Primo Piano - Federazione Ginnastica d`Italia

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Primo Piano - Federazione Ginnastica d`Italia
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Aerobica
Primo Piano
WORLD GAMES,
IAIA UNA FAMIGLIA PER L’AEROBICA
A
ppena cinque centesimi di
punto hanno deciso la finale
maschile di aerobica ai World
Games di Duisburg. Vito Iaia e il francese Adrien Galo avevano entrambi
concluso la propria gara con il punteggio di 20.300. Sono stati presi in
considerazione, allora, i voti parziali
ed il 22enne azzurro, nonostante una
difficoltà di 3 decimi inferiore, è stato preferito dalla giuria per esecuzione e qualità artistica, aggiudicandosi così il titolo della kermesse tedesca. Questa medaglia d’oro è senz’altro il risultato più importante della mia
carriera” - ha raccontato il ginnasta
pugliese, visibilmente commosso al
termine di una gara che lo ha visto
contrapposto agli otto avversari più
forti in circolazione - D’altra parte i
World Games per noi sono l’equivalente dei Giochi Olimpici. Una macchina
organizzativa perfetta; meravigliosi i
giorni trascorsi nel villaggio, gomito a
Foto ricordo per la delegazione azzurra.
gomito con gli atleti delle altre discipline.E c’è stato anche il tempo di stringere qualche amicizia, come con i ragazzi del karate. Per il quattro volte
campione d’Italia il trionfo di Duisburg rappresenta l’occasione per ringraziare l’intero staff tecnico federale, dalla coreografa Gigliola Carosi a
Giovanni Marsella, Cristina Casentini e Luisa Righetti, senza dimenticare, naturalmente, papà Nicola, il suo
allenatore: Se sono qui, oggi, lo devo
a lui. A Francavilla abbiamo una struttura di fitness dove mio padre insegna
insieme alla mamma, a sua volta
istruttrice e fisioterapista. Nel ‘98 mi
portarono a vedere il Campionato
Mondiale di Ginnastica Aerobica a Catania e rimasi affascinato dalla presenza della musica. Il ritmo delle note abbinato all’esercizio ginnico mi fecero
preferire l’aerobica all’artistica. È stata dunque una questione d’orecchio
se sette anni dopo il Vito ventenne
ha messo in fila, in Renania, gente
del calibro del francese Adrien Galo
o del russo Konstantinov. In semifinale ero finito al quarto posto e mi ero
un po’ demoralizzato, ma non sono
uno che molla, anzi. In competizioni
di questo livello può succedere di tutto e così è stato. In finale sono riuscito ad esprimermi come volevo, anche
se non escludo di poter fare anche meglio. E le occasioni non mancheranno di certo a partire dai prossimi Europei di Coimbra. Ma prima del Portogallo - precisa Iaia - ci sono le World
Series a Lipsia dove però mi vedrete in
Trio con il mio compaesano Cosimo
D’Amuri e con Emanuele Pagliuca.
L’anno prossimo vorrei provare l’esercizio a due, magari con una mia collega in nazionale della quale però preferisco non svelare il nome. È inutile
dire che il punto di riferimento di Vito in tal senso sono la Lecis e Wilkie
Satti, campioni italiani in carica di
specialità. Con Giovanna avrei voluto dividere il mio oro ai World Games
per consolarla dell’amarezza di un altro ex equo, finito, questa volta, a
svantaggio dell’Italia (la ginnasta della Balduina dopo il parimerito con la
spagnola Elmira Dassaeva si è dovuta accontentare dell’argento, ndr),
ma la dedica principale la devo fare ad
una persona speciale, che è venuta a
mancare nel gennaio scorso: sto parlando di nonno Vito, che è sempre stato il mio più grande tifoso. Pensate che
quando era in dialisi portava con sé in
ospedale una copia de “Il Ginnasta”
mostrando orgoglioso agli infermieri le
foto del nipote. Ma questa Casata dell’aerobica, che è la famiglia Iaia, se
da un lato perde una foglia dall’altro
mette uno splendido germoglio. La
sorella quindicenne di Vito, Maria Cri-
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Vito Iaia, in primo piano
stina, parteciperà, in coppia con Antonio Casori, ai prossimi Europei juniores, che si terranno sempre a Coimbra. Sono felice di essere un esempio per i più giovani e spero che altri
possano un giorno ripetere o migliorare i miei risultati; nel Salento l’aerobica è uno sport amato e praticato. In
Germania ho ricevuto tanti sms di auguri e felicitazioni dalla mia terra, sono cose che non posso che far piacere.
Attualmente nel ranking mondiale oc-
cupo la seconda posizione ma spero di
portare presto non solo la Puglia ma
l’Italia intera in cima al podio. Per questo mi sto allenando 4-5 ore al giorno.
Pure se sono scaramantico dico che voglio vincere ancora, prima di dedicarmi ad un altro sogno: creare una scuola di aerobica ed insegnare come hanno fatto i miei genitori. Ed intanto
nonno Vito, di là su, continua ad additare agli angeli il suo campione.
LECIS GAMES
D
ue giorni a surfare tra le onde di Pacific Beach (CA), quarantotto ore intruppate nel
mezzo di due settimane zeppe di allenamenti e gare. Le striminzite vacanze di Giovanna Lecis, impegnata negli USA per i primi mondiali unificati
(FIG e NAC) non rendono bene l’idea
della reale consistenza di una passione senza compromessi. In più il campionato in oggetto non dava diritto a
fregiarsi di un titolo iridato - precisa Giovanna - ma l’accordo tra la National Aerobic Championship, sigla storica dell’aerobica sportiva statunitense e la Federazione internazionale, di cui ha riconosciuto le regole, rappresenta comunque un momento importante per il nostro sport e valeva la pena di esserci.
Molti atleti del circuito FIG hanno potuto cosi partecipare per la prima volta ad una competizione nella terra che
l’aerobica l’ha tenuta a battesimo.
Poteva mancare la Lecis? Dove c’è da
competere, quello è il mio posto. Anche
se questo vuol dire saltare le ferie, anche se mi devo sobbarcare le spese. Partecipare sarà anche importante, ma vincere dà più gusto, no? Per questo ogni
occasione è unica, ogni sfida un metro
per misurare gli avversari, ma anche e
soprattutto con te stesso.
Questo il Lecis-pensiero che ha accom-
Giovanna Lecis, con l'argento di Duisburg ha dato l'addio alle gare individuali.
David Ciaralli
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Aerobica
Primo Piano
pagnato Giovanna durante tutta la sua
carriera ormai quasi decennale. Un percorso costellato di successi importanti,
con due titoli europei individuali, uno
di vicecampionessa del mondo, un argento iridato in coppia con il fido Wilkie Satti. Senza contare le affermazioni
in coppa del mondo. Fino ai World Games di Duisburg, quest’anno. Dopo l’argento ai mondiali di Sofia ho deciso di
chiudere con l’avventura nel Singolo, una
specialità dove non avrei potuto ottenere altri risultati così prestigiosi. Dai miei
esordi nell’aerobica questo sport ha fatto passi da gigante a livello tecnico e la
concorrenza di paesi fino a qualche anno fa inesistenti nel panorama mondiale come la Cina, la Nuova Zelanda o il
Brasile diventa ogni giorno più agguerrita. Io sono alla soglia dei 32 anni e le mie
avversarie hanno tutte più o meno l’età
che avevo io quando ho cominciato. Inoltre questo sport, per quanto amato, rappresenta solo una parte della mia vita,
uno spicchio di giornata cui dedico ritagli di tempo, soprattutto in confronto a
chi dispone di strutture permanenti dove
si allena due volte al giorno, e penso alla Bulgaria o alla Francia, paesi pure di
importanti tradizioni nella ginnastica. Alle volte mi sono chiesta, confrontandomi
con queste realtà, dove sarei... dove saremmo potuti arrivare noi italiani competendo con gli stessi mezzi.
Comunque, già da un anno sapevo che
Duisburg avrebbe rappresentato per la
mia carriera un punto di arrivo, uno spartiacque tra ciò che è stato e ciò che sarà.
La mia ultima gara nel Singolo, una routine preparata con cura maniacale per
un anno intero. Una Lecis-story composta con le musiche degli esercizi fondamentali nella mia carriera, dal Fantasma dell’Opera del primo oro europeo
alla musica latina che mi accompagnò
nei World Games del 2001 al fortunato Mambo italiano di Debrecen. La storia di Giovanna Lecis, certo, ma anche
della sua allenatrice di sempre, Laura
Marcotulli, punto di riferimento insie-
Coppie a Duisburg 2005
me al preparatore Marco Bisciaio.
Non doveva essere un canto del cigno,
ma il sigillo di una carriera di grandi
soddisfazioni. Ho trattenuto l’emozione
per tutta la gara fino al momento della
premiazione, poi sono scoppiata a piangere. Qualcuno ha pensato che fossi arrabbiata per il pari merito e il secondo posto, ma io pensavo che quella era stata
la mia ultima volta in pedana da sola.
All’Olimpiade dei figli di uno sport minore l’atleta romana ha lasciato la firma su due delle tre medaglie che hanno dato lustro alla spedizione della ginnastica azzurra. La sua è stata “la gara
della vita”, eppure pensi mai che con
i tuoi risultati in un altro sport l’interesse dei media sarebbe stato ben altro?
Questo è un piccolo grande cruccio che
dopo tanti anni non ho ancora smaltito.
Mi consta personalmente che un oro europeo in aerobica vale 4 righe tra le brevi di un quotidiano sportivo nazionale e
forse una menzione al giornale radio, laddove in qualsiasi altra disciplina sportiva
conquisterebbe dei titoloni. Nel 2004 credo di aver stabilito una specie di record
con tre titoli assoluti vinti nel giro di mezz’ora (individuale, coppia e gruppo, ndr.).
Chi se n’è accorto? E perchè il pubblico
dovrebbe interessarsi ad una realtà che
raccoglie scarsi consensi anche tra gli addetti ai lavori? No, le mie scelte non sono
state certo dettate da un qualsivoglia interesse. La mia vita è scandita con ordine
certosino dal primo “personal” alle 7.30
del mattino all’ultimo anche dopo le
21.00. Cosa ti riserva il futuro? Un progetto cui tengo molto è quello che partirà a breve su Leonardo, un canale Sky, dove insegnerò aerobica in una trasmissione “all’americana”, con due modelli alle
mie spalle che ripetono i miei movimenti
e registrazioni in varie location. Per questo devo ringraziare il mio bagaglio ISEF
e la mia laurea in Scienze motorie. È tesa come un elastico, Giovanna. Un fisico da nera, fatto solo di massa magra,
continuamente allenato e una vitalità
esplosiva, come la sua simpatia. Sei
pronta a mollare tutto? Non prima di
aver messo le mani sul titolo iridato di coppia. Sono anni che con Wilkie gli giriamo
intorno tra Klaipeda e Sofia. Ora che anche Wilkie è spesso a Roma avremo finalmente il tempo per dedicarci a questo
obiettivo in vista di Pechino 2006. Dopo
tirerò i remi in barca, e magari mi troverò anche un fidanzato. Sarebbe ora, no?
Fabio Bicchielli
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WILKIE, L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Parla il partner di coppia della romana
Giovanna? Insostituibile. Nella vita come nello sport. Wilkie Satti ha 28 anni e nella Cuba castrista ha lasciato un
passato, un nome e molti amici, il fardello più pesante da portare. Ma non
vive nella nostalgia, non ne sarebbe
capace, sempre teso e incuriosito dalle novità. Così ho preso la scommessa
di cambiare la mia esistenza, senza sicurezze ma con la certezza che avrei fatto del mio meglio per costruirmele. A Firenze ha trovato una famiglia capace di
affetto e comprensione, di assecondare
la mia passione per l’aerobica, dopo un
decennio passato nella ginnastica artistica senza eccessi di qualità.
Era il 1997 e allora farsi strada in uno
sport emergente era semplice. La sorte ha voluto che incontrassi persone che
mi hanno aiutato fin dall’inizio, facilitandomi nell’inserimento, anche se conoscere Giovanna è stata la vera svolta. All’inizio la vedevo come un mito, era già
campionessa europea mentre io arriva-
Podio d'argento a Duisburg per la coppia azzurra.
vo dai confini del mondo sportivo. Dovevo superare alcune barriere culturali inevitabili per un ragazzo di 19 anni, ma
paradossalmente questa debolezza è anche la mia forza in quanto mi sforzo istintivamente di capire, di cogliere la parte
buona, positiva, legata alla novità. Il corso di studi all’ISEF di Firenze, iniziato quasi per scommessa e concluso lo scorso
anno con un diploma sullo “stato dell’umore degli atleti subito prima di una
competizione importante” mi ha aperto
le porte all’insegnamento dell’aerobica
presso quello stesso istituto e alla collaborazione con la direttrice tecnica della
ritmica Marina Piazza. Da ottobre poi
inizierò una nuova avventura nei panni
di conduttore televisivo grazie a Sky, che
lancerà sul canale Leonardo una sorta di
reality dello sport. Un lungo percorso che
accompagnerà gli atleti più importanti
delle varie federazioni, dalla scherma al
nuoto alla ginnastica, naturalmente, nella loro marcia di avvicinamento alle prossime Olimpiadi e agli appuntamenti più
importanti di questo quadriennio. Gio-
Giovanna e Wilkie in azione a Fiuggi - (Foto Vanda Biffani)
vanna è il suo rifugio, la sua amica del
cuore, ma sullo sport hanno visioni diverse. Lei sostiene, praticamente, che
non si vive con l’aerobica, ma si può benissimo vivere per l’aerobica. Io sono
d’accordo solo con la prima parte della
sua affermazione. Ciò non toglie che le
emozioni più grandi della mia vita siano
intrecciate proprio alla mia vicenda agonistica. Come l’argento mondiale vinto in Lituania tre anni fa, e per di più
al debutto in un campionato iridato.
Una sensazione che il bronzo ai World
Games di Duisburg non è stato in grado di replicare.
Ormai da anni lottiamo ai vertici nella
specialità della Coppia e solo una medaglia d’oro potrebbe portare una vera
svolta alla nostra carriera, cambiare sostanzialmente le cose. È il traguardo che
ci manca e per questo stiamo lavorando, ora più assiduamente, con la nostra
allenatrice di sempre Laura Marcotulli.
Pechino 2006 è la nostra ultima occasione e sbagliare non sarà ammesso.
F.B.