7 Politica d`investimento – Luglio 2016

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7 Politica d`investimento – Luglio 2016
Politica d'investimento – Luglio 2016
Prima della pausa estiva?
Contenuti
Asset allocation tattica in sintesi
3
Commento sul mercato
4
Prima della pausa estiva?
Congiuntura
5
Aumento dei rischi al ribasso in Europa
Obbligazioni
6
La Brexit liquida gli aumenti dei tassi US
Azioni
7
Calma interrotta
Investimenti alternativi
8
Le strategie alternative restano attraenti
Valute
9
Riecheggia il frastuono della Brexit
Panoramica del portafoglio
10
Previsioni
11
Asset allocation tattica in sintesi
sottoponderato
Categoria d'investimento
fortemente
leggermente
neutrale
Cash
sovraponderato
leggermente
o
Obbligazioni (durata auspicata: 6.0 anni)*
o
Qualità del credito elevata / media
o
Titoli di stato
o
Obbligazioni societarie
o
Bassa qualità del credito (global high yield)
o
Paesi emergenti
o
Azioni
o
Svizzera
o
Mondiali
o
Azioni Europa
o
Azioni USA
o
Azioni Giappone
o
Azioni paesi emergenti
o
Investimenti alternativi
o
Strategie alternative
o
Metalli preziosi
o
Oro
o
altri
o
Materie prime
o
Metalli industriali
o
Energia
o
Immobili
o
sottoponderato
Valute
fortemente
fortemente
leggermente
neutrale
EUR
o
USD
o
JPY
o
sovraponderato
leggermente
fortemente
Durata CHF
da 1 a 3 anni
o
da 3 a 7 anni
o
7 e più anni
o
* Durata media del portafoglio obbligazionario
o = ponderazione nel mese precedente
Messaggi chiave
1. Dopo l’uragano Brexit, sui mercati torna – solo temporaneamente – il sereno. Le varie incertezze, a cui ora si
aggiunge anche la Brexit, continuano ad alternarsi. Per questo e in considerazione dell’imminente pausa
estiva, un periodo solitamente di basso fatturato e di elevata vulnerabilità, per le azioni scegliamo una posizione sottoponderata.
2. Un aumento dei tassi d’interesse negli USA per quest’anno sembra ormai definitivamente liquidato e dalle altre banche centrali ci si aspetta piuttosto un allentamento della loro politica. I rendimenti alla scadenza della
maggior parte delle obbligazioni hanno conosciuto nuovi livelli minimi. Manteniamo una quota sottoponderata nei titoli di stato e una leggera sovraponderazione nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione.
3. L’oro è riuscito a confermare la sua funzione di porto sicuro. Per via dei rischi di mercato ricorrenti l’oro dovrebbe ricevere un’ulteriore spinta. Manteniamo la sovraponderazione della quota in oro e aumentiamo leggermente la quota di liquidità. Per il greggio ci attendiamo un movimento laterale e scegliamo pertanto un
posizionamento neutrale. Manteniamo una leggera sovraponderazione nelle strategie alternative.
3
Politica d'investimento 7/2016
Commento sul mercato
Prima della pausa estiva?
tutte le avversità, che da un anno a queste parti continuiamo a illustrare nella nostra politica d’investimento,
sono lungi dall’essere risolte.
I mercati hanno reagito con isteria all’inaspettata
Brexit, facendo precipitare in caduta libera le quotazioni di borsa dopo la decisione. A distanza di
una settimana, su molte piazze lo shock sembrava
superato. Le quotazioni delle azioni svizzere e statunitensi sono tornate ai livelli di prima della decisione o li hanno addirittura superati. Ma è ancora
presto per abbassare la guardia. Restiamo prudenti e riduciamo la quota delle azioni.
Segni ricorrenti di nervosismo sui mercati
Indice di volatilità SMI
35
30
La volatilità nei mercati azionari dopo il sì alla Brexit è
aumentata fino a raggiungere gli elevati valori di febbraio, risp. dell’estate 2015 (v. grafico). Sui mercati è
scattato di nuovo il nervosismo, che sembra alleviarsi
solo in alcuni momenti passeggeri – non è un contesto
propizio per investire in azioni. Da tempo ormai i mercati azionari falliscono nel tentativo di raggiungere
nuovi massimi. Così anche lo SMI, che ha sfiorato quota
8000, ma è solo riuscito a restarci per poco tempo.
25
20
15
10
07/15
Verso la sicurezza, in una fuga dettata dal panico
All’esito della Brexit, le valute più gettonate erano il
CHF, lo yen giapponese e il dollaro USD. Il franco svizzero era così forte da spingere la BNS l’indomani della
bocciatura dell’UE da parte dei britannici, a confermare
di essere intervenuta sul mercato delle valute estere. È
partito anche il rally dell’oro, mentre i tassi d’interesse
per i titoli della Confederazione, ma anche per i titoli di
stato tedeschi, hanno sperimentato nuovi record storici,
precipitando in zona negativa. Il nervosismo si percepisce per via del fatto che i titoli decennali della Confederazione danno un rendimento negativo per ogni duration e che le istituzioni svizzere di previdenza concedono
ai debitori di buona affidabilità creditizia crediti a breve
termine a interessi negativi.
09/15
11/15
01/16
03/16
05/16
07/16
Fonte: Datastream, Raiffeisen Research
Fra i timori sulla congiuntura che si riaccendono regolarmente – in Cina, ma anche negli USA – i dubbi sull’efficacia delle misure di politica monetaria addizionali e le
preoccupazioni legate al prezzo del greggio, si inserisce
ora anche la Brexit, con incertezze e paure circa la stabilità di molte banche d’importanza sistemica in Europa.
Anche la crisi dell’indebitamento non è risolta, ma di
fronte alle cattive notizie che ci giungono in continuazione è stata rilegata in secondo piano, e fanno già il
giro i termini Frexit o Dexit, anche se questi scenari sono
davvero altamente improbabili.
Più bassi che mai
Rendimenti alla scadenza per titoli della
Confederazione in funzione della scadenza, in %
Investitori razionali: alla larga dalle scommesse
È comprensibile che questo sviluppo sia tutt’altro che
sostenibile. Eppure, puntare su un ritorno rapido verso
uno scenario anche solo lontanamente in odore di normalità, ci sembra opinabile. Già quando i rendimenti
hanno sforato in negativo, vigeva un consenso sul fatto
che si trattasse solo di un’esagerazione temporanea. Eppure, chi all’inizio dell’anno – malgrado il rendimento
già allora negativo – ha acquistato buoni del tesoro svizzeri o tedeschi, oggi può rallegrarsi di aver ottenuto un
buon rendimento. Questa scommessa che sembrava
quasi utopica alla fine è stata vinta. Ma di certo non si
tratta di un comportamento razionale. Nel frattempo
non si può più escludere nulla, perché non passa giorno
senza nuove “bad news“. Non è il momento di fare
scommesse rischiose e il boom economico, semmai, esiste solo per gli speculatori, ma non per gli investitori.
1.5
1.0
0.5
0.0
-0.5
-1.0
-1.5
01/15
Anni:
04/15
2
07/15
10/15
5
01/16 04/16 07/16
10
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50
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Risk off
In questo contesto, a nostro avviso è sensato passare
alla modalità risk off. I mesi di luglio e agosto sono piuttosto deboli a livello di fatturato, un aspetto che aumenta la vulnerabilità dei mercati – e un motivo in più
per restare in attesa a bordo campo. In conclusione: le
eventuali opportunità che ci sfuggirebbero sono poche,
mentre sono numerosi i rischi concreti di rimetterci.
Pericoli vecchi e nuovi
La decisione sulla Brexit ha dunque dimostrato quanto
sia instabile l’umore che regna sui mercati, e come
possa cambiare da un momento all’altro. Anche perché
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Politica d'investimento 7/2016
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Congiuntura
Aumento dei rischi al ribasso in Europa
Nessuno sa ancora dire quali saranno le conseguenze del dopo Brexit sulla congiuntura europea.
Una maggiore incertezza grava tuttavia sui mercati e potrebbe spingere la BCE a nuovi interventi.
Negli USA l’aumento dei tassi d’interesse per
quest’anno è ormai certamente fuori questione.
L’economia irlandese è probabilmente quella più
toccata dalla Brexit
Esportazioni dai paesi UE in Gran Bretagna in % del
totale
14%
12%
Dopo il sì alla Brexit, i rischi congiunturali sono aumentati. Alcuni gruppi multinazionali hanno già comunicato
la loro intenzione di sospendere i progetti d’investimento in Gran Bretagna, dove anche la propensione al
consumo non resterà immune alle incertezze. A dipendenza della forza del rallentamento della crescita, gli effetti si faranno sentire anche sull’economia del continente europeo. Tuttavia non è il caso di invocare scenari
catastrofici. Per molti paesi dell’Eurozona la Gran Bretagna è uno dei maggiori partner commerciali, anche se,
ad eccezione dell’Irlanda, la loro percentuale di esportazioni è modesta rispetto al volume globale (v. grafico).
Manteniamo invariata la nostra prognosi di crescita per
l’Eurozona all’1.8%, anche perché le conseguenze del
dopo Brexit non sono assolutamente anticipabili.
10%
8%
6%
4%
2%
0%
IE
NL
BE
DE
ES
CY
SE
FR
PL
PT
Fonte: Eurostat, Raiffeisen Research
L’economia svizzera non prende quota
Barometro congiunturale KOF e fiducia dei consumatori
La congiuntura svizzera continua senza slancio
Con un’aliquota appena del 5% sulle esportazioni complessive, le esportazioni verso la Gran Bretagna non rivestono un’importanza decisiva per la Svizzera. Inoltre,
nell’ambito della volatilità causata dalla Brexit, per via
degli interventi sul mercato delle valute estere da parte
della BNS, il CHF in pratica non ha registrato alcun apprezzamento degno di nota, un aspetto fondamentale
per la congiuntura. Ma anche con l’EUR/CHF di appena
1.10 l’economia continua a dover affrontare venti contrari. Nel contesto attuale non si ravvisano indicatori di
una ripresa congiunturale più forte. Per il 2016 continuiamo pertanto a prevedere una crescita moderata del
PIL appena dell’1%, approssimativamente allo stesso livello dell’anno precedente.
120
20
110
10
0
100
-10
90
-20
80
-30
70
-40
60
-50
04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16
Barometro KOF
Fiducia dei consumatori SECO, sc. dx
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
La Brexit riduce le attese sul fronte dei tassi
Anche per la congiuntura statunitense dopo l’esito del
referendum sulla Brexit non si impone una modifica immediata delle previsioni. Il motore più rilevante dell’economia americana, il consumo privato, dopo un inizio
dell’anno a rilento, ha ripreso leggermente velocità, e
anche il mercato del lavoro ultimamente si presenta più
in forma. Una crescita del PIL attorno al 2% sembra pertanto tuttora realizzabile.
In calo le attese sui tassi dopo la Brexit
Tasso del mercato monetario a 1 mese atteso fra un
anno
1.0%
0.5%
0.0%
La Brexit ha influenzato la politica monetaria negli USA,
esattamente come in Europa e in Giappone. Sono aumentate le aspettative del mercato che speculano su un
ulteriore allentamento della politica monetaria da parte
della BCE e della Bank of Japan per il resto dell’anno.
Negli USA, i pochi aumenti di tassi prospettati finora sui
mercati a termine per i prossimi 1-2 anni, sono di nuovo
stati completamente riveduti. Con la Brexit, l’elenco dei
fattori alternanti di insicurezza globale è diventato ancora più lungo. Per quest’anno, negli Stati Uniti non prevediamo pertanto tassi di riferimento più alti.
-0.5%
-1.0%
-1.5%
01/15
04/15
USD
07/15 10/15
EUR
01/16
CHF
04/16
07/16
JPY
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
[email protected]
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Politica d'investimento 7/2016
Obbligazioni
La Brexit liquida gli aumenti dei tassi US
I tassi d’interesse bassi rimarranno per il momento
immutati. Nell’anno in corso non prevediamo alcun aumento dei tassi US e anche i mercati degli
interessi hanno ormai seguito questo orientamento. Ciononostante, i titoli di stato restano
poco attraenti, mentre i titoli societari offrono perlomeno il vantaggio di tassi più alti. Manteniamo
inoltre un sovrappeso tattico in TIPS.
Solamente una piccola probabilità di aumenti dei
tassi US nel 2016
Probabilità di aumenti dei tassi negli USA, su base FedFutures, in %
50
45
40
35
Le incertezze causate dalla Brexit hanno fatto nascere
nuove attese dei mercati nei confronti della maggior
parte delle grandi Banche centrali, affinché annuncino
nuove misure di allentamento. Di conseguenza, i
rendimenti alla scadenza dei titoli di stato stanno
attualmente sperimentando nuovi record minimi. Nel
frattempo, persino gli interessi dei titoli della
Confederazione a 50 anni sono scivolati sotto lo zero,
un andamento che evidenzia la bassa propensione al
rischio. Anche se per il momento non ci aspettiamo
nessun rialzo dei tassi, dal profilo del rendimento i titoli
di stato rimangono poco attraenti. La decisione della
Brexit ha consolidato a livelli ancora più bassi i tassi
d’interesse già ridotti. Dopo la Brexit, i mercati non
consideravano più eventuali aumenti dei tassi US (v.
grafico), e aspettano nuove misure di allentamento da
parte di BoE, BCE e BoJ. La BCE continua ad acquistare
titoli societari, che insieme alla ridotta attività di
emissione sostiene le obbligazioni in EUR.
30
25
20
15
10
0
02/15
05/15
08/15
11/15
02/16
Luglio
Settembre
Novembre
05/16
Dicembre
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Obbligazioni US protette dall’inflazione denotano
una buona performance
Indici di TIPS e titoli di stato US (1.1.2016 = 100)
108
107
106
105
Aspettative d’inflazione troppo basse
In presenza di aspettative al rialzo dell’inflazione, i titoli
obbligazionari indicizzati all’inflazione (TIPS negli USA)
denotano un andamento migliore, rispetto ai titoli di
stato convenzionali. Dopo la Brexit, le aspettative di inflazione sono fortemente diminuite a cause delle accresciute preoccupazioni legate alla crescita. Un atteggiamento questo che ci sembra tuttavia esagerato. Negli
USA la congiuntura appare abbastanza robusta, in particolare grazie ai consumi solidi. La situazione a nostro
avviso non cambierà molto, neppure dopo la Brexit.
Ecco perché manteniamo la sovraponderazione tattica
in TIPS. Con una performance del 4.8% questa scelta e
si è finora rivelata pagante (v. grafico).
Call tattico per TIPS aperto
nella politica di investimento
104
+4.8%
103
102
101
100
1.1.16
1.2.16 1.3.16
Indice TIPS
1.4.16
1.5.16
1.6.16
1.7.16
Indice di titoli di stato US convenzionali
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Possibile aumento delle quote di perdita
nell’energia
Indebitamento netto rispetto a EBITDA
Settori energia e materie prime sotto pressione
A livello globale, dall’inizio dell’anno le obbligazioni nei
settori energia e materie prime hanno registrato una
crescita percentuale a due cifre e nei segmenti Investment Grade e High-Yield. Malgrado una ripresa delle
quotazioni del greggio e delle materie prime, il potenziale rialzista è ormai limitato, con rischi di perdita che
permangono elevati. Grazie a condizioni di finanziamento vantaggiose, le società delle materie prime si
sono ricapitalizzate ricorrendo in ampia misura a fondi
di terzi. Le incertezze circa i prezzi futuri dell’energia,
comporteranno per alcuni debitori delle difficoltà nel
soddisfare gli impegni, rispettivamente nel rimborsare
questi ingenti debiti. Continuiamo a raccomandare pertanto una sottoponderazione della quota HY.
3.50
3.00
2.50
2.00
1.50
1.00
0.50
0.00
Paesi
Paesi
industrializzati emergenti
Energia
2007
Paesi
Paesi
industrializzati emergenti
Altre materie prime
2015
Fonte: BIS, Raiffeisen Research
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Politica d'investimento 7/2016
Solo pochi operatori di mercato
dei futures prevedono un
aumento dei tassi US
5
6
Azioni
Calma interrotta
Dopo lo shock iniziale della Brexit, i mercati azionari – almeno in Svizzera e negli USA – si sono ripresi. Tuttavia, una politica monetaria espansiva e
le aspettative ribassiste sui tassi, da sole non bastano per dissipare completamente le incertezze.
Alla vigilia delle vacanze estive spesso e volentieri
volatili, di debole fatturato e pertanto vulnerabili,
per le azioni scegliamo una quota sottoponderata.
SMI ancora volatile, ma meno degli altri indici
Indice SMI
8'300
Preoccupazioni Brexit
8'200
8'100
8'000
Nella prima settimana del dopo Brexit, la decisione dei
britannici ha fatto scattare forti correzioni nei mercati
azionari. Apparentemente, si è però presto capito che
le conseguenze congiunturali non si sarebbero manifestate immediatamente ed è prevalsa la speranza che comunque sarebbero state abbastanza gestibili. Ma non è
il caso di fidarsi ciecamente, il mercato resta altamente
volatile. Raccomandiamo dunque prudenza: è vero che
per il momento l’aumento dei tassi US non figura quasi
più sull’agenda e che le banche centrali europei continueranno molto probabilmente la loro politica ultraespansiva. Ma questo contribuisce piuttosto al consolidamento, e non farà certo lievitare di nuovo le quotazioni.
Così i focolai di rischi da tempo latenti torneranno di
nuovo al centro dell’attenzione. L’andamento congiunturale globale non vanta gran dinamismo; la crescita
economica della Cina diventa sempre più il fattore trainante dell’economia mondiale. Non tutti si fidano più
incondizionatamente della congiuntura statunitense e
le misure espansive delle banche centrali sembrano svanire sempre più. Di conseguenza, le azioni si ritrovano
in un contesto difficile, tanto che non riteniamo più adeguato un posizionamento neutrale e raccomandiamo
invece una quota azioni leggermente sottoponderata.
Rally preBrexit
7'900
7'800
7'700
7'600
7'500
6/1/2016
6/15/2016
6/29/2016
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Rapporto put - call vicino al record del 2008
Numero di put rispetto alle opzioni call
2
1.8
1.6
1.4
1.2
1
0.8
03/06
SMI difensivo sotto pressione
La nostra relativa preferenza per le azioni svizzere ha
comprovato la sua validità: all’indomani del referendum
sulla Brexit, lo SMI ha subito le perdite minori e si è poi
ripreso nuovamente. Ciononostante, anche l’indice di riferimento svizzero molto probabilmente nelle prossime
settimane non potrà sottrarsi al forte nervosismo. Il numero di opzioni put rispetto alle opzioni call si avvicina
ai livelli del 2008 (v. grafico). Inoltre le opzioni put (protezione contro un eventuale calo delle quotazioni) sono
attualmente molto care per via dell’alta volatilità.
03/08
03/10
03/12
03/14
03/16
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Aumentano i rapporti onere-utile
Rapporto onere-utile, mediana delle banche più importanti, in %
90
80
70
60
Atteso andamento contenuto degli utili
I dati finora disponibili sul secondo trimestre non lasciano ipotizzare un forte miglioramento degli utili
aziendali. Si avrà maggior certezza nel corso della stagione delle pubblicazioni di rendiconto, che in Svizzera
inizia a metà luglio. Continuiamo a prevedere uno sviluppo degli utili contenuto e dunque valutazioni invariatamente alte. Restiamo cauti soprattutto con le banche,
anche dopo l’ultimo slittamento delle quotazioni. La
redditività della maggior parte degli istituti, visti gli interessi costantemente bassi e il potenziale limitato di riduzione dei costi, resta sotto pressione (v. grafico).
50
40
30
20
10
0
CH
DE
2015
FR
IT
UK
US
Media 2005-2007
Fonte: BIS, Raiffeisen Research
[email protected]
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Politica d'investimento 7/2016
Investimenti alternativi
Le strategie alternative restano attraenti
L’oro approfitta delle persistenti incertezze e potrebbe ancora avere potenziale di sviluppo. Per il
greggio, invece, non si ravvisano impulsi determinanti – un posizionamento neutrale, pertanto, ci
sembra indicato. Manteniamo la sovraponderazione delle strategie alternative.
I tempi di incertezze per le azioni potrebbero
sostenere il prezzo dell’oro al livello attuale
Indicatori delle azioni, indicizzati (100 = 1.6.2016),
nonché prezzo dell’oro
I sostenitori Brexit
perdono terreno:
approfittano le
azioni, oro sotto
pressione
104
In queste ultime settimane, l’oro ha perfettamente assolto il suo ruolo di valuta in caso di crisi e in tempi di
turbolenze borsistiche. Il metallo giallo alla vigilia della
votazione sulla Brexit non è riuscito a sottrarsi ad una
lieve tendenza al ribasso, visto che gli operatori di mercato con l’avvicinarsi del giorno del referendum erano
sempre più convinti della permanenza dei britannici
nell’UE e dunque non si aspettavano nessuna turbolenza. Le scosse che hanno colpito le borse, sono dunque state ancora più forti, spingendo gli investitori verso
investimenti sicuri. Ad approfittarne è stato anche il
prezzo dell’oro, che ha registrato un’impennata (v. grafico). Viste le incertezze sull’ulteriore processo Brexit, le
preoccupazioni riguardo alla crescita globale e le varie
insicurezze in alternanza fra loro, prevediamo che i mercati rimangano irrequieti, mentre l’oro potrebbe approfittare dell’avversione al rischio degli investitori e continuare la sua tendenza rialzista. Manteniamo pertanto la
quota sovraponderata.
100
1'370
1'330
96
1'290
Brexit:
1'250
azioni sotto
pressione,
approfitta
l'oro
1'210
92
Vento in poppa per i
sostenitori Brexit: azioni
sotto pressione, l'oro ne
88
01.06. 08.06.
S&P 500
SMI
15.06.
22.06.
29.06. 06.07.
Euro Stoxx 50
Oro, USD/Tr.Oz.; sc. dx
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Anche le analisi tecniche non lasciano prevedere
grandi movimenti del prezzo del greggio
Prezzo del greggio e Relative Strength Index (RSI)
RSI > 70
mercato ipercomprato:
probabilità di calo del prezzo
53
80
70
48
Greggio: probabile movimento laterale
Raccomandiamo un posizionamento neutrale per il
greggio, le cui quotazioni dopo la correzione indotta
dalla Brexit dovrebbero fino a prova contraria muoversi
entro i limiti di una fascia laterale relativamente ristretta.
Questo perché il mercato del petrolio, nonostante alcuni timidi segnali di ripresa, è tutt’ora dominato da una
situazione di domanda e offerta alquanto tesa. Inoltre,
la congiuntura mondiale che già annaspa in generale, e
in particolare il rallentamento della crescita in Cina e le
continue preoccupazioni congiunturali latenti negli
USA, lasciano poco margine per una risalita duratura
delle quotazioni dell’oro nero. Infine, anche gli indicatori tecnici lasciano ravvisare una tendenza laterale (v.
grafico).
60
43
RSI quasi a metà fra
ipercomprato e
ipervenduto: scarsa
probabilità di grandi
mutazioni del prezzo
38
50
40
30
33
RSI < 30:
mercato ipervenduto:
probabilità di aumento del prezzo
28
01/16
20
10
02/16 03/16 04/16
Brent, USD/Barile
05/16 06/16 07/16
RSI (14 giorni); sc. dx
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Le strategie trend following in un contesto
azionario incerto sono relativamente attraenti
Performance per periodi selezionati
Sistemi trend following potrebbero beneficiarne
Oltre agli investimenti indiretti in immobili, per i contesti
azionari caratterizzati da un’elevata volatilità raccomandiamo un posizionamento sovraponderato nelle strategie d’investimento alternative. In particolare le soluzioni
con fondi con una strategia trend following sistematica,
in tempi di forti vulnerabilità alle oscillazioni, riescono
ad affermarsi meglio rispetto ai singoli indicatori azionari (v. grafico). Visto che le strategie inseguitrici di tendenza sono in grado non solo di approfittare delle tendenze di mercato al ribasso ma anche di quelle al rialzo,
esse ci sembrano essere lo strumento più appropriato
per contribuire alla necessaria diversificazione in un portafoglio equilibrato.
6%
4%
2%
0%
-2%
-4%
-6%
-8%
-10%
-12%
-14%
SG CTA Index
ytd
[email protected]
Q1
S&P 500
Euro Stoxx 50
Fino a Brexit
SMI
Da Brexit
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Politica d'investimento 7/2016
8
Valute
Riecheggia il frastuono della Brexit
Dopo il deprezzamento indotto dalla Brexit, l’EUR,
dà nuovamente segni di una ripresa, sia rispetto al
CHF che nei confronti dell’USD. L’USD, invece, visto che le fantasie di un aumento dei tassi ormai
sono state scartate, non ha più alcun margine. Per
USD/CHF prevediamo un movimento laterale.
Con l’aumento dell’incertezza dopo l’esito della Brexit,
gli investitori si sono rifugiati in valute di porto sicuro.
Anche il CHF ha registrato una temporanea impennata.
Con la comunicazione dell’esito del referendum, la valuta nazionale in una prima reazione rispetto all’Euro è
volata a quota 1.06, inducendo la BNS ad intervenire sul
mercato. Gli averi a vista solo nella settimana della
Brexit, in quella precedente e in quella successiva al referendum, hanno registrato un aumento di circa CHF 14
miliardi. Se e in quale misura, la BNS si attiverà in futuro,
dipenderà dall’andamento congiunturale dell’Eurozona,
dall’ulteriore processo di attuazione della Brexit, dalle
altre incertezze che si alternano tra loro, nonché dall’avversione al rischio che ne consegue. Complessivamente,
ci attendiamo che il piccolo sentiero che permetterà di
risalire la china all’interno dell’Eurozona, per il momento resti intatto, malgrado l’aumento dei rischi negativi, visto che i negoziati Brexit si protrarranno ancora
per anni. Ecco perché il rapporto EUR/CHF dovrebbe registrare nuovamente un leggero movimento rialzista.
Contesto difficile per l’USD
Accanto a franco e yen anche il dollaro svolge (ha
svolto) funzione di valuta rifugio per gli investitori sconcertati, dando una spinta all’USD nei confronti dell’euro.
Però, il greenback rispetto al livello attuale è destinato
a perdere terreno. Anche perché la presidente della Fed
Janet Yellen già nella fase pre-referendum aveva messo
in guardia dalle possibili conseguenze di un’uscita della
Gran Bretagna dall’UE per la politica monetaria statunitense. In quest’ottica non sorprende che con l’esito del
referendum, sui mercati le aspettative di aumento dei
tassi US si siano annientate. Un ulteriore aumento degli
interessi è ormai escluso fino a 2017. Sul versante degli
interessi, verrebbe così a mancare anche il fattore propulsivo di un rafforzamento del greenback, mentre
preoccupano le incertezze relative all’andamento della
congiuntura statunitense. Prevediamo pertanto un leggero aumento di EUR/USD e un movimento laterale di
USD/CHF.
Possibilità di un’ulteriore svalutazione della GBP
Anche dopo il crollo iniziale dopo il sì alla Brexit, la pressione sulla GBP persiste. Non è da escludere un nuovo
indebolimento. Anche perché il direttore della BoE Carney ha già espresso ad alta voce le sue riflessioni sui
prossimi abbassamenti dei tassi d’interesse. Così facendo la BoE abbandonerebbe la sua politica monetaria, che dal 2011 è più rigida rispetto a quella della BCE
e che aveva dato una spinta alla GBP (v. grafico, fase 1).
Una limitazione della differenza dei tassi d’interesse
causata dalla BoE, invece, continuerebbe a gravare sul
rapporto GBP/EUR.
Nella prospettiva annuale, il leggero
deprezzamento del franco svizzero rispetto
all’euro potrebbe continuare
Tassi di cambio
1.4
1.3
Previsioni
1.2
1.1
1
0.9
0.8
01/14
09/14
EUR/USD
05/15
01/16
EUR/CHF
09/16
05/17
USD/CHF
Fonte: Datastream, Raiffeisen Research
Per il 2016 sui mercati non sono più attesi
aumenti dei tassi US
Modifica dell’aspettativa di mercato conseguente alla
Brexit per gli aumenti degli interessi da parte della Fed
prima (22.6.) e dopo (27.6.) il referendum
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Lug
Set
Nov
riduzione
Dic
Feb.
aumento
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
La sterlina rischia di perdere il vantaggio degli
interessi e resterà dunque sotto pressione
Tassi di riferimento di BCE e BoE; rapporto GBP/EUR
1.45
1
1.4
1
1.35
2
0.8
0.6
1.3
0.4
1.25
0.2
1.2
1.15
1.1
11/11
0
L'aumento del differenziale dei
tassi d'interesse fra BCE e BOE
11/12
GBP/EUR
11/13
Preoccupaz
ioni Brexit-0.2
gravano
sulla GBP
-0.4
11/14
11/15
Differenziale dei tassi, sc. dx
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
[email protected]
9
Politica d'investimento 7/2016
Reddito
strategico
Categoria d'investimento
min.
tattico
neutrale
max.
5.0%
Liquidità
35.3%
Equilibrio
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
35.3%
Cash
95.0%
Obbligazioni (durata auspicata 6.0 anni)
Qualità del credito elevata / media*
75%
90.0%
100%
8.6%
Crescita
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
8.6%
9.0%
Azioni
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
40%
9.0%
8.7%
strategico
tattico
min.
neutrale
max.
0%
5.0%
35%
8.7%
3.8%
3.8%
56.7%
45%
60.0%
75%
52.0%
25%
40.0%
55%
34.0%
5%
20.0%
35%
15.3%
0%
0.0%
15%
0.0%
53.7%
40%
55.0%
70%
49.0%
20%
35.0%
50%
31.0%
0%
15.0%
30%
12.3%
0%
0.0%
10%
0.0%
Titoli di stato
60.0%
9.6%
33.0%
7.8%
18.0%
6.0%
7.5%
2.4%
0.0%
Obbligazioni societarie
30.0%
44.1%
22.0%
41.2%
17.0%
25.0%
7.5%
9.9%
0.0%
0.0%
0.0%
Bassa qualità del credito** (global high yield)
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
2.0%
12%
1.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
Paesi emergenti
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
3.0%
13%
2.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
Azioni
0%
0.0%
0%
0.0%
5%
20.0%
35%
18.7%
25%
40.0%
55%
37.0%
45%
60.0%
65%
57.0%
65%
80.0%
95%
77.0%
Azioni Svizzera
0%
10.0%
20%
9.5%
10%
20.0%
30%
19.0%
20%
30.0%
40%
29.0%
30%
40.0%
50%
39.0%
Azioni mondiali
0%
6.0%
16%
5.2%
5%
15.0%
25%
13.0%
14%
24.0%
34%
22.0%
23%
33.0%
43%
31.0%
Azioni Europa
2.4%
1.6%
6.0%
4.0%
9.6%
7.6%
13.0%
11.0%
Azioni USA
2.4%
2.4%
6.0%
6.0%
9.6%
9.6%
13.0%
13.0%
Azioni Giappone
1.2%
1.2%
3.0%
3.0%
4.8%
4.8%
7.0%
Azioni dei paesi emergenti
7.0%
0%
4.0%
14%
4.0%
0%
5.0%
15%
5.0%
0%
6.0%
16%
6.0%
0%
7.0%
17%
7.0%
10
Investimenti alternativi
0%
0.0%
15%
8.0%
0%
15.0%
30%
20.7%
0%
15.0%
30%
20.0%
0%
15.0%
30%
19.0%
0%
15.0%
30%
19.2%
Strategie alternative
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
0.0%
10%
2.0%
Metalli preziosi
0%
0.0%
10%
3.0%
0%
4.0%
13%
6.7%
0%
3.0%
13%
5.0%
0%
3.0%
13%
5.0%
0%
0.0%
10%
2.0%
Oro
0%
0.0%
10%
3.0%
0%
4.0%
13%
6.7%
0%
3.0%
13%
5.0%
0%
3.0%
13%
5.0%
0%
0.0%
10%
2.0%
altri
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
13%
0.0%
0%
0.0%
10%
0.0%
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
4.0%
13%
4.0%
0%
5.0%
13%
5.0%
0%
6.0%
13%
6.0%
0%
8.0%
18%
8.0%
Metalli industriali
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
2.0%
13%
2.0%
0%
2.5%
13%
2.5%
0%
3.0%
13%
3.0%
0%
4.0%
18%
4.0%
Energia / petrolio
0%
0.0%
0%
0.0%
0%
2.0%
13%
2.0%
0%
2.5%
13%
2.5%
0%
3.0%
13%
3.0%
0%
4.0%
18%
4.0%
0%
0.0%
10%
5.0%
0%
4.0%
13%
6.0%
0%
4.0%
13%
6.0%
0%
3.0%
13%
4.0%
0%
7.0%
17%
7.2%
Materie prime
Immobili
100%
Totale
0%
Valute
100.0%
20%
8.0%
100%
0%
100.0%
30%
12.8%
100%
0%
100.0%
40%
17.0%
100%
0%
100.0%
60%
25.5%
100%
0%
100.0%
70%
29.8%
Quota attuale***
EUR
4.0%
6.0%
8.0%
12.0%
14.0%
USD
4.0%
6.0%
8.0%
12.0%
14.0%
JPY
0.0%
0.8%
1.0%
1.5%
1.8%
altri
0.0%
0.0%
0.0%
0.0%
0.0%
* Investment grade (rating da AAA fino a BBB)
** Obbligazioni societarie, sub investment grade (<BBB)
*** Viene ottenuta tra l'altro mediante transazioni valutarie
Panoramica del portafoglio
Politica d'investimento 7/2015
Sicurezza
Previsioni
Prognosen
Congiuntura
2013
2014
2015
Previsione 2016
Previsione 2017
PIL
Crescita annua media (in %)
Svizzera
Germania
Eurozona
USA
Cina
Giappone
Globale (PPP)
1.8
0.4
-0.3
1.5
7.7
1.6
3.3
1.9
1.6
0.9
2.4
7.3
0.0
3.4
0.9
1.4
1.5
2.4
6.9
0.5
3.1
0.9
1.9
1.8
2.2
6.2
0.5
3.1
1.3
1.4
1.6
2.0
5.9
0.6
3.1
Inflazione
Crescita annua media (in %)
Svizzera
Germania
Eurozona
USA
Cina
Giappone
-0.2
1.5
1.4
1.6
2.6
0.3
0.0
0.9
0.4
1.8
2.2
2.8
-1.1
0.2
0.0
0.1
1.4
0.8
-0.5
0.4
0.2
1.4
1.6
0.2
0.8
1.8
1.7
2.3
1.8
0.5
Mercati finanziari
2014
2015
Attuale*
Previsione a 3 mesi
Previsione a 12 mesi
Libor a 3 mesi
Fine anno (in %)
CHF
EUR
USD
JPY
-0.06
0.08
0.26
0.11
-0.76
-0.13
0.61
0.08
-0.78
-0.29
0.67
-0.03
-0.75
-0.30
0.65
-0.10
-0.75
-0.30
0.65
-0.10
Tassi d'interesse del mercato dei capitali
Rendimenti dei titoli di stato decennali (a fine anno; rendimenti in %)
0.33
-0.06
-0.66
CHF
0.56
0.66
-0.15
EUR (Germania)
2.22
2.05
1.81
EUR (PIIGS)
2.18
2.30
1.45
USD
0.32
0.26
-0.28
JPY
-0.4
0.1
2.0
1.7
-0.1
0.0
0.5
2.1
1.9
0
Tassi di cambio
Fine anno
EUR/CHF
USD/CHF
JPY/CHF (per 100 JPY)
EUR/USD
USD/JPY
1.20
0.99
0.83
1.21
120
1.09
1.00
0.83
1.09
120
1.09
0.98
0.95
1.11
103
1.09
0.97
0.92
1.12
105
1.13
0.97
0.99
1.16
98
Materie prime
Fine anno
Greggio (Brent, USD/b.)
Oro (USD/oncia)
57
1185
37
1061
46
1355
48
1400
52
1360
*12.07.2016
11
Politica d'investimento 7/2016
Editore
Raiffeisen Svizzera, Economic Research
Economista capo Martin Neff
Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo
044 226 74 41
[email protected]
Analisi del mercato finanziario & Strategia
Research macro e immobili
Roland Kläger
044 226 74 22
[email protected]
Darya Granata
044 226 72 54
[email protected]
Alexander Koch
044 226 74 37
[email protected]
Lukas Seger
044 226 74 16
[email protected]
Santosh Brivio
044 226 74 35
[email protected]
Andreas Hauser
044 226 74 39
Domagoj Arapovic
044 226 74 38
[email protected]
Christoph Vonwiller
044 226 74 17
[email protected]
[email protected]
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