Caffè Pascucci, 350 locali nel mondo, 190 in Corea,Turismo
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Caffè Pascucci, 350 locali nel mondo, 190 in Corea,Turismo
Caffè Pascucci, 350 locali nel mondo, 190 in Corea L’IMPRENDITORE - Dieci anni fa, in gennaio, per puro caso (la fortuna e molto di più) un gruppo di coreani a Rimini per il Sigep (Salone internazionale per la gelateria e la pasticceria) si ferma per caso al Caffè Pascucci di Rimini Centro (zona Grand Hotel). Vengono colpiti dal locale. Avevano appena sottoscritto un contratto di intenti con un altro torrefattore che annullano. Nasce il connubio con l’azienda di Rimini che ha sede a Montecerignone, Montefeltro Pesarese. Si apre il primo locale per servire, secondo solo al gelato, il classico del made in Italy: l’espresso. La prima volta esclama un coreano: “E’ uno scherzo!”. “No, è il caffè all’italiana”. E come non essere orgogliosi quando la riminese Francesca incontra in una scuola di Londra una studentessa di Seoul e si ritrovano a parlare con familiarità delle atmosfere Pascucci. Oggi, i Caffè Pascucci in Corea sono 190 (fino a due anni fa erano 40); entro il 2015 dovrebbero salire a 300. Invece, l’obiettivo della multinazionale che siglato l’accordo di franchising è di giungere a 700 nella sola Corea. Nei 190 locali caratterizzati dai colori neri, rossi e bianchi lavorano quasi 2.000 persone. E’ davvero un grande colpo del made in Italy. Dice Mario Pascucci, figlio di Alberto, nonché l’artefice di quest’ascesa imprenditoriale che si va a coniugare con la qualità, le idee (tante idee) e la passione: “Oramai l’arredo, eccetto poche cose, viene fatto in Corea. Invece, si è là con i nostri prodotti, il nostro caffè, le nostre specialità, le nostre macchine per il caffè, i nostri macinini. E dopo 10 anni i coreani sono diventati bravissimi a fare l’espresso e tutte le sue varianti. Tanto bravi che ci potrebbero fare da maestri”. Il partner Pascucci è una multinazionale. Si chiama Spc ed è guidata da Mister Hu; ha circa 6.000 punti vendita di pane, pasticceria e ristorazione. Sono disseminati tra Corea, Cina e Giappone. Invece, nel mondo i locali sono circa 350. L’ultimo ad essere stato inaugurato è quello di Abu Dhabi ed è cosa dello scorso novembre. Impiega 25 addetti ed appartiene alla figlia dello sceicco. Il contatto con il principato è nato grazie all’ufficio Pascucci di Beirut gestito da un signore libanese. E il Medio Oriente con i 15 caffè è al secondo posto tra le aree geografiche. Seguono la Grecia e l’India con sette; in Albania ne sono stati inaugurati cinque in un anno e mezzo. Dietro c’è un albanese che per anni ha lavorato in Italia. Insomma, come dire che gli immigrati sono in grado di creare ricchezza e favorire l’espansione delle aziende tricolori. Mario Pascucci ha un progetto ambizioso: sbarcare in grande stile in Cina. Ha già un ufficio diretto a Hong Kong nel quale lavora con il giusto piglio un toscano. Nella metropoli cinese c’è un solo Caffè. Si trova a Lanham. Racconta Mario: “Alla periferia di un mega centro commerciale, il successo ha rivitalizzato anche i negozi attorno. Siamo molto soddisfatti; i ragazzi vanno nel nostro locale a farsi le foto per poi immetterle nella rete. Nel giro di un anno, solo ad Hong Kong vorremmo fare poker”. C’è una speciale soddisfazione che una piccola cittadina del Montefeltro, Montecerignone, forse importante per due ragioni, la fortezza disegnata da quel genio dell’architettura militare di Francesco di Giorgio Martini (che vale ben una visita dall’altro capo del mondo) e come buon ritiro di Umberto Eco, uno tra i massimi intellettuali mondiali, possa stare nella storia economica del mondo. A buon titolo, insomma, si può inserire anche la cultura dell’espresso che porta Pascucci. La facciata del nuovo stabilimento è un immenso bassorilievo che reca le piante del caffè ed i famosi chicchi. Incorniciano luminose finestre che a loro volta inquadrano la sobria bellezza di Montecerignone e questo angolo di paradiso, dove la natura è rimasta intatta. I ricavi Pascucci vengono realizzati all’estero per il 50 per cento. Mario appartiene a quella speciale categoria di talentati naturali. Ha un innato senso dell’eleganza che sa farsi notare dall’intelligenza. Possiede, sempre in naturali e generosi dosi, il senso del cambiamento. Se prima si è affermato per aver abbinato al caffè le creme, oggi propone la mitica tazzina nella sua purezza. Mario Pascucci: “In questo momento di crisi economica la forza dell’innovazione è la richiesta della semplicità e di arredare i locali in materiali naturali”. Turismo, ricominciare da 39 fiere TURISMO - Trentanove fiere tra il 2011 e il 2012. Da qui riparte il turismo del Riminese, dopo i buoni risultati ottenuti da Riviera di Rimini anche per il 2011 (dati gennaio-settembre), sia con riferimento al mercato italiano (+3,5% negli arrivi e +2,9% nelle presenze), che straniero (+9,2% arrivi e + 8,4% presenze). Il risultato delle azioni di internazionalizzazione si può considerare davvero significativo, confermando e consolidando gli ottimi risultati ottenuti in tal senso nel 2010. Le politiche per l’internazionalizzazione della Riviera di Rimini, avviate dalla Provincia in collaborazione con gli operatori privati e l’Aeroporto F. Fellini, stanno producendo risultati concreti e tangibili: +36,2% nelle presenze per il mercato russo, ma ottimi risultati anche dalla Germania (+ 7,6%), positive performances dalla Francia (+ 5,2%), dalla Svizzera (+ 7,1%), dalla Polonia (+ 7,3%). Positivo anche il dato della Repubblica Ceca (+12,5%), che comincia ad essere un mercato turisticamente interessante anche in termini assoluti. “Questo è un risultato- spiega l’assessore al Turismo della Provincia di Rimini, Fabio Galli- frutto di scelte strategiche fondate su azioni non generaliste, rivolte a target e segmenti precisi e in forte sinergia tra attori pubblici e privati: non c’è dubbio, infatti, che la competitività sui mercati esteri che, di fatto, ha consentito ottime performances nella stagione turistica 2011 della Riviera di Rimini, sia figlia della scelta strategica, fortemente voluta dal nostro sistema, dello sviluppo dello scalo riminese e della formula d’intervento pubblico-privata sperimentata in questi ultimi anni. La scelta di essere presenti sistematicamente a fiere e manifestazioni promozionali all’estero nei prossimi mesi risponde a un preciso criterio, condiviso con Comuni e associazioni di categoria, di ‘aggredire’ con determinazione mercati turistici in espansione e/o potenzialmente interessanti per la Riviera di Rimini. La vera sfida è quella relativa all’ottimizzazione e alla sinergia delle azioni, non più disperse in mille rivoli con esito non fruttuoso rispetto agli sforzi. E in questa ottica una grossa parte ce l’hanno e ce l’avranno le politiche regionali”. Con riferimento appunto a target precisi, una citazione e un’attenzione particolare merita il dato relativo all’entroterra, quello che la Provincia di Rimini sta promuovendo attraverso il brand ‘Malatesta & Montefeltro’, che mostra risultati e un quadro ancora più positivo: un + 16,2% sul mercato estero, che vale in termini percentuali il 32,3% dell’intera domanda. Interessanti i dati ottenuti su alcuni Paesi, in controtendenza rispetto a quelli dei comuni costieri: Benelux + 9,6% (primo cliente in assoluto per l’entroterra), Paesi Scandinavi + 54%, UK + 1,7%, Russia (+ 198,2%), Francia (+ 76,3%), Germania (+22,2%). Questo dimostra, da un lato, che la diversificazione del prodotto paga e che alcuni nostri mercati di riferimento cominciano a prendere strutturalmente in considerazione un tipo di vacanza diversa da quella strettamente balneare. Sui mercati si va con gli interventi già sperimentati con successo negli ultimi anni: sostegno alle iniziative di commercializzazione avviate sui medesimi mercati dagli operatori turistici locali, attivazione di azioni di marketing direttamente sui bacini esteri in collaborazione con Aeroporto di Rimini, Comuni e Club di prodotto, APT e Unioni di prodotto, presenza alle fiere di settore. I colori del Natale: dalla Collegiata di Santarcangelo alla Vecchia pescheria Dalla Collegiata di Santarcangelo di Romagna (per visite guidate info e prenotazione obbligatoria, entro il 13 dicembre: 333/7352877; [email protected]), dove si ammira un bel presepe dipinto del Seicento e si farà una breve visita della città, si raggiungerà il mare a Cesenatico, per vedere il Presepe della Marineria con le luci della sera. Una tappa obbligata del Natale riminese è il mercatino della Vecchia Pescheria. Le Associazioni artigiane Confartiagianato e Cna organizzano la 30a ‘Mostra Mercato dell’artigianato artistico e tradizionale’, dal 3 al 24 dicembre. Orario di apertura al pubblico dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20. -L’iniziativa vede la partecipazione dei più qualificati maestri artigiani della Provincia di Rimini, i quali espongono e mettono in vendita manufatti e prodotti tipici della tradizione romagnola, quali ad esempio tele stampate ruggine, oggettistica in terracotta, ceramiche e maioliche decorate a mano. Don Benzi, parte la mostra itinerante “Amare sempre!”, don Oreste Benzi in mostra PERSONE – San Clemente rende omaggio al più illustre dei sui cittadini con una rassegna dedicata alla vita di don Oreste Benzi. Nel quarto anniversario dalla morte del curato per il quale sembra prossimo aprirsi il processo di beatificazione, l’amministrazione comunale di San Clemente ha pensato di organizzare assieme alla direzione dell’Associazione Papa Giovanni XXIII la mostra intitolata “Amare sempre!”, dedicata alla storia di Don Oreste. San Clemente, infatti, ha dato i natali a Don Oreste, settimo di nove figli di una famiglia di operai, nel lontano 7 settembre dell’anno 1925. Pur se la vita del parroco sanclementese d’origine si è articolata prevalentemente presso lacomunità dell’intera provincia di Rimini, oltre a un significativa attività pastorale sia in Italia che all’estero, chi ha avuto la fortuna e l’onore di conoscere Don Benzi da vicino ha potuto riscontrare come fosse sempre vivo in lui il legame con il suo paese natale e con la campagna della casa di famiglia. I più attempati cittadini di San Clemente ricordano tutti con affetto le prime gesta del giovane parroco che proprio da San Clemente partì per intraprendere gli studi giovanissimo presso il seminario d’Urbino. Lo stretto legame tra Don Oreste e la campagna di San Clemente è stato immortalato anche nel filmato realizzato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, il video nel cui un attore interpreta don Oreste bambino all’interno della sua residenza famigliare. La mostra sulla vita di don Oreste si terrà all’interno della Sala Polivalente di Sant’Andrea e sarà visitabile per circa un mese. L’esposizione interesserà quindi l’intero periodo natalizio. L’inaugurazione è fissata per la sera di venerdì 9 dicembre e gli allestimenti saranno visitabili sino all’otto gennaio. Per la serata inaugurale della mostra dedicata a don Oreste Benzi è prevista la conferenza pubblica coordinata da Roberto Soldati, uno degli storici di don Oreste Benzi. “Equamente 11” All’Arboreto Cicchetti, in viale Ceccarini alta (incrocio con via Bufalini), sono diverse le proposte in programma fino all’8 gennaio, per promuovere un approccio equo e sostenibile anche nei consumi, a partire dai più piccoli. Come consuetudine, faranno da scenografia all’evento diverse esposizioni, come l’ormai conosciuta mostra mercato del commercio equo, per far sapere che anche dietro l’acquisto di un detersivo, di un pacco di caffè o di cioccolata si può nascondere un gesto di solidarietà verso popolazioni che vivono una situazione di disagio ed emarginazione. E poi il presepe animato della FamijaArciunesa, con più di 500 personaggi raffiguranti antichi mestieri. Si potranno inoltre apprezzare la produzione di stampe romagnole su tela, realizzate con metodo antico dalla cooperativa Artigianate e le fotografie della mostra “Play, plying leading role!”. Dall’8 all’11 e dal 22 al 24 dicembre, dalle 15,30 alle 18,30, poi “Che belle le stelle”, un laboratorio dedicato ai più piccoli per realizzare il proprio biglietto di auguri sostenibile (per informazioni e prenotazioni tel. 335 6038835, cooperativa Il Millepiedi). Mentre mercoledì 14 e 21 dicembre, dalle 16, ci sarà “Letture dal mondo” con merenda equosolidale e proiezione libera al planetario (per informazioni tel. 0541 751301). Il programma riccionese si chiude sabato 14 gennaio con lo spettacolo “I miei omaggi”, al teatro del Mare (via don Minzoni, 1), regia di Marco Moretti con Sergio Casabianca. Un’iniziativa curata dall’associazione Una Goccia per il Mondo. A Marebello, domenica 18 dicembre, alle 20, nella colonia Stella Maris in via Regina Margherita 18, per i più golosi si terrà la cena solidale “La salute vien ManJambo”, a sostegno del progetto sostenuto da Akap in Etiopia per lo sviluppo di un reparto di Ginecologia all’interno del Health centre di Wasserà, con un tombola natalizia ricca di premi. Il programma completo degli appuntamenti è consultabile nel sito www.volontarimini.it Per informazioni: Volontarimini. tel. 0541 709888 – [email protected] Nuova sede dl Csv a Cattolica - Cambia sede lo sportello del Centro di Servizio per il Volontariato – Volontarimini a Cattolica spostandosi nel Centro Giovani in via Del Prete, 119 e lasciando il vecchio ufficio in piazza della Repubblica. Restano invariati gli orari di apertura (dalle 15 alle 18) l’ultimo mercoledì di ogni mese escluso agosto, mentre a dicembre l’apertura è per il mercoledì prima delle vacanze natalizie. Dopo anni di collaborazione con il Centro per l’Impiego, lo sportello del Csv trova nuova linfa a partire dal contatto con i giovani del territorio che frequentano la struttura. [email protected] Oscar Fabbri: ‘Le aziende si guidano con l'umiltà’ L’INTERVISTA - Il riccionese Oscar Fabbri è il direttore generale di una delle aziende che possono considerarsi le “perle” dell’abbigliamento Made in Italy presenti oggi sul mercato. Si tratta della Giada S.p.A. , ha sede in Veneto e produce pantaloni e blue jeans con il prestigioso marchio Jacob Cohen. Capo da 300 euro al paio, che genera un fatturato di 50 milioni di euro, con utili per 6 milioni. Il marchio recentemente ha fatto molto discutere e riflettere perché non appone sui suoi capi la semplice dicitura made in Italy ma “Made in Veneto, a small region in the east side of Italy, per sottolineare che non è un capo con quel falso made in Italy, un capo su cui basta cucire un solo bottone per fregiarsi di quelle emozioni della storia e della magia del Rinascimento che l’Italia evoca e di quella preziosa manifattura che ha reso il nostro paese celebre in tutto il mondo. Non a caso il 40 per cento dei suoi jeans vengono esportati: Giappone, Germania, Olanda, Spagna, i mercati più importanti. La campagna di vendita estiva 2012 ha già fatto segnare un sontuoso balzo del 18 per cento. La Giada S.p.A. ha sede in Veneto, ad Adria, Oscar Fabbri ne è il direttore generale dallo scorso aprile. A chi gli chiede come si fa a vendere una pezza di cotone a queste cifre e con questo successo, racconta: “I nostri pantaloni, sono delle opere d’arte. Sono più belli dentro che fuori. Curiamo ogni minimo particolare. Ad esempio, le cuciture interne sono irrobustite da un filetto di stoffa; il bottone è d’argento e l’etichetta dietro di cavallino. E per raccontare la vita del manufatto ci sono una dozzina di etichette che ne certificano la filiera. C’è anche quella del tessitore giapponese che utilizza il telaio a mano per le pezze. Poi naturalmente, oltre alla qualità che genera il prestigio del marchio, ci vuole anche un pizzico di fortuna”. Chimico, sposato, due figlie (entrambe negli scout), Oscar Fabbri ha alle spalle come si dice in gergo un curriculum di tutto rispetto. Nei tanti posti in cui ha lavorato vi ha sostato gli anni giusti, 4-5, ovvero il periodo necessario per dare il meglio di sé, fare esperienze e poi via altrove. La sua grande passione comunque resta quella del tessileabbigliamento che in Italia si coniuga anche con la parola moda. Il suo percorso potrebbe anche essere un modello per i giovani, un misto di studio, tenacia, lavoro e coraggio nel buttarsi sempre in una nuova sfida. Lui ama dire che viene dalla strada, dalla vendita porta a porta, esperienza che gli ha insegnato molto. Studente, fa il marinaio di salvataggio a Riccione d’estate, mentre frequenta a Bologna l’Università. Per racimolare qualche soldo vende detersivi, monta antenne tv sui tetti. Dopo gli studi, il primo impiego per alcuni anni è vendere fondi di investimento pensionistici per la Dival del gruppo Ras Assicurazioni a Rimini. In questo settore conosce un uomo che è un vulcano di idee, il veneto Ennio Doris, il fondatore di Medionalum. Al magnate il nostro riccionese dà del tu. Racconta: “Da lui ho imparato la vita e fin dove ti puoi spingere nei rapporti umani”. Lascia il settore degli investimenti finanziari nell’81 ed entra a lavorare in una lavanderia industriale di Coriano che lava blue jeans ed effettua finissaggi particolari sui capi di abbigliamento. Poi passa alla Ball di Aldo Ciavatta; in quegli anni una nave del tessile-abbigliamento col vento in poppa. Ci resta fino all’88. Nello stesso anno, entra all’Aprilia come Responsabile del Controllo di Gestione del Gruppo. Dopo i quattro anni veneti, approda alla Saitt, azienda di San Marino, leader europea nella produzione di camicie. Ne producono tre milioni l’anno, sia per i grandi marchi, sia per la grande distribuzione.Tra i marchi di proprietà sono rinomati Mastai Ferretti e Truzzi di Milano (per intenderci i camiciai di Casa Savoia, Truzzi fu anche la famosa camicia di Clark Gable in “Via col vento”). Nel ’96, lascia il settore del cuore ed entra in Daicom, azienda sammarinese che, con un fatturato di Gruppo di oltre 150 milioni di euro, si occupa di apparecchiature che aiutano a migliorare la qualità della vita a livello domestico e industriale. Si occupano di deumidificazione, geo-termico, fotovoltaico,solare, sterilizzazione, potabilizzazione dell’acqua. Nel 2002 rientra nell’abbigliamento, come Amministratore Delegato della Iac S.p.A di Chieti proprietaria del marchio Rodrigo, azienda appartenente al Gruppo Saitt, dove resta fino al 2008. Ma dalla sua esperienza, a chi gli chiede come si fa a far andare bene un’impresa? Risponde: “Non sedersi mai, anche quando le cose vanno benissimo. Tutte le mattine ti devi svegliare e dirti che c’è un modo migliore di produrre, di vendere, di comunicare. Tutto questo per consolidare di più l’impresa e continuare ad investirci. Gli aggiornamenti devono essere continui. Bisogna sempre avere la forza e l’umiltà per partire alle cinque del mattino per un convegno nel tuo settore. Se ti siedi, inizia la morte dell’azienda. Gli imprenditori veri sono coloro i quali sono lontani dalla rendita. Insomma, bisogna sempre pensare che c’è un modo migliore di fare: dal centralino fino ai ruoli di grande responsabilità. E se arriva un camion e manca il magazziniere, ti rimbocchi le maniche e lo scarichi. Direi che ci vuole sempre la fame di sapere e di imparare, altrimenti nelle decisioni si è penalizzati”. Come affrontare l’oggi? Fabbri: “Molti imprenditori, a torto, pensano ancora di poter guadagnare come 5-6 anni fa. La globalizzazione farà sì che chi resta nel mercato, è colui che fa ricerca e investimenti. Se non ti aggiorni, la tua azienda la chiudi in sei mesi”. Viale Ceccarini è già tramonto. La chiusura Papete al di PUNTO DI VISTA Il punto di vista di Fabbri da 30 anni dirigente della moda - “Viale Ceccarini? Altro che sul viale del tramonto…è già tramontato”. Lapidario il riccionese Oscar Fabbri, manager di Giada S.p.A., azienda produttrice di jeans e pantaloni col prestigioso marchio Jacob Cohen, da 30 anni nel mondo della moda. “Le grandi griffe – tuona Fabbri – stanno ammainando la bandiera. Stanno chiudendo una ad una, inesorabilmente. La città e chi la amministra ha fatto ben poco per trattenerle. Un esempio forte è l’addio del mitico negozio ‘Papete’. Al posto delle grandi firme, aprono oggi le grandi catene: Geox, Hm, Zara, negozi vari in franchising di bigiotteria e accessori… Non resistono, a causa degli esosi affitti su una via che giace lì immutata dalla metà degli anni Ottanta, una via che va man mano perdendo sempre più il suo fascino”. “L’emorragia commerciale – continua Fabbri – ha anche un risvolto culturale. Scompaiono quelle professionalità riccionesi importanti e di riferimento. E non è vero – come afferma qualcuno – che per emergere o resistere oggi ci vogliono grandi spazi; esistono esempi di negozi di 50-100 metri quadrati che fanno fatturati coi fiocchi”. Vanno bene le critiche, ma che cosa proporre oggi per rilanciare il centro vero della Romagna? In fondo quasi tutti i turisti che optano per una vacanza in Romagna o nel Pesarese fanno una puntatina in viale Ceccarini per ammirarne i negozi, cercare quali sono le nuove tendenze ed assaporare un gelato al Nuovo Fiore, simbolo positivo della nostra tradizione, un locale rinnovato sì ma dove la qualità artigianale (fatta di ingredienti sani e naturali) resta sempre altissima. “Ecco alcune mie riflessioni. Si dovrebbe iniziare – suggerisce Fabbri – dalle banche. Dovrebbero andar via da Viale Ceccarini; andavano benissimo sotto il PalaRiccione. Unicredit ha quattro vetrine; Carim è al centro del centro. Altro aspetto su cui intervenire sono i locali fatiscenti. Su uno dei viali più conosciuti d’Italia c’è perfino un albergo ad una stella, dove non servono neppure le colazioni, si sono convenzionati con i bar. Detto questo, non ci si può lamentare se il turismo di qualità sceglie ben altri lidi per la propria vacanza. Infine, occorrerebbe un nuovo arredo urbano: ma in questi tempi dove trovare le risorse adeguate per dare un nuovo look alla città?”. “Infine – conclude Oscar Fabbri – abbiamo costruito il Palazzo dei Congressi con una serie di errori: si tratta di un edificio troppo costoso, con una galleria in discesa (non esiste in nessun altro posto) e con costi di gestione altissimi. Sarà una cattedrale nel deserto. E non è vero come si afferma che i palazzi di Rimini e Riccione complementari. La concorrenza è, e sarà, affilatissima”. sono Palazzate di Cecco Pdl - Leggiamo: “Smart Riviera va avanti. Non passa la mozione e in aula il Pdl si spacca”. Spaca ogg, spaca dmèn, dal Pdl l’è arvènz sno i cuncìn… Ossessioni - Leggiamo: “Marco Cecchini (Lega Nord): ‘Buche e tombini pericolosi’”. Marco, ardai! Dop al campsènt al taca si tumbén. L’è ‘na mania un po’ macabra… Fontana delle sirene – Leggiamo: “La Regina anticipa il Natale. Tutto pagato dagli sponsor privati. La fontana delle sirene dentro una sfera”. Più che una sféra al pèr un persérvativ… Pista di pattinaggio – Leggiamo: “Regina, una calendario fitto di iniziative. Pista di pattinaggio in piazza Mercato”. La pista di pattinaggio fa molto natalizio, ma come sosteniamo da anni è poco ecologica per il forte consumo di energia e le emissioni di Co2. E pu sa sti garbén… La moda e l’ambiént spèss in va d’acord… Il mondo che viviamo – Leggiamo: “Scarseggia l’acqua, ordinanza dei sindaci che vieta ogni spreco”. L’èria l’è margiosa, l’acqua la scarsegia… avìn ardut propria un bèl mond… Cina – Leggiamo: “‘Cittadini italiani? A noi cinesi non conviene’. Spiegano che il futuro è in Cina e che l’Europa sta crollando”. E nun che a simie i lé a dèc un manghe e a fè i sburòn… Autovelox – Leggiamo: “Sulla statale da dicembre rispuntano autovelox e tele-laser nei tratti di competenza comunale. Il Comune: ‘Non servirà per fare cassa, ma a scopo preventivo’”. Va là, va là… chi suldarlén dli multie i fa comde come al pèn… Vendite amare – Leggiamo: “I parcheggi sotto Staccoli portano al Comune già 250mila euro”. Evviva! caffè per tutti! Quand u s’è custrèt a vènd al patrimonie al cafè l’è sempre margios… Imposta di soggiorno – Leggiamo: “Imposta di soggiorno: sì dei sindacati, no degli albergatori, silenziosi i bagnini e i commercianti, tentennanti i partiti”. L’è un’ènta bruta eredità dal duo Berlusconi-Tremonti. Prima l’ha tolt i sold ma i cumun e pù u j’ha dét: adès mitila su vujèlt la tasa, che ma nun uc scapa da rid… Sacrifici- Leggiamo: “Categorie economiche: ‘Sacrifici, senza penalizzare le imprese’” – “Sindacati: ‘Sacrifici, senza penalizzare ancora una volta i lavoratori’”. Parlare di patrimoniale viene l’urticaria a molti. Aggredire l’evasione fiscale, ma qualcuno scatta e dice: ‘vuol dire fare saltare tante piccole imprese’. Insoma, tut i vo’ che a paghè al sia qualchedun’èlt. Ch’ièlt chi?… Bilancio – Leggiamo: “Niente più finanza creativa. arrivano i super esperti salva bilancio. Il vicesindaco Alessandro Bondi: ‘Avremo una fotografia trasparente e precisa sul bilancio sia per le spese che per le entrate’”. Al sarà un bilènc trasparent, ma i sold i sarà poch li stès… Confusione – Leggiamo: “Fabio Lorenzi (Pdl) chiama Cono Cimino: ‘L’Officina civica è già fallita, torni a fare il segretario del Pdl’. Ma subito Pierangelo Del Corso boccia l’idea: ‘Servono facce nuove’” – “Cimino risponde a Lorenzi: ‘Non sono disponibile’”. Burdèll a si un po’ in cunfusion… La spiaggia – Leggiamo: “Interpellanza di Pierangelo Del Corso: ‘Per favore, in inverno fateci vedere la spiaggia. Gli stabilimenti balneari non chiudano gli accessi al mare’”. Per favore, fateci vedere il mare anche d’estate… u j’è una muraja ad cabénie e cazabuble ad tut i tip… Pietro Rogato, il giudice del caso Parmalat LEGALITA’ Ospite e relatore della serata, presentato al numeroso pubblico presente dal Presidente del Club, Giuseppe Frignani, il Dott. Pietro Rogato, magistrato da 35 anni, prima a Palermo ed attualmente Gip presso il Tribunale di Parma. Il Dott. Rogato è noto per aver firmato gli ordini di arresto di Callisto Tanzi nella vicenda Parmalat. Durante la conferenza, ha parlato del suo attuale incarico presso la sezione fallimentare del Tribunale di Parma, approfondendo il concetto di delicatezza della funzione di giudice per le indagini preliminari preposto alla firma delle varie ordinanze. Ha evidenziato la responsabilità del giudice nel prendere delle decisioni, l’importanza dei diversi gradi di giudizio previsti dal nostro ordinamento, il concetto di garanzia per l’imputato e l’importanza, per lo stesso, di godere dell’opportunità che sia un altro giudice a valutare il suo caso affinché sia possibile, a volte, giungere anche a conclusioni diverse da quelle iniziali. E’ stato trattato, inoltre, il problema della durata dei processi, evidenziandone gli aspetti organizzativi ed i carichi di lavoro eccessivi per un giudice con conseguenti problemi di organico, di numerosità dei processi ed incidenza della “prescrizione” che, prevista dal nostro ordinamento, a volte si traduce, per convenienza, in un allungamento dei tempi da parte della difesa. Entrando nel merito della sua condizione di giudice, ha confidato ai presenti di essere sostenuto e motivato nel compimento quotidiano del proprio lavoro, sia da una grande passione che dal ricordo di “alti esempi” che hanno perso la vita compiendo il proprio dovere…. Chinnici, Falcone, Borsellino e tanti altri… Morosini, il libro magistrato antimafia del IL LIBRO di Enzo Cecchini Anteprima nazionale Domenica 18 dicembre alle ore 17 presso il Centro culturale polivalente di Cattolica (piazza Repubblica) presentazione in anteprima nazionale dell’ultimo libro del magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini “Attentato alla giustizia – Magistrati, mafie e impunità”. Presenti: Piergiorgio Morosini (Gip Procura di Palermo), Alessandro Bondi (docente di Diritto penale Università di Urbino) e Gabriele Paci (giornalista la Voce Multimedia). Organizza: Associazione Arcobaleno di Cattolica - Domenica 18 dicembre alle ore 17 presso la sala conferenze del Centro culturale polivalente di Cattolica, il magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini presenterà in anteprima nazionale il suo ultimo libro: “Attentato alla giustizia – Magistrati, mafie e impunità” (Rubbettino editore). Organizza l’Associazione Arcobaleno di Cattolica. E’ proprio un bel regalo natalizio per la sua e nostra città. Morosini Gip (Giudice per le indaginini preliminari) è alla Procura di Palermo da 18 anni è oggi uno dei magistrati antimafia più importanti e impegnati. Tra le sue mani sono passati e stanno passando le inchieste più scottanti. Sono quelle che hanno scoperchiato tanti intrecci mafia-affari e il vischioso connubio delle complicità dei colletti bianchi di professionisti e imprenditori, fino alle infiltrazioni nelle istituzioni e nella politica. Un ampio capitolo del libro è dedicato alle infiltrazioni e penetrazione delle mafie al Centro-Nord e sul nostro territorio. “L’obiettivo strategico di ogni mafia è l’impunità. Solo quella rende credibile, longeva e ricca l’organizzazione criminale. Ma l’impunità, personale e patrimoniale, per essere conseguita necessita di complici nelle istituzioni, nel mondo delle libere professioni e nella imprenditoria. Il tema è di grande attualità. Anche alla luce dei recenti sviluppi sulla “trattativa” tra Stato e mafia che sarebbe sullo sfondo delle stragi del 1992 e 1993. E allora la ricerca, dopo avere richiamato le indagini su quella tremenda stagione, illustra un repertorio di trattative tra la mafia e i suoi complici. Chi sono i complici? In che modo interferiscono sulla giustizia? Si parla di politici, poliziotti, imprenditori, liberi professionisti che ostacolano l’accertamento delle verità processuali. Sono storie approdate all’attenzione della magistratura soprattutto negli ultimi venti anni; ossia nel periodo in cui il principio dell’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge anche in Italia diventa concreto. Sono storie di processi aggiustati, di clamorose ritrattazioni, di talpe nella polizia, di politici che avvertono i mafiosi di microspie nelle loro abitazioni, di latitanze coperte da uomini delle istituzioni. Sono storie tratte da sentenze, ordinanze, documenti delle procure e della commissione parlamentare antimafia, letti anche attraverso i commenti della stampa e degli osservatori specializzati. Il volume parla anche di come lo Stato contrasta questo fenomeno. Dei proclami della politica, delle promesse non mantenute e degli errori strategici. La conclusione fa il bilancio di una stagione dell’antimafia giudiziaria, dell’impegno dei magistrati e dei suoi limiti. Una autocritica fondata sulla lezione di Giovanni Falcone che non rinuncia a formulare proposte concrete per una azione più incisiva e, comunque, rispettosa delle regole dello stato di diritto”. Piergiorgio Morosini è magistrato dal 1993. È giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Palermo. Titolare di numerosi processi a Cosa Nostra, è stato estensore di sentenze relative ai capi storici della mafia (Riina Salvatore, Provenzano Bernardo, Brusca Giovanni, Bagarella Leoluca). Si è occupato di infiltrazioni mafiose nella sanità, negli appalti di opere pubbliche, nella politica e nella giustizia. È autore di articoli e commenti in materia di giustizia penale e criminalità organizzata per le riviste «Questione giustizia», «Diritto penale e processo», «Foro italiano». Ha fatto parte della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale dal 2006 al 2008. È autore per i tipi Rubbettino de Il Gotha di Cosa Nostra (2009).