L`uscita dì Londra dalla Ue potrà essere stupida o

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L`uscita dì Londra dalla Ue potrà essere stupida o
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Venerdì
02/12/2016
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Pierluigi Magnaschi
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L'uscita dì Londra dalla Ue potrà essere stupida o intelligente. I risultati di un convegno organizzato
dall'Ambasciata d'Italia a Londra Che cosa si è capito della Brexit a 6 mesi dal voto Uk
DI FRANCO GAUDENTI Sono quasi
passati sei mesi dal giorno del
referendum sulla Brexit e sul tema
valgono le parole di Winston Churchill:
un rebus, avvolto in un mistero, dentro
un enigma. Parole che sono più volte
risuonate nella recente tavola rotonda
organizzata dall'Ambasciata d'Italia a
Londra e presieduta dall'ambasciatore
Pasquale Terracciano con un autorevole
panel di rappresentanti delle istituzioni
inglesi ed europee, del London Stock
Exchange, della City e della business
community italiana e internazionale
presenti a Londra per discutere ed
analizzare la Brexit, con la
collaborazione organizzativa di En Vent
Capital Markets e Grimaldi Studio
Legale. L'incontro ha offerto un'
interessante e inedita visione di ciò che
sta accadendo ora e potrà accadere sui
due lati del Canale della Manica. Tra
altri termini, se prevarrà un approccio
filosofico alla questione si potrà adottare
un metodo costruttivo e positivo di
dialogo-negoziazione nel mutuo interesse
delle due parti; si potrà definire un quadro
credibile dei fattori da dirimere e sui quali
concordare; si potrà lavorare
pragmaticamente sugli accordi e sulle
regole esistenti applicandole
effettivamente, acominciare da quelle già
in essere sul free movement e disapplicate
dagli Stati; si potrà distinguere e analizzare
i fattori determinanti la crescita reale delle
economie, molto diversa dalla crescita
potenziale. Non è infatti possibile
immaginare di aspettare le elezioni in
Germania nella seconda metà del 2017 per
avviare il motore. In ogni caso si è di fronte
a un percorso non razionale ma politico, il
cui catalyst è rappresentato
dall'immigrazione legata alla libera
circolazione tra gli Stati. Tutto il resto, tutti
gli altri fattori sono realisticamente
subordinati,
i partecipanti presenti c'erano: Lord Hill, ex
commissario del governo britannico a
Bruxelles, grande leader e padre della
Capital Market Union; Stuart Popham,
presidente di Chatham House; Liz
Stevenson del London Stock Exchange
Group; Vittorio Grilli, già ministro del
Tesoro Italiano e ora presidente di JP
Morgan Europa; l'imprenditore Federico de'
Stefani; il giurista Michael Bray;
Jacqueline Minor, ambasciatrice della
Commissione Europea a Londra; Lord
Boswell, presidente della commissione
Affari Europei della Camera dei Lord; Lord
Hennay, protagonista in passato di
laboriose trattative fra Londra e Bruxelles;
Brunello Rosa della società di analisi
Macrogeo. Brexit rappresenta soltanto
l'inizio della storia ed è emerso come non
potrà che essere una Hard Brexit. Non
esiste infatti alcuna opzione Soft:
realisticamente piuttosto bisognerà
decidersi rapidamente tra una Stupid Brexit
o una Smart Brexit. In
anche quello importantissimo relativo al
passaporto finanziario, con una
eventuale-possibile interpretazione
flessibile (piuttosto che burocratica) di
una clausola della direttiva Mifid 2
basata sul concetto di equivalenza, come
è stato già per la direttiva Emir
(European Market Infrastructure
Regulation). Nel caso invece di una
battaglia tra le due parti, ne
guadagnerebbero gli Stati Uniti e le sue
banche. In ogni caso la City di Londra è
chiaramente basata sul lato britannico
della Manica e non sarà smantellata né
verosimilmente perderà pezzi
significativi di attività; tuttavia operatori,
intermediari, investitori, grandi e medie
banche internazionali sono al lavoro su
piani di azione con varie opzioni
possibili, per avere una roadmap chiara e
non lasciare i clienti in situazioni di
incertezza. Una Brexitdinìcile, insomma,
ma intelligente, (riproduzione riservata)
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