SOLUZIONE DELLA TRACCIA: Saggio di ambito socio

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SOLUZIONE DELLA TRACCIA: Saggio di ambito socio
SOLUZIONE DELLA TRACCIA: Saggio di ambito socio-economico
ARGOMENTO: Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita
economica e sociale
a cura di Suzy90
Sin dalla sua nascita nell’Antica Grecia, il termine democrazia ha significato una cosa
apparentemente semplice: potere al popolo. Tale potere si esplicava e si esplica ancora
tramite il diritto di voto, la capacità di prendere decisioni, la possibilità di intervenire attivamente nella vita politica ed economica del proprio Paese. Come giustamente osserva
Ignazio Visco, queste non sono competenze nuove: “è una novità, però, il ruolo decisivo
che vanno assumendo nella moderna organizzazione del lavoro e, più in generale, quali
determinanti della crescita economica.”1 In un mondo sempre più globalizzato e sempre
più interdipendente in tutti i suoi ambiti, il potere del cittadino di intervenire nel tessuto
sociale e politico è notevolmente aumentato: internet ci fornisce in tempo reale ogni tipo di
informazione, i social network permettono anche a masse di persone distanti tra loro di
comunicare istantaneamente, con un solo click si possono lanciare sul web petizioni e
proteste che possono raccogliere in pochi secondi migliaia di firme. Tutta questa tecnologia, però, è solo uno strumento, uno strumento che si può rivelare inutile se non viene
adoperato con intelligenza e capacità critica: ecco perché è importante non sminuire il
ruolo dell’educazione scolastica, perché è tramite tale educazione che i giovani di oggi
acquisiscono le competenze per diventare gli adulti di domani. Il progresso di un Paese si
misura infatti anche tramite il suo sistema scolastico e di istruzione: “Un sistema di istruzione che sia in grado di fornire tali competenze a un maggior numero di studenti costituisce quindi un’importante sfida per il nostro paese.”2 Un’ulteriore sfida, però, consiste nel
non lasciare che lo strumento prenda il posto del proprio utilizzatore. Come abbiamo già
accennato, la caratteristica che più contraddistingue il mondo moderno è il progresso
tecnologico; anzi, sembra che esso non sia più solo una caratteristica, ma lo
scopo primo e ultimo della maggior parte dei paesi.
“La spinta al profitto induce molti leader a pensare che la scienza e la tecnologia siano di
cruciale importanza per il futuro dei loro paesi”3, così scrive Martha Nussbaum. La capacità tecnologica è sempre stata identificata come un simbolo di forza e potenza, e come tale
è stata sviluppata dai vari Paesi a scapito di altri ambiti come l’arte, la letteratura, gli studi
umanistici. Eppure sono proprio questi gli ambiti che permettono all’uomo di crescere
spiritualmente e di acquisire le competenze per “agire” nel mondo: “la capacità di pensare
criticamente; la capacità di trascendere i localismi e di affrontare i problemi mondiali come
cittadini del mondo; e infine, la capacità di raffigurarsi simpateticamente la categoria
dell’altro.”4 Bisogna quindi rendersi conto che la vera forza di un Paese non risiede solo
nella tecnologia, anche se questa ricopre un ruolo importante, ma nelle persone. Sono le
persone ad agire, pensare e creare, e sono quindi le persone il maggior investimento su
cui i Paesi dovrebbero concentrare i loro sforzi.
Lo stesso Consiglio Europeo “ha ribadito […] che le persone costituiscono la risorsa più
importante dell’Europa”5, ecco perché sta cercando di delineare un quadro europeo che
definisca “le nuove competenze di base da assicurare lungo l’apprendimento permanente,
e dovrebbe essere un’iniziativa chiave nell’ambito della risposta europea alla globalizzazione e al passaggio verso economie basate sulla conoscenza.”6
In conclusione, quindi, tutti noi dovremmo dare più importanza all’educazione, sia essa
personale o scolastica, perché è dall’educazione che derivano competenze e capacità.
Allo stesso modo il governo di un Paese dovrebbe tradurre tale consapevolezza con una
maggiore sensibilità nei confronti dell’istruzione, con un sistema scolastico nazionale più
coerente ed equilibrato e con un investimento maggiore nella conoscenza e negli studi
umanistici. Dobbiamo prenderci cura delle persone allo stesso modo in cui ci prendiamo
cura della tecnologia: ricordiamoci, però, che sono gli uomini a fare la tecnologia, e non il
contrario.
Note:
1 Ignazio Visco, Investire in conoscenza. Crescita economia e competenze per il XXI
secolo, il Mulino, Bologna 214,
ed. originale 2009.
2 Ibidem.
3 Martha C. Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, il Mulino, Bologna 2011, ed. originale 2010.
4 Ibidem.
5 Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE).
6 Ibidem.