settimanale «A - Parrocchia di Santo Stefano

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settimanale «A - Parrocchia di Santo Stefano
verso Emmaus
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12 febbraio 2017 – Domenica VI dopo l’Epifania
Lettura del Vangelo secondo Matteo
12, 9b-21
In quel tempo.
Il Signore Gesù andò nella sinagoga;
ed ecco un uomo che aveva una mano
paralizzata. Per accusarlo, i farisei domandarono a Gesù: «È lecito guarire in
giorno di sabato?».
Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di
sabato, cade in un fosso, non l’afferra e
la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più
di una pecora! Perciò è lecito in giorno di
sabato fare del bene». E disse all’uomo:
«Tendi la tua mano». Egli la tese e quella
ritornò sana come l’altra.
Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù
però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e
impose loro di non divulgarlo, perché si
compisse ciò che era stato detto per
mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio
servo, che io ho scelto; / il mio amato,
nel quale ho posto il mio compiacimento.
/ Porrò il mio spirito sopra di lui / e annuncerà alle nazioni la giustizia. / Non
contesterà né griderà / né si udrà nelle
piazze la sua voce. / Non spezzerà una
canna già incrinata, / non spegnerà una
fiamma smorta, / finché non abbia fatto
trionfare la giustizia; / nel suo nome
spereranno le nazioni».
«A
llora i farisei uscirono e tennero
consiglio contro di lui per farlo
morire». Il Vangelo di oggi ruota
intorno a questa frase.
Perché i farisei prendono questa decisione? Hanno tentato per l’ennesima
volta di incastrarlo, vedendo quell’uomo
dalla mano paralizzata nella sinagoga
proprio di sabato. Sanno che Gesù non
resiste di fronte alla sofferenza degli uomini, che non rimarrà indifferente, vedendo quell’uomo e lo provocano: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Probabilmente la domanda insidiosa è dettata
dalla convinzione che Gesù farà come
tutti i guaritori: toccherà quell’uomo, farà
qualche gesto magico, farà qualche mistura o unguento, da spalmare sulla
mano, tutte cose proibite dalla rigida
legge del sabato, che permettevano di curare una persona solo in pericolo di morte.
Quell’uomo non rischiava certo di morire,
ma se non lo avesse guarito, avrebbero
potuto sempre accusarlo d’indifferenza
verso chi soffre.
Gesù risponde con coraggio o meglio
con autorità, come un vero maestro ebreo.
Prima prende l’esempio di quello che gli
stessi farisei e la gente comune faceva:
salvare la propria pecora caduta nel fosso.
Poi ricorda che l’essere umano è superiore a un animale e quindi trae la conclusione: «È lecito in giorno di sabato fare
del bene».
Gesù non si limita a insegnare con le
parole, ma compie un gesto, che dimostra
come si può rispettare il sabato e fare del
bene. Non compie alcuna azione: parla. E
il paralitico tende la mano, come gli ha
detto Gesù: si fida delle sue parole, ben
diversamente dai farisei. Che cosa comporta la decisione dei farisei di uccidere
Gesù? Matteo risponde: con essa si realizza quello che aveva detto il profeta Isaia
nei cosiddetti Carmi del Servo. I farisei
condannano Gesù, perché agisce come
aveva scritto il profeta: non condanna,
non grida, non rinuncia mai a sperare
neppure se una canna è incrinata o una
lampada è ormai senza più olio. È venuto
non per giudicare né per condannare, ma
per infondere speranza in ogni essere
umano! Per ricordarci che l’essere umano
è il capolavoro di Dio!
Forse serve anche a noi ricordare che
tra gli animali e l’essere umano c’è una
differenza incolmabile: l’uomo non è un
animale! Sul crinale della creazione, l’essere umano è dalla parte di Dio, non degli
animali: «Che cosa è mai l'uomo perché di
lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te
ne curi? Davvero l'hai fatto poco meno di
un dio, di gloria e di onore lo hai coronato» (Sl 8, 5-6). O, come diceva sant’Ambrogio: l’uomo è il «capolavoro di Dio», «il
culmine dell’universo e la suprema bellezza d’ogni creato», perché Dio ha «fatto
l’uomo dotato di ragione, capace di imitarlo, emulo delle sue virtù».
E proprio perché fatto «poco meno di un
dio» l’uomo è chiamato a e può compiere
il bene, come scrive la Lettera a Diogneto:
«Amandolo diventerai imitatore della sua
bontà.
Non meravigliarti che un uomo possa
diventare imitatore di Dio: lo può perché
Egli lo vuole. Chi prende su di sé il fardello del prossimo e cerca di servire anche gli inferiori; chi, donando ai bisognosi
ciò che gli fu dato, diventa come un Dio
per i suoi beneficati, costui è imitatore di
Dio».
PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA
ignore
Signore
dammi il tormento della pace,
ostacoli e difficoltà,
la certezza che la pace è possibile,
insuccessi e delusioni
il coraggio di volere la pace.
non generino mai scelte violente.
Signore
Signore
liberami dalla rassegnazione
Tu hai conquistato la pace
che accetta per gli altri
con la tua morte e resurrezione
ciò che non voglio per me.
e l'hai messa nelle mie mani.
Signore fammi sicuro e libero
Signore
geloso dei miei sogni di pace
non voglio tradire il tuo dono
instancabile nel realizzarli.
voglio viverlo e offrirlo al mondo
Signore apri il mio cuore ad amare
perché creda che Tu sei con noi.
sempre e tutti senza eccezioni
Signore
senza aspettare nessuna risposta.
« Pace in terra agli uomini »
Signore liberami dall'invidia
è annuncio, è realtà sicura:
gelosia e sfiducia
nelle mie mani sia un dono per tutti.
inutili scuse al mio egoismo.
S
AVVISI ED APPUNTAMENTI SETTIMANALI
 Venerdì 17, alle ore 21 in Chiesa: incontro per i Genitori dei bambini di quarta
elementare in preparazione alla Prima Confessione
 Per partecipare alla S. Messa del Papa al parco di Monza, il 25 marzo, la Parrocchia ha prenotato un pullman; invitiamo gli interessati ad iscriversi presso la Segreteria Parrocchiale
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