Mela marcia - Franco Vite

Transcript

Mela marcia - Franco Vite
Mela marcia: quello che c’è
sotto il business del gadget
tecnologico
Mela marcia
Il 20 ottobre di quest’anno è finalmente uscito il primo libro a cui ho attivamente partecipato: Mela marcia. La mutazione genetica di Apple, per i
tipi di Agenzia X di Milano.
A scriverlo siamo stati in 4: le due donne, principali motori e menti del
progetto, Caterina e Mirella, entrambe giornalisti hi tech, tra le altre
cose; il mitico Ferry Byte, cyber attivista della prima ora, fondatore di
Strano Network, di Isole nella Rete e di tante altre belle cose. E, modestamente, io.
Il libro prende spunto dalla querelle sull’ultimo iPhone, quando uno dei
blogger di punto di Gizmodo viene represso pesantemente per aver fatto lo
scoop dell’anno: aver presentato per primo al mondo il mitico iPhone 4, che
ancora non era uscito e di cui tanto si parlava.
Mela Marcia parte da questa vicenda per
sviscerare cosa si nasconde dietro alla
mutazione di Apple: la mania della
segretezza, l’astuto ruolo del messia
laico
Steve
marketing
Jobs,
il
aggressivo
potere
e
il
del
bluff
dell’iPad. Il volume è completato dalla
storia del giornalismo 2.0 nell’era di
blogger
coraggiosi
e
di
“gossip
merchant”
come si può leggere nella presentazione dell’editore al libro.
Una scusa, tutto sommato, per andare a spalare un po’ della munnezza che si
sta accatastando nel dietro le quinte dello scintillante mondo dei desideratissimi gadgets hi tech. Un mondo fatto di schiavi cinesi, che si suicidano a frotte perché non ne possono più di lavorare 12 – 15 ore al giorno
per ben 40 centesimi di euro l’ora, 7 giorni la settimana; un mondo fatto
di guardie private che possono tutto all’interno dell’azienda, e che i
dipendenti chiamano simpaticamente gestapo; di un mondo che è tanto, troppo
simile a tutto il resto del mondo, fatto di cattivi e brutti personaggi per
cui business is business, ma che fino all’altro ieri ci dicevano think different, ci davano la mela morsicata e nella loro sede avevano in bella mostra la jolly roger, la bandiera dei pirati. Gente che è diventata quello
che è, tra i più importanti guru dell’universo informatico, geni del marketing e della tecnologia, grazie anche e soprattutto agli hacker e alla loro
comunità e alla loro voglia di condivisione.
Gente che ora censura, vieta, reprime. Gente che tutto ad un tratto è diventata come tutti gli altri. E forse peggio.
In questo libello usiamo la Apple e i suoi leader e i suoi guru e la sua
storia (e i suoi fan, malgrado loro… ;), per cercare di capire la tendenza
di questo nuovo modello di business – quello delle Apps, dei device portatili – questa nuova internet a più velocità e a pagamento, per cercare di
capire dove stiamo andando.
Non pare, a nostro modestissimo avviso, che sia un posto poi così confortevole …
Il libro è, ovviamente, rilasciato sotto licenza Creative Commons e lo si
può liberamente scaricare in formato pdf dal sito dell’editore, e in formato epub e mobi (l’epub taroccato di amazon) dal sito di simplicissimus.
Abbiamo aperto anche un blog in cui si può liberamente discutere degli argo-
menti del libro e degli aggiornamenti che via via aggiungiamo online, quando possiamo:
http://nessungrandenemico.org
Buona lettura e buona partecipazione!
PS
Domenica prossima, 12 dicembre, saremo a presentare il libro alla libreria
Flexi di Roma, in Via Clementina 9
12 Evilest Pope Pictures:
Pics, Videos, Links, News
12 Evilest Pope Pictures: Pics, Videos, Links, News.
Ma quanto è brutto?! Sembra finto … (pori bimbi …)
E’ morto Howard Zinn
Howard Zinn è morto ieri, all’età di 87 anni.
Con la sua scomparsa è venuto a mancare un’altro pezzo importante della storia della cultura di Sinistra mondiale.
Metto la S non perché Zinn fosse chissà quale leader o potente, anzi, proprio il contrario: Zinn era, semplicemente, meravigliosamente, un compagno.
Come arma aveva il cervello e la tastiera, come scopo raccontare, spiegare,
scoprire la vita, le lotte, la sofferenza, le vittorie, le sconfitte del
popolo, della gente comune, di quelli di cui quasi sempre al storia (e la
politica) non si occupa.
Zinn l’ha fatto in maniera magistrale, e il suo splendido libro Storia del
popolo americano (purtroppo privo delle note, per una scelta editoriale ALLUCINANTE) né è l’esempio migliore.
Ci mancherai, compagno.
Addio Nanda
Come scrive in un newsgroup un appassionato di jazz, «quella grande orchestra ” di là” si arricchisce sempre di più
e qui non sembra che ne nascano
così tanti…».
Ieri se ne è andata Fernanda “Nanda” Pivano, grandissima della cultura
italiana, colei che con Pavese ha portato nel nostro paese la grande e moderna cultura letteraria (e non) statunitense: Melville, Hemingway, Fitzgerald, Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti, Burroughs, Bukowski e via via fino ai
contemporanei giovani autori come Jay McInerney, Bret Easton Ellis, David
Foster Wallace, Chuck Palahniuk e Jonathan Safran Foer.
Ma non solo, come se non bastasse: femminista e libertaria, sodale di personaggi altrettanto immensi, come De André e Bob Dylan, ha sempre lottato per
un mondo di pace e giustizia.
Sembra di parlare di marziani, guardandosi attorno, gente che ha speso tutta la vita per migliorare quella di tutti.
Gente che ha fallito, abbiamo fallito.
Che la terra sia leggera su di te, Nanda.
La collina
Dove sono Helmer, Herman, Bert, Tom e
Charley,
il debole di volontà, il forte di
braccia, il buffone, l’ubriacone,
l’attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno morì di febbre,
uno bruciato in miniera,
uno ucciso in una rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte mentre faticava
per moglie e figlitutti, tutti dormono, dormono, dormono
sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizze e
Edith,
il cuore tenero, l’anima semplice, la
chiassosa, la superba, l’allegrona?tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di parto clandestino,
una di amore contrastato,
una fra le mani di un bruto in un
bordello,
una di orgoglio infranto, inseguendo il
desiderio del cuore,
una dopo una vita lontano a Londra e
Parigi,
fu riportata nel suo piccolo spazio
accanto a Ella e Kate e Magtutte, tutte dormono, dormono, dormono
sulla collina.
Dove sono zio Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne
Houghton,
e il maggiore Walzer che aveva parlato
con i venerandi della rivoluzione?tutti, tutti dormono, dormono, dormono
sulla collina.
Li portarono figli morti in guerra,
e figlie che la vita aveva spezzato,
e i loro orfani, in lacrimetutti, tutti dormono, dormono, dormono
sulla collina.
Dov’è il vecchio Jones, il violinista
che giocò per novant’anni con la vita,
sfidando il nevischio a petto nudo,
bevendo, schiamazzando, infischiandosi
di moglie e parenti,
e danaro e amore e cielo?
Eccolo! Ciancia delle sagre di pesce
fritto di tanti anni fa,
delle corse di cavalli di tanti anni fa
a Clary’s Grove,
di ciò che Abe Lincoln disse
una volta a Springfield.
Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, 1916