Ricordo di Giovanni Prodi al 27° Convegno sulla Didattica della
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Ricordo di Giovanni Prodi al 27° Convegno sulla Didattica della
Ricordo di Giovanni Prodi al 27° Convegno sulla Didattica della Matematica del Gruppo di Formazione Matematica della Toscana Viareggio, 9-10 settembre 2010 Siamo al 27° Convegno del Gruppo di Formazione Matematica della Toscana, il primo dopo la morte di Giovanni Prodi. Ricordiamo tutti la sua presenza in quest’aula, quando abbiamo festeggiato il nostro 25° Convegno: il professore appariva sofferente, ma contento per la vitalità di questa sua creatura e per l’affetto caloroso di tutti i partecipanti. Una mia impressione personale. Nonostante il forte rimpianto, è come se la morte mi, e penso ci, avesse restituito il professore nella vivezza che abbiamo conosciuto: dotato di un’acuta intelligenza, sensibile ai problemi della didattica in matematica, aperto alle esigenze più alte che vengono dal mondo della cultura e dalla società, instancabile nel ritmo di lavoro (basta pensare al richiamo della campanella al 1° Convegno di insegnanti della Toscana a San Leonardo al Palco), esigente con se stesso e con gli altri. Il ricordo va alle molte ore passate insieme a lui e a tanti insegnanti discutendo di didattica della matematica, di un progetto di testo per studenti, di corsi di aggiornamento per insegnanti che andavamo a fare in numerosissime scuole di centri grandi e piccoli in Toscana e altrove. Grazie a questa attività abbiamo incontrato tante persone desiderose di migliorare il proprio insegnamento, con cui abbiamo stretto un rapporto di collaborazione. Vivevamo in un clima di fervore e di entusiasmo, che di solito è difficile trovare e che speriamo di saper mantenere almeno in parte. Vorrei qui sottolineare alcuni aspetti caratteristici dell’atteggiamento di Prodi nei confronti dell’insegnamento della matematica che sono emersi in tanti anni di lavoro sotto la sua guida; l’ho conosciuto alla fine degli anni ’50 quale professore di Analisi matematica all’Università di Trieste e da allora sono stata coinvolta personalmente in diversi modi. Prodi era un convinto assertore della necessità di collaborazione e di scambio tra Università e Scuola. Soltanto un proficuo contatto tra docenti universitari e insegnanti dei vari livelli di scuola può assicurare un equilibrato rinnovo dei contenuti e una costruttiva ricerca di metodologie didattiche. Si è sempre preoccupato della formazione degli insegnanti, tenendo presenti due aspetti. Da un lato si è speso generosamente per accrescere la preparazione e la cultura degli insegnanti, quale base indispensabile per un buon insegnamento. Dall’altro ha colto, prima di molti altri, l’importanza della ricerca in psicologia dell’apprendimento. Proprio per svolgere all’Università ricerca in Didattica della matematica ha ottenuto, negli anni ’80, il distacco dalla scuola di alcuni insegnanti. Una notazione personale: alla mia esitazione di accettare il distacco perché avrei dovuto lasciare i miei alunni (Maria Sainati opponeva analoga resistenza), il professore ci invitava a spingere lo sguardo più avanti, a preoccuparci di un possibile beneficio più esteso del nostro lavoro. Negli stessi anni Prodi ha dato vita al Gruppo di Formazione Matematica della Toscana, che mostra la sua iniziativa più importante nel Convegno annuale. Il programma dei Convegni ha sempre previsto, in accordo con la sua visione, relazioni di carattere culturale e relazioni di contenuto didattico. L’ampia adesione ai Convegni nel corso degli anni e lo spirito di amicizia che si crea fra i partecipanti sono un bellissimo riconoscimento al lavoro di Prodi. Mi piace ancora fare un cenno alla revisione, fatta in questi ultimi anni, del Progetto “Matematica come scoperta”, che ha portato alla pubblicazione dei diversi volumi di “Scoprire la matematica”. In questo lavoro, che ha coinvolto molti di noi, Prodi ha dato ancora un prezioso contributo di idee e ha mostrato, come sempre, la speranza di suscitare negli alunni entusiasmo per la matematica. Un’ultima osservazione. Al di là delle convinzioni di ciascuno, penso che sia importante ricordare che Giovanni Prodi ha dato vita ai gruppi su “Scienza e Fede”, nei quali studiosi di discipline diverse riflettono sul senso della scienza in relazione alle domande ultime che l’uomo si pone. Credo che anche queste esperienze lo abbiano aiutato a vedere la matematica e i problemi dell’insegnamento con un respiro ampio e con una tensione continua. Esprimo infine una profonda gratitudine al professore per il cammino di crescita scientifica e umana che abbiamo potuto compiere, grazie a lui e insieme a lui, e per questo ambiente di amicizia e di collaborazione scientifica, un dono non frequente nella vita, che desideriamo offrire a quanti vogliono unirsi a questo gruppo. Maria Sciolis Marino