Caffè Pascucci, 350 locali nel mondo, 190 in Corea,Turismo

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Caffè Pascucci, 350 locali nel mondo, 190 in Corea,Turismo
Caffè Pascucci, 350 locali
nel mondo, 190 in Corea
L’IMPRENDITORE
- Dieci anni fa, in gennaio, per puro caso (la fortuna e molto
di più) un gruppo di coreani a Rimini per il Sigep (Salone
internazionale per la gelateria e la pasticceria) si ferma per
caso al Caffè Pascucci di Rimini Centro (zona Grand Hotel).
Vengono colpiti dal locale. Avevano appena sottoscritto un
contratto di intenti con un altro torrefattore che annullano.
Nasce il connubio con l’azienda di Rimini che ha sede a
Montecerignone, Montefeltro Pesarese. Si apre il primo locale
per servire, secondo solo al gelato, il classico del made in
Italy: l’espresso. La prima volta esclama un coreano: “E’ uno
scherzo!”. “No, è il caffè all’italiana”. E come non essere
orgogliosi quando la riminese Francesca incontra in una scuola
di Londra una studentessa di Seoul e si ritrovano a parlare
con familiarità delle atmosfere Pascucci.
Oggi, i Caffè Pascucci in Corea sono 190 (fino a due anni fa
erano 40); entro il 2015 dovrebbero salire a 300. Invece,
l’obiettivo della multinazionale che siglato l’accordo di
franchising è di giungere a 700 nella sola Corea. Nei 190
locali caratterizzati dai colori neri, rossi e bianchi
lavorano quasi 2.000 persone. E’ davvero un grande colpo del
made in Italy. Dice Mario Pascucci, figlio di Alberto, nonché
l’artefice di quest’ascesa imprenditoriale che si va a
coniugare con la qualità, le idee (tante idee) e la passione:
“Oramai l’arredo, eccetto poche cose, viene fatto in Corea.
Invece, si è là con i nostri prodotti, il nostro caffè, le
nostre specialità, le nostre macchine per il caffè, i nostri
macinini. E dopo 10 anni i coreani sono diventati bravissimi a
fare l’espresso e tutte le sue varianti. Tanto bravi che ci
potrebbero fare da maestri”.
Il partner Pascucci è una multinazionale. Si chiama Spc ed è
guidata da Mister Hu; ha circa 6.000 punti vendita di pane,
pasticceria e ristorazione. Sono disseminati tra Corea, Cina e
Giappone.
Invece, nel mondo i locali sono circa 350. L’ultimo ad essere
stato inaugurato è quello di Abu Dhabi ed è cosa dello scorso
novembre. Impiega 25 addetti ed appartiene alla figlia dello
sceicco. Il contatto con il principato è nato grazie
all’ufficio Pascucci di Beirut gestito da un signore libanese.
E il Medio Oriente con i 15 caffè è al secondo posto tra le
aree geografiche. Seguono la Grecia e l’India con sette; in
Albania ne sono stati inaugurati cinque in un anno e mezzo.
Dietro c’è un albanese che per anni ha lavorato in Italia.
Insomma, come dire che gli immigrati sono in grado di creare
ricchezza e favorire l’espansione delle aziende tricolori.
Mario Pascucci ha un progetto ambizioso: sbarcare in grande
stile in Cina. Ha già un ufficio diretto a Hong Kong nel quale
lavora con il giusto piglio un toscano. Nella metropoli cinese
c’è un solo Caffè. Si trova a Lanham. Racconta Mario: “Alla
periferia di un mega centro commerciale, il successo ha
rivitalizzato anche i negozi attorno. Siamo molto soddisfatti;
i ragazzi vanno nel nostro locale a farsi le foto per poi
immetterle nella rete. Nel giro di un anno, solo ad Hong Kong
vorremmo fare poker”.
C’è una speciale soddisfazione che una piccola cittadina del
Montefeltro, Montecerignone, forse importante per due ragioni,
la fortezza disegnata da quel genio dell’architettura militare
di Francesco di Giorgio Martini (che vale ben una visita
dall’altro capo del mondo) e come buon ritiro di Umberto Eco,
uno tra i massimi intellettuali mondiali, possa stare nella
storia economica del mondo. A buon titolo, insomma, si può
inserire anche la cultura dell’espresso che porta Pascucci.
La facciata del nuovo stabilimento è un immenso bassorilievo
che reca le piante del caffè ed i famosi chicchi. Incorniciano
luminose finestre che a loro volta inquadrano la sobria
bellezza di Montecerignone e questo angolo di paradiso, dove
la natura è rimasta intatta.
I ricavi Pascucci vengono realizzati all’estero per il 50 per
cento. Mario appartiene a quella speciale categoria di
talentati naturali. Ha un innato senso dell’eleganza che sa
farsi notare dall’intelligenza. Possiede, sempre in naturali e
generosi dosi, il senso del cambiamento. Se prima si è
affermato per aver abbinato al caffè le creme, oggi propone la
mitica tazzina nella sua purezza. Mario Pascucci: “In questo
momento di crisi economica la forza dell’innovazione è la
richiesta della semplicità e di arredare i locali in materiali
naturali”.
Turismo, ricominciare da 39
fiere
TURISMO
- Trentanove fiere tra il 2011 e il 2012. Da qui riparte il
turismo del Riminese, dopo i buoni risultati ottenuti da
Riviera di Rimini anche per il 2011 (dati gennaio-settembre),
sia con riferimento al mercato italiano (+3,5% negli arrivi e
+2,9% nelle presenze), che straniero (+9,2% arrivi e + 8,4%
presenze).
Il risultato delle azioni di internazionalizzazione si può
considerare davvero significativo, confermando e consolidando
gli ottimi risultati ottenuti in tal senso nel 2010.
Le politiche per l’internazionalizzazione della Riviera di
Rimini, avviate dalla Provincia in collaborazione con gli
operatori privati e l’Aeroporto F. Fellini, stanno producendo
risultati concreti e tangibili: +36,2% nelle presenze per il
mercato russo, ma ottimi risultati anche dalla Germania (+
7,6%), positive performances dalla Francia (+ 5,2%), dalla
Svizzera (+ 7,1%), dalla Polonia (+ 7,3%). Positivo anche il
dato della Repubblica Ceca (+12,5%), che comincia ad essere un
mercato turisticamente interessante anche in termini assoluti.
“Questo è un risultato- spiega l’assessore al Turismo della
Provincia di Rimini, Fabio Galli- frutto di scelte strategiche
fondate su azioni non generaliste, rivolte a target e segmenti
precisi e in forte sinergia tra attori pubblici e privati: non
c’è dubbio, infatti, che la competitività sui mercati esteri
che, di fatto, ha consentito ottime performances nella
stagione turistica 2011 della Riviera di Rimini, sia figlia
della scelta strategica, fortemente voluta dal nostro sistema,
dello sviluppo dello scalo riminese e della formula
d’intervento pubblico-privata sperimentata in questi ultimi
anni. La scelta di essere presenti sistematicamente a fiere e
manifestazioni promozionali all’estero nei prossimi mesi
risponde a un preciso criterio, condiviso con Comuni e
associazioni di categoria, di ‘aggredire’ con determinazione
mercati turistici in espansione e/o potenzialmente
interessanti per la Riviera di Rimini. La vera sfida è quella
relativa all’ottimizzazione e alla sinergia delle azioni, non
più disperse in mille rivoli con esito non fruttuoso rispetto
agli sforzi. E in questa ottica una grossa parte ce l’hanno e
ce l’avranno le politiche regionali”.
Con riferimento appunto a target precisi, una citazione e
un’attenzione particolare merita il dato relativo
all’entroterra, quello che la Provincia di Rimini sta
promuovendo attraverso il brand ‘Malatesta & Montefeltro’, che
mostra risultati e un quadro ancora più positivo: un + 16,2%
sul mercato estero, che vale in termini percentuali il 32,3%
dell’intera domanda. Interessanti i dati ottenuti su alcuni
Paesi, in controtendenza rispetto a quelli dei comuni
costieri: Benelux + 9,6% (primo cliente in assoluto per
l’entroterra), Paesi Scandinavi + 54%, UK + 1,7%, Russia (+
198,2%), Francia (+ 76,3%), Germania (+22,2%). Questo
dimostra, da un lato, che la diversificazione del prodotto
paga e che alcuni nostri mercati di riferimento cominciano a
prendere strutturalmente in considerazione un tipo di vacanza
diversa da quella strettamente balneare.
Sui mercati si va con gli interventi già sperimentati con
successo negli ultimi anni:
sostegno alle iniziative di
commercializzazione avviate sui medesimi mercati dagli
operatori turistici locali, attivazione di azioni di marketing
direttamente sui bacini esteri in collaborazione con
Aeroporto di Rimini, Comuni e Club di prodotto, APT e Unioni
di prodotto, presenza alle fiere di settore.
I colori del Natale: dalla
Collegiata di Santarcangelo
alla Vecchia pescheria
Dalla Collegiata di Santarcangelo di Romagna (per visite
guidate info e prenotazione obbligatoria, entro il 13
dicembre: 333/7352877; [email protected]),
dove si ammira un bel presepe dipinto del Seicento e si farà
una breve visita della città, si raggiungerà il mare a
Cesenatico, per vedere il Presepe della Marineria con le luci
della sera.
Una tappa obbligata del Natale riminese è il mercatino della
Vecchia Pescheria. Le Associazioni artigiane Confartiagianato
e Cna organizzano la 30a ‘Mostra Mercato dell’artigianato
artistico e tradizionale’, dal 3 al 24 dicembre. Orario di
apertura al pubblico dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20.
-L’iniziativa vede la partecipazione dei più qualificati
maestri artigiani della Provincia di Rimini, i quali espongono
e mettono in vendita manufatti e prodotti tipici della
tradizione romagnola, quali ad esempio tele stampate ruggine,
oggettistica in terracotta, ceramiche e maioliche decorate a
mano.
Don Benzi, parte la mostra
itinerante
“Amare sempre!”, don Oreste Benzi in mostra
PERSONE
– San Clemente rende omaggio al più illustre dei sui cittadini
con una rassegna dedicata alla vita di don Oreste Benzi.
Nel quarto anniversario dalla morte del curato per il quale
sembra prossimo aprirsi il processo di beatificazione,
l’amministrazione comunale di San Clemente ha pensato di
organizzare assieme alla direzione dell’Associazione Papa
Giovanni XXIII la mostra intitolata “Amare sempre!”, dedicata
alla storia di Don Oreste.
San Clemente, infatti, ha dato i natali a Don Oreste, settimo
di nove figli di una famiglia di operai, nel lontano 7
settembre dell’anno 1925.
Pur se la vita del parroco sanclementese d’origine si è
articolata prevalentemente presso lacomunità dell’intera
provincia di Rimini, oltre a un significativa attività
pastorale sia in Italia che all’estero, chi ha avuto la
fortuna e l’onore di conoscere Don Benzi da vicino ha potuto
riscontrare come fosse sempre vivo in lui il legame con il suo
paese natale e con la campagna della casa di famiglia.
I più attempati cittadini di San Clemente ricordano tutti con
affetto le prime gesta del giovane parroco che proprio da San
Clemente partì per intraprendere gli studi giovanissimo presso
il seminario d’Urbino.
Lo stretto legame tra Don Oreste e la campagna di San Clemente
è stato immortalato anche nel filmato realizzato
dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, il video nel cui un
attore interpreta don Oreste bambino all’interno della sua
residenza famigliare.
La mostra sulla vita di don Oreste si terrà all’interno della
Sala Polivalente di Sant’Andrea e sarà visitabile per circa un
mese. L’esposizione interesserà quindi l’intero periodo
natalizio. L’inaugurazione è fissata per la sera di venerdì 9
dicembre e gli allestimenti saranno visitabili sino all’otto
gennaio.
Per la serata inaugurale della mostra dedicata a don Oreste
Benzi è prevista la conferenza pubblica coordinata da Roberto
Soldati, uno degli storici di don Oreste Benzi.
“Equamente 11”
All’Arboreto Cicchetti, in viale Ceccarini alta (incrocio con
via Bufalini), sono diverse le proposte in programma fino
all’8 gennaio, per promuovere un approccio equo e sostenibile
anche nei consumi, a partire dai più piccoli. Come
consuetudine, faranno da scenografia all’evento diverse
esposizioni, come l’ormai conosciuta mostra mercato del
commercio equo, per far sapere che anche dietro l’acquisto di
un detersivo, di un pacco di caffè o di cioccolata si può
nascondere un gesto di solidarietà verso popolazioni che
vivono una situazione di disagio ed emarginazione. E poi il
presepe animato della FamijaArciunesa, con più di 500
personaggi raffiguranti antichi mestieri. Si potranno inoltre
apprezzare la produzione di stampe romagnole su tela,
realizzate con metodo antico dalla cooperativa Artigianate e
le fotografie della mostra “Play, plying leading role!”.
Dall’8 all’11 e dal 22 al 24 dicembre, dalle 15,30 alle 18,30,
poi “Che belle le stelle”, un laboratorio dedicato ai più
piccoli per realizzare il proprio biglietto di auguri
sostenibile (per informazioni e prenotazioni tel. 335 6038835,
cooperativa Il Millepiedi). Mentre mercoledì 14 e 21 dicembre,
dalle 16, ci sarà “Letture dal mondo” con merenda equosolidale
e proiezione libera al planetario (per informazioni tel. 0541
751301).
Il programma riccionese si chiude sabato 14 gennaio con lo
spettacolo “I miei omaggi”, al teatro del Mare (via don
Minzoni, 1), regia di Marco Moretti con Sergio Casabianca.
Un’iniziativa curata dall’associazione Una Goccia per il
Mondo.
A Marebello, domenica 18 dicembre, alle 20, nella colonia
Stella Maris in via Regina Margherita 18, per i più golosi si
terrà la cena solidale “La salute vien ManJambo”, a sostegno
del progetto sostenuto da Akap in Etiopia per lo sviluppo di
un reparto di Ginecologia all’interno del Health centre di
Wasserà, con un tombola natalizia ricca di premi.
Il programma completo degli appuntamenti è consultabile nel
sito www.volontarimini.it
Per informazioni: Volontarimini.
tel. 0541 709888 – [email protected]
Nuova sede dl Csv a Cattolica
- Cambia sede lo sportello del Centro di Servizio per il
Volontariato – Volontarimini a Cattolica spostandosi nel
Centro Giovani in via Del Prete, 119 e lasciando il vecchio
ufficio in piazza della Repubblica. Restano invariati gli
orari di apertura (dalle 15 alle 18) l’ultimo mercoledì di
ogni mese escluso agosto, mentre a dicembre l’apertura è per
il mercoledì prima delle vacanze natalizie. Dopo anni di
collaborazione con il Centro per l’Impiego, lo sportello del
Csv trova nuova linfa a partire dal contatto con i giovani del
territorio che frequentano la struttura.
[email protected]
Oscar Fabbri: ‘Le aziende si
guidano con l'umiltà’
L’INTERVISTA
- Il riccionese Oscar Fabbri è il direttore generale di una
delle aziende che possono considerarsi le “perle”
dell’abbigliamento Made in Italy presenti oggi sul mercato. Si
tratta della Giada S.p.A. , ha sede in Veneto e produce
pantaloni e blue jeans con il prestigioso marchio Jacob Cohen.
Capo da 300 euro al paio, che genera un fatturato di 50
milioni di euro, con utili per 6 milioni.
Il marchio recentemente ha fatto molto discutere e riflettere
perché non appone sui suoi capi la semplice dicitura made in
Italy ma “Made in Veneto, a small region in the east side of
Italy, per sottolineare che non è un capo con quel falso made
in Italy, un capo su cui basta cucire un solo bottone per
fregiarsi di quelle emozioni della storia e della magia del
Rinascimento che l’Italia evoca e di quella preziosa
manifattura che ha reso il nostro paese celebre in tutto il
mondo. Non a caso il 40 per cento dei suoi jeans vengono
esportati: Giappone, Germania, Olanda, Spagna, i mercati più
importanti. La campagna di vendita estiva 2012 ha già fatto
segnare un sontuoso balzo del 18 per cento. La Giada S.p.A. ha
sede in Veneto, ad Adria, Oscar Fabbri ne è il direttore
generale dallo scorso aprile. A chi gli chiede come si fa a
vendere una pezza di cotone a queste cifre e con questo
successo, racconta: “I nostri pantaloni, sono delle opere
d’arte. Sono più belli dentro che fuori. Curiamo ogni minimo
particolare. Ad esempio, le cuciture interne sono irrobustite
da un filetto di stoffa; il bottone è d’argento e l’etichetta
dietro di cavallino. E per raccontare la vita del manufatto ci
sono una dozzina di etichette che ne certificano la filiera.
C’è anche quella del tessitore giapponese che utilizza il
telaio a mano per le pezze. Poi naturalmente, oltre alla
qualità che genera il prestigio del marchio, ci vuole anche un
pizzico di fortuna”.
Chimico, sposato, due figlie (entrambe negli scout), Oscar
Fabbri ha alle spalle come si dice in gergo un curriculum di
tutto rispetto. Nei tanti posti in cui ha lavorato vi ha
sostato gli anni giusti, 4-5, ovvero il periodo necessario per
dare il meglio di sé, fare esperienze e poi via altrove. La
sua grande passione comunque resta quella del tessileabbigliamento che in Italia si coniuga anche con la parola
moda.
Il suo percorso potrebbe anche essere un modello per i
giovani, un misto di studio, tenacia, lavoro e coraggio nel
buttarsi sempre in una nuova sfida. Lui ama dire che viene
dalla strada, dalla vendita porta a porta, esperienza che gli
ha insegnato molto.
Studente, fa il marinaio di salvataggio a Riccione d’estate,
mentre frequenta a Bologna l’Università. Per racimolare
qualche soldo vende detersivi, monta antenne tv sui tetti.
Dopo gli studi, il primo impiego per alcuni anni è vendere
fondi di investimento pensionistici per la Dival del gruppo
Ras Assicurazioni a Rimini. In questo settore conosce un uomo
che è un vulcano di idee, il veneto Ennio Doris, il fondatore
di Medionalum. Al magnate il nostro riccionese dà del tu.
Racconta: “Da lui ho imparato la vita e fin dove ti puoi
spingere nei rapporti umani”.
Lascia il settore degli investimenti finanziari nell’81 ed
entra a lavorare in una lavanderia industriale di Coriano che
lava blue jeans ed effettua finissaggi particolari sui capi di
abbigliamento. Poi passa alla Ball di Aldo Ciavatta; in quegli
anni una nave del tessile-abbigliamento col vento in poppa. Ci
resta fino all’88. Nello stesso anno, entra all’Aprilia come
Responsabile del Controllo di Gestione del Gruppo. Dopo i
quattro anni veneti, approda alla Saitt, azienda di San
Marino, leader europea nella produzione di camicie. Ne
producono tre milioni l’anno, sia per i grandi marchi, sia per
la grande distribuzione.Tra i marchi di proprietà sono
rinomati Mastai Ferretti e Truzzi di Milano (per intenderci i
camiciai di Casa Savoia, Truzzi fu anche la famosa camicia di
Clark Gable in “Via col vento”).
Nel ’96, lascia il settore del cuore ed entra in Daicom,
azienda sammarinese che, con un fatturato di Gruppo di oltre
150 milioni di euro, si occupa di apparecchiature che aiutano
a migliorare la qualità della vita a livello domestico e
industriale. Si occupano di deumidificazione, geo-termico,
fotovoltaico,solare,
sterilizzazione,
potabilizzazione
dell’acqua.
Nel 2002 rientra nell’abbigliamento, come Amministratore
Delegato della Iac S.p.A di Chieti proprietaria del marchio
Rodrigo, azienda appartenente al Gruppo Saitt, dove resta fino
al 2008.
Ma dalla sua esperienza, a chi gli chiede come si fa a far
andare bene un’impresa? Risponde: “Non sedersi mai, anche
quando le cose vanno benissimo. Tutte le mattine ti devi
svegliare e dirti che c’è un modo migliore di produrre, di
vendere, di comunicare. Tutto questo per consolidare di più
l’impresa e continuare ad investirci. Gli aggiornamenti devono
essere continui. Bisogna sempre avere la forza e l’umiltà per
partire alle cinque del mattino per un convegno nel tuo
settore. Se ti siedi, inizia la morte dell’azienda. Gli
imprenditori veri sono coloro i quali sono lontani dalla
rendita. Insomma, bisogna sempre pensare che c’è un modo
migliore di fare: dal centralino fino ai ruoli di grande
responsabilità. E se arriva un camion e manca il magazziniere,
ti rimbocchi le maniche e lo scarichi. Direi che ci vuole
sempre la fame di sapere e di imparare, altrimenti nelle
decisioni si è penalizzati”.
Come affrontare l’oggi? Fabbri: “Molti imprenditori, a torto,
pensano ancora di poter guadagnare come 5-6 anni fa. La
globalizzazione farà sì che chi resta nel mercato, è colui
che fa ricerca e investimenti. Se non ti aggiorni, la tua
azienda la chiudi in sei mesi”.
Viale Ceccarini è già
tramonto. La chiusura
Papete
al
di
PUNTO DI VISTA
Il punto di vista di Fabbri da 30 anni dirigente della moda
- “Viale Ceccarini? Altro che sul viale del tramonto…è già
tramontato”. Lapidario il riccionese Oscar Fabbri, manager di
Giada S.p.A., azienda produttrice di jeans e pantaloni col
prestigioso marchio Jacob Cohen, da 30 anni nel mondo della
moda. “Le grandi griffe – tuona Fabbri – stanno ammainando la
bandiera. Stanno chiudendo una ad una, inesorabilmente.
La città e chi la amministra ha fatto ben poco per
trattenerle. Un esempio forte è l’addio del mitico negozio
‘Papete’.
Al posto delle grandi firme, aprono oggi le grandi catene:
Geox, Hm, Zara, negozi vari in franchising di bigiotteria e
accessori… Non resistono, a causa degli esosi affitti su una
via che giace lì immutata dalla metà degli anni Ottanta, una
via che va man mano perdendo sempre più il suo fascino”.
“L’emorragia commerciale – continua Fabbri – ha anche un
risvolto culturale. Scompaiono quelle professionalità
riccionesi importanti e di riferimento. E non è vero – come
afferma qualcuno – che per emergere o resistere oggi ci
vogliono grandi spazi; esistono esempi di negozi di 50-100
metri quadrati che fanno fatturati coi fiocchi”.
Vanno bene le critiche, ma che cosa proporre oggi per
rilanciare il centro vero della Romagna? In fondo quasi tutti
i turisti che optano per una vacanza in Romagna o nel Pesarese
fanno una puntatina in viale Ceccarini per ammirarne i negozi,
cercare quali sono le nuove tendenze ed assaporare un gelato
al Nuovo Fiore, simbolo positivo della nostra tradizione, un
locale rinnovato sì ma dove la qualità artigianale (fatta di
ingredienti sani e naturali) resta sempre altissima.
“Ecco alcune mie riflessioni. Si dovrebbe iniziare –
suggerisce Fabbri – dalle banche. Dovrebbero andar via da
Viale Ceccarini; andavano benissimo sotto il PalaRiccione.
Unicredit ha quattro vetrine; Carim è al centro del centro.
Altro aspetto su cui intervenire sono i locali fatiscenti. Su
uno dei viali più conosciuti d’Italia c’è perfino un albergo
ad una stella, dove non servono neppure le colazioni, si sono
convenzionati con i bar. Detto questo, non ci si può lamentare
se il turismo di qualità sceglie ben altri lidi per la propria
vacanza.
Infine, occorrerebbe un nuovo arredo urbano: ma in questi
tempi dove trovare le risorse adeguate per dare un nuovo look
alla città?”.
“Infine – conclude Oscar Fabbri – abbiamo costruito il Palazzo
dei Congressi con una serie di errori: si tratta di un
edificio troppo costoso, con una galleria in discesa (non
esiste in nessun altro posto) e con costi di gestione
altissimi. Sarà una cattedrale nel deserto. E non è vero come
si afferma che i palazzi di Rimini e Riccione
complementari. La concorrenza è, e sarà, affilatissima”.
sono
Palazzate di Cecco
Pdl - Leggiamo: “Smart Riviera va avanti. Non passa la mozione
e in aula il Pdl si spacca”. Spaca ogg, spaca dmèn, dal Pdl
l’è arvènz sno i cuncìn…
Ossessioni - Leggiamo: “Marco Cecchini (Lega Nord): ‘Buche e
tombini pericolosi’”. Marco, ardai! Dop al campsènt al taca si
tumbén. L’è ‘na mania un po’ macabra…
Fontana delle sirene – Leggiamo: “La Regina anticipa il
Natale. Tutto pagato dagli sponsor privati. La fontana delle
sirene dentro una sfera”. Più che una sféra al pèr un
persérvativ…
Pista di pattinaggio – Leggiamo: “Regina, una calendario fitto
di iniziative. Pista di pattinaggio in piazza Mercato”. La
pista di pattinaggio fa molto natalizio, ma come sosteniamo da
anni è poco ecologica per il forte consumo di energia e le
emissioni di Co2. E pu sa sti garbén… La moda e l’ambiént
spèss in va d’acord…
Il mondo che viviamo – Leggiamo: “Scarseggia l’acqua,
ordinanza dei sindaci che vieta ogni spreco”. L’èria l’è
margiosa, l’acqua la scarsegia… avìn ardut propria un bèl
mond…
Cina – Leggiamo: “‘Cittadini italiani? A noi cinesi non
conviene’. Spiegano che il futuro è in Cina e che l’Europa sta
crollando”. E nun che a simie i lé a dèc un manghe e a fè i
sburòn…
Autovelox – Leggiamo: “Sulla statale da dicembre rispuntano
autovelox e tele-laser nei tratti di competenza comunale. Il
Comune: ‘Non servirà per fare cassa, ma a scopo preventivo’”.
Va là, va là… chi suldarlén dli multie i fa comde come al pèn…
Vendite amare – Leggiamo: “I parcheggi sotto Staccoli portano
al Comune già 250mila euro”. Evviva! caffè per tutti! Quand u
s’è custrèt a vènd al patrimonie al cafè l’è sempre margios…
Imposta di soggiorno – Leggiamo: “Imposta di soggiorno: sì dei
sindacati, no degli albergatori, silenziosi i bagnini e i
commercianti, tentennanti i partiti”. L’è un’ènta bruta
eredità dal duo Berlusconi-Tremonti. Prima l’ha tolt i sold ma
i cumun e pù u j’ha dét: adès mitila su vujèlt la tasa, che ma
nun uc scapa da rid…
Sacrifici- Leggiamo: “Categorie economiche: ‘Sacrifici, senza
penalizzare le imprese’” – “Sindacati: ‘Sacrifici, senza
penalizzare ancora una volta i lavoratori’”. Parlare di
patrimoniale viene l’urticaria a molti. Aggredire l’evasione
fiscale, ma qualcuno scatta e dice: ‘vuol dire fare saltare
tante piccole imprese’. Insoma, tut i vo’ che a paghè al sia
qualchedun’èlt. Ch’ièlt chi?…
Bilancio – Leggiamo: “Niente più finanza creativa. arrivano i
super esperti salva bilancio. Il vicesindaco Alessandro Bondi:
‘Avremo una fotografia trasparente e precisa sul bilancio sia
per le spese che per le entrate’”. Al sarà un bilènc
trasparent, ma i sold i sarà poch li stès…
Confusione – Leggiamo: “Fabio Lorenzi (Pdl) chiama Cono
Cimino: ‘L’Officina civica è già fallita, torni a fare il
segretario del Pdl’. Ma subito Pierangelo Del Corso boccia
l’idea: ‘Servono facce nuove’” – “Cimino risponde a Lorenzi:
‘Non sono disponibile’”. Burdèll a si un po’ in cunfusion…
La spiaggia – Leggiamo: “Interpellanza di Pierangelo Del
Corso: ‘Per favore, in inverno fateci vedere la spiaggia. Gli
stabilimenti balneari non chiudano gli accessi al mare’”. Per
favore, fateci vedere il mare anche d’estate… u j’è una muraja
ad cabénie e cazabuble ad tut i tip…
Pietro Rogato, il giudice del
caso Parmalat
LEGALITA’
Ospite e relatore della serata, presentato al numeroso
pubblico presente dal Presidente del Club, Giuseppe Frignani,
il Dott. Pietro Rogato, magistrato da 35 anni, prima a Palermo
ed attualmente Gip presso il Tribunale di Parma.
Il Dott. Rogato è noto per aver firmato gli ordini di arresto
di Callisto Tanzi nella vicenda Parmalat.
Durante la conferenza, ha parlato del suo attuale incarico
presso la sezione fallimentare del Tribunale di Parma,
approfondendo il concetto di delicatezza della funzione di
giudice per le indagini preliminari preposto alla firma delle
varie ordinanze. Ha evidenziato la responsabilità del giudice
nel prendere delle decisioni, l’importanza dei diversi gradi
di giudizio previsti dal nostro ordinamento, il concetto di
garanzia per l’imputato e l’importanza, per lo stesso, di
godere dell’opportunità che sia un altro giudice a valutare il
suo caso affinché sia possibile, a volte, giungere anche a
conclusioni diverse da quelle iniziali.
E’ stato trattato, inoltre, il problema della durata dei
processi, evidenziandone gli aspetti organizzativi ed i
carichi di lavoro eccessivi per un giudice con conseguenti
problemi di organico, di numerosità dei processi ed incidenza
della “prescrizione” che, prevista dal nostro ordinamento, a
volte si traduce, per convenienza, in un allungamento dei
tempi da parte della difesa.
Entrando nel merito della sua condizione di giudice, ha
confidato ai presenti di essere sostenuto e motivato nel
compimento quotidiano del proprio lavoro, sia da una grande
passione che dal ricordo di “alti esempi” che hanno perso la
vita compiendo il proprio dovere…. Chinnici, Falcone,
Borsellino e tanti altri…
Morosini,
il
libro
magistrato antimafia
del
IL LIBRO
di Enzo Cecchini
Anteprima nazionale
Domenica 18 dicembre alle ore 17
presso il Centro culturale polivalente di Cattolica (piazza
Repubblica)
presentazione in anteprima nazionale dell’ultimo libro del
magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini “Attentato alla
giustizia – Magistrati, mafie e impunità”.
Presenti: Piergiorgio Morosini (Gip Procura di Palermo),
Alessandro Bondi (docente di Diritto penale Università di
Urbino) e Gabriele Paci (giornalista la Voce Multimedia).
Organizza: Associazione Arcobaleno di Cattolica
- Domenica 18 dicembre alle ore 17 presso la sala conferenze
del Centro culturale polivalente di Cattolica, il magistrato
cattolichino Piergiorgio Morosini presenterà in anteprima
nazionale il suo ultimo libro: “Attentato alla giustizia –
Magistrati, mafie e impunità” (Rubbettino editore). Organizza
l’Associazione Arcobaleno di Cattolica.
E’ proprio un bel regalo natalizio per la sua e nostra città.
Morosini Gip (Giudice per le indaginini preliminari) è alla
Procura di Palermo da 18 anni è oggi uno dei magistrati
antimafia più importanti e impegnati. Tra le sue mani sono
passati e stanno passando le inchieste più scottanti. Sono
quelle che hanno scoperchiato tanti intrecci mafia-affari e il
vischioso connubio delle complicità dei colletti bianchi di
professionisti e imprenditori, fino alle infiltrazioni nelle
istituzioni e nella politica. Un ampio capitolo del libro è
dedicato alle infiltrazioni e penetrazione delle mafie al
Centro-Nord e sul nostro territorio.
“L’obiettivo strategico di ogni mafia è l’impunità. Solo
quella rende credibile, longeva e ricca l’organizzazione
criminale. Ma l’impunità, personale e patrimoniale, per essere
conseguita necessita di complici nelle istituzioni, nel mondo
delle libere professioni e nella imprenditoria.
Il tema è di grande attualità. Anche alla luce dei recenti
sviluppi sulla “trattativa” tra Stato e mafia che sarebbe
sullo sfondo delle stragi del 1992 e 1993. E allora la
ricerca, dopo avere richiamato le indagini su quella tremenda
stagione, illustra un repertorio di trattative tra la mafia e
i suoi complici.
Chi sono i complici? In che modo interferiscono sulla
giustizia? Si parla di politici, poliziotti, imprenditori,
liberi professionisti che ostacolano l’accertamento delle
verità processuali. Sono storie approdate all’attenzione della
magistratura soprattutto negli ultimi venti anni; ossia nel
periodo in cui il principio dell’eguaglianza dei cittadini di
fronte alla legge anche in Italia diventa concreto.
Sono storie di processi aggiustati, di clamorose
ritrattazioni, di talpe nella polizia, di politici che
avvertono i mafiosi di microspie nelle loro abitazioni, di
latitanze coperte da uomini delle istituzioni. Sono storie
tratte da sentenze, ordinanze, documenti delle procure e della
commissione parlamentare antimafia, letti anche attraverso i
commenti della stampa e degli osservatori specializzati.
Il volume parla anche di come lo Stato contrasta questo
fenomeno. Dei proclami della politica, delle promesse non
mantenute e degli errori strategici. La conclusione fa il
bilancio di una stagione dell’antimafia giudiziaria,
dell’impegno dei magistrati e dei suoi limiti. Una autocritica
fondata sulla lezione di Giovanni Falcone che non rinuncia a
formulare proposte concrete per una azione più incisiva e,
comunque, rispettosa delle regole dello stato di diritto”.
Piergiorgio Morosini è magistrato dal 1993. È giudice delle
indagini preliminari presso il tribunale di Palermo. Titolare
di numerosi processi a Cosa Nostra, è stato estensore di
sentenze relative ai capi storici della mafia (Riina
Salvatore, Provenzano Bernardo, Brusca Giovanni, Bagarella
Leoluca). Si è occupato di infiltrazioni mafiose nella sanità,
negli appalti di opere pubbliche, nella politica e nella
giustizia.
È autore di articoli e commenti in materia di giustizia penale
e criminalità organizzata per le riviste «Questione
giustizia», «Diritto penale e processo», «Foro italiano». Ha
fatto parte della Commissione ministeriale per la riforma del
codice penale dal 2006 al 2008. È autore per i tipi Rubbettino
de Il Gotha di Cosa Nostra (2009).