la
pirateria, quindi la portabilità dei dati va regolamentata. L’On. Rochefort (ALDE - IMCO) ha
riferito che l’UE deve andare incontro al cambiamento: serve un’economia comune, attenta
alle PMI ed alla gestione dei fondi strutturali. Il deficit di concorrenzialità inficia le PMI, e la
digitalizzazione rischia d’aumentare il gap. Questa rivoluzione si baserà sulla sharingeconomy, il che libera un potenziale enorme: serve un piano legale, sociale e di protezione dei
consumatori, qualunque sia l’esito futuro.
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L’On. Schaffhauser (ENF - ITRE) ha presentato tre domande perché l’Europa sappia imporsi
sul mondo digitale senza rimanere suddita delle grandi imprese:
1. la concorrenza esasperata non aiuta gli investimenti infrastrutturali;
2. ci troviamo in una situazione di concorrenza sleale, perché l’Europa non si protegge
dagli organizzatori d’informazioni;
3. non si deve trascurare la dimensione nazionale in materia di sicurezza e protezione dei
dati.
Le PMI hanno una mancanza di potere negoziale contro le grandi piattaforme: non c’è
controllo su discriminazioni in atto. Si può pensare ad un sistema di risoluzione delle
controversie rapido, come quello attivo nel settore delle TIC, e ad un’agenzia di rating delle
piattaforme. L’On. Moody (S&D - ITRE) ha ricordato che il Mercato Unico Digitale deve
prefigurare anche i rapporti tra le imprese. Non si dimentichi l’importanza del ruolo pubblico
nell’investimento infrastrutturale, specie per le aree remote. I cittadini potranno avere benefici
nell’occupazione, nella possibilità del self-employ: serve coinvolgere i sindacati per avere un
modello accettabile di società. È imprescindibile l’inclusione digitale. L’On. Corazza Bildt (PPE
- IMCO) ha elencato tre priorità per lei cruciali:
1. internet dev’essere libero, aperto e globale, dunque parlare di sovranità digitale e di
simili protezionismi non è permesso;
2. non si deve interferire, ma si deve fare il possibile per facilitare la transizione digitale;
3. ogni tipo di interesse nazionale e di protezionismo è una minaccia al progetto.
All’ottica di una necessaria certezza legale, la Commissione deve regolare il flusso di dati in un
approccio aperto. Gestire un flusso di servizi universale impone regole comuni sull’IVA.
L’On. Danti (S&D - IMCO) ha descritto il progetto come un’occasione di rilancio
dell’economia ed un’opportunità per le start-up, oltre che un tassello del futuro Mercato Unico
Europeo. Prioritarie 3 questioni:
1. l’e-government per digitalizzare le amministrazioni;
2. la rete sicura, che permetta di recuperare la fiducia dei consumatori;
3. la sharing-economy, nuova economia che va affrontata con nuovi metodi.
L’On. Mizzi (S&D - IMCO) ha affermato che i consumatori vanno protetti, pena il fallimento
europeo nell’era digitale. La sentenza della Corte di Giustizia dimostra che ogni incertezza
legale va sconfitta. L’On. Jaakonsaari (S&D - IMCO) ha ricordato l’importanza della
Commissione per guidare ed analizzare rischi ed opportunità. Si dovrà anche focalizzarsi sul
pieno accesso con attenzione ai diversi bisogni delle persone più in difficoltà (disabili ed
anziani). L’On. Troszczynski (ENF - IMCO) ha esaltato il ruolo cruciale delle autorità per
favorire un ritorno della crescita economica nel rispetto degli equilibri locali e nazionali.
Tuttavia servono regole nuove e non obsolete: l’integrazione attuale non porta che alla
deregolamentazione dei mercati, al prelievo di risorse, all’insicurezza delle PMI. Progetti come
i big-data europei vanno evitati. Son quindi ben accetti la cooperazione, la protezione dei
consumatori, i servizi efficaci, la cooperazione logistica, lo sviluppo delle TIC; ma non il
federalismo: arriveranno emendamenti al riguardo. L’On. Soru (S&D - ITRE) ha riferito
dell’acquisto da parte di Dell della società EMC2 per circa 70 miliardi: EMC2 era una società di
super-computer con tecnologie necessarie per i big-data e simili processi. L’UE ha visto
scomparire società IT: negli ultimi sette anni cos’è diventata la Nokia? L’assenza europea
nell’industria ICT rappresenta due sconfitte, sui sistemi operativi e sulle piattaforme: l’idea
originaria di un sistema aperto a tutti è diventato un oligopolio che impedisce la concorrenza.
Il DG De Graaf (direttore dell’unità F della DG CONNECT) ha rimarcato l’importanza di un
approccio pratico, specie nella fase d’ideazione e formazione. Il problema della
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frammentazione – 28 diverse normative non sono armonizzate – porta alla mancanza di un
Mercato Unico Digitale. Un pacchetto dall’impostazione globale impone consultazioni tra
settori, neutralità verso le nuove tecnologie a favore dell’innovazione e della concorrenza;
tenendo conto che un’economia più ampia connetta tutti a livello globale. Non si pongono
obiettivi ma si misurano i progressi. In una simile fase si devono ripensare i posti di lavoro ed
il ruolo del pubblico, da garantirsi tramite la certezza del diritto ed adeguate competenze.
L’On. Kallas (ALDE - ITRE) ha ricordato che le critiche ricevute su alcuni capitoli taciuti sono
dovute al fatto che alcune competenze sono proprie delle diverse DG, il cui parere è
necessario per un approccio realmente condiviso. Se mancheranno gli investimenti
infrastrutturali, non si potrà parlare di Mercato Unico Digitale. Diversi metodi di riscossione
delle imposte – a livello di aliquote, ma non solo – sono ugualmente d’ostacolo. Servono
regole applicabili ed a prova di futuro; ma non si cerchi neanche di riparare qualcosa che già
funziona. L’On. Gebhardt (S&D - IMCO) ha concluso affermando che procedere a livello
nazionale è un errore. Si parla di qualcosa che già ha conseguenze sulla vita quotidiana, la
tutela dei consumatori e degli utenti, le condizioni di lavoro. Il caso di UBER è emblematico,
perché dimostra che occorre regolamentare affinché anche i lavoratori autonomi possano
godere di copertura sociale. Ogni tematica (dal copyright alle piattaforme) andrà affrontata
caso per caso in base alle diverse competenze perché si arrivi a soluzioni più comprensive
possibili.
Eseguito da: Francesco Sfriso
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510490
Fax +32 2 5510499
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