Vento largo (27)

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Vento largo (27)
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Vento largo (27)
La letteratura è una difesa contro le offese della vita. (Cesare Pavese)
Qualche difesa in ordine sparso, offerta dalla letteratura, ma anche della musica, all’inizio di un anno carico
di promesse. Noi salutiamo e ringraziamo tutti coloro (a partire dai Coda di Lupo) che ci hanno aiutato a
cominciarlo con l’entusiasmo e la passione di sempre. Vi aspettiamo il 13 febbraio, non mancate.
(dischi)
Davy Graham, A Scholar & A Gentleman, Decca
Illuminato precursore di mille innovazioni sulla chitarra (acustica) l’inglese Davy Graham, alla pari con il
suo contemporaneo e altrettanto fondamentale John Fahey, non ha mai avuto un’esistenza facile, attratto
com’era da meandri oscuri e mistici. Se ne è andato un paio d’anni fa lasciando legioni di chitarristi che
cercano di imitarlo (non ultimo Will Hodginkson che gli ha dedicato il suo Guitar Man). Da riscoprire.
Rickie Lee Jones, Balm In Gilead, Fantasy
Era dai tempi di Traffic From Paradise che Rickie Lee Jones non faceva un album così asciutto e intenso
nello stesso tempo: un disco di canzoni raffinato, maturo e anche seducente (al di là del titolo biblico) perché
la sinuosità di certe ballate, il taglio di un’interpretazione sempre da protagonista e un sound che (dopo
dozzine di esperimenti) torna alle sue radici, ci riconsegnano una “primadonna” nella migliore accezione del
termine.
Autori vari, The People Speak, Universal
Ispirato dal libro di Howard Zinn (purtroppo scomparso all’inizio di quest’anno) Storia del popolo
americano dal 1492 a oggi (Il Saggiatore), The People Speak è un bel film dedicato all’importanza e alla
necessità di avere un’opinione pubblica. Una celebrazione con ampi risvolti musicali a cui hanno contribuito,
tra gli altri, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Eddie Vedder, i Black Crowes, Jackson Browne e Randy
Newman.
Koko Taylor, What It Takes, Chess
In ricordo di una grande signora del blues, scomparsa l’anno scorso un’ottima antologia delle sue prime
incisioni, risalenti agli anni Sessanta. Sull’espressività, la forza e il calore della voce di Koko Taylor non è
che ci sia molto altro da aggiungere. Qualcosa si può dire sulle canzoni di questo disco visto che provengono
in buona parte dal suo esordio e che spesso e volentieri sono opera di suo marito, Willie Dixon. Non manca
nulla.
Dave Matthews Band, Live In Europe, Bama Rags
La Dave Matthews dell’estate dello scorso anno ha ritrovato tutto il coraggio, l’energia e la caleidoscopica
varietà della sua musica che, oggi come oggi, è unica. Un sound meraviglioso e contagioso, che si è
trasformato in un happening celebrato da un cofanetto che contiene oltre all’intero concerto di Lucca (tre
CD), un album fotografico del tour europeo e un DVD dalla Brixton Academy (Londra). Appuntamento il 22
febbraio a Milano, da non perdere.
(libri)
Herman Koch, La cena, Neri Pozza
Una cena in un ristorante di lusso è l’occasione, per quattro genitori, di discutere le decisioni da prendere nei
confronti dei figli, autori di un inaudito gesto di violenza, finito con la morte di una clochard. Tutti i luoghi
comuni e le idiosincrasie famigliari collassano in un crescendo di rivelazioni che disintegra ogni ambizione e
genera paurose nevrosi. Un vero e proprio incubo moderno con il ritmo del thriller e il dono della polemica.
Nomsa Mwamuka, La storia di Miriam Makeba, Gorée
Nella sua storia risaltano sempre gli uomini che ha avuto accanto (Harry Belafonte, Stokely Carmichael,
Nelson Mandela) ma Miriam Makeba è stata una donna che ha vissuto l’esilio dalla sua patria, il Sudafrica,
come una missione. Vita, musica, lotta (per la giustizia, non per altro) si sono intrecciate al punto da essersi
fuse in una sola, unica e irripetibile identità. Raccontata benissimo in questa biografia: forte, libera,
coraggiosa.
Per Petterson, Fuori a rubar cavalli, Guanda
Un’infanzia legata ai boschi norvegesi, alle magie di un’estate dove tutto aveva un senso che le parole non
potevano spiegare spinge il protagonista a tornare nei luoghi dove ha vissuto l’emozione di crescere e la
crudeltà dell’abbandono. Una splendida natura fa da cornice a un romanzo rivelatorio che mostra molto degli
intricati legami tra piccoli e grandi, bambini e adulti ma anche e soprattutto tra i ricordi e la loro continua
ricostruzione.
Chico Buarque, Latte versato, Feltrinelli
La storia di una nazione ricca e complessa come il Brasile condensanta in uno scoppiettante romanzo di
centocinquanta pagine: un uomo vissuto un secolo attende la sua ora in un letto d’ospedale e racconta la sua
storia che è anche quella del suo paese. Chico Buarque con un linguaggio ritmico e caldo non nasconde una
sferzata polemica e riscopre quel gusto cosmopolita e meticcio che è proprio del Brasile.
Dennis Lehane, Quello era l’anno, Piemme
Boston, subito dopo la prima guerra mondiale, è una città “aperta” e percorsa dalle tracce di guerre latenti e
invisibili: ognuno sembra aver un motivo valido per combattere e la distinzione tra il bianco e il nero rimane
un bel problema anche cinquant’anni dopo la guerra di secessione. Ma ci sono legami che vanno oltre e che
Dennis Lehane trasmette ai suoi personaggi con una scrittura volitiva, ricca e piena di suggestioni. Un grande
romanzo.
(prossimo incontro)
Sabato 13 febbraio, a partire dalle ore 17.30, Silvano Brambilla della rivista “Il Blues” presenta Muddy
Waters.
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