quadro delle imposte in italia

Transcript

quadro delle imposte in italia
QUADRO DELLE IMPOSTE IN ITALIA
Imposte dirette : colpiscono una manifestazione immediata di capacità contributiva, per la percezione di un reddito o
per il possesso di un patrimonio.
Imposte indirette: colpiscono una manifestazione mediata di capacità contributiva rivelata al momento del consumo o
scambio di bene o trasferimento di una attività patrimoniale.
Contributi sociali : prelievi commisurati ai redditi da lavoro in parte preponderante a carico dei datori di lavoro.
(pensioni, ammortizzatori sociali)
Imposte indirette considerate più inique delle dirette in quanto calcolate al consumo e quindi tendenzialmente
regressiva.
DIRETTE
Irpef
(Imposta sul reddito
delle persone fisiche)
Ires
(Imposta sul reddito
delle società)
Irap
(Imposta Regionale sulle
attività produttive)
Isos
(Imposte sostitutive sui
redditi da capitale)
INDIRETTE
Iva
(Imposta sul valore
aggiunto)
PATRIMONIALI
Ici
(Imposta Comunale sugli
Immobili)
Imposta sugli oli
minerali
Lotto e Lotterie
LE IMPOSTE ERARIALI SUL REDDITO
Le grandezze a cui sono commisurate le imposte dirette sono il reddito (reddito da lavoro – profitto – rendite –
interessi) e il patrimonio (classificato secondo natura mobiliare – attività finanziarie – o immobiliare – terreni).
Le pensioni sono considerate reddito da lavoro dipendente per la loro pluriennalità.
Soggetto Passivo : il soggetto al quale la legge impone l’obbligo del tributo.
Soggetto Incisivo : colui che di fatto sopporta l’onere dell’imposta.
Escludendo l’imposta di successione le imposte dirette italiane colpiscono il reddito e non il patrimonio.
Imposta personale : è un imposta il cui ammontare dipende dalle caratteristiche soggettive del contribuente.
Imposta reale : Imposta il cui ammontare dipende soltanto dall’oggetto di imposta.
Perche non solo un’imposta sul reddito ma più imposte?
-
Realizzare in modo corretto la tassazione dei redditi di impresa.
Differenziare il trattamento fiscale di alcuni redditi.
Nel caso di un reddito prodotto in forma associata infatti nasce il problema degli utili non necessariamente distribuiti;
per questo motivo l’ammontare degli utili da quale imposta dovrebbe essere colpito?
Da un imposta a carico dei soci ma in quel caso gli utili non sono stati distribuiti, per questo nasce Ires.
Il secondo motivo quello della differenziazione è dimostrato dall’imposta ISOS.
IMPOSTA PERSONALE SUL REDDITO: EQUITA’ ED EFFICIENZA
Equita : ricerca dell’indicatore più appropriato per definire la capacità contributiva di un soggetto.
Efficienza : inevitabilmente viene violato l’ottimo paretiano perciò viene valutata l’imposta a seconda delle distorsioni
che provoca.
Il flusso di reddito non è unico indicatore ma spesso viene identificato come base imponibile
FONTI
Redditi da Lavoro
Redditi da Capitale
Plusvalenze (minusvalenze)
Entrate straordinarie e occasionali
USI
Risparmio
Consumo o Spesa
REDDITO PRODOTTO
Riferimento per la capacità contributiva : reddito ottenuto come corrispettivo di una partecipazione ad attività
produttiva in un periodo di tempo “t”.
Identificazione : valore aggiunto, definito come somma di redditi Yi prodotti dai diversi fattori, quali salari e stipendi,
proventi professionali, profitti, rendite finanziarie, rendite fondiarie agrarie e urbane.
RP = ∑Yi
Problemi:
-
Definizione di reddito lordo o al netto dei costi di produzione. Ovviamente al netto dei costi ma necessita di
stabilire l’inerenza dei costi, ed in primis definire l’ammortamento del capitale utilizzato nella produzione.
L’equità viene compromessa per l’assenza di alcune componenti come le plusvalenze, alle quali un soggetto
potrebbe ricorrere per eludere l’imposta .
REDDITO ENTRATA
Schanz XIX secolo ha evidenziato altri elementi rilevanti oltre il reddito prodotto che costituiscono un entrata per il
soggetto. Distinguiamo tra componenti patrimoniali (stock) e reddituali (flussi).
RE = Wt – Wt-1 + Ct = RP + CGt + AEt
Dove Wt è la ricchezza dell’anno, Ct Consumo, CG Capital Gains, AE entrate straordinarie.
Applicazioni in evidenza:
-
-
Donazioni e eredità sono escluse dall’imponibile in quanto vengono diversamente tassati.
Le plusvalenze vengono tassate a differenza del reddito prodotto alla maturazione. Questo crea problemi di
liquidità per il contribuente ma allo stesso tempo tassare le plusvalenze alla realizzazione provocherebbe un
lock-in effect immobilizzo generato dalla volonta di differire il pagamento d’imposta.
Ammessa la detraibilità delle minusvalenze che crea elusione in quanto il soggetto contribuente tende a
modificare elementi patrimoniali per realizzare minusvalenze e dilazionare le plusvalenze.
REDDITO SPESA
Spesa e consumo considerati come base imponibile (Hobbes 600). I sostenitore del reddito spesa ritengono che sia
giusto rendere imponibile il consumo effettivo e non quello potenziale, concependo il risparmio come atto virtuso e il
consumo come unico atto di appropriazione di risorse.
RSt = Ct = RPt – CGt – (Wt – Wt-1)
Supponiamo che il risparmio venga detenuto in conti registrati sotto forma di titoli; per questo motivo le variazioni
economiche nel conto registrato determinano il consumo e in conseguenza il reddito imponibile. In questo caso il
reddito imponibile risulterebbe uguale RS = RP + (prelevamenti – versamenti) in conti registrati.
Il modello della spesa applicato alla contabilità di impresa equivale a scegliere il criterio di cassa invece di quello di
competenza.
Sotto il profilo dell’equità è necessario decidere se agire in ottica uni periodale o di ciclo vitale.
-
Uniperiodale
Pluriperiodale attraverso un patto equitativo tra cittadino e Stato facendo riferimento al valore attuale delle
imposte che ciascun contribuente sarà chiamato a pagare nell’arco della vita. DOPPIA TASSAZIONE DEL
RISPARMIO nel momento della produzione e in un secondo momento come reddito da capitale.
Con l’imposta sulla spesa il valore attuale delle imposte non dipende dalle scelte di consumo del contribuente a
differenza dell’imposta sul reddito per il quale il valore attuale delle imposte cresce al crescere del risparmio.
Un imposta sulla spesa è equivalente ad un imposta sul reddito che esenti i redditi da capitale.
Le due imposte differiscono solo per il momento in cui il soggetto è chiamato a pagarle.
Il PROBLEMA fondamentale dell’applicazione del reddito spesa è il profilo di equità dei mercati finanziari che non
rendono le condizioni equivalenti per tutti i soggetti di utilizzare il credito alle medesime condizioni. Inoltre la
concezione pluriperiodale è inapplicabile in un paese come l’Italia sottoposto a continue mutazioni.
La DIT è un primo passo verso una concezione del reddito come reddito spesa.
I TRATTAMENTO DEL RISPARMIO NEL CICLO VITALE
I moderni sistemi tributari hanno adottato aspetti riconducibili alla logica pluriperiodale del reddito spesa. Un esempio è
il risparmio rappresentato dai contributi sociali. I contributi non risultati nell’aggregato del reddito da lavoro e sono
perciò esentati dall’Irpef.
I contributi possono essere considerati come una forma di risparmio il cui risultato è la pensione.
Possiamo distinguere tre fasi logiche:
-
Accantonamento : vengono versati i contributi.
Accumulazione : rendimento che non entra nella disponibilità immediata del soggetto ma incrementa la sua
ricchezza pensionistica.
Percezione della rendita o della pensione.
Nel caso in cui la prima fase abbia durata superiore ad un anno le prime due fasi coincidono.
Le possibilità sono di 3 tipi:
-
TTE (tassato – tassato – esente) Schema che fa riferimento alle tipologie del reddito prodotto e del reddito
entrata.
EET (esente – esente – tassato) Schema di riferimento per il reddito spesa.
TEE il valore aggiunto è il medesimo del modello EET.
Il principio è quello di dover tassare gli interessi maturati in uno dei tre periodi.
SCELTA TRA IMPONIBILE MONETARIO O REALE
L’ondata di inflazione 1973-1983 ha posto l’attenzione sulla scelta tra una base imponibile definita in termini monetari
ovvero reali. Il fiscal drag è una delle distorsioni provocate dall’inflazione. Sarebbe opportuno perciò indicizzare il
sistema tributario per evitare che componenti monetarie non reali vengano sottoposte a imposizione.
Il reddito reale è il reddito delle persone fisiche o delle nazioni dopo l’adeguamento all’inflazione. Viene calcolato perciò
come differenza tra il Reddito Nominale e l’Inflazione.
Il reddito Nominale è perciò quello complessivo senza indicizzazione, mentre il reddito Reale evidenzia il potere
d’acquisto del contribuente.
Il REDDITO EFFETTIVO è quello di cui il soggetto ha piena disponibilità nel periodo di imposta considerato. La
disponibilità può essere calcolata sul principio di competenza o quello di cassa.
La definizione di REDDITO NORMALE è più difficoltosa in quanto evidenzia le potenzialità reddituali di un contribuente
valutate con riferimento ad un periodo temporale meno angusto dell’anno e ad abilità e a tecniche di produzione
medie.
Il reddito effettivo è una misura più precisa della capacità contributiva, più coerente con il reddito entrata in cui
compaiono componenti lontane dalla normalità (plusvalenze). La scelta del reddito normale è motivata dalla
tendenza di prediligere un tempo più ampio di quello annuale (previsto dal reddito effettivo) come ad esempio il
LIFETIME TAX. Einaudi inoltre a sottolineato come il reddito normale incentivi l’imprenditore attivo.
Le motivazioni che incentivano l’applicazione del reddito normale:
- Difficoltà di calcolo del reddito di competenza : la quale spesso è eccessivamente costosa e complessa. Spesso si
predilige il calcolo dei flussi di cassa che appaiono più facilmente misurabili, tuttavia il criterio di cassa non è
preciso in quanto per esempio i redditi pluriennali vengono unicamente incassati . In questo caso i sistemi fiscali
utilizzano allora la definizione di aliquote medie e redditi medi (o normalizzati).
- Difficoltà del calcolo di componenti di ricavo e di costo: determinazione del reddito effettivo complicato anche
per coloro che gestiscono sistemi contabili. Le imprese e le quote di ammortamento costanti sono l’esempio.
- Presenza nella definizione dell’imponibile di redditi non monetari: sono compresi redditi che non transitano per
il mercato come per esempio l’autoconsumo agricolo o il lavoro domestico. Il sistema fiscale sempre più spesso
rinuncia a tassare queste voci , e nel caso in cui si decida di determinare questi redditi compresi nell’imponibile
è necessario definire un reddito normale.
- Presenza dei redditi fluttuanti: soprattutto nelle attività agricole il reddito annuo può assumere accentuata
variabilità nel tempo. Nel caso di imposta progressiva il prelievo sul redditi fluttuanti è maggiore rispetto al
prelievo sui redditi costanti. In questo caso il reddito normale favorisce il calcolo di un reddito medio e perciò di
una tassazione più equa.
- Arbitrarietà del periodo di imposta per calcolare il reddito d’impresa: in un impresa possono esserci periodi
differenti . In questi casi il sistema tributario ricorre a normalizzare il reddito attraverso la compensazione tra
perdite e guadagni di diverse attività e di periodi diversi.
Il reddito normale, viene anche utilizzato per individuare contribuenti le cui dichiarazioni si discostano dai valori medi,
soprattutto nel caso dei piccoli imprenditori non soggetti a contabilità ordinaria. In questi casi vengono utilizzati
parametri facilmente controllabili come ricavi o costi e qualora il reddito dichiarato non raggiunga i livelli è
necessaria la giustificazione da parte del contribuente della distorsione tra ricavi presunti e dichiarati.
LA SCELTA DELLE UNITA’ IMPOSITIVA
A partire dal 1974 il riferimento era la famiglia e l’imponibile era calcolato come cumulo di tutti i redditi. Dopo la
sentenza del 1976 della Corte Costituzionale, la base dell’imposizione divenne il reddito individuale soddisfacendo il
criterio di giustizia secondo cui un’imposta non debba interferire nelle decisioni familiari o di convivenza. Infatti
REDDITO COPPIA LAVORA PIU’ ALTO DELLA SOMMA DELLE IMPOSTE REDDITI INDIVIDUALI IN REGIME D’IMPOSTA
PROGRESSIVA.
La tassazione individuale evita distorsioni nelle scelte dei membri del nucleo familiare.
E’ ovvio però che i bisogni di una famiglia siano proporzionali alla numerosità e alla composizione, per questo in alcuni
paesi (USA) è presente lo SPLITTING che prevede una media dei redditi dei due coniugi; questo metodo non tiene
conto però degli altri componenti della famiglia. Una soluzione è il reddito medio dividendo il reddito complessivo
per il numero dei componenti, ma non tenendo conto dell’economie di scala e delle differenze della composizione.
Un metodo più equo (Francia) è il sistema del QUOZIENTE FAMILIARE che adotta come aliquota quella media che si
applicherebbe al reddito pro capite del nucleo corretto per l’economie di scala; i pesi attribuiti a ciascun membro
sono via via decrescenti, il reddito complessivo perciò viene diviso per la somma dei pesi attribuiti.
L’applicazione del reddito complessivo mina l’equità, e una soluzione potrebbe essere ricondurre a tassazione il reddito
del lavoro casalingo o di cura.
Esistono strumenti attraverso i quali, pur utilizzando l’unità impositiva individuo, non venga trascurato il nucleo; sono LE