1. Introduzione - La Ciotola Gioiosa

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1. Introduzione - La Ciotola Gioiosa
1. Introduzione
La Ciotola Gioiosa, ovvero l’intuizione di un momento
germogliata nel periodo in cui lavoravo come dog-sitter, nella
laguna veneziana (vedi nota 1).
Il mio branco di amici era allora già composto da diverse
incredibili anime, racchiuse in cani di varia razza, età e stile di
vita. Ognuno di loro mi ha concesso la grande gioia di condividere la propria storia che, in ugual modo a quella umana, ha
gioie e passioni, paure e traumi, gusti personali nonché strane
manie. Eppure, sebbene unici, mi accorsi che tutti loro avevano
una caratteristica in comune: il regime alimentare.
Era da poco iniziato l’inverno, stagione in cui molti dei miei
amici pelosi prenotavano una vacanza nella loro pensione
casalinga di fiducia. Cucinare era per me allora, come sempre,
passione istintiva e vera letizia: tuttavia non avevo mai considerato la possibilità di offrire le mie abilità e conoscenze culinarie
al servizio del branco canino. Finché non vidi lei.
Sembrava innocua, racchiusa nella sua latta colorata circondata
da scritte rassicuranti circa la qualità degli ingredienti e la
superbia del gusto. A testimonianza, l’immancabile primo piano
di un cane più felice di un bambino il giorno di Natale.
Certo, non stavo maneggiando una scatoletta di cibo di alta
qualità, ma una comune diffusissima marca di costo mediobasso, dove tra gli ingredienti è immancabile la dicitura “carne e
derivati” o “sottoprodotti di origine animale”.
Quando tirai la linguetta ebbi una sorta di epifania alla vista del
paté informe e, sebbene avessi già una certa dimestichezza con
i mangimi industriali per cani, in quella sera d’inverno nella
mia coscienza ci fu una svolta, in cui decisi: il mio amico merita
un’alternativa.
Una domanda mi sorse poi spontanea: esiste la possibilità che
io possa condividere con lui la ciotola di cui mi nutro io, e dalla
quale ricavo benessere e soddisfazioni impareggiabili?
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Iniziai quindi un viaggio alla scoperta della storia evolutiva del
Canis Lupus Familiaris, tramite numerose ricerche volte ad
approfondire i suoi fabbisogni fisici e nutrizionali. Ho scoperto
come funziona il suo apparato digerente, di quali nutrimenti necessita il suo organismo, i cibi tossici, la realtà dell’industria del
pet-food, e molto altro ancora.
Ricordo con precisione la prima ciotola gioiosa che ho preparato
e servito. Pur nella certezza di aver offerto alle mie due ospiti
un pasto equilibrato e perfetto per le loro esigenze, non posso
negare di aver provato un certo nervosismo che non si placò
nemmeno alla visione della palese soddisfazione che mostravano
nell’abbuffarsi della pietanza.
La mente a cui tanto piace comporre gli scenari peggiori
produceva, in quegli attimi, mille domande che si traducevano
ovviamente in altrettante preoccupazioni: ho cucinato correttamente e calcolato bene le dosi (finiranno per vomitare tutto?), ho
letto in mille fonti che il cavolfiore gli fa bene (invece ne ricordo
un paio che dicevano il contrario!)... questa alimentazione va
bene per un cane (moriranno davanti ai miei occhi in preda a
tremende convulsioni?).
Terminata la cena, le due commensali mi si avvicinarono con i
loro baffi e nasi unti, riportandomi al momento presente. Mi si
mostrarono soddisfatte, beate... gioiose.
Grazie all’intesa unica che scorre tra umani e cani, il loro parere
sul pasto appena consumato mi fu comunicato con chiarezza: si
ritenevano piacevolmente sorprese e grate per un cibo così fresco
e saporito, e si offrivano volontarie per un bis.
Fui di certo felice e soddisfatta del risultato ottenuto, ma avrei
dovuto aspettare altre conferme per placare le resistenze che
quasi sempre si hanno di fronte alle novità: ebbi l’occasione
perfetta il giorno seguente, con l’infallibile test delle feci.
Sebbene non ritenga le evacuazioni corporee del cane come un
evento da prima fila, quella volta ero impaziente di vedere la
qualità delle produzioni. Una delle situazioni più comuni tra i
custodi di branco, infatti, è assistere al mesto spettacolo del loro
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Fido che tenta di espellere un prodotto che si rivela una scarica di
sassi, o al contrario una spumosa mousse. Per cui, quando vidi la
cacca più bella che avessi mai raccolto prima, ebbi ulteriore
(materiale) a conferma della buona riuscita della ciotola gioiosa.
Non ho potuto eseguire test scientifici personalmente, né
conosco un modo per misurare con equazioni il livello di
felicità, ma i miei primi passi nella dieta vegetale mi dimostravano i benefici che apporta, dopo solo pochi giorni, questo tipo di
alimentazione. Le due sorelle hanno reagito ottimamente a tutte
le ciotole servite, dimostrandosi energiche, vitali ed appagate.
Sebbene questo regime alimentare possa essere (ed è sempre
maggiormente) supportato da studi e dati scientifici circa i
benefici fisici, ritengo sia essenziale considerare l’unicità dei
soggetti -canidi e umani- che ne condividono il percorso.
Cucinare per il proprio cane è un’esperienza a molti sconosciuta,
soprattutto a causa della presunta incompatibilità tra la loro e la
nostra dieta. Il mio intento è condividere la mia esperienza nel
coniugare le nostre abitudini alimentari, estendendo alla
dimensione fisica del cane i benefici che un regime vegetale
apporta a noi umani.
Mi resi conto, strada facendo, di come nutrirsi di cibo fresco e
rigoglioso di vita influisse positivamente anche sulla sfera
emotiva del cane, che non è solamente una macchina dal
particolare impianto denominato Canis Lupus Familiaris.
Come ogni altra creatura, custodisce un’anima sensibile e in
grado di vivere profonde emozioni, con la quale abbiamo accettato di condividere un tratto del nostro cammino terrestre.
Ci evolviamo, fianco a fianco, in qualità di reciproche privilegiate
guide e possiamo scegliere di espandere la nostra esperienza
d’amore condividendo la dimensione intima e profonda della
nutrizione, per il benessere e la qualità della vita di entrambi.
Iniziare un percorso di questo tipo non arricchisce solamente la
tua esperienza di custode del branco sotto ogni aspetto, ma ti
conduce ad esplorare nuovi strati del tuo intimo essere.
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Durante questo viaggio mi sono ritrovata a vivere diverse fasi
accompagnate da una miriade di emozioni, positive e negative:
ho attraversato momenti di indecisione, paura ed entusiasmo,
preoccupazione e pura felicità. Ho conosciuto e ricavato insegnamento da una parte di me stessa che prima ignoravo (o rifiutavo),
e questo mi ha permesso di essere una più empatica ed attenta
compagna delle magnifiche creature che chiamiamo cani.
In conclusione, non posso prometterti un’esperienza esaltante
come quella che ti ho raccontato, o che la CG sarà la dieta perfetta
per il tuo cane in quanto ogni uomo, ogni cane e ogni rapporto
uomo-cane sono frutto di esperienze altrettanto uniche.
Posso invece assicurarti che, conclusa la lettura, la tua conoscenza
in merito l’alimentazione vegetale avrà raggiunto nuove consapevolezze, e parteciperai con la tua esperienza all’espansione e alla
diffusione di un regime (come ritengo corretto definirlo) d’amore.
Ti auguro, di cuore, un felice viaggio alla tua personalissima
scoperta di questo gioioso regno.
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