Scuole per tutti i bambini del mondo “Saranno la forza che aiuta la

Transcript

Scuole per tutti i bambini del mondo “Saranno la forza che aiuta la
la Repubblica
VENERDÌ 20 APRILE 2012
@
SALVIAMO IL PIANETA
R2CRONACA
ILLUSTRAZIONE DI EMILIANO PONZI
■ 46
PER SAPERNE DI PIÙ
www.slowfood.it
www.unicef.it
Le contraddizioni fra i paesi sviluppati e gli altri, poveri o emergenti, sono una realtà da cui non si può prescindere
Bisogna smettere di pensare allo sviluppo solo come produzione di ricchezza senza guardare ai divari sociali
Scuole per tutti i bambini del mondo
“Saranno la forza che aiuta la natura”
MARC AUGÉ
on sono un esperto
di scienze naturali e
non posso fare altro
che preoccuparmi,
come tutte le persone di buon senso, per il modo
in cui stiamo maltrattando il nostro ambiente: sia il nostro ambiente immediato e quotidiano
che il pianeta in generale, l’atmosfera, l’aria e le acque. Non
ho nessuna competenza specifica per dire che cosa si debba fare dal punto di vista tecnico, ma
posso cercare di individuare i
punti di contatto fra problemi
ecologici e problemi sociali.
Cominciamo a preoccuparci
per il futuro del pianeta. È un
N
Non si può
garantire il futuro
dell’uomo
dimenticando una
parte di individui
sentimento nobile perché riguarda l’avvenire dell’umanità
in generale e di quella parte di
essere umano in senso lato che
è presente in ciascuno di noi. Un
futuro che non è il nostro in
quanto individui, e nemmeno
quello dei nostri figli, ma quello
di tutti gli esseri umani a venire,
a cui ci unisce una sorta di fraternità essenziale. L’inquietudine per il futuro del pianeta come corpo fisico maltrattato ci fa
percepire la nostra condizione
di esseri umani.
Le contraddizioni fra i Paesi
cosiddetti sviluppati e i Paesi
emergenti o sottosviluppati sono reali e lo scrupolo di proteggere il pianeta a volte appare come un lusso da ricchi. Come
sfuggire al sospetto di voler garantire il futuro dell’uomo in generale dimenticando una parte
dell’umanità, di voler garantire
Gli appuntamenti
il futuro della società a venire
trascurando gli individui che la
compongono?
Questa contraddizione è una
sfida e vedo due modi per raccoglierla.
La finalità di quello che chiamiamo sviluppo, il cui prezzo
ecologico è talvolta pesante,
dev’essere sociale prima che
economica. La lotta contro la
povertà è una premessa e una
IL COMMENTO
CARLO PETRINI
SMETTIAMO I PANNI DEL CONSUMATORE PASSIVO
RIPARTIAMO DA CASA, DALLA NOSTRA TERRA MADRE
LA GIORNATA
“Mobilitare la terra” è lo
slogan dell’Earth Day,
che si celebra in tutto il
mondo domenica 22 aprile.
In Italia è a Napoli
LA STAR
Un concerto in chiave
ecologica si svolgerà
alle 21 al Palapartenope.
Star l’indonesiana Anggun,
presenta Serena Dandini
LA BIODIVERSITÀ
“Adotta un animale” è
il progetto del Bioparco
di Roma: 25 euro per un
elefante, uno scimpanzé
o un tamarino (scimmietta)
L’OSSERVATORIO
A tutela dei parchi, con
le iniziative degli scout
CNGEI e Earth Day Italia.
Prossimo passo, un
osservatorio ambientale
o bacio la terra, io adoro la terra. Il futuro, non solo del Brasile, ma del mondo intero, è il
campo, è la terra». Così sentenziava in un’intervista un contadino brasiliano durante Terra Madre 2008. Questo è
amore, e l’amore fa credere nel futuro. È
tutto ciò che dovremmo condividere,
provare come sentimento,
mettere in pratica. C’è una
Giornata Mondiale della Terra che ci fa riflettere sulla nostra cattiva condotta. I sistemi produttivi e i nostri stili di
vita hanno raggiunto un punto di non ritorno nel depauperamento delle risorse e dei beni comuni, soprattutto la terra: un dato di fatto. Non è demagogia, anche gli scettici si stanno ricredendo. Il sistema con cui pensiamo di produrre ricchezza — che non accenna a fermarsi e
anzi incrementa la sua portata distruttiva
— va cambiato radicalmente.
Ma in occasione di questa giornata evitiamo i lamenti. Molti crederanno sia necessario l’intervento di grandi organismi
sovranazionali, o dei Governi. Non è così,
come non lo è per tutte le grandi rivoluzioni. Sta a noi, attraverso buone pratiche
individuali, creare il vero humus con cui
crescerà un nuovo paradigma. Sta a noi
intraprendere la strada dell’amore verso
questa Terra vilipesa, lo stesso amore che
sanno esprimere certi contadini. Le buone pratiche sono azioni semplici, anche
«I
piccole, alla portata di tutti. Per esempio
gli orti comunitari e nelle scuole, qui come in Africa, stanno cambiando realmente la percezione delle giovani generazioni
nei confronti della terra. Un’educazione
che però non deve fermarsi mai, continuare negli anni, riprendersi anche i padri e le madri che hanno disimparato come fare. E allora, altro esempio, non sprecare il cibo è non
sprecare terra se, com’è vero,
«mangiare è un atto agricolo».
Questo è il modo più semplice che abbiamo per ritornare alla terra, diventare contadini come il brasiliano di
Terra Madre senza dover
prendere per forza in mano
una zappa. Educhiamoci a mangiare locale, a non sprecare, a seguire le stagioni
e non sposiamo con le scelte alimentari
pratiche che stanno mangiandosi per
sempre la terra e le risorse. Diventiamo
co-produttori in grado di esprimere scelte responsabili; una volta per tutte smettiamo i panni del consumatore passivo —
che consuma anche terra, aria e acqua —
e ripartiamo da molto vicino, da casa nostra. Anche perché se continuiamo così,
con questo ritmo, casa nostra, la nostra
Europa, rischia nei prossimi decenni di
non riuscire più a garantire la sufficienza
alimentare per i suoi 500 milioni di abitanti. Non è uno scherzo. La terra fertile
sparisce, e per salvarla iniziamo ad amarla davvero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
condizione per qualsiasi sviluppo autentico. Bisogna riuscire a
mettere fine allo sviluppo concepito come produzione di ricchezza senza attenzione alla ripartizione della stessa. Il divario
fra gli individui più ricchi e gli
strati sociali più poveri oggi continua ad allargarsi. È il motore
del sistema ed è questo sistema
che inquina la natura, perché
non la rispetta allo stesso modo
in cui non rispetta gli individui.
È il motore che va cambiato.
Per cambiare motore, salvare
il pianeta e la società, c’è bisogno di una volontà e di una lucidità che può essere sviluppata
— appunto — attraverso l’istruzione. Lo sviluppo dell’istruzione fa ricorso a energie non in-
L’istruzione è
un’arma efficace
per padroneggiare
i molti aspetti
della crescita
quinanti, quelle dello spirito e
della conoscenza. L’istruzione,
lo sviluppo della conoscenza,
possono essere un’arma efficace per padroneggiare tutti gli
aspetti della crescita e ripensare
il nostro rapporto con la natura.
Queste dichiarazioni di principio possono sembrare lontane dalle preoccupazioni immediate, ma io credo sinceramente che è lottando per la presenza
effettiva di tutti i bambini del
mondo in scuole degne di questo nome che riusciremo a cambiare la società e a ritrovare la
natura, senza per questo rinunciare a esplorarla.
(traduzione
di Fabio Galimberti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA