ANNO 2016 NOtizie dAl 24 dicembre Al 31 dicembre
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ANNO 2016 NOtizie dAl 24 dicembre Al 31 dicembre
HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 ANNO 2016 Notizie dal 24 dicembre al 31 dicembre notizie e informazioni SULL’america meridionale e, in particoLare, SULLa colombia, raccolte da agenzie, gruppi, istituzioni, confrontate E comMENTATE CON CONTRIBUTI CRITICI E VALUTATIVi Pag. 02 - 24 dic. La Colombia è il Paese del 2016 secondo l’Economist Pag. 02 - 24 dic. Venezuela, Natale di azzardi e tensioni Pag. 03 - 25 dic. In Colombia il Natale rafforza le speranze di pace Pag. 04 - 26 dic. Primi passi di Santos per entrare nella Nato Pag. 05 - 27 dic. I rapimenti in Colombia sono diminuiti del 92 per cento in 15 anni Pag. 05 - 28 dic. Dalla Colombia al Congo, ecco la nuova geopolitica del Vaticano di Papa Francesco Pag. 07 - 29 dic. Il Vescovo di Cucuta (Colombia): “Fornire aiuti umanitari ai venezuelani in difficoltà” Pag. 07 - 30 dic. Guatemala. I maya invocano la pace attraverso un antico rituale Pag. 08 - 31 dic. Colombia. anche il Senato approva all'unanimità sull’amnistia per guerriglia e militari Pag. 08 - 31 dic. Venezuela: 30 persone in ostaggio dei rapitori in un monastero Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 1 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 24 dic. La Colombia è il Paese del 2016 secondo l’Economist L’autorevole settimanale britannico The Economist ha decretato la Colombia come paese del 2016 grazie all’accordo che ha permesso allo Stato di mettere fine al conflitto armato con i ribelli marxisti delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), che andava avanti da ormai quasi cinquant’anni.Il riconoscimento assegnato dal settimanale britannico al paese sudamericano va ad aggiungersi al premio Nobel per la Pace conferito dall’Accademia svedese lo scorso ottobre al presidente della Colombia, Juan Manuel Santos per “la sua determinazione nel mettere fine alla guerra civile nel paese che durava da più di 50 anni”. Negli anni passati l’Economist aveva assegnato il premio a Myanmar (2015), Tunisia (2014) e Uruguay (2013). Il primo storico accordo di pace tra Stato colombiano, rappresentato dal presidente Juan Manuel Santos, e le FARC era stato siglato lo scorso 27 settembre, e poi respinto dal 50,2% dei colombiani chiamati, una settimana dopo l’accordo, a dire la loro attraverso un referendum popolare. Nonostante la bocciatura popolare gli accordi tra le due fazioni sono proseguiti portando a un nuovo accordo, che questa volta dovrà venire ratificato dal Congresso in cui il presidente Santos detiene la maggioranza. Dagli anni sessanta le FARC si sono sempre battute contro l’espropriazione dei terreni agricoli ai danni dei contadini colombiani, e hanno cercato di rovesciare lo stato colombiano e instaurare un governo di ispirazione marxista. Nel corso degli anni il gruppo guerrigliero ha quindi condotto una sanguinosa lotta contro il governo che dalle Ande è arrivata a colpire anche le più grandi città della Colombia. 24 dic. Venezuela, Natale di azzardi e tensioni Crisi umanitaria, stato fallito, code bibliche davanti ai supermercati… Sono questi i titoli delle notizie provenienti dal Venezuela. Qualche volta, filtra un trafiletto su un argomento che nel nord del mondo – dove i diritti economici sono sempre più una chimera – diventerebbe una notizia da «uomo morde cane»: «Nicolas Maduro aumenta salari e pensioni», oppure «il presidente occupa la fabbrica chiusa insieme agli operai», e poi «aumentate le borse di studio anche per gli studenti all’estero», e ancora «il governo destina oltre il 70% degli introiti ai piani sociali». In questi giorni, il presidente ha consegnato la casa popolare n. 1.300.000, ammobiliata e gratuita per i redditi bassi, a Ciudad Caribia, la cittadella autogestita creata da Chavez: nell’ambito della Gran mision vivienda Venezuela (Gmv). Un programma che ha preso avvio del 2011 e che si propone di arrivare a tre milioni di alloggi popolari entro il 2019. Nel 2016, nonostante la drastica caduta del prezzo del petrolio, su 303.997 abitazioni, lo Stato e le comunità organizzate ne hanno costruite 285.518, il settore privato 18.477. Come può uno «stato in bancarotta» realizzare tutto questo? Perché una «cricca totalitaria abbarbicata al potere» dovrebbe decidere di non far pagare ai più deboli i costi della crisi, affrontando la guerra con i grandi decisori internazionali? L’«esperimento bolivariano» non è un orologio svizzero né un concerto di voci bianche, né le riforme strutturali fin qui compiute sono apparentabili alla Russia di Lenin: e infatti, la parte più a sinistra del chavismo propone di non pagare più il debito estero e di andare più a fondo espropriando le banche. I problemi ci sono, eccome. Ma anche così, basta comparare qualche dato con uno dei paesi vicini, la Colombia del presidente neoliberista Manuel Santos, insignito del premio Nobel per la pace, per rendersi conto che a tornare alle ricette di prima si starebbe ben peggio. Il Venezuela è un paese di 29 milioni di abitanti, la Colombia ne conta 47 milioni. Secondo l’Unesco, in Venezuela l’83% dei giovani va all’università (gratuitamente e con l’ipad), e le università pubbliche sono 43, mentre in Colombia la percentuale è del 32% e le università sono 32. Secondo la Fao, che ha dedicato il programma mondiale contro la fame a Hugo Chavez, i malnutriti in Venezuela sono il 5%, in Colombia il 15%. Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 2 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 E nessuno ha parlato della tragedia umanitaria che sta vivendo la popolazione indigena wayuu nella Guajira colombiana, dove nel 2016 sono già 89 i bambini morti per denutrizione, il 55% della popolazione vive in povertà estrema e il 40% non ha accesso al cibo. E si potrebbe continuare con le pensioni (20% in Colombia, 73% in Venezuela) o con l’acqua potabile (il deficit è del 5,3% in Venezuela, ma del 28% in Colombia, dove interi municipi ne sono sprovvisti). L’insicurezza? I diritti umani? Si dà per inteso che «Caracas sia la città più violenta al mondo», senza parlare dell’Honduras, del Messico (che quest’anno ha fatto registrare la cifra record di 20.800 morti), ma anche della Colombia, dove si trovano 5 delle 100 città più violente al mondo, dove i leader sociali fanno costantemente da bersaglio. «Se va bene al Venezuela, va bene anche alla Colombia, perché qui vivono 5.600.000 colombiani che studiano, lavorano e vivono con noi», ha detto Maduro spiegando i passi diplomatici compiuti con Santos per ridurre il traffico illegale col paese vicino. Una piaga evidenziata anche dalla decisione di ritirare dalla circolazione le banconote da 100 bolivar presa all’improvviso da Maduro. È risultato che oltre 2.000 milioni di biglietti, ossia il 14% del denaro dei venezuelani si trovava a Bogotà. Dalla metà del 2015, la scarsità di contante, soprattutto delle banconote da 100 bolivar si è fatta sempre più evidente, provocando le famose code. Al contempo, è proliferato sempre più il mercato nero, dove l’effettivo si paga al di sopra del suo valore in forza del cambio gonfiato arbitrariamente dal sito Dolartoday. Oltrefrontiera, funziona così: un tizio va in un ufficio di cambio a Cucuta e cambia 100 bolivar per l’equivalente di 110 pesos colombiani. Da lì il denaro va alla Banca della Repubblica di Colombia (Bcr), dove in forza di un decreto speciale, viene cambiato (attualmente) a 29.646 pesos, per un equivalente di 10 dollari. Poi, il tizio torna alla frontiera e cambia i 10 dollari con i bolivar: questa volta, però, al mercato illegale, che dà oltre 2.500 bolivar per un dollaro. Un mercato che, se le disposizioni speciali, in Colombia, non cambiano, potrebbe continuare anche con l’introduzione di banconote venezuelane di più grosso taglio, che stanno arrivando nel paese. 25 dic. In Colombia il Natale rafforza le speranze di pace Pace e dialogo: è quanto sognano in questo Natale le popolazioni dell'America Latina, specie i colombiani, che quest'anno vedono realizzarsi una speranza maturata in oltre 50 anni di guerra. Rappresentazione della natività in Colombia Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 3 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 La firma dell'accordo tra governo e guerriglieri delle Farc, segna sicuramente una svolta in cui tutti sono chiamati a dare il proprio contributo. Come sempre il Natale porta la speranza: è Gesù che ci aiuta ad accendere anche quelle luci che, alle volte, sembrano spente. In tutto il mondo si è vissuto un anno molto difficile, un anno anche molto travagliato per guerre, attentati, disastri naturali e, in America Latina, soprattutto riguardo ai dialoghi dell’Avana e poi con il referendum. Ora si è fortemente riaccesa la speranza della pace. Il Papa è stato molto vicino a quel popolo in questo processo di pace, ha sempre rivolto parole di incoraggiamento ad andare avanti, i bambini si sentono in prima fila come strumenti di questa pace ed hanno nel cuore la voglia di pace. Effettivamente tutti sognano la pace! Tutti! Ogni colombiano sembra avere questo desiderio: che non sia soltanto un sogno, ma una realtà in cui tutti possano vivere, ciascuno con la propria cultura e le proprie diversità. Un forte appello alla pace in tutti i paesi del mondo ove imperversa la guerra o situazioni di conflitto, da parte di Papa Franscesco, nel suo discorso prima della solenne benedizione Urbi et Orbi dalla finestra principale di San Pietro. Nel suo discorso Bergoglio ha ricordato tutte le zone dove imperversano le guerre a partire dalla Siria, in particolare ha citato la martoriata Aleppo dove "troppo sangue è stato sparso". Subito dopo l'"amata Terra Santa" perchè "Israeliani e Palestinesi abbiano il coraggio e la determinazione di scrivere una nuova pagina della storia, in cui odio e vendetta cedano il posto alla volontà di costruire insieme un futuro di reciproca comprensione e armonia". Il Papa ha quindi pregato per la pace in Iraq, in Libia, nelloYemen, in Nigeria, in Sud Sudan e il Congo, e ancora, in America Latina in particolare una preghiera per "l'amato Venezuela" e per il cammino di "dialogo e riconciliazione del popolo colombiano". Un richiamo alla pace in 'Ucraina e per l'Estremo Oriente Myammar e le due Coree. 26 dic. Primi passi di Santos per entrare nella Nato C’è allarme, nel suo annuncio natalizio ha comunicato che la NATO ha accettato di iniziare conversazioni ufficiali per mettere in marcia un programma di cooperazione economica in materia di intelligence e lotta al crimine organizzato. Un obiettivo – ha precisato Santos (nella foto a lato, il presidente colombiano Manuel Santos) – «che ho perseguito fin da quando ero ministro della Difesa. Già circa nove anni fa inoltrammo la richiesta per un accordo di mutua cooperazione, la massima istanza della Nato per i paesi che non ne sono membri». II trattato contempla, in primo luogo, l’accettazione dei programmi militari della Nato, premessa per l’entrata a pieno titolo nell’Alleanza atlantica. Dalla Colombia, all’Honduras al Venezuela, le organizzazioni popolari si sono fatte sentire. Il governo venezuelano ha diffuso un comunicato ufficiale per respingere il possibile accordo militare tra Santos e la Nato, giacché viola gli accordi di pace dell’America del Sud. La Comunità degli stati latinoamericani e caraibici (Celac) e la Unasur, di cui anche la Colombia fa parte, ha infatti dichiarato il continente «zona di pace», e così ha fatto il Movimento dei paesi non allineati a settembre nell’isola di Margarita, in Venezuela, presieduto da Nicolas Maduro. «Il governo venezuelano si oppone con fermezza all’intento di introdurre fattori esterni che hanno potenza nucleare nella nostra Regione, le cui azioni passate e recenti indicano politiche di guerra, violentano gli accordi bilaterali di cui la Colombia fa parte e i principi di Bandung». Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 4 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 Gli accordi sulla sicurezza, l’interscambio di informazioni e formazione di giudici e personale militare alla lotta alla criminalità organizzata è emerso anche in un recente incontro organizzato dall’Ila alla Farnesina, alla presenza degli alti comandi dei Carabinieri e della Finanza, di Procuratori e di alcuni governi centroamericani: ove la rimozione delle cause (l’ingiustizia sociale) è ovviamente rimasta sullo sfondo. Intanto, in Colombia, dove va avanti con procedura d’urgenza l’approvazione degli accordi di pace con la guerriglia, è anche passata una riforma tributaria di stampo neoliberista, che taglia le tasse alle grandi imprese, ma aumenta l’Iva dal 16 al 19%. 27 dic. I rapimenti in Colombia sono diminuiti del 92 per cento in 15 anni L'accordo di pace con le Farc secondo la polizia colombiana ha contribuito a questo storico risultati. La polizia colombiana ha riferito che il numero di persone rapite nel paese è sceso del 92 per cento dal 2000 a oggi. Nel 2016 sono state rapite 188 persone. I gruppi a tutela dei diritti umani riferiscono che almeno 33mila persone sono state sequestrate nel paese dal 1970. L'accordo di pace con il principale gruppo ribelle della Colombia, le Farc, conclusosi qualche mese fa e una maggiore sicurezza hanno portato a questo storico risultato secondo gli alti funzionari della polizia. Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Farc, che per anni sono state famose per i rapimenti e per aver tenuto in ostaggio nella giungla centinaia di persone per lunghi periodi di tempo, non hanno rapito una sola persona nel 2016. I ribelli delle Farc erano soliti eseguire sequestri di civili su larga scala a scopo di estorsione. Il capo della polizia colombiana, il generale Murillo, ha riferito che l'88 per cento dei sequestri avvenuti nel 2016 erano stati commessi da "criminali comuni" che non appartenevano né alle Farc, né al secondo gruppo ribelle della Colombia, l'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln). L'11 per cento dei sequestri è stato effettuato da bande criminali organizzate e solo il restante 1 per cento è stato commesso dall'Eln. L'Eln si è recentemente scontrato con il governo per essersi opposto al rilascio dell'ultimo dei suoi ostaggi. Il gruppo ribelle marxista avrebbe dovuto avviare colloqui di pace esplorativi con il governo nel mese di ottobre, ma la riunione è stata annullata dopo che l'Eln si è rifiutata di liberare l'ex membro del Congresso, Odino Sanchez, prima dei negoziati. Il gruppo ribelle dice che lo rilascerà nel corso della prima tornata di colloqui ma il governo insiste nel dire che deve essere liberato prima che le due parti si siedono al tavolo dei negoziati. È adesso il Messico a detenere il primato dei paesi latino americani con il più alto numero di persone sequestrate a scopo di estorsione. Il governo messicano dice che ci sono circa mille rapimenti all'anno, ma un sondaggio da parte dell'Istituto Nazionale di Statistica e Geografia messicano sostiene che il numero sia invece di circa 64.500 sequestri. 28 dic. Dalla Colombia al Congo, ecco la nuova geopolitica del Vaticano di Papa Francesco Sarebbe esagerato dire che la foto che ritrae insieme, seduti l’uno vicino all’altro, Manuel Santos (presidente della Colombia) e Alvaro Uribe (suo predecessore nel medesimo incarico), farà la storia. Ma il fatto che davanti a loro ci fosse il Papa e la location fosse la Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano, mostra ancora una volta quanto la Santa Sede (nel presente pontificato) intenda giocare un ruolo politico ben definito nello scacchiere globale. Santos e Uribe erano amici quasi fraterni, poi il dissidio sul negoziato con le Farc ha Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 5 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 alimentato tensioni e procurato la rottura. Santos deciso a compiere ogni passo – anche a costo di cedere qualcosa – per raggiungere l’intesa, Uribe contrario a concessioni e a una pace che a suo dire avrebbe molto dell’appeasement. Non è un mistero che la Santa Sede appoggi (e abbia appoggiato) ogni sforzo di Santos, compreso il referendum confermativo di qualche mese fa clamorosamente bocciato dalla popolazione locale. La strategia della diplomazia vaticana è sempre la medesima: nessuna ingerenza, si interviene solo se invitati a partecipare al tavolo negoziale. E’ andata così anche nel caso colombiano. Nell’aprile del 2015, furono le Forze armate rivoluzionarie del paese sudamericano (le Farc appunto) a chiedere l’intervento del Pontefice per propiziare la pace. L’idea, poi senza seguito, era di un incontro a Cuba (in terreno neutrale) durante il viaggio a Cuba del settembre successivo. Il Vaticano aveva prontamente smentito l’ipotesi di un incontro a tre sull’isola caraibica, pur ammettendo che la presenza di un esponente della conferenza episcopale colombiana ai colloqui sarebbe stata possibile. Lo scorso aprile, perdurando lo stallo, il capo delle Farc aveva preso carta e penna e scritto direttamente a Francesco, chiedendo un nuovo intervento del vescovo di Roma perché “la pace è a rischio”. “Pensiamo – scriveva il capo delle milizie riferendosi ad altre mediazioni papali – che la chiesa potrebbe dispiegare uno sforzo analogo in Colombia, dalla più umile parrocchia alla più alta gerarchia, e risvegliare nel cuore di quanti sono confusi la forza della pace e della riconciliazione”. Da qui al colloquio della scorsa settimana, il passo è stato breve. Ma sarebbe errato e superficiale legare questo “interventismo” della Santa Sede come logica conseguenza dell’appartenenza culturale del Papa alla realtà latinoamericana. Analoga mediazione, infatti, il Vaticano la sta portando avanti in un altro delicato contesto, quello della Repubblica Democratica del Congo, il più grande paese africano. I fatti: il presidente Joseph Kabila, giunto al termine del suo secondo mandato, non può più ricandidarsi, ma da mesi si rifiuta di convocare le elezioni per la scelta del successore. “Lo farò quando saranno pronte le liste del corpo elettorale”, ha fatto sapere. Si tratta però, secondo le opposizioni, di una chiara volontà di posporre sine die il voto, dal momento che l’ultimo censimento nel paese risale al 1983. Il rischio concreto è che si torni indietro di quindici anni, quando terminò la guerra civile che lasciò sul terreno almeno cinque milioni di morti. Ecco perché la Santa Sede, su richiesta, è intervenuta. Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 6 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 Proprio pochi giorni fa, infatti, il Papa ha ricevuto in Vaticano il presidente della Conferenza episcopale della Repubblica democratica del Congo, mons. Marcel Utembi Tapa, accompagnato dal vicepresidente, mons. Ambongo Besungu. “Il Papa ci ha accolto con grande gioia. La prima cosa che abbiamo notato è stata che il Papa segue la nostra situazione già da tempo. Sapeva più o meno quello che sta accadendo lì da noi. La prima cosa che ha detto – ha spiegato mons. Besungu – è stata l’assicurazione della sua preghiera. Poi, il suo incoraggiamento è stato per il lavoro che noi, Conferenza episcopale, stiamo facendo per aiutare i politici a dialogare, e trovare una soluzione alla crisi di oggi”. Domenica scorsa, poi, Francesco aveva lanciato all’Angelus un appello per il Congo”. 29 dic. Il Vescovo di Cucuta (Colombia): “Fornire aiuti umanitari a venezuelani in difficoltà” Il Vescovo della diocesi colombiana di Cucuta, Mons. Víctor Manuel Ochoa Cadavid, ha esortato le autorità statali colombiane a fornire aiuti umanitari al popolo venezuelano, ricordando che il Venezuela sta affrontando una grave crisi economica e per questo motivo molti venezuelani cercano di provvedere alle loro necessità di base in Colombia, a dare loro una mano, e la nostra regione deve aiutare i fratelli venezuelani. Nelle dichiarazioni fatte a Radio Caracol per il Natale, ha evidenziato che nella sua diocesi c'è il sostegno di tutte le chiese e in particolare quello della pastorale sociale, che porta avanti iniziative per contribuire alla soluzione dei "problemi sociali che interessano la città di Cúcuta e l'area metropolitana". "Vediamo ogni giorno aumentare il flusso di persone in precarie condizioni, e questo ci preoccupa. E' vero che è necessaria una soluzione democratica nel paese vicino (Venezuela), ma per ora ciò che possiamo fare è fornire tutti gli aiuti umanitari possibili a queste persone in difficoltà" ha concluso. Cúcuta, alla frontiera con il Venezuela, è una città della Colombia di 742.000 abitanti, capoluogo del dipartimento di Norte de Santander, nella parte nord-orientale del paese. In molte occasioni i Vescovi di Cucuta (Colombia) e San Cristobal (Venezuela), rispettivamente Mons. Ochoa Cadavid e Mons. Moronta Rodríguez, hanno sollecitato le autorità competenti a risolvere in tempi brevi la crisi che colpisce i venezuelani. 30 dic. Guatemala. I maya invocano la pace attraverso un antico rituale In occasione della commemorazione del ventesimo anno dalla firma degli Accordi di Pace nel Paese, un gruppo di leader spirituali maya di diverse località del Guatemala si è radunato nel sito archeologico Kaminal Juyú, nella capitale, per invocare, attraverso un rituale maya, la pace, l’accordo e l’armonia tra i guatemaltechi. La firma degli Accordi di Pace pose fine a un sanguinoso conflitto interno durato 36 anni (1960-1996) durante il quale si registrarono oltre 250 mila vittime, tra morti e scomparsi. Tuttavia, nonostante la firma degli accordi, le cause che originarono il conflitto armato nel 1960, come povertà e disuguaglianza sociale, persistono ancora. Dei 16 milioni di abitanti del Paese centroamericano, il 59,3 % vive sotto la soglia della povertà. Secondo le cifre ufficiali il 79% degli indigeni risulta povero, mentre tra i meticci è il 46,6 %. Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 7 HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 31 dic. Colombia. anche il Senato approva all'unanimità sull’amnistia per guerriglia e militari Una legge "storica". Così il governo colombiano ha commentato l'approvazione dell'amnistia da parte del Senato: "il primo passo per consolidare la pace", ha detto Santos, insignito del Nobel per aver portato a casa la firma degli accordi con la guerriglia marxista delle Farc. Il testo prevede un trattamento giuridico speciale, amnistia e indulto ai componenti delle Farc accusati di reati politici, e riguarda anche i militari. Esclude dai benefici i responsabili di delitti di lesa umanità, genocidio, violenze sessuali, tortura ed esecuzioni extragiudiziarie. Chi confessa i crimini più gravi davanti a un tribunale speciale che dovrà presiedere alla giustizia di transizione, potrà accedere alle pene alternative al carcere. Se non accetta e viene ritenuto colpevole, dovrà scontare una pena che va da 8 a vent'anni Entro il 30 gennaio si saprà quanti guerriglieri verranno esclusi dalla disposizione di legge. Gli agenti dello Stato o i civili responsabili di violenze nel conflitto armato (che dura da oltre cinquant'anni) interessati dall'amnistia sarebbero circa 5.000, e circa 1.200 quelli che uscirebbero dal carcere. Il Senato ha approvato la legge con 69 voti a favore e nessun contrario. In precedenza, l'amnistia era passata alla Camera con 121 voti a favore e nessuna opposizione. L'estrema destra del Centro democratico, diretto dall'ex presidente Alvaro Uribe, in prima fila contro gli accordi di pace, ha partecipato alla discussione in entrambe le Camere, ma è uscito dall'aula al momento del voto. Le Camere hanno deliberato in sessione straordinaria, in base a una procedura d'urgenza (fast track) stabilita il 24 novembre scorso, al momento della firma dell'accordo rivisto, dopo la bocciatura al referendum voluto da Santos. Ora l'ultima parola spetta alla Corte Costituzionale la cui decisione verrà ratificata da Santos. Potrà allora cominciare la smobilitazione dei circa 5.700 guerriglieri che avevano bloccato il processo di rientro nella vita politica a causa dei ritardi nell'approvazione della normativa. Ora potranno trasferirsi nelle 26 zone stabilite dagli accordi, in attesa che si apra davvero la fase del post-accordo. Un percorso tutt'altro che lineare in un paese che, in America latina, gioca lo stesso ruolo di Israele in Medioriente. Un ruolo che, se i decisori rimangono gli stessi, avrà una ulteriore accelerazione con la firma degli accordi di partenariato con la Nato, annunciata da Santos. E resta in sospeso l'accordo con l'altra guerriglia storica, quella guevarista dell'Eln, che ha auspicato la ripresa dei negoziati. 31 dic. Venezuela: 30 persone in ostaggio dei rapitori in un monastero L'irruzione è avvenuta in pieno giorno, poco dopo pranzo mercoledì scorso ma la notizia è stata diffusa solo nella notte tra giovedì e venerdì. Un commando di uomini armati e incappucciati ha assaltato il monastero trappista di Nuestra Señora de los Andes. La struttura è situata in un luogo impervio, fra le gole dei monti tra Canagua e Vigía, nello Stato occidentale di Mérida. È un’oasi di silenzio e preghiera, in cui venezuelani da tutto il Paese si recano per trascorrere qualche giorno in ritiro. Al momento della rapina, c’erano trenta persone, tra religiosi e ospiti. Sono tutti rimasti in ostaggio dei malviventi per diverse ore, senza che la polizia intervenisse, nonostante le numerose richieste di aiuto. Uno dopo l’altro sono stati malmenati, imbavagliati, legati con nastro adesivo e derubati. Poi, sono stati rinchiusi nelle celle mentre i banditi rovistavano dappertutto, portando via qualunque cosa trovassero, dai computer ai mobili, ai sacchi di caffè prodotto dai frati.. Gli agenti di polizia hanno detto di non aver potuto raggiungere il monastero poiché non hanno mezzi di trasporto. Alla fine, alcuni privati – avvertiti da Nuestra Señora de los Andes – sono andati a prenderli e li hanno portati sul posto. La recessione nel Paese ha fatto impennare il tasso di criminalità. La rapina, al di là degli aspetti grotteschi, mette in luce il dramma venezuelano, in cui la feroce recessione ha fatto schizzare alle stelle il livello di criminalità. Con 92 omicidi ogni 100mila abitanti – secondo l’Osservatorio sulla criminalità –, il Paese ha ottenuto il tragico secondo posto dei più violenti al mondo, dopo El Salvador. Humanitarian Demining Italian Group - HDIG - Via degli Avieri 1, 00143 Roma (Italy) Per segnalazioni ed informazioni: mobil +39.339.2940560, mobil +39.348.6924401, fax 178.2708503, website: www.HDIG.org ; e-mail: [email protected]; facebook: hdig.ong IBAN Poste Italiane:IT83 S 076 0103 2000 00038797494 SWIFT: BPPITRR IBAN Banca Nazionale Lavoro: IT34 N010 0503 2290 0000 0000737 SWIFT: BNLIITRR 8